Tumgik
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non so di preciso perché io abbia deciso di creare l’ennesimo blog su tumblr. so solo che l’idea che ha avuto il mio migliore amico tre/quattro anni fa di scriverci su e buttare qualche pensiero, senza la pretesa che venisse letto dal mondo intero e con la illusa consapevolezza che questi pensieri non sarebbero rimasti a prendere polvere nelle note del telefono, mi sembrava un’idea intelligente.
quale miglior modo per celebrare gli ultimi giorni del 2023 se non parlando del mio pessimo rapporto con il mio corpo? con la mia faccia e con la mia presenza nel mondo?
ho cominciato ad avere la consapevolezza di soffrire di disturbi alimentari dal terzo superiore. otto anni.
sono otto anni che vado avanti tra periodi di quiete e periodi di profondo sconforto, dondolandomi su questa altalena che non riesce mai a rallentare, frenare e permettermi di scendere per proseguire la mia vita.
una cosa di cui però sono grata è che, perlomeno, questi otto anni non sono stati statici.
sono cambiata, ho maturato nuove prospettive, nuove consapevolezze e se prima, al liceo, affrontavo il mio malessere sotto le coperte, al buio nella mia stanza, impotente e senza alcun tipo di visione della realtà che mi circondava, adesso, a bari, in università e circondata da teste differenti da quelle passate, ho potuto ritrovarmi, scoprirmi, apprezzarmi un po’ di più e forse ho potuto vivere dei momenti in cui sembrava che finalmente avessi smesso di dondolarmi nell’ignoto e tra le voci intrusive del mio animo.
credo di aver vissuto infiniti episodi depressivi al liceo, ma non avendo mai avuto una diagnosi, non essendo mai andata da uno psicologo o psicoterapeuta, non voglio azzardare conclusioni che non mi competono.
so solo di essere stata molto male.
ritrovando vecchie note nel telefono mi sono resa conto che solo tre anni fa parlavo a me stessa in termini veramente cattivi; non mi degnavo neppure di una piccola parola di incoraggiamento.
è molto triste oggi rileggere quelle cose, ma questa tristezza è la prova che sono migliorata, che sono cresciuta.
nonostante ciò, talvolta ci ricasco.
talvolta mi metto a pensare a quanto le persone che amo siano state circondate da ragazze infinitamente più belle di me, più magre di me, più brave di me a truccarsi, a vestirsi, ad esprimere la loro personalità, a non vergognarsi, ad ascoltare musica, a parlare di argomenti seri e stupidaggini allo stesso tempo, ad affrontare i problemi, a rapportarsi nei contesti sociali.
ciò mi porta a chiedermi: “ma davvero io vado bene così? non sto facendo abbastanza. non sono abbastanza. chi amo può avere di meglio e la prova sta nel fatto che al mondo esistono centinaia, migliaia di ragazze esattamente come me, ma migliori”.
questi momenti ancora non so come trattarli.
semplicemente dopo un po’ mi dimentico di pensarci, ma non credo di starli fronteggiando nel modo giusto.
a volte provo a farmi dare rassicurazioni, ma sento che non bastano, perché poi ne voglio sempre di più e non saranno mai abbastanza, perché io in primis non mi sento abbastanza.
fino a quando non sarò in grado di modificare questa percezione di me stessa non potrò cambiare giostra e fino a quando non proverò qualcosa di nuovo, rimarrò ancorata a tutti i metodi compensatori su cui mi sono, per anni, cullata e adagiata, fingendo che buttare fuori tutto (letteralmente) possa non farmi più pensare a niente o che negarmi qualcosa possa funzionare come punizione per non essere quella che non sono.
oggi, però, rispetto a qualche anno fa, riesco a lasciare il cibo dov’è e dove dovrebbe essere una volta inghiottito e, se ho fame, riesco a mangiare ugualmente nonostante il senso di colpa.
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