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tic tac sul cuore
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nooobe-blog-blog · 10 years ago
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La ritmica intensa del silenzio
Come quegli attimi in cui dopo cena gli ospiti vanno via. Tu chiudi la porta e ti trovi sola nel tuo silenzio.  Sola con i tuoi demoni, che ormai hai imparato a tenere a bada, a cui sei affezionata quasi, che ti tengono compagnia. In quel silenzio che ha una sua consistenza, è solido e palpabile. Nel silenzio fatto di pregressi profumi, rumori, voci.  Bicchieri che tintinnano, profumi d'arrosto e risate.  Come quando hai sete e non puoi bere e poi trovi una sorgente di acqua fresca.  La calma dopo la tempesta. L'ovatta degli spazi, prima pieni, pieni di tutto, di troppo.  La morbidezza degli abbracci che ti dai da sola, chiudendo gli occhi. La delicatezza dei passi di un gatto, sul tuo cuore, prima che sul pavimento di casa. Silenziosi. Silenzio, una cosa a cui non si è più tanto abituati, con tutta questa bulimia comunicativa che ci circonda.  Comunicare qualsiasi cosa, anche la più stupida, grezza, idiota cosa.  Anche quelle a cui non frega un cazzo a nessuno, che sono tante. Come sarebbe bello se facessimo tutti il gioco del silenzio per un giorno.  Se riuscissimo tutti a mandare via gli ospiti, chiudere la porta e sederci sul divano con il gatto.  Fumare una sigaretta, pensare.  Guardarci dentro e trovare qualcosa.  Guardarci dentro ed essere felici di quello che vediamo. Bello o brutto, cosa importa. Guardarci dentro e bastarci. 
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nooobe-blog-blog · 10 years ago
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Femminista dei giorni nostri
Se sei una persona normale, che ha una riunione importante - ma che dico importante, decisiva per dare un senso al futuro incerto! - ti prepari. Mentalmente e a livello pratico. 
Tu invece di normale hai ben poco. 
Non possiedi la capacità di preorganizzazione, non ce l'hai proprio nel Dna. Come se, al momento della distribuzione di tale capacità, tu fossi stata in un altro mondo. Il tuo, quello al di là delle nuvole, una landa desolata dove vive solo Martina, con nubi fatte di pensieri e alberi fatti di sogni. Lì.
Come sa bene chi mi conosce, amo vivere così, sempre sull'orlo del precipizio.
Esami studiati nell'ultima notte disponibile, cene preparate con ospiti in arrivo e te che li accogli in pigiama isterica, aerei presi per un soffio, proclamazione di Laurea fatta per un pelo, con tutti i curiosi già lì e tu su un taxi, arrivo in scivolata nella sala con tacchi, stretta di mano e sorriso e passa tutto. Mia madre che dice che se faccio così un'altra volta, lei al mio matrimonio non ci viene.
Perché quindi sul lavoro dovrei essere diversa?
Questi erano i pensieri che mi frullavano in testa questa mattina, insieme alle solite parole poco carine che il mio cervello elabora in queste estreme situazioni, quando, alla vigilia di un incontro importante, ero, ancora una volta, dannatamente in ritardo.
Cosa fare dunque, quando ti ritrovi in collants e reggiseno per casa e dopo un'ora devi essere seduta in una sala conferenza, con ben cinque! uomini pronti a sbranare te, che non sei altro che una pivella svitata? 
Come fare a battere la logica, ancora ben radicata ahimè, del uomolavora - donnalavaabitidiuomochelavora? 
Semplice.
Se c'è una cosa che la vita - e mia nonna - mi ha insegnato è che, in QUALSIASI situazione, bisogna essere al massimo della forma. 
Belle e sole. 
Sì, perché quando si deve vincere una battaglia e ci si presenta in due, la battaglia è già persa, il nostro nemico capisce al volo che siamo troppo deboli e lo capisce dal fatto che abbiamo bisogno di un aiuto.
So che il mio discorso può sembrare di un maschilismo estremo, ma è proprio il contrario. 
Le lotte che sono state fatte dalle donne fino ad oggi, sono state fatte per permetterci di esprimere le nostre qualità, al pari degli uomini. 
Non c'è scritto da nessuna parte, che una donna che vota, lavora, è mamma, moglie, sola, factotum o suora, debba essere una cozza. 
Non è detto, che la femminilità e la bellezza non possano andare di pari passo con l'intelligenza, l'astuzia, la tenacia e la saggezza. 
Noi le abbiamo tutte queste qualità e ne abbiamo anche una in più, quella del "tira più un.." - ecco quella.
Usatela donne! 
Perché se pensate di battere un uomo a braccio di ferro, a meno che non siate bodybuilder professioniste, non ci riuscirete. Ma se riuscite a dirottare la sua attenzione sul vostro essere splendide, oltre che intelligenti, ecco che allora vincerete sicuramente. 
Quindi.. vai di maschera di bellezza, doccia rilassante, capelli, trucco, tacchi, vestitino e una bella spruzzata del tuo profumo, che da solo ti dona femminilità e leggerezza. 
Bella come non sarai mai nemmeno il giorno del tuo matrimonio, metti il pc in borsa, infili il cappotto ed esci. 
Mentre sei in macchina redigi una lista delle cose da dire, che salvi in "note" sul blackberry come "Orgi", che nella tua testa significa "ordine del giorno", ma - giustamente - il bb non lo sa e salva la nota come "Orgia".
Perfetto. Ora riesci anche a farti una bella risata e ad arrivare puntuale e sorridente alla riunione, grazie al tuo spiritoso smartphone.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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attimi e attimi
Gli attimi della vita sembrano tutti identici.Tanti, piccoli frammenti di tempo. Sempre uguali: come forma, spessore, dimensione, durata. Tutti insieme formano la materia unica, che è il nostro attimo unico sulla Terra. Ma sbagli, se pensi, che essi abbiano tutti la stessa intensità, la stessa forza. Alcuni passano, senza che nemmeno ci sia il tempo di coglierli. Toccarli, annusarli, assaggiarli. Altri sanno di felicità, di gioia estiva, di spruzzi dati da una corsa sul bagnasciuga urlando. Altri ancora sono piccoli, istantanei, ma sanno rompere qualcosa dentro di noi, qualcosa che si pensa sia indistruttibile. Con la loro effimera sostanza, riescono a distruggere ogni cosa. Sono gli istanti che cambiano tutto.   Quelli nei quali decidi di non voltarti indietro, a guardare il male che hai fatto. Quelli in cui decidi di non guardarti dentro e quelli in cui decidi di farlo con troppa intensità. Sono quelli in cui hai paura e sei solo, quelli in cui le strade di fronte a te sono troppe o quelli in cui hai solo quattro mura che ti circondano, senza via di scampo. Quelli in cui capisci che quelle mura non riuscirai mai ad abbatterle, nemmeno se t’impegni con tutte le forze, o ancora, quelli dove capisci che forse quelle mura le hai costruite te, con le tue stesse mani. Sono quelli dove ti accorgi che esiste ancora l’ingenuità nel mondo, quelli in cui ricordi il sorriso di qualcuno, che pensavi di aver dimenticato e lo senti infrangere l’aria. Sono quelli in cui qualcuno ti lascia per sempre.  
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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coccinelle e caffè
Ti svegli una mattina, scaldata dai raggi del sole che iniziano a sapere d’autunno.
Il rosso, il giallo e l’arancio sono tutti intorno a te.
Danzano insieme alle foglie che cadono dagli alberi stanchi, sono nell’aria che profuma di caldarroste, negli occhi delle persone che riflettono la luce di una zucca sorridente.
Ti alzi piano dal letto, rallentata come un orso che si prepara al letargo. Vai in cucina e prepari il caffè. Mentre aspetti che la moka inizi a gorgogliare, guardi fuori dalla finestra. 
Guardi quel cielo spettacolare che non vedrai più, perché di lì a poco cambierai casa. Lascerai per sempre quei muri che ti hanno visto diventare grande, quei colori che cambiavano al variare delle stagioni, ma poi tornavano uguali un anno dopo, quelle voci dei vicini che tanto hai odiato, ma sai già che ti mancheranno.
Guardi la tua città dall’alto, le montagne in fondo, che l'abbracciano tutta.
La moka gorgoglia, spegni.
Apri il frigorifero per prendere il latte da mettere nel caffè e l’occhio ti cade su un minuscolo pallino giallo nell’intercapedine.
Una bellissima coccinella gialla è lì, per miracolo non schiacciata, infreddolita.
La tocchi un po’ per vedere come sta, la fai salire sul dito, ma si muove lentamente, come te in fase quasiletargica.
Coccinella in una mano, caffè fumante nell’altra, ti dirigi in camera. Appoggi il tutto sullo scatolone che ti fa da comodino, tiri su la tapparella e il sole invade la stanza, caldo, caldissimo.
Ti infili nel letto, bevi il caffè e guardi la tua piccola amica, che piano piano si scalda e riacquista  le forze. Fa qualche passo incerto e raggiunge la tazza.
E’ uno spettacolo che ti fa commuovere, quando finalmente prende il volo verso il tuo cielo. 
Lei che può. 
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Pacifica convivenza
Istanbul è la città dei gatti. Ce n'è uno ad ogni angolo, in ogni vicolo, in ogni posto buio e in tutti i posti soleggiati. Perché i gatti amano stare sdraiati al sole, come certe persone. Come me. Credo che ci sia un gatto per ogni abitante della città, uno per ogni turista, studente, mendicante, uomo di Fede.  C'è un gatto per ogni famiglia, uno per ogni coppia, di amanti o di amici, uno o due per ogni uomo solo. Sono quasi tutti randagi, ma belli. Perché i gatti sono esseri intelligenti, che sanno fare del randagismo uno stile di vita. Anche questo come certe persone.  Rubano il cibo dalla spazzatura o quello deposto da una mano gentile. Quasi ogni negozio ha al suo esterno una ciotola capiente di acqua fresca, un cuscino sul quale dormire. Una carezza gentile per questi abitanti che non infastidiscono nessuno. I cuccioli saltellano sotto le gambe dei numerosi giocatori di backgammon ai tavolini fuori dai cafè, sonnecchiano su un muro antico, escono dal giardino ben curato di un Museo, di una Chiesa, di una Moschea.  Vivono pacificamente con i numerosi cani randagi, incuranti della loro presenza.  Non importa a quale razza si appartenga. Ognuno, a fine giornata, avrà ricevuto la sua porzione di acqua, di cibo e di amore. 
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Luci dal Bosforo
Due anziani riposano al sole su di una panchina ammirando pescatori indaffarati, col vento forte che giunge dal mare e scompiglia la chioma ancora un po' bionda di lei. A fianco uomini su seggioline a casaccio gustano pesce e verdure che sanno di braci. Dietro di loro la città incantata nel suo frastuono silenzioso di luci, voci, colori, canti. Profumi portati dal vento e dal passato. Vite che s'intrecciano nei dedali di vie e di oscurità, dipinti inaspettati, ceramiche eterne e sorrisi. Tanti sorrisi  da colmare  anche l'animo più solo per l'eternità. Ma il vero regalo il Bosforo lo porge all'imbrunire quando, sulla cima di un tetto in una terrazza variopinta e sonnolenta, rispecchia la sponda d'Oriente e t'invade  di pace con le sue luci cariche, maculate, brulicanti ed immortali.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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pioggia e lacrime estive
E’ da un po’ che non scrivi. Te lo dicono tutti, ma tu già lo sai. Lo sai te, meglio di chiunque altro.
Non si tratta del solito bloccodelloscrittore, no. Si tratta che nel frattempo hai preso la tua seconda Laurea, per esempio. Che sei un Doctor Magister.
Hai sempre pensato, e detto, che non potevi morire, prima di diventare un Doctor Magister, non potevi.
In realtà, ora che lo sei, non è cambiato poi tanto. I problemi insormontabili che bloccano la tua esistenza sono sempre lì, le tue paure ancestrali anche, i dubbi poi.. ah.. i dubbi…!
Una vita senza dubbi, sarebbe una vita da persona felice. 
Fatto sta, che è da tanto che non scrivi, troppo.
Forse è perché non hai avuto tempo, forse perché non hai avuto voglia, forza, coraggio…
E’ che gli scrittori non hanno bisogno di un tempo e uno spazio ben definito per comunicare, perché le loro parole, i loro pensieri, fluttuano nell’aere incessantemente.
Attraversano la gola con una sorsata di birra fresca una sera d’estate, escono sotto forma di fumo di sigaretta caldo dalle narici, girano e girano e girano nella testa, assumono voci e colori differenti, si esprimono, piangono, ballano, sognano… senza che tu li possa fermare.
In realtà credo che non esista questo tanto citato bloccodelloscrittore. Credo che ci manchi solo il tempo, la voglia o il coraggio di accalappiare questi pensieri fluttuanti, farli passare attraverso il filtro inquieto delle nostre coscienze e liberarli su un foglio. E’ tutto qui. E’ solo colpa nostra.
Fatto sta che io, in questi mesi, di pensieri contorti o molto semplici ne ho fatti tanti, centinaia, miglialia.. Ne ho fatti talmente tanti che questo mio scritto sembrerà un delirio di un pazzo in una notte d’estate troppo calda, per pensare e vivere.
In questi mesi ho pensato che tanti se ne vanno, per sempre, anche se ogni tanto ritornano. Che sono più quelli che vanno lontano, che quelli che restano al tuo fianco. Che forse un giorno troverai anche tu la forza di andare lontano, non solo con la fantasia, non solo battendo sui tasti di una tastiera qwerty ultrapiatta e retroilluminata.
Poi ho pensato che la vita in realtà ci obbliga a stare fermi, a non cambiare la nostra posizione, perché potremmo ferire qualcuno. E questo, questo, è l’unico, vero, motivo, che riesce a tenere a bada un’anima che scalcia.
Mi sono chiesta se fosse giusto, se il vero amore fosse quello del ‘non ti lascerò mai’ o quello del ‘ti amo talmente tanto che ti lascio libera’.
Mi sono chiesta se sia meglio l’avventura, l’incertezza, la paura o piuttosto la serenità di un massaggio ai piedi.
Mi sono chiesta chi voglio essere, da grande, da vecchia, dove e con chi vorrò essere. E anche a questo non ho trovato una risposta. Non so nemmeno se riuscirò mai a diventare grande, figuriamoci..vecchia!
Mi sono domandata se al mio fianco voglio un cane con le orecchie lunghe o corte, con gli occhi intelligenti o fedele. Credo che sia tutto qui l’inghippo da risolvere.
Mi sono chiesta talmente tante cose, che forse le ho perse, in questi mesi. Gettate tra le lacrime amare ingoiate e in quelle versate, nel fumo di una sigaretta, in un sospiro.
Non credo di aver perso i sogni, però. Quelli mai. Anche se nessuno ci crede, non importa poi molto. Quando in una sera di luglio puoi prendere la tua bicicletta e tornare a casa, con la pioggia che ti bagna il viso, delicata, fresca. Che ti accarezza dolce e piena di vita, che ti parla, come fosse una lacrima, ma del mondo.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Cuginanza
Ci sono persone alle quali non basta essere in un capitolo di un libro. Quelle persone ti stimano talmente tanto e ti vogliono talmente tanto bene, da pretendere di finire anche in un post del tuo blog.
Per te queste persone sono speciali. Non certo perché ci tengono a essere citate in qualche stupida cosa che scrivi.
Una di queste persone speciali è nata oggi.
E’ proprio speciale questa qui e il perché è davvero difficile da spiegare.
Perché quando te stavi soffiando la tua prima candelina, lei era nel mondo da soli cinque giorni. Gli stessi cinque giorni in cui, ogni anno, avete la stessa età.
Perché è l’unica che riesce a svegliarti con il sorriso (e con il caffè già pronto).
Perché non ci sono argomenti tabù, problemi insormontabili. Basta essere insieme e tutto si sistema, in qualche modo.
Perché non ha mai detto di no, quando le hai proposto di combinare qualche guaio, di fare qualcosa di pericoloso, di compiere una follia per amore, di vendicarti di qualcuno; perché non te lo dirà mai.
Perché è intelligente, oltre che bellissima. E’ profumata di saponetta.
Perché ha negli occhi i tuoi stessi ricordi, di panini al latte portati dalla nonna in bicicletta, di campi di grano dove si faceva il bagno in un catino per i panni in due, di animali di tutti i tipi salvati, crocchette dei gatti mangiate, treni presi e canzoni stonate sugli autobus. Di piatti cucinati, hamburger mangiati, birre bevute e passeggiate. Di albe sulla spiaggia che non dimenticheremo mai. Di teste gelate, arresti scampati per miracolo, film guardati, libri letteralmente mangiati, purè mangiati. Infiniti purè mangiati.
E’ speciale perché riesce a farti stare bene, anche mentre lucidate i fornelli. Anche quando sta in silenzio. Perché potete discutere, sgridarvi a vicenda, ma i musi non si tengono mai. Si torna a ridere subito dopo, per cose stupidissime, a mangiare una vaschetta di gelato sul divano, a chiedersi dove saremo tra quindici anni, ad addormentarsi mano nella mano.
Quando la stringi, quella manina, pensi che qualsiasi cosa le dovesse succedere nella vita, tu per lei ci sarai sempre, nonostante i suoi difetti, i suoi vizi e il suo pessimo carattere. Ci sarai e la difenderai da tutte le cose brutte, dall’ignoranza delle persone, dalla loro cattiveria.
Lo farai, perché sai che il leone che ha fuori, a volte si stanca e il bocciolo di rosa che è dentro di lei, rimane senza protezione. Perché lo vuoi proteggere questo bocciolo, nella convinzione che, un giorno, qualcuno si accorgerà della sua esistenza e quindi, forse, potrai cedergli il posto. Fino ad allora, continuerai a startene lì.
Che poi non ti va nemmeno così male perché, con la scusa della protezione, rimedi sempre un caffè caldo appena ti svegli!
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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mamme e margherite
Non c’è
alito di vento
che mi scaldi
il cuore
come i tuoi baci.
Non c’è nessuno
al mondo
che riesca
a farmi ridere
a farci ridere
come fai tu.
Nessuno
può comprendere
meglio di me
la bontà
del tuo profumo
abbandonato sul cuscino
all’alba
e il sorriso
che fanno i miei occhi
quando vedo
la semplicità
di una margherita bianca.
Non c’è cosa più dolce
del vederti addentare
un pasticcino pannoso.
Tu che, nonostante tutto,
sei sempre la più bella.
Nessuno può capire
la potenza
che emana
l’olio pennellato da te
sulla tela,
quanto sia vicino
nel profondo
buio dell’anima
alle parole
così scritte
in poesia.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Buon compleanno nubisparse
Oggi nubisparse compie un anno.
E’ un po’ come per i bambini: alle persone non frega praticamente niente, ma i genitori sono tutti gasati e organizzano festoni, manco la prole fosse l’erede al trono di qualche saga fantascientifica, di quelle che ti fan venire male solo all’idea.
Bene, per me è così, il mio blog bambino ha passato il primo anno nel suo mondo virtuale, un mondo che, come quello dei bambini, è fatto di semplicità, colori, spaziotempo dilatati all’infinito, poche responsabilità e tanti sogni.
In questo anno ha imparato a camminare, anche se ha bisogno ancora di qualcuno che gli tenga la mano, ha imparato ad esprimersi, anche se lo fa ancora con difficoltà, ha assaggiato, odorato, visto, sentito. Ha pianto, di lacrime profonde, di pianti talmente forti da rimanere chiusi dentro, ma ha riso anche tanto, sguaiatamente, sempre più forte, per spazzare via o quantomeno celare il buio profondo. Quello c’è e ci sarà sempre, fa parte di lui come della sua mamma, è scritto nel suo nome. Indeciso, immateriale e volatile.
Per avere solo un anno, il ragazzo ne ha viste di cose. Ha solo bisogno di imparare a parlare bene, per poterle raccontare. Di riordinarle, analizzarle, capirle, capirsi e poi dirle. Dirle con la fragilità e la sicurezza che lo contraddistinguono.
Lo farà, ne sono certa.
Intanto io lo osservo orgogliosa, lo coccolo, lo nutro, perché da buona mamma italiana quale sono, ho sempre paura che muoia di fame.
Osservo lui e me, una me un po’ diversa da quella dell’anno scorso, più sola, più sicura e molto meno sicura, più malinconica e festosa, una me che cammina tanto e veloce, che ha bisogno di macinare kilometri cercando di macinare pensieri che non si sbriciolano, con il puma che ormai soffia e basta. E graffia, graffia.
Una me che si piace tanto e si detesta, che si fa paura e che si fa forza. Che è più realizzata nel percorso della vita che gli altri vorrebbero per lei. Una me che vede il bivio all’orizzonte, senza nessun cartello ad indicarle quale sia la strada migliore da percorrere.
Una me con tante storie da raccontare e poco tempo per farlo.
Una me che, se anche la metti dentro una scatola di cemento al buio, avrà sempre negli occhi il cielo. E quando le nuvole si scanseranno, sospinte dal vento, vedrà sempre l’azzurro.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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La nascita di un'opera d'arte
Arriva all’improvviso, un pugno nelle reni che lascia senza fiato.
L’ispirazione.
Il turbamento è il substrato della vita dell’artista. 
Un terreno sul quale non si cammina, ma si fluttua.
Il mondo è sempre visto attraverso lo specchio della propria anima, non esistono emozioni comuni.
E’ un’eterna lotta tra il Marcio, il Banale e il Luccichio Unico.
Il Banale scivola sull’artista come l’acqua sulla pelle, svanisce non appena voltato l’angolo.
Il Marcio entra velocemente, colpisce al petto e poi rimane incastrato e prolifera. 
Fino a quando all’improvviso non appare il Luccichio Unico.
Non succede spesso, ma quando questo accade, l’artista lo riconosce subito. E’ la mano tesa che lo fa risalire dal burrone dove sarebbe caduto, la luce che gli illumina il viso e lo fa sorridere, il pugno che lo lascia senza fiato, ma con la voglia di aprire i polmoni e gridare al mondo la bellezza della sua anima.
Ed è a quel punto che l’opera d’arte compie il suo primo vagito nel mondo.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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La vita che da e prende e restituisce.
Oggi voglio raccontarvi una storia. 
Ieri sera, mentre uscivo di casa per andare dalla mia amata cugina Vera, a salutare il nostro bulldog preferito, un tale soprannominato dagli amici Cicciopasticcio, ho perso il portafoglio. 
L'ho perso tra l'androne di casa e la macchina, ovvero in una distanza di circa 50 metri. Mi sono accorta subito e sono tornata indietro, imprecando, urlando, piangendo, tirando giù tutti gli spiriti del nostro cielo, di ogni cielo. Niente. 
Perché non è la prima, non è la seconda e non è nemmeno la terza volta. Sarà almeno la diciottesima tra furti e perdite. 
Ormai quando entro in banca mi dicono che mi servono solo se non sono lì perché ho perso il portafoglio. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
Possiamo raccontarcela come vogliamo, che gli artisti sono persone che vivono nel loro mondo, che hanno una sensibilità tale che li porta a non essere troppo attaccati alle cose materiali, che hanno bisogno di mantenere la mente libera dalle opprimenti regole da seguire nel quotidiano, che sono un po' maledetti, spensierati, liberi...
Va tutto bene! Ma io più che un poeta maledetto, mi sento un poeta maledicente! 
Ieri ne ho dette di ogni. Un susseguirsi di insulti a qualsiasi persona abitante sul pianeta, un cercare disperatamente la causa della mia sfortuna: vicinanza di certe persone, abiti indossati, rossetto, ora in cui mi sono svegliata, cibi mangiati, persone incontrate, abitudini, cambio di via durante la quotidiana passeggiata… 
Niente! Alla fine ho capito che la vita è fatta così, che un giornata non è quasi mai semplicemente una bella giornata, che qualcosa deve pur turbare la tua faccia da ebete sereno prima di andare a dormire. 
Per questo mi sono addormentata tardi, ma di sasso e stamattina non ho sentito la sveglia. 
Tua madre che poi ti telefona chiedendoti se ci sono novità e tu le chiedi "su che cosa?" Ecco. Appunto. Cosa dicevamo a proposito degli artisti?
Prosegui la tua giornata tranquillamente, digitando stancamente parole su parole al pc, bevendo caffè, dando da mangiare alle tartarughe. 
Finché la mamma non richiama e ti infonde nuova ansia: devi bloccare anche la carta della posta. 
Lo fai, sapendo dentro di te che quest'ultimo sacrificio avrà delle ripercussioni. 
Ed infatti. Nemmeno il tempo di attaccare il telefono e ti citofona la portinaia: "Martina cosa hai combinato? Hai perso ancora i documenti? Perché me li hanno appena riportati." (Ore 16.00!)
Scendi con tutta la tua flemmatica calma, sapendo di ritrovare solo un mucchietto di carte ormai bloccate. Scendi solo per riappropiarti della tua patente, unico tuo vero interesse, colei senza la quale ti senti di essere tornata alla frustrazione di avere 17 anni e mezzo.
In un sacchetto della Feltrinelli c'è una busta della Gallo con dentro (ma che cazzo è un gioco?!) il tuo portafoglio con i baffi (altro motivo di immensa incazzatura pensando di averlo perso per sempre).
Beh. La storia finisce qui. Con qualche foto che parla da sé. Con te che ti fai scendere una lacrima di fronte alla portinaia (tanto ormai è convinta che tu sia matta), una lacrima che ha dentro, tutta la gioia, dell'accorgersi che al mondo, ci sono ancora persone meravigliosamente pure.
ps. se siete lesi come me chiedete il "Blocco CAUTELATIVO" delle carte, così in caso di ritrovamento ve le possono sbloccare, senza dover fare denuncia e tutto il resto delle rotture di scatole burocratiche uccidifantasia.  n.b. Io, nonostante sia una professionista, non lo sapevo. 
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Giorni ni
Ci sono giorni che sono giorni felici e basta.
Ci sono giorni tristi, con anche un po’ di sfortuna che ti segue e sembra non volerti mollare mai. Poi ci sono i giorni ni, quelli con il sole e un evento pieno di gioia, risate, scherzi e bollicine, dove però il tuo cuore è da un’altra parte, in un altro tempo.
Dove lui, leggiadro, è volato su quella spiaggia chiara, sopra gli scogli bianchi altissimi, dai quali ci si tuffava, in un mare cristallino tutto il giorno ridendo. Per poi mangiare una pesca e riposare esauste all’ombra.
E’ tornato alle prime “corse” in Ciao, alle partite di pallavolo con i bambini tedeschi in campeggio, dove non avevamo nemmeno bisogno della rete, perché sapevamo giocare anche solo con la fantasia.
Alle cene la sera a base di pesce, ai giretti tra le vie di paesini francesi dimenticati dal resto del mondo, dove non c’era nemmeno bisogno di essere troppo romantici per innamorarsi.
E’ tornato alla spensieratezza di quei racconti segreti, dei nostri primi amori. Che poi a pensarci adesso fanno solo ridere, tanto ridere.
E’ li, tra le bancarelle di una Milano che pensavamo di conoscere così bene, in cerca di abiti originali da abbinare ai nostri negli armadi, tra incensi profumati e orecchini dai mille colori. Io con i miei sempre troppo grandi e vistosi e tu con i tuoi più piccoli e delicati, ma pieni di carisma, di eleganza. L’eleganza che avevi solo te e che non ho mai più ritrovato in nessun volto, in nessun passo.
E’ fermo sulla tua risata squillante, che sento spesso se chiudo gli occhi, la risata più contagiosa di tutte, quella che mi fa ridere anche adesso che ho la faccia bagnata di lacrime.
E’ tornato lì, oggi più intensamente che in altri giorni, per augurarti un buon compleanno, nell’unico modo che conosciamo per esprimere le nostre noi al mondo.
Ti mando un bacio mia piccola poetessa.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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Crescere è non farsi trovare agnello quando il lupo è affamato
C’era una volta una bambina, con un vestito di candido cotone bianco, trapuntato di minuscoli lillà, come la volta del cielo è guarnita di stelle nelle notti d’estate. Profumava di primavera, aveva le gambe sottili e i capelli sempre in disordine.
Sorrideva sempre.
Era felice, perché non si chiedeva il perché delle cose, viveva e basta. La mattina addentando il pane con la marmellata, correndo con gli amici nei prati durante la giornata, abbracciando la mamma, accarezzando un gatto dal naso rosa, leggendo un libro la sera prima di addormentarsi, prima delle notti affollate di sogni.
Un giorno, durante una delle sue passeggiate senza meta, arrivò al fiume. Iniziò a scendere verso l’acqua canticchiando. Si tolse le scarpe, le calzette corte. I suoi piccoli piedi toccarono prima l’erba umida, poi la pietra calda e liscia ed infine l’acqua, gelida ed inarrestabile nel suo moto, proprio come la bambina.
Le piaceva stare così, con i piedini caldi immersi in tutta quella freschezza, circondata dal silenzio rumoroso del bosco, sola con il turbine dei suoi pensieri di bambina.
Ad un tratto però sentì il rumore di un ramo spezzato ed alzò di scatto la testa, ritraendo i piedi e portandosi le ginocchia al petto.
Fu così che i suoi occhi incrociarono gli occhi più profondi che avesse mai visto. Fu così che l’aria si fermò, il tempo si fermò, insieme al suo cuore.
Capì subito che non si trattava del cane del vicino, quello che teneva a bada le pecore. Quello era più grosso e grasso, aveva il pelo più chiaro e gli occhi, gli occhi non erano così neri.
Il lupo la fissava dall’altra parte del fiume sulla roccia. Aveva il pelo irto sulla schiena e si spostava sulle zampe anteriori, la bocca sporca di sangue, del sangue della preda che aveva tra le zampe: un agnello candido, come il vestito della bambina.
Poteva tirare un sasso, arrampicarsi su di un albero alto e attendere che qualcuno venisse a salvarla, correre verso casa con tutta la forza che aveva, correre senza voltarsi indietro, ma non lo fece.
Si sdraiò a pancia in sù sulla roccia calda, rilassando ogni muscolo del suo corpo. L’ultima immagine che vide prima di chiudere gli occhi furono le cime degli alberi alti, alternate dall’azzurro del cielo, il sole che filtrava delicato.
Subito dopo gli schizzi nel fiume, l’odore di selvatico che si faceva sempre più vicino, l’alito caldo sul collo, un naso umido che cercava di percepire tutto il suo profumo di primavera.
Un corpo caldo che si sdraiava al suo fianco e poggiava la testa sul suo braccio. La sua manina che stringeva il pelo morbido e il sorriso più bello che le compariva sul viso.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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guardarsi negli occhi è guardarsi nell'anima…
Tra tutte le creature di Dio il cavallo è la più splendida.
  Il suo corpo è perfetto: pelo lucido, muscoli ben segnati, gambe snelle, testa grande ed occhi espressivi. Chiome al vento.
  La sua bellezza più grande però, risiede nell’intelletto. E’ la creatura più sensibile ed intelligente della terra.
  Il cavallo non ha paura, sa. Ha la capacità di prevedere il futuro, i danni che l’uomo o la natura potrebbero provocare al suo magnifico corpo. Per questo non si fida, teme rumori, odori e colori.
  Si dona all’uomo, in cambio di una carezza e di un po’ di fieno, concedendo quasi tutto se stesso. Quasi. Rimane sempre quella parte selvaggia nel profondo del suo cuore. Quella che all’occorrenza gli farà sferrare un calcio mortale.
  Lui lo sa. Tu lo sai. E’ questo il patto.  Ci si sceglie, a vicenda, guardandosi dritto negli occhi. Alcuni preferiranno la compagnia di un cane randagio, che dopo una sola carezza data con noncuranza, rimarrà fedele tutta la vita. Non sarà mai la stessa cosa, ma il mondo è pieno di persone che si accontentano di avere qualcosa di sicuro, anche se non perfetto, piuttosto che provare il brivido dell'insicura perfezione, quello che solo le cose pericolose ci danno.  Con un cane randagio non si corre, con un cavallo sì. E bisogna essere amanti della velocità, se si sceglie come compagno un destriero.  Bisogna essere pieni di pazienza per domare un cavallo, perché in lui prevarrà sempre l’istinto della fuga,  pieni di coraggio che permetta di non temere di un calcio o di una morsicata.
  Bisogna essere degni di lui, del suo rispetto.
  Ma soprattutto si deve avere l’animo davvero puro, perché solo così egli riuscirà a specchiarvisi; a riconoscersi nell’immagine riflessa. Non importa quanto essa sia diversa dal suo essere splendido, sarà la stessa purezza, la stessa paura, ch’egli vi troverà.
  Solo allora rilasserà i suoi nervi tesi, stenderà il collo, soffierà il suo fiato caldo sulle tue mani. Solo allora si fiderà completamente e concederà a te tutta la sua incredibile unicità.
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nooobe-blog-blog · 11 years ago
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la mia Milano mondana
E’ da un po’ che sei fuori sede, oltre che fuori fase.  Ed era dunque da un po’ che non frequentavi gli eventi mondani della tua città. Quelli veri, non quelli di cui parlano certi non autoctoni saccentoni, che ad un evento della vera Milanobene non sono mai stati. Forse ci sono stati, anche se ne dubiti, ma ne hanno colto solo gli aspetti negativi, solo il marcio.
Tu, invece, credi che sia proprio quel marcio il bello.
Tu lì sì che sei a tuo agio, è quello il tuo habitat naturale. Quello in cui il tuo esibizionismo, la tua intelligenza e la tua perfidia sono liberi di esprimersi. Quello che ti fa risplendere illuminandoti, permettendoti di dimenticare, almeno per qualche ora, i tuoi infiniti bui.
Quello che l’intruso non riesce a vedere è l’anima della festa.
Ad un evento mondano una pelliccia non è solo una pelliccia, un tacco non è mai inferiore ai 18 centimetri e l’eleganza non risiede quasi mai nei canonici limiti imposti dalla società. Al contrario, l’originalità è quasi sempre premiata, gli outsider sempre presenti. L’uniformità del gruppo non esiste, a parte per il fatto di essere tutti rinchiusi nella stessa gabbia. Non di matti però, ma di animali.
Sì, perché è un po’ come quando gli animali sono nel periodo degli amori: le piume si colorano, il petto si ingrossa, si fanno dei balletti per attirare l’attenzione e crescono le corna!
Tutto è finalizzato all’accoppiamento, alla prosecuzione della specie. E cosa c’è di meglio di una sala piena di gente bellissima, ricchissima, famosissima o semplicemente interessantissima per trovare un compagno con il quale salire sull’arca?
Nessun posto al mondo è così carico di erotismo come un evento mondano e, se questo è un male, beh, allora possiamo anche tranquillamente affermare che sia il sole a girare intorno alla terra!
Non per forza si deve arrivare alla conclusione finale, l’arca spesso non parte, quasi sempre non lo fa. E’ semplicemente un gioco, il gioco della seduzione, il gioco più interessante che possano fare gli adulti. Quelli bravi.
L’evento mondano è la porta segreta dentro l’armadio che viene sorpassata, il luogo dove tutto può accadere in una notte, tutto è permesso. Le foto sono solo quelle ufficiali. Tutto rimane e rimarrà per sempre racchiuso in quel cerchio stretto che è il segreto. Gossip del giorno dopo a parte, ovviamente.
Non si può non rimanerne affascinati: luci e colori ben bilanciati, i profumi del cibo e quelli costosissimi dei presenti. Il cibo perfetto che ti segue, trasportato dalle mani attente di un cameriere, in porzioni ridotte, non perché si è attenti alla linea, ma perché così l’alcool fa effetto prima. I drink fantasiosi creati da mani esperte e piene d’amore. Quel bancone al quale si arriva non solo per bere, ma anche per essere meglio posizionati sotto le luci, per sfidare la sorte, per chiacchierare, conoscere, sperimentare, vivere.
I sederi perfetti, slanciati su tacchi a spillo vertiginosi, che oscillano leggermente a tempo di musica, i capelli che vengono buttati all’indietro o sono sensualmente raccolti, mostrando il collo (e il preziosissimo collier!).
I discorsi importanti e quelli meno importanti, le risate, la totale assenza di momenti tristi, di ricordi tristi.
I saluti festosi e spesso falsi, prova che la buona recitazione sia una dote ben più diffusa di quanto si creda.
Le lotte silenziose tra api regine. Sì, perché l’alta società è prettamente matriarcale: sono sempre le donne ad avere lo scettro del potere, sono loro, con la loro grazia e la loro perfidia a modificare le sorti del mondo.
L’evento mondano è un rito, un momento in cui l’energia propulsiva dell’universo viene chiusa in una stanza e danza al ritmo di una musica. Prima delicata e di sottofondo durante il pasto, che poi si scalda, piano piano, seguendo la scia del tasso alcolico dei presenti con pendenza positiva, per arrivare infine a rimbombare nelle orecchie, facendo scuotere i corpi un tempo composti nella loro perfezione, facendo avvicinare le persone obbligate a parlarsi più vicino.
L’alcool entra in circolo, la musica si alza, le persone si avvicinano. Si calano le vesti del perbenismo, per arrivare ad essere tutti allo stesso livello, sempre più animali facenti parte della stessa ricca e mondana, ma pur sempre semplice, biologia.
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nooobe-blog-blog · 12 years ago
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Regalo di Natale
Natale vuol dire amore.
Vuol dire lucine, rosso e verde, dolci. Vuol dire regali colorati e abbracci.
Se non sapete cosa regalare a Natale, regalate un abbraccio. E’ gratis.
Regalate un sorriso di più. Una lacrima di commozione.
Andate in una libreria e compratevi un libro qualsiasi, ma che sia un libro da leggere, fatto di pagine vere. Qualcosa che vi trasporti in un altro mondo per un po’, che vi faccia sognare, ridere, piangere.
Accendete un fuoco, guardate fuori dalla finestra, passeggiate in silenzio, ascoltando solo voi stessi.
Mangiate qualcosa di buono, coccolatevi, dormite. Ascoltate una canzone che vi piace. Accarezzate il vostro cane e guardatelo negli occhi.
Chiedete scusa se vi siete comportati male, perdonate qualcuno. La vita è troppo breve per essere vissuta portando rancore.
Coltivate le persone alle quali volete bene, come fossero il vostro piccolo orto delicato.
Aiutate qualcuno che si trova in difficoltà, non abbiate paura del diverso, non abbiate paura di niente.
Trovate dentro di voi la forza per uscire da una situazione difficile, ma, se non ce la fate, non vergognatevi di chiedere aiuto.
Amate, odiate. Perché l’odio è meglio dell’indifferenza.
Non rinunciate ai vostri sogni. Se volete fare qualcosa per voi stessi fatelo, purché non arrechi danno al prossimo. Se volete fare qualcosa per gli altri fatelo due volte, anche tre, quattro, mille.
Non siate superstiziosi, arroganti e falsi. Dite la verità, almeno a voi stessi.
Ascoltate. Tutto.
Il rumore della natura, del vostro respiro, dei vostri pensieri.
L’angoscia e le paure degli altri, le battute degli altri che vi fanno ridere. Le storie dalle quali potete imparare, sempre.
Pensate alle persone che non ci sono più, cercando di focalizzarvi su un momento felice che avete passato con loro e sorridete. Loro sorrideranno con voi.
Pensate di essere migliori di quelli che siete, di essere unici ed inimitabili, perché lo siete.
Fatevi un regalo che non costa nulla. E’ difficile, ma quando lo troverete sarà speciale.
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