Text
Una ulteriore pressione dello stivale tra collo e naso già sanguinante spinge il perdente ad obbedire. La testa inizia a muoversi, per un momento sembra che gli baci solamente lo stivale ma lo vedo iniziare a muovere la testa sullo stivale di colui che lo ha vinto. Sono di quegli stivali a punta con suole cucite e impeciate. Non sono stivali eleganti sono chiusi lateralmente da lacci di cuoio a catenella e in cima finiscono sotto ginocchiere di metallo mentre gli schinieri sono pestati e sporchi. Anche gli speroni di cavaliere non sono nuovi.
- Bravo leccalo e succhialo bene!
Il cavaliere sconfitto smuove l'elmo, lucido e decorato a seguito dell'urto e delle pedate è malmesso e il sottogola lo
ha ferito. Sgancia il cinturino e lo lascia rotolare a terra. Si tira sue si mette seduto . Sembra a cavalcioni della gamba del vincitore. Quando fa per riprendere a leccare lo stivale, una nuova pedata lo spinge di fianco, a testa in giù si vedono le cinghie del pettorale . Velocemente cerca di tirarsi su. Mentre rialzandosi è prono, a quattro zampe come un cane, il pomolo della spada preme sul suo culo. È infoiato,
-“Sei proprio voglioso! “ Il guerriero più anziano non si è ancora sganciato l'elmo. È un elmo robusto, pieno di ammaccature, una volta decorato riccamente. Forse non è il suo ma è strano perché non ci sono molti della sua stazza. Sotto l'elmo porta un cappuccio di cuoio nero non in tessuto trapuntato come quello dell’altro. Lo sconfitto si gira e con sguardo per niente impaurito o triste gli risponde:
-“Si voglio sentirmi completamente tuo”
Schizzi bianchi decorano i miei guanti. il perlaceo contrasta con il nero. La mia lingua comincia a lapparli.
L' odore e il sapore di cuoio, uomo e cavallo si fondono assieme..
Nel parossismo dell'eccitazione o nel portare la mano alla bocca il metallo sulle mie braccia deve avere luccicato al sole. Prima il ragazzo poi l'uomo colgono questo luccichio. Il ragazzo guarda verso di me rassegnato , per niente allarmato. L'uomo invece si gira velocemente è rabbioso per essere stato disturbato. Se fosse stato un lupo avrebbe ruggito ruggito voltandosi e il suo pelo si sarebbe rizzato come quelli di un istrice pronto a lanciare i suoi aculei. Il suo sguardo sembra spazzare per due volte gli arbusti tra i quali sono nascosto. Percepisco la sua tensione salire ulteriormente e la spada alzarsi pronta per una carica. Ritengo sia meglio palesarmi e apro a due mani i rami per mostrargli che non posso fargli male. Il suo sguardo si rasserena nel riuscirmi ad individuare e nel constatare che non ho intenzione di attaccarlo.
-“ Ehi uomo hai guardato come questo galletto è stato sconfitto. Hai visto tutto il combattimento?”
- “Solo quando siete arrivati qui vicino. Mentre pisciavo ho sentito le spade e come i vostri cavalli schiacciavano le frasche.” l'uomo sembra pensare a quello che sto dicendo. Alla fine sorride
-“Questo stronzetto mi ha svillaneggiato per i miei piedoni pelosi e puzzolenti.
A queste parole il cavaliere vittorioso fa seguire un movimento del piede e lo stivale schiaccia nuovamente il viso dello sconfitto nel fango.
Il ragazzo cerca di rialzarsi ma la suola di cuoio dello stivale lo schiaccia e non gli permette di rialzarsi. Velocemente le sue braccia sono afferrate e tenute indietro sopra la schiena, se cercasse di liberarsi il dolore lo farebbe desistere.
Io oramai sono avanzato allo scoperto e guardandomi il gigante mi sorride:
- “Vedo che devi avere i piedi umidi e sudati togliti gli stivali e fatti pulire i piedi.
Lo guardo stupito. Sono diffidente. Sento il pericolo sono uomini come loro che hanno distrutto i villaggi. Eppure la cosa mi piace. Guardo quel bel culo con il corpo e l'armatura che hanno iniziato a sporcarsi di fango e erba. Gli stivali alti sono con punte molto più accentuate dei nostri e con cuoi cuciti a rinforzo per ammortizzare il peso del rivestimento metallico. Anche le gambe sono rivestite di placche di metallo sotto il metallo si vedono due braghe di morbida pelle che si raccordano sul culo e sono cucite da morbidi lacci di pelle a x. Il bordo finisce sotto le fasce del gonnellino protettivo di lastre di metallo. Il vincitore si china. Non è solo più alto è anche più grosso di noi. Se la sua armatura sembra composta di armature diverse e pesta da moltissimi combattimenti quello che vedo del cuoio di cui è suo cuoio è vecchio scolorito e macchiato. Sono sicuro che non sia solo grasso ma ne riconosco il colore di sangue, vecchio e annerito. Piantato lo spadone nel terreno estrae velocemente dal fodero un coltello, lucido, pesante. Liscio e affilato ma con profili di lama curvi come inviti. Con quello sicuramente non si taglia solo le porzioni di carne ma sicuramente scuoia e sbudella uomini e prede. Mi viene un brivido a pensare a dei resti umani che trovai in un villaggio. Nel frattempo con un colpo deciso di piatto la lama si è insinuata sotto il gonnellino e lo ha sganciato tagliandone le cinghie. Vedo il metallo freddo e lucido della lama affilata infilarsi come una serpe nella tana. Il ragazzo questa volta è spaventato. Nel frattempo le sue braccia sono al suolo e non muove muscolo mentre un braccio grosso come una delle sue cosce si piega e la lama porta in tensione le braghe. È un attimo con un taglio verso l' alto, sollevando appena il corpo del ragazzo taglia i lacci di cuoio rivelando una pelle bianca su cui lo sporco della cavalcata non ha ancora fatto presa. Una goccia di sangue rivela dove la punta ha ferito il giovane. Metto il piede stivalato tra le cosce del ragazzo. Sento i suoi muscoli contrarsi e serrarmi il piede in una morsa. Salgo sul suo corpo e facendo forza tra le sue cosce e inguine sfilo velocemente il primo stivale. Con il ditone del piede nudo affondo per un attimo tra quelle chiappe setose. La posizione non è sicura e poggio il piede nudo a terra vicino al suo viso. Incredibile non allontana il viso ma Inizia a ciucciarmi i peli dell' alluce e usa la lingua per ripulire l' unghia. Sfilo anche il secondo stivale, sono veramente umidi, macchiati di fango e sudore mio e del cavallo. L' odore è molto forte. –“Sono veramente puzzolenti!” Dico all'energumeno mentre poggio gli stivali sull' erba e a piedi nudi aspetto lo sconfitto. Il guerriero lo prende per la collottola. Il bordo delle brache pende rovesciato sui due lembi esaltando la fessura tra le natiche. Lo sbatte a terra a fianco dei miei piedi. Con un piede schiaccio il viso. Sento la sua lingua farsi strada sul mio piede. Umida e calda lappa e cattura il sudore e lo sporco. I genitali dell' altro non più coperti dall' usbergo di metallo pendono parzialmente, sormontati da un erezione massiccia, venosa che si distacca dal ciuffo di peli evidentemente tenuti corti per non dare spazio alle pulci. Vedo il suo sputo colare tra le natiche prima che come un maiale infili il suo viso grufolando alla ricerca del tartufo. Anche io sono in erezione e vedo il viso dell' uomo guardare con desiderio il mio sventrapapere. Quell' uomo con il viso diabolico devastato da cicatrici di duelli e dal vaiolo sembra sciogliersi nella lussuria mentre si pianta nel sedere del ragazzo.
La vittima di questa violenza non può urlare per le dita del mio piede che adesso sono dentro la sua bocca. Per un momento ho temuto che mi mordesse il piede, ora con rinnovata energia, cerca i miei piedi. Sembra farlo con passione. Con un piede lo accarezzo e lui sembra ricambiare con amore quel gesto di dolcezza. Sento la sua lingua scorrere sulla pianta del mio piede, ripulirli dalla terra e dal sudore.
10 notes
·
View notes
Text
È caldo e sento gli stivali riscaldati dal sole avvolgermi piedi e polpacci. Sono giorni che viaggio e sento gli stivali umidi di sudore. A volte ancora prima di togliermi gli stivali sento l' odore che sale dai miei piedi, sono avvolti in calze di lana e pezze di cotone. Per alcuni è fetore ma a me piace, è il mio odore di uomo diverso da quello di mio fratello commerciante grasso e vigliacco nella lontana capitale.
Tengo il cavallo alla briglia, le rocce qua e là spuntano tra cespugli bassi dove i fiori bruciati dal sole danno l'idea che anche la pianta sotto sia secca. Altrove cespugli di verde acceso che divengono bosco. Non conosco il posto, non vedo tracce di abitato, solo rovine, spesso abitati abbandonati ma ancor più spesso con tracce di incendio. Qualche volta mi è capitato che il fatto fosse appena avvenuto e mi sono fermato per far provvista e vedere se c'era qualcosa di utile odore appetitoso a volte di carne di maiale cotta a volte di pelo bruciato spesso persone e i loro animali di compagnia.. Altre volte ho percepito l'odore di morte dove il bruciato era coperto da quello ďi disfacimento ed ho girato lontano.
Ora sono su una strada abbandonata. La boscaglia la sta riguadagnando dove una volta era penetrata con tagli crudeli. Le campagne sono abbandonate, non vedo mandrie o greggi. Il sole ha superato il mezzodì quando sento del rumore tra la boscaglia, mi fermo. È un bosco con alberi alti che risale su per le colline, la strada dove sono si biforca probabilmente verso un passo che potrebbe esserci tra due montagne biancheggianti di roccia nuda poco sopra dove deve passare la strada. Gli alberi li non si diradano e la strada non si vede. Mi colpisce il silenzio, prima ancora di sentire il suono che lo provoca. Gli animali stanno zitti. Il rumore delle spade riverbera fuori dal bosco. Mi attira la possibilità di guadagnarci qualcosa. Come un avvoltoio mi avvicino cercando il luogo.
Sicuramente qualcuno sta duellando. Chiunque perda forse non avrà più bisogno di quello che ha e forse nessuno dei due ne uscirà vivo. Non li individuo subito, sono usciti dalla strada principale e le piante ad alto fusto sono alternati a macchie di arbusti che vogliono diventare alberi. Li supero, il suono cala e debbo tornare indietro. La strada non ha tracce evidenti e solo scendendo a terra individuo il sentiero e le tracce del galoppo. Da una zona più fitta sento arrivare il rumore non solo armi ma anche cavalli e voci.
Non entro nella radura rimango nascosta dai lentischi fitti che la circondano. Forse era una fattoria forse solo un gruppo di case che non è riuscito a diventare villaggio. Comunque è uno spazio abbastanza libero da permettere a due cavalieri di duellare. Le spade di acciaio, lucide, riverberano sotto il sole. Odore acre di metallo battuto e scalfitto sino a scaldarsi. Le spade lunghe e pesanti sono strette da mani guantate di cuoio e scaglie di acciaio lucido. I corpi sono ugualmente rivestiti di metalli e pelli varie.
Sbattere di spade, scintille. Li guardo mentre i cavalli affiancati scartano, nervosi. Forse anche i cavalli sono furibondi . La loro pelle è lucida di sudore. Uno dei cavalli deve avere corso.
I muscoli delle gambe, avvolti nelle braghe di pelle marezzate dai sali del sudore e da stivali di cuoio nero, guidano con la forza dei muscoli le loro bestie. Gli sguardi sotto gli elmi non si vedono, ma si percepiscono.
Un colpo di spada deviato da una parata colpisce l'elmo di uno dei due cavalieri, l'urto è stato forte, l'altro cavaliere approfitta dello stordimento dell'avversario per disarcionarlo facendogli perdere la presa sulle staffe
Non so perché ma ho il mio coso duro, me lo strofino con i guanti. Sono di pelle morbida, liscia, strofinandoli si sente il profumo della concia e della tintura che si riscalda. Sono nuovi, li ho comprati la sera scorsa nella città dove ho dormito usando non il soldo che mi hanno pagato ma il borsellino che avevo trovato nel villaggio precedente. Lo scontro si è spostato sempre più vicino. Il mio cavallo fortunatamente è legato lontano da questa radura .
Adesso percepisco l'odore dei cavalli, dei corpi sudati e del cuoio che li avvolge . Il vincitore è balzato giù da cavallo. In un balzo è sul corpo disteso, poggia il piede sul vinto.
Colui che ha perso è poco più anziano di me, non deve avere una trentina di Primavere. I capelli sono ramati e lunghi, ha girato il volto al rumore del piede che e atterrato da cavallo. Ha cercato di alzarsi e allontanarsi ma un calcio lo ha fatto stramazzare a terra. Il naso comincia a sanguinargli.
- "Puttanella baciami e leccami gli stivali.
La punta della spada preme sulla pelle delle brache sopra la fessura delle natiche
#racconti gay fetish
0 notes
Text
È caldo e sento gli stivali riscaldati dal sole avvolgermi piedi e polpacci. Sono giorni che viaggio e sento gli stivali umidi di sudore. A volte ancora prima di togliermi gli stivali sento l' odore che sale dai miei piedi, sono avvolti in calze di lana e pezze di cotone. Per alcuni è fetore ma a me piace, è il mio odore di uomo diverso da quello di mio fratello commerciante grasso e vigliacco nella lontana capitale.
Tengo il cavallo alla briglia, le rocce qua e là spuntano tra cespugli bassi dove i fiori bruciati dal sole danno l'idea che anche la pianta sotto sia secca. Altrove cespugli di verde acceso che divengono bosco. Non conosco il posto, non vedo tracce di abitato, solo rovine, spesso abitati abbandonati ma ancor più spesso con tracce di incendio. Qualche volta mi é capitato che il fatto fosse appena avvenuto e mi sono fermato per far provvista e vedere se c'era qualcosa di utile odore aapetitoso a volte di carne di maiale cotta a volte di pelo bruciato spesso persone e i loro animali di compagnia.. Altre volte ho percepito l'odore di morte dove il bruciato era coperto da quello ďi ďisfacimento ed ho girato lontano.
Ora sono su una strada abbandonata. La boscaglia la sta riguadagnando ďove una volta era penetrata con tagli crudeli. Le campagne sono abbandonate, non vedo mandrie o greggi. Il sole ha superato il mezzoďi quando sento del rumore tra la boscaglia, mi fermo. È un bosco con alberi alti che risale su per le colline, la strada dove sono si biforca probbabilmente verso un passo che potrebbe esserci tra due montagne biancheggianti di roccia nuda poco sopra dove deve passare la strada. Gli alberi li non si diradano e la strada non si vede. Mi colpisce il silenzio, prima ancora di sentire il suono che lo provoca. Gli animali stanno zitti. Il rumore delle spade riverbera fuori dal bosco. Mi attira la possibilità di guadagnarci qualcosa. Come un avvoltoio mi avvicino cercando il luogo.
Sicuramente qualcuno sta duellando. Chiunque perda forse non avrà più bisogno di quello che ha e forse nessuno dei due ne uscirà vivo. Non li individuo subito, sono usciti dalla strada principale e le piante ad altofusto sono alternati a macchie di arbusti che vogliono diventare alberi. Li supero, il suono cala e debbo tornare indietro. La strada non ha tracce evvidenti e solo scendendo a terra individuo il sentiero e le tracce del galoppo. Da una zona più fitta sento arrivare il rumore non solo armi ma anche cavalli e voci.
Non entro nella radura rimango nascosta dai lentischi fitti che la circondano. Forse era una fattoria forse solo un gruppo di case che non é riuscito a diventare villaggio. Comunque é uno spazio abbastanza libero da permettere a due cavalieri di duellare. Le spade di acciaio, lucide, riverberano sotto il sole. Odore acre di metallo battuto e scalfitto sino a scaldarsi. Le spade lunghe e pesanti sono strette da mani guantate di cuoio e scaglie di acciaio lucido. I corpi sono ugualmente rivestiti di metalli e pelli varie.
Sbattere di spade, scintille. Li guardo mentre i cavalli affiancati scartano, nervosi. Forse anche i cavalli sono furibondi . La loro pelle è lucida di sudore. Uno dei cavalli deve avere corso.
I muscoli delle gambe, avvolti nelle braghe di pelle marezzate dai sali del sudore e da stivali di cuoio nero, guidano con la forza dei muscoli le loro bestie. Gli sguardi sotto gli elmi non si vedono, ma si percepiscono.
Un colpo di spada deviato da una parata colpisce l'elmo di uno dei due cavalieri, l'urto è stato forte, l'altro cavaliere approfitta dello stordimento dell'avversario per disarcionarlo facendogli perdere la presa sulle staffe
Non sò perchè ma ho il mio coso duro, me lo strofino con i guanti. Sono di pelle morbida, liscia, strofinandoli si sente il profumo della concia e della tintura che si riscalda. Sono nuovi, li ho comprati la sera scorsa nella città dove ho dormito. Ho usato non il soldo che mi hanno pagato ma il borsellino che avevo trovato nel villaggio precedente. Lo scontro si è spostato sempre piu' vicino. Il mio cavallo fortunatamente è legato lontano da questa radura .
Adesso percepisco l'odore dei cavalli, dei corpi sudati e del cuoio che li avvolge . Il vincitore è balzato giù da cavallo. In un balzo è sul corpo disteso, poggia il piede sul vinto.
Colui che ha perso è poco più anziano di me, non deve avere avere una trentina di Primavere. I capelli sono ramati e lunghi, ha girato il volto al rumore del piede che e atterrato da cavallo. Ha cercato di alzarsi e allontanarsi ma un calcio lo ha fatto stramazzare a terra. Il naso comincia a sanguinargli.
- "Puttanella baciami e leccami gli stivali.
La punta della spada preme sulla pelle delle brache sopra la fessura delle natiche
#racconto gay#gay fetish#leather#duello#spade#feet#feet worship#feetporn#feetlovers#leather boots#worship boots
1 note
·
View note