Tumgik
lonleysometimes · 3 years
Text
Lui non ti vuole. Lui è tuo amico, ma non ti vuole. Goditi l’amicizia e basta. Goditi la persona che è, e basta. Fissatelo bene in testa
0 notes
lonleysometimes · 3 years
Text
Essere esattamente quello che siamo oggi mi rende una persona più felice e più speranzosa. Essere a una chiamata di distanza, mi calma in un certo senso l’anima, anche se so esattamente cosa siamo e cosa non siamo. Siamo amici, non siamo amanti. Siamo simili, non siamo opposti che si attraggono. Siamo un bicchiere di vino a Milano, ma non siamo quello che succede dopo. Siamo vulnerabilità, ma non siamo più insicurezza. Siamo confidenze sincere, ma non siamo pronti per nient’altro. Siamo anime che si toccano, ma non siamo di più. Portami nel cuore e nei pensieri ovunque sarai. Chiamami quando ti sentirai solo, anche se le nostre vite saranno inevitabilmente collegate ad altre persone. Rimani sempre il mio amico da cui tornare. Ti prego.
0 notes
lonleysometimes · 3 years
Text
Confusione. La parola giusta è confusione. Voglio tutto, voglio tutto senza compromessi. Voglio la carriera nella moda, voglio l’amore folle, voglio gli amici con cui sviscerare argomenti importanti e divertirmi. Voglio essere ricca, voglio essere affascinante, voglio essere colta. Voglio essere amata e amare senza limiti. Voglio essere forte come una leonessa. Voglio semplicemente tutto. So che posso averlo. So che posso conquistare la carriera, coltivare le mie amicizie. Studiare, fare esercizio fisico per essere totalmente e sempre bella. Posso e voglio. Puoi e devi. Ma l’amore? L’amore che ti da la forza anche di scalare una montagna dove sta? Dove sta l’uomo della mia vita da chiamare dopo una giornata di merda al lavoro? E le delusioni che mi porto avanti.. non lo so. 
0 notes
lonleysometimes · 3 years
Text
Ho amato il fatto che tu ieri sera mi abbia chiamato dal nulla. Ti pensavo e volevo sentirti. Ma dopo tutta la nostra storia che bella cosa è? Passarti per la mente, avere voglia di sentirmi e poi vedermi. Che rarità è? E’ bellissimo. E’ una cosa che sa di amore. Quando a marzo mi sono spogliata con i miei pensieri di fronte a te, sembrava che ci guardassimo dentro per la prima volta. Mi hai vista umana e mi hai voluto proteggere, da amico. Adesso siamo amici, due amici che si fanno una chiamata per aggiornarci. Sono follemente innamorata di questa cosa. Non ci vedo niente, ma il fatto che tu mi voglia sentire, avermi nella tua vita, mi fa sentire meno sbagliata, meno stupida per la nostra history. Grazie per essere mio amico, la tua chiamata ha portato un respiro e ha reso lui meno importante. Lui non mi chiamerebbe mai. 
0 notes
lonleysometimes · 3 years
Text
Corri Giulia, guardati mentre impavidamente ti sei rimessa in piedi. Impavidamente, con un passo davanti all’altro, ti sei liberata di fantasmi, relazioni tossiche, pensieri sbagliati, pianti. Guardati impavida, sicura di te stessa, innamorata della vita, delle tue persone. Intelligente e bella, interessante e piena di vita. Sì, lasciatelo dire, oggi. Fregatene di quelle persone che non ti riescono a vedere, le vedi quelle che invece ti vedono? Vedi i rapporti che crei, le persone che ti ammirano, che ti invidiano. A testa alta, mentre mangi la vita a morsi, goditi tutto. Impavida, liberati degli schemi mentali che ti vogliono fidanzata, con figli. Spicca il volo, lascia a terra Ale, Luca e Luca. Li vedi mentre spicchi il volo, quanto poco contano? Ecco. Con la sicurezza che ti sei ripresa, puoi con grande prestigio, ammagliare e abbagliare tutti. Sei pronta o no per lo show? Perchè adesso che sei la protagonista, niente e nessuno ti ferma. 
1 note · View note
lonleysometimes · 3 years
Text
Adattarsi ai desideri infranti buttando i cocci e desiderando meglio la prossima volta è il vero miracolo. Ci si rende conto che non c’erano possibilità, smette di fare male. Segue il civilissimo armistizio con la mia stessa scemità: che speranze avevo io che ero l’amica amante sorella, frolla e devota, pallosissima. Sembra novembre, la rinuncia a un amore, invece è giugno, una luce nuova invade metaforicamente la stanza. “Basta” pare una parola di quelle che rompono i vetri, ma non è così. Arriva leggera, farfalle nella testa.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Cara M., oggi si parla di nostalgia, allora. Nostalgia è quando il passato non vuole passare. Passando invece a definizioni più pratiche, la nostalgia è tempo libero, sono i pensieri quando si pensano da soli. Un ricatto della memoria. «Chissà» è una parola fessa come poche. Se poteva essere, sarebbe stato, ma detta così sembra la filosofia che ci facevano studiare al liceo o uno scappellamento a destra, quindi lasciamo perdere (hai visto Amici Miei? Io l’educazione sentimentale nelle scuole la lascerei al Sassaroli).
Breve antefatto della vicenda (la tua). 1) M. ha il cuore spezzato 2) M., tra mille reazioni possibili, sceglie la reazione utile 3) M. fa un po’ di convalescenza attiva, studia, si riprende 4) poco dopo, in fondo al tunnel, M. vede la luce del «chi se ne frega».
E quindi adesso lo sai, e lo sai perché l’hai fatto: il futuro è di chi si distrae. Nulla è impossibile a chi si trova qualcosa da fare mentre il mondo gli crolla addosso. Non ci avremmo creduto nemmeno noi, se a tredici anni ci avessero detto che la più grande fatica che si fa nella vita è quella di non sprofondare appresso ai pensieri, i nostri.
«Cosa sarebbe successo se», pare un’ipotetica da esperti indovini, invece a rispondere basta un po’ di matematica. Ragiona per casi simili e ridurrai il margine d’errore, le scienze sono tutte d’accordo. Quindi direi che possiamo provare e levarci il pensiero.
Cosa sarebbe successo:
A) Se gli avessi dato un’altra possibilità. La seconda possibilità fa statisticamente quasi sempre la fine della prima.
B) Se avessimo provato a essere felici, sarebbe stato l’amore più bello di tutti? Vuoi che te la racconti, la vita felice? Te la racconto. Una vita felice è uguale a un’altra vita felice. Si è perfettamente felici quante volte? Due, tre, quattro? Dieci volte? Più o meno sempre nello stesso modo. Si chiama amore. È un’eterna replica di felicità, l’amore, anche se ti dicono che ce n’è uno diverso dagli altri. Esiste, quello diverso. Esiste eccome. Ma non è il migliore, come dicono loro, è solo quello che ha le forze per durare. Insomma non è stoffa pregiata, è solo stoffa dura: non è più bello, però non si consuma. Tutto qui. La grandezza dell’amore è il tempo che passa.
C) Se avessi fatto la guerra al mondo per averlo. L’avresti persa.
Era giusto per darti una risposta lunga, M. – ma in realtà stiamo parlando d’altro. Non di massimi sistemi ma dei minimi, i rimpianti. Passato inesploso. È nostalgia, cazzate. – il trattato l’ha già scritto Philip Roth in due parole. La nostalgia è tutta apparenza. Quanto passi del tuo tempo ad avere rimpianti? Tre ore all’anno? Il passato fa così: ti convince che sa ingrandirsi, che ci penserai sempre. Invece ogni giorno che passa le cose diventano più piccole e meno pericolose. C’è una frase che sarai costretta a ripeterti molto spesso. Più spesso di tutte le altre. Indietro non si torna. È lì che (un’altra volta) il mondo si divide in due. Quelli che davanti a «Indietro non si torna» fanno un sospiro, e quegli altri che si dicono «e meno male». Ho deciso di sospettare che non c’è nessun rimpianto in corso, e che questa lettera sia solo un lungo modo di sentirti dire (giustamente) brava. E allora: brava, M. Neanche ti conosco e sono fiera di te, vedi i miracoli che fa la ragione, molti più dell’amore.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Di quello che mi racconti mi piace il finale, S.. Un matrimonio va a pezzi, provi a cavartela da sola, ci riesci.  Poi, proprio quando stavi per alzare lo stendardo «Sono una persona emotivamente indipendente», la vita s’è rimessa a fare il suo mestiere: ha provato a fregarti di nuovo. Ci sei rimasta male, ma era troppo poco per morire e hai concluso con un potente «vabbé».
E quindi, S., a nemmeno trent’anni hai già capito quello che c’è da capire sui massimi sistemi. Cioè non un granché. Due cose, per la precisione: 1) Il colpo che davvero ti stende è raro 2) il salvabile si salva da solo.
Vuol dire che quello che non ti uccide, ha fallito. Esperienza è la piccola guerra tra te e il mondo, e non l’hai persa tu. Restando in piedi hai dimostrato qualcosa: sei superiore a quello che ti è capitato. E dopo un po’ te lo scordi pure, in segno di disprezzo.
Se provi a osservare il dolore dalla distanza, non pare un altro, in un’altra vita, quello che soffriva? Ero io nella versione scema, ti dici, al massimo. Nella vita tutto passa e specialmente tutto tende al «quant’ero fesso». Sarebbe perfetto, se non ci si mettesse in mezzo il «tutto torna».
E infatti cos’è l’amore, se non l’intervallo tra un «non mi innamorerò mai più» e un altro.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Cara K., io ci credo, agli amori così. Dico sul serio. Anche quando ti fa più piangere che ridere, continua a chiamarlo amore. Attendere e sperare, sopra la rovina di tutto. Io ci credo, agli amori così. Dio esiste e si chiama Speranza. Niente di solenne, solo che “impossibile” è una cosa, “c’è una possibilità” è un’altra. Pendere dal lato positivo, i migliori fanno così. E i migliori non sarebbero i migliori se non si fossero presi il traguardo col calcolo delle probabilità a sfavore. Anzi: con tutto contro. Io ci credo, agli amori così. «Mai vero amore ebbe agevol corso». Shakespeare, William. Poeta, drammaturgo e sommo motivatore per spiriti delicati. Io ci credo, agli amori così. Quanto ci vuole? Un anno, due anni, tre anni, dieci? Se una cosa non se ne va dalla testa, vuol dire che è là che deve restare. Suona così bene, come le sentenze giuste in tribunale, come fa a non essere la verità? Io ci credo, agli amori così. «La vittoria, come dicono i giapponesi, è di chi sa soffrire un quarto d’ora di più», questa la mette Proust nella Ricerca del tempo perduto. E dimmi che non è così, dimmi se non fa venire voglia di passare tutta la vita a resistere. Io ci credo, agli amori così. Di vite accontentate ce ne sono pure troppe, l’eroe faccia l’impresa, se è un eroe. E nel frattempo stringere i denti e ricordarsi che «Non esiste amore sprecato». Il contributo degli spagnoli alla causa viene dal Don Chisciotte. Io ci credo, agli amori così. Il rent to buy sono le relazioni del futuro: scriversi tanto, vedersi poco, giocare al monopoli psicologico dove vince chi resta sano di mente. Finire insieme per le strade impreviste dell’online, lasciarsi, controllare l’online quando è finita, ricominciare daccapo presto, prestissimo, con un altro online. I sistemi nervosi della prossima generazione dovranno essere d’acciaio. Noi, la generazione incastrata nel mezzo, ce la stiamo cavando come viene (non stiamo andando benissimo, a occhio). Io ci credo. È normale che i grandi amori siano difficili. Se fossero facili, ce li avrebbero tutti. Una vittoria troppo semplice non può essere considerata una grande prova di forza. Il fronte orientale è compatto: pure il Sun Tzu ti dice che se vuoi vincere, resti lì. Vivi, sii grande e soffri. Possibilmente zitto. Io ci credo, agli amori così. L’ha detto Tolstoj. Se ci sono tante sentenze quante teste, allora ci saranno tante specie d’amore quanti cuori. Se non fosse per il dettaglio che se ti amano a modo loro va bene per loro, ma sorridere e dire “ottimo” poi tocca a te. All’entusiasmo per il “meglio di niente” bisogna esserci tagliati, o finisce in disastro. Io ci credo, agli amori così. Il prezzo è la salute? E chi se ne frega. Che vuoi che sia ridursi a cadavere, se nel biglietto della lotteria si vince la resurrezione? Spero di averti convinta, K. Restiamo forti, restiamo illusi. Tutto è meglio della verità. La verità poi sarebbe questa: che alla fine del dolore non ci sono stendardi, c’è un messaggio che compare su uno schermo di telefono quando avevi smesso di aspettarlo. Numeri che sapevi a memoria diventano numeri estranei, e il nome che ti sembrava il più bello del mondo è un nome qualunque. Quello che voglio dire, K., è che non perdersi per niente al mondo lo spettacolo d’arte varia di un uomo (anche non troppo) innamorato di te è giusto. Lo capisco. L’abbiamo fatto tutti. Quella che ti consiglio di perdere è la farsa di quando tutta la felicità che avevi immaginato diventa: «E adesso che vuole questo?»
2 notes · View notes
lonleysometimes · 4 years
Text
5) A voler ricominciare, da dove si ricomincia? – Orgoglio, P., ambizione. Egosimo. Non so come lo chiami tu, è l’unico pezzo di muro che resta in piedi quando il resto intorno è crollato. Amarlo come si ama l’amore.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Lascia andare. Puoi lasciare andare. Respira e lascia andare. Lasciare andare è un atto di coraggio e di fede. Sii forte e lascia andare. Non devi nulla a nessuno, se non a te stessa. Quindi lascia andare. Fallo. Sarai fiera di te stessa, perchè avrai ragione. Il tempo galantuomo ti darà ragione. Non scendere a compromessi. Devi sapere andare via. Fallo. In un momento buio come questo devi seguire il tuo istinto, il tuo cuore e usare la testa. Hai lo stomaco aggrovigliato che ti urla di andare via. Fai uno sforzo, evita la complessità. Non farti del male per amare qualcun altro. Non lasciare che niente o nessuno ti riporti in quei momenti bui. Quando ti senti che una persona, una storia, una parola ti rimanda in un momento buio, dì a te stessa che lascerai che l’emozione passi prima che tu reagisca o faccia qualcosa. Se porti pesi che non servono, lasciali andare. Non farti intromettere nelle bugie degli altri. Non dare a certe cose o certe persone, un potere che non meritano. Non accettare compromessi, in un momento così difficile potrebbe rivelarsi il tuo cappio. Distingui le cose importanti da quelle meno e dai loro il giusto peso. Riconosci chi riconosce in te qualcosa di speciale e proteggi queste persone. Sono queste che alla fine ti salveranno. Proteggi chi ti protegge. Scegli chi ti sceglie. Nel tuo momento migliore non sarai ancora abbastanza per la persona sbagliata. Nel tuo momento peggiore, avrai ancora valore per la persona giusta. Seleziona il bene che puoi dare e quello che vuoi ricevere. Mostrati solo a chi te lo chiede dal profondo di sè e per capire ascolta la pancia. Evita la tentazione di fare scelte che sono familiari ma che non ti servono più.  Perchè quando non devi avere pretese, quando devi essere garbata, lascia stare, non ne vale la pena. Ti devi arrendere quando ti portano rancore per i torti che vi hanno fatto.  Sii gentile, sempre, ma se lo sarai troppo, si dimenticheranno del tuo potere. Non mostrare troppo il tuo potere, perchè ti dimenticherai di essere gentile. Respira. Lascia andare Giulia, lui non ti serve più. Sarai fiera di averlo fatto. Te lo prometto.  
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
E alla fine, sei tornato da me. Sapevo che ti sarei mancata una volta scaduto quel brivido. Sapevo e so che avresti perseguitato e perseguirai tutti i miei “E se”.  Sapevo di non essermi sbagliata del tutto. La mia amica dice che forse sei tu quello che ha avuto e cha ha tutt’ora paura. Forse non ti sei sentito e non ti senti all’altezza. Io ho avuto e ho tutt’ora paura di soffrire, per questo scappo. Paura di vederti di nuovo scegliere un’altra strada che non sia la nostra. Ma perchè non riusciamo a lasciarci andare? Si dice che niente è tanto nostro quanto qualcosa che lasci libero e torna da te. Sarà magnetismo, carisma, percezione. E poi sei andato vi a di nuovo, lo sapevo. Ma lasciami qualcosa, lasciami un altro ritorno, una confidenza. Mi hai insegnato che a volte le cose possono non essere bianco e nero. Grazie per questo. Grazie anche per avermi chiesto scusa. Grazie per la passione. Ti lascerò sempre libero di andare e tornare in forme diverse, perchè è pur sempre amore. Non sei quello giusto, e forse nemmeno io per te, ma il pensiero di non perderci mi dà un senso di tranquillità. Esserne consapevole oggi mi aiuta a essere per te amica, amante e non sconosciuta. Ci eravamo promessi di non perderci ed eccoci qua. 
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
oggi vorrei sentirmi dire che andrà tutto bene. vorrei quella cartomante con la palla di cristallo che mi dice “ehi, andrà tutto bene, i tuoi sogni si avvereranno, i tuoi sforzi saranno ripagati, quelle lacrime versate non sono state sprecate, quelle perdite di persone, di sentimenti, di respiri, saranno ripagate.” E invece niente, la cartomante che mi rassicuri non c’è. Non ci sono neanche mamma e babbo a dirmi: “ehi, è stato un anno tremendo, ma siamo e saremo comunque fieri di te. Respira. Ci siamo noi.” Non c’è neanche quel fidanzato che mi ama alla follia e mi dice: “ ehi, andrà tutto bene, ci sono io. Siamo noi contro il mondo.” Non c’è nulla di tutto questo. Ci sono io, da sola, nuovamente con le spalle al muro, con gli occhi gonfi, la fatica persa, io che mi sento persa, inutile, che ce la metto tutta, ma che non ce la faccio più. Non so da che parte farmi, resisti mi dico, ma non ce la faccio. non ce la faccio più.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Why are the guys I don’t like chasing after me, but all the guys I do like don’t seem to ever feel the same?” The answer to this age old question is simple. Around the guys you don’t want, you own your standards. Whereas with the guys you do want, you start dropping your standards and think ‘as long as I get close to him, it will work out.’ What makes a woman attractive, are her standards.
REGOLA 1
- NON SCRIVERGLI 
- NON POSTARE CANZONI 
- NON REAGIRE ALLE SUE STORIE 
OWN YOUR STANDARDS 
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Cara Ester,
ancora io, parte II
Ti ho scritto oltre un anno fa, colpa di un amore impossibile dove lui alla terza uscita rivela di voler stare solo, incapace di avere relazioni stabili. «Laremico»* lui, mai troppo dentro la vita per soffrire e gioire. Passami l’aggettivo inesistente ma unico per descrivere chi, con lo scorrere del tempo non ci ha mai avuto troppo a che fare: tutto si muove ma lui non è mai interessato. Non un’emozione, non un brivido che ti scuote … un aggettivo molto più profondo di una semplice apatia.
Ho provato ad andare avanti, ho riempito la mia vita di altre persone e rifiutato ogni incontro. Forse per qualche istante ho anche pensato che ce l’avevo fatta.. Cara Ester che menzogna! lui rimane tutto e solo quello che voglio! Son passati quasi tre anni, ci sono reati che si prescrivono in molto meno. Quando lo vedo passiamo istanti magici, tra la folla, poi la mia forza mi permette di salutarlo prima che lui mi chieda di passare la notte con lui.
E allora lotto e fuggo aspettando che la prescrizione arrivi anche per me .. solo perché sono stanca e so che arriverà quel giorno in cui per caso lo incontrerò per strada e mi basterà salutarlo come un amico.
Per ora aspetto solo te che mi ribadisci quanto sia giusto e inevitabile questo percorso e quanto sarebbe sciocco, ancora, concedersi di nuovo e vivere ciò che solo lui può farmi vivere. So solo che l’astinenza da lui ha reso laremica anche me, deve essere contagioso.
Scusa il mio bis
Giulia
Giulia. Ancora tu. Io speravo di non vederti più.
Li abbiamo chiamati in ogni modo. Narcisi, egoisti, anaffettivi, irrisolti. Oggi nella collezione entra «Laremici». Dare nomi complicati alle cose serve soprattutto quando farla facile è umiliante: non gli interesso, peccato. È la risposta normale a «perché non stiamo insieme?». Infinite sono le vie dell’ego per rispedire la verità al mittente e non farsi scorticare. Non è scemo, l’ego.
Non gli interesso. Che ha questa frase per essere così insopportabile?
Tutto, direi. E in effetti, ammettiamo che sia così: non gli interesso. Quali possono mai essere poi le conclusioni di una persona ferita? Sono io a essere inadeguata, si dirà. Se sei triste hai pure poca fantasia. Ci si avvilisce. E siccome di autostima non si vendono le fialette, la persona ferita si metterà lì e continuerà a rimpicciolirsi.
Rassegnarsi senza sensi di colpa invece non riesce a nessuno. Vaglielo a dire, alla persona ferita, che l’amore è questione di quanto sei puntuale senza appuntamento. Che è solo la fortuna di stare dietro una porta in un quarto d’ora preciso. Un minuto prima è troppo presto, un secondo dopo è già tardi.
Sì, dirai. Ma non può essere solo quello. L’amore è soltanto un tempo? E allora le affinità elettive? Il trionfo della resistenza sulla disperazione? Le forze micidiali dell’uomo che decide di sfidare il calcolo delle probabilità? Gli audaci non erano il partito caro agli dei? L’equazione dell’ostinazione sentimentale sarebbe la seguente: insisto, quindi dimostro coraggio. Dimostro coraggio, quindi esigo ricompense.
Insomma io innamorato valoroso sbatto il mio eroismo davanti al suo rifiuto.
Serve? No. E come mai? Perché le cose d’amore vanno al contrario, è proprio un mondo alla rovescia.
1) Quelli più adatti a te tenderanno a non piacerti. C’è quest’avversione per i simili, in realtà traducibile così: gli amori felici per riflessione non li vuole nessuno. Non sarai completamente coinvolta senza un mal di stomaco preliminare e una discreta quantità di mazzate morali. Insomma il mondo ha deciso che le coppie staranno bene solo previa fiammata iniziale. La parete verticale la chiamano grande amore. Dev’essere tutto piastrellato di rischi e delusioni, o hai sbagliato strada. Forse si risolverebbe mettendo un obbligo di antologia nelle scuole superiori: la lettura dell’Anna Karenina insieme ai Promessi Sposi.
2) In caso di cuore spezzato, il tempo necessario a farsene una ragione è inquantificabile. Non sai aspettare? T’arrangi. Sai aspettare? Non cambia niente.
3) La determinazione perde l’attestato di virtù. Il certificato «persona paziente» è carta straccia. Una volontà di ferro tende a non ottenere niente. Un blocco su WhatsApp, se ti va bene.
4) Il miracolo arriva a condizione di non volerlo più. «Quando meno te l’aspetti» è legge universale, qui nel senso di: quando non te ne frega più niente.
5) Quando vuoi troppo qualcuno, il qualcuno è discretamente infastidito. Da innamorato cronico perdi tutte le carte per essere interessante. C’è un che di respingente, nell’eccesso di desiderio.
6) L’amore sopravvive senza la stima. Chi ti delude, t’accerchia.
7) L’amore immaginario, il non corrisposto e quello disperato durano quanto un grande amore felice a norma di legge.
Non c’è differenza tra quello che succede nella mia testa e quello che succede fuori, quanto a capacità di farmi stare male. La felicità non si improvvisa, invece all’occorrenza un dolore si inventa.
Le vedi quelle sette maledizioni, Giulia? L’eroismo è farsene una ragione. Più fai presto, più sei eroico. Non lo possiamo prendere con le tenaglie, l’amore. Spezzarlo o metterlo nell’acido o in una scatola piena di scorpioni. Bellissimo quando arriva, il Grande Sentimento, ma pure liberarsene non scherza. Il giorno in cui ti sei innamorata non te lo ricorderai mai con troppa sicurezza. Invece prova a chiedere a chiunque: ti ricordi quando ti è passata? Sempre, se lo ricordano sempre. E ti risponderanno con un lampo di soddisfazione negli occhi.
Sull’amore hanno una risposta tutte le domande, tranne quelle che cominciano con «quando». Quando mi passa? Dipende. Ma non da te, né da lui. Da me, poi, figuriamoci. Dipende da un altro. È la fuori, quello con la tua cura, Giulia. Da qualche parte. Vai a cercarlo, qui a scriverci non risolveremo niente. Non c’è più tempo per perdere tempo. Meno bagni caldi nei ricordi e più docce fredde nelle novità, pure le novità deludenti andranno benissimo.
0 notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Eccomi qua, anche io con una relazione difettosa, o forse quella difettosa sono io.
Sono una ragazza di 30 anni, indipendente, ambiziosa e che sa il fatto suo e il suo valore nella vita e nel lavoro che sto intraprendendo. Sto cercando di costruirmi una carriera. Viaggio tanto, ho un giro di amicizie fantastiche, tanti interessi e una famiglia che mi ama e mi supporta in tutto quello che faccio. Le relazioni amorose però, per un certo verso, non sono il mio forte.
Ti faccio una premessa, ho perso mia madre quando avevo 10 anni e mio padre a 19. Genitori che ho amato/amo alla follia. In particolare mio padre. Un uomo che ad oggi, con un po’ di complesso di Elettra, vedo perfetto e inarrivabile. Un padre che però mi ha insegnato che non avrei mai dovuto dipendere da uomo, ma quest’ultimo doveva essere un compagno di vita che sceglievo per amore indipendentemente dal resto. Dovevo insomma essere felice.
Ti tralascio i dettagli di storie passate andate male, una miriade di amori non corrisposti in cui mi sono persa inutilmente, non sono riuscita a stare con uomini che non amavo, ma loro mi avrebbero portato la luna. Relazioni brevi e fugaci, mai nulla di veramente serio, ma sono sempre loro che mi lasciano e poi trovano una nuova che sembra “l’amore della vita”. Mi chiedo come mai, dove sbaglio, perché sono l’eterna seconda e che cosa mi manca per non essere scelta. Troppo super donna? Troppo indipendente? Troppo incasinata? Troppo ingestibile? O forse no, forse sono solo io che mi vedo così e in realtà non c’è grande valore in tutto quello che ti racconto di me.
Eppure io cerco qualcuno con cui costruire una vita e chissà magari una famiglia e più cresco più ho voglia di questo.
Arriviamo alla mia ultima relazione difettosa.
L’anno scorso ho incontrato P., poco più grande di me, affascinante e intrigante. Già ci conoscevamo, io sapevo che lui non era in cerca di cose serie, ma io, uscita da un’altra storia difettosa, decido di accettare un suo invito. Parte così una relazione friends with benefits, cercata da entrambi ma principalmente imposta da lui (ma dai). Lui mi inizia a piacere sempre di più, quindi arriva un punto in cui questa relazione non è abbastanza per me.
Chiudo la relazione facendomi piano piano di nebbia, con dispiacere ma senza rancore. Incontro un altro ragazzo E., sulla carta il principe azzurro. Fa tutte quelle cose che P. non faceva. “Ti vengo a prendere in stazione”, “Mi manchi”, “Passiamo una giornata insieme”. Insomma tutte quelle cose belle da relazione normale. P. appena scopre che mi sono fidanzata mi cerca e mi ricerca, convinto che mi avrebbe portata tra le sue braccia di nuovo. Ma io non ci casco, non posso farlo a me stessa e al rispetto che ricevo in questa relazione. Lo respingo più e più volte per 8 mesi. Come un fulmine a ciel sereno E. mi lascia con un “non provo sentimenti”. La vera realtà dei fatti è che aveva incontrato un’altra. A quel punto, dopo una delusione iniziale, capisco che questa relazione, che sembrava perfetta e un trampolino verso una vita insieme, in realtà non mi aveva lasciato niente.
Ovviamente cosa faccio, ovviamente torno da P. – Cerco di impormi più leggerezza, “quel che viene viene”.
Non ho aspettative e sono più sicura di me. Per tre mesi ci vediamo, di base sembra solo sesso, ma è tutto diverso rispetto all’anno prima. Parliamo, ceniamo insieme. Io vedo solo lui e lui vede solo me, ma rimaniamo nel limbo. Viviamo e stiamo bene. Accade la quarantena e non ci possiamo più vedere. Il tempo si ferma e siamo alienati. Veniamo sottratti del sesso, ma abbiamo entrambi voglia di sentirci accanto. Parliamo tanto e ci preoccupiamo l’uno dell’altra “mi man
chi” “non vedo l’ora di vederti” “quando finisce tutto stiamo un giorno insieme”. Io ovviamente non sono immune a tutto questo, ma mi ripeto che è il disagio della quarantena che spinge lui a fare questo, per proteggermi
La quarantena volge al termine, torniamo a una vita pseudo normale. Ci vediamo, lui è freddo e distante. Io quindi mi comporto di conseguenza. Di lì a qualche settimana mi dice che ha iniziato a frequentare seriamente un’altra, ma che a me ci tiene, magari “rimaniamo amici”. Di nuovo, l’eterna seconda, quella che non è abbastanza.
Senza rancore, scenate o spiegazioni, gli auguro il meglio e gli dico che possiamo mantenere un rapporto civile. Sono ferita, ma intraprendo la graceful exit, da signora. Lui continua a scrivermi continuamente (ammetto che mi fa pure piacere), io rispondo per educazione ma ovviamente distante e senza provocarlo. Lui rigira la frittata, dicendo che sono fredda, arrabbiata e che non ne ho motivo. Quindi adesso sbaglio pure le reazioni? Troppo dura? Cosa si aspettava l’amicona o la gatta morta che continua a provarci? Niente Ester, vorrei avere la forza di uscire definitivamente da questa storia e abbandonare questa persona, ma una voce dentro di me mi dice di provare il tutto per tutto perché non hai niente da perdere.
Scusami per il papiro.
Grazie mille.
G. 
Cara G.,
insomma siamo sempre qui. Che mi squaderni a fare il curriculum della prima della classe se poi non usciamo dal desiderio somaro di relazione complessa? A che serve aver letto i libri giusti, viaggiare, l’iscrizione al circolo arci?
Devo provare tutto perché non ho niente da perdere. Che invidiabile disprezzo per il tempo, G., hai trovato il negozio che vende vite di riserva a poco prezzo senza intercessione del demonio?
Dannarsi piace e tutte le scuse sono buone. C’è poco da fare a parte ammetterlo.
La prendo con leggerezza, quello che viene, viene – la balla suprema. Chi sa pendere le cose con leggerezza inconsistente è la gattamorta, padrona e gran Ciambellana dei sentimenti. E le gattamorte certo non scrivono, sono offline a comandare il mondo. È una questione di carattere. Per le cose prese con leggerezza ci vuole la mano, il talento, lo spirito, serve fregarsene in fondo dell’amore e serve nascerci. Quelle streghe sono inarrivabili, disinvolte bellissime. Pure io volevo essere una di loro.
Tuo padre aveva totalmente ragione. Serve un uomo perbene, rispettoso, di rette abitudini e sani pensieri, non prepotente, forte, generoso, lucido, intelligente, cresciuto, risolto. Ce ne sono, questa è la buona notizia, non con tutte le qualità in equo bilanciamento, ma ce ne sono. Codesti masculi santi non sono neanche avvolti nelle tenebre, occultati, tenuti a chiavistello. A differenza del marcio, il buono non è qualità che resta nascosta a lungo. Insomma il bravo figliolo di solito lo riconosci, non serve scavare alla ricerca di qualità inabissate.
Gli inutili, quelli che scrivono ma non ti vogliono, pure loro ci tengono a farsi riconoscere, a dirla tutta. Certi (come il tuo) propongono senza tema il contratto di assunzione alla poveracrista: non voglio niente di serio da te. Sei al nero, baby. E il pesce abbocca lo stesso! Senza esca! Alcune automunite si recano anche a casa sua! We deliver!
La verità è che la femmina non vede l’ora: si sente sfidata a riuscirci, tu non mi vuoi ma io ti plagerò – l’eroina, la cretina. Alzi la mano chi l’ha fatto e si scagli la prima pietra da sola.
Parità di genere sarebbe accettare davvero l’accordo “va bene così”. Poi però non va mai bene così e precipitiamo negli eterni anni novanta del “perché non chiama?”.
A complicare le cose ci si mette la fortuna di incontrare per la via gente che invece a te ci tiene. Ogni relazione decente che il padreterno ti manda sarà sempre sfregiata da una domanda: epperò come mai non provo niente? Perché sono invece attratta da eccetera?
Succede perché il buono non garba tanto spesso, G., figurarsi a vent’anni, trenta. Bisogna essere persone con tutti i bulloni a posto per innamorarsi solo degli adatti, servono troppe circostanze fauste: eccellenti genitori, belle amicizie, vita in città con alternative facili – dove basta cambiare quartiere per cambiare gente. E soldi, non parliamo di quanto aiutino i soldi a non innamorarsi male.
Non mi prendo la responsabilità del freddo che sta per scendere su questa pagina, lascio a Flaiano. Che spiega perché molte di noi sono sceme, o sono state sceme per qualche decennio, e in generale perché il mondo va alla rovescia.
Indulgenza per la gente che si comporta male. Chi non suscita né simpatia né compassione è l’uomo medio, onesto e senza grandi inclinazioni al male. L’uomo che lavora per tirare avanti, che mette su famiglia e la mantiene. L’uomo medio è antipatico. (Io sono antipatico. Mi si sopporta). Per diventare simpatico bisogna comportarsi da canaglia, per farsi amare bisogna farsi mantenere. È l’equivoco erotico che continua. Il malvagio dà quelle garanzie sessuali che la persona per bene non dà. Chi si comporta rettamente ammette la sua «ordinaria» attività sessuale e non interessa.
Il seguito, quello che osservo sugli esiti degli amori stracciati, ovvero la convalescenza, come guarisce la testa di femmina che picchia sul muro alla ricerca dell’amore fatto apposta per me, è una lenta convergenza verso uno stato d’animo non troppo definibile, fatto della stessa sostanza della vittoria e della rassegnazione, che s’addensa in luoghi comuni. Sono il patrimonio dell’umanità femminile che viene tenuto nelle stanze segrete, questi luoghi comuni.
Li avrai sentiti pure tu. Più ti allontani dai vent’anni meno sanno di rancido. Eccone alcuni, ho preso i più banali: “Poi subentrano altre cose” “L’amore non è quello dei vent’anni” “se mi mettevo a cercare quello perfetto lo trovavo all’ospizio” “le favole lasciamole alle ragazzine” “leviamole pure alle ragazzine”.
L’amore è fatto di una mezza misura perfetta, G.. E’ una lenta aggiustata delle aspettative, una sudata discesa nelle valli del compromesso. Vedi tu per che via arrivare alla relazione finale. Guerra o pace. Se sei più a tuo agio dentro le dolenti poesie o in un messaggio whatsapp che dice “manca il detersivo per la lavastoviglie”.
2 notes · View notes
lonleysometimes · 4 years
Text
Disprezzare le persone  - la loro mancanza di perfezione – era sempre stato il nostro sport. 
Ester Viola
0 notes