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haleighsells-role · 4 years ago
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vendetta per Bentley
21:35 25/5 Tarquin_MacTavish (Mercoledì 26 ore 12:15 – > Primo piano, pressi Aula di Trasfigurazione) E’ stato tutto sommato semplice per TARQUIN, MEAVE, HAILEIGH e DAWN trovare una scusa per uscire qualche minuto prima della fine della lezione di Pozioni dal momento che il professor McClendon, negli ultimi due mesi a questa parte, non sembra esserci del tutto con la testa, ecco. Tarquin ha lasciato andare avanti a lui MEAVE, HAILEIGH e DAWN – che sono sicuramente le più atletiche coff coff – e lo ritroviamo quindi procedere a passo spedito per il corridoio del primo piano, quando mancano ormai pochi minuti alla fine delle lezioni del mattino, mentre comincia a costeggiare le varie aule che si affacciano sul corridoio stesso. E’ vestito con la divisa scolastica con i dettagli nei colori della casa Corvonero, pur avendo la camicia bianca tutta fuori dai pantaloni neri e con le maniche arrotolate fin sui gomiti, mentre il cravattino è ancora misteriosamente ben annodato al collo. Non fa molto rumore per il corridoio grazie alle sue scarpe da ginnastiche grigie e consumate e grazie anche all’andatura da pantera rosa che lo fa procedere con passo il più felpato possibile – corporatura massiccia permettendo, ovviamente - e sguardo nervoso e saettante a destra e a sinistra, pronto a captare l’arrivo di prefetti, caposcuola o peggio, professori. Nella mano destra stringe la sua bacchetta magica, mentre nella sinistra ha una piccola scatola che le sta giusta in una mano e che stringe con forza, come per paura che gli sfugga, mentre un velo di sudore freddo gli imperla la fronte e bagna leggermente i capelli castani, che avrebbero bisogno di una sistemata. Insomma, è il ritratto del nervosismo e dell’ansia, ma c’è una certa convinzione di fondo proprio all’angolo dello sguardo, segno che ha tutte le intenzioni di andare avanti con questa faccenda e anzi, di finirla una volta per tutte. Che cosa? Ma la rivincita su Atlas per vendicare Bentley, ovviamente! Una volta arrivato nei pressi dell’aula in disuso designata dal gruppetto si ferma, degludendo rumorosamente e continuando a volgere uno sguardo quasi spiritato in direzione dell’Aula di Trasfigurazione visto che è proprio da quell’aula che dovrebbe uscire tra poco la classe del secondo anno di Hogwarts.
21:42 25/5 Meave_ODwyer { Mer 26/05 – h. 12,15 c.a || Aula in disuso primo piano } Non hanno avuto molto tempo, malgrado se la siano pensata per bene nella settimana antecedente al fattaccio che hanno in mente. La corsa dall`aula di pozioni all`aula incriminata dev`essere stato un duro colpo per il povero TARQUIN, tanto che siamo sicure d`averlo incitato più di qualche volta, decantando la loro tanto agognata “vendetta” e a quel piccolo, piccolissimo (COFF) rischio, di una punizione, alla quale, spoiler, non hanno pensato. Ma poco importa, quel che conta è che lo faranno assieme. Uniti come una grande famiglia di guerrieri primini che combatte il tanto temibile male dei bulletti. Sì, ecco, una bella storia che continua a figurarsi nella mente della O`Dwyer. E le lamentele da parte delle due CORVE qua presenti, non le ha nemmeno calcolate, ora sono lì, e dunque devono solo pensare alla causa. Punto, fine. Ecco. Che la divisa sia completamente stropicciata, il cravattino allentato di molto, e le calze d`un colore diverso dall`altra, a lei non importa. Non ha nemmeno prestato attenzione a scegliere quel particolare sta mattina, era troppo concentrata su ciò che di lì a poco si sarebbe preparata a fare. In tutta furia hanno accostato i banchi alle pareti, accatastandoli un po` alla ben e meglio, in modo da creare una sorta di “fortino” segreto, dove ora lei sicuramente, ed in teoria anche gli altri, dovrebbero trovarsi. Accucciata con le ginocchia flesse sotto ad un banco in seconda fila, come pronta quasi a scattare, la mano sinistra stringe una gamba del tavolo, mentre la destra ancora fermamente il catalizzatore in noce nero. « Bene! » Lo sguardo che passa rapida fra i presenti, fissandoli uno ad uno « Se volevate tirarvi indietro, ora siamo qui, quindi è troppo tardi. » schietta e diretta, dove tutta l`euforia ed entusiasmo sembra essersi tramutato in concentrazione e dedizione. « La fuori c`è già Tarquin, che darà inizio al piano! » E parla un po` come un caporale farebbe coi suoi soldati, probabilmente ha visto troppi film babbani a riguardo « Noi dovremo essere pronti ad ogni evenienza! » stringe anche il pugno libero dal catalizzatore, mentre il cuore inizia a pulsare più rapidamente di quanto è abituata « Ricordatevi il piano! » Ed è un altro patetico tentativo di sussurro, che, menomale fuori ci sarà un po` di confusione, altrimenti addio copertura, data la voce molto squillante della piccola « Non appena la vedremo entrare... » ed alza la bacchetta quanto può, evitando di farla cozzare con la parte superiore del banco, con tanto di cenno del capo, che dovrebbe lasciar intendere a ciò di cui già in precedenza hanno parlato. Poi ecco che andrebbe a puntare l`indice sulle labbra, a mo` di silenzio, facendo scattare lo sguardo sull`entrata. La fronte è aggrottata e gli occhi sono leggermente socchiusi, per seguire meglio ogni particolare, mentre tende le orecchie nel tentativo di captare ciò che succede fuori. E che Merlino ce la mandi buona.
21:53 25/5 Dawn_Riverson { 26.05 | aula in disuso al primo piano | 12.15 } Bene, cominciamo dall’inzio: questa faccenda della vendetta non l’ha mai, e dico mai, convinta pienamente ( e non per la vendetta in sé, ma per il rischio più che evidente di poter essere beccati ) eppure… si trova lì. Nascosta. Insieme agli altri. E perché mai, vi starete chiedendo voi? Ma ovvio: per impedire che quelle teste di rapa dei suoi amici ( sì, TARQ, parliamo anche di te ) si ficchino in guai ben più grossi di una manciata di punti in meno a testa. Se ne sta accucciata di fianco a MEAVE, con indosso la divisa linda e pinta e le gambe graciline ben strette contro il petto; la bocca è corrucciata in un’espressione da ‘non so proprio cosa ci faccio qui’ e gli occhi, nervosi, continuano a saettare allarmati alla porta dell’aula. « Ci tengo a precisare che secondo me » e ti pareva « è una pessima idea » con tanto d’occhiatina nevrotica, e un po’ dispotica, al pugno chiuso della tassorosso. « Però hai ragione, ormai siamo qui » piccolo sospiro « quindi tanto vale essere pronti. » Gli occhioni vengono ridotti a due piccole fessure guardinghe e la mano destra, nella quale tiene il catalizzatore, viene serrata un pochino di più. Il pensiero vola a TARQ, e a come accipicchia andrà quella parte del piano, mentre il cuoricino le batte all’impazzata nel petto. Comincia anche a mancarle leggermente il respiro, un po’ per via dell’anticipazione di ciò che sta per accadere e un po’ perché, oh, andiamo! Perché è davvero una pessima idea! « Sì, sì » risponde a MAE « tutto chiaro » con tanto d’inevitabile occhiata spazientita al soffitto.
21:58 25/5 Haleigh_Sells (Mercoledì 26 ore 12:15 | primo piano – aula in disuso primo piano) Quest’oggi la nostra Haleigh si trova quasi costretta a correre per il castello in modo da assicurarsi che nessuno combini qualche casino. Questo atteggiamento da sorella maggiore nei confronti dei suoi amici non è poi così positivo perché le farà prendere sicuramente una punizione, ecco, lei lo aveva detto! Si trova subito dietro a MEAVE - che poi è una delle menti criminali che hanno ideato questo assurdo piano – e accanto a lei compare DAWN. Nessuna delle due ha realmente approvato il piano ed infatti tutt’ora Leigh continua a borbottare parole confuse, ripete diverse volte “punizione” “punti” “coppa delle case” “io lo sapevo” e cose del genere ma per i coetanei dovrebbe essere piuttosto difficile comprendere il discorso integrale. Ovviamente è immancabile l’uniforme che sembra indossata più a casaccio del solito, forse perché da tutto il mattino continua a preoccuparsi per la riuscita del piano. Dunque, cosa sta succedendo? Oggi, le TRE RAGAZZE e TAQRUIN si preparano ad intervenire sulle ingiustizie della scuola e a vendicarsi dei gesti compiuti da Atlas nei confronti Bentley che… beh, ormai è andato via ma ai piccini manca lo stesso e devono potergli scrivere una lettera per informarlo che vendetta è stata fatta. La parte del piano che Haleigh non approva, infatti, non è la vendetta bensì il momento in cui probabilmente verranno scoperti da qualche professore o prefetto che si domanderà il motivo delle loro azioni e deciderà di detrarre numerosissimi punti dalla coppa delle case corvonero facendoli perdere quando sono in netto vantaggio! Raggiunta l’aula in disuso prescelta dai ragazzi la piccola Haleigh poggia la mano sul fodero della bacchetta come a decidere se sia meglio lasciarla lì o tirarla fuori per prepararsi ad ogni evenienza, ancora una volta sceglie di essere prudente ed estrae il catalizzatore dalla custodia per poi stringerlo saldamente con le mani. «ormai siamo qui, se dobbiamo farlo facciamolo bene» questa è l’unica frase di senso compiuto che riesce a dire dopo tutto il trambusto nel momento in cui MEAVE avvisa che non possono più tirarsi indietro. Annuisce più volte e anche sul viso di lei compaiono espressioni piuttosto annoiate mentre la TASSOROSSO ripassa il piano a gesti, lo sanno: è una settimana che lo ripassano a tutte le ore del giorno. Fa un respiro profondo come a prepararsi alla situazione ed evitare di andare in iperventilazione, sarà così essere un auror? «Per la sottoveste di Morgana, speriamo che TARQ riesca nel suo compito» è più un modo di darsi coraggio che di criticare TARQUIN, questo è certo.
22:06 25/5 Atlas_Aerts ( aula di trasfigurazione > corridoio / mercoledì 26 h 12 c.ca ) Ed è proprio dall`aula di trasfigurazione che emerge Atlas, la terribile (?), cui ogni essere vivente – e forse anche morto, addirittura espatriato – sembra voler giurare vendetta. La vediamo trascinarsi malamente una tracolla di cuoio consumato in più punti, la cinghia che minaccia di scucirsi e strapparsi ad ogni strattone, cioè ogni volta che la povera borsa strusciando sulla pietra colpisce stipiti e angoli, o stinchi. La stessa noncuranza la troviamo nella sua personcina, un nano da giardino poco più intelligente, che veste una divisa rattoppata e sformata, come se qualcuno avesse sbagliato lavaggio e candeggio, quando la verità è che è più che di seconda mano, scovata da Madama McClan tra i cenci destinati ai più indigenti, categoria di cui la secondina fa senza dubbio parte. Le uniche cose nuove in suo possesso sono la bacchetta nera come la sua piccola anima che al momento è incastrata in un groviglio stopposo di ciocche biondicce che le incorniciano un visetto pallido e incavato, affilato e segnato da profonde occhiaie che appesantiscono ulteriormente due iridi verde palude; e quel paio di converse bianche che non ha esattamente comprato ( non ne avrebbe avuto la possibilità ), ma che sono apparse ai suoi piedi come per magia, o meglio, è stata la diretta conseguenza di un incantesimo ben assestato e che adesso le appartengono di diritto perché se le è guadagnate. Sbadiglia e non è noia, bensì fama dopo tutta la fatica che ha fatto per disturbare l`ennesima lezione, vero è che non ci si deve nemmeno impegnare troppissimo. Quindi è verso le scale che si dirige, quelle che la porteranno al piano terra e alla sala grande.
22:09 25/5 Xavier_Gutierrez ( > pressi aula trasfigurazione, primo piano / mer 26, ore 12:15 ) Perché corre? Perché un ragazzino del quinto anno dovrebbe mai avere tutta quella faccia arrabbiata, di un muso lungo e infinito che sembra voler spaccare le pietre con il semplice sguardo. Perché mai dovrebbe avere quell’aria contrariata, infastidita, nervosa. Perché dovrebbe sembrare un pazzo psicopatico che sfreccia all’interno del castello, tentando di raggiungere le scale e saltare vari scalini aiutandosi persino con l’appoggio di entrambe le mani contro il corrimano. Perché dovrebbe urtare la gente e non fare le cose con calma? In fin dei conti è l’ora di pranzo e sembra avere più rabbia che fame. Per cosa « VAFFANGRAMOOOOOO! » così, de botto. Un urlo che squarcia le pareti, rimbombando dal basso verso l’alto, irrompendo persino nei timpani di qualche quadro. Potrebbero sentirsi qualche urletto, gridolino o risata a riguardo, ma lui no, non lo percepisce. Sente solo quella patina ovattata che raggiunge le orecchie e che gli permette di sentire il battito del proprio cuore accelerato. Su di giri, completamente su di giri. « VAF-FAN-GRA-MOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! » e non ci tiene nemmeno a mantenere la calma, perché al momento non sa cos’è. Cos’è la calma? Qualcosa che, sicuramente, questo giorno non si vede. E Tristan, se solo sapesse cosa sta combinando nei corridoi, potrebbe sicuramente ucciderlo. Non si sa come, ma potrebbe. « UNA C*ZZO DI COSA, UNA PORCO IL GRAMO, PORCO IL F*TTUTO GRAMOOOOO. » e fin qui, le parole sono piuttosto chiare a tutti. Persino a chi, come lui sta valicando quelle scale o si ritrova nei vari corridoi, principalmente nei piani più bassi. Perché il ringhio non potrebbe non essere udito, soprattutto dato dal fatto che più passano i secondi, più lui aumenta la velocità, recupera altezza e finisce lì dove doveva andare. Al primo piano. In un corridoio. Quello che porta all’aula di Trasfigurazione. Perché. Perché ha dimenticato un bracciale. Già. Non importa poi più di tanto come sia messa la sua divisa, perché di certo non c’è quell’impeccabilità che di solito si può notare nel prefetto; sicuramente la sua spilla è ben evidente al lato sinistro ad altezza cuore, incastrata nella camicia bianca tutta abbottonata fino all’ultimo bottoncino. Manca il mantello, manca il gilet, manca tutto ciò che potrebbe far caldo. Perché c’ha anche caldo, troppo caldo; tanto che le maniche sono persino state arrotolate nel mettere in evidenza il magiorologio e, così, l’assenza del bracciale. Il pantalone comunque stringe l’orlo della camicia, così come lo fa la cintura in pelle di drago; pantalone che poi scivola su uno stivaletto – anch’esso in pelle di drago nero. Capigliatura scompigliata in una matassa che stamattina non ha voluto pettinarsi, o meglio non ha voluto pettinarla. Non manca di certo il catalizzatore; il solito che trattiene nella mano dominante e con il quale non sembra per nulla starci giocherellando. Si sa però quanto potrebbe essere pericoloso – ora – un catalizzatore nelle sue mani. Si sa quanto la magia involontaria potrebbe scaturire senza una ragione; o forse la ragione c’è, quella che da mesi a questa parte continua a mantenere nascosta, la stessa che fa vacillare Cisco alle lezioni. E poi è un « VAFFANGRAMO, VAFFAAAAAA » ngramo. Sì. Ormai lì, nei pressi dell’aula di trasfigurazione. Ma poi, con chi ce l’ha? Non si cura dei presenti in quel corridoio. Non si cura di risultare un pazzo scatenato. Corre soltanto, iniziando però a rallentare.
25 maggio 2077 22:19
L’ultima lezione della mattina finisce al rintocco del mezzogiorno, facendo sì che per il corridoio si riversino quegli studenti del secondo, terzo e sesto anno, finalmente liberi dalle grinfie dei loro docenti. Si comincia a sollevare una certa confusione per i corridoi, col via vai di figure e il fruscio delle nere toghe a ricadere sulle spalle degli alunni, tra il vociare che si solleva e qualche spallata amichevole che viene scambiata « tutti a pranzoooo, tutti a pranzooooo! » è il Frate Grasso che volteggia sopra le giovani teste, tanto giovale ed allegro da sembrare un bardo di paese, visto come quasi canticchia quel richiamo a forchetta e coltello « ohhh certo che la accompagno fino in Sala Grande, giovanotto! » risponde prontamente « ma lei promette solennemente di mangiare tutte le sue verdure? » questo giocoso scambio tra panciuto fantasma e mingherlino terzino, in una generale serenità che li accompagna per il corridoio. E per il pavimento di pietra si trascina anche l’ancora inconsapevole ATLAS, noncurante del circondario: lei si fa i fattacci suoi giustamente, continuando verso le scale. Tra lei e le scale, tuttavia, c’è niente meno che TARQUIN la sentinella MACTAVISH: il corvonero è appostato fuori dall’aula in disuso, dove le soldatesse ODWYER, RIVERSON e SELLS hanno creato il loro accampamento dietro la trincea di banchi. Per il CORVONERO non è poi così difficile inquadrare il suo tanto agognato obiettivo — la AERTS — nonostante la densa popolazione presente, visto come stava di guardia. Peccato che, in questo piano di battaglia, nessuno abbia calcolato una mina vagante verde-argento. Salutiamo tutti XAVIER, urlante al punto da far girare più di una testa. Qualcuno giura che anche la testa di una statua si sia girata in questo frangente, ma torniamo a noi. Lui arriva dalle scale, alle spalle di TARQUIN, ma né il corvonero né la GRIFONDORO faranno fatica a percepire il suo arrivo, non solo perché ha un folletto per capello, non solo per la voce alta con cui sta maledicendo il Gramo, ma anche per le lamentele di chi si becca una spallata al suo passaggio « ehi, attento a dove vai! » un sestino gli risponde a modo, per quanto poi vada per la sua strada. La più grande fitta al cuore, tuttavia, la riceve ancora una volta il Frate Grasso: « Oh signorino, non si agiti! » sì tu XAVIER « non è in ritardo, però guardi che la Sala Grande è dall’altra parte! » evidentemente qua qualcuno pensa che il serpeverde abbia paura di rimanere a pancia vuota.
22:47 25/5 Tarquin_MacTavish (Mercoledì 26 ore 12 – Primo piano, esterno aula in disuso, vicino le scale) Possiamo ben dire che al rintocco del Mezzogiorno il nostro Tarquin sobbalza sul posto – che qua siamo una sentinella giusto un po’ nervosa, ecco – quando vede riversarsi per i corridoi gli studenti che pochi minuti prima affollavano le aule del primo piano. E non ci mette poi molto a individuare anche ATLAS tra la folla, che vede avvicinarsi sempre di più in direzione dell’aula in disuso, fuori dalla quale è appostato peggio di un corvo del malaugurio. Stringe con forza la bacchetta nella mano destra e serra di rimando le labbra, mentre sul volto comincia a farsi spazio un’espressione decisamente più minacciosa – nonostante le guanciotte rosse e rotonde che si ritrova – con tanto di sopracciglia corrucciate al centro, anche se il respiro si fa decisamente più affannato e il sudore comincia a scivolargli giù dalla fronte. Sembra che sta cercando di trovare il momento più adatto per fare qualcosa, infatti, sembra quasi calcolare con lo sguardo l’avanzare della secondina Grifondoro e quando ormai è a solo un metro di distanza da lui, la chiama «ATLAS?» con voce perentoria, ma decisamente gracchiante e acuta, per poi cominciare ad alzare la mano sinistra, che stava ferma lungo il fianco, con cui stringeva una piccola scatola all’apparenza anonima e aiutandosi con la mano destra, pur se ancora stringendo la bacchetta con quest’ultima, sta per aprire la scatola in questione quando gli arrivano all’orecchio, da dietro, quelle imprecazioni fin troppo poco trascurabili. Strabuzza gli occhi e si blocca quindi per un attimo, con quella scatola ora retta da entrambe le mani, e trattenendo il respiro di rimando, perché non ci mette poi molto a individuare e riconoscere il PREFETTO Serpeverde che sta pericolosamente avanzando in direzione proprio sua e di Atlas. Si gira a guardarlo per un attimo con sguardo spaventato e confuso, mentre è chiaro che sta cercando, lì su due piedi, a decidere il da farsi: rinunciare o sfidare il tutto e per tutto? E a quanto pare, decide per la seconda perché una volta giratosi nuovamente in direzione di ATLAS, urla un «VIA!» per tutti o nessuno e scoperchia solo un angolo della scatola che teneva tra le mani che altro non è che Polvere Buio Pesto Puruviana – grazie Neera! - con tutta l’intenzione di invadere quella parte di corridoio con quella nube densa per così cercare di creare un diversivo e quindi tentare di spingere DENTRO l’aula in disuso la secondina, visto la porta socchiusa lasciata dai tre dentro E il prefetto? Ah boh, a questo non ci abbiamo pensato.
23:03 25/5 Meave_ODwyer { Mer 26/05 – h. 12.15 c.a || Aula in disuso primo piano } Lei è pronta, ed in posizione per scattare ad ogni evenienza. Non ha la ben che minima idea di ciò che sta accadendo la fuori, malgrado dalla porta socchiusa dovrebbe anche aver udito le urla di uno a caso, XAVIER, che sembra che le scarpe qualcuno le abbia rubate a lui. Ma non la riconosce la voce, pensa solo a qualcuno di davvero ingramato che non ha nulla a che fare con loro. Lo sguardo rimane fisso sulla porta, in assera d`intravedere quella nebbiolina nera data dalla polvere buio pesto che, se tutto va secondo i piani, di lì a momenti dovrebbe invadere un po` dello spazio visivo. La mano destra catalizzatore-munita, la stringe come se lo stesso fosse incollato con l`adesio nunc, non può assolutamente lasciarsela scappare. Il punto è che il cuore che batte e l`adrenalina stanno praticamente prendendo il possesso del suo corpo. Non ha del tutto il controllo delle sue azioni, così, sempre che TARQUIN riesca a spingere all`interno dell`aula ATLAS, come da piano, lei urlerebbe « ORAAA!!! » indipendentemente da chi o cosa varcherà la soglie dall`aula. Se la porta scricchiolerà, aprendo più di quel che è lo spiraglio lasciato dal GRUPPO, lei alzerà la destra bacchetta-munita verso il soffitto, sporgendosi quel tanto che basta dal banco, per raddrizzare l`intero braccio, e si concentrerà su quell`incantesimo che hanno programmato d`eseguire. Non ci fa caso se in tutto il trambusto è proprio ATLAS a varcare la soglia, lei vede la porta aprirsi, ed agisce. Agisce per istinto, mossa da tutta una serie d`automatismi che non sta controllando. Lei controlla soltanto la parte di concentrazione. Immagina la luce del sole scaturire dalla punta della sua bacchetta, mentre serra gli occhi. Elimina qualsiasi mormorio, ora esiste soltanto lei, e quella luce intensa. Sta fluttuando in una luce talmente bianca da risultare fastidiosa. Ecco cosa focalizza chiaro in mente, un immagine che vuole rendere reale, anche nel fastidio che ricorda avergli provocato proprio quel « Fùlmen!!! » che urla decisa, come se l`enfasi che ci mette, dovrebbe aiutare nel castaggio dell`incantesimo. Non pensa alle compagne, loro infondo dovrebbero conoscere il piano, pensa solo al qui ed ora. E qui ed ora significa luce accecante, esplosione di una stella, o vuoto totale. Ecco. Solo parecchi istanti dopo, aprirebbe timidamente un occhietto, una volta certa che quel flash sia terminato, cercando nella stanza prima di tutto la figura di ATLAS, sperando che sì, non ci sia finito qualcun`altro nella confusione. In tal caso si dovrà pensare rapidamente ad un piano C.
23:12 25/5 Dawn_Riverson { 26.05 | aula in disuso al primo piano | 12.15 } E aspetta. In un rimestio d’agitazione, ansia, voglia di trovarsi altrove e altrettanta voglia di ripetere che ‘gliel’aveva detto, lei, che le cose non sarebbero mai andate secondi i piani!’. Perché se se ne stanno lì, rannicchiate ad aspettare così tanto un motivo ci sarà, o no? Sta quasi per alzarsi, spazientita da quell’immobilità infinita, quando alle orecchie le arriva il tono acuto di una voce maschile che non riconosce affatto. Sgrana gli occhioni e si fa ancora più piccina, afferrando d’istinto un lembo della divisa di MEAVE e un braccio di HALEIGH. « Cos’è stato? » domanda, dato che di urla se ne aspettava, sì, ma decisamente femminili, e ben più stridule del vocione di XAVIER. « Sarà… Atlas? » da come l’hanno descritta sembra un mostro, quindi tanto vale che anche la voce faccia pendant. « Tarq avrà usato la buio pesto? » un muto rimpianto negli occhi mentre il cuoricino batte, e batte, e non si ferma più. È proprio in quel momento che arriva l’urlo di MAE, al quale reagisce sussultando visibilmente e sgranando gli occhi con fare inorridito. Pare sia finalmente arrivato il momento d’agire, ma lei non sembra per niente pronta a ciò che le si prospetta dinanzi. Fa giusto in tempo a serrare con forza gli occhi al lancio dell’incantesimo dell’amica e ad azzardarsi, qualche tempo dopo, ad aprire lentamente le palpebre. Se la luce si fosse dileguata non esiterebbe a cercare MAE con lo sguardo, e a sgusciare in fretta da sotto il banco, con la bacchetta ben stretta in mano, pronta — volente o nolente — a correre in soccorso di quelle teste di rapa.
23:22 25/5 Haleigh_Sells (Mercoledì 26 ore 12:15 | primo piano – aula in disuso primo piano) In realtà, Haleigh, lo aveva detto tempo fa che le cose sarebbero andate male ma ora, proprio mentre tutto sta andando male, è più tranquilla di prima perché dalla sua visione in questo momento tutto fila liscio come l’olio. È accovacciata tranquilla vicino alle AMICHE, non sa cosa stia facendo e ha una paura grama di quello che potrebbe accadere a lei, alle altre due o ADDIRITTURA a TARQUIN che si trova là fuori. Sente delle urla e questo la porta a pensare che TARQUIN abbia avviato il piano ma… non sono un po’ troppo… insomma, profonde? Magari questa Atlas non ha una voce propriamente femminile, chissà che voce avrà lei il prossimo anno! «penso l’abbia fatto» risponde a DAWN quando questa la tira a sé «pronte. Dobbiamo farlo bene» le ultime parole famose, Leigh. Appena MAE urla, Leigh sbarra gli occhi pronta per l’incanto che è stato assegnato alla tassorosso durante la preparazione del piano. Non appena apre gli occhi, non fa caso a chi sia nella stanza e pensa solamente alla sua parte, lanciare il Locomòtor Mòrtis. Punta quindi la bacchetta verso la gamba, DI CHIUNQUE SIA, che le si trova più vicina – probabilmente la sinistra – e si concentra sulla sensazione quasi pietrificante che vuole venga provata da ATLAS in quel momento. Tutti gli altri pensieri vengono totalmente cancellati dalla sua mente, infatti anche se non fosse ATLAS la persona nella stanza la corva neanche ci farebbe caso. Muove la bacchetta tracciando un piccolo fendente orizzontale cercando di mantenere la massima concentrazione e pronuncia l’incanto «Locomòtor Mòrtis» a gran voce, assicurandosi di scandire bene la formula. Ci sarà riuscita? Ma soprattutto, la vittima del suo incanto è la persona giusta? Solo dopo si renderebbe conto che l’incanto che ci sarebbe dovuto essere tra il suo e quello di MEAVE non è avvenuto.
23:30 25/5 Atlas_Aerts ( corridoio / mercoledì 26 h. 12 c.ca ) Per una volta, nella sua breve inutile vita, si sta faccendo i boccini suoi, ma alle parole del Frate Grasso non può proprio resistere e sghignazzando provvederebbe ad immergere una mano nella figura del fantasma « e lei promette solennemente di non mangiare più nient`altro? Cioè, è ciccione da far invidia a quello là » dove quello là è niente meno che TARQUIN verso cui la fiumana di gente la trascina. Per contro è XAVIER ad attirare la sua attenzione « che, Morgana t`ha rubato le mutande? » e vi giuro che se non controlla è solo perché c`è ancora il Frate Grasso a fare da elemento di disturbo. Un sorrisetto malizioso le inclina perennemente le labbra sottili, creando una fossetta nella guancia già incavata e rendendola molto simili ad uno di quei folletti della Cornovaglia, dispettosi e difficili da soggiogare, solo meno blu. Il suo nome risuona nella folla, l`autore della chiamata perentoria sembra un piccolo e tondo Corvonero verso cui si volta e se uno sguardo potesse pietrificare...ma no, sfortunatamente non è una cucciola di basilisco. « sparisci, microbo! » e fa già per ignorarlo completamente, come ignora quello che sta per fuoriuscire dalla scatolina fino a quando qualcuno spegne le luci. Ogni suo allarme strilla al pericolo e l`istinto è quello di sciogliere il groviglio di nodi biondastri che ricadono fino alla vita andando a costituire la sua armatura e impugnare forte il catalizzatore. Si sente spingere in una direzione indefinita, una in cui lei è sicura di non voler andare e lo fa presente urlando « COSA GRAMO STA SUCCEDENDO » mentre scalcia e tira pugni e alla fine ragà è una strega e come tale fa ricorso alla sua unica arma: la magia. Indecisissima sui suoi incantesimi preferiti finisce QUASI per scegliere quello che è più probabile faccia danni. Salvo poi tornare sui suoi passi « Defènsio Evocàtus » finisce per scandire chiaramente con la voce bassa e roca, sia che l`accecante Fùlmen di Maeve abbia avuto effetto o no. In entrambi i casi, accecata dal buio e dalla luce, non avendo un bersaglio chiaro su cui puntare e non sapendo con precisione se si trova ancora nel corridoio, preferisce tendere il braccio sopra la sua testa, andando a disegnare una basilare barriera difensiva che la protegga da attacchi semplici. La volontà di salvare la pelle non le manca e anzi riesce ad immaginare, senza impegno, una cupola che svolga proprio questa funzione. Le voci le sente e infatti subito dopo « Figlie di Morgana » sottovoce, come se si preparasse ad un nuovo attacco. Il suo.
23:31 25/5 Xavier_Gutierrez ( pressi aula trasfigurazione, primo piano / mer 26, ore 12:15 ) Molto sfortunato il sestino che cercherà di rispondergli a modo e, di conseguenza – indipendentemente dal fatto che non lo stia già più guardando per procedere verso la sua strada – voltarsi appena con il capo per dirgli « Perché non ti butti dalla Torre di Astronomia?! » così, tanto per dirne una. Ma è il Frate Grasso a subirne ancor di più il ringhio graffiato della propria voce che sostando di fronte a lui incomincia ad agitare le braccia quasi come se lo volesse colpire. Sì, oltrepassare insomma. « Ma non puoi fare il morto e basta? Puoi startene f*ttutamente zitto una volta tanto. Cinque f*ttuti anni e nessuno ti ha ancora » cosa stai dicendo Xaviér, cosa. Calma. Dov’è la calma? La cerca, ci prova, respira, respira, respira. « LO SO DOV’E’ LA SALA GRANDE NON MI ROMPERE I BOLIDI! » boccini, Xaviér, boccini. Quel che non si deve dimenticare è come il suo senso sia più sviluppato del solito, tanto da seguire più di quanto si dovrebbe credere i movimenti delle persone che di fianco e di fronte a lui passano. Non che gli importi poi più di tanto, non fino a quando c’è quello scoppio di una nube densa che parte in aria per cercare e tentare di ricoprire il corridoio. O è quel che si cerca di fare, portandolo rapidamente a reagire con tanto di catalizzatore già alla mano ed un « Immòbilus. » pronunciato ad alta voce, con un gesto secco e rapido del braccio che si porta verso l’alto nel creare e un cerchio invisibile proprio con l’intenzione di far girare in senso orario la proprio bacchetta, la cui punta non fa altro che indirizzarsi al soffitto. Selezionando in quel modo ciò che vuole fare, creando quello che nella sua mente si realizza come un’area invisibile e circolare dove tutto ciò che è in movimento, polvere buiopesto, incantesimo in atto, movimenti di braccia, di gamba, persone che tentano di scappare, vengano completamente ingabbiati da una forza maggiore che li immobilizza e trattiene lì sotto e oltre le loro volontà. A riuscita o no dell’incantesimo… quel che fa è « MA CHE GRAMO FATEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEAAAAAAAAAAAA » Ringhia, urla, STRIPPA. La rabbia sale, ribolle, prende luogo in tutto il suo corpo e si scarica a suon di voce graffiata « FIGLI DI MORGANAAAA » detto da lui, fa ridere. « NON SI ATTACCA COSI. PORCO IL GRAMO. FOLLETTI DI M*RDA. » oh no. « NON SI ATTACCA COSI. SI AVVISA, SI DICE CIAO, PRENDI LA TUA F*TTUTA BACCHETTA E SI DUELLA, VERMICOLI CHE NON SIETE ALTRO » pausa, solo per respirare. Il collo ormai ha tutte le vene ingrossate, la rabbia risale e risale e no, non si riesce affatto a controllare. Grazie Signora Luna, grazie. E chissà nel mentre potrebbe anche morire dietro a qualche incantesimo, ma lui cercherebbe in un qualche modo di far passare la propria voce a tutti. « SAPRO’ TUTTI I VOSTRI NOMI E FINIRETE IN PUNIZIONE A VITAAAAAA! » è chiaro, no? Bacchetta, comunque, sempre in mano, sempre pronto a qualsiasi evenienza del caso. Magari anche della sua bellissima magia involontaria che chissà potrebbe fare furore proprio grazie alla rabbia attuale.
25 maggio 2077 23:57
Un fantasma comune verrebbe preso in contropiede dal neanche troppo velato insulto di ATLAS, ma non il nostro instancabile e giovale Frate Grasso che, mettendosi le mani sul pancione, comincia a ridere a crepapelle « è tutta salute! » le risponde infatti, anche se tra la confusione non sembra far caso a TARQUIN, o capire che l’insulto era rivolto a quest’ultimo. Cioè che lo fa borbottare di sorpresa è invece la reazione di XAVIER, guardato per un attimo con un battere di palpebre, fermo a fluttuare sul posto: si sarà offeso? « le consiglio una zuppa calda, quelle fanno miracoli per lo spirito irritato! » dalla frase accorata e premurosa che gli rivolge dietro, anche quando il serpeverde gli dà le spalle, decisamente no. Mentre tutto questo questo accade, la mano di TARQUIN si solleva, ma solo per scagliare a terra il contenuto di quella scatola. La sottilissima buiopesto peruviana si riversa a terra, ma solo per cominciare ad ingrandirsi e rialzarsi in rivoli di fumo nero, intenso come la notte più oscura. Rapidamente le tenebre si alzano dense per andare a riempire lo spazio in cui sono state liberate: una prima, circoscritta zona del corridoio si annuvola rapidamente da pavimento a soffitto, creando scalpore tra i presenti « di nuovo? » fa una voce « ihhhh » un gridolino spaventato un’altra « non è divertente Robin! » cominciano anche le accuse « ma cosa vuoi da me, sicuro è stato Colin! » qualcuno se la ride « ahio! » e qualcuno inciampa, creando un effetto a catena che porta giù, con una serie di vociare, almeno un paio di studenti. Non che qualcuno ci si veda qualcosa, è più un ipotizzare il nostro. Tra l’altro, essendo il corridoio molto lungo ed aperto, la buiopesto tende ad allargarsi come un Occamy giustospazioso, il che contribuisce tanto al suo lento dissiparsi quanto al suo varcare la soglia dell’aula in disuso aperta. Quel che ATLAS può sentire è sicuramente lo strattone con cui TARQUIN cerca di spingerla dentro la porta, facendola tuttavia sbattere prima con la spalla e poi con la testa contro lo stipite della porta dell’aula in disuso. Il rumore viene percepito chiaramente anche MEAVE, DAWN e HALEIGH dentro la stanza: ATLAS non ha grande lucidità per castare il suo incanto, ma HALEIGH non ha una buona visuale a disposizione per beccare la persona giusta, tanto più che il suo incantesimo entra dentro la buiopesto e finisce chissà dove. La buiopesto è talmente densa che quando ci sei dentro.. beh, non vedi niente, nemmeno il Fulmine castato a regola d’arte da MEAVE. In tutto ciò, sapete chi sta urlando come un pazzo, distraendo tutti dai loro immediati intenti? XAVIER. Il suo incantesimo è l’unico che parte per davvero, immobilizzando non solo TARQUIN e ATLAS sul posto, ma pure quegli studenti che erano vicino a lui. Adesso tutti possono ascoltare il resto del suo sbrocco a piene orecchie, facendo deglutire i più per la sorpresa misto a vago timore, anche perché possono fare solo quello. Lentamente, la buipesto comincia a riaccendere verso il basso, allungandosi per il corridoio da una parte e per le scale dall’altra come fosse nebbia alla periferia della Foresta Proibita.
00:19 26/5 Tarquin_MacTavish (Mercoledì 26 ore 12 – Primo piano > Aula in disuso) Si è accorto a malapena del Frate Grasso, tutto concentrato com’era sul suo obiettivo, ossia ATLAS La Terribile, ma l’agitazione, evidentemente, era troppa e gli ha fatto così scappare di mano la scatola di Polvere Buio Pesto Peruviano tra le mani che finisce a terra e comincia a invadere. TUTTO. «NOOOOOO! QUI! QUI!» comincia a urlare come per cercare di attirare l’attenzione del terzetto dentro l’aula in disuso, ma lo strattone che dà ad ATLAS non è abbastanza preciso da spingerla dentro l’aula e quello che riesce a sentire è soltanto un rumore sordo, come di qualcuno che è andato sbattere contro qualcosa «QUESTO E’ PER BEN-…» fa appena in tempo a urlare parole al vetriolo in direzione di ATLAS che gli arrivano gli effetti dell’Immòbilus castato da XAVIER, rimanendo così immobilizzato, con quell’espressione torva in viso, la bocca semiaperta e la mano ancora che stringe la manica della camicia di Atlas, nel suo tentativo di strattonamento, restando quindi nei pressi dell’entrata dell’aula in disuso, senza riuscire veramente a entrare. Ascolta quindi, impotente, tutto lo sproloquio di XAVIER, non potendo fare altro che restare immobile e fermo, senza possibilità di scappare o altro e peraltro con le mani anche nel sacco, visto che è chiaro lontano un miglio le sue cattive intenzioni. Magari può dare la colpa a quel Colin che qualcuno ha nominato per la Polvere Buio Pesto Puruviana? Magari nel frattempo è diventato invisibile grazie alla sola forza del pensiero e quindi non può essere visto da nessuno? Magari oggi è arrivata la sua ultima ora? Insomma, Tarquin non può fare nulla, solo sperare che dal di dentro le cose siano andate meglio. Anche se nel frattempo comincia a diradarsi la nebbia, ma le prospettive per il quartetto rimangono nere. Peggio della Polvere Buio Pesto Puruviana.
00:27 26/5 Meave_ODwyer { Mer 26/05 – h. 12.15 c.a || Aula in disuso primo piano } Tutto accade in pochi istanti. Gli occhi che si serrano con una visuale, e che si riaprono pochi istanti con: Il buio. Ombre che rendono ininfluente anche lo stesso loro incanto « Che, ma è così... » solo che non fa in tempo nemmeno a terminare la frase, che le urla di XAVIER le sente, ma lei quantomeno non è stata colpita dall`incanto, così, nel caos più totale urlerebbe pure un « DOOOBBIAMO DIFEEENDERCIII!!! » Sperando che le due rimaste nelle retrovie, pensino a qualcosa di meglio di quel che sta per fare la O`Dwyer. Sì, perché non appena si renderà conto che è proprio ATLAS, quella a rovinare a terra assieme a TARQUIN, non c`è autocontrollo ( auto che??? ) che tenga. « LADRA!!! » Gli occhi si sgranano, mentre percepisce il fervore invaderle il corpicino. E niente, vuoi la confusione, il buio, la nebbia che pian piano va a dissiparsi, non sto neanche a dirlo che non pensa più lucidamente. Il piano infondo si fermava lì, lei doveva essere immobilizzata, in modo da riuscire a sfilarle le scarpe, niente di più semplice. Ma si sa, gli imprevisti capitano sempre, nota da segnare nel libricino memorino. Comunque, dicevo. Non controlla più le gambe che scattano proprio verso la SECONDINA, ha la bacchetta in mano? Sì. L`ha quasi dimenticata, non ci pensa, un po` come quando cerchi gli occhiali ed alla fine ce li hai in testa. Ecco, l`esatta cosa con il suo catalizzatore, che sembra incollato, come un estensione della stessa destra. Gli occhi sono ormai due fessure, e potremmo giurare che, se non fosse per l`oscurità che attanaglia i presenti, anche una sorta di... luccichio? E` forse una mezza lacrima quella che sta per rigare il volto della primina, mentre ripensa al suo amico ormai partito e chissà che altro? Sia quel che sia, lei si lancia proprio verso ATLAS. Non le importa quel che le ostacola il passaggio, flette le ginocchia e si slancia verso avanti, con tanto di braccia tese in avanti, un po` come a voler salvare una pluffa prima che entri nell`anello. Solo che non è ne su una scopa, ne sta cercando di salvare la pluffa. L`intento è quello d`afferrarle la caviglia, aspettandosi comunque che l`altra reagisca. Così cercherebbe di avvolgere la stessa caviglia con il braccio, l`incavo del gomito, lo stesso peso del suo corpo... insomma, in qualsiasi modo le sia possibile, aiutandosi anche con le gambe e cercando di ostacolare un eventuale divincolarsi. Mentre con la mano libera, tenterebbe di slacciare le stringhe delle scarpe, così da provare a sfilargliele dal piede... uno alla volta per intanto « RIDAMMI LE SCARPE DEL MIO AMICO!!! » il tutto guarnito da frasi tipo questa e « NON SONO TUE, LADRA! SONO DI BEN! » Ormai l`abbiamo persa, e visto che la frittata è fatta, quantomeno cerchiamo d`ottenere quello per cui abbiamo architettato tutto questo. Solo dopo, ma tanto dopo, si renderebbe conto dell`immobilus, e che in teoria non si sta divincolando, non sta lottando come nella sua mente s`era visualizzata, e lì s`immobilizzerebbe, magari proprio con una scarpa in mano, senza capire ciò che effettivamente è successo. Ed intanto via via dovrebbe riacquistare la visuale definitiva sulle cose, non sono più ombre con forme e fattezze umane, celati e velati dalla stessa polvere buio pesto. Ora sono immagini nitide, persone reali, e no, non sarà per niente felice di trovarsi lì in mezzo.
00:35 26/5 Dawn_Riverson { 26.05 | aula in disuso al primo piano | 12.15 } La buiopesto, infine, raggiunge anche l’aula in disuso. Dawn s’è appena messa in piedi dopo esser sgusciata da sotto il banco che il mondo diventa nero, di un’oscurità così densa da non vederci nemmeno a un palmo dal naso. Gli occhioni si sgranano nel nulla, mentre la presa con la quale ancora stringe la bacchetta si fa più ferma, più ferrea… e più decisa. Complice il trambusto, ha finito per saltare la sua parte, ma forse non è troppo tardi per rimediare; e poi chissà, in questo modo potrebbe riuscire a evitare che uno dei suoi amici finisca in infermeria. Ci sarebbe da astenersi dall’agire per il gusto di poter dire loro un sonoro ‘te l’avevo detto!’, ma il suo cuoricino è tutto meno che pietra, e quindi si muove a tentoni nel buio finché la polvere, magicamente, comincia a diradarsi. Dapprincipio ci vede davvero pochino, tant’è che sbatte un paio di volte le palpebre, ma quando finalmente torna a mettere a fuoco i contorni dell’aula individua anche ATLAS, ferma sull’uscio, così come TARQ e… XAVIER. Il colorito pallido si fa cinereo mentre i suoi peggiori incubi, di colpo, le si materializzano davanti. Sono stati appena beccati in flagrante da un prefetto! Si sente quasi svenire ( e ci manca solo che si passi una manina sulla fronte con fare melodrammatico, in effetti ) ma qualcosa, un barlume di lealtà, o forse pura follia, la spinge a non darsela immediatamente a gambe e nascondersi sotto a un tavolo. Scorge, con orrore, MEAVE nell’atto di lanciarsi nel groviglio di persone immobilizzate, e cosa fa? Corre anche lei, inizialmente per cercare di fermarla, e poi, colpita dalla lacrimuccia che ha intravisto, per aiutarla. « Infatti! Ridacci le scarpe! » va ad affermare, facendo per concentrarsi sulla calzatura ignorata dalla tassorosso, con i movimenti resi difficoltosi dal catalizzatore ancora stretto in mano. Lo sguardo sale inevitabilmente fino a incontrare la figura spaventosa di XAVIER, ed è questa visione a spingerla a pigolare un successivo: « Ehm… per cortesia » alla volta di una ATLAS ancora immobilizzata.
00:43 26/5 Xavier_Gutierrez ( pressi aula trasfigurazione, primo piano / mer 26, ore 12:15 ) Festa grande qui. E chissà come mai lui vuole finire in tutte le feste organizzate e non. La buiopesto, poi, uno degli scherzi migliori che è stato fatto in tutto ciò, ancor meglio di quegli incanti tentati che non sono andati a buon fine che, comunque, non ha potuto vedere. E chissà, magari in un’altra situazione si sarebbe persino congratulato con chi ha avuto la grandissima pensata, ma non è oggi. Per nulla, proprio, perché ad incanto creato e riuscito, la rabbia non si scarica affatto. Aumenta. Risale, raggiunge il collo, il volto, s’insinua nella sua lingua e fa sbroccare completamente e senza alcun controllo. Risulta un pazzo psicopatico e non se ne cura affatto. Trasuda di rabbia, il corpo vibra e vacilla completamente, la bacchetta però in tutto ciò si porta leggermente più in basso, indirizzandola così lungo il corridoio e quindi verso il caos immobilizzato. Fa solo un semplicissimo sospiro, l’unico che riesce a trovare, soffermandosi principalmente sulla buiopesto che scivola verso il basso e che pian piano si allunga per il corridoio e le scale. Se quindi la situazione diventa leggermente più nitida, c’è la fortuna che MEAVE prende a parlare sbottando e di conseguenza si ritrova, in quella poca lontananza che rimane, il proprio catalizzatore puntato. « TU. » chiunque tu sia. Si, MEAVE dice a te. « SEI IN PUNIZIONE. » e stai pur sicura che anche se non sa il tuo nome, la tua faccia – ora che ti sta guardando – se la ricorderà più che bene. « E lo saranno anche tutti i tuoi amici. » questo è poco, ma sicuro. Guardandosi rapidamente intorno, prima di poter dire « E sarai costretta » proprio questo verbo « a dirmi tutti i loro nomi » sempre che qualcuno già non lo faccia « o » c’è un ‘o’ nel caso non venga fatto « finirai in punizione fino alla fine dell’anno scolastico » per quanto ancora breve « e » non è finita « persino da settembre. » sempre che tu non faccia i nomi e cognomi (!) come ormai sono stati tutti bravi e abituati a fare. « E’ CHIARO?! » a MEAVE l’urlo, per concentrarsi principalmente su di lei, ma ciò nonostante non perderebbe l’occhiata verso gli altri presenti TARQUIN, ATLAS, DAWN, HALEIGH – vvb – giusto per memorizzare le facce e in qual caso poter riconoscerle sempre piuttosto bene. Non è così stupido, in fin dei conti. « E ORA TUTTI A PRANZO, FOLLETTI DI M*RDA. » alzando il tono di voce. Che poi, sì, quando potete muovervi, ma questo è chiaro. E sì, per lui anche chissenefrega per quale motivo è incominciato tutto. Si basa su ciò che ha ‘visto’, si basa sull’attacco nei confronti di una sola ragazzina. Che poi la belva è lei, tanto di congratulazioni. Non gli importa il contesto, al momento, quanto più fingere di essere un bravo Prefetto. Lavoro di spilla. Tra quanto sbotta di nuovo?
00:45 26/5 Haleigh_Sells (Mercoledì 26 ore 12:15 | primo piano – aula in disuso primo piano) Da qui in poi è un vero e proprio delirio, nessuno riesce più a capire cosa stia succedendo e in una manciata di minuti vengono lanciati più incanti di quanti lei ne abbia mai visti in tutto il suo anno di studio. Il suo incantesimo, purtroppo o per fortuna, non ha effetto ma per qualche motivo che la piccola non riesce subito ad individuare ATLAS è ugualmente immobilizzata. La piccola esce con cautela da sotto al banco ma nel frattempo MAEVE si lancia addosso alla grifondoro per sfilarle le scarpe. L’unica che realmente si preoccupa per le braccia libere della ragazza è Leigh che TENTA di correre abbastanza velocemente da prendere le braccia altrui e fermargliele dietro alla schiena mentre le due amiche “chiedono” chi con gentilezza… e chi meno, le scarpe di Ben ad ATLAS. Che poi, pensandoci, cosa hanno intenzione di farci? Spedirle in Giappone all’amico? Esporle in sala comune come trofeo in ricordo di lui e della vendetta contro i bulli come Atlas? Non le è chiaro ma ora la loro più grande preoccupazione (che forse è solo della Sells) è il fatto che ATLAS possa vendicarsi a sua volta, il loro comportamento in effetti non è stato dei più corretti. Comunque, nel raggiungere la secondina si ritrova direttamente davanti alla porta e ha una perfetta visuale, girandosi dall’altra parte, a vedere anche XAVIER sbottarle contro. Dopo le sue urla rimarrebbe come pietrificata, lei lo aveva detto che sarebbe successo qualcosa del genere, aveva avvertito e nessuno l’aveva ascoltata ma infondo ne era valsa la pena no? Aspetta… le scarpe quindi le hanno recuperate?
00:51 26/5 Atlas_Aerts ( corridoio I piano / mercoledì 26 h 12 c.ca ) Non gliene frega un bubotubero di chi è la colpa, ma sa due cose: è buio e non le piace. Le piace ancor meno venire strattonata e spintonata e tra le cose che detesta di più al mondo potrebbe inserire sbattere spalla e testa contro lo stipite della porta. Così tramortita, si finge un po` più confusa di quanto non sia, ma sfrutta la tecnica dell`opossum ( quella di sembrare morta stecchita ) per attirare di meno l`attenzione e allontanare i predatori. Le urla di TARQUIN, tuttavia, creano uno smottamento interiore non indifferente, che però non riesce a manifestare per via dell`incanto di immobilizzazione scagliato da XAVIER. Tutto si ferma, tempo e spazio assumono una forma vaporosa e in questo spazio sospeso, Atlas ha mano destra che stringe ancora la bacchetta a tamponarsi la testa e la sinistra ad allontanare Tarquin dalla sua camicetta già messa maluccio. Le orecchie sono invase dalle urla del PREFETTO che sta sbroccando. Riderebbe, ne prenderebbe le parti e gli darebbe ragione se solo non fosse immobilizzata. Non può neanche dimostrarsi disgustata dal fatto che quel ciccione Corvonero abbia allungato le ali verso di lei. Puah, ecco cosa ne pensa. Immobile ed impotente, si ritrova anche ad accusare l`attacco fisico ( e verbale ) di MAEVE che si accanisce sulle scarpe, motivo per cui tutto questo è stato architettato, con il rinforzo di una più gentile DAWN.
26 maggio 2077 01:04
La buiopesto si dissipa allargandosi sempre di più, permettendo finalmente a chi vi era bloccato all’interno di tornare a vedere: TARQUIN e ATLAS sono bloccati, in piedi, praticamente sull’uscio della porta. Togliere le scarpe alla grifondoro è cosa ardua per MEAVE, molto più che arrivarle alle caviglie, semplicemente per il fatto che il corpo altrui è bloccato sul posto senza poter reagire, ma ponendo tutto il peso sui piedi e dunque sulle scarpe. In ogni caso ci si può accanire sopra, anche col sostengo di HALEIGH e DAWN se vogliono, nonostante il fatto che ci sia XAVIER a minacciarla con tutte le punizioni del caso. Il serpeverde viene guardato con preoccupazione da tutti i presenti, mobili ed immobili, studenti e fantasmi. Il Frate Grasso dopo il primo momento di silenzio schiarisce la voce « suvvia, suvvia, è un gioco, tutto finito! » cerca di far ritrovare la giovialità generale « aiutiamo questi ragazzi, che dite? » cerca aiuto e lo trova anche da alcuni studenti di passaggio e liberi da incantesimi vari, in particolare da una corvonero del sesto anno che sblocca al volo tanto TARQUIN quanto ATLAS « non siete zucche nei campi, su su » invitandoli sbrigativamente a sgomberare, ma senza cattiveria alcuna, rivolgendosi a tutti i presenti più piccoli. Più di qualche occhiata, mentre il corridoio comincia a svuotarsi anche degli ultimi studenti rimasti, viene lanciata a XAVIER in tralice, portandosi dietro una scia di sussurri.
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