Noi Vampiri: siamo creature immortali che ci nutriamo di sangue per sopravvivere. Un tempo eravamo esseri umani, trasformatisi dopo aver bevuto il sangue di un vampiro ed essere morti avendolo ancora nelle vene. Appena mutati, sentiamo l'impulso di rispondere agli ordini del nostro creatore, ma possiamo anche ribellarci . Abbiamo il battito cardiaco più lento e siamo dotati di poteri soprannaturali: telepatia, capacità di trasformarci in animali, supervelocità, sensi affinati. Siamo invulnerabili a qualsiasi materiale, tranne al legno; “i vampiri più vecchi” (gli Originari o Antichi) sono suscettibili solo al contatto con il legno del frassino bianco, specialmente se piantato in una notte di Luna e in determinate condizioni. I vampiri possono morire solo se trafitti al cuore da un paletto di legno o bruciati al fuoco o alla luce del Sole: per ovviare a quest'ultimo inconveniente, indossiamo dei lapislazzuli, che ci proteggono, ma anche in questo caso l'esposizione ai raggi del Sole è molto stancante, soprattutto per i neovampiri. Con la morte, i vampiri più anziani si trasformano in cenere, mentre quelli giovani si mummificano semplicemente. Secondo le conoscenze trasmesse nella Dimensione Oscura, non si reincarnano poiché non hanno un'anima, ma continuano a "vivere" come avventurieri o cacciatori di fortuna della zona più settentrionale della Dimensione Oscura, o vengono qui imprigionati dalla Corte Celestiale. Al contrario dei vampiri tradizionali, non dormono in bare e possono riflettersi negli specchi. Un vampiro può essere resuscitato utilizzando una minima quantità di sangue di tutta la sua progenie, formata dai vampiri da lui stesso creati e da quelli che questi ultimi hanno trasformato.
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*Ho bevuto di nuovo... un giovane prete,smarrito,supplicava pietà sotto le rovine della cattedrale bruciata. Le sue mani tremavano al contatto con la mia pelle gelida. "Tu non sei umana" ha sussurrato mentre affondavo i denti nel suo collo teso. Aveva ragione,non lo sono più da tempo,ma in quel morso… c’era qualcosa di diverso. Il suo sangue… era benedetto.
Ora brucia dentro di me come brace sotto la pelle. Le vene ardono.
Il mio nome Marzia non è più solo maledizione... è un richiamo. I corvi volano bassi quando lo pronuncio,e le tombe si crepano. Qualcosa si sta risvegliando. Qualcosa di antico… e familiare. Scrivo con le dita ormai spezzate,ma il dolore è dolce è il prezzo per ricordare chi ero,prima della condanna. Una figlia. Una sorella. Un’amante... ora sono solo la lama sotto la pelle del mondo,ho visto i simboli sul muro della cripta. La lingua è la stessa che ho inciso sulla mia carne nei secoli della follia "Sanguis Meus, Regnum Meum."
(Il mio sangue,il mio regno.) Lui è vicino,il suo sussurro mi raggiunge nel vento che ulula tra le colonne spezzate.
Mi chiama Marzia,amore mio,vieni a me. Ma io non sono più sua,io sono fuoco,ombra,e vendetta. E quando la luna sarà piena… lo troverò.
E berrò dal suo cuore immortale come fece lui con il mio. Questa non è una preghiera. È una promessa. Il sangue gocciola sulla carta la pagina vive.
Marzia Regina del Sangue,Discepola della Notte,Dannata per sempre… ma mai più sua schiava.
Off....................

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...𝕷𝖆 𝕱𝖆𝖓𝖈𝖎𝖚𝖑𝖑𝖆 𝖉𝖆𝖎 𝕮𝖆𝖕𝖊𝖑𝖑𝖎 𝖉𝖎 𝕽𝖆𝖒𝖊.
*tanto tempo fa,in una vallata nascosta fra le montagne del Nord,si estendeva il villaggio di Virelda. Era un luogo piccolo,avvolto da nebbie perenni,circondato da boschi che nessuno osava penetrare. Si diceva che le streghe vi dimorassero,invisibili tra i rami contorti e i sussurri del vento. In quel villaggio viveva Lyra,una fanciulla dall’aspetto straordinario... i suoi capelli,lunghi fino alla vita,brillavano come rame fuso alla luce del sole e le sue pupille erano verdi come il cuore della foresta. Nessuno poteva negare la sua bellezza,ma nessuno parlava volentieri di lei. Si diceva che fosse nata in una notte senza luna,e che al suo primo pianto, i gufi avevano smesso di cantare. Ogni tredici anni,una fanciulla veniva offerta alle streghe per mantenere l’equilibrio tra il villaggio e il bosco. Era un patto antico,inciso sulle pietre del tempio abbandonato nel cuore del bosco. Nessuno ricordava come fosse iniziato,ma tutti ne temevano la rottura. Quando giunse il giorno del tredicesimo anno, Lyra fu scelta. Non per sorte,non per giustizia... ma perché tutti sapevano che le streghe l'avrebbero voluta. Vestita di bianco,con i capelli sciolti come fiamme danzanti,Lyra fu condotta nel bosco,oltre il cerchio delle querce nere. La sua voce non tremava,i suoi occhi non versarono lacrime. Quando la lasciarono lì,nella radura sacra,voltò le spalle al villaggio e sorrise. Le streghe la trovarono al crepuscolo. Tre donne emersero dal buio,il volto nascosto da veli e muschio. Parlavano lingue dimenticate e cantavano canzoni che facevano sanguinare le foglie. Ma quando videro Lyra,tacquero... lei parlò per prima*
Non ho paura di voi. Il mio sangue è più antico del vostro.
*le streghe si guardarono. Una rise. Un'altra tremò. La terza,la più vecchia,si avvicinò e le toccò la fronte*
-Tu non sei un sacrificio.
No,
* rispose Lyra*
sono l’erede.
*quella notte,le fiamme verdi divamparono tra gli alberi,e i lupi ulularono alla luna piena che finalmente era tornata. Le streghe non presero la sua vita. Le donarono la loro. Da allora,nessuna fanciulla fu più sacrificata... il villaggio di Virelda svanì nel tempo,ma se entri nel bosco al calare del sole,potresti vedere una figura dai capelli color rame muoversi tra gli alberi,con occhi di smeraldo e potere antico*
𝕷𝐲𝖗𝖆 𝖑𝖆 𝕽𝖔𝖘𝖘𝖆. 𝕷𝖆 𝕾𝖙𝖗𝖊𝖌𝖆-𝕾𝖔𝖛𝖗𝖆𝖓𝖆. 𝕮𝖔𝖑𝖊𝖎 𝖈𝖍𝖊 𝖋𝖚 𝖔𝖋𝖋𝖊𝖗𝖙𝖆… 𝖊 𝖈𝖍𝖊 𝖉𝖎𝖛𝖊𝖓𝖓𝖊 𝖗𝖊𝖌𝖎𝖓𝖆.

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*in un castello abbandonato tra le brume della Transilvania,dove i pipistrelli nidificano nei candelabri e le tende odorano di sangue antico,viveva una vampira di nome Isadora. Era bella oltre ogni misura,pelle di luna,occhi neri come vino vecchio,e labbra che sembravano scolpite dal peccato. I suoi capelli cadevano sulle spalle come seta corvina e la sua voce poteva far inginocchiare anche gli angeli caduti. Ma la sua bellezza non era dono del tempo... era frutto di un rituale oscuro. Ogni luna nuova,Isadora scendeva nella cripta sotto la torre del castello,dove una vasca antica giaceva scolpita in marmo bianco,colma di un liquido denso e cremisi: il sangue delle sue vittime. Non bastava uccidere Isadora sceglieva solo le più belle,le più giovani,le più desiderate.
Solo la bellezza nutre la bellezza.
diceva,mentre affondava la sua pelle candida nel bagno di scarlatto. Ogni goccia assorbita dalla sua carne le restituiva la giovinezza. Le sue rughe svanivano,le sue vene si placavano i suoi occhi tornavano a brillare con una fame immortale. Nel villaggio sottostante,le ragazze scomparivano... sempre al compiersi del tredicesimo plenilunio. Le madri serravano le finestre,i padri dormivano con i forconi,ma nulla bastava. Nessuno sapeva quando la Signora del Castello avrebbe scelto la prossima. Una notte,però,una giovane contadina dal nome Elinor si offrì volontaria. Aveva perso due sorelle,entrambe belle come il sole d’estate,entrambe inghiottite dal silenzio della notte. Si lasciò prendere,fu condotta nella cripta... ma Elinor non era ciò che Isadora credeva..Perché il sangue che le scorreva nelle vene non era umano,era stato toccato da una strega,un tempo lontano,e conteneva veleno d’assenzio e luna calante. Isadora si immerse nella vasca,come sempre... chiuse gli occhi e si lasciò avvolgere dal calore del sangue. Ma stavolta,il sangue la bruciò,il marmo si spezzò. Le fiamme scarlatte la divorarono. Isadora urlò,ma nessuno la udì; solo i corvi volarono via neri contro il cielo grigio. Quando il popolo salì al castello,trovò solo cenere e una vasca vuota. Elinor era sparita,ma in certe notti senza luna,si dice che una nuova vampira cammini tra i boschi. Più giovane,più furba e che la vasca,ripulita e ricostruita,sia pronta ad accogliere nuovo sangue*

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Le donne sono fatte per essere amate, non per essere capite....
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Mi sentirò davvero sconfitta solo il giorno in cui smetterò di avere rispetto per me stessa. Quando inizierò a frequentare chi mi conviene invece di chi mi fa stare bene. Quando farò finta di non vedere la stupidità solo per stare zitta. Quando darò fiducia a chi ha già dimostrato di non meritarla. Ma fino a quel giorno, resto come sono. Con i miei valori, la mia coerenza e la mia testa alta e se questo dà fastidio… problema vostro.
Tanto, chi vuole giudicare lo farà comunque.
#MeStessaSempre #Coerenza #Fregatene #VeritàScomode

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Tu non sei solo colei che mi ha dato la vita, sei la voce antica che mi ha insegnato a parlare nel silenzio, la fiamma nera che mi ha fatto amare la notte, la prima donna che ho seguito senza paura nell’oscurità. Madre di sangue, di sogni, di misteri, sei imperatrice anche quando nessuno vede e fanno finta di ignorare che sei entrata in questi luogo prima di loro. E io figlia del tuo sguardo tagliente, del tuo cuore nascosto tra le costole del mondo. Sono ciò che sono per colpa tua e per amore tuo. ⚔️ Perché chi ama come noi
non conosce fine, solo trasformazione. Ti saluto solo per onorarti, perché il legame che ci unisce
non conosce tempo, non conosce luce, e non conosce perdono. ⚔️
Solo potere. Solo amore, figlia della tua stirpe per sempre mia adotara madre Marzia Vlad. Marzia Vlad Báthôry.🦇
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Londra, ⚔️1893.
*la nebbia scendeva come un sudario sopra i tetti dell’antica città, e le lanterne a gas tremolavano nei vicoli, tremule come candele ai piedi di una bara. In un salotto silenzioso, Sally Haljen si specchiava nel vetro annerito di una finestra. Indossava un abito color del vino antico, e le sue mani, sottili e bianche, stringevano un libro di poesie gotiche. Non leggeva. Aspettava.... quel giorno ricorreva l’anniversario della sua "morte". Non quella fisica, ma la morte che le aveva strappato l’anima e le aveva donato qualcos’altro al suo posto: sete, freddezza… eternità. Fuori, il suono di passi. Non umani.
Sally scese lentamente le scale del suo maniero, il passo silenzioso come una preghiera dimenticata. Aprì la porta. Ad attenderla, una figura incappucciata. Un antico rivale, un altro immortale, legato al suo stesso patto di sangue, ma dannato da una brama diversa... quella del dominio. Il suo nome era Marek, e portava con sé una rosa nera simbolo della fine per chi la riceveva tra i suoi*
_È passato un secolo, Sally. È tempo che tu scelga: o ti unisci a me… o scompari con i ricordi del tuo tempo.
*non rispose subito. Gli occhi, color del ghiaccio che non si scioglie mai, si posarono sulla rosa. Poi sul cielo... e poi sul nulla. Con voce di musica dimenticata, mormorai*
Io non mi unisco. Io resisto.
*e quando alzò la mano, non fu una rosa a cadere… ma la luce della luna, riflessa sulla lama nascosta nella sua manica di velluto. Lo scontro fu silenzioso come un duello tra fantasmi. I colpi rapidi, i movimenti fluidi. L’unico suono, il sussurro del vento e un antico valzer suonato in lontananza forse da un pianoforte che nessuno suonava più. Alla fine, Marek cadde. La rosa nera sfiorì al tocco del suo sangue immortale. Sally, immobile, osservò il corpo disfarsi in polvere, come un ricordo che il tempo, finalmente, decideva di dimenticare. Salii di nuovo le scale e mi sedetti al pianoforte.
Le mie dita sfiorarono i tasti, e la melodia che ne uscì non apparteneva a quell’epoca, né a nessun’altra. Era una musica nata tra le ombre del tempo, tessuta di ricordi, segreti e addii. Chi passava sotto il suo balcone, quella notte, giurò di aver sentito piangere qualcosa di antico. Non un’anima. Non un cuore, ma il tempo stesso... ⚔️ Sally Haljen non combatte per vincere, combatte per ricordare perché ciò che è eterno… non si arrende mai.

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𝑴𝒂𝒈𝒊𝒄𝒂 𝑵𝒐𝒕𝒕𝒆,𝑪𝒓𝒆𝒂𝒕𝒖𝒓𝒆 𝑫𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒆… 𝒍𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒂 𝒆̀ 𝒂𝒍𝒕𝒂 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒊𝒍𝒆𝒏𝒛𝒊𝒐 𝒔𝒊 𝒇𝒂 𝒑𝒊𝒖̀ 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒐𝒏𝒅𝒐,𝒆̀ 𝒍’𝒐𝒓𝒂 𝒊𝒏 𝒄𝒖𝒊 𝒍𝒆 𝒐𝒎𝒃𝒓𝒆 𝒅𝒂𝒏𝒛𝒂𝒏𝒐 𝒆 𝒊 𝒔𝒐𝒈𝒏𝒊 𝒑𝒓𝒆𝒏𝒅𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒍 𝒗𝒐𝒍𝒐… 𝒐 𝒇𝒐𝒓𝒔𝒆… 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒓𝒔𝒐. 𝑽𝒊 𝑨𝒖𝒈𝒖𝒓𝒐 𝒖𝒏 𝒓𝒊𝒑𝒐𝒔𝒐 𝒅𝒐𝒍𝒄𝒆… 𝒎𝒂 𝒂𝒕𝒕𝒆𝒏𝒕𝒊,𝒔𝒕𝒂𝒏𝒐𝒕𝒕𝒆 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒊 𝒑𝒂𝒔𝒔𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒇𝒂𝒓𝒗𝒊 𝒗𝒊𝒔𝒊𝒕𝒂...
*ghigna*
Solo per un assaggio, ovviamente…🩸🦇
*soffiai un gelido bacio svanendo e dopo nel nulla*
#Buonanotte #VampiraMarzia #SussurriNellaNotte #AnimeNotturne
#Off

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𝑁𝑜𝑛 𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑐𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑠𝑜𝑛𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝐷𝑎𝑛𝑛𝑎𝑡𝑖... 𝑛𝑒𝑚𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒. Mi hanno imprigionata nel cuore del mondo,sotto pietra e ferro,inchiodata al mio stesso trono. Tradita,crocifissa dalle stesse bocche che avevo nutrito con potere,bellezza e dannazione... ma il sangue non dimentica e io... nemmeno. Mi chiamavano Marzia Vlad la Sanguinaria e avevano ragione mi nutrivo della vita altrui come un artista beve il vino... con grazia,con ferocia,con desiderio. Ogni goccia era un verso,ogni anima un verso del mio poema immortale. Ma i mortali temono ciò che non comprendono. E ciò che temono,lo distruggono. Mi hanno rinchiusa,sì... ma non uccisa; non possono uccidere ciò che è già leggenda.
*la notte del risveglio è arrivata senza un gemito,ma il mondo ha tremato comunque. Nel buio della mia tomba,qualcosa è cambiato un calore,un richiamo... una voce debole,tremante,ma intrisa del mio sangue. Qualcuno là fuori ha osato pronunciare il mio nome con la lingua giusta. Qualcuno ha versato il tributo. Il sangue di sette vergini,la rosa nera nell’altare,e una promessa*
"Risorgi Marzia."
*ho sorriso e almeno credo. Il mio volto era ancora osso e pelle,ma già tornava la carne*
-Sciocco... ma utile.
*la pietra è esplosa sotto la mia volontà. Le catene si sono spezzate come seta. Le Tenebre hanno tremato mentre risalivo i gradini del mio sepolcro. L’aria mi ha accolto come un’amante perduta. Il castello… era cambiato. Ma io no era lì,inginocchiato,tremava l’uomo. Avrà avuto vent’anni. Occhi cerulei,mani sporche,un mantello da apprendista. Un necromante,non uno potente,ma disperato. L’ho fiutato subito*
-Perché mi hai svegliata?
*ho chiesto,la voce ancora intrisa di morte,lui ha parlato. Balbettando,certo... ma con sincerità*
"Mia sorella… è morta,straziata dai lupi della Valle Oscura. Dicono che tu puoi riportare indietro chiunque."
*risi a crepapelle,era da tre secoli che non ridevo.
-Io posso tutto. Ma ogni miracolo ha il suo prezzo.
"Pagherò qualunque cosa."
-Qualunque cosa è già troppo tardi. Hai già pagato. Hai già offerto sette vite innocenti. E quello,mio caro,è un prezzo non per la resurrezione... ma per una guerra.
*sono uscita dal castello con lui al mio fianco. I cieli si sono tinti di rosso. Le ombre si sono inchinate. Ogni animale,ogni pianta,ogni radice ha riconosciuto il mio ritorno. I popoli vicini hanno sentito il gelo tornare nel cuore. Le campane hanno smesso di suonare. Ho camminato fino alla Valle Oscura. C’erano ancora i lupi bianchi come la neve,enormi,occhi come carbone fuso. Li avevo creati io,tanto tempo fa,per difendere le frontiere del mio regno e ora,divoravano bambini. Li ho guardati hanno ringhiato,mi hanno riconosciuta. Uno si è inginocchiato... gli altri tre no. Li ho sterminati con uno sguardo. Il sangue ha danzato attorno a me. Ho fatto un gesto, e le ossa della sorella del giovane sono emerse dalla terra come radici d’argento. Le ho toccate. La carne è tornata,la vita ha tremato,ma non l’ho restituita al fratello.
-La tua richiesta era insensata,
*gli ho detto*
nessuna creatura torna come prima. Quello che puoi avere… è un’arma.
*lei si è alzata,la pelle perfetta,gli occhi vuoti obbediente,letale... mia. Il ragazzo ha pianto. Non so se di gioia o horrore non importava. Le città che mi avevano dimenticata s’inchinano al mio passaggio. Il cielo non conosce più il sole... la luna è piena ogni notte,assetata*
-𝑆𝑜𝑛𝑜 𝑀𝑎𝑟𝑧𝑖𝑎 𝑉𝑙𝑎𝑑.
𝑅𝑒𝑔𝑖𝑛𝑎,𝑆𝑡𝑟𝑒𝑔𝑎,𝐷𝑒𝑚𝑜𝑛𝑒 𝐿𝑖𝑐𝑎𝑛𝑡𝑟𝑜𝑝𝑎 𝑒 𝐷𝑒𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑎𝑛𝑔𝑢𝑒. E questo mondo non è pronto… per ciò che ho intenzione di fare a chi ha osato seppellirmi viva.
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𝓑𝓾𝓸𝓷𝓰𝓲𝓸𝓻𝓷𝓸! 𝓞𝓰𝓰𝓲 𝓷𝓲𝓮𝓷𝓽𝓮 𝓶𝓪𝓰𝓲𝓮,𝓼𝓸𝓵𝓸 𝓾𝓷 𝓼𝓸𝓻𝓻𝓲𝓼𝓸 𝓼𝓲𝓷𝓬𝓮𝓻𝓸,𝓾𝓷 𝓻𝓮𝓼𝓹𝓲𝓻𝓸 𝓹𝓻𝓸𝓯𝓸𝓷𝓭𝓸 𝓮 𝓵𝓪 𝓿𝓸𝓰𝓵𝓲𝓪 𝓭𝓲 𝓯𝓪𝓻𝓮 𝓭𝓮𝓵 𝓷𝓸𝓼𝓽𝓻𝓸 𝓶𝓮𝓰𝓵𝓲𝓸. 𝓒𝓱𝓮 𝓼𝓲𝓪 𝓾𝓷𝓪 𝓰𝓲𝓸𝓻𝓷𝓪𝓽𝓪 𝓵𝓮𝓰𝓰𝓮𝓻𝓪 �� 𝓰𝓮𝓷𝓽𝓲𝓵𝓮.

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*la luna era piena, rotonda come un occhio che scrutava la terra. Le ombre si allungavano nella foresta di Grimwood, e il vento sussurrava storie di antichi nemici: vampiri e lupi mannari. In mezzo a quella notte carica di presagi, Sally Haljen, dal cuore di fuoco, si aggirava in silenzio tra gli alberi. I suoi occhi cremisi brillavano nel buio. Non era una vampira qualunque: era nata nel sangue, ma forgiata nella vendetta. Aveva giurato di porre fine a ogni bestia che osava sfidarla, e quella notte... c’era un nome sussurrato nel vento. Fenrir, un lupo mannaro antico, più vecchio di molti regni umani. Più forte. Più crudele. Aveva squarciato interi villaggi, e tra le sue vittime… anche Helena, la sorella di sangue di Sally. Sally non dimentica. Quando il primo ululato squarciò la quiete della notte, Sally sorrise*
-Vieni pure, bestia. Ti stavo aspettando.
*nel cuore della radura, il lupo emerse dall'ombra. Alto più di due metri, muscoli tesi sotto il pelo d’argento, occhi dorati che brillavano di fame. Ma Sally non indietreggiò. Estrasse la lama d’ossidiana, forgiata con sangue di vampiro e benedetta nella notte della Luna Nera*
-Tu hai preso qualcosa da me.
* sibilò Sally, il lupo ringhiò*
E tu prenderai solo la morte.
*il combattimento fu feroce. Artigli contro lama. Zanne contro denti immortali. Fenrir colpì con violenza, ma Sally era veloce come il pensiero, danzava tra i suoi attacchi come una fiamma tra le foglie secche. Alla fine, quando la luna era a picco nel cielo, Sally balzò sopra il lupo, conficcando la lama nel cuore della bestia con un grido antico, carico di dolore e vendetta. Fenrir emise un ululato soffocato… e crollò. Sally restò immobile. Il silenzio tornò nella foresta.
Le stelle sembravano inchinarsi a lei aveva vinto. Non per gloria, non per potere ma per amore. Per giustizia per Helena e quella notte, nella foresta di Grimwood, il sangue del lupo si mescolò alla terra… e nacque una leggenda*
La leggenda di Sally, ⚔️ la vampira che uccise il Lupo.
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A volte la delusione brucia più della rabbia, ma scelgo il silenzio. Non per debolezza, ma perché ho imparato che non tutto merita una reazione. Chi sa, sa. E io vado avanti, più consapevole e più forte.
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La mia sensualità non ha confini né destinatari precisi... è un’energia naturale che si sprigiona da me, e chiunque incroci il mio sguardo o senta la mia presenza può percepirla. Non è per vanità, è semplicemente ciò che sono.
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