35 y.o. - Spezzaincantesimi - forever you
Last active 60 minutes ago
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
Abbiamo un patto. Non siamo nulla, io e te. Ci divertiamo, tutto qui.
Però quando mi guardi così, non ci sono parole che servano. Tu lo sai che ci sono, e io so che ci sei. Un filo stretto e indissolubilmente che non si è mai sciolto, qualsiasi tempo o parola si metta tra noi.
Basta un tuo bacio, un tuo sguardo.
Non siamo nulla, non dobbiamo stare sempre insieme o farci gli auguri nei giorni importanti.
Ma ormai la sera mi addormento sempre accanto a te. E quella sera, allo scoccare della mezzanotte, mi sono svegliata. E in silenzio, ti ho abbracciato stringendomi a te.
Auguri, custode del mio cuore.

@alanmgreengrass
3 notes
·
View notes
Text

@nospiderplis in tutta la sua sexaggine...che grazia che raffinatezza...
#giurocheledodamangiare #mailasciareincustoditoilciboperandarealbagno
11 notes
·
View notes
Text
Weekend & Monday (~Start~)
Lunedì. Odiava il lunedì. I weekend li trascorreva col suo svago preferito, e tornare tra colleghi pettegoli e un capo ignorante era quanto di peggio poteva popolare il suo primo giorno della settimana. Fortunatamente erano a metà giornata. Se ne stava su un lungo tavolo a mangiare qualche pasto insipido, stava torturando un pezzo di carota sul piatto quando una collega arrivò quasi urlando allo stesso tavolo. << Finalmente ragazze, non vedevo l'ora di raccontarvelo! Non sapete chi ho visto venerdì! >>.
Era davvero poco interessata al gossip, anzi la annoiava terribilmente. Quindi continuò a torturare la sua carota, lasciando la ragazza parlare con le due altre pettegole a capo tavola e starsene tranquilla ad ignorare ogni loro reazione. Forse. << L'obliviatore figo! E sentite questa...era con una ragazza! >> Fortuna non stava bevendo o avrebbe sputato l'acqua, e questo sì che avrebbe attirato l'attenzione. L'obliviatore figo era ovviamente il nome in codice codice - neanche tanto in codice - per Alan. Cazzo. Rizzò le orecchie.
<< Ma dai, poteva essere una chiunque. A volte lo vedi camminare pure con Susan qua, ma fanno solo la stessa strada figurati >> rispose una delle due pettegole. Cercò di sorridere divertita come le altre alla battuta, guardnadole con una faccia da poker per mascherare il sudore freddo di quel momento. Era indecisa se sentirsi offesa da quella battuta, ma optò per il sollevata. << No ti giuro! Mica era come con Susan figurati, erano abbracciati proprio fuori per strada, c'era sicuramente qualcosa tra loro! >>
Cazzo, cazzo, cazzo. Era sempre molto attenta a fare in modo che nessuno li vedesse, ma non riusciva a ricordare molto di quel venerdì e non capiva perché, aveva dei vuoti di memoria colossali che l'aveva fatta svegliare cacciando un urlo trovandosi davanti Alan. Manco a dirlo, lui l'aveva presa in giro tutto il weekend per quello.
Le ragazze avevano continuato a spettegolare tra loro, mentre lei sforzava di mantenere un'espressione e di ricordare qualcosa della serata. Probabilmente il risultato non era dei migliori: << Quando? Era dopo essere usciti tutti da quel locale per festeggiare il progetto riuscito >> ah, ecco perché. Ora iniziava a ricordare. Per l'occasione erano andati a "festeggiare" tutti in un locale, dove solitamente girava molto alcol, il loro capo amava festeggiare così. Era quasi obbligatorio partecipare se si voleva farsi ben volere dai superiori, ma le ci voleva un'intera sessione di cura Greengrass per riprendersi da quelle serate insopportabili. Pian piano iniziò a ricordare non come fosse finita, ma almeno come era iniziata la serata. Ricordava la sala riservata al locale. Ricordava che tutte subito erano andate a civettare col capo. Ricordava il brindisi a una di queste che, nonostante al progetto riuscito avesse portato poco o nulla. Ricordava diversi bicchieri versati, visto che il liquido in quei bicchierini era l'unico alleato per sopportarli. << Avevo dimenticato qualcosa in ufficio ed era lì, forse era appena uscito. Abbracciato a questa ragazza, proprio sul marciapede >> aveva continuato la pettegola. << E lei com'era? Magari la individuiamo in ufficio >> Susan dugletì a quella domanda trattenendo il respiro, portandosi i capelli da un lato come se servisse a qualcosa nasconderli ora. << Nah impossibile, subito dopo le ha messo il casco, ho quasi il dubbio che mi avesse vista >> sbuffò lei. Le altre sospirarono sognanti, lei sospirò di sollievo tornando a respirare. Le piaceva come andavano le cose tra loro, ed essere scoperti proprio ora sarebbe stato un bel casino per entrambi. Tornò al suo piatto più sollevata, passando tutto attorno la posata mentre le altre continuavano a sognare a turno. << Che fortunata quella là, a godersi tanta figaggine >> già. << Ovvio che sa bene di esserlo, si atteggia sempre anche solo entrando qui >> ehi, piano con le parole. Lei poteva dirglielo costantemente, loro non dovevano azzardarsi. << Oh si atteggia sì, e io un giro sulla sua moto me lo farei volentieri >> ridacchiarono tutte alla battuta. Susan alzò appena lo sguardo, e sollevò un lato delle labbra in una sottospecie di sorriso divertito. La tentazione di infilzar loro quella forchetta in gola. Addentò la carota fermando i suoi istinti, tornando a essere semplicemente sollevata dello scampato pericolo. Tornò ai suoi pensieri, cercando di ricostruire se potesse esserle sfuggito altro, rendendosi conto che nei suoi ricordi gli shottini erano sempre più sfocati fino a non ricordarne del tutto il numero. Le mancava il pezzo di come avesse raggiunto Alan, e la casa di Alan a dire il vero. Vaghi ricordi di avergli scritto di andarla a prendere. Vaghissimi ricordi di aver salutato tutti che se ne andava. L'uscita dal locale e poi boh, sperava davvero di non aver detto qualcosa di troppo.
***
Guardava la mattonella davanti a sé. Squadrata. Irregolare. Era posata su un muro in strada a teneva lo sguardo fisso, passandolo da un lato all'altro di quel pezzo di cemento. Non fece caso al rumore forte e a quella frenata, troppo immersa in quella profonda osservazione di ogni particolare. Sentì vagamente qualcuno trafficare con qualcosa. Poi la voce che la risvegliava da tutto: << Susan stai bene? Mi hai scritto di venirti subito a prendere, è successo qualc...>>
Si bloccò perché lei sollevò il viso. Lo guardava con aria beata e allargò le braccia di colpo vedendolo: << Eccolo l'amore mio! >> Alan era ancora seduto sulla moto, aveva tolto il casco e lo teneva in mano guardandola. A quelle parole si guardò dietro, e poi ai lati. Tornò a guardarla interdetto: << Parli con me? >>
Lei annuì tutta felice. Si staccò dal muretto e fece due ampi passi verso di lui, barcollando vistosamente all'ultimo. Alan posò il casco sulla moto e scese salendo sullo scalino del marciapiede su cui lei si trovava. Ma lo raggiunse per prima e lo abbracciò circondandogli il petto per agganciare le braccia sulla sua schiena. Alan non si mosse, più per cercare di interpretare la situazione: << Susan sei ubriaca? >> Lei non rispose subito, posò il viso il mento sul suo petto e lo guardò per un po'. Alan non sapeva neppure se l'avesse sentito. Poi staccò una mano dalla schiena e gli pigiò un dito sulla guancia con un sorriso divertito: << Ma guardati quanto sei bello, non è cambiato di una virgola il mio Alan >> << Si decisamente ubriaca >> annuì lui.
Lei sgranò gli occhi, e di colpo gli tappò le labbra con la mano: << Shh tu non glielo devi dire che è stato la mia cotta della scuola ok? >> << Mh >> cercò di parlare dietro la sua mano Alan, facendo un cenno col capo di aver capito prendendo quella promessa in tutta serietà. << E appena rivisto alla festa puff, come se non...aspetta ma perchè sto continuando a parlare se mi sto cucendo le labbra? >> << Sftai ftappando le mie flabbra >> borbottò Alan. Susan guardò la mano confusa. Poi la abbassò appena, scorrendo però un dito sulle labbra di Alan pensierosa. Gonfiò le guance e lo guardò, offesa tutto d'un tratto. << E perchè non sono sulle mie? >> Lui piegò il viso, ghignando divertito. Si abbassò a lasciarle un bacio, per poi indicare verso la moto prendendo un casco.
<< Quello lo teniamo per dopo. Avanti, metti il casco prima che qualcuno ti riconosca >>
Lei tornò a sorridere guardandolo allegra, e si mise le dita davanti alle labbra avvicinandosi con fare di chi ha un segreto inconfessabile: << Shh gli diremo che sei un riccio, così non ti riconosceranno >> << Un riccio >>. << Sì gli diremo cosi, tutto sotto controllo >> Susan annuì, assolutamente convinta di quel piano. Alan cercò di non ridere, mentre le infilava in testa il casco: << E tu cosa saresti? >> Lei apri le braccia << Io sono una farfalla >> Alan scosse il viso, annotando ogni dialogo per poi prenderla in giro appena si fosse ripresa un filino. Le prese la mano e la portò verso la moto per aiutarla a salirci: << Va bene farfallina, sali sulla moto che ti porto a casa >>.

@alanmgreengrass
2 notes
·
View notes