Organizzazione per il supporto agli Immigrati / Immigrant Services Organization (Caserta)
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Ricerca collaboratori da impegnare nell’ambito del progetto “AGRI-Cultura”
Per l’espletamento delle attività progettuali da realizzare nell’ambito della proposta progettuale denominata “AGRI-Cultura” l’Associazione "Nero e non solo! Aps" ricerca in Campania le sottoelencate figure professionali:
Operatore/trice di segretariato sociale Il progetto ha la durata fino al 20 ottobre 2022.
PRINCIPALI REQUISITI RICHIESTI: ● Diploma o titolo equipollente\ esperienza pluriennale nel settore ● Esperienza nel campo maturata nelle organizzazioni non profit ● Conoscenza della normativa dell’immigrazione ( Testo Unico dell’Immigrazione e relativi aggiornamenti) ● Competenze nell’ effettuare una valutazione delle competenze, guidare la stesura di un CV, simulare un colloquio. ● Conoscenza i servizi del territorio ( servizi sociali, Centro per l’impiego, agenzie per il lavoro, patronati, sindacati, asl, consultori, ecc) ● Capacità organizzative, comunicative e relazionali che facilitano il rapporto con i beneficiari, e i diversi stakeholder coinvolti ( enti locali, aziende e locazioni) ● Ottima conoscenza della lingua inglese o almeno di un’altra lingua straniera ● Capacità di lavorare in team e gestire processi in modo autonomo. ● Conoscenza del contesto di riferimento ● Disponibilità a spostarsi sul territorio e autonomia negli spostamenti
LEGGI L'AVVISO PER INTERO
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AVVISO Ricerca collaboratori da impegnare nell’ambito del progetto “AGRI-Cultura”
Per l’espletamento delle attività progettuali da realizzare nell’ambito della proposta progettuale denominata “AGRI-Cultura” presentata da C.I.D.I.S. Onlus capofila dell’ATS composto da: SOLIDARCI Società Cooperativa Sociale; Nuova Cooperazione Organizzata Consorzio Di Cooperative Società Cooperativa Sociale; Nero E Non Solo; Alba Nova; AGROPOLI Onlus – Società Cooperativa Sociale ARL; EUREKA Onlus – Società Cooperativa Sociale; Comitato Don Peppe Diana per l'attuazione del Progetto “SUPREME” CUP I21F190000200009 e per l’attuazione del Progetto “P.I.U. – SUPREME”, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Inclusione FSE 2014-2020, “Azioni di prevenzione e contrasto allo sfruttamento lavorativo nei contesti urbani” CUP B35B19000250006 l’Associazione "Nero e non solo! Aps" ricerca in Campania le sottoelencate figure professionali:
Coordinatore/trice attività del polo sociale Operatore/trice di segretariato sociale Operatore/trice Legale Traduttore/trice Mediatore/trice Culturale Responsabile seminari e laboratori Operatore di segreteria Docente italiano L2 Tutor didattico Esperto seminari e laboratori Ricercatore/trice sociale
I dettagli delle figure professionali ricercate, i requisiti richiesti e le modalità di presentazione delle domande, sono scaricabili dal bando all'indirizzo:
https://neroenonsolo.it/extra/Avviso_Agri-Culture_Nenrivisto.docx
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COMUNICATO – APPELLO Squarciamo il silenzio che è sceso sui Beni Confiscati e la lotta alle mafie! Le istituzioni spezzino l'inerzia che ha fatto perdere i fondi alla Fattoria Sociale “Meta”
Tra la calura estiva e l'emergenza Covid rischiano di passare sotto silenzio attentati incendiari e responsabilità burocratiche, che entrambe distruggono anni ed anni di lavoro delle associazioni sui terreni confiscati al Clan dei Casalesi.
Prima la messa a fuoco di diversi ettari di grano nella masseria Abbate, poi l’incendio nella “Balzana” a Santa Maria la Fossa, ora l'incendio ai capannoni dell'Euromilk a San Marcellino, ma anche, come se non bastasse, la revoca di 1.400.000 euro per “La fattoria Meta per l’accoglienza e l’integrazione di immigrati” che l’Autorità di Gestione del PON Legalità 2014/2020 del Ministero dell’Interno ha disposto per il Comune di Santa Maria la Fossa.
Inerzia e silenzio costituiscono il terreno in cui le mafie riprendono forza.
“Nero e non solo!” ha realizzato sui terreni confiscati ai camorristi Francesco Schiavone detto Cicciariello e ad Aniello Bidognetti, un impianto elicicolo, per l’allevamento delle chiocciole per scopi alimentari e per l’estrazione della bava.
In dieci anni centinaia di studenti e volontari provenienti da tutt'Italia, durante i campi di lavoro estivi insieme a giovani rifugiati politici accolti dall'associazione, hanno tenuto fertile il terreno e costruito l'impianto che oggi ha appena iniziato a creare lavoro.
Abbiamo scritto al Ministro dell’Interno, al Presidente della Regione Campania, al Prefetto di Caserta, al Sindaco del Comune di Santa Maria la Fossa, alla responsabile dell’Autorità di gestione del Pon legalità 2014-2020 e al presidente di Agrorinasce, che nel 2011 affidò i terreni all'associazione.
Il progetto “Fattoria Meta” prevedeva la costruzione di una fattoria sociale e la riqualificazione dell’intera area affidata all’associazione. Un progetto innovativo sul piano della sostenibilità ambientale e architettonico sviluppato da un gruppo di architetti vincitrici di un concorso pubblico. Il Comune di Santa Maria La Fossa, una volta realizzata la fattoria, ne sarebbe stato il proprietario.
Oggi la delusione è fortissima. In questi ultimi anni la fattoria “Meta” ha rappresentato il sogno che poteva diventare realtà, il possibile segno concreto del riscatto di un intero territorio.
La fattoria avrebbe portato a compimento gli investimenti che l’associazione ha già realizzato attraverso i finanziamenti della Fondazione con il Sud, la Chiesa Valdese, il 5 per mille e i contributi dei volontari che hanno partecipato ai campi e dei fondi raccolti dallo Spi CGIL per le attività dal 2011 ad oggi.
Più di 80.000 euro, senza considerare gli anni di impegno volontario profusi in questi ultimi 9 anni.
Lo abbiamo fatto, con la consapevolezza che per cambiare le cose non sarebbero bastati i proclami ma che fosse necessario, sporcarsi faticosamente le mani nella terra e sotto il sole.
Abbiamo realizzato i campi della legalità “Terra di lavoro e dignità”, con l’ARCI Nazionale in collaborazione con lo Spi, la CGIL e tante altre organizzazioni locali e nazionali, facendo conoscere la storia, le difficoltà ma anche la ricchezza, la dignità e la voglia di riscatto del nostro territorio, a centinaia di giovani e adulti di diverse parti d’Italia.
Senza la fattoria Meta, non avremo più il laboratorio per l’estrazione e la trasformazione della bava di lumaca, il ricovero degli attrezzi agricoli, la possibilità della guardiania, l’accoglienza dei lavoratori stranieri, gli spazi didattici per i percorsi di educazione alla legalità.
Nero e non solo! da quasi 30 anni è impegnata nella provincia di Caserta per promuovere i diritti degli immigrati per una società aperta e giusta. In tutti questi anni il dialogo interculturale, la lotta alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento lavorativo e sessuale sono stati al centro del nostro agire quotidiano. Nove anni fa ci siamo assunti la responsabilità di costruire su terreni confiscati un’esperienza di antimafia sociale per coniugare il rispetto dei diritti dei braccianti agricoli, l’agricoltura sociale e l’educazione alla legalità.
In questi giorni ci siamo più volte chiesti:
A cosa sono servite le migliaia di ore di impegno sotto il sole, il sudore e la fatica di tanti volontari, di centinaia di giovani provenienti da tante città d’Italia e non solo?
A cosa sono serviti gli sforzi economici per provare a dare una opportunità, un futuro ai giovani braccianti rifugiati?
A cosa sono serviti gli sforzi compiuti per ripristinare i danni dovuti ai danneggiamenti, furti, incendi dolosi, di cui siamo stati vittime sul terreno in questi anni?
NO! Non possiamo accettare questo epilogo.
Non lo possiamo accettare, soprattutto, perché questa non sarebbe solo una nostra sconfitta ma di tutte le persone della società civile che lottano e si impegnano quotidianamente contro le mafie, il caporalato e lo sfruttamento dei braccianti.
La perdita di questo finanziamento rappresenta una sconfitta non solo per Santa Maria la Fossa, ma per tutta la provincia di Caserta.
Un’altra opportunità persa per la provincia di Caserta, già martoriata da mille problemi.
Chiediamo alle istituzioni e agli enti coinvolti di compiere il massimo sforzo per risolvere questa situazione, recuperare il finanziamento e realizzare l’opera.
Abbiamo incontrato la Prefettura ed il Comune di Santa Maria La Fossa sollecitandoli a fare il possibile per recuperare il finanziamento. Siamo ancora in attesa di una risposta positiva.
Chiediamo alle persone, agli operatori dell'informazione, alle organizzazioni del lavoro e al terzo settore di essere al nostro fianco per spingere le istituzioni e la pubblica amministrazione a non abbandonare l'impegno sui beni confiscati.
NON TORNEREMO AL PASSATO E OGNI GIORNO CONTINUEREMO A COMBATTERE AFFINCHE’ LA NOSTRA PROVINCIA SIA “TERRA DI LAVORO E DIGNITÀ”.






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Oggetto: Comunicazione Urgente
Egregi Signori,
come a Voi noto, il giorno 20 luglio 2019, L’Associazione Nero e non solo! O.n.l.u.s. sarà costretta a lasciare la sua storica sede presso la chiesa di Sant’Elena.
Nel rispetto dei tempi indicati da Sua Eccellenza Monsignor D’Alise, l’Associazione è pronta a questo doloroso passo. Ancor più doloroso però è riscontrare che a fronte della chiusura dell’attuale, e si ripete storica, sede, Nero e non solo! O.n.l.u.s. non ha ancora una nuova casa.
Dal giorno 20 luglio, saremo costretti ad interrompere qualsiasi attività, l’assistenza alle persone prima di tutto. E’ pedissequo ricordarVi che la nostra Associazione ha costituito un presidio antirazzista e di diffusione della cultura dell’inclusione sul nostro difficile territorio, che ha contribuito negli ultimi 28 anni a garantire il mantenimento di un livello dignitoso di diritti e accoglienza per italiani e stranieri che vivono a Caserta e provincia.
Non ci rimane altro che lanciare un ultimo accorato appello a Voi che siete le Istituzioni.
Ci rivolgiamo in particolare al Signor Sindaco Avv. Marino, poiché il Comune di Caserta si è attivato per fornirci una nuova e adeguata sede, impegnandosi, in data 7 marzo c.a., mediante una mozione votata all’unanimità, ad individuare una sede per Nero e non solo! Ad oggi, però, tale impegno non è stato ancora mantenuto e l’Associazione si troverà costretta a svolgere presidi sulla via pubblica o direttamente all’interno dell’ex sede per garantire la continuità della propria azione a tutela dei diritti delle persone, attività che, capirete bene, non può soffrire di alcun periodo di interruzione, anche solo temporanea. Di ciò sono di certo a conoscenza anche il sig. Prefetto ed il sig. Questore, stante la costante presenza dei nostri operatori presso gli uffici dei rispettivi governi. Non avere una sede vorrà significare che tutte le istanze in atto non potranno essere più seguite, tutte le iniziative tecnico-giuridiche non potranno trovare corso, con l’emergere di un enorme danno a carico degli utenti che a noi si sono rivolti e che hanno pratiche in corso. Non si potrà non considerare questo aspetto decisivo nel parlare del nostro futuro. E’ a tutti Voi che chiediamo un intervento immediato!
A Sua Eccellenza Monsignor D’Alise affinché, in assenza di una soluzione di continuità, ci consenta di proseguire a svolgere le attività nella chiesetta di Sant’Elena. Al Signor Sindaco affinché acceleri le pratiche necessarie all’insediamento presso una nuova struttura. Ai Sigg.ri Prefetto e Questore affinché, nel rispetto del ruolo civico e sociale svolto dall’Associazione, vogliano sensibilizzare e sollecitare chi di dovere a perorare la nostra causa per la ricerca e l’immediato trasferimento in una nuova sede.
Tale nuovo spazio fisico contribuirà ancora a costruire una società interetnica e interculturale, giusta e aperta, anticamorra e per la legalità democratica, contro la tratta e lo sfruttamento delle persone. Conformemente al nostro spirito volto al confronto, al rispetto ed al dialogo, Vi chiediamo di aiutarci a trovare una nuova casa dove continuare l’esperienza di Nero e non solo! O.n.l.u.s. Chiediamo, dunque, a tutti Voi di aiutarci a trovare una soluzione e vi invitiamo a non essere indifferenti e a non essere corresponsabili della chiusura della Chiesetta di Sant’Elena come presidio dei diritti e dei doveri delle persone, che vivono il territorio indipendentemente da dove siano nati, senza aver individuato una soluzione condivisa. Restiamo in attesa di Vostro sollecito e accorato riscontro. Cordiali saluti.
Caserta 19 luglio 2019 Nero e non solo! O.n.l.u.s. Il presidente Aniello Zerillo
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Dal Trentino a spasso nella provincia di Caserta
Da mercoledì 20 febbraio a venerdì 22 febbraio gli studenti dell’Istituto d’Istruzione “Marie Curie” Pergine Valsugana (Trento) si sono affidati a Nero e non solo! Onlus circolo dell’Arci per fare un viaggio breve ma intenso in Terra di Lavoro. Mercoledì mattina siamo stati alla Casa delle associazioni presso la cioccolatteria Dulcis in Fundo gestita dalla cooperativa Davar in un bene confiscato alla Camorra a Casal di Principe. Lì Tina Borzacchiello la responsabile ci ha raccontato come la cooperativa è impegnata a realizzare l’inserimento lavorativo di persone disagiate e come questo abbia determinato un’importante occasione educativa, riabilitativa, di socializzazione ma anche luogo di abilità relazionali, tecniche e professionali. Qui ci ha raggiunto Gianni Allucci di Agrorinasce la società che gestisce per alcuni comuni della zona i beni confiscati. Intorno a mezzogiorno Tina ci ha accompagnato nella chiesa di San Nicola di Bari dove è stato assassinato don Peppe Diana il 19 marzo del 1994. Lì abbiamo incontrato Augusto di Meo, testimone di giustizia nel processo contro gli assassini di Don Peppe Diana. De Meo ha visto l’assassino di don Peppe, suo fraterno amico, e non ha avuto un attimo di esitazione a denunciare l’accaduto e a riconoscerlo. In chiesa era presente anche il parroco che arrivò dopo la morte di don Peppe per aiutare la comunità a riprendersi e che è tuttora reggente. Questi era di Giugliano e per non spaventare la famiglia disse che sarebbe rimasto pochi mesi. Invece oggi sono quasi 25 anni. Anni in cui i cambiamenti si vedono, anche se resta molto da fare. A pranzo siamo andati in un ristorante Nuova Cucina Organizzata, un'altra esperienza di riuso sociale dei beni confiscati. Qui i ragazzi hanno potuto gustare i prodotti del territorio e l’immancabile pizza. Nel pomeriggio siamo andati in un’associazione “La forza del silenzio” che gestisce beni confiscati per la cura e l’inserimento dei ragazzi e degli adulti Autistici. Questa associazione ha due laboratori, uno di stampa di oggetti e t-shirt e un altro alimentare specifico per i celiaci. Il responsabile, un poliziotto, ci ha spiegato la sua storia personale ( ha 2 figli autistici) e quella dell’associazione. Esperienza nata 10 anni fa, insieme ad altri genitori, per dare una risposta concreta a questi bambini che nulla avevano dal territorio e dalla società. Hanno avuto in gestione due beni confiscati, entrambi di “Sandokan” Schiavone e ci ha raccontato le difficoltà di operare su un territorio di forte impatto criminale, ma soprattutto nelle abitazioni della camorra.

Giovedì alle 7,00 siamo partiti alla volta di Castel Volturno per andare a far visita al Caseificio della coooperativa “Le Terre di Don Peppe Diana”. I soci con grande determinazione hanno perseguito l’impegno a dar vita ad un caseificio con produzione di prodotti caseari, rifornendosi da allevamenti del territorio controllati nell’ottica della giustizia e legalità. Abbiamo assistito alle varie fasi della produzione della mozzarella, assaggiando il prodotto appena lavorato. La cooperativa gestisce anche terreni confiscati ed è in procinto di realizzare un’attività agricola proprio su questi. Dopo ci siamo diretti a Santa Maria la Fossa dove abbiamo visitato i terreni confiscati assegnati all’associazione Nero e non solo! e parlato di questo progetto, già in essere da un paio di anni, ovvero l’allevamento di Elicicultura. Inoltre questo si è coniugato con l’impiego di un bracciante agricolo titolare di protezione sussidiaria che dopo aver fatto un percorso nello SPRAR si S.Maria C.V. e seguito un apprendistato presso le Maestranze Edili è stato assunto dall’associazione per svolgere il lavoro con le lumache. Siamo andati quindi a pranzo presso una casa dove si realizza il progetto SPRAR gestito dalla cooperativa Solidarci. Dopo pranzo abbiamo incontrato il sindaco di Santa Maria la Fossa il dott. Antonio Papa che ci ha parlato dell’importanza dei beni confiscati per lo sviluppo del territorio. Il sindaco ci ha portato presso il centro documentale intitolato a Pio La Torre. Qui c’è l’impianto di gassificazione per trattare i reflui delle bufale, gli animali che producono il latte da cui si produce la famosa mozzarella.

Venerdì mattina ci siamo incontrati presso l’Anfiteatro Flavio di santa maria Capua Vetere e dopo una visita nella storia, ci siamo diretti al Museo Campano. Alle 12,00 presso la libreria Spartaco si è svolto un incontro con Angelo Ferrillo, presidente dell’Arci Caserta, sui temi dell’accoglienza e della protezione internazionale. Subito dopo si è tornati all’Anfiteatro e si è pranzato da Amico Bio dove a fare le pizze per gli studenti c’è un beneficiario del progetto Sprar che, dopo aver fatto un corso di formazione e poi un tirocinio, è stato infine assunto come pizzaiolo. Alle 16,00 ci siamo spostati nella Sede di Nero e non solo! O.n.l.u.s. a Caserta dove abbiamo incontrato il professore dell’Università degli Studi del Molise Gianni Cerchia che ci ha illustrato l’origine storica delle organizzazioni criminali e della camorra in particolare, parlandoci dell’intreccio tra economia, politica e camorra.

Gli studenti hanno visitato martedì Napoli, nelle sere a seguire hanno visto Caserta, Caserta Vecchia e San Leucio. Il sabato hanno visitato la Reggia di Caserta.
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La nostra risposta alla disdetta della Curia
Eccellenza, innanzitutto, grazie.
A nome mio, di Nero e non solo! O.N.L.U.S., l’associazione che ho l’onore di rappresentare, di tutti i volontari e delle persone che in questi anni hanno vissuto, condiviso o attraversato la “chiesetta” di Sant’Elena. Noi tutti non possiamo far altro che ringraziare Lei, i suoi predecessori e tutta la Chiesa di Caserta, per l’ospitalità che abbiamo ricevuto in questi anni.
Nella “chiesetta” di Sant’Elena, siamo stati liberi e protetti e questo ci ha consentito di crescere, di sperimentare, giorno dopo giorno, la cultura dell’accoglienza e della condivisione, di realizzare una pratica di solidarietà e aiuto concreto, che ci ha condotto a diventare quello che siamo.
Avere la responsabilità di gestire la “chiesetta”, ci ha consentito di praticare l’idea della convivenza pacifica, in un luogo laico ed interreligioso nello stesso tempo, di persone con culture e storie diverse, provenienti anche, ma non solo, da altri paesi.
In questi anni, il nostro impegno quotidiano è stato dare ascolto e attenzione a uomini e donne, a giovani e adulti, provando a dare risposte ai loro bisogni, come se fossero i nostri.
Almeno nella “chiesetta” di Sant’Elena, almeno a Nero e non solo!, è stato sempre possibile trovare aiuto, indipendentemente dal fatto di essere poveri o ricchi, italiani o stranieri, credenti in un qualsiasi Dio o non credenti, facendo in modo che tutti potessero agire per realizzare il “Bene” e sentirsi ed essere “cittadini responsabili”.
Anche se speravamo altro, sapevamo che la lettera di rescissione del comodato sarebbe arrivata e siamo coscienti delle conseguenze che questa avrà sulla nostra esperienza. Nero e non solo! dovrà trovare un nuovo luogo, dove continuare a realizzare e a praticare le nostre attività, i nostri progetti, la nostra umana accoglienza.
In 27 anni tante cose sono cambiate, ma noi NO.
Noi ci crediamo ancora.
Siamo cresciuti e quindi siamo consapevoli che la “chiesetta” di Sant’Elena ha bisogno di interventi.
Noi eravamo coscienti, però, di questa necessità già da molti anni. Era precisamente il 1997, quando fu presentato sotto nostro impulso il primo progetto di ristrutturazione. Pensavamo ci fosse un’altra strada. Credevamo si potesse ristrutturare quell’importante e significativo luogo e, poi, continuare a realizzare con una qualità superiore, un centro interculturale e di solidarietà.
Ma non è andata così.
In questi anni, non si è ristrutturato ma noi il centro interculturale lo abbiamo realizzato con pochi se non scarsissimi mezzi.
Abbiamo dimostrato che si poteva fare!
In questi anni abbiamo aiutato più di 20.000 persone con le pratiche relative ai documenti, con l’insegnamento dell’italiano, con l’acquisizione della cittadinanza, abbiamo incontrato centinaia di studenti nelle scuole, abbiamo incontrato tantissime persone nelle serate di presentazione di libri o altre iniziative sociali e di lotta per la legalità democratica.
La nostra speranza è quella che una volta che Nero e non solo! sarà andata via da Sant’Elena, questa non venga abbandonata, come lo era prima del nostro ingresso nel dicembre del 1991.
Un nostro desiderio è che la “chiesetta” resti aperta e abbia un nuovo splendore proprio per poterci sentire parte, anche quando saremo andati via, di un percorso di crescita sociale e culturale in città.
Le mura della “chiesetta” hanno imprigionato i nostri respiri, i nostri sogni e le nostre parole e difficilmente potranno dimenticare le gioie e i dolori dell’umanità che è passata di qui.
Noi andremo via nei tempi e nei modi che Lei ci chiederà, anche se non saprei come rispondere alle formule aride di una lettera di disdetta.
Mi domando se dovremo lasciare la “chiesetta” piena di fango come la trovammo nel 1991 quando l’allora Vescovo Mons. R. Nogaro, solo sulla base del racconto dei nostri progetti rispetto all’utilizzo di quel luogo, ci mise a disposizione la “chiesetta” per aiutare gli altri.
Oppure lasciarla tutta annerita con gli impianti distrutti, come era dopo l’incendio doloso del 15 marzo 1999. Di lì a poco avremmo firmato il primo contratto di comodato (19 marzo 1999) anche come atto simbolico di una doverosa resistenza e opposizione al vile atto vandalico che ci aveva colpito.
Abbiamo resistito, abbiamo lottato, abbiamo aiutato, abbiamo condiviso, abbiamo inseguito un’idea di luogo che fosse aperto, sociale, libero.
Continueremo a farlo, così come stiamo facendo sui terreni confiscati alla camorra ed assegnati alla nostra Associazione nel territorio di S. Maria La Fossa.
Continueremo senza dubbio.
Ma ora è venuto il momento di andare, di lasciare il luogo che è stato il simbolo della nostra presenza in città. Una città, Caserta, che vive immense contraddizioni e notevoli difficoltà, ma che ha trovato sempre nella “chiesetta” di Sant’Elena un posto privilegiato per sentirsi umani e solidali.
La volontà ferrea di continuare la nostra opera, consapevoli della sua meritevolezza, ci impone la ricerca di nuovi spazi.
E a chi rivolgersi se non a Lei, per primo, nella richiesta di un aiuto per la ricerca di un nuovo posto che sia adeguato a consentirci di continuare a sperare nella realizzazione di una società interetnica e interculturale, senza discriminazioni, solidale e libera.
Anche in questo tempo, soprattutto adesso.
Attendiamo, dunque, un Suo cordiale cenno in tal senso e aspettiamo di incontrarLa presto.
Cordialmente.
Caserta, 18/10/2018
Aniello Zerillo Presidente di Nero e non solo! O.n.l.u.s.
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La raccomandata della Curia che dopo 27 anni di impegno civile e sociale nella Chiesetta di Sant’Elena ci chiede di “rilasciare libero da persone e cose l’immobile concesso in comodato per il giorno 20/03/2019″
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Makan a tutta birra!
Prosegue il lavoro dell’associazione sul terreno confiscato a Santa Maria La Fossa con Makan a tutta birra!
Ops! Lo sguardo di Makan ci ha interrogato?!? Solo un modo dire caro Makan per apprezzare il tuo grande lavoro. -:)
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Con i migranti per fermare la barbarie
In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme. I princìpi di civiltà e di convivenza democratica sono tornati a essere bersagli di chi vuole dividere, reprimere, escludere, cacciare. Razzismo e xenofobia vengono ogni giorno instillati tra gli italiani del Nord e del Sud, e si diffondono nelle città e nelle periferie sociali. Ma se prima si trattava soltanto di segnali universalmente considerati negativi, adesso i sintomi sono rappresentativi di un’involuzione profonda. E fanno paura. A fronte di un cambiamento così preoccupante, è necessario intensificare ed estendere la risposta di popolo contro le violenze, i soprusi, le prepotenze che scendono dall’alto come una nera cappa che copre il nostro Paese. Una risposta in nome dei diritti, del rispetto, del senso di umanità che non possiamo e non dobbiamo smarrire. I primi segnali di un’alternativa sono arrivati con la reazione all’attacco a Riace e al suo sindaco Mimmo Lucano e con la straordinaria sottoscrizione per permettere l’accesso alla mensa e ai servizi di trasporto, ai bambini figli di cittadini stranieri, negati da un’ordinanza dalla Sindaca di Lodi. Così come con la grande risposta delle magliette rosse, con la manifestazione a Catania per pretendere lo sbarco e il soccorso dalla nave Diciotti, con la straordinaria partecipazione alla marcia della pace Perugia-Assisi e il grande consenso che sta raccogliendo il progetto Mediterranea. Da più parti viene la richiesta di una battaglia di civiltà, in difesa della democrazia costituzionale. E contro le diseguaglianze, contro le povertà, sociali e culturali che i ministri dell’odio manipolano, strumentalizzando il disagio e la sofferenza che coinvolgono milioni di italiani, per rivolgere la rabbia nei confronti delle persone più deboli dei nostri tempi: i migranti. A questa gente, a milioni di donne, uomini, bambini viene negato qualsiasi diritto. È un’umanità che fugge da fame, povertà, guerre, terrore. Di questo immenso popolo, una piccola parte vorrebbe venire in Italia, anche solo per attraversarla. Lo vorrebbe fare rivolgendosi agli Stati, legalmente e senza rischiare la vita. Ma leggi e politiche sempre più proibizioniste e liberticide producono morte e sofferenza e alimentano la criminalità e le mafie. In Italia soffia un vento furioso di propaganda e, peggio, di violenza. Il limite della intolleranza si traduce in forme di aggressione e regressione sempre più gravi. I migranti diventano ostaggi, nemici, gente pericolosa. Insultati, picchiati, feriti da armi da fuoco, concentrati in centri invivibili. Adulti, minori, donne sole, bambini trovano in Italia un’ostilità crescente. E come se non bastassero il blocco delle navi e il boicottaggio delle Ong, il governo approva un decreto che, se accolto dal Parlamento, metterebbe ancora più a rischio la loro vita.
Un Decreto che punta a demolire il diritto d’asilo, a consegnare ai privati l’accoglienza puntando sui grandi centri che alimentano corruzione e razzismo, scaricando sui territori costi, disagio e tensione sociale. Eppure nonostante le difficoltà politiche, nonostante i dubbi, nonostante le divisioni, tanti italiani sono disposti a fare argine al drammatico dilagare di comportamenti “cattivi”, che non avevamo ancora mai visto prima verso i più indifesi. Ma c’è di peggio, perché chi perseguita i deboli non se ne vergogna. Ostentando e stimolando odio. A questa vasta area democratica, religiosa e laica, spetta il compito di tenere alta la bandiera della civiltà, della pace, della convivenza tra diversi, della democrazia. La chiesa di Papa Francesco interpreta con lucidità i tempi presenti. Il mondo cattolico, con le sue strutture e i suoi giornali, insieme alle tante associazioni sono già impegnati in aiuto dei migranti e in prima fila contro razzismo e xenofobia. Altrettanto il mondo laico: donne, uomini, giovani e meno giovani, compagne e compagni, preoccupati e convinti della necessità di dare un’ampia e forte risposta alla crescente barbarie.
È il tempo di compiere un primo, grande, passo. Tutti insieme. E possiamo farlo manifestando il 27 ottobre 2018, non in una ma dieci, cento città.
Per adesioni: [email protected]
Hanno finora aderito ACTIONAID, AIDOS, ANPI, ANTIGONE, AOI, ARCI, ARCS, AVVOCATO DI STRADA, BAOBAB EXPERIENCE, CEFA, CENTRO ASTALLI, CGIL, , CIPSI, CITTADINANZATTIVA, CNCA, COCIS, COMITATI DOSSETTI PER LA COSTITUZIONE, CONCORDITALIA, COSPE, DOKITA, FOCSIV, FOCUS CASA DEI DIRITTI SOCIALI, FORUMSAD, GRUPPO ABELE, GUS, IL MANIFESTO, IL RAZZISMO È UNA BRUTTA STORIA, INTERSOS, JANUAFORUM, LEGAMBIENTE, LIBERA, LINK2007, LUNARIA, MOLTIVOLTI, OSSERVATORIO AIDS-DIRITTI SALUTE, OXFAM, PROACTIVA OPEN ARMS, RETE DEGLI STUDENTI MEDI, TERRES DES HOMMES, STATEWATCH, UDU, UIL, UISP, UN PONTE PER, VIM E inoltre: Ginevra Bompiani, Luciana Castellina, don Luigi Ciotti, Renzo Fior, Raniero La Valle
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