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Riblogg

Film, dvd, film d'essai, lista, tv

Sono un acquirente abbastanza compulsivo di dvd. Grandi sconti in questi giorni nei negozi. Giro tra gli istogrammi di dvd dove più basso significa più apprezzato. Molti di quelli messi più in vista ce li ho, molti li ho visti e non ho desiderio di rivederli, molti li ho visti e avrei desiderio di rivederli in originale ma poi penso che riservo l'acquisto per quello che non conosco, molti li avrei voluti vedere a suo tempo al cinema ma adesso non mi ispirano, molti mi sembra che non valga la pena. Più che altro, mi dico, mi dovrei fare un'idea di quello che non ho visto e dovrei vedere, o perchè è un classico o perchè è un capolavoro o perchè si attaglia alla mia sensibilità o per un bisogno di approfondimento. Qui il rischio è di comprare una serie di film d'essai, che in genere si impilano minacciosi in un angolo e sei sempre un po’ restio a inserirli nel lettore perchè in qualche modo preassapori la sensazione di un paio d'ore tediose e sprecate, perchè non sempre si ha il coraggio ribelle di Fantozzi al cineforum. Vabbè, comunque con l'aiuto di Gianni Amelio, io una certa lista la potrei fare e la lista sarebbe più o meno questa:

Velluto blu (Lynch)

Professione: reporter (Antonioni)

Viaggio in Italia (Rossellini)

Videodrome (Cronemberg) –> questo lo danno all'Oberdan in questi giorni e allora…

Sfida nell'alta Sierra (Peckinpah –> questo è il regista in circolazione col nome più bello)

L'orgoglio degli Amberson (Welles)

Piombo rovente (Mackendrick)

Il Vangelo Secondo Matteo (Pasolini)

La vendetta del gangster (Fuller)

Grasso è bello (Waters)

L'asso nella manica (Wilder –> si pronuncia ‘vildar’ più o meno, in quanto austriaco mi sembra)

In pieno sole (Clément)

Il bacio della donna ragno (Babenco)

Il braccio violento della legge (Friedkin)

Il bell'Antonio (Bolognini)

La notte ha mille occhi (Farrow)

Nashville (Altman) –> e anche questo lo stanno dando all'Oberdan

Rapporto confidenziale (Welles)

I gangsters (Siodmak)

Cinque pezzi facili (Rafelson)

Fanny e Alexander (Bergman)

Otello (Welles)

Una moglie (Cassavetes)

Stasera ho vinto anch'io (Wise)

Se sei vivo spara (Questi)

Ascensore per il patibolo (Malle)

Il lungo addio (Altman)

La conversazione (Coppola)

Medea (Pasolini)

Tom Jones (Richardson)

Corpo a cuore (Vecchiali)

Ultimo tango a Parigi (Bertolucci)

F come falso (Welles)

Il verdetto (Lumet)

Il ventre dell'architetto (Greenaway)

Questo giusto per avere qualche riferimento. Poi non ho mai visto 'Via col vento’ e 'Casablanca’ per esempio. E tutti i film ispirati alla boxe che ancora non ho visto, perchè la boxe, secondo me, è uno dei soggetti più cinematografici che ci siano. E poi, c'è da dire, quasi tutti questi film sono 'vecchi’ film e, non so perchè, la mia sensibilità nel corso degli anni tende a fare fatica con i 'vecchi’ film. E’ strano perchè mi ricordo che da piccolo, sulla tv estiva, stavo proprio bene a guardarmi i più svariati film italiani e americani in bianco e nero, tipo Aldo Fabrizi e Shirley Temple per dire.

Insomma, la verità è che i film visti dal lettore dvd, con tutto il raccoglimento e la continuità possibili, normalmente mi scivolano addosso, finiti scompaiono, non li ri-cor-do, non ci lascio il cuore o la mente o gli occhi. Lo stesso al cinema: raccoglimento, sala buia, comodità, grande schermo…freddezza, meccanicità, sensazione dell'impegno, dell'evento di una sera. Dicevo, la verità è che i film vanno visti in tv, mentre si prepara la cena, si mangia, si discute e si fa 'ssssss….’ quando c'è una parte interessante, con la luce, con la pubblicità e i commenti, perdendo un pezzo qua e là per fare qualcosa in un'altra stanza, ascoltando solo e seguendo benissmo mentre si sparecchia e si lavano i piatti (con l'attenzione da radio come per i radio-romanzi de La zia Julia e lo scribacchino), recuperando le parti mancanti due anni dopo, all'ennesimo passaggio in tv, pensando che l'ultima volta mi era sfuggito qualcosa che adesso vorrei cogliere, fermando per un momento il rumore dell'acqua che scorre sull'insalata. Quei film li ri-cor-do, sono i film delle nostra vita.

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R.or

Bertrand Russell, Autobiografia

Tre passioni, semplici ma irresistibili, hanno governato la mia vita: la sete d'amore, la ricerca della conoscenza e una struggente compassione per le sofferenze dell'umanità.

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Auguro questo alla mia casa: Una donna ricca di equilibrio, Un gatto a passeggio tra i libri, Amici in tutte le stagioni Senza i quali è impossibile il mio vivere. Guillaume Apollinaire

(via ricordoeccome)

"mentre il gatto contempla nell'uomo l'imperscrutabile..."

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Buon compleanno...

A. Elkann, A. Moravia; Vita di Moravia

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Elogio degli economisti

Sul giornale di ieri davano, con diversa collocazione e luce, la notizia della morte di due economisti italiani, De Cecco e Ricossa. De Cecco l’avevo visto in tv e dal vivo, simpatizzando per il forte accento abruzzese e l’approccio empirico. Di Ricossa leggevo gli articoli brillanti e impregnati di fresco liberismo e ho letto il suo ‘Maledetti economisti’.

Mi sembra che un altro grande economista e sociologo, Hirschman, ritenesse che l’economia fosse la scienza del paradosso, non proprio quindi una “scienza triste”. 

Elogio degli economisti, elogio del paradosso.

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Mi ricordo alcuni dei miei primi sabati a Milano, avevo 19 anni e qualche volta non avevo voglia di studiare il sabato mattina. Avevo l’abbonamento dell’ ATM e quindi me ne potevo andare in giro senza pagare in più. Non si pagava neanche per entrare al museo civico del Castello Sforzesco ai tempi. Non ero preparato e la sorpresa di vedere la Pietà Rondanini alla fine del percorso espositivo mi prese gli occhi. Era il vecchio allestimento che favoriva la sorpresa, perché la statua era coperta e si doveva fare un piccolo percorso per accedervi. Il vecchio allestimento era fantastico e ci ero affezionato.

Qualche settimana fa sono tornato a Milano e ho pagato per visitare il nuovo “museo” della Pietà. Dicono che il nuovo allestimento valorizzi meglio la Pietà Rondanini, perché te la puoi guardare a tutto tondo. C’è ancora un po’ suspense, perché la statua dà le spalle all’ingresso. 

Ero affezionato al vecchio allestimento ma rimane l’esperienza del sublime.

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Aspettando

Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettar niente che è terribile.

C. Pavese, Il mestiere di vivere (Diario 1935-1950), Torino, Einaudi, 1973

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Noia

Datemi un desiderio preciso e rovescerò il mondo. Liberatemi da quest'onta degli atti che mi fa recitare ogni mattina la commedia della resurrezione e ogni sera quella della sepoltura; nel frattempo, nient'altro che questo supplizio nel sudario della noia…

E. M. Cioran, Sommario di decomposizione [Precis de decomposition, 1949], Milano, Adelphi, 1997. [Trad. M. A. Rigoni e T. Turolla]

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Questo è quello che io cerco almeno nei libri quando li apro, il pezzetto che è stato scritto per me. Uno scarto, un brusco scarto di intelligenza e sensibilità che mi spiega qualcosa di me. Cosa che suppongo possedevo già sotto la pelle, ma che non sapevo dire.

Erri De Luca (via sonosolacomeilmareininverno)

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Quando devo dare un senso alla mia esistenza e fingo di sapere esattamente cosa sto facendo.

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«È un’arrabbiata lettrice di romanzi. Aspettando il meglio, sono per intanto il suo fornitore di libri. Lei mi chiama il suo “bibliotecario”. «Tutte le settimane la Nuova Libreria le manda, da parte mia, tutto quello che è uscito, e credo che lei legga tutto, alla rinfusa. «Ci dev’essere, nella sua testa, una curiosa insalata russa. «Forse tutto questo pastone di letture entra in qualche modo nel singolare comportamento di questa ragazza. Deve apparire sotto una strana luce il mondo, visto attraverso quindicimila romanzi, e ci si devono fare idee assai bislacche sulle cose.

Guy de Maupassant, Yvette (via consquisiteparole)

Ma leggere fa poi tanto bene?

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Pochi ne ha vinti...

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Bianco Natale

Non nevicava. A cinquant’anni suonati era ridicolo rimanere delusi se mancava la neve la mattina di Natale: ma le persone d’una certa età non sono mai così assennate come se l’immaginano i giovani.

G. Simenon, Un Natale di Maigret [Un Noël de Maigret, 1951], Milano, Mondadori 1978. [Trad. C. Pavolini]

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Infanzia

C. Schulz, striscia dei Peanuts del 24/12/1963

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Auguro questo alla mia casa: Una donna ricca di equilibrio, Un gatto a passeggio tra i libri, Amici in tutte le stagioni Senza i quali è impossibile il mio vivere. Guillaume Apollinaire

(via ricordoeccome)

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Volevo scrivere una cosa tipo 'coming out pre-natalizio': guardo 'About a boy' e mi commuovo, quasi piango un po', sulla scena finale in cui Hugh Grant sale sul palco con la chitarra per dare supporto al ragazzino sfigato che canta 'Killing me softly' al concorso rock della scuola.