Tumgik
mementomorish · 4 years
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Everything In Its Right Place
 It's another beautiful day, in a sad grubby world.
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  La prima cosa che Kris vede quando apre gli occhi dopo averli chiusi per l’ultima volta, è il cielo.
  È un cielo bello e pulito, con un paio di nuvole e il profumo del mare e l’odore del pesce appena pescato nell’aria. Kris sente i muscoli rilassati, il calore della sabbia cotta dal sole dietro la schiena, prende un respiro profondo: e si sentirà in pace. Improvvisamente invaso dalla certezza che questa è la sua ricompensa, in fondo, e che in fondo morire non è affatto male quando finisci in Paradiso. 
  Un bastone gli pungola un fianco con una risata familiare e un “Tirati su, pigro!” e il viso di Nonna Bijoux gli compare davanti.
    Passa una settimana. Un mese. Forse di meno, forse di più. Kris è con la sua famiglia, e non solo quella che ha conosciuto, ci sono tante persone, venute prima, che verranno poi, e piano piano le memorie della Terra e della vita iniziano a scomparire.
  È seduto in riva al mare con i piedi immersi nell’acqua, quando improvvisamente sente una fitta al cuore. Quando guarda in basso, una grossa chiazza nera gli copre il  petto proprio all’altezza di quel dolore, ed è ancora preso a contemplare quell’accadimento quando dei legacci neri e viscidi sbucano fa sotto la sabbia, gli strattonano le braccia, le gambe, lo trascinano sottoterra, e il sogno diventa un incubo.
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  Da allora, non c’è più luce. Per un tempo indefinito è solo quel dolore al petto e la sensazione di essere imprigionato, legato, nel buio, nel freddo. Poi, il dolore passa. 
  Kris è rannicchiato in posizione fetale, la sensazione di essere sott’acqua, ma senza bisogno di respirare. È tiepido, profuma di pepe di Cayenne, pennyroyal, franchincenso, sa di sale. Non è sgradevole. Non è gradevole. Semplicemente, è.
  Il tempo perde di significato.
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mementomorish · 4 years
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Last Day On Earth: Surrender
Quell’ufficio da pezzo grosso – si è divertito a prenderlo in giro così – nel piano più alto dell’HQ della polizia Oliver l’ha invaso senza bussare e poi l’ha esaminato con cura, criticando le pareti spoglie e la scrivania vuota come se ne capisse qualcosa: bel posto impersonale del cazzo, “Cap”. L’ha preso in giro un’altra volta.
  Kris non gli ha detto nulla. È rimasto in silenzio a convivere con il disagio di avere suo fratello lì, nel suo ufficio da capo degli sbirri: un dettaglio che non è cambiato neanche in questa realtà felice. Oliver deve averlo capito perché ha cominciato a parlare del caffè di merda che gli danno da bere, della divisa stropicciata che lo fa sembrare uscito da Empire e poi di quella strega con i tatuaggi dall’altro lato del corridoio, chiedendogli se la stanza vuota del commissario l’abbiano già usata per spassarsela. Il solito incredibile pezzo di coglione.
  Gli ha detto che dovrebbe mettere la loro foto alla parete così che tutti sappiano chi è il fratello più cazzuto dei due, che così magari quella tenente con il bel sorriso che ha visto all’ingresso s’innamora di lui e la stanza del commissario la possono usare loro. Lui l’ha guardato con speranza – ti sta bene tutto questo, frère? – e Oliver Brown gli ha detto solo di essere fiero di lui. Fiero della sua scelta. Fiero di saperlo in polizia.
Ci sono cose che la morte è disposta a concederti anche se non potresti più averle. E ce ne sono altre che invece si sta già prendendo senza che nemmeno tu lo sappia. Non potrà mai consolare Alexandra, farle capire che sopravvivere non è una colpa, ripeterle che alcuni non sono nulla più di ciò che sembrano e poi darle quella cornicetta del cazzo che le ha preparato per ricordarglielo.
  Non potrà ringraziare Mayumi per avere scagliato quell’ultima freccia con la stessa insormontabile rabbia che ci avrebbe messo lui, per aver chiuso quel conto in sospeso al posto suo, per avere realizzato il suo desiderio d’essere pianto da capitano.
Non potrà spiegare a Lenoir che il suo cuore si sarebbe fermato lo stesso, che non deve essere triste, che non deve prendersi la colpa. Non potrà dirle di essere stato davvero pronto. Non potrà dirle che quelle dimissioni le ha già firmate. Non potrà dirle tutte le cose che continuano a non pronunciare perché questa realtà non è quella giusta, perché in questa Oliver non ce l’ha fatta e perché lui non potrà cambiare mai.
  Ha uno stupido ultimo desiderio: fare la fila per un hot dog. Pensarci gli fa rifare tutta la strada: da quando è tornato al Devil’s Pocket fino a quell’ultimo angolo di City.
  Ne è valsa la pena, fratellino?
La voce di Oliver la sente un’ultima volta.
Oui, mon frère. Ora sono pronto a fermarmi.
  Orevwa, Kris Nguyen.
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mementomorish · 4 years
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Last Day On Earth: Heavy Dirty Soul
Il furgone dei Soldier ha appena costretto il blindato di testa ad una frenata disperata. Il cemento occupa la strada e il peso del mezzo impedisce al convoglio di ripartire. Lui è già sceso dalla Patrol, ancora prima che questa si fermasse. Ha già l’aria che crepita intorno alle mani, i muscoli tesi, il cuore che martella.
  Dal furgone dei soldier scivola fuori Ems. Emma Cowden. Aracne. Il nemico. Spaccale tutte le ossa, annegala nel suo sangue, falla fuori, fagliela pagare. Non credere alle sue storie, non credere alle sue parole. Lei quelli come Oliver li lascia sui marciapiedi di Point Breeze.
  Non ancora. Non può distrarsi. Non ha tempo per le sue cazzate. Glie lo urla a pieni polmoni per provare a crederci anche lui. Per non attaccarla. Per non combatterla. Quando colpisce, lo fa per spazzare via il furgone dei Soldier: la strada è sgombra. Quando la bomba EMP esplode non succede niente: se la aspettava. Non ci sono nemmeno fogne sul percorso e tutti gli agenti sono incorruttibili. E persino adesso che la questione pare pendere a loro favore, non ha pietà e dà ordine di sparare direttamente alle gambe dei prigionieri ancor prima che possano cominciare a scappare.
  Lo aveva promesso proprio ad Emma: gli avrebbe portato via tutto ciò che amano. Lei l’aveva accusato di essere superbo. E aveva ragione.
  Qualcuno gli parla. Aracne lo punge, Revenant lo insulta. Lenoir vuole essere aggiornata, Santini chiede cosa fare. Un blindato è andato, l’altro è compromesso. Nell’auricolare però c’è solo il suono del suo cuore. La variabile imprevista che ne punisce l’arroganza. Se lo sente scoppiare nelle tempie che si riempiono di sudore. La mano deve stringere per riflesso la carne, il respiro farsi più profondo mentre cerca di rifiatare.
    Bom. Bom. Bom.
    La katana di Miuls è un lampo grigio che squarcia d’improvviso la carne. Gli brucia atrocemente e gli spezza il respiro. Loro, di solito, non vengono da quelle parti. E dovevano continuare così. Lui e il Caduto se lo gridano addosso ma è una battaglia inutile. L’uomo più veloce di Philadelphia non è comunque abbastanza per lo spadaccino più rapido della galassia. Non con quel cuore fatto a pezzi.
Sai qual è la cosa meno divertente di tutto questo? Che erano anni che non trovavo un avversario degno di questo nome... Tranne quella... Te la ricordi quella volta?! - lo domanda ad alta voce non si capisce bene a chi ma non gli risponde indietro nessuno. - Dicevamo: anni. Eppure non vale la pena nemmeno ucciderti, conciato così. Un condannato che non sa nemmeno di esserlo. È perché è questo Mondo. Se tu venissi nel mio: allora potresti...
Miuls sa dove colpire e lo fa con tutta la ferocia di altri mondi. Gli squarcia il petto con una lama ma non ha l’onore del colpo di grazia: quando Kris lo schiva, sono entrambi così veloci che i gesti quasi non si vedono. Non glie la darà mai vinta.
Lenoir s’è spostata alle spalle della maschera. Vuole salvarlo: non può accettare le sue urla, non può accettare la sua rabbia, non può accettare il costi quel che costi. Aveva giurato di volerlo lasciare andare e invece è lì, a provare l’impresa di salvarlo da Miuls e da sé stesso.
  Ma questa è una città inclemente in un mondo infame.
  Quando Revenant e Aracne colpiscono la strega, quando Miuls si sposta senza sforzo, allora i Soldier si prendono la loro vendetta, la loro vittoria. La mano di Lenoir gli tocca il petto, la magia nera gli attraversa il cuore. Le ombre si prendono il loro tributo.
  Il dolore gli toglie ogni forza. Il cuore scoppia.
  Oh, Romeo: perché ti sei messo fra noi? Chiedete del capitano Nguyen domani: e vi diranno che è muto come una tomba. Peste! Ad entrambe le fazioni? O forse solo ai Night Soldier. E a tutti quelli come loro. Kris muore fra i vermi, fra le maschere. Ma muore come un Re che fa fare fuoco contro i nemici. Ha salvato la missione molto più di quanto pensa forse comunque: se gli altri sapranno cogliere quella chance, poco più in là nella strada. Perché Lenoir tenta di salvarlo, fra le lacrime, ci prova. Ma la sua magia è troppo lenta. E lei troppo debole per le ferite che le hanno inferto. E il corpo di Kris troppo compromesso. E poi... E poi: quel cuore Kris Nguyen. Quel cuore. È come combattere con un condannato a morte. Forse c'era troppo odio, o forse non abbastanza. Forse tornerà più forte. Forse no. Ma ti tradisce, quel fottuto cuore: perché è per quel suo cuore che Kris muore davvero. Perché non ha retto. E mentre scivola nella morte, il Capitano, il Diavolo, il Re ha solo una consapevolezza: Kris Nguyen può sopravvivere a tutto tranne che a Kris Nguyen e con questo non puoi farci niente, Lenoir.
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mementomorish · 4 years
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Last Day On Earth: Lucid Dreams
“Kris? Oliver? Qualcuno risponde a quel cazzo di telefono?”
  Billie Helvar l’accento di Los Angeles non è mai riuscito a toglierselo del tutto. Oliver la chiama “il mio gran pezzo di fiches” e a Kris tocca scuotere la testa e scusarsi con Billie per avergli presentato questo incredibile pezzo di coglione.
  Al telefono non risponde nessuno perché la suoneria è Lucid Dreams e Oliver Brown deve proprio spiegare a sua figlia perché Juice Wrld sarebbe stato il più grande artista hip hop della sua generazione. Myrlande Brown non lo ascolta nemmeno. Ha un intreccio di storie nel sangue: porta il nome della madre di Kris e di Kris ha la stessa velocità; ride con l’anima come sua madre Billie e non prende niente sul serio come suo padre Oliver.
  Kris la chiama petite diable in onore dei vecchi tempi ma quando lei gli chiede come si sia fatto quelle cicatrici al petto, lui le inventa tutte le volte una storia diversa. Storie nobili di fantasia e avventura. Non c’è nessuna falce nera, nessuna strega cattiva, nessuna ragazza con i capelli di fuoco, nessun vecchio amico con una maschera addosso, nessun odio, nessun dolore.
  A Oliver lo ha detto dentro la sandman: se fossero cresciuti con altre storie nella testa, con addosso più speranza che necessità, forse non sarebbe mai successo nulla. Forse nessuno gli avrebbe mai spaccato la testa. Suo fratello non sa di cosa stia parlando: in quella realtà non è mai successo. Oliver ha le manette ai polsi e il sospiro pesante. È stanco delle cazzate, è stanco dei guai. Vuole aprire un’officina come quella del vecchio Turner e sistemare la Camaro nei ritagli di tempo. Magari trovare quella giusta. Magari mettere su famiglia. Forse ne avrà ancora il tempo, forse fuori dal carcere c’è ancora vita.
“Magari te la presento io una tipa tosta. Una spaccamusi che non ti farà più perdere la strada, mon frère. Questa è la tua seconda occasione.”
Billie ha fatto un dolce con le fragole e nessuno capisce perché lei e Kris ne stiano ridendo così tanto. Ci sono tutti in quella casa, un grande pranzo con gli amici di tutta una vita. Myrlande si aggrappa con la frenesia dei bambini alle gambe di Lenoir, le chiede solo un’altra storia di fantasmi che la strega si sforza di non imbastire di dettagli macabri e sacralità occulta. Per un attimo si guardano, lui e lei. E non si dicono niente. È un silenzio disteso in questa realtà, pieno di cose che altrove non si sono mai saputi dire.
“Sei proprio sicuro che vada tutto bene, fratellino?” “Sono solo stanco Liv, te l’ho detto” “E io ti ho detto che dovresti smettere di correre e andare avanti.” “Lo so, ma non parliamone oggi. Adesso sono... così felice che potrebbe scoppiarmi il cuore.” “Shiiit mate... sei rimasto proprio una femminuccia!” “Fout ou, salo!”
Così felice che potrebbe scoppiarmi il cuore. Così felice che potrebbe scoppiarmi il cuore. Così felice che potrebbe scoppiarmi il cuore.
  “Santini, qui cap. Vermi all’orizzonte?” Il cuore gli sta per scoppiare davvero.
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mementomorish · 4 years
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Last Day On Earth: Slow Dancing In The Dark
Nguyen, dove cazzo sei?
A farmi i cazzi miei, Butchy. Che cazzo vuoi?
“I cazzi tuoi” sarebbero quella troia rossa? È Oliver. Devi venire subito.
Fottiti, stronzo. E si fotta pure Liv. Glie l’ho detto. Non voglio più star dietro alle sue stronzate.
Questa volta è una cosa seria. Lui è... cazzo, vieni e basta!
  Ha tra le mani un vecchio telefono con lo schermo a pezzi.
Le crepe ruvide sotto le dita gli ricordano i vecchi tempi: le nocche spaccate, le botte in faccia, la vita dura. Allora la Devil’s era tutta diversa, non esisteva nessun affitto sopra i 200$ e il massimo dell’ambizione era fare il colpo grosso. I Rude – si facevano chiamare così quando suonavano, si facevano chiamare così quando spacciavano – passavano il tempo in strada a non combinare un cazzo di niente: uno spreco di spazio, dirà poi qualcuno.
  Oliver Brown era il peggiore di loro. Sparava storto ma guidava come un pilota, non sapeva indicare Washington su una cartina ma con la alfa-metilfeniletilammina era un cazzo di genio. Aveva una Camaro rosso fuoco e quando la portava all’officina del vecchio Turner passava metà del tempo a raccontare a tutti di quella tipa o di quell’altra ancora. Tutte palle, solo storie.
  “Sei proprio un cazzaro, Liv” glie lo ha ripetuto centinaia di volte. Era la loro routine: Oliver faceva l’accento esotico e lo chiamava pescatore, lui lo insultava in creolo stretto e prendeva a calci i fanali dell’auto. Alla fine si spartivano due lattine su quel tetto a Bella Vista, immaginando come sarebbe stata la vita prima o poi.
Che cazzo di tempi, mon frère. Gli è rimasto da parlare sono con una catenina di metallo con un teschio. Il retro recita un mantra: nato da diavolo, morirò da re.
  Oliver Brown ha incontrato un destino molto meno solenne, riverso su un marciapiede qualsiasi di Point Breeze. Un colpo di laser e poi la violenza del diamante spaccato a forza contro gli zigomi, il naso, la bocca. La testa fatta a pezzi, quasi irriconoscibile.
  L’ha pianto sulle spalle di Nadì Chapman per mesi, poi ha trovato il coraggio e si è deciso: ad andare avanti, a mettersi dietro quella storia, a comprarle un anello e chiederle di sposarlo come aveva promesso prima che le cose andassero male.
  Allora non immaginava che sarebbero poi andate anche peggio. La maschera di Mooney era sempre stata dietro l’angolo, proprio sopra la mensola del bagno, in una nicchia sul tetto. Il peggiore dei cliché.
"Dimmi che c’è un motivo, Nad. Dimmi che questa storia ha un altro perché. Dimmi che non sei tu. Non puoi essere tu. Non sei tu. No, non puoi essere stata tu.”
“Speravo che la trovassi, Kris. Io non sarei mai riuscita a dirti la verità.”
La verità se la sono poi urlata addosso per mesi, in una caccia sciolta dentro la follia di una guerra tra galassie. Magnus è stato solo un fantasma ai bordi di quella storia. La vendetta d’un fratello e il dolore di un cuore tradito superano qualsiasi altra cosa al mondo. Almeno per Kris Nguyen.
  Così ha sacrificato una vita intera. Il 7 Ottobre il bollettino di guerra ha raccontato d’un palazzo crollato nel Devil’s e di qualche vittima civile. C’era anche lui. Forse c’era anche Nadi. È un dettaglio a cui non ha trovato conferma nemmeno dopo il suo ritorno. Una caccia senza fine.
  Devi andare avanti, Kris.
Glie lo hanno detto tutti. Glie lo ha detto Oliver. Glie lo ha detto Lenoir.
Lei se ne è appena andata.
In questa realtà o in tutte le altre... non sarai mai diverso. Non c'è nessun futuro possibile, nessun potrebbe essere. Devo farlo. Se non voglio fare la tua stessa fine... devo lasciarti andare.
Per un attimo il silenzio del HQ della polizia pare ingoiarselo. Ha ancora quel telefono tra le mani ed è senza nemmeno rendersene conto che compone un numero che ha ormai imparato a memoria. Gli squilli tutti identici lo fanno sentire un po’ meno solo al mondo. Gli ricordano i vecchi tempi, le nocche spaccate, le botte in faccia, la vita dura, gli affitti sotto i 200$ dollari e la Camaro di suo fratello. Rispondi. Anche se non ha alcun senso, ti prego, tu rispondi.
  Ring. Ring. Ring.
  “Kris?”
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mementomorish · 4 years
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Gambit
« Gesù, che freddo del cazzo ma come faceva Hawkins a fare i discorsi qui fuori.. merda, il discorso! L'ho preso? Dove l'ho infilato? L'altra tasca. Eccolo. Franklin Brook è un uomo di 72 anni. Settantadue, cazzo, ancora non ci credo. Te li portavi proprio una merda, Frank. Sbatterli dentro ti consuma, una cazzo di vita da rockstar. E pensa.. adesso probabilmente ti hanno già fatto fuori. Magari lo hanno fatto fare a una recluta. Sì sai, una di quelle cazzate sul dimostrare la fedeltà sparando a un povero vecchio indifeso, sarebbe proprio da maschere. Oppure non hanno ancora fatto un cazzo di niente.. banda di codardi. Sia come sia, Frankie, ormai non fa più differenza. Dovrei dispiacermi? Dovrei, dovrei.. ma in fondo che senso avrebbe mentire a un morto, Frank? E' andata come doveva andare e tu sei esattamente quello che serviva. Un cazzo di suicidio mediatico, l'inizio della loro fottutissima fine. Tutti li vedranno per quello che sono: merdosi assassini del cazzo. È triste, Frank, lo so. Trecento criminali messi dentro e la fine della tua vita è un sacrificio da pedone sulla scacchiera di qualcun altro. Ma che ci possiamo fare, tu ed io, questa è una città inclemente in un mondo infame, no? Comunque non disperarti, ti darò il tuo bel discorso d'addio. Ti ricorderanno tutti come un eroe. E lo sei stato, Frank. Cazzo se lo sei stato. Ma gli eroi hanno fatto il loro tempo, questa città adesso ha bisogno di mani sporche e denti stretti. Beh, comunque, eccoci: è il momento dei saluti, andiamo a raccontare un paio di cazzate. »
    Franklin Brook è un uomo di 72 anni. Ha dedicato la propria vita e la propria carriera alla giustizia, a cui ha consegnato oltre 300 criminali: assassini, aggressori, ladri, terroristi.
  Per questa sua battaglia la notte di Domenica le maschere sono entrate in casa sua. Hanno cercato di ammazzare gli agenti di polizia, poi lo hanno strappato dal suo letto e trascinato via a forza.
  Questo è quello che fanno i vigilanti a Philadelphia. Rapiscono, uccidono e terrorizzano. Entrano di notte nelle case degli uomini giusti per far loro del male davanti alle loro famiglie. Quel senso di impotenza, di ingiustizia e di rabbia che raccontano di voler combattere è invece lo stesso a cui vogliono condannare noi.
  Ma noi non siamo impotenti, Philadelphia. Noi non resteremo a guardare perché noi non abbiamo paura di loro e delle loro meschine vendette. Noi non ci fermeremo finché non li avremo consegnati tutti alla giustizia.
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mementomorish · 4 years
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Therapy Session #1: madame Flamel
Non è che.. "la guardo". Detto così lo fai sembrare American Pie, cazzo. Dico solo che è una gran.. donna. Quanti anni ha? E chi lo sa: 30, 50, magari 300. Non sarebbe nemmeno la cosa più strana vista a casa Flamel. Shit, non lo so… sarà per quella terrificante aura di potere, per gli occhi bramosi e tutte quelle apparenze di cristallo… ah, magari ho davvero solo un problema con le streghe. Edipo? E chi è?
La vecchia Bijoux era fuori di testa. Sul serio, anche per la media delle streghe. Passava talmente tanto tempo dietro quelle... cose. Ma te lo immagini? Una baraccopoli del cazzo, ratti per cena e questa se ne stava ore e ore a leggere il suo grimorio in mezzo ai ruderi per mettersi in contatto con qualche Loa. Fanculo, vecchia stronza. Ti capisco, Ma’. Ovunque tu sia finita, io ti capisco, cazzo. Meglio morire che dover dar retta alle sue stronzate sul Barone.
Lenoir? Che c’entra lei? Che cazzo vuol dire “è sua figlia”. Non è che sono tutti Klay Thompson. Lena è.. Lena. E basta, non deve essere altro. Qui sei tu quello con i complessi, cazzo. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta. No, non me lo sto ripetendo, lo sto ripetendo a te, stronzo. Ma che problemi hai? Il punto non era “aprirmi”? Qui mi sembra che tu stia solo provando a infilarmi altre cazzate nella testa. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta.
Lenoir è solo Lenoir e tanto basta. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta. Lenoir è solo Lenoir e tanto basta.
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mementomorish · 4 years
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I diavoli del Devil’s Pocket
Tobey Turner non avrà mai una lapide dove venir pianto. La sua morte resterà solo un'ipotesi e la sua bara sarà per sempre vuota.
  Forse ora si trova sul fondo del Delaware. Forse lo hanno dato alle fiamme e reso cenere. Forse è ridotto a pezzi e mescolato alla malta. In fondo che differenza fa: di quelli come loro dopo la morte non resta comunque niente.
  Un funerale non l'ha mai avuto nessuno dei Rude76: Billy il bufalo, Wang, Parker, il Rosso, Butchy. Nemmeno Oliver ne ha avuto uno, chiuso in una sacco nero e pianto tra le braccia della sua assassina.
  Sai, dude, non parli come un poliziotto. Perché non hai conosciuto i poliziotti giusti, man.
  Kris glie lo aveva detto che il mondo non avrebbe dimenticato. Glie lo aveva detto che non avrebbe avuto mai più amici, che lo avrebbero cercato tutti e che qualcuno alla fine lo avrebbe trovato.
  Lo hanno trovato le Fenici. Lo hanno trovato i Soldier. Lo ha trovato persino lui una notte al Devil’s Pocket. E non ha provato niente quando Tobey Turner gli ha quasi fermato il cuore con i suoi fulmini. Niente più confidenze, niente più confessioni. Solo un'altra battaglia contro il nemico. “Ti sei messo una maschera, Turner, ora sei solo uno di loro” gli ha urlato contro.
  Ora è di nuovo un metro a separarlo dalla porta del the Underground. Un posto vuoto pieno di fantasmi.
  Questo, Tobey, è quello che succede quando quelli come noi si mescolano a quelli come loro. Quello che succede quando un povero diavolo si illude di poter sembrare qualcosa più di un mostro.
  Kris Nguyen non ha provato niente prima e non prova niente nemmeno adesso mentre svuota una lattina e dice addio al fantasma di Tobey Turner. Cenere alla cenere, mate: un giorno forse ci rivedremo ancora. E’ una vecchia nenia: Oliver la ripeteva ogni volta che quelli del Ferry facevano secco uno dei loro.
  Ho letto un libro e ti ho immaginato come il protagonista. Il Conte di Montecristo, Edmond Dantès. La sua ferrea volontà d'acciaio, il suo spirito non piegato, mai spezzato. Ti senti diventato di cenere? Quel fuoco che hai detto avere dentro, come me, ti ha consumato?
La voce di Tobey è un suono lontano come la cella dentro cui hanno parlato. Gli stringe lo stomaco, gli accende il marchio. Ogni boccata di sigaretta gli brucia in petto.
  Sai cosa abbiamo in comune io e il conte, Tobey? La sete di vendetta.
Nessuno di loro, nessuno dei poveri diavoli del Devil's Pocket ha mai avuto un funerale. Billy il bufalo, Wang, Parker, il Rosso, Butchy. Nemmeno Oliver. Nemmeno Tobey Turner. Ma ognuno di loro avrà la sua maledetta vendetta.
  Fuck you, Tobs. Ovunque tu sia, comincia a pensare a un buon modo per ringraziarmi.
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mementomorish · 4 years
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Mwen vivan
La falce di Black Plague è gelida quando gli taglia il cuore. Lo ha schivato sei volte, ma alla fine ha dovuto cedere -  il 7 è un numero stregato, per lui.
  Quando chiude gli occhi non c'è nulla questa volta. Nessun volto. Nessun conto in sospeso.
Forse.
Quanto a lungo credi di poter sfuggire?
Il rum non gli è mai piaciuto. L'odore di sigaro è insopportabile: Beto lo ha fumato per tutta una vita e alla fine se lo è portato nella tomba; sa terribilmente di morte.
Presto, Kris Nguyen, dovrai pagare da solo il prezzo dei tuoi sbagli.
Lenoir gli si agita addosso dall'altra metà di un cuore fermo. Deve invocare, implorare, supplicare come tutte le volte che la sua magia, da sola, non basta. È già successo tra loro, ma non c'è mai stata la morte di mezzo. Questa volta è diverso. Questa volta ha un costo.
Presto, ma non oggi. Hai altri errori da fare, prima.
Quando riapre gli occhi non c'è più nessuna ferita. Lenoir nemmeno parla. Mayumi ha dovuto finire tutto il lavoro da sola: Plague è sconfitto, hanno vinto loro. Loro vincono sempre.
  Forse, allora, è stato davvero tutto solo un brutto sogno.
  "Lui dov'è?" Ma nessuno ha capito la domanda, nessuno sa rispondere. Forse non c'è mai stato nessuno, forse è stato solo il dolore.
Forse il prezzo inciso sulla mano di Lenoir Flamel sarà soltanto un altro brutto sogno. Forse sarà il prossimo sbaglio.
Mwen vivan
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mementomorish · 4 years
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Fino a qui tutto bene
 Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio, per farsi coraggio, si ripete: Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene. Fino a qui tutto bene.
Sei un bugiardo e menti a te stesso quando dici che va tutto bene.
Va bene se Lenoir Flamel ha perso molto sangue e al tuo messaggio – l’ennesimo – nemmeno ha risposto. Va bene se siete meno che due estranei in mezzo alla stessa fila per comprare un hot dog. Va bene se non sai nemmeno dove sia il suo nuovo ufficio, se la porta di quello vecchio te la sei davvero chiusa alle spalle quando lei te l’ha chiesto. Va bene se non crede a ciò che le dici, se non crede a quel che provi – fai solo retorica, Kris. Va bene se le cose non torneranno mai più come prima, se hai spezzato le promesse che le avevi fatto, se l’hai abbandonata, se l’hai uccisa. Va bene se hai inventato lati negativi persino in un esagramma. Va bene se l’insopportabile vuoto che ti ha lasciato dentro sta cominciando a riempirsi di grigia rassegnazione - forse ha ragione lei, forse sei capace solo di odio e vendetta.
Va bene se James Ross ti ha letto addosso la frustrazione per aquile e falchi. Va bene se non sei in grado di capire che è lui il Ragno che vorresti soltanto poter colpire ancora, quello a cui odi dover invece essere riconoscente. Va bene se senza la maschera la differenza tra voi – quella che ti rende così fiero, così sicuro di volerli combattere senza pietà – si assottiglia. Va bene se non hai provato niente quando hai stretto le manette ai polsi di Falcon. Va bene se invece lo hai fatto dopo, quando l’hai guardata attraverso il valico insormontabile della sand e vi siete promessi sangue e violenza.
Va bene se Chloe Corey si fa guardare con più dolcezza che sorpresa quando il cielo si colora del blu dell’alba. Va bene se fai un gioco pericoloso, se con arroganza metti in palio il cuore quando per una notte pretendi che il ponte non esista, che il nodo sia abbastanza forte da tenere insieme i pezzi. Va bene se ti ha lasciato vincere, se teme che poi perderai – lo farai di certo, l’hai già imparato. Va bene se le dici cose che pagherai con le lacrime quando le crepe spaccheranno la fiala e scorrerà il veleno che adesso ignori. Va bene se dura quanto un battito di ciglia e tutte le volte poi serve tempo - come fosse una tempesta. Va bene se siete destinati alla tragedia.
Va bene se Billie Helvar ti ha cercato per tutta la notte e tu non ci sei stato anche se le avevi promesso che tu ci saresti stato sempre. Va bene sei hai fatto incazzare persino lei – ci vuole un talento per farla incazzare davvero – e per un istante hai avuto il terrore di essere rimasto solo. Va bene se lei invece torna ma ti fa pagare il prezzo della verità, se ti colpisce come un martello i nervi scoperti che ti illudi di saper nascondere. Va bene se pretendi di voltare le spalle al mondo e quello invece non si ferma: non importa con chi tu sia o cosa tu stia facendo.  
Va bene se le gambe ti tremano e rimediare è diventato sempre più difficile. Va bene se tutto sta andando a pezzi e tu nemmeno te ne accorgi. Va bene se è già troppo tardi.
Fino a qui tutto bene.
 Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.
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mementomorish · 4 years
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Jamming
Glielo aveva detto Sophie Gray, che questo lavoro si prende tutto. Che questo lavoro si prende l'anima, che non ci sarebbe stato spazio per i sentimenti. Glielo aveva detto, di scegliersi un'altra vita.
  Ma lui l'avrebbe scoperto molto dopo di avercela davvero un'anima da perdere.
  L’ha trovata nelle risate soffocate spalla contro spalla con Billie, nei suoi sorrisi che per un attimo sembrano poter cancellare anche Maia. L’ha trovata nell’espressione di Ariadne, coraggiosamente dolce anche quando gli consegnano un distintivo che aveva giurato di abbandonare. L’ha trovata nella sorpresa di Mike per tutte quelle sue parole, perché lo sanno tutti che lui parla poco e soltanto per dire cose cattive. L’ha trovata nella pacca piena di fiducia di Daniel e poi nei richiami di Barry e Cheryl, con cui adesso è alla pari. L’ha trovata nell'imbarazzo di Clint per i suoi meriti riconosciuti e poi nel loro silenzio solenne per i caduti pianti insieme. L’ha trovata nelle ferite di May identiche alle sue per una rissa in cui l'ha trascinata due giorni dopo averla quasi ammazzata. L’ha trovata nello spazio vuoto che hanno lasciato Lucja e Sophie e nei sorrisi dei loro fantasmi, quelli che non rispondono mai. L’ha trovata negli occhi lividi di Lenoir, nel loro insopportabile silenzio che è peggiore di tutte le cose tremende che si sono urlati contro, nel passo verso di lei che invece poi si è perso in mezzo al rancore di porte chiuse e promesse spezzate.
  Sophie Gray glielo aveva detto: questo lavoro si prende tutto. E lui non le aveva creduto.
  Ma lo fa adesso, che a notte fonda trova più accogliente il silenzio gelido del Dipartimento piuttosto che il vuoto del proprio appartamento. S’è lasciato dietro il Silver Shield dove tutti gli altri stanno ancora festeggiando e per un’ultima volta crolla sulla sedia del proprio ufficio da Tenente, arreso come una pantera pigra. Si scopre a fissare il cellulare e sperare disperatamente che la notte gli porti un messaggio – arrivano sempre di notte quelli importanti. Alla fine si mette le cuffie e alza il volume fino ad annegarci dentro ogni pensiero, ogni dolore. Adesso le crede, quando ricorda di non potere nemmeno fumare.
  Shit, quanto cazzo mi manca l'erba. Questo lavoro si prende proprio tutto.
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mementomorish · 4 years
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Cenere alla cenere
Un metro: è questa la distanza che lo separa da Tobey Turner.
  La prima volta lo ha riempito il bancone lucido come vetro del the Underground, pulito come uno specchio dentro al quale si sono scoperti i d e n t i c i in mezzo al dolore delle stesse cicatrici sottili, degli stessi tatuaggi e dello stesso cuore fatto a pezzi dai fantasmi. Quella è stata allora una storia di confidenze.
  La seconda volta lo ha riempito l’elettronica gracchiante di un registratore del PPD, issato su un appoggio di fortuna nel mezzo di una gelida stanza d’ospedale dentro alla quale si sono scoperti o p p o s t i in mezzo all’orrore di parole contrarie, di destini ribaltati e di sorrisi avversi. Quella, allora, è stata una storia di confessioni.
  « Sappi che quando uscirò, perché uscirò, rintraccerò in qualche modo quell'adorabile ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi che ti fa tanto battere il cuore, che ti rende vulnerabile. Ti spezzerò l'anima, Kris Nguyen. Ti spezzerò corpo, e mente. » « Già spezzato. »
Tumblr media
È il pallido sole di settembre che le si perde in mezzo ai capelli rossi e li fa assomigliare ad un tramonto. La pelle sembra ancora più chiara mentre si rigira il piccolo anello tra le dita. Il metallo disegna un serpente e una rosa intrecciati come lo sono loro stesi lì sul pavimento del piccolo appartamento della South, pericolosi come lo è lei ogni volta che ride di stomaco e gli s t r a p p a il cuore.  
« Il prossimo anello te lo regalerò per chiederti di sposarmi. » « Attento a quel che desideri, amor mio: questo è un mondo spietato con i sogni. »
    La terza volta quel metro lo riempie il vetro separatore che le stringhe di codice della sandman hanno issato tra loro, invalicabile come la sentenza dentro alla quale si sono scoperti soltanto c e n e r e in mezzo a un fuoco in cui t u t t i gli altri si illudono di vedere qualcosa di più. Soltanto i fantasmi conoscono la tremenda verità del loro vuoto. Quella, allora, è stata una storia di vendetta.
  Una che condanna al silenzio quando Tobey Turner, dall’altro lato del tempo, gli confida il perché delle proprie fiamme, della terribile caduta, di quegli occhi aridi come una distesa di ghiaccio. Una che strappa rabbia e dolore quando è invece lui a confessare il perché del proprio fuoco, del cemento diventato tomba, di quegli occhi neri come pozze.
È un metro a separarlo da Tobs. Lo sarà ancora, lo sarà sempre per quelli come loro, sopravvissuti alla sfortuna e condannati dal destino. E si riempirà ancora. Di sangue e cenere dice lui: perché quello non è soltanto un mondo infame, ma persino inclemente. Forse invece non li dividerà niente, gli dice l’altro, e saranno liberi.
Un’illusione, un s o g n o. Destinato alla cenere.
  « ma qualsiasi cosa accadrà, Tobey, saremo sempre due poveri d i a v o l i del Devil's Pocket. Tu non sei come loro, tu non sei un mostro. »
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  All you have is your f i r e And the place you need to reach Don't you ever tame your demons But always keep 'em on a leash
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mementomorish · 4 years
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Coraggio
Ha 14 anni e il tetto di cemento di una vecchia palazzina al 1335 di Fitzwater St. sotto i piedi quando Oliver, quello che si ostina a chiamarlo "fratellino" anche se non condividono la stanza da più di due mesi e ancora scrive il suo cognome male, gli piomba alle spalle con la sua insopportabile risata da coglione.
« Bro, ancora con questa stronzata di guardare le stelle? » « Shit, Liv. Che cazzo vuoi? Non eri andato a farti fottere su in North Town? » « No, invece sono venuto a farti il culo. Stai aspettando Mufasa tra le stelle? Che i re del passato vengano a cagare proprio te? » Ride. Gli tira un pugno sulle spalla. « Tieni bassi gli occhi, man. La vita è qui in mezzo a 'sto cemento. » « Cazzo, parli proprio come la merda che ti ascolti. Non siamo tutti come te Liv, qualcuno di noi mette l'orizzonte un po' più lontano da questo buco. »
Il sorriso di Billie è l'unica cosa che sa di casa in mezzo a quell'inferno. Le sboccia in volto a fatica ma è sempre la stessa vittoria al casinò: gonfia lento come un'onda, brilla come il terzo 7 sulla slot, resta addosso come l'adrenalina per la vittoria
Ha tra le dita una sorta di fragola di quel mondo alieno quando ribalta il suo. "Se non fosse per una manciata di persone.. qui o sulla Terra non farebbe molta differenza" gli dice. E lui le confessa che quella è la prima cosa che ha pensato: in qualsiasi altro momento della sua vita, quella del loro incidente sarebbe stata persino un'opportunità, l'attesa risposta delle stelle, l'agognato orizzonte che alcuni pongono un po' più lontano da quel buco di Philadelphia. Ma non adesso. Non. Adesso.
« Non posso fare a meno di pensare a quante altre cose avrei potuto fare o dire, quante altre non rimandare, per quante prendermela di meno. » « Dille a me. Dimmele tutte ad alta voce, le cose che avresti potuto fare o dire e non rimandare. Così quando torneremo, perché torneremo, non avrai modo di far finta di niente e di ricadere nella... normalità di tutti i giorni. Coraggio. »
Coraggio, gli dice Billie Helvar.
E lì, con la testa arresa sulla sua spalla, glie ne serve più di quanto ne abbia davvero in corpo per guardarsi indietro e tornare al 1335 di Fitzwater St, poi sui gradini del suo appartamento, in una stanza del PGH e in mezzo al fango di una metro abbandonata. Glie ne serve per ripercorrere la rabbia che gli ha incattivito la voce, la frenesia che gli ha solcato le labbra, le promesse che ha regalato e tutte le certezze che ha pronunciato senza peso.
« Posso solo prometterti che ogni volta che sarai lì sull'orlo del perdere il controllo, ci sarà qualcuno di noi disposto a tenderti la mano, a mettersi in salvo e accettare il rischio. E tu lo farai per noi. »
          « Dovesse costarmi il cuore. »
                                « Se crolli tu, crollo io. E sono stanco di finire in ginocchio. »
                                                         « Hai tutto il diritto di farlo come mia amica. »
« La prossima volta che violerete un mio ordine, sarà l'ultima cosa che farete come detective. »
Gli serve coraggio quando l'eterno sole di Pleion illumina l'arida desolazione a cui sono condannati. Gli serve coraggio quando la gola si fa stretta per il Breet-R e a soffocarlo non sono più solo i fantasmi. Gli serve coraggio quando tra la Sidera e la Smitherines sembra la South Street e non può fare a meno di chiedersi con orrore se lo rivedrà mai più quel dannato buco di Philadelphia. Gli serve coraggio soprattutto quando sceglie di non guardare indietro, quando si scopre a promettere ancora con la stessa certezza, quando a Billie dice di essere bravo a rimediare. E lo è davvero, anche se si tratta dell'impresa impossibile di farle un regalo in mezzo all'inferno.
 « Cosa più importante, serve a ricordarti che qualsiasi cosa accada, in qualsiasi universo tu sia, non sarai mai da sola. »
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