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C’è stato un momento preciso in cui qualcosa, dentro di me, si è spezzato. Qualcosa di sottile, di apparentemente insignificante, di poco visibile. L’ho sentito, ha fatto rumore, ma nessuno, oltre me, ha potuto sentirlo. Invece io si, l’ho sentito.. chiaro, forte, brillante. L’ho sentito quando ho smesso di dar peso a tutto quello che fino a quel giorno è stato un macigno.
Io voglio un amore FOLLE, INTENSO, FORTE, COSTANTE .. che non si possa contenere.
Voglio qualcuno che mi guardi con amore, che si emoziona solo sentendo la mia voce. E VOGLIO CHE ME NE PARLI, CHE ME LO DICA E CHE ME LO RIPETA ANCHE UNA MAREA DI VOLTE, SE NECESSARIO.
Voglio un amore fatto di libertà reciproca, LIBERTA’ CHE NON SIGNIFICA ASSENZA! Oggi mi fido di me, spensierata come non mai. Non ho angoli, ho smussato tutto e ho ficcato l’amore ovunque. Ho capito, pianto, urlato, e sono rimasta anche in silenzio, per ore, per giorni, per settimane, ma alla fine di questa storia io mi sono trovata con me stessa e il mio cuore fragile, che nonostante tutto ha ripreso il suo battito lento. Non ho sentito il bisogno di mani sconosciute, non ho sentito il bisogno di cercarmi tra le braccia di qualcuno perché cosi come lentamente batteva il mio cuore, io lentamente ho assaporato i pezzi di me che tenevo nascosti. Ho camminato sulla mia pelle e mi son strappata le paure, togliendo mille maschere, buttando all’aria i piani, ho scelto di trovarmi. MI SONO TROVATA DOVE LE TUE MANI NON SONO ARRIVATE, DOVE HAI SCELTO DI LASCIAR PERDERE. Ho ricominciato a vivere mentre tu non c’eri. Ho capito che non aveva senso incolpare tutti, incolpare te e farmi trasportare dagli eventi. Non aveva più senso controllare la tua vita per perdere la mia. E’ successo che ho trovato la forza.
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Se Telefonando: la canzone degli amori tristi in quarantena.
Nei giorni a casa, passati alla finestra, passati a immaginare come sarà il nostro domani, a sperare di uscire presto, a sperare di toccarci presto, di correre e urlare, in tutti questi giorni, stiamo ascoltando un miliardo di canzoni e stiamo pensando a lei, stiamo sognando di tornare da lui. Troppe coppie non possono vedersi, non riescono a toccarsi da giorni (troppi giorni). Troppe persone piangono a casa in silenzio mentre nelle cuffie passa per caso (ma proprio per caso eh!) Tiziano Ferro. Altre coppie, purtroppo, sono scoppiate, magari troppo presto, magari senza darsi il tempo di iniziare per davvero, magari lasciando un altro vuoto, silenzi che si aggiungono al silenzio. La canzone per farsi un po’ male in questi casi, è “Se Telefonando”, della nostra amata Mina, che solo qualche giorno fa ha compito ottant’anni.
Tu, sì proprio tu, che sei stato lasciato, che hai lasciato, che hai lei lontana. Tu che lui non ti scrive da quando è iniziata la quarantena e ti viene da piangere. Tu, che ti senti triste solo e stanco. Siediti, respira forte e ascolta la tua storia in una canzone.
Adesso che con gli altri possiamo parlare solo al telefono, le parole di Mina ci rimbombano in testa e sbattono dritte al cuore. E allora canticchi in testa:
“ Poi nel buio le tue mani
D’improvviso
Sulle mie “
...
“ Se telefonando io potessi dirti addio
Ti chiamerei “.
Ma quali mani al buio? Qui al buio non c’è proprio niente. Non ci sono le sue mani, soprattutto. E vorresti scappare rischiando anche l’arresto, pur di toccarle, pur di stringerle e sentirne il calore.
Se potessi telefonargli e dirgli addio. Eh, ma non puoi. Non puoi ancora dire addio, perché adesso è tutto confuso, ovattato, sospeso, in un tempo senza tempo. Perché non lo sai quando finirà, quando potrai corrergli incontro col vestitino a fiori, quando la smetterai di guardare la vita da un vetro, quando ti sentirai pronto a urlarle che ti piace lei, si, ti piace. E non vuoi telefonarle e dirle addio, proprio adesso che la vita, lo senti, sta per ripartire da capo e tu, stranamente, sei pronto.
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Vorrei dirti che sto arrivando, che ho la macchina che profuma della tua pizza preferita che ho comprato in quella pizzeria che tu ami tanto e sto venendo a portartela. Vorrei dirti che se hai voglia stasera puoi dormire a casa mia, ci vediamo La casa di carta e poi se ci va ci addormentiamo altrimenti facciamo dal tramonto all’alba, ti ricordi? Era nella lista delle cose da fare prima di morire: restare sveglia con qualcuno dal tramonto all’alba. Vorrei dirti che le coppie più forti sono quelle che si prendono in giro e ridono di tutto, che sapersi conoscere è importante, ma sapersi riconoscere è tutto. Riconoscere vuol dire vedere te stesso negli occhi di un’altra persona, vuol dire non avere mai pura di mostrarsi perché tanto chi hai davanti ti capirebbe, e non ti giudicherebbe mai. Vorrei dirti tante cose, ma riesco solo a dirti che mi manchi, e forse non è abbastanza, ma so che ti manco anche io. Peccato non poter vedere l’alba e fare l’amore, fino all’alba.
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" Mi viene da dire che si torna sempre dove si è stati bene ma non è sempre cosi. A volte le persone se ne vanno e non tornano più. Scappano o semplicemente rinunciano."
Ho dormito poco, non riuscivo a chiudere occhio. Ho proiettato sul soffitto l'immagine di me tra tre, cinque, dieci anni: in avanti e sempre cosi tesa al passato, alle occasioni perse o forse solo prese, ai bivi in cui ho dovuto scegliere e chissà come sarebbero andate le cose se... Ma non ho chiuso occhio, e certi pensieri tenuti dentro sono come quei petardi mal costruiti e che senza preavviso scoppiano. Sto facendo le scelte giuste? Mi sono chiesta. Domande che non stanno a galla perchè pesanti. Ogni cosa mi pesa, ogni spazio: sono come quelle rondini che quando è tempo partono e chi lo sa dove arrivano, l'importante è la prospettiva delle cose che viste da lontano non fanno più tanto male. Mi chiedo se quello che faccio sia giusto, se non rispondo a doveri superiori di strade prefissate. Sempre cosi attenta a non sbagliare, sempre cosi pronta a programmare ogni secondo di vita. Ma oggi, dammi almeno il tempo di dirti che mi dispiace. Dammi il tempo di chiederti scusa per qualunque cosa sia successa e lasciami il coraggio per abbracciarti ancora. Lasciami il coraggio di dirti che da quando è finita, ho provato a mettermi al centro della mia vita. All'inizio l'ho fatto per precauzione, è vero. Continuavo a dirmi che era tutto perfetto, che non m'importava. Non potevo farci nulla. Perchè nonstante il male che sentivo non ci sarei tornata da te. Mi sto mettendo al centro della mia vita, e ho preso a guardare film che mi ero lasciata alle spalle, ho rispolverato canzoni e momenti che non notavo più. Sto andando avanti, senza di te. Lasciati dire, però, che tu sei ancora li. Tra i capricci da ragazzina, i vizi e le carenze che da sempre hanno fatto parte di te. Ed io non lo so chi è che ti dirà di avere più coraggio perché puoi farcela benissimo, non lo so chi si prenderà cura di te, chi ti ricorderà quanto cuore hai, chi ti farà arrossire e abbassare lo sguardo, chi ti aspetterà sveglia dopo quelle giornate infinite. Oggi posso solo dirti che probabilmente mancava il momento adatto. Ci serviva tempo, ci serviva spazio. Ci serviva crescere, ma col cuore. Perdonami, se è tardi. Perdonami, se non posso più aspettarti.
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E io volevo farti vedere che l’amore davvero poteva vincere. Volevo prenderlo quel treno, credimi.
Volevo essere lì per il tuo ultimo giorno di scuola,
volevo guardarti anche da lontano
guardarti sorridere.
Avrei voluto assistere il giorno del tuo diploma
e in quello della tua laurea
e avrei voluto abbracciarti così forte
da farti capire che tu eri pronta a tutto.
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Non ci portare chiunque a vedere il mare, che è una cosa importante, non è mica una cosa da niente.
A guardare il mare portaci chi è stato in grado di dimostrarti che tu vali molto più di quel che pensi, di quel che ti aspetteresti, qualcuno che faccia di te una priorità e non un passatempo.
Quella persona che riesce a sentire le tue tragedie più interne, senza pensare che siano cose banali e poco rilevanti.
A vedere il mare portaci chi ti sa capire senza parlare, chi ti viene a prendere se ti allontani, chi ti da la possibilità di appoggiarti sulla sua spalla quando cadi, chi se osservando nei tuoi occhi, incredibilmente nota un po’ di mare anche in te.
Quella persona che quando alza lo sguardo al cielo, legge il tuo nome.
Portaci qualcuno proprio così, che ti faccia sentire dentro un caos e fuori una persona magica, piena di vita.
Ti sembrerà di veder qualcosa di stupefacente, di sconvolgente, di affascinante e per la prima volta nella tua vita sembrerà di vedere il mare, perché così non l'avevi visto mai.
🌊
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Le storie si uccidono per la paura di viverle .
- cosa avrei potuto fare?
- avere meno orgoglio e più coraggio!
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Camminare da sola non mi ha mai fatto paura.
Ci sono stata da sola, mi sono ascoltala, cambiata, distrutta e ricostruita.
Niente paura, nessun timore o crollo.
Ero comunque io a sceglierlo, io a volerlo.
Quello che mi fa paura è scegliere qualcuno a cui camminare accanto e sentirmi sola e persa in balia di un sentimento di cui non posso fare a meno, dipendente da una presenza a cui non posso rinunciare.
Questo si.
Questo mi fa paura.
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