Ho un vuoto dentro all'anima e cerco l'ennesimo modo per riempirlo. Distraendomi dalla realtà e concentrandomi su ciò che forse reale non è, ma di certo sicuro. L-
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Saró l'eccezione... Forse non tutti riesco nella loro vita! Non troveró quella persona che finalmente mi farà vedere la parte migliore di me, non riuscirò ad ottenere dei buoni risultati al lavoro, non riusciró a trovare il mio equilibrio e non riusciró a trovare un senso a tutto il casino che ho in testa! Saró l'eccezione che conferma la regola.
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Capodanno: sola a casa. Classico. Giusto per far passare il tempo, do un' occhiata su fb e vedo solo milioni di foto di gente in giro per il mondo a festeggiare il Capodanno con i propri amici. Mi sorge, quindi, una domanda "I miei amici dove?",anzi forse più di una: "ma io ho amici? ho qualcuno che si interessa a me, che ha voglia di passare del tempo con me?". Riflettendo bene sulla mia vita: NO. Certo ogni tanto qualcuno mi scrive, ma non ho amici veri: non amici con cui uscire a bermi qualcosa, con cui fare una bella camminata quando vorrei parlare, con cui passare dei bei momenti spensierati, qualcuno a cui tiene farmi sapere una cosa importante che gli è successa. Niente di tutto questo. Solo io, il mio cellulare, un film, cibo e il mio immancabile buco nell'anima. Ieri sera pensando agli amici, ai miei presunti amici, quando ho realizzato di non averne ho sentito un dolore forte al centro del petto e respirare diventava troppo difficile, non riuscivo piú a respirare. La mia "Mancanza" mi stava ricordando la mia situazione, che dura da almeno 4 anni. Non ho amici, non ho passioni, non ho obbiettivi, non ho voglia di impegnarmi per niente, e il futuro è un muro nero, non riesco a immaginare cosa ci sia dietro. Dopo tutte queste parole con cui in realtà non ho detto niente, mi sento terribilmente in colpa con me stessa, tanto da scusarmi, nella mia testa, con me stessa da piccola: le chiedo scusa per quello che l'ho fatta diventare, scusa per il continuo dolore che ha dentro, per l'egoismo che pur non volendo la predomina, scusa per la pessima vita che sta costruendo.Scusa bambina, non te lo meriti, hai il sorriso più bello del mondo e due occhi che raccontano una di quelle poesie che parlano di fate e di spensieratezza. Niente da grande non avrai niente, se non te stessa carica di autocommiserazione, errori e paure. Come tutti del resto, certo, ma mi sembrano così enormi queste mie compagne di viaggio da non riuscire a vedere oltre loro... Stranamente ho divagato, ho espresso almeno venti idee insieme e ovviamente non mi sono neanche avvicinata a ció che volevo davvero scrivere.Pace, poco importa, sto un pochino meglio, quindi a qualcosa è servito questo scritto - Fiore di lillá
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Eccomi qui, anche il diciannovesimo compleanno é arrivato! Ma ormai non é piú in giorno felice bensí uno dei piú bui. Ricomincio a pensare ai bei tempi dell' infanzia, la dolce spensieratezza, aprire gli occhi e sentirsi principessa per un giorno. Si perché per un giorno avevi l'attenzione di tutti: sorrisi, auguri, piatto preferito, la rosa rossa del nonno, le dolci letterine delle amichette. Adesso invece il giorno del mio compleanno mi ricorda solo il mio fallimento, sento il suo peso che continua a crescere. Ripenso ai piccoli sogni che avevo da bambina e quelli chd avevo da dodicenne e puff mi sembrano impossibili. In un momento di lucidità penso" Ma chi definisce il fallimento? Posso davvero misurare il mio fallimento in base a ciò che fanno gli altri?". Ma pensandoci bene io mi sento una fallita: sul piano affettivo, scolastico e chi piú ne ha piú ne metta! Ma sinceramente che senso hanno tutte questi pensiere se poi io domani mattina mi alzeró e non faró niente per cambiare questa mia situazione da "fallita" e forse il fallimento é proprio questo: essere consapevoli che qualcosa nella tua vita, nel tuo comportamento non va bene ma nonostante questo andare avanti come se niente fosse, sperando che qualcosa cambi miracolosamente. Detto questo domani mattina rispondere con un grande sorriso agli auguri e trascorreró la giornata come faccio ogni giorno! Perché dopo tutto é un giorno qualunque.
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Perchè sono quello che sono? Perchè non riesco ad impegnarmi seriamenente in qualcosa? Perchè non riesco a cambiare ció che non mi piace? Facendo un bilancio della mia vita, mi rendo conto di non aver costruito niente di decente, niente che valga la pena di essere mantenuto e sviluppato. Mentre penso a questo, sento una voglia irrefrenabile di cambiare, di impegnarmi davvero. Ma poi, lentamente mi avvolge un senso di tristezza e di menefreghismo. Mi dico che qualcosa mi succederá per forza, prima o poi, che posso anche starmene qua sul divano tranquilla ad aspettarla, come faccio da troppo ormai. In tutto questo discorso confuso mi sono resa conto di non essere arrivata a una conclusione. In breve: voglio qualcosa che mi scuota e che non mi faccia fermare più
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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue. Eugenio Montale
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Le mamme, o per lo meno la mia, dovrebbe accettare di avere una figlia che si sente sole che nella vita sarà sola. Deve accettare di avere una figlia che non sempre riesce a stare con gli altri. Deve accettare di avere una figlia che non si comporterá come una persona normale e che non le dará le soddisfazioni che vorrebbe. Deve accettare una figlia senza amici... E non deve pensare che urlare dietro a sua figlia, sottolineando la sua vita insulsa possa aiutare in qualche modo la sua povera figlia, che ormai si è persa.
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Aspetta. Tu sei la ragazza che evita gli sguardi della gente. Tu sei quella che non si siede mai in fondo al pullman. Tu sei quella che se vede un gruppo di ragazzi, cambia strada. Tu sei quella che quando sente un un gruppo di ragazze ridere, pensa che stanno ridendo di te. Tu sei quella che gira sempre con le cuffie. Tu sei quella a scuola che è brava, ma mai l’eccellenza. Tu sei quella stanca. Tu sei quella che sei tanto, ma non sei niente.
Francesca Berardi.
(via diioporco)
Dio
(via dentromehosolote)
io...
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Che fatica alzarsi la mattina, che fatica arrivare a fine giornata e che fatica addormentarsi la sera: sempre con la consapevolezza di essere sola e che in futuro non cambierá niente, sará solo piú faticoso sopravvivere.
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