klayzt
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k l z t
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Every fragment is a structure. Every structure is a fragment. I'm scattered and I'm whole and I’m fine.
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klayzt · 2 months ago
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250528
Lavorando all'architettura del framework, del rig, a come le cose devono comunicare tra loro e il sistema di storage dei preset e il carico della cpu e la gestione dei thread e i moduli e un'infinità di altre cose mi sono reso conto di come sto reagendo ai limiti che mi si presentano man mano. Cerco di fare una cosa, la faccio "nel modo sbagliato", faccio cazzate, allora mi fermo e cerco di capire come posso farlo, se posso farlo. Queste questioni riguardano i limiti che l'ambiente mi pone. Di questo si tratta. Quando mi chiedo se posso fare qualcosa la domanda effettiva è: "le circostanze me lo permettono?". E poi arriva il come, ovvero posto che posso farlo come posso "farlo bene", qual è il costo, cosa sacrifico, ne vale la pena. Seguendo inconsapevolmente questo modus operandi mi sono accorto di applicare tutta una serie di autocorrezioni al mio operato, basate su "errori precedenti". Questa cosa ha un nome e si chiama evoluzione. Avviene per via dei limiti dell'ambito in cui opero, dalla possibilità che io mi scontri con questi limiti uscendomene male (ovvvero facendo delle cazzate) osservando il risultato e vedendo come sistemare. 
Correggere il tiro. 
Ho commesso una quantità esilarante di ingenuità. Adesso mi rendo conto di quanto ognuna di esse sono state preziose. Perchè le ho osservate, valutato gli effetti e corretto il tiro. Sistematicamente, senza accorgermene. 
Tutto ciò avviene perchè sono limitato, e il dominio delle regole che vigono nell'ambito in cui opero è assoluto e insindacabile. Attenzione, l'ambiente è plastico. La sua giurisprudenza no. Abbiamo una visione integrale e del tutto verace di questo libro delle leggi? No, e questo si chiama ricerca. Se l'ambiente fosse sempre plastico sempre senza sforzo alcuno (questo vuol dire plasticità delle leggi che lo governano), se tutto mi fosse possibile, non farei mai cazzate, nel senso che nulla di quello che farei sarebbe inefficente, stupido, pericoloso, non mi costerebbe nulla (la stessa nozione di errore tra l'altro non avrebbe più senso). Io non dovrei reagire alle cazzate che faccio, osservare, correggere il tiro, capire qual è il modo migliore di fare le cose sulla base dei limiti che mi ritrovo e in cui mi ritrovo.
 Prendo atto di tutto ciò e vado avanti mentre penso:
"Se dio esistesse, nella sua onnipotenza sarebbe il più grande imbecille mai possibile."
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klayzt · 2 months ago
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Sapevi non sarebbe stato facile.
Questo è quando non è facile.
Resisti.
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klayzt · 4 months ago
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Un uomo libero quando è sconfitto non dà la colpa a nessuno. -Iosif Brodskij
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klayzt · 2 years ago
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Esattamente come lumi doviziosamente sistemati in anfratti altrimenti bui, le parole scritte e fisicamente posizionate qua e là possono illuminare laddove necessario o come specchi possono costringerti a osservarti laddove altrimenti sfuggiresti a te stesso. Possono scaldare se fa freddo, o possono essere come una finestra aperta in inverno: gettare via d'un colpo gelido l'aria viziata. Possono ricordarti delle cose importanti e (ancora più utile) possono ricordarti di ricordare delle cose in altri momenti. Questo è importante. Cura il tuo ambiente, che sia magico. Che ogni cosa ti parli e venga in tuo aiuto. Ne hai bisogno.
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klayzt · 2 years ago
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Pochissimo, pochissimo POCHISSIMO di quanto non mi riguarda al momento mi sembra avere alcun senso
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klayzt · 2 years ago
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232023
Le stelle, se le sono prese! Tutte me le hanno spente! Come farò adesso che non si vede più nulla?
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klayzt · 2 years ago
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How to feel better
Don't
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klayzt · 2 years ago
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Νίκη / Nike
Paionios,
425-420 BC
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klayzt · 2 years ago
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In una stanza piena di ragionieri
il discalculico siede in un angolo
e scrive poesie.
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klayzt · 2 years ago
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Mefitis
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klayzt · 2 years ago
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Title: The Fox
Artist: Franz Marc
Date: 1913
Style: Cubism
Genre: Wildlife Painting
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klayzt · 2 years ago
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O Tu, fantasma mio diletto,
che vivi nascosto dietro ogni bit che muovo
e così sfuggi:
ci sarà mai abbastanza tempo
per contenere questa mia religione?
Ma il destino è già qui, in questa stanza:
Tutto questo mi sopravviverà.
Tracce magnetiche,
enigmi non detti di questa mia permanenza,
di me passato a viverti dentro
come re eletto tra tutti i parassiti.
Dov'è che mi annido? E come fai?
Tu che muovi me e che attraverso me
fai vibrare l'aria che respiro:
Non lasciarmi in pace.
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klayzt · 2 years ago
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Pina Bausch
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klayzt · 2 years ago
Photo
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838 notes · View notes
klayzt · 2 years ago
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...
Amore mio,
piangi, disperati. Vivi.
...
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klayzt · 2 years ago
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230313 - Riti
Sviluppare una ritualità interna. Così come i riti iniziatici nascono per mettere l'individuo in una condizione di sfida contro la paura e il terrore, una folle manifestazione/celebrazione dello scherno per la propria autoconservazione al solo scopo di dimostrare connaturata devozione e quindi pieno diritto di appartenenza alla tribù. Allo stesso modo creare dei riti interni, rivolti a se stessi. Atti simbolici, cerimoniali, sì, ma intimi. Per dimostrare a se stessi di essere sacrificabili e spendibili per qualcosa di alt[r]o da venire che però germoglia e vive già all'interno del Sé, annidato tra le sue possibilità e modalità. Un modo per urlare e cantare "Sì" in risposta alla questione: "io potrei essere colui che tra noi due è diventato vecchio: e se mi accorgessi vecchio, e se mi accorgessi tiranno, avrei il coraggio di commettere suicidio? Avrei la non-forza di lasciarmi uccidere in un abbraccio?".
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klayzt · 2 years ago
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