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Asilo nido - alcuni consigli per scegliere quello giusto per te
Asilo nido – alcuni consigli per scegliere quello giusto per te
Se sei al primo figlio, benché convinta che sia la scelta pedagogica e organizzativa per il tuo piccolo, sei arrivata a questa decisione non senza un accenno di gastrite, qualche settimana di sensi di colpa e qualche discussione con una mamma o una nonna che chiedevano “ma sei proprio sicura? Così piccolo!!!!”, come se avessi annunciato di voler abbandonare tutte le mattine il bambino in mezzo…
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Un po' di spazzaneve in ogni famiglia
Un po’ di spazzaneve in ogni famiglia
E non mi sto riferendo a una tecnica sciistica o a qualche località per settimane bianche in famiglia.
In Inghilterra li chiamano “snowplough parents”. Sono i genitori spazzaneve, genitori iperprotettivi che fanno di tutto pur di evitare qualunque delusione ai loro figli. E così li aiutano, accompagnandoli mano per mano in ogni fase della crescita, un successo dopo l’altro, crescendo così figli…
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Un attimo
Che la gestione del tempo non è più la stessa, te ne accorgi presto, e, con ogni probabilità, capita nella prima parte della giornata, quella che va dalle 6.45 alle 8.00.
PRIMA: ti alzi, fai la doccia, ti metti la crema, fai colazione con il tuo lui, ti trucchi, sistemi i capelli e ti vesti….. Più volte. Sì perché nel PRIMA l’outfit si impone a partire dall’ultimo paio di scarpe acquistate; e…
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La vera sorpresa? La carta
La vera sorpresa? La carta
Domenica di Pasqua. Quasi come fosse Natale, le bambine fanno a gara per svegliarsi presto, per aprire le uova di cioccolato, che in questi giorni, grazie alla visita di amici e parenti, si sono accumulate sullo scaffale della nostra cucina. E da quest’anno, tutto moltiplicato per tre. Ce l’abbiamo fatta, mio marito ed io, a conservarle incolumi sullo scaffale più in alto; ma non siamo riusciti a…
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Scegliere l’asilo nido
L'ho dovuto fare tre volte in questi undici anni. In due Paesi diversi. Ma mi sono resa conto che il mio criterio di selezione è rimasto grosso modo inalterato; semmai si è affinato. Ma dei criteri parlerò poi.
Se c'è una cosa su cui non sono mai stata in dubbio era se mandare o meno le mie bambine all'asilo nido. Tutte le alternative mi sembravano, e mi sembrano tuttora, non coerenti con il mio pensiero di educazione e di organizzazione. Ho pensato quindi a tutti i vantaggi che un asilo nido poteva offrire:
la routine; una giornata scandita da tempi e orari ben precisi con attività che si ripetono all'interno della giornata e nel corso della settimana. Tutti elementi che forniscono ai bimbi piccoli grande serenità, stabilità, sicurezza gli orari: ho sempre cercato strutture che aprissero molto presto e chiudessero tardi (per sapere le mie bimbe al sicuro in caso io avessi qualche "intoppo" al lavoro) la presenza di altri bambini, importante non tanto per il gioco insieme - questo non arriva che dopo i due anni - ma per sviluppare la consapevolezza di far parte di un gruppo; di non essere al centro del mondo; che bisogna aspettare il proprio turno, e quindi, il rispetto dell'altro. Non che tutto questo non comporti dei sacrifici. Ci sono già passata due volte, ma ancora adesso che mi preparo a rivivere la stessa esperienza per la terza volta, sento lo stomaco che si contorce al pensiero di quando, fra poco, al mattino la lascerò in altre braccia, dovrò girarmi e andarmene. E a quel punto non sarò più io ad avere il controllo. Sì, perché diciamocelo, non è il fatto di lasciare i nostri bimbi "in braccia estranee", che ci tormenta, ma è proprio l'ansia di perdere il controllo: per le prossime sei, otto ore, sarà qualcun altro a scandire la giornata, a dare la pappa, a leggere la fiaba, a decidere cosa è meglio per il nostro bambino.
Ricordo ancora la rabbia e la frustrazione quando una volta sono andata a prendere Matilda al nido e l'ho trovata con un "orologio" proprio in prossimità dell'occhio sinistro. Intendiamoci bene: le educatrici mi avevano telefonato al lavoro, anticipandomi che un bambino, un po' troppo appassionato, aveva concluso in un morso quello che doveva essere un bacio. Ma vederla, lei così paffuta, con quella ferita così rossa in una zona tanto delicata, me l'aveva fatta apparire tanto vulnerabile e, al tempo stesso, aveva fatto sentire me così
Ed ecco lì il segno, ancora evidente dopo oltre un mese. Ancora mi domando come un bimbo tanto piccolo potesse avere tutti quesi denti nella bocca, quando la mia ancora minacciava il mondo con le sue rotonde gengive!
E poi, quando questo, e altri banali episodi minano quotidianamente le mie certezze provando a farmi vacillare e tornare sui miei passi, ecco che quasi, senza accorgermene, mi ritrovo davanti alle porte della scuola d'infanzia. E' andata: lei è abituata a relazionarsi con gli altri bambini; mi annuncia trionfante, dopo soli cinque minuti, che lei ha una nuova amica, di cui ovviamente si è dimenticata di chiedere il nome; per lei non è strano capire che i suoi effetti personali devono essere riposti nel suo piccolo armadietto e che deve aspettare il suo turno per chiedere attenzione. Ha già una certa dimestichezza con le regole e con i ritmi scolastici. La maestra, al primo colloquio, ti dice che si vede che arriva dal nido e allora prendo consapevolezza che tutti quei mal di pancia che ho dovuto controllare, e quelle lacrime soffocate fuori dal cancello del nido prima di mettere in moto per andare in ufficio, l'hanno aiutata a diventare la bimba autonomia e indipendente che mi fissa con fierezza.
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Da cosa nasce mum4mums
Questo blog non nasce né da una vocazione, né da velleità artistiche o letterarie. La definirei piuttosto un'ispirazione indotta, un suggerimento caloroso, anzi un insieme di suggerimenti calorosi, decine di sollecitazioni. Nasce da una in più di tutte quelle volte in cui un'amica troppo fiduciosa nelle tue capacità ti dice "dovresti scrivere un libro". E non che non ci abbia pensato! Ma cosa faccio un libro di consigli? E chi sono io per dare consigli? Eppure sono tante, innumerevoli le volte in cui mi sento interpellare per un consiglio, un parere, un conforto.
Non saprei come spiegare questo fenomeno. Certo non me lo sono cercato, né tantomeno immaginato. E' reale. E' come se ispirassi fiducia o credibilità; o, più prosaicamente, è come se i miei capelli bianchi, che cerco di nascondere ogni quattro settimane, sotto una tinta color castagna, suggerissero una saggezza, o quantomeno, un'esperienza avvallata da qualche anno.
Oppure sarà a causa del mio modo di parlare, mai esitante, con voce chiara e decisa. Sarà perché faccio spesso riferimento a letture fatte o a esperienze condivise.
Accade da tanto di quel tempo che non saprei attribuire una data di inizio. E gli argomenti son i più disparati. Ma certo è che, da quando è nata la mia prima figlia, ormai quasi undici anni fa, i discorsi hanno cominciato a roteare vorticosamente attorno al complesso universo della maternità (o, per par condicio, della genitorialità).
E qui e ora l'idea di questo blog. Non per sostituirmi ai preziosi pediatri: nella vita delle mie figlie sono intervenuti diversi che definirei insostituibili, ma una in particolare, di quando ancora vivevamo in Italia, cito a più riprese come un guru. Né voglio sostituirmi alle levatrici, che, almeno qui in Svizzera, entrano nelle case delle neo-mamme e operano un vero e proprio accompagnamento nelle prime settimane di vita del bebè, dai consigli sull'allattamento, ai cambi del pannolino, a consigli di organizzazione domestica.
Non di sostituzione si parla. Ma di aggiunta. Paragono questo spazio al giardino davanti alla scuola d'infanzia della mia seconda bimba, dove le mamme si riuniscono, prima dell'uscita dei bambini e fanno un po' di conversazione. Quello è uno dei luoghi in cui mi ritrovo più spesso a condividere opinioni e pensieri con le amiche.
Sicuramente frequenti quello spazio anche tu, ma vai sempre un po' di fretta, perché anche tu, come la maggior parte di noi, lavori; hai una casa da condurre; un marito per cui cercare di esser sempre fighissima, gentile e insostituibile; uno o più figli che segui a scuola, nei compiti a casa, nelle attività extra scolastiche; poi magari mettici un'ora di fitness una volta al mese e quando ti ricordi una ceretta, ecco che il tuo spazio vitale è esaurito a metà del primo paragrafo di questo articolo. QUI SARAI SEMPRE LA BENVENUTA. Con le tue domande, anche le più ingenue; i tuoi sfoghi; le tue emozioni da condividere. O anche solo con i tuoi silenzi. Per prendere solo un po' d'ossigeno.
MUM4MUMS è quindi il giardinetto 2.0. Uno spazio non più fisico. Ma che non definirei virtuale. Direi uno spazio mentale, emozionale, dove sentirsi libere di parlare delle nostre vite di madri, di donne, di sopravvissute.
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