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VADO A BERLINO IN BICI
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ifontour · 12 years ago
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TAPPA N.10
Medewitz-Berlino 75 km
Ne mancano solo 75 in piano. 75 è una distanza che mai ho considerato tale e che ora è un muro contro cui vado a sbattere la testa. Ho pedalato in solitaria per 11 giorni che sono volati falciandomi le tempie e dandomi atto che la memoria non ce l'ho in testa, ma nelle ginocchia. Sono rimasto chiuso dentro la mia esigenza di arrivare alla meta per più di una settimana che m'è servita a capire ben poco di me stesso, se non che ci sono dei limiti che si mettono costantemente alla prova e contro cui ci si scontra perché la loro accettazione fa forse più male del dolore fisico. In solitaria per modo di dire, nella maggior parte dei casi conviene lasciare il telefono a casa. Però poi, con i tempi che corrono, come si fa a metter pace al cuore dei cari. La verità è che siamo, sono incastrato in questo meccanismo di nuovo millennio che non è la condivisione, ma la conferma. La condivisione non ha bisogno di alcun ritorno, anche se tacitamente scatena una serie di conseguenze sociali, è fine a se stessa. la conferma è, invece, la pretesa attenzione a qualcosa che, secondo il nostro metro estetico, riteniamo importante, interessante, fruibile. I due termini vengono ormai confusi molto facilmente vista la vanificazione e la prostituzione che il primo ha subito nell'ultimo decennio, se non da molto prima. Detto ciò, io, gli ultimi chilometri irrisori li faccio in treno. Le mie ginocchia non reggono ancora pensieri lunghi quanto tre quarti di Germania.  E Ora? che ci vado a fare con la mia bici a Berlino? per quale motivo non ho preso un aereo? E poi, a Berlino, ci arrivo per condividere qualcosa, per trovare qualcuno che lo condivida con me, o per avere le ennesime conferme?  Lascio il quesito aperto. quesito che ritengo essenziale, dopo tutto ho una considerazione molto elevata del mio valore estetico. Chiudo la comunicazione. Ora piccolo spazio per la pubblica esposizione. Buon viaggio.
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ifontour · 12 years ago
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BAUHAUS
TAPPA N 10
 Halle-Medewitz 89 km.
Finalmente la pianura alberata. Percorro con calma i primi km fuori da Halle e mi godo il percorso pianeggiante. Gli scorsi giorni sono stati splendidi per il paesaggio ma un vero delirio in quanto strade. Mentre pedalo Verso Dessau una grossa nube grigia copre metà cielo e si dirige verso di me. E' sempre quel mattacchione di Dio che mi dice di non prendermela comoda. Mi fermo e cerco di prevenire l'irreparabile coprendomi con tutti gli indumenti impermeabili che ho nelle borse. Accelero leggermente il passo per arrivare prima a Dessau, infondo, anche se ogni pedalata ora si fa sentire prepotentemente, son solo 45 km. Il cielo è coperto e fa pure freschino, ma non cade nemmeno una goccia e io sono vestito come un cretino. A Dessau per prima cosa mangio una fetta di torta, poi visito il centro. Niente di che. Silenzioso, poca gente pochi posti poco interessanti, in effetti è il luogo ideale per farci una sede del Bauhaus. Il fermento, anche se sciapo, lo trovo appunto nel quartiere che ospita la sede, parecchi giovani fra artisti e designer intenti a montare strutture destinate alle esibizione che avverranno nel week end. Mi piace l'atmosfera ma decido di non fermarmi a Dessau per la notte, continuo a pedalare verso il bosco. Evito gli ostelli perché per quanto ho capito sono tutti colmi di ragazzini dei centri estivi. Dopo qualche km arrivo a Medewitz, paesino sperduto nel verde. alloggio nella, penso, unica guesthous. Il proprietario è cortese quanto un brathwurst in faccia. Mi limito a godermi il bosco che si manifesta in un piacevolissimo fruscio che arriva in camera da letto. Sono stanco.
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ifontour · 12 years ago
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Un'accozzaglia di strade
TAPPA N 9
9 Bad Sulza- Halle (60 km)
Halle è carina perché animata ma per il resto è solo una cozzaglia di strade che s'incrociano senza un centro ben definito. Il percorso fatto durante la giornata é stato uno dei più pessimi. forse con una bici da roccia me la sarei cavata meglio. Ora, dopo la chiamata divina dei giorni scorsi, non bestemmio più ma sono quasi al limite. Dove non c'è salita c'è sterrato, se per fortuna c'è una discesa è piena di buche e rocce appuntite. le strade piane sono tenute malissimo, una era pieno di palle di fieno e cocci di ogni genere sparsi per terra. Rimpiango quasi il costante sali e scendi dei percorsi bavaresi. Almeno il paesaggio regala alcuni momenti indimenticabili. Percorro pochi km e alloggio in un ostello con i soliti 20 ragazzini iperattivi. La sera chiedo informazioni nel posto dove sto mangiando per i percorsi successivi, avevo intenzione di proseguire per Magdeburgo ma mi viene consigliato dalla ragazza tatuata che mi sta farcendo il panino di proseguire per Dessau e godermi il verde prima di Berlino. Ho sempre avuto un debole per le ragazze tatuate.
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ifontour · 12 years ago
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La macchina del capo ha un buco nella ruota!
TAPPA N.8
Rudolstadt-Bad Sulza 80km
  E' probabile che Dio, oggi, stia cercando di comunicarmi qualcosa, dato che credo che non sia possibile un concatenamento tale di sfighe. Si tratta certamente di chiamata divina.  Stamattina sono stato svegliato da una trentina di bambini del genere urlante alle 7 del mattino, dopo essermi ripromesso di dormire almeno fino alle 9 per recuperare un po´di forze in più. Amen, farò colazione. Fra i tavoli scarto le maestre e gli urlanti e mi accomodo con un tale Ude o Ugo. Lui simpatico che mangia uova e prosciutto dall'aspetto poco invitante. Cerchiamo di capirci mentre mastichiamo, assieme alla colazione, un tedescoitaloinglese. Preparo le mie cose e metto a punto catena ruote e manubrio della bicicletta. Parto per Weimar e ritrovo il mio bel sali e scendi del 12 per cento, ormai il must in Germania. Brillantemente mi accorgo a metà salita di aver dimenticato di riempire la borraccia. Pazienza, penso, lo farò nel prossimo paesino. Invece da lì in poi mi trovo un susseguirsi di fontanelle con il cartello keintrinkewasser (acqua non potabile,forse la prima parola in tedesco che il mio istinto mi ha indotto a memorizzare). Al quarto paesino un poco gentile oste, forse impietosito dal mio sguardo supplicante, m´invita a dirigermi al cesso per riempirmi la borraccia. Grazie. Arrivo a Weimar idratato e mi godo la bellezza della cittä.Sono tentato di fermarmi qui per la notte ma decido di continuare e fermarmi solo per pranzo (me ne pentirò poi in seguito). Riparto sorridente come un cerbiatto. Decido di costeggiare il fiume Ilm, magari la strada é più pianeggiante. M'inoltro in uno splendido giardino e chiedo informazioni ad una giovane coppia con bambino, lui tatuato, lei di una bellezza imbarazzante. pedalo per 15 minuti e mi accorgo che il fiume scorre al contrario, sale invece di scendere e io dovrei invece andare verso valle. non me la prendo, mi fermo per virare ad un ennesima keintrinkewasse e riprendo la direzione giusta. Per il percorso trovo per l´80 percento sterrato, ma solo qualche piccola salita gestibile. probabilmente il pranzo di Weimar, ma presumo più la pessima cena del giorno prima, mi crea picoli fastidi intestinali, ma gestisco anche questa situazione tra un cespuglio e l´altro. Sono testardo e oggi voglio arrivare almeno in alta sassonia. Giunto in uno dei pochi tratti asfaltati prendo di netto una vite arriuginita e buco la ruota posteriore. Niente panico, ho camera d'aria e copertone di ricambio. Passeggio, trovo una panchina all'ombra in un paesino qualunque e mi metto al lavoro. Nessuno dei passanti, almeno una decina, mi considera minimamente. Ma lameno  chiedere se ho bisogno di un po' d'acqua?! Niente. Io lo farei se vedessi uno, nel mio paese in quelle condizioni, sotto il sole di luglio, alle tre del pomeriggio, ma pazienza pure ora, non mi offendo. porto a termine il lavoro e riparto, incoraggiato però da una piccola signora che ha visto tutto da una finestra. Arrivo alla conclusione che oggi mi basta raggiungere il confine con l'alta sassonia e nel paese successivo inizio a cercare posto per dormire. Ovviamente mi dirigo prima allo jugendemberghe (l'ostello). Chiedo informazioni ad un gentile signore in bicicletta. L'ostello si trova sulla vetta più alta della città. Mi metto il cuore in pace e mi arrampico sulla strada a pendenza parete. Arrivo all'ostello e il proprietario che al momento sta grigliando salsicce mi dice che sono pieni e di riscendere in città. Mi rimetto il cuore in pace, ma almeno mi riempio un'altra volta nel cesso la borraccia. Riscendo e mi dirigo alla prima guesthous indicata dai cartelli. Chiusa, forse adirrittura abbandonata. Nel centro del paesino ce n'è un'altra che raggiungo dopo ennesime indicazioni scocciate. Piena pure quella. Il proprietario mi fa la cortesia di chiamare la pensione più vicina che sta ad un km di distanza. C'è posto ma al minimo di 40 euro. Va bene, sono stravolto, accetto. Dirigendomi alla pensione trovo un'altra guesthous e mi fermo per curiosità anche lì. L'unico posto disponibile costa 40 euro ed è una doppia. Riesco a contrattare un 30 euro colazione inclusa. dopo tutto sono solo le 7, magari un altro paio di alberghetti da visitare ci stavano. Fortunamtamente ceno con gnocchi di patate squisiti e una caponata strepitosa cucinati da una signora tedesca. Non sapevo che la caponata fosse piatto locale. sia lodato Gesù Cristo.
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ifontour · 12 years ago
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TAPPA N.7
Per due giorni non abbiamo avuto notizie del Cisky che era impegnato ad abbandonare la Baviera, ma recuperiamo subito...
TAPPA N.7
BAYREUTH - RUDOLSTADT
116 km 
Forse le due giornate più faticose.
Dopo il solito saliscendi ho trascorso la scorsa notte in un ostello a Bayreuth dopo 120 km massacranti. Bayreuth è una gradevole città universitaria. A tratti mi ricorda Evora, in Portogallo, dove trascorsi l'erasmus nel 2007. La coincidenza vuole che sia capitato esattamente nel giorno di festa cittadina. Il centro colmo di giovani, musica e bancarelle che fanno dai classici bratwurst e birra ai più esotici noodle.
Ne approfitto e mi siedo ad abbuffarmi di felafel. Tornando a casa vengo investito da un'insolita malinconia. Probabilmente l'aver visto 2 compagni di stanza trasportare un divano aiutandosi con uno skate mi riporta ai momenti esilaranti trascorsi con i miei compagni di università. Percorro la strada per casa nel silenzioso buio periferico. Arrivato in stanza conosco Daniel, un aitante giovane tedesco del Nord che sta girando la Germania in cerca della sua prossima università.
Di colpo mi sento fottutamente trentenne e immaturo allo stesso tempo, ne sono la prova gli svariati tatuaggi e sbandate di capo che ho fatto e avuto negli ultimi mesi. intanto il tedesco si destreggia in un inglese forbitissimo imparato in Nuova Zelanda, dice lui. Mi consolo poi, dormendo, perché lui parla nel sonno -inquietante fatto da un tedesco al buio- e io invece mi limito a russare come una tritasassi. Mi sveglio puntuale per fare colazione e per dare un'occhiata alla mia bici, decisamente provata dalle colline bavaresi. La catena è allentata e il manubrio emette degli strani ticchettii sotto sforzo. cerco di sistemarla alla meglio, magari avvicinandomi a Berlino vedo se è il caso di farle dare un'occhiata da un ciclista per una piccola messa a punto.
La giornata Ricomincia con devastanti salite e fastidioso sterrato sulle ciclabili. decido allora di percorrere la strada principale per tutta la Franken Wald, la catena montuosa che mi sta mettendo decisamente alla prova. La strada è più trafficata ma è leggermente più pianeggiante, almeno fino a Kulmbach dove iniziano delle salite da capogiro che mi fanno sbattere e digrignare i denti e mettono alla dura prova, più che le mie gambe, pure il manubrio e la catena. Numerosi Tir mi sfiorano le orecchie fino a Stockeim dove arrivo alla conclusione di essermi infilato in una strada troppo pericolosa. Il mio contachilometri segna 70 e decido di percorrere gli ultimi 40 fino a Rudolstadt -forse la fine di questo martirio- in treno.
Arrivato Trovo tutta un'altra Germania. la DDR sembra aver lasciato appiccicato al posto un passato che, dopo la fine del regime negli anni 90, si è conservato sbiadito. Un passato differente rispetto a quell'innata e forzata dedizione alle radici che invece abbellisce il rigore della Baviera. Un passato che cozza con il progresso dell'occidente. Si nota ancora dopo venti anni. L'esempio più eclatante è la casa di Schiller che ora è un ristorante con tanto di giardinetto inglese con sedie sdraio. In questa cittadina tutto sembra pervaso da una sublime malinconia. L'immagine perfetta di questa sensazione la rende il piazzale che sta sul punto più alto della città. E una corte del '700 e conserva, fra qualche principio di restaurazione, una parte antica che si palesa negli edifici laterali che perdono intonaco, come facce anziane ostinate nel loro lento degradarsi, forse a vantaggio o forse a svantaggio di un mercato del turismo -la cosa affascinante è che il posto sembra interessarsene poco, nonostante il grande ufficio turistico nella piazza centrale-. In qualche angolo giacciono i pochi resti delle strutture di una grande festa celebrata il week end scorso. Tutto ora è animato solo dal vento che accarezza la collina.
Io e il vento, soli, sul vecchio set abbandonato di un film di Fellini. Manca un pezzo ma ho finito le monete. Aspetta che te lo mando sul telefono. Mangio male in un ristorante italiano in centro. Stile "tanto i tedeschi che cazzo ne capiscono". Invece bevo una guinness spillata da dio in un pub vuoto che manda classici rock degli anni 70. Mentre cerco di prendere sonno penso a Schiller che abitava esattamente di fronte all'edificio in cui io sto dormendo ora. Mi domando se Schiller mangerebbe un boccone nel giardino di casa sua ora, o se, invece, si farebbe spillare una birra scura da un barista schivo e silenzioso in un locale vuoto.
Chi sa se lui una birra con me se la sarebbe bevuta. Magari avremmo terminato la serata parlando di cose tipo la tempesta e l'impeto, o robe più sulle mie corde come tartine al pomodoro e stronzate condivise su un blog.
Che roba svilente il progresso.
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ifontour · 12 years ago
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TAPPA N.6
 GREDING-BAYERUTH
118 KM  (passando da Norimberga)
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ifontour · 12 years ago
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Faccio finta di dimenticare che ad una discesa corrisponde sempre una salita..
TAPPA N.3
INNSBRUCK-ROSENHEIM      
TAPPA N.4
ROSENHEIM- MONACO
TAPPA N.5
MONACO-GREDING
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    I will. E' l'esclamazione che mi hanno affibiato due americani conosciuti a Monaco. Probabilmente perché sta convinzione di arrivare alla meta e realizzare "l'obiettivo Berlino" me la sto appiccicando addosso a sberloni. quegli sberloni che mi do sul culo mentre ringhio sul temutissimo saliscendi che ormai e arrivato da un paio di giorni e temo che m'accompagnerà per il resto del viaggio. But i will, lo so, anche se alla fine cosi tanti bravi bavaresi che ospitano un povero samaritano senza farlo pagare non ci sono.
Anche se fuori dalla città non si trovano ostelli a buon mercato e dopo l´ ennesima salita decido che un paesino sperduto fra le colline sarà la mia destinazione del giorno.
Anche se in quel paesino sperduto per dormire mi sfilano 50 euro dal portafogli. Pazienza.
I will.
La prossima giornata mi riserva un lettino qualsiasi, o una branda, o un divano a prezzi più accessibili, se non addirittura pagato con una bella stretta di mano o un pasto cucinato. Hi, ai em l'italiano medio in bicicletta che qui in baviera è un altro ciclista che non rispetta la precedenza. Ciclista a chi?! Io sono solo uno che a Monaco non resiste e si sbronza a litrate di birra con 6 energumeni anglosassoni che sbiascicano un inglese di periferia e il giorno dopo deve pedalare con un cerchio al posto del caschetto. Uno che in hungover si convince a scendere dal letto alle 9 (in ritardo rispetto alla tabella ciclistica), a prendere un treno per evitare il traffico e per ripiombare nell'innocuo verde 30 km dalla città.  Quando salto sulla sella mi accorgo di aver dimenticato il contachilometri in dio sa quale borsa, ma I will lo stesso, I will.
In sto viaggio non mi basta la musica dell'I-pod, mi serve quella vocina che me lo ripete, I will. Quel ricordo che si appiccica dietro all'orecchio e che punge nei momenti di sconforto. Pedalo fra infiniti campi di frumento e respiro l'intenso e dolce profumo delle fragole bavaresi.
Spero che alla prossima curva ci sia una discesa e faccio finta di dimenticare che una discesa significa solo una cosa, un'altra interminabile salita poco più avanti.
I Will!
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ifontour · 12 years ago
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Innsbruck-Rosenheim 140 km di baviera che sono passati in un attimo, da lì il cisky è ripartito per Monaco la distanza per questa tratta è più breve 60 kilometri, ma tutti in salita.
Non ho avuto notizie più specifiche, a parte il fatto che ieri lui e gli altri 'OSTELLANTI'  hanno consumato litri di Birra e  alla domanda: Cisky perchè non mi mandi qualche foto? mi ha risposto così: Perchè sono ubriaco MAMMA!!
pedalare in hangover...
Buon proseguimento
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ifontour · 12 years ago
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C'ho una marcia sola!
TAPPA N.1
Crema-Trento Trento-Bolzano
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  Dopo anni nuovamente la parola scritta a penna (e poi ovviamente ribattuta). L'umano e il telematico separati da un confine che rende tutto così accessibile. adoro i controsensi e i controviali. I secondi interrompono con un sospiro una passeggiata ignorante. Il controsenso, invece, sono io che i ciclisti mi guardano come un cretino che mi faccio un viaggio così con una bici con una marcia sola.
Lungi dall'essere un eroe, piuttosto un paraculo che in salita del 10% scendo e spingo il carico e le dolomiti le saluto da un vagone che da Bolzano mi porta ad Innsbruck cambiando nel Brennero.
Eccolo il confine che separa il ponderato dall'isterico, il difficile dal comodo, il presto dal ritardato, il passato dal ricordati che devi morire...o meglio "francè, ricordati di chi t'ha voluto bene!". Se è vero che se stai dalla parte di un muro devi gridare per farti sentire da chi sta dalla parte opposta, è altrettanto vero che io da sta parte di confine sto cantando.
La riconoscete la melodia?
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ifontour · 12 years ago
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CISKY:
Vorrei partire ma c’ho la bici. Io senza la mia bici non riesco a pensare. Senza di lei, la mia Velvet, non mi sposto.  Vorrei partire ma poi si hanno sempre dei legami grossi che funzionano come scusa per non farlo. 
Perché quando si va via, c’è sempre quel vuoto di un’ora e mezza circa di volo che ti stacca repentinamente da tutto, così, senza chiedere “per cortesia";  senza manco rendersene conto si è a chilometri e chilometri di distanza dall’amore e da quella che è stata la mia vita fino ad ora.  Vorrei partire MA: ma come fai con il lavoro? ma la lingua la sai? ma ce l’hai da parte un po’ di soldi ? ma hai qualche aggancio? ma chi ti ospita? ma ci vuole mica il permesso di soggiorno per stare lì? ma come ci vai?
  Come ci vado? Oddio, la bici?! La lascerò mica qui a Milano?!  Con tutta la fatica che ho fatto per prenderla, per curarla, per non farmela rubare. 
Sta di fatto che io vorrei partire.  Anzi io parto. 
La distanza la creo lentamente, metro per metro.  Li voglio sentire tutti quei chilometri che ci separano, alla faccia di chi dice che le distanze non esistono. Le distanze esistono eccome; sono enormi, faticose, prepotenti e capricciose. Le distanze mettono alla prova. Le distanze fanno sudare. le distanze ci sono e servono a far diventare le cose più grandi. Detto questo, ciao, io parto e la bici non la spedisco.  In viaggio mi porto pure tutti gli affetti. Mi porto la famiglia, la mia arte (quale sia in particolare, devo ancora scoprirlo) e il mio lavoro.
Li metto nel mio zaino.
Perché il mio zaino prende la vita con semplicità, quindi la prendo così anche io.
“Guys, I'm going to live in Berlin”
Usually, if a friend says to you something like that you smile,
hug him, tell him that he couldn't do something better and that surely you're going to
meet him there twice a year.
Than it comes the consolatory phase about the distances, telling him he needn't to worry about nothing; how long it takes? 2 hours of flight, 2 hours and half?
Don't worry Cisky, you'll be in Crukkoland in a jiffy eating strudel!!
“Have you already booked the flight? Look, if you buy the ticket on wednesday at 3:00 a.m. you're going to expend less (everybody contributes as he can with some shit)
“No I'm going on bicycle”...
Right now, I can reach Milan's idroscalo with bicycle maximum; maybe one day, with a good personal trainer I'll arrive to Pavia on bicycle, but if I had decided to move in Berlin, I wouldn't thought first about going there with bicycle.
I wanted to live this (just a little) crazy experience with him somehow, so I took a video-camera, a little agenda and a pen, I put these in a IF bag and now that backpack is on Cisky's shoulders; it will pass through Europe all the way to Berlin!
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ifontour · 12 years ago
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''Ragazzi vado a vivere a Berlino'' .
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”Ragazzi vado a  vivere a Berlino” . 
Solitamente, se un amico ti dice una cosa del genere, sorridi , lo abbracci, gli dici che non poteva fare  cosa migliore e che sicuramente andrai a  trovarlo almeno 2 volte all’anno.
Successivamente arriva la fase consolatoria sulle distanze gli dici che non deve preoccuparsi di nulla perchè tanto che saranno mai, 2 ore di aereo, 2:30?! Ma si Cisky non preoccuparti che in un attimo sei a Crukkolandia a mangiare strudel!! ” Hai già prenotato il volo? guarda che se compri il biglietto il mercoledì alle 3 di notte spendi meno” (ognuno contribuisce come può con cazzate del genere)
”Ma no, vado in bici”…
io in bici posso arrivare al massimo all’idroscalo di Milano, forse con un buon personal trainer un giorno arriverò in bici a  Pavia ma diciamo che se mi fossi trasferita a  Berlino non mi sarebbe venuto subito in mente di andarci in bici. 
Io quest’impresa un pò pazza la volevo vivere con lui, in un modo o in un altro, allora ho preso una telecamerina una agendina e una penna e li ho messi dentro una IF bags, quella borse ora è sulle spalle del Cisky e con lui attraverserà l’Europa alla volta di Berlino!
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ifontour · 12 years ago
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