Caro te,
ti racconto una storia.
Fin dai tempi di Michelangelo, gli scultori avevano l'abitudine di nascondere i difetti delle loro opere colando cera fusa nelle fessure per poi coprirla con polvere di marmo. Il metodo era però considerato un inganno e, quindi, qualunque scultura ‘sine cera’ (senza cera) era considerata un'opera d'arte perfetta, pura, autentica. Questa espressione latina coniò, successivamente, il termine ‘sincero’; ancora oggi, a volte, firmiamo le lettere con ‘sinceramente’ per assicurare all'altra persona che il contenuto del messaggio sia vero, schietto, non contraffatto, appunto ‘sine cera’.
Ho pensato a quanto impegno mettiamo, ogni giorno, nel riempirci di cera davanti a chi amiamo, per la paura che, sfregiati, non saremmo amati per quelli che siamo davvero. Quante volte restiamo lì, a fissare il soffitto, a guardare fuori dal finestrino di un autobus, un panorama, un tramonto, con un solo, unico pensiero: «C’è qualcuno disposto a stringere queste mie mani, i suoi graffi, la pelle ruvida, ‘sine cera’?».
Perché forse è questo il nostro desiderio più profondo. Trovare un “tu” davanti a cui, con pudico tremore, scoprire le nostre crepe.
— manuela g.
3K notes
·
View notes
“La distrazione. La massima invenzione dell'essere umano per continuare a tirare avanti. Per fingere di essere quello che non siamo. Adatti al mondo.”
— Paolo Sorrentino (via lunamarish)
271 notes
·
View notes
Quante volte hai permesso agli altri di calpestarti il cuore?
1 note
·
View note