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Anni
Continui imperterrita ad occupare il mio cure, senza pagare alloggio, alcuno, ti accomodi nei miei pensieri, nelle mie giornate. Assillante, inclemente, ti ho vista sorridere ad altri. So che non sei mia, eppure continuo a sperare. La speranza che dilania, che martoria, che brucia come sale sulle ferite di carne viva. Che crimine tremendo è? Non mi hai chiesto di aspettarti, non mi hai chiesto di rimanere. Sei sparita, da un'ora all'altra mi hai dedicato silenzio e ostinato rifiuto. Ho fatto quello che dovevo fare.
Ho ricambiato il silenzio, urlando nell'oscuro del mio cuore ora tenebra e gelo. Ho diretto lo sguardo dove tu non potevi essere, e dove nessuno poteva vedere le mie lacrime. Ho pensato di essermi salvato di te, ma mi illudevo solamente. Tu sei in me. Io sono tuo.
E tu mi hai rifiutato e amato così tante volte, ma mai quella di troppo che mi permettesse di abbandonare tutto, vita inclusa. Perché la speranza rimane, perché i doveri rimangono, c'è ancora tempo per noi. E dio quanto lo vorrei! Odi et amo, diceva; io ci ho provato ma non ci riesco, non posso odiarti, posso solo amarti e odiare me stesso per averti persa. Non doveva andare così. Dovevi essere la mia... Spero che tutto finisca presto, il calo di questo sudicio sipario, la farse della mia esistenza. Voglio ricominciare da capo, e cercarti e tenerti stretta, da subito. TI amo, da anni.
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Tu c'eri
Un giorno di vacanza, di gita, di svago; per gli altri.
Eravamo in due, tra le casette, sotto il sole cocente; ma ti vedevo anche se non c'eri. Abbiamo pranzato insieme, tu hai preso una caprese, sfidando le intolleranze, e mi hai sorriso furba, dicendo che avevi i tuoi rimedi e di non preoccuparmi. Che saresti stata bene. E poi un ginseng, così sei rimasta iperattiva per tutto il pomeriggio, fremendo mentre camminavamo perché gli zuccheri ti facevano accelerare il passo in mezzo ai viottoli.
Ti ho comprato un cappello di paglia, con una banda blu, s'intonava col tuo vestito, fresco, che accarezzava i tuoi fianchi quando smosso dal vento. E lì, in mezzo al bianco delle pietre, e al grigio dei tetti ti ho scattato una foto; il sorriso col la lingua pizzicata in mezzo, come se ne avessi combinata una, una mano a tenerti il cappello sulla testa.
Bella, più bella di tutto quello che c'era da vedere in quel posto e nel successivo.
Le tue lentiggini scaldate dal sole di settembre, i tuoi occhi del verde più intenso..
... Poi ho riaperto gli occhi, a quel tavolino tu non c'eri. Solo nella mia mente e nel mio cuore esisti e fai capolino, che dolce follia.
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Assenza
Entrare in una stanza e sentire un profumo che somiglia al tuo. Il cuore accelera, le tempie premono forte; ma tu non ci sei, e tutto diventa freddo sotto questo sole cocente.
Manchi cosi forte che a volte devo nascondere il viso che cambia espressione perché voglio piangere. Ti vedo tra le passanti, e mi imbambolo a guardare estranee, e ti fisso su una sedia vuota. Ogni tanto sono proprio a cercarti e mi rendo conto di questa cosa, e mi impegno per rendere questa follia ancora più reale, quasi come potessi materializzarti davanti a me, i tuoi occhi fissi sulla mia anima che tanto ti anela.
In questa nuova esperienza volevo ci fossi anche tu, tra le nuvole a sorridermi, e sempre con un sorriso con lo sfondo del mare.
Vederti prepararti, il trucco, i braccialetti che tintinnano mentre controlli la borsa, lo sguardo attento al dettaglio, l'ansia del vestito per l'occasione.
Sono tutte cose che non ho visto, ma che vorrei tanto vivere di te.
La tua assenza è un vuoto nella mia vita, come un immenso buco fisico e nero e profondo, nel materiale del tempo e dello spazio che vivo.
Eppure sei qui, dentro di me, sempre.
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Brucia
Non so nemmeno da che parte cominciare, fa male, opprime il petto e mi toglie il sonno.
Sento tutto questo dolore sotto le costole e non riesco a non pensarti, e mi manca ancora il fiato. Sono ripetitivo, sempre fisso su questo pensiero. Sento la mia mente rompersi al passo col cuore, ti vedo dove non sei, e se non ti vedo ti cerco nei ricordi. Ti stagli lì davanti, nella bista periferica, ma con lo sguardo non riesco a seguirti, ci sei ma non ti metto a fuoco.
Dio, se mi concentro posso sentire il tuo profumo.
Vorrei piangere tutto fuori, e dimenticare, e poi ricaccio dentro anche questo pensiero, perché non voglio rimuovere nulla! Nemmeno una ciocca dei tuoi capelli va scordata, la posizione di una lentiggine, o una delle piccole isole che hai negli occhi. Quegli occhi che mi torturano dentro.
Vorrei solo la tua voce, vorrei solo un tuo abbraccio. Perché mi manchi da morire..
E il petto brucia..
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Vista
Incrociarti, per pochi adorabili minuti, dopo troppo tempo che non sentivo davvero la tua voce. Non ce l'ho fatta, il sorriso usciva senza controllo, bearsi del tuo profumo mentre mi passavi vicino, rubarti un piccolo contatto, con la scusa del saluto.
E il mio cuore di nuovo a impazzire per te; non è cambiato nulla, anzi, sento tutto ancora più forte.
Anche se ti allontani a distanza di sicurezza, anche se non sostieni il mio sguardo.
Io ti amo sempre, e non cambia e non può cambiare.
Chissà quanto durerà la prossima apnea.. Ma nel frattempo mi accoccolo in quel rivolo di te che è stato oggi..
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Persa
Ora che ti ho perso, so di aver perso tutto. Malgrado ciò, non posso permettere che tu scompaia dalla mia vita e mi dimentichi senza sapere che non ti serbo rancore, che fin dall'inizio sentivo che ti avrei perso e che tu non avresti mai visto in me quello che io vedevo in te.
Voglio che tu sappia che ti ho amato fin dal primo giorno e che continuo ad amarti, ora più che mai, anche se non voi sentirtelo dire. Mentre ti scrivo, ti immagino su un treno, con il tuo bagaglio di sogni e col cuore spezzato, in fuga da noi e da te stessa.
Sono tante le cose che non posso raccontarti, Francesca. Cose che entrambi ignoravamo. Il mio desiderio più grande è che tu sia felice, che tutto ciò a cui aspiri diventi realtà e che, anche se mi dimenticherai, un giorno ti possa comprendere quanto ti ho amato.
Per sempre tuo, Federico.
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Dario
30-5
Volevo dirti che ti amo, e che parlarti solo per cortesia mi fa male. In questo posto ho deciso di racchiudere quello che provo per te, perché non posso farlo uscire. Aspetto un cenno, un segno, un tratto di strada che ti faccia passare davanti a me.
Volevo dirti che sto male senza te, non sai quanto. Per fortuna non leggerai mai questa mia penosa condizione, degna solo del penoso essere che sono.
Volevo dirti che senza di te non sono meglio, anzi, sono zoppo, claudicante, inerme.
Volevo dirti tante cose, ma sopratutto: mi dispiace.
31-5
Buongiorno ricciola, come stai? Come hai dormito? Lunga la notte senza di te, ma ogni volta che apro gli occhi sei qui con me. Ti penso tanto.
Mi dici di voler far diventare ciò che siamo un bel ricordo. Forse è già più di quello che merito..
E questi sorrisi di cortesia, e questo non guardarsi, non sorridersi, questo non amarsi. Temevo di non vederti, tremavo all'idea dell'abbandono, ma questo invece cos'è?
Un abbraccio, e già nel mio petto non c'è più un bruciore estenuante. Era una cosa di cui avevo bisogno, le tue mani, premute sulla schiena, il tuo profumo ancora una volta.. Dio quanto mi mancavi
1-6
Svegliarsi oggi con piccolo buongiorno, non era il solito, ma è quel filo che strenuamente ci lega. Sapere che forse non mi odi, che non mi ripudi, è almeno abbastanza per riprendere a respirare. Qualche messaggio, la tua voce; forse posso sopportare la giornata anche così.
La distanza non è facile, alterno momenti in cui riesco a sopportarla, a momenti nei quali salterei su un qualsiasi mezzo per raggiungerti ovunque tu sia. Quanto vorrei stringerti ancora.
https://www.instagram.com/reel/CsUnJwFsg0v/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
2-6
Io ti amo.. che cazzo ci posso fare? Veramente pensi che mi basti procedere?!? Arranco, fatico, non respiro, sto in apnea in attesa di morire.. dovrei dirti questo, ma ciò che esce è solo un: tutto ok
Come va? Sei andata al fiume? Chi ti ha tenuta sveglia a parlare questa notte? Perché accetti di dimenticarmi così facilmente?
Oggi fa tutto male, e non posso essere solona crogiolarmi in questa separazione.. Domani ti vedrò, forse, chissà cosa proverò.
3-6
Discussioni, confessioni, a malapena incrociarsi mentre un pezzo dell'altra mia vita va avanti. E ancora questa speranza che possa esserci la distanza di un bacio da te.
La speranza forse mi fa più male che bene, per un attimo mi è sembrato che tu potessi provare ancora affetto per me. Dopo le tue ultime risposte, quello "speraci", mi pare più che chiaro. Hai tutte le ragioni del mondo. Eppure stupidamente ci spero davvero..
4-6
Sei in ritiro, nello spirito e da me. I miei sentimenti ti raggiungono? Senti i miei pensieri premere nella tua direzione? In questo caotico silenzio attendo ancora te, direnato dell'attesa vorrei solo che mi parlassi, vorrei guardarti negli occhi e sentire ancora quell'affetto. Mi manchi da morire e ho solo il tuo profumo a ricordarmi di te.
Sapessi quanto ti penso, sei una costante nei miei processi biologici, consumi le mie energie con la tua dolce invadenza. Una settimana ancora più lontano da te, e chi sa se svanirò ancora di più dal tuo cuore.
https://www.instagram.com/reel/Csin2OAAwlW/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
5-6
Chiacchere, un sorriso, una foto, la tua voce del mattino.. basta così poco per rendermi di nuovo felice
6-6
Tutto il giorno sentirsi poco, sei a cena e anche io.. Poi una chiamata inaspettata, stai guidando eppure mi sorridi da dietro il telefono. Mi ascolti, accogli le mie idee. Che bello essere di nuovo così complici!
7-6
Di nuovo nella mia realtà, da dove ora posso guardare a te senza scusarmi e senza nascondermi. Non so se accetterai questo nuovo me. Questa attesa cadenzata da una persona esterna a noi. Spero tu possa capire, spero tu possa accettare, spero tu mi voglia ancora. Perché io ti amo, e non vedo l'ora di poterlo dire.
9-6
Poterti parlare senza troppi veli. Sapere che puoi fare parte della mia quotidianità. È tutto così nuovo, tutto da scoprire. Spero che tutti possimo accettare e navigare questo affetto che ci lega. Che tutti si rendano conto che è vero. Necessario. Ti penso, forte.
10-6
Oggi è il giorno, oggi ti rivedrò finalmente, potrò finalmente riabbracciarti, parlarti, sentire il tuo profumo, stringerti. Mi manca tutto di te, il tuo calore, la sensazione di sollievo che provo nello starti vicino, la felicità che mi danno i tuoi sorrisi. Sono agitato al solo pensiero, come i ragazzini quando devono dichiarsi alla ragazza che gli piace. Sono pieno di speranze e pieno di paure. Chissà quanto sarai bella oggi!
https://www.instagram.com/reel/CsQDjemuMX9/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
Una farfalla nello stomaco tutta per me. Un messaggio prima di mandarmi la buona notte, per dirmi cosa provi davvero, per dire il mio nome. Come suona dolce detto da te!
14-6
Quante cose successe in questi giorni, quanti test fatti, quante parole dette e quanto sentimenti esposti al sole. Ti senti agitata e io con te fremo, posso darti solo piccole carezze, un bacio rubato ogni tanto. Perché esiste l'amore impossibile e perché riesce a essere così bello e necessario?
15-6
Un altro addio.. Senza nemmeno il tempo di riprendersi dal primo. È una tortura costante, è una tristezza senza fondo. Non un messaggio, non una parola, non un saluto. Tutto ridotto a un terribile silenzio. Posso piangerti solo quando sono solo, e lo sono troppo poco per tutte le lacrime che ho. Ci siamo infilati noi in questa situazione, ma non è giusto.. Perché ciò che sono non è accettabile.. E vorrei solo correre da te, ad asciugare quelle lacrime sentite per telefono, stringerti, dirti che non andrò mai più via, che ti seguirò ovunque, baciarti, farti addormentare, e amarti vegliando sul tuo sonno. Chissà se riuscirò a fare quei 5km, e se sarò ancora in tempo...
17-6
Ancora un ultimo rapido saluto fatto di baci e commozione. Terribilemente amaro, altrettanto dolce, quelle parole sussurrate all'orecchio, tutta quell'ansia nel non volersi dire addio. È passato un giorno e ogni volta che ti penso mi si stringe un nodo al cuore. Pizzico la pelle tra indice e pollice cercando di ricordare quel tuo piccolo vizio, di portarlo con me, come segno tangibile del tuo passaggio. Mi manchi, troppo, è difficile in maniera assurda..
18-6
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Ti ho vista oggi, passavi in macchina mentre fumavo l'ennesima sigaretta perché tanto l'aria non mi serve più. Il collo che scatta seguendoti, il corpo che vuole muoversi per inseguirti. Ma devo lasciarti andare per la tua strada, e mi ricompongo nel mio silenzio. Il mio sguardo mi tradisce, e la tristezza mi riempie. Mi manchi e vederti è una benedizione, nonostante il dolore..
20-6
Silenzio, è sempre una tortura! Mi aspettavo una risposta a un messaggio che forse non doveva nemmeno essere inviato. Mi manchi troppo, mi distrai, mi salti sulla schiena ripetutamente con la tua assenza, e non posso fare nulla. Vorrei solo salire sulla moto e sfrecciare per quei mille chilometri che ci separano per venire a riprenderti. Stringerti. Amarti. Piangere. Come fa a essere un addio se sei sempre qui ad assillarmi con la tua assenza?
Mi devi una risposta che non arriva, chissà se è bastato questo poco tempo a farti dimenticare di me e dei nostri sentimenti. Lei si è accorta che ti amo.. E tu già hai smesso?
22-6
23-6
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27-6
https://www.instagram.com/reel/CqaIgv1uKdj/?igshid=MzRlODBiNWFlZA==
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Fine
È quindi giunta.
Terribile e inesorabile, pacifica e dolorosa, questa fine che nessuno voleva, anche se giusta..
Giusta davvero? No, non è giusta per niente per il mio cuore, che si spezza lentamente, rumorosamente, nel silenzio che sono costretto a tenere; soffoco lacrime e amarezza, cerco maldestramente di non darlo a vedere. Eppure soffro costantemente.
E sento la sua mancanza, mi manca la sua voce, i sorrisi respirati attraverso il telefono. Manca quel "ciao tu" che mi riempiva il viso con il sorriso.
Sento quel vuoto che si apre sempre di più nel petto. La voglio, la anelo, mi tormenta la mente, mi assale e mi investe. Mi manca tanto da vederla in ogni cosa.
Mi manca da spezzarmi il respiro.
Tutte frasi fatte alla fine, e tutte così vere.
Sonno, fame, voglia di affrontare la giornata, nulla ha senso in questo momento. Solo questo fischio continuo che annebbia la mente come quando l'onda d'urto colpisce.
Mi nascondo dal mondo e da me stesso, ma provo solo dolore, sempre.
Amarla mi ha dato una felicità immensa, e amarla ancora mi sta facendo a pezzi.
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Ferita
Non servono tagli per saguinare, non serve urto per sentirsi irreparabilmente rotti. Tanto meno serve essere colpiti per sentire dolore. Anzi, le ferite peggiori sono causate dal cuore e dai sentimenti, traditi, sottovalutati, calpestati.
Ed esiste ancora un dolore diverso, essere il boia non è semplice, essere la mano armata, non è di certo una gioia, anzi.
E oggi tocca a me, calare la scure su questo legame, ferirla per non mentirle, e non c'è niente di più terribile. E lei, non conscia del male che mi corrisponde, mi perdona e mi sorride, e ancora calo la lama, e ancora divelgo brandelli dalla sua ferita. Lei sorride gentile. Con il senno di chi sa bene che quei colpi sono inevitabili, li accetta e si preoccupa per me.
E io in lacrime affondo, col vuoto nel petto colpisco, quando vorrei poter solo rivolgere l'arma verso me e terminare questo patimento.
Egoista come sono non vorrei guardare, non vorrei fossero le mie mani, non vorrei fosse lei la vittima.
Il mostro sono io, e lei gentilmente mi perdona.
Che strazio!!
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Vigile
In attesa, come una vedetta in una giornata di nebbia, aspetto, a volte teso, a volte annoiato, scandaglio quello sfondo grigio nella speranza che qualcosa accada, che anche solo un barlume di attività riaccenda il mio interesse.
Questo è il mio essere in sua assenza, ammorbato dal piattume dell'esistenza senza di lei, salto sul posto appena mi degna di una minima attenzione, anche solo un piccolo cenno, un segno di presenza. Mi basta a riempire questo insignificante sacchetto che chiamo cuore.
Ci sono però giorni in cui il segnale è distante, i tempi di guardia son diversi, e da quell'altra torre che non arrivano cenni.
A volte capita che non ci si incroci per un soffio, altre volte capita che il mondo si fermi, e ci lasci sorridere a vicenda, inebetiti dallo scambio di sguardi.
Ma oggi non è uno di quei giorni.
Oggi la nebbia è spessa, i tempi sono troppo sfalsati, e non ho incrociato il suo sguardo. Tutto ciò mi fa pensare a lei ancora di più, ancora più forte. Tanto che mi domando come faccia a non essere sorda, per quanto a gran voce io la stia chiamando nel mio silenzio.
Mi manca, e non posso farci nulla, e forse, dopo tutto nemmeno voglio.
Aspetterò ancora, qui di guardia. In attesa di rivedere anche solo una ciocca dei suoi capelli. Di un minimo segno, che non mi sono immaginato tutto..
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Fiocco
Esistono giorni in cui il mondo ti rema contro, in cui ti remi contro. La vita fa semplicemente schifo e non c'è un cazzo di niente che possa risollevarti.
Le pareti si stringono, il fiato è corto, il cuore impazza nella cassa toracica e preferiresti morire piuttosto che vivere un secondo ancora così.
Nel panico e nella confusione cerchi di ricordare anche una cosa semplice nella tua esistenza che possa fungere come il filo di Arianna, e riportarti fuori, a galla, dove l'aria riempie i polmoni.
È una sensazione che dura, ti martella e ti ammanta mentre ti dimeni al suo interno.
E poi lei mi ha donato un fiocco..
Eccolo il filo rosso tanto agognato! Quella mano tesa attraverso il pelo dell'acqua.
Li in un piccolo spazio, ad attendermi quel pegno di affetto mi ha salvato. L'ho preso con mano tremante e veloce come un piccolo tesoro che volevo nascondere alla vista di tutti, perché era mio!
Geloso di quella stoffa e quell'elastico, l'ho portato al viso, commosso per la presenza che ne ho sentito attraverso.
Ferale e abbattuto come un malconcio animale, ero lì a brancolare, in attesa della prossima veemente sferzata del giorno; sono rimasto ipnotizzato dal suo profumo, dal calore di quel gesto, come una carezza caritatevole.
Lei mi ha donato quel fiocco..
L'avevo già visto in precedenza, e lo trovavo carino su di lei, grazioso. Ma non ne avevo capito il valore. Pochi centesimi di materiale possono valere così tanto se donati con affetto.
C'era il suo profumo sopra, e vicino alle labbra, mi ricordava i suoi capelli, che adoro così tanto baciare quando avvicina la testa al mio petto.
Lei mi ha donato quel fiocco!
E dentro di esso c'era tutto il suo affetto e la sua considerazione, per quello che fino a pochi minuti prima, non era che un accozzaglia di sentimenti malsani; l'ho appoggiato sul petto, tenendolo stretto nella mano.
Il cuore rallentava, il respiro si normalizzava, una lacrima di sollievo in tutto un giorno di bruttura.
Lei mi ha donato un fiocco, e mi ha salvato, nuovamente..
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L'atto
Flash nella mente: labbra che si toccano, pelle che si sfiora, mani che corrono sui corpi, unghie che solcano la schiena, profumo misto, fiato che viene respirato, occhi che incrociano gli sguardi.
Non c'è bisogno di parole, anche se alcune vengo dette piano, tra i sospiri.
Ho riempito gli occhi di quella scena, e ancora non riesco a ordinarla; non è stato raziocinio ma instinto; non è stato programmato ma necessario.
È bastato avvicinarmi perché perdessi ogni tipo di potere, di volontà. Dal primo bacio solo un'altalena di emozioni e di altri baci e di carezze e di contatto.
E nonostante fossi perso, tenevo la sua mano e sapevo di essere nel posto giusto.
Lei mi ha accolto, lei mi ha accettato per quello che sono, senza nascondersi dietro a tutto quello che potevamo sapere l'una dell'altro, mi ha dato fiducia e affetto.
In quel momento, tutto il mondo era fuori ed eravamo protagonisti insieme, con le dita che intrecciate e strette a ogni sospiro.
Mi ha guardato mentre diceva il mio nome, e mai era suonato così dolce; talvolta l'ho persino considerato brutto o banale, ma lei gli dato significato, lei mi ha riconosciuto in quel nome.
E poi fermi, respirando insieme, i cuori che rallentavano, ancora carezze come fossi cosa cara, come se meritassi quell'affetto. La mia ricompensa non è stato il già smisurato piacere, ma quelle carezze. L'essere guardato e soppesato come se fossi qualcosa di valore davvero. Con il tocco delicato, con uno sguardo amorevole e pieno di indulgenza, mi ha ancora preso per mano, nonostante fossi nudo e coperto di vergogna per quello che sono, lei ha sorriso e mi ha rinfrancato l'animo.
Auguro a tutti almeno una volta nella vita di provare una dolcezza di questo tipo; di trovare qualcuno che per un attimo vi porti via da questa esistenza e vi faccia sentire accettati, accolti, in pace.
Perché tutti meritiamo di fermarci almeno una volta per sapere che valiamo qualcosa per qualcuno. E me lo ha insegnato lei.
E ancora anelo quelle carezze, quel profumo; mentre chiudo gli occhi liberato dalle mie colpe penso a quella delicatezza e come mi abbia cambiato in meglio.
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Uroboro
Avvinti un circolo vizioso; le nostre tentazioni, le nostre piccole confessioni, ci sfamano mentre ci divorano pezzetto dopo pezzetto.
Avvinti tra le nostre braccia ci tendiamo l'una verso l'altro, in una spirale di concessioni dove ognuno mette qualcosa su un piatto di una bilancia di sentimenti, sempre più grandi, sempre più dichiarati.
Da fuori due teneri amanti che si stanno scoprendo, che si sorridono, che si dichiarano. Dentro, due cuori che si espongono a un pericolo sempre più imminente e dolce.
Cosa succederà quando a forza di rosicchiare arriveremo al centro del nostro io? Moriremo? Ne trarremo la forza per vivere sotto una nuova forma? Non lo so.
Temo e bramo quel momento, quel nettare così proibito e così disponibile. Quel sapore di vita dal profumo invitante.
Avvinti in una spirale che sembra letale ci prepariamo, nonostante le paure, a dare un altro morso e un altro ancora, perché non siamo mai sazi di noi, ed è bellissimo.
Questo anell fatto di carne e desideri e speranze un giorno si stringerà sulle nostre anime; sarà allora l'apice, e sarà tutto ancora da scrivere.
Ma fino ad allora ci consumiamo, piano e senza fretta, nonostante il desiderio; godendoci ogni singola briciola di tempo che abbiamo.
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Non è tua
Silenzio: che tortura che è.
Il silenzio nasconde in se mille delle paure che cerchiamo di non mostrare, i sentimenti che non vogliamo fuoriescano dalla nostra bocca per mantenerli solo eterei. Esso è il limite ultimo, alle confessioni, alle dichiarazioni, alle promesse, alle intenzioni; rotto quello, non esiste più filtro tra chi siamo e cosa sanno gli altri di noi.
Ma dentro quei silenzi, come nel buio, ci sono i mostri; si perché da una parte ci protegge, isolandoci; dall'altra invece, ci ferisce, ci obbliga all'attesa, alle congetture, alle paranoie, ai dubbi.
Dubbi che ci macerano dentro, fermentano in idee e quelle idee fanno male. Perché non sono fatti, sono molto peggio.
Sul fondo del silenzio dubitiamo di noi stessi, del nostro valore, di cosa significhiamo per gli altri. Perché gli altri non ci dicono cosa siamo per loro, ma rimangono così, in silenzio.
Lei, lei è maestra del silenzio, preferisce gli sguardi carichi dei suoi sentimenti e delle sue intenzioni, a volte così forti da essere quasi violenti. E quel silenzio e quegli sguardi vanno interpretati; come moti di stelle e galassie ti dicono dove vogliono andare, ma devi saperli leggere in silenzio, e muto accettarli.
Se il suo sguardo fosse davvero solo per me, allora forse saprei interpretarlo meglio, come meglio saprei ascoltare i suoi silenzi, le sue pause, le sue assenze.
Ma sono ignorante e duro a comprendere.
E mi rimane questo silenzio che mi inquieta e dilania perché non so cosa voglia dirmi; se mi vuole dire qualcosa sopratutto. Vorrei romperlo, strillando, urlando, scalpitando, pretendendo risposte; che oltretutto so già, ma nessuno le ha trasformate in suono e realtà.
Realtà semplice da capire: lei è di nessuno, lei non è mia, le è solo di sé stessa.
E allora perché si è presa questa parte di me, e ora la tiene in ostaggio con questo silenzio? Perché sono io solo, ad avere un buco nel petto che silenziosamente carota la mia anima in attesa di una dolce parola?
Perché non mi dice che sente lo stesso? Anche solo guardandomi, in silenzio..
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Cinquemila metri
Quanto è la distanza che intercorre tra due anime? È misurabile? È tangibile? È visibile?
Si, e allo stesso tempo no; perché sono cinque chilometri, un niente, una passeggiata senza nemmeno troppo affanno. Eppure in questi cinque chilometri io mi sono perso, agli antipodi di lei. In questi cinque chilometri sono passati anni, sono passati amori, è passata un'esistenza, senza incrociarsi. Fino ad ora, ora che la scacchiera ha preso la sua forma, le regine sacrificate, i re arroccati.
Mi trovo a chiedermi se ancora io abbia un pedone, per cambiare le sortin di questa partita. Una nuova regina, una nuova prospettiva in questo gioco crudele, fatto di spazio e tempo. Un gioco che richiede una strategia a me aliena.
Mai stato bravo a giocare a scacchi dopo tutto. Ci ho messo sempre troppo cuore e poca testa.
Ci vedo come delle piccole formiche messe su un foglio da un dio crudele, separate da una linea a matita che sembra così invalicabile. Una linea fatta di niente, larga cinque chilometri esatti. Cinquemila passi che non posso fare in quella direzione. Per una linea che non sono stato io a solcare.
Che fastidio che provo verso l'universo intero, mi ha dato una cosa così bella, e la posso solo osservare, accarezzare come una foto; posso strillare, mi sente ma non può raggiungermi.
Mi ha aperto un mondo dentro e non posso mostrarglielo nonostante io lo voglia così tanto.
Perché ci sono cinque chilometri tra noi..
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Untore
Rotto, come un pupazzo abbandonato, l'ombottitura versa da uno squarcio sul ventre; un occhio pende, l'altro perso. Polvere mi copre, sporcando il mio sorriso ricamato.
Orrido feticcio di sentimenti traditi, non sono altro che quello, un raccapricciante ricordo di bei tempi, di belle sensazioni che non torneranno, che potevo dare, che ho perso ancora prima di guadagnarmele.
Tutto perché non ho avuto il coraggio di essere, tutto perché non ho voluto affrontare la vita davvero, preferendo chinare il capo ad essa, accettandola sommessamente.
Mi faccio pena e disgusto, come quella carcassa di stoffa. Potevo essere qualcosa, ho scelto di essere tutto quello che non sono per il quieto vivere del contesto.
A chiunque mi incroci vorrei chiedere uno sguardo di sdegno, perché lo merito; dovrei essere additato come un untore di infelicità. Appestato dai miei stessi errori. Buco nero dove il tutto il buono viene assorbito, dove l'amore viene scolato, come in una gola che fa ribrezzo.
Odiatemi, evitatemi, disdegnatemi, insultatemi.
Non ho saputo amare, e merito tutto l'odio del mondo.
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Per aspera ad inferi
Ha sempre affermato che avvicinarsi sarebbe stato doloroso per lei, che l'avrebbe patito molto più di me. Perché come un ellisse attorno a due fuochi, ci si avvicina al proprio centro per poi essere scagliati distante, in un silenzio siderale.
Eppure, mi sento io distante da quella stella attorno la quale vorrei rivoluzionare e rivoluzionarmi. L'assenza, la distanza, sono solchi ribattuti sulla mia superficie.
Fa male.
È giusto che io venga punito per i miei errori, per la mia scelta di non essere completamente nella sua orbita, di accettare quelle brevi eclissi tra noi, che sovrappongono le nostre esistenze.
Ma fa male.
Forse semplicemente non me l'aspettavo così presto. Questo scemare di attrazione, nonostante sappia che ci siano astri nel cielo più splendenti di me. Ma è così bello bearsi di luce anche solo riflessa nella volta celeste, che non mi ero reso conto di quanto la sua gravità avesse influito sulla mia.
Non sono che una piccola cometa che riesce a malapena a bruciare nella sua atmosfera, figuriamoci toccare terra.
E fa ancora più male.
Eppure, lo rifarei ancora e ancora.
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