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Come settare le Facebook Ads? Ho preparato un setup strategico che potrebbe aiutarti. Buona lettura 📘 #facebook #cbo #campagna #ads
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Quanto budget devo investire in campagne facebook?
Qualcuno ti ha detto che basta investire un budget di 5 euro in campagne Facebook, per vendere il tuo prodotto o servizio? Se fosse facile potremmo farlo tutti, ma non è così.
La verità è che dietro alle Facebook Ads girano una montagna di soldi, soprattutto ora che è pieno di inserzionisti. Quindi, se vuoi pubblicizzare un prodotto o servizio che è già presente sul mercato, devi contenderti lo spazio con altri competitor.
Purtroppo te lo devo dire, investire 5 euro al giorno in Ads equivale a buttare soldi. Infatti è molto più facile sprecare budget con azioni spot a basso budget, che destinare un investimento pubblicitario per tutta la durata dell’anno.
Per capire quanto investire in Facebook Ads dobbiamo necessariamente fare un passo indietro e capire come funziona.
Come funziona Facebook Ads
Facebook Ads si basa su un sistema ad asta tra persone che desiderano uno spazio e che competono per ottenerlo.
Lo spazio sostanzialmente è la impression, cioè la visualizzazione del tuo contenuto sulla bacheca di un utente.
O meglio, l’impression è il numero delle volte in cui un’inserzione è visibile sullo schermo di un utente. Se l’utente vede l’inserzione in due momenti diversi del giorno, conta come 2 impression.
Ogni volta che viene mostrata un’inserzione, l’algoritmo di facebook impara qualcosa in più sulle persone a cui mostrarla.
Tante sono le volte che l’inserzione viene mostrata, tanto più l’algoritmo diventa efficace nell’ottimizzare i risultati. L’ottimizzazione avviene soprattutto nella fase di apprendimento con una finestra di 1, 7 o 28 giorni dalla pubblicazione.
Fase di apprendimento dell’inserzione
La fase di apprendimento è sostanzialmente il periodo durante il quale, l’algoritmo apprende a chi destinare l’inserzione.
Ad ogni interazione facebook impara qualcosa di nuovo, permettendoti di acquistare mano a mano, spazio di qualità maggiore.
Per aiutare l’algoritmo a trovare i tuoi potenziali clienti, devi necessariamente assicurarti che l’inserzione esca dalla fase di apprendimento, ma soprattutto che ottenga un buon punteggio di pertinenza, ma di questo ne parliamo a breve.
Come ho detto, Facebook Ads è un sistema ad asta, quindi potresti scontrarti con diversi tuoi competitor, vediamo come viene determinato il vincitore.
Come viene determinato il vincitore dell’asta
Prima di tutto Facebook si assicura di garantire che l’inserzione vincente ottimizzi il valore sia per gli utenti che per chi investe in pubblicità, per questo motivo il vincitore dell’asta è quello con l’inserzione che ottiene il valore totale maggiore.
Il valore totale è una combinazione di 3 fattori principali:
Offerta: l’importo che l’inserzionista è disposto a pagare per raggiungere il risultato desiderato.
Tassi di azione stimati: la probabilità che mostrare un’inserzione a una persona porti al risultato desiderato dell’inserzionista
Qualità dell’inserzione: come il feedback degli utenti che visualizzano o nascondono l’inserzione e le valutazioni degli attributi di bassa qualità nell’inserzione. Ad esempio: informazioni nascoste, linguaggio sensazionalistico e il click bait.
Puoi misurare la qualità della tua inserzione viene definita in base alla pertinenza delle inserzioni.
Punteggi di pertinenza
Il punteggio di pertinenza viene calcolato in base ai commenti positivi e negativi. Più le interazioni previste sono positive, più alto sarà il punteggio di pertinenza dell’inserzione.
Come può aiutarti il punteggio di pertinenza
Comprendere i punteggi di pertinenza può aiutarti in diversi modi:
Ridurre i costi per raggiungere le persone. In poche parole, più alto è il punteggio di pertinenza di un’inserzione, minore sarà il costo di pubblicazione della stessa.
Testare le opzioni di contenuti creativi delle inserzioni prima di pubblicare una campagna. Puoi testare varie combinazioni di immagini e testi con gruppi di pubblico diversi e scoprire quali combinazioni offrono il punteggio di pertinenza più alto.
Aiutare a ottimizzare campagne già in corso. Mentre le campagne pubblicitarie sono attive, puoi monitorare i relativi punteggi di pertinenza. Il calo di un punteggio dovrebbe farti riflettere se aggiornare i contenuti creativi o il pubblico dell’inserzione.
Adesso che hai capito come funziona Facebook Ads passiamo alla domanda principale.
Quanto budget devo investire in campagne facebook?
Purtroppo non c’è una risposta precisa, dipende da tanti aspetti, alcuni di questi li abbiamo trattati poco fa, come:
L’ottimizzazione delle creatività durante la fase di apprendimento;
Il livello di pertinenza dell’inserzione;
L’offerta, cioè il budget che sei disposto a pagare;
Ma dipende anche da:
La tipologia di prodotto o servizio che offri;
Dal numero di inserzionisti con cui competi;
Il modello di business (attività locale, eCommerce o acquisizione contatti).
Come calcolare il budget da investire in campagne Facebook
Prima di investire tieni presente che è necessaria una fase di test, per comprendere i costi e analizzare i dati. Quindi una parte del budget deve essere destinata a questa fase in modo tale da capire quanto è il CPM, il quale varia di giorno in giorno.
Il CPM (cost per mille) è il costo per ogni mille impression.
Secondo uno ricerca di statista.com il costo medio per CPM in Italia da Febbraio a Ottobre 2020, oscilla tra 0,47€ a 1.63€. Solitamente si aggirava intorno ai 2.00€ ma la pandemia ha influenzato tantissimo gli investimenti pubblicitari degli inserzionisti.
A questo punto per capire quanto investire per una campagna, determina quante impression vuoi ottenere. Ipotizziamo che vogliamo 300.000 impression, moltiplica la cifra per i CPM, ad esempio 1.64€ e dividi il tutto per 1000.
300.000 impression x CPM 1.64€ : 1000 impression = 492,00€ budget totale
Ed ecco che hai ottenuto l’importo che devi spendere per raggiungere 300.000 impression.
Adesso dividi il tutto per 30 giorni, la cifra giornaliera da spendere sarà di 16,40€ al giorno.
L’ultimo consiglio che ti voglio dare è quello di assegnare un budget mensile fisso, in maniera tale da consentire all’algoritmo di aiutarti a ottimizzare le tue campagne.
NO CAMPAGNE SPOT. SI A CAMPAGNE DI LUNGA DURATA.
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Articolo utile per chi vuole realizzare una campagna cbo facebook
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Un piccolo approfondimento su cosa é il Personal Branding e come iniziare a farlo.
⬇️ Buona lettura
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Perché non hai bisogno di follower per vendere? Spesso mi è capitato di vedere pagina con migliaia di follower, ma le vendite? Pari a zero
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7 errori comuni che devi evitare in Instagram

Errore 1: utilizzare hashtag inutili
Come ben sai, è possibile pubblicare 30 hashtag massimo in un post, ma siamo sicuri che sia necessario metterli tutti?
Gli hashtag sono uno strumento di rilevabilità, facilitano la ricerca di una determinata tematica, per questo motivo gli hashtag devono essere scelti con criterio ed è necessario che siano strettamente legati all’argomento del tuo post. Nel 2017 Instagram ha comunicato ai propri utenti:
“[…] consigliamo di concentrarti sul tuo obiettivo o obiettivo aziendale. Piuttosto che sugli hashtag. Avere una strategia di crescita che si rivolge al pubblico giusto è essenziale per il successo su Instagram.“
Quello che ho capito che è che usare i 30 hashtag disponibili non ti darà la visibilità che hai sperato. A dir la verità, il rischio è che sia controproducente, riducendo di molto la visibilità dei tuoi post e il coinvolgimento. Ho notato infatti che utilizzando sempre gli stessi hashtag sono andato incontro ad una sorta di spam.
Inoltre utilizzare hashtag troppo comuni (es. #love, #instadaily, #picoftheday ecc.) è come non usarli affatto. Nessuno ti noterà perché vieni buttato nel mucchio, insieme ad altri milioni di utenti.
SOLUZIONE: non pubblicare gli stessi hashtag più e più volte. Utilizzali 4 o 5 volte massimo, dopodiché cambia. E ricordati soprattutto di rendere gli hashtag pertinenti alla tua foto.
Errore 2: acquistare followers
In questi anni abbiamo visto Instagram crescere e migliorare sempre di più. Sono state implementate diverse funzioni, gli utenti fake vengono eliminati, l’utilizzo di bot viene bloccato, la tecnica follow/unfollow porta alla penalizzazione e il conteggio dei like, visibile agli utenti è stato completamente eliminato, per dar spazio ad un interesse reale del contenuto.
Insomma, crescere organicamente è diventato sempre più difficile ed essendo di proprietà Facebook, anche Instagram spinge le persone a fare pubblicità, quindi a investire denaro.
Nonostante ciò, ancora oggi è possibile acquistare follower, con tutti i rischi del caso. Il lato positivo è che con pochi euro, puoi ottenere migliaia di nuovi follower. Il lato negativo è che non sarai mai in grado di CONVERTIRE, è ovvio, essendo utenti fake nessuno di loro sarà mai interessato a quello che comunichi.
Inoltre cosa succede acquistando i follower fake?
Prova ad analizzare il tuo account tramite il sito Ninjalitics, vedrai che il tuo profilo ha un engagement rate specifico. Se viene segnato in verde, il tuo engagement rate è positivo. Ovviamente il tuo engagement rate si abbassa e passa a rosso in caso di account acquistati. Questo perchè il valore del tuo profilo viene calcolato in base ai follower che possiedi, ai commenti e ai like. Nel caso di acquisto di follower fake ottieni solo i seguaci e zero like o commenti, al contrario invece di un follower organico che non ti lascia solo il follow ma una manciata di like.
Certo, avere tanti followers a così poco prezzo è bello, ma quello di cui hai bisogno realmente è un coinvolgimento reale che non si può comprare, devi lavorare sodo per guadagnartelo.
SOLUZIONE: lascia stare i bot e non acquistare i follower fake.
Errore 3: pubblicare contenuti noiosi
Ti sei mai esposto realmente? Hai mai provato a pubblicare qualcosa di insolito o irriverente? Sei sul pezzo o arrivi sempre in ritardo?
Una post che merita l’attenzione deve innanzitutto suscitare un’emozione, provocare una reazione, e non ti parlo solamente di una foto ma anche della didascalia.
Non è necessario essere dei geni per creare post efficienti, devi solo essere un pò più creativo rispetto agli altri.
Cambia il tuo punto di vista quando scatti una foto ad esempio. Non fare le foto come le farebbe una vecchietta con la reflex in mano! Sdraiati per terra, piegati, cambia angolazione, usa il grandangolo, la macro, la regola dei terzi, insomma non basta premere il pulsante dello scatto solo perché hai centrato il soggetto nell’inquadratura.
Oltre all’arte della fotografia puoi sfruttare anche le grafiche. Dai vita ad un format utilizzando dei colori e font che rappresentano il tuo profilo. Crea un contenuto breve, ed intuitivo. Alcuni utenti ad esempio hanno capito come sfruttare i caroselli.
Infine non ti dimenticare di un altro pezzo importante del puzzle, la didascalia. Comunicare con i tuoi utenti è importante, magari un giorno ti potrebbe interessare un corso da copywriter, ma basta veramente poco per scrivere un testo interessante. Se hai bisogno di uno spunto, posso suggerirti di scrivere qualcosa su di te, parla della tua storia, racconta quali sono le tue passioni, ambizioni, desideri, insomma non ti limitare copiando e incollando una frase che hai visto o sentito da qualche parte, non ti limitare a scrivere solo una parola che secondo te raccoglie l’essenza della foto, perché è come se non avessi scritto niente!
SOLUZIONE: Studia i contenuti dei tuoi competitor, cioè di quegli utenti simili a te che hanno avuto successo, pensa a come puoi trasformare un post “noioso” in un post “interessante”.
Errore n. 4: non interagire
Instagram è un social network (una rete sociale), che permette di avere rapporti sociali e che consente la comunicazione e condivisione tramite foto, video e testi.
Questa definizione dovrebbe farti capire subito che su Instagram è necessario interagire con gli altri se si vuole far parte del gruppo, sembra scontato ma non lo è. Ancora oggi molti utenti non sanno bene cosa farci. Non creano contenuti, non condividono, fanno semplicemente parte di quel famoso 90% di utenti che vengono definiti Lurkers.
Quindi non curare le interazioni, dimenticandosi di rispondere ai commenti o alle domande, porta i tuoi follower ad andarsene.
Ma non si tratta solo di stare attenti sul proprio profilo, per ottenere interazione bisogna dare interazione, quindi è necessario che visiti altri profili, possibilmente in target con il tuo, e compi azioni di like, commenti e condivisioni.
SOLUZIONE: vai sulla barra di ricerca, filtra gli utenti più simili a te tramite gli hashtag e luoghi, e interagisci con loro.
Errore n. 5: non usare le Stories e i Reels
Le stories nascono per immortalare momenti di vita quotidiana. Una funziona completamente diversa dai post che pubblichiamo direttamente nel nostro feed.
La differenza sta nel fatto che le stories restano per 24 ore e hanno una durata di 15 secondi ciascuno e risultano meno artefatti rispetto ai feed post che rappresentano un pò la prima impressione che le persone si fanno di te.
Le Instagram stories inoltre, incoraggiano gli utenti a rimanere sulla piattaforma più a lungo e a tornarci più frequentemente.
Alcuni dati interessanti che dovrebbero farti riflettere:
Utenti sotto i 25 anni trascorrono più di 32 minuti al giorno su Instagram, mentre il restante, trascorre più di 24 minuti al giorno.
Oltre 500 milioni gli utenti quotidianamente caricano le loro stories.
1/3 delle Instagram Stories più visualizzate proviene da profili aziendali.
SOLUZIONE : esplora la funzione stories e studiati tutte le possibilità che ti offre per creare contenuti d’intrattenimento. Pubblica almeno 1 volta al giorno e comunica con i tuoi utenti creando sondaggi, quiz e domande.
Errore 6: creare troppe strategie
Fare più cose anziché concentrarsi su una soltanto, porta a risultati inconcludenti. Ma tranquillo è un difetto comune, questo perché non sei sicuro di quello che stai facendo, e quando non vedi risultati immediati allora provi con qualcos’altro.
Quello di cui hai bisogno è avere una strategia e rispettarla dall’inizio alla fine. Per questo non devi andare a caso, ma progettare e studiare prima di iniziare il tuo percorso.
Il tuo obiettivo è far crescere follower? Il tuo obiettivo è portare traffico al tuo sito web? Il tuo obiettivo è far conoscere il tuo brand?
Non provare troppe strategie allo stesso tempo. Scegline una: sviluppala, implementala, monitorala, regolala, e se vedi che non ha portato risultati, allora e solo allora, cambiala.
SOLUZIONE : non commettere l’errore provando a fare marketing senza avere obiettivi chiari e sapere cosa stai facendo.
Errore 7: non fare le sponsorizzate
Le sponsorizzate sono delle pubblicità, che consentono a privati e aziende di aumentare la propria notorietà e di raggiungere nuovi potenziali clienti.
Magari non te ne sei mai accorto, ma queste pubblicità le trovi nel feed (bacheca) tra i vari post delle persone che segui, all’interno della pagina esplora e nelle stories.
Come ti ho già detto nel punto 2, Instagram ha adottato le stesse politiche di Facebook, per quanto riguarda le sponsorizzate. Molti utenti hanno notato un forte calo nella copertura dei propri post, nulla di ufficiale da casa Zuckerberg ma è un fatto abbastanza ovvio, che porta gli utenti a investire per ottenere maggiore visibilità.
La domanda ora è: hai bisogno di fare le sponsorizzate?
Se hai un’azienda, un e-commerce, una attività da libero professionista, un progetto o uno scopo ben preciso, allora devi investire!
SOLUZIONE: prova a sponsorizzare qualche tuo post che è andato bene, per 5-10 giorni con 3 euro di budget giornaliero e vediamo che succede. Ovviamente ricordati di promuovere un post che è andato meglio rispetto agli altri. Nei prossimi articoli ti spiegherò il modo migliore per ottenere una campagna performante.
Leggi gli altri articoli https://www.marekopold.com/blog/
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La pubblicitá aggressiva ha portato il pubblico ad essere più diffidente, ora per avere la sua attenzione devi comunicare in maniera differente. Scopri come ⬇️
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Smart working per un partita Iva: vantaggi e svantaggi

Voglio raccontarti la mia esperienza di smart working o “lavoro agile” come lo chiamano in Italia, e di come lo vivo da freelance/lavoratore autonomo, cioè da quando ho aperto la partita iva.
Intanto voglio spiegarti prima il significato di smart working. L’Osservatorio del Politecnico di Milano lo definisce “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati.” Questa però è una definizione adatta più allo smart working aziendale.
Ti confesso che il termine smart working non l’ho mai utilizzato fino all’arrivo della pandemia (Covid-19) e quindi alla conseguente riorganizzazione del lavoro per via telematica. Questo perché per me era assolutamente normale avere la libertà di poter lavorare come e quando volevo.
Mi occupo di social media e strategie digitali, quindi offro servizi di gestione dei profili social e della loro crescita. In più realizzo contenuti e campagne con lo scopo di generare contatti. Ti dico tutto questo, solo per farti capire a quale tipologia di smart worker appartengo.
Ho sempre lavorato la sera tardi, questo perché le mie prestazioni, anche a livello di attenzione, credo siano molto più elevate. La sveglia è tra le 9:00 e le 10:00 del mattino, non c’è un’ora preciso a meno che non io non abbia preso qualche appuntamento sul presto. Sinceramente mi mette ansia dovermi svegliare ogni giorno alla stessa ora.
Dopo aver fatto colazione, faccio un po’ di stretching e una doccia calda, dopodiché inizio a produrre. Gestisco il tempo in modo tale da avere qualche piccola pausa, di cui un’ora per allenarmi.
Ogni giorno è diverso. A volte sono seduto davanti al computer a creare campagne facebook, realizzare grafiche oppure a montare dei video. Altre volte invece, dedico giornate intere ad incontrare clienti, organizzare nuove strategie o magari per realizzare insieme nuovi contenuti.
VANTAGGI DELLO SMART WORKING
Adesso voglio dirti quali sono secondo me, i 5 vantaggi che ho individuato lavorando in smart working:
1. ZERO vincoli
Fare smart working non significa passare da una scrivania fissa (casa) ad un’altra postazione fissa (ufficio). Molti imprenditori italiani tentano di incastrare i LIBERI professionisti togliendogli la libertà di scegliere dove e come lavorare che è appunto, il vantaggio principale che ottieni lavorando in smart working. Il libero professionista con partita iva è di fatto un imprenditore, che deve avere l’opportunità di procacciarsi più clienti possibili (fino a quando riesce a gestirli).
È impensabile che un partita iva debba sottostare a regole di un’azienda, andando in ufficio tutti i giorni per 1200€ LORDI al mese. Quindi se sei un partita iva non farti incastrare, a meno che l’accordo non sia veramente vantaggioso.
2. Non sei controllato
Il secondo vantaggio è sicuramente quello di non essere controllato come e dove lavori. Cosa che invece mi è capitata quando ho accettato certe condizioni, in cui avevo il mio cliente col fiato sul collo. È ovvio, sta allo smart worker far sì che il flusso di lavoro proceda bene, altrimenti perdi un cliente prezioso.
3. Lavorare per obiettivi
Lo smart worker lavora per obiettivi con date di scadenza. È vero a volte se gestito male, questo metodo di lavoro può diventare controproducente se organizzato male. Ti capiterà di lavorare anche più di 12 ore ma la comodità di poterlo fare da casa, rende il tutto meno pesante.
4. Spese inferiori
Nonostante il professionista debba fare bene i conti per riuscire a pagare regolarmente le tasse e senza difficoltà, uno dei vantaggi dello smart worker è un consumo molto basso. Lavorare da casa ti porta inevitabilmente ad effettuare pochissimi spostamenti, quindi un minor consumo di carburante o abbonamenti dei mezzi di trasporto, oltre a questo si ha un consumo basso, anche per quanto riguarda i pasti, quindi niente caffè o piatti di pasta a 5,00€ (minimo) alla tavola calda.
5. Contatto con diverse realtà
Lavorare come e dove vuoi, ti consente di stare a contatto professionisti e aziende, e di avere quindi l’occasione di acquisire competenze extra-curriculari direttamente sul campo, e una visione totale del funzionamento strategico dell’impresa. Utile soprattutto per gli SMM (social media manager), che necessitano di conoscere al meglio ed entrare in sintonia con il proprio cliente, al fine di realizzare una comunicazione creativa ma allo stesso tempo vera.

SVANTAGGI DELLO SMART WORKING
Più che svantaggi li vedo più come ostacoli da superare, e sono:
1. Attrezzatura e connessione stabile
È chiaro che lavorare in smart working comporta necessariamente il dover possedere un’attrezzatura che ti consenta di lavorare tranquillamente, quindi una linea internet veloce ed un computer performante. Lo vedo come un ostacolo perché si tratta di una spesa iniziale che si aggira intorno ai 1.000€, fino ad arrivare a 2.000€ nel caso di utilizzo di sistemi Apple. Senza calcolare il costo di tante altre attrezzature come uno smartphone di ultima generazione.
2. Ore di lavoro
Come ho già detto nel punto 3 dei vantaggi dello smart working, se il flusso di lavoro viene gestito male, il rischio è quello di dover lavorare anche 12 o più ore al giorno.
3. Il frigorifero
Se da una parte lo smart working ti fa risparmiare, evitando caffè e pasti al bar, dall’altra parte hai un frigorifero sempre a portata di mano.
4. Solitudine/alienazione
Nel caso in cui scegliessi di non incontrare personalmente il tuo cliente, cosa ovviamente sbagliata visto che un rapporto di lavoro molto spesso si crea in base all’empatia e simpatia tra i due, il rischio di non farlo è quello di rimanere seduti davanti al computer per troppo tempo, senza avere interazioni umane.
5. Sedentarietà
Troppo tempo a casa, si passa direttamente dal letto alla scrivania, poi a tavola a pranzo (anche se io mangio solo davanti al mio computer), poi nuovamente la scrivania. In questo modo non stacchi mai e il tuo fisico ne risente.

CONSIGLI
Non so decidere, tra vantaggi e svantaggi ancora non mi sono convinto ad aprire la partita iva e lavorare in smart working.
Lavorare da casa è ormai una realtà, molte aziende si stanno digitalizzando e magari tra una decina di anni, non sarà più necessario andare in ufficio se non per un meeting o riunioni organizzative.
Credo che alla fine il vantaggio �� soggettivo, dipende tutto anche dal lavoro che svolgi. Nel mio caso, sono riuscito a trovare un equilibrio, che mi consente di lavorare il giusto e di non rinunciare alla vita sociale. Quindi quello che ti consiglio è di trovare l’equilibrio per non accusare lo stress e di vivere serenamente.
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