lukerhinehart-blog
L'uomo dei dadi
Solo,un codardo che raccoglie personalità.In cerca di un attimo di pace dalla mia mente,in lotta per sbarazzarmi di una parte di me che se mollo si sbarazzerà del resto.Innamorato di una che cammina sugli arcobaleni.Sto bene da solo ma non lo sono mai.Mento sempre.
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Super Legs
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Non ho mai avuto le carte in regola per ambire al meglio ne tantomeno per arrivarci.Non ce la faccio e probabilmente non ce la farò mai.Tuttavia è finito il tempo nel quale l’idea dell’esistenza era abbastanza affinchè potessi quest’ultima davvero sentirla scivolare tra le mie mani.La mia rabbia propulsore,il dolore compagno al quale dovrò fare dei piacieri che ricambierà volentieri,il mio movimento vive e io vivo con lui.Forse non burattinaio,ma di certo non burattino.Filo trasparente.
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Never underestimate the power of brown eyes. They can pull you in, make you feel like you’re falling, peacefully, without panic or fear. They reflect everything. The sun, sky, sea, and if you’re lucky enough to get close, they reflect the colour of your own eyes, as if for a moment, your two souls had merged into one. They are a source of warm comfort, the perfect blend of sun rays and coffee. The kind of colour you could never get tired of looking at. Don’t underestimate them. Don’t call them plain. They are anything but.
Brown Eyes / Unrequited Love (via writingllama)
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Adélaïde Labille-Guiard, Portrait of a Woman detail, ca. 1787
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Ho passato mesi mentendo a me stesso inutilmente sulla sensazione che sempre più spesso negli anni mi abusa durante le mie serate di isolamento a led.Tempo fa ero riuscito a convincermi che quella sensazione di soffocamento fosse dovuta al poco ricircolo d’aria della mia camera.”Sono 3 ore che hai la finestra chiusa,cazzo è ovvio che stai soffocando Luke”.Della verità purtroppo ho dubitato sul serio giusto qualche secondo,lo so che quel terribile perchè inesistente peso che sento sono io.E’ come se lottassi contro me stesso,come se mi premessi contro la parete,le mani sul petto a spingere con tutta la mia forza,la mia rabbia e il mio sangue.Stasera è una di quelle sere,l’incompiutezza ha vinto un’altra battaglia,l’insuccesso ha compiuto una strage nelle vie affollate della mia coscienza e adesso mi tocca fare a pugni con me stesso di nuovo.So che vincerò perchè so di essere sano e tutto ciò ne è la prova ultima ed inconfutabile.Adesso un bel respiro,un paio di sinistri e magari perfino una ginocchiata nello stomaco sono quello che mi serve per sistemare la situazione.Andrò a letto forse malconcio,ma ancora una volta capo e padrone di me stesso.
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Serpe
gelida
a contare
le mie vertebre
lo spazio
intorno
gonfio della
solitudine
di ciò
che ho perso
buttato
mai raggiunto.
Nel mio deserto
a mezzogiorno
cowboy nel cappello
senza pistola ne
cavallo.
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Le 21 il mio tempo,arrivato a 20 ci penso e sembra importante.Il numero è pari,simmetrico,il due e lo zero.Bello.Sono tanti,non molti,sei giovane,non troppo.Dai 10 ne sono passati altri 10,tutto quadra ed è perfetto.E proprio perchè è perfetto non funziona mezzo secondo.E’ che quello che t’aspetti non conta,capisci,quello che speravi non importa,neanche esiste.Il chissà è l’angolo dietro il quale ti prepari,uno,due,tre respiri profondi,alla fine semmai dovessi andare in apnea non basterebbero comunque.Nel sogno della consapevolezza un po’ faccio sesso un po’ vengo stritolato,tutto sommato nel dolore godo di più.La realtà non c’è e se c’è per me non conta,le aspettative non esistono,in quel poco che sembrava esserci ci vedo attraverso come nelle tue calze a rete.Squarcio tutto ed ecco il 21 e il 20 che mi pesano contro come due piume e tutto è nulla.
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“❝I have a very childlike rage, and a very childlike loneliness.”
— Richey Edwards
(via amortizing)
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