Tumgik
mallasalla · 4 years
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Nel momento in cui scrivi quello che stai facendo ti sembra inutile, quando tempo dopo lo andrai a rileggere ti si mostrerà cone quello che è in realtà: uno squacio nel passato.
Ho quasi finito l'ennesimo viaggio in treno che da milano mi porta a casa. Soltanto che non è stato un viaggio qualsiasi. Ho fatto tappa 2 volte, ho preso 3 treni diversi e questo vuol dire che alla fine sarò passato attraverso 4 stazioni.
Completamente deserte.
Ho appena viaggiato come un fuggitivo attraverso un'italia sconquassata dal covid 19, con in mente i discorsi fatti meno di un mese fa, quando erano partiti i primi casi a codogno e ci crogiolavamo nella nostra ignoranza orbetellana, prima ancora del viaggio a berlino.
L'emergenza doveva cadere il 3 aprile, ho messo i teli pesanti sui terrazzini come quando si sta via i mesi.
Ho viaggiato su un frecciarossa quasi del tutto prenotato, alla stazione di Milano non saremmo stati più di 25 a prendere il treno, questo per rispettare la distanza di sicurezza.
I binari di firenze erano collegati all'atrio della stazione con due soli passaggi, uno di entrata e uno di uscita, controllati dalla polizia che ha richiesto documenti e motivi del viaggio, come alla frontiera. Quasi tutti i treni erano cancellati, come pure la maggior parte delle tratte autobus, cosa che mi ha costretto a modificare i miei piani.
Firenze deserta, un'unica fila lasca, distanziata, all'ingresso del conad in cui ho preso da mangiare dalla commessa con la quale ho avuto un breve scambio rassegnato da dietro le nostre mascherine.
E
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mallasalla · 4 years
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Scrivo per ricordare, non il fatto in sé, ma i piccoli e preziosi dettagli che andrebbero persi se affidassi tutto alla memoria. Scrivo perché sono sicuro che ripercorrerò queeti ricordi, e quando lo farò grazie a questo testo ripercorrerò anche come stavo quando l'ho scritto.
Sono quasi reduce dal viaggio a berlino. "Quasi" perché manca la parte più dura del ciaggio, il ritofno in aereo, però le cose per ora sono sempre andate per il migior verso.
Non mi va di raccontare nel dettaglio le vicende avvenute, volute, non volute e fatte da persone poco evolute, sarebbe impossibile data la mole di pazzie avcenute, ma ne voglio raccontare la più impattante, e assolutamente la più folle. In questo momento sono nel bagno dell'appartamentino e sto risentendo gli effetti dell'ultima canna che berlino ci ha "regalato". Sono abbastanza cotto dagli effetti complessivi del viaggio, quindi probabilmente continuo domani. L'inizio di questa frase era stato fatto con un ferreo intento di sminuire le mie capacità da scrittore giustificandomi con il fatto che il viaggio mi ha messo ko ma dato che ho davvero una capacità di concentrazione ridottissima in questo momento e parto tra più o meno mezz'ora penso che mollo la palla a domani. Spero di riuscire a descrivere con chiarezza quello che è avvenuto.
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mallasalla · 5 years
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Marco, osservatore esterno partecipe responsabile
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mallasalla · 5 years
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Forse riuscirei a spiegare come, interagendo con il mondo esterno a cui sono sconosciuto, tutto mi sembra che abbia un senso preciso di esistere, e sia perfetto nel suo vivere, consumarsi e cambiare forma.
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mallasalla · 5 years
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Forse dovrei scrivere della mia felicità. Di come, camminando, tutto mi rimandi un riflesso più brillante e luminoso.
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mallasalla · 5 years
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Ed eccoci al momento tanto atteso. Quello in cui mi sarei messo a scrivere qualche pensiero su un social pornografico in malora. Sembra quasi di assistere alla caduta in dizgrazia di una generazione a stare qua sopra, si vedono quasi le crepe nel layout. E prima posso giurare di aver visto un topo mentre scrollavo. Giuro, un topo.
Ok ciancio alle bande, erano giorni che pensavo che avrei dovuto immortalare almeno qualche avvenimento recentemente accaduto, non ho avuto particolarmente tempo né voglia fin'ora. Cosa rende speciale questo periodo, cosa mi spinge a cercare di scrivere per forza? Eh alcune cosine, mio affiatato, vasto e a questo punto attento pubblico che mi segui ormai da tanto. Non ti faccio aspettare, non ho voglia di dilungarmi, parto a bomba.
Mi hanno comprato il progetto. Boom.
Enniente, contestualizzando un filo, era appena passata l'ultima settimana di disegno industriale, settimana in cui siamo riusciti a capovolgere la siuazione dal dramma al plutonio ad un onorevole 28. Ci hanno premiati, tranquilli, siamo umani in fondo, ma essere riusciti quasi in due a strutturare un progetto intero in sei giorni e farlo piacere ad una commissione composta anche da un compasso d'oro e dal proprietario di una delle più fighe e storiche aziende italiane non è niente male. Un lavoretto di due mesi condensato in una settimanella. Sono stati pomeriggi intensi, si. E notti simpatiche. E un computer molto simpatico ha contribuito. Ma questa è un'altra storia.
Comunque, gli ultimi giorni del calvario ci era stato proposto questo progetto a partecipazione volontaria su certe stampelle, e noi il giorno dopo la gran consegna eracamo in lab a fare il prototipo dell'idea. Chiedo consiglio per un taglio particolare ma dave mi chiama con insistenza da fuori lab. Allestimenti. "Quale visione di sacro fondoschiena appartenente a pulzella di moda avrà mai avuto?" Mi chiedo, e esco. Mi piazza il suo schermo a una spanna dalla faccia. Cito "...MAIL CON COORDINATE PER IL PAGAMENTO... LA PENATI MANDA TUTTO AD EURPACK... IL PROGETTO È STATO PRESO.." . È stato preso. È STATO PRESO?? addio.
E niente. È stato preso. Flo. E sento ancora in questo momento una piccola ma presente spinta che mi solleva ad un paio di centimetri dal suolo.
Che dire? Posso concludere il semestre con un sorriso sornione. E mille ce ne siamo scambiati quel giorno al lab, insieme ad altrettante pacche, vez, siamo fortissimi, ema sei ricco ecc.
Alla faccia dell'anselmi, ora so come utilizzare quella cornice che le ho costruito e che ha sottovalutato, ci infilo il contratto. Muta.
Ora si abbassino le luci, si spari un po di fumo dalla macchina del fumo messa dietro le quinte per l'occasione, si presti attenzione. Stiamo entrando nella parte più nascosta, vietata e perversa dello spettacolo. Il tecnico mi spari qualche faretto rosa sulla nebbia creata, che crea atmosfera.
"Marco ma ti ho invitato alla mia festa" chiede emiloz. Festa? Quale festa? Ce c'entro io? Beh grazie. "No, che festa?" "Il toga party per la mia partenza in asia"
Toga party: festa organizzata fin dai tempi antichi, obbligatoriamente sui laghi da ricconi fuori milano, nei quali si esercitava il culto del dio Bacco, o dio Disagio dopo il xxi sec.
Eeeeh quindi.. toga party. Posso provare ancora a contestualizzare, alle 3 di pomeriggio avevamo già il ferito da pronto soccorso per tuffo acrobatico da molo. Abbiamo fatto le olimpiadi. Roba normale tipo questa.
Possiamo spostare però l'attenzione alla sera, sevendoci un bicchiere di sangrìa e una manciata di lupini giusto per aiutare, quindi, fast forward. L'osservatore attento avrà inteso che nonostante gli ottimi spunti di devastazione non è questo a cui vuole puntare il narratore, ma a qualcosa di più interessante, qualcosa che viene protetto dall'oscurità e dall'ebbrezza generale. Un omicidio. Il maggiordomo ha ucciso il dj mentre si allontanava a farla in un cespuglio di rose. C'è da capirli tutti e due, il dj è alla 37esima sangrìa e all'8ava birra, senza contare il brindisi, ha il corpo che sta collassando su se stesso e si scioglie dall'interno e diciamo che il buco più basso sente una certa pressione. E il maggiordomo, cazzo. Era un fottuto cespuglio di rose. E falla sul piatto del 33 giri, stronzo.
No non è un omicidio. Ma soltanto perché non era presente un maggiordomo. Qualcuno si sarà chiesto il perché delle luci rosa sul palco no? No, non ne sapete un cazzo di cinema. Dai, fate uno sforzo di immaginazione. Ecco una mano. Che dici? È incinta? Ma no daii! Non è incinta! Un'altra mano. Un bacio? Ehh, ci hai preso.
Un bacio.
Forse il rosa non sarebbe stato adatto quanto il blu.
Il blu? Ma allora...
Un ragazzo?
Si.
La faccio breve. Un coglione, l'ho rimorchiato per sbaglio in realtà, ha capito male una battuta che ho fatto, non scherzo. Si è iniziato a strusciare ecc. La cosa interessante è stata la discussione con marta per motivi apparentemente politici fatta subito dopo in mezzo alla pista da ballo per 10 minuti buoni. Rido. Però cercando di calmare gli animi l'ho scansato dalla calca e lui mi ha condotto nel buio sul lago. Beh, una persona, anche se ubriaca, a quel punto capisce al volo, no? Ed è quello che ho fatto. Ma tutti voi sapete che sono un tipo davvero curioso. Mannaggia. E mi interessava davvero chiarire la discussione, anche solo per avere qualcosa da fare di diverso. A lui interessava dacvero altro invece. Ci ho provato in tutti i modi a fargli capire l'importanza di una serie di cose, ma aveva i paraocchi. Madò.
Ah, l'estate.
In ogni caso esperienza da non rifare recentemente, è stato ammazzato tutto il romanticismo del momento. E pomiciare qualcuno con la barba... strano. Brrr.
Per concludere. Questi sono davvero semplici estratti del carosello che sto passando in questi mesi, documentare tutto non sarebbe possibile, sarebbe anche noioso forse, ma ste due bombe atomiche era doveroso. In ogni caso domani pride. Che mi sono lasciato l'ho già detto credo, e se non l'ho detto, ecco fatto. Stasera per esempio ci ho riparlato un pochino per la prima volta, sarà un mese e mezzo ormai. Peccato. Ma è stata una cosa giusta dopotutto. E bella, quella che è stata vissuta. Bella eri te, ma eravamo diversi. Io lo sapevo, è bastato che te ne accorgessi anche tu.. Cooooomunque, questo è quanto. Quanto mi sento di scrivere, poco rispetto a tutto quello che mi succede. Ma non temete. Finisce qui, ma solo questa puntata. Si torna sul palco presto a raccontare la miglior scelta selezionata di avvenimenti e di pensieri direttamente dal periodo che considero il migliore della mia vita. Baci ;)
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mallasalla · 5 years
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avevo iniziato a scrivere sul word, ma poi ho deciso di prendere in mano questo blog da ragazzine lacrimose. voglio continuare il filo dei pensieri qua sopra, sapere sempre dove trovarli, affidarli alla memoria di un cloud, che si può definire sicura. il giorno che cancelleranno tutto Tumblr non so cosa succederà ma vabbè. chissà, sarà come quando mettevo a posto la cameretta che buttavo le cose di quando ero piccolo per tagliare con il passato. quelle cose passate sono ancora lì? non lo so. forse. l’unico modo per tentare di evocarle è di buttare i ricordi ad esse collegati, e se questi trovano il modo di farsi strada da soli davanti ai miei occhi, in quella superficie che nessuno vede, allora significa che un po di importanza di rancore, di dolcezza, lo avevano. è bene tenere la mente più leggera possibile, svotarla dalle cose superflue, tanto quelle cariche di qualche tipo di emozione torneranno, sempre e comunque. 
in questa sera da sbronzo penso a questo, senza neanche sapere di pensarlo. si scrive un po da solo, scrivo lento. devo fare il resoconto del periodo? ok, facciamolo se insisti. arianna mi ha lasciato.prima notizia importante. non nego che mi senta solo, frustrato e rancoroso, ma la sua assenza non è troppo pesante. e non è una cosa che scrivo così tanto per dire, lo sai, blog del mio cuore, diario segreto, tesorino, che non ti scrivo bugie. come direbbe franco, sono tornato con me, e mi mancava all’iniziol’atmosfera. i questo momento mi manca soltanto qualcuno con cui sfogarmi. tanto credo che mi serva a questo la gente: fini personali, poco più. perché sei sempre gentile con tutti allora? beh può far parte di una strategia, lo sai anche te. eppure mi fa piacere essere gentile. ma odio essere sottovalutato, ma probabilmente anche essere valutato secondo il mio livello. non so parlare in pubblico, seconda notizia. non è una novità, ma in periodi di situazione mentale non stabile il timore i aggrava. oggi ho fatto la presentazione, tremenda, a caimi. mi piacerebbe estirpare questa mia mancanza. domani ho la presentazione di storia e non ho scritto ancora un cazzo del discorso. mi ricordo i primi tempi lacrimosi, quando ero quasi sotto esami. sono passati due anni marco. due. tondi credo, o quasi. due anni passati ad analizzare ciò che è stato fatto, per convincersi di valere qualcosa, per farsi montare un po di spocchia e baldanza. i due anni più belli della mia vita, senza dubbio. sembra passata un’eternità, eppure ripercorrendo mentalmente tutto il percorso, la strada è dannatamente breve. è dannatamente breve. 
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mallasalla · 5 years
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Avevo preso in mano sta applicazione per ragazzine lacrimose perché qui bel letto mi era uscito un bisogno di riversare un po di rancore attracerso i pollici e tramite il touch screen riguardo il mio periodo passato al liceo. Me lo semto ancora dentro, nonostante i due anni e mezzo passati. Avevo questa fiera volontà di descrivere un giorno tipo in classe, tra tutti i miei umori storti e le stronzate uscite dalla bocca di certi stronzi. Una volontà vendicativa e sicura. Invece aperta l'app sono finito per farmi una sega davanti al primo video porno capitatomi alla vista. Il primo dannazione. L'ultima me l'ero fatta una mezz'ora fa. Tanto va sempre a finire così, e sono giustificato, lo dissi all'inizio che mi ero iscritto per il porno, non mi giudicate, miei followers. Spendo due parole per piangere delle linee guida che il sito segue da dicembre. Mannaggiaboia, non si può cancellare questa vastissima raccolta di porno bravamente selezionati con tanta fatica. Ora tocca cercarli con la lente di ingrandimento. Però quello di stasera era notevole. Ok basta.
Poi non ho finito di raccontare quello che mi era successo: brevemente, ho fatto un bell'esame e il giorno dopo sono andato inaspettatamente a zurigo da milano con la macchina insieme a gente, siamo tornati la notte stessa. Non sono riuscito a godermelo davvero, sarà, ma quando viaggio mi sento spesso irrequieto e per niente compreso. Mi sento piccolo anche, in confronto agli altri. D'altronde ormai sono io contro me stesso, lo sono sempre stato ma ora è lotta dichiarata in campo aperto.
Penso che non penso a niente, ed è un pensiero fisso. Mi piacerebbe smetterla. Penso che non provo niente, ma lo faccio perché sono troppo ansioso di provare qualcosa. È come una caccia alla volpe, più la rincorri e più lei diventa furba e si nasconde meglio. Penso che ho sempre sbagliato metodo con me stesso. E da questo il mio rancore verso il tempo passato. Ma a qualcuno devo pure dare la colpa, no? Stacco che è tardi e scrivo pure male, non è che sono inconcludente, non sono neanche iniziante. Sono ininiziante. Ma che cazzo, mi viene da vomitare.
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mallasalla · 5 years
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Continua, scrivi un post. Scrivi, posta una continuazione di ciò fatto fin'ora. Affare fatto.
Penso che in fondo il tempo passi per tutti, ed è una benedizione. È come se fosse una mano che ti spinge da dietro per continuare ad andare avanti. L'importante è non smettere di camminare, altrimenti diventetebbe una spinta che irrimediabilmente porterebbe a una caduta. Non esiste lasciarsi trascinare, per chi può essere tanto fortunato da indossare pattini che lo lascino scivolare.
Vorrei saper come camminare in modo giusto. Vorrei camminare come voglio io. Vorrei accorgermi che in fomdo non mi.posso lamentare di come sto camminando, anche solo per il fatto che lo sto facendo e anche in maniera dignitosa, ma non riesco a non pensare a come sarebbe saperlo fare meglio di così. È una fissazione, ma per pararmi il culo e per continuare ad averla dirò che ognuno ha le sue. Io ho la mia, insieme a qualcosina di altro.
Scrivere mi aiuta a rallentare i pensieri, a vederli meglio. Non serve scrivere in fretta, forse non serve più. Prima era diverso.
Sto provando a fare chiarezza, cercare di capire quello che ci siamo detti io e la terapista, anche se non so davvero quanto questo tono epico e un po lacrimoso possa davvero servirmi, ma vale la pena provarci no? Almeno qualcosa è fatto, uno sforzo. Il problema è che mi sento come se la testa fuggisse naturalmente da quello che ci siamo detti, il suo classico rimandare le faccende che una mia parte ritiene doverose. Eh già, perché la mia mente è divisa in due parti, che fanno uno strano tiro alla fune ma non si accorgono di essere la stessa cosa dopotutto.
Penso spesso alla mia infanzia e adolescenza, ora che posso dire di esserne appena uscito. Chissà come sarebbe stato viverla in modo diverso. Alcune esperienze sono capitate, e non posso dire di esserne soddisfatto, riguardo soprattutto all'aspetto che collega me e le mie giovanili compagnie. Il problema li ritrovo lì. Eppure, che fortuna. In fondo sei talmente fortunato di non riuscire a capire quanto questo mondo sia tremendo. Ma non posso fare a meno di pensarci.
Stacco, racconto le vicende strane di questi giorni perché meritano di essere almeno menzionate.
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mallasalla · 5 years
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ho iniziato a scrivereoggi perché mi sto annoiando e perché non riesco a studiare anche se so che questo tempo mi servirà qiando non ne avrò per gli esami. però almeno è un momento per dire qualcosa. già con questo incipit mi verrebbe voglia di smettere ma vabbè.
è passato un altro anno, oggi è il primo giorno del duemiladiciannove. non mi faccio mai programmi per il nuovo anno, servirebbero a farmi sentire inutile poco rispettoso delle promesse che faccio a me stesso come al solito, perché so già che non mi darò retta. è un modo come un altro per iniziare un anno. ho paura della mia apatia, mi sento privo di forze nel fare qualsiasi cosa di produttivo e persino nel pensare. insofferente è la parola giusta. in questi giorni ho maturato una possibile ipotesi che spiega questa tendenza che ho spesso di non fare le cose che ritengo anche interessanti, insieme ai doveri che protraggo per tempi infiniti: quello che penso è che in qualche modo non credo veramente in quello che faccio, non nel senso che non abbia una forte tensione verso il futuro, ora che finalmente lo posso vedere senza deprimermi della sua schifosità, ma perché ho una strana sensazione che quello che sto facendo non mi colpisca direttamente. provo a spiegarmi meglio (il fatto che stia scrivendo in modo così patetico è una dimostrazione del poco sforzo che impiego per fare le cose e anche di quanto questo momento sia sbagliato per scrivere. odio queste continue giustificazioni che tiro in ballo per cercare un minimo di difendermi, così risulto ancora più patetico e perdente. non perdente, ma forse timoroso di perdere. qualsiasi cosa basta per scatenarmi addosso la depressione da sconfitta, anche quelle di cui nessuno si può accorgere, ma sto migliorando penso, li lascio andare di più questi sentimenti, come è giusto che sia, probabilmente perché sto iniziando a confrontarmi con il mondo.). quello che mi servirebbe è una tesione genuina allo studio, causata da un vero interesse sia al miglioramento sia soltanto derivato dalla curiosità che ho spesso e volentieri. perché non investo su me stesso e mi scollego dal compiere strettamente i doveri scolastici e mi inizio a informare in maniera seria? attivamente cazzo, mi manca l’informazione attiva e profonda, quella che ti porta a vedere come sono fatti i tantissimi eventi che riguardano i miei presunti interessi. è una cosa che è sempre successa, spesso evito anche di mangare la pappa pronta. e una cosa che odio profondamente è come sto buttando al cesso le giornate e continuo a non riuscire a sfruttare la mattina come dovrebbe essere usata. mi sento dormiente tutto il cazzo di giorno. fuck.
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mallasalla · 6 years
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Scrivo del presente perché è ciò in cui vivo. Ora è un po tumultuoso, bello, stancante, diverso, speranzoso, insicuro, reale da far male e da far rimanere tristi e pensierosi.
Oggi ho ricevuto la mail di dinamys prc che mi bocciava al test di ingresso. Ne ho letto l'anteprima in classe, a lezione di modellazione (o almeno così la chiamo io) e l'ho eliminata, non l'ho ancora letta. E poi a che scopo la dovrei leggere? Mi bastavano le prime righe, sono consapevole che il mio progetto è ancora lontano e pieno di problemi, ma in quel momento la mancanza di emozioni legate all'arrivo della mail mi ha quasi stupito. Vabbè.
Stasera sono andato con gio a vedermi il film sul progetto di renzo piano, e mi ha lasciato un po scosso. C'è così tanto di nascosto nelle sue parole, sai che sono vere e sai che sono cose che provi anche te, ma che non riesci a dire mai! Come vorrei. Quando potrei?
Mi è piaciuto il modo in cui mi ha fatto ricordare come immagino la "gente" sotto un certo punto di vista. Gente, questa parola a volte, vista sorto la giusta luce evoca un significato preciso. Sono molti, ma tranquilli, amichevoli, allampanati, sicuri. Mai troppo vicini. Ispiranti. Probabilmente ispirati. La Gente. Camminano. Fanno qualcosa, parlano. E C'è luce dove sta la gente. È un bel mondo, dove sarebbe bello stare. Scarpe, pantaloni lunghi ma giusti, non troppo informali ma anche un po eleganti. Così. Adatti. Il pavimento della sua opera in vetro satinaro faceca vedere le scarpe nere da sotto. E poi la sua passerella avvicinandosi al parapetto faceva vedere i tuoi desideri. C'era tanta qualità in quello che ha fatto. Che testa devi avere per creare qiella qualità? Mi serve un progetto, uno scopo più preciso. Io non ho quella qualità Marco ma non importa, devo capire di non averla, ma lo devo capire bene. E più importante devo capire cosa ho, facendo, imparando, creando, distruggendo e ancora creando.
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mallasalla · 6 years
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Buonasera
Scrivo con la necessità di scrivere e sensa la consapevolezza di quello che sto scrivendo.
In questo momento credo che vorrei desiderare quello che più riesco nella mia situazione. Voglio strizzare ogni goccia di quello che mi è permesso dalla persona che sono per riversarla nel mondo nella forma migliore. Voreei creare, distruggere, pensare, immaginare e ancora creare. Io sono ciò che ho passato ma non ancora ciò che non ho passato. In questo mondo di pazzesche e bellissime, terribili possibilità, per me votrei scegliere quelle che più si avvicinano alla migliore via. Vorrei essere consapevole di poter cambiare il mondo e saper di star facendo del bene. Vorrei che i riconoscimenti non siano il fine, ma una reazione di cui non mi importi, alla vista di quello che riuscirei a immaginare. Vorrei coprire ciò che ho appena realizzato con qualcosa di ancora più grande che me lo faccia dimenticare, e così ancotra mille volte.
Quale speranza? Che infusione di ottimismo? Che scrollata di negatività? Vorrei, ma sento che non riesco.
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mallasalla · 6 years
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Il problema della scritturaa è che si deve iniziare con un'introduzione, uno dei miei metodi migliori è la meta-introduzione infatti, quello che sto facendo ora, che in parole povere sarebbe come guardare l'introduzione da un livello più alto e dichiararne lo scopo. Questa qhundi, la spiegazione alla meta-introdizione, sarebbe una metameta-introduzione, che non spiega solo l'introduzione ma anche il motivo della meta-introduzione. Ciò che ho detto sarebbe quindi a questo punto una meta-meta-metaintroduziome, e così via. È vero, fare una metaintroduzione porta a questi rischi.
Sono a milano, sono um po ubriaco, e sono a unaa festa, e chi mi conosce particolarmente sa che le feste non mi piacciono. Colevo soltanto condividere momenti a mia opinione preziosi perché hanno il fottuto difetto di non essere permqnenti.
Credo che in fondo basti dire questo, alla fie sononla parye sscrtta di me stesso, da dire c'è poco altro, e poi non è che abbia mai scritto cose tanto fondamentali.
Scappo che sta arrivando A.
Ciao
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mallasalla · 6 years
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Puntaldia 6 agosto 2018 ore due
Pensavo che scrivere giornalmente laa crociera in corsica e sardegna sarebbe stato un bell'esercizio e un modo per entrare in contatto con me stesso. Questo è il quarto giorno di viaggio ed è la prima cosa che scrivo. Poco male, almeno l'azione in questo momento l'ho fatta, io che tergiverso senza mai concludere, spesso.
Ho appena finito di vedere blade runner 2049 e niente, gran film, ora sono sul frangiflutti con una luna color crema diplomatica bassa sull'acqua calma e le luci del porto di puntaldia davanti a me. Posto carino puntaldia, davvero, con un nome particolare. Sopra le luci e le voci ancora insonni c'è marte, ancora sopra tutto il cielo stellato. Io sono qui, senza maglietta, uscito dalla mia cuccetta, cacciato dal suo calore e dalla sua scomodità e attirato all'esterno dal freco umido marino.
Non penso a niente, o almeno penso di non pensare a niente. È un pensiero ricorrente ormai questo. Chissà cosa è cambiato, sono cambiate troppe cose, neanche me ne importa più ormai. Ho venti anni, sono imbarcato per la prima volta e sto sostenendo il clima a volte teso, ma comunque mai troppo leggero, della barca. Lo reggo con le mie forze, è bello sentirle, averle. Si sta bene. C'è questa striscia pazzesca sull'acqua che mi collega sempre alla luna, verso l'orizzonte si interrompe e poi riprende formando un punto, come un esclamativo rovesciato, o come una freccia. In alto, a sinistra della luna ci sono le pleiadi, che si cedono solo con la coda dell'occhio, nascoste dalla luce morbida. Tutto quello che penso non vale la pena di essere scritto, è bello quindi descrivere quello che vedo, essendo un gran colpo d'occhio. È come se quello che provo ora sia legato così bene con il paesaggio che solo la descrizione di questo basterebbe a spiegarlo. Ma come il solito ho spiegato poco o niente. Tanto ormai è tutto così mescolato che non ha senso neanche più spiegarlo, come quando tirando un capo della cima viene su tutto un nodo, e il nodo stesso diventa la cima, perché indissolubile da se stesso e composto di lei. Ora è questo che sono. Un capo, corto, di cima, da cui parte un grande nodo, stretto e sottile, le maglie leggere e trasparenti, in modo che ognuna assomigli all'altra e non si possano distinguere che frammenti e curve. Tutti appartenenti allo stesso filo, che ha solo un inizio e solo una fine. Sembra molto strano. Al capo superiore sono attaccato io, il mio estremo, il mio "termine", e non so se sono ancora oppure pesce. Cambierebbe poco alla fine.
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mallasalla · 6 years
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Titolo, se ne vuoi uno. Continua, scrivi un post. Post. Dopo. È a questo che scrivo veramente? Dovrei scriverti dei fatti, mio bel dopo, indefinito e sfocato. Che te ne fai di rimuginazioni? Forse te ne fai più che dei fatti in realtà. Non lo so, so solo che lo scoprirai quando diventerai reale, e quindi presente. Ma non presente come oggetto, ma presente come tempo. E neanche presente come a scuola, con la mano alzata. Da dopo a ora, da futuro a presente. Scrivo a te marco del dopo, o a chiunque persona del dopo che leggerà queste lettere del marco del presente, che presente è solo adesso, che poi diventerà assente. Vabbè. Ti piacerà leggere più di fatti, celermente esposti o di pensieri, stranamente spiegati? Spero di aver fatto la scelta migliore.
Perché scopro di avere pensieri che non credevo in mio possesso quando scrivo? Perché sono convinto che per scrivere si debba stare in un clima di tensione, che bisogni scrivere velocemente che sennò non è sentito e sofferto? Che cosa stupida. Ora che questa sera, o meglio notte, sono riuscito a scrivere lentamente, capovolgendo la previsione iniziale. Si può stare bene anche senza stare male forse. Magari è una cosa poco comprensibile, ma è vera, e ha senso almeno per me. Chissà come sarà tornare a orbetello, con i capelli lunghi e la capacità di fregarsene. Mi rendo conto che quest'anno il tempo non è passato ciclicamente, non sono costretto a rinascere d'estate come un' empusa dopo essere morto bruciato da me stesso come una fenice. Quest'anno, per una volta sono una fenice vecchia, che non ne ha voluto sapere di finire spenta in un cumulo di cenere. Si va avanti questa volta.
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mallasalla · 6 years
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Buonasera
Penso che la mia capacità di scrivere in maniera bella e cone piace a me in qualche modo si sia persa, non so come e non so dove, ma apprezzate lo sforzo che faccio nello scrivere su sto blog di ragazzine lacrimose sapendo che quando chiuderò sto testo sarò insicuro e giù di morale.
Mentre scricevo l'ultima frase A mi ha inviato un video. A, la mia svolta in questo periodo, la conclusione perfetta alla fine di un anno incredibile. Quante volte ultimamente abbiamo detto tra di noi quanto sia passato in fretta e d'altra parte quante cose siano successe. Questo inverno mi rendo conto di aver avuto probabilmente uno dei più grandi camviamenti di tutta la mia vita a livello intellettuale, praticamente è come se fossi finalmente arrivato alla conclusione che tutti i pensieri nei quali mi ero sempre chiuso fossero un'enorme scusa. Parto da questo discorso, che forse ho già spuegato sul mio blog pieno di followers, e non so neanche bene perché lo faccio, però so che è importante. Probabilmente è esso stesso una giustificazione.
Questa ultima frase scritta rappresenta lincredibile e enorme paradosso in cui sto ormai: se mi sono convinto che tutto quello che ho pensato sia una scusa e una giustificazione, perché non potrebbe esserlo anche proprio questo pensiero, ovvero quello della giustificazione? Mi giustifico giustificandomi. Perché decido sempre di cacciarmi in questi stupidi paradossi? Probabilmente perché non so come uscirne. Masochista. Comunque, la caduta di tensione che ho avuto in questi mesi mi ha portato dei cambiamenti clamorosi che non avrei immaginato, rileggendo le prime scritte che feci qua sotto all'incirca un anno fa ne riesco a comprendere la potenza. Tra tutto questo c'è una cosa che mi turba profondamente: io, che non ho mai vissuto senza essere sotto tensione, come faccio ora a tirare fuori i miei strani, complessi, dannosi e amati pensieri? Sembra di stare in bonaccia, la vela piatta, la scotta lenta, la barca ferma e dondolante. Sento di scrivere senza tensione, eppure era troppo chw non scrivevo. Eppure era troppo che non registravo quello che stava succedendo. Lo vedo come una testimonianza questo scritto, e quelli prima di lui. Sento che avrei da scrivere giorni e chilometri, tanti quanti ne ho fatti durante questo bellissimo anno passato per le strade, tra la polvere del politecnico, tra le birre e ultimamente tra i capelli di una Lei. Eppure sento che la maggior parte rappresenterebbe la mera descrizione di fatti. Fatti. Insipidi. Oppure ciò è soltanto una scusa giustificazione inganno velo cortina. Non sto parlando di fatti ora, anche se ne avevo la paura. Certo, non sono in tensione, non sento le parole fluire fuori dalle dita come a volte meravigliosamente e riassuntivamente hanno fatto, Però non può essere neanche sempre come si vuole, no? La senti l'importanza di scrivere, per lasciare qualche impronta sporca, ma anche per altro. Ma ne abbiamo già discusso qua sotto e non mi piace ripetermi di solito.
Ventitreecinquantanoveminutidelgiornoventottozeroseiduemiladiciotto. Zerozerozerozero. Ho trovato un angolo di pace, abbastanza resistente da non avere il timore di essere nominato. Ho trovato conforto e sicurezza nei mesi dove queste sensazioni dovevano sparire e lasciare posto ai loro opposti, così violentemente che pareva non potessero tornare più. Ho trovato amici a cui non importa più di tanto di dimostrarsi intelligentissimi e sopra la media. Un po si, ma sennò dove sarebbe il gusto? Siamo esseri strani, come ha detto giò nessuno della nostra compagnia è normale, siamo tutti lievemente danneggiati, come un oggetto usato che ami ancora di più proprio per i suoi familiari scricchiolii. Questo però l'ho detto io, almeno i meriti per qualche paragone lievemente tumblr datemeli, no? E anche un po di egocentrismo e spocchia, dato che mi mancano tanto. E vaffanculo, l'ho sempre detto che devo essere onesto qui sopra, e l'autocritica fa parte di questo.
Ricordo gli ultimi fogli che ho scritto. Erano pensieri pesanti e spezzati, forzati, come se mi sforzassi di stare male ma non ci riuscissi in pieno. Perché devo essere complessato per sentirmi soddisfatto? Questa è una delle grandi domande che mi sono posto e che per molto tempo provavo troppo imbarazzo con me stesso per chiedermi. Vorrei che finisca, e posso dire che in qualche modo sto iniziando ad apprezzarmi anche se non dico cose particolarmente profonde o studiate. Ah mi sto anche facendo crescere i capelli, la boccia mi aveva stancato. Ma ormai non trovo più niente da scrivere e penso che stasera chiudo qua. Anche se non è vero. Anche se me la racconto. Anche se racconto di raccontarmela. Anche se racconto di raccontarmi di raccontarmela. Anche se racconto di raccontarmi di raccontarmi di raccontarmela. Anche se racconto di raccontarmi di raccontarmi di raccontarmi di raccontarmela. E così all'infinito.
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mallasalla · 6 years
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Sto simulando un dialogo con uno psicologo. Gli sto sputando in faccia quello che provo ma il fatto è che sono code che bon si possonovripetere. Sono fili cge tesso e che scompariranno, verranno dimenticati per colpa della loro trama troppo intrecciata e spesso veloce. E per questo sono fili sublimi, mi chiedo a volte se vale la pena parire per tessere opere così astratte e fine a se stesse perché quasi non analizzavili, non sono abcora riuscito bene a rispobdermi. Un po si e un po no penso. Lo vedo anche come spunto diciamo, lo devo ammettere, più in avanti mi spingo e più posso dare, ma devo anche trovare il modo di rendere il mio patimento reale perché sennò sarevve non solo inutile ma controproducente, molto. E così è stato fin'ora penso. Oggi dopo una scena muta all'università mi è stato dato 25. Sono morto dentro dalla rabbia.
Io non vorrei fare questo discorso perché mi sa di finto, diciamo che quello che sto pensando l'ho sempre messo in discussione. È una cosa profondamente personale, mi sta sul cazzo perché ho paura che sia un rischio anche solo pensarla ma è un pensiero troppo ricorrente in questi tempi ed è arrivato il momento di scriverlo.
Io non capisco cosa le persone vedano in me, ho paura di aver fatto in modo in tutti questi anni di convincere silenziosamente chi mi sta intorno di avere potenzialità delle quali non dispongo e che quindi questa cosa mi abbia in qualche modo corrotto dentro. L'ho fatto per varie ragioni, per favoritismi soprattutto, per dimostrarmi più intelligente credo, per sentirmi in diritto di parlare di cose che nessuno sa forse. Questo ha sviluppato una grande pigrizia e grande, grande ansia da prestazione. Perché quindi vengo ripagato ingiustamente di quest'ansia? La mia vita è uba cazzo di bugia? Se la mia cita è uba bugia, che senso ha cercare di andare avanti per questa strada? Il problema è che la pigrizia che ho sempre acuto mi ha impedito di portare veramente il culo su un binario che mi piacesse, o anche solo di cercare di risolvere una situazione di malessere. La faccio succedere e basta. Utile. Che poi forse in profondità ho pensato che il malessere fosse la chiave per dicentare ciò che gli altri non sono e per avere quindi il potere di darmi ragione. Il discorso è intricato, diciamo che grazie al malessere sentivo che avrei potuto sembrare migliore. Non ci siamo, non è chiaro. Grazie alla dimostrazione di malessere avrei potuto dimostrare di avere una fonte di malessere, cosa che se esternata a dovere faceva in modo di rendermi particolare. E quindi mi ci sono avvolto dentro, come in un piumone, finalmente riuscendo a giustificare la mia pigrizia e dimostrando che avevo un qualcosa in più rispetto agli altri.
Questa è una cosa che sono disposto a considerare come ipotesi e che smonta anni e anni di mali, pensieri, sforzi e leve, dicendo quidi finalmente che non valgo un cazzo e che la mia vita è una menzogna. Sono disposto a considetarla come ipotesi perché mi sembra giusto valutare ogni ipotesi, l'ho sempre fatto. E fa davvero male scriverlo.
Il problema è il dissidio che porta la valutazione dell'altra parte della medaglia. E se acessero ragione? Per lo stesso motivo che mi porta a scrivere e a cercare quindi di liberarmi. Dico, e se fossi davvero così diverso come mi hanno a volte dipinto? Vuol dire che fin'ora ho fatto così poco per sfruttare questa diversità? O vuol dire che essendo diverso ma che a forza di malesseri abbia imparato a vivere come una persona normale e riesco a vedere due mondi tra loro distinti, quello della normalità e il mio, personale, mondo?
Quello che davvero mi turba di questo discorso è il rischio di montarmi la testa, di dare ragione alla mia pigrizia e di diventare quindi un coglione, un pallone gonfiato che si sente figo perché è diverso. Spiegato malino il concetto, ma mi sento davvero stanco in questo momento, e la visione che si era elevata quel tanto che bsstava per cercare di descrivere il paesaggio man mano sta tornando al livello del suolo.
Il fatto è: do ragione a chi mi vede come essere strano o decido una volta per tutte di stancarmi delle menzogne?
È difficile da spiegare. Eppure io il mio mondo personale lo vedo, e quando lo faccio vedere agli altri rimangono quasi sbalorditi, dicono che ho ragione, dicono che è quello che stavano pensando e che sto parlando con la loro bocca. Perché ci riesco? Cioè, a me non è quasi mai successo di trovarmi davanti qualcuno che parlasse di argomenti molto profondi e di dargli totalmente ragione. O forse lo fuggivo e mi sforzaco di credermi ancora il migliore perché bon sopporto che ci sia gente migliore di me belle cose in cui tengo. E il mio mondo è una cosa a cui tengo. Mondo inteso come pebsieri ovviamente, come spazio empirico caratterizzato da una visione avente una sua logica personale e con tanti posti nebbiosi non scoperti. Io ci tengo al mio mondo, ma è un mondo vero o un mondo finto?
C'erano altre cose durante il discorso che volevo dire, ma sono discretamente contebto di come sia riuscito a tessere questa parte di spazio, diciamo che si riesce a comprendere, forse alcune cose devobo essere lette rtra le righe ma non è facile tenere fermo il timone con il mare in tempesta.
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