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E forse questo vento in tempesta può aiutare a mandar via quei pensieri così opprimenti.
Con quel vento che passa tra le foglie
Mandar lontano quelle domande
Chi sei
E se nob è il vento sarà la pioggia
A lavare via quella sensazione di insoddisfazione perenne del nostro stato
E se non sarà la pioggia, sarai tu
A farmi essere felice, anche solo per un attimo, di quel che sono.
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E forse questo vento in tempesta può aiutare a mandar via quei pensieri così opprimenti.
Con quel vento che passa tra le foglie
Mandar lontano quelle domande
Chi sei
E se nob è il vento sarà la pioggia
A lavare via quella sensazione di insoddisfazione perenne del nostro stato
E se non sarà la pioggia, sarai tu
A farmi essere felice, anche solo per un attimo, di quel che sono.
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Dicono che scrivere aiuta, noi ci proviamo.
Ho perso il conto dei giorni, ma so che ne mancano 30 alla fine della stagione estiva. Il mio responsabile è un inetto, un incapace, sordo, zoppo, che non sa lavorare e più esaustiva di così nel descriverlo non posso essere. I miei colleghi hanno 20 anni e non conoscono la differenza fra giusto e sbagliato, hanno tante colpe quante le loro competenze, quindi zero. Io sono qui, sottopagata, sfruttata, che continuo a mangiare per lo stress, con le gambe doloranti e la mente piena di pensieri. Alla notte non dormo, dal caldo, dallo stress di tutte queste cose messe insieme. Ho prestato la macchina ad un mio collega e ne ha rotto il freno a mano. Vorrei non tornare a casa per non sentire la pressione di tutta questa insoddisfazione porfessionale che ho accumulato in questi 7 anni sfociare e riversarsi su ogni instante della mia vita. Perché in questi giorni qui, non riesci a dirti di darti del tempo. Non riesci a dirti che ti meriti di essere felice. Non riesci più a vedere quanto vali.
Oggi il mio responsabile, con 35 gradi percepiti, mi ha detto che l'affogato al caffe, si chiama così, perché il caffe lo versi sopra al gelato, mentre io lo ho versato affianco. 35 gradi. Ieri ho lavorato 15 ore.
Due settimane fa ho sognato di prenderlo a bastonate, il mio responsabile. Non capisco come facciano certe persone ad essere così, a diventarlo.
Mese scorso ha litigato con la moglie, per colpa di certi messaggi inviati ad una ragazzina di 23 anni, lui ne ha 54, e voleva che parlassi io con la moglie per rassicurarla. La mia risposta è stata "me ne sono andata via a 20 anni da casa mia madre, perché lei litigava col compagno e secondo te mi metto a parlare con tua moglie?"
Io quest'uomo giuro che lo ho conosciuto a gennaio. Anche la moglie, mai data troppa confidenza, mai chiesto nulla, mai visti oltre la conoscenza, prima di inziare il lavoro.
Non capisco come ci si diventi così.
Uno che finisce un gin tonic e lo chiude col ghiaccio, prima di inziare a fare un pestato, come un caipiriña, credo che non possa essere chiamato bar man e questo è l'unica cosa che mi crea conforto. Che lui non ha le capacità per definirmi e oltre ciò, anche le avesse, non avrebbe il diritto.
27 anni e costringersi a pensare che ho tutta la vita per sentirmi affermata. 27 anni ed essere messa al pari di un ventenne. 27 anni e tra poco saranno 28. 27 anni e mi fanno male le gambe. 27 anni ed essere sempre sottopagata.
Sono stanca.
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E a 27 anni non avere una conferma, non avere una certezza, non avere una aspirazione, forse è così tanto triste? Forse, non è che devo solo trovare il coraggio di vivere? Di provare?
Forse, non è il caso di non darmi tante colpe?
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Il tuo respiro si fonde col mio
In un unico ansimo di euforia
Continua
Vorrei dirti
Invece tu smetti
Con la sicurezza che io ne voglia ancora
Mi tieni sulle punte delle tue dita
Aspettando che io chieda
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E forse, a volte, sono amche belle carezze.
Sono nel bagno, sono le 2.09, il rumore del silenzio è l'unica cosa che si sente, lui e susi, la mia compagna di stanza che russa.
Fumo una sigaretta, in bagno, come i ladri che si nascondono.
Intorno a me, solo silenzio. Come quando srriva babbo natale e tutti dormono, tranquilli, sognano.
La lampadina fa il solito suono di lam0adina, vecchia, che infrage questo silenzio col suo fruscio di cavi ed energia, costante. Non so perché sono qui. Non so perché ci son rimasta a lavorare.
Ma so che ogni attimo, estrapolando del tuto l'abito lavorativo, mi riempe il cuore.
Come vede il tramonto dalla spiaggia.
Come bere una birra in compagnia, che oramai son diventate più d'una.
Ogni instante.
Forse è questa l'unica cosa che mi fa rimaenere a lavorare qui.
Forse.
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Lo chef dei secondi, 25 enne, mi viene dietro. Ben capito non ho il perché, penso sia il fatto che non ci sono tante ragazze desiderabili in tutto l'hotel, non che io sia qualcuno per giudicarle, benché lo abbia fatto. Mi vuole solo scopare, cone se fossi una bandierina da appendere da qualche parte, il che non mi dispiace, ma ora come ora, non mi incuriosisce neanche. Beh quasi. Forse un poco. Non lo so.
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Mi è torrnata la voglia di disegnare, di scrivere; lontana da tutti quei pensieri, lontana da tutto, forse riesco a vedere un po' più me stessa.
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Assenza da noi stessi.
È questo quello di cui si parla
Nel mio cervello
Ogni notte.
È come fosse un eco sottovoce
Che gira nei corridoi dei miei pensieri
Un brusio lontano
Che non si riesce a sentire.
Cerchi di non vedere quello che si palesa ai tuoi occhi
Girandoti
Guardando da lontano.
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Io le persone non le capisco. Preferisco stare sola nel mio piccolo mondo, senza parlare con nessuno. No, proprio non le capisco
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Mah, sarà così.
Non riesco a distinguere il giusto dalle sbagliato. Mi è stata presentata una situazione completamente diversa dalla realta, per convincermi a lavorare qui. 1700 euro come primo esempio, invece sono 1600. Non so. Non mi sento ancora in grado di giudicare la situazione.
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Quanto tempo deve ancora passare perché tu ti renda conto che sei ridicola? Puoi provare a vivere nei tuoi sogni, ma andrea, lo sai che i tuoi sogni, rimarranno solo sogni e i sogni che diventano realtà di solito ti rovinano solo la vita.
Magari i sogni dal punto di vista lavorativo no, dai, magari per quelli possiamo ancora nutrire una speranza.
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Ore 2.32.
È sabato e non sono nemmeno ubriaca. A 27 anni vengo pagata come una 18 enne alla prima esperienza, quindi sotto pagata, in hotel del cazzo, con 4 stelle, che chissà come le ha avute. Nel contratto son segnate 40vore settimanali, ne faccio 56. Voglio, cosa voglio?dove stai andando andrea? Qual è la tua destinazione?
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Forse fumare le canne non mi fa bene, sopratutto con i ventenni; più ci provo a ricordare l'ebrezza di quei moneti, passati a fumare nella mia adolescenza, più mi rendo conto che sono lontani. Soprattutto non dal tipo di mente, magari si, sono cresciuta, ma partendo dai ragionamenti, dal modo in cui si ragiona, abbassandoci al livello dei meccanismi mentali e da come reagire ad essi; magari sto prendendo in esempio le persone sbagliate. Magari è colpa mia che cerco costantemente di cercare un collegamento, un mistero, una fede. Magari è colpa mia che non ci penso senza fumare.
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Siamo ancora a maggio. Ho capito che fare la stagione all'isola dell'elba mi aiuta, perché è come se mi svegliassi per lavorare, anche se le giornate sono vuote, non hanno uno scopo, sono contenta ugualmente. Probabilmente, non riesco ad ammettere che sono semplicemente felice di essere qui, che non voglio tornare a casa, che voglio stare dove c'è il mare. Non ho ancora comprato un diario, cosa che ho dimenticato a casa, vorrei anche un album per disegnare. Vorrei, cosa vorrei? È come se ora tutti gli obbiettivi si perdessero davnti alla maestosità dell'acqua salina, è come se tutto prendesse senso e la vita fosse meno orribile. Come se tutto fosse più leggero, anche se faccio 42 ore a settimana senza riposo e vengo pagata per 40. Giuro che il mare riempe ogni mancanza. Vorrei? Cosa vorrei più di questo?
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La mia mente non trova conforto nella solitudine.
16 giorni che lavoro all'isola dell'elba, probabilmente non farò il giorno di riposo nei prossimi 4 mesi. Nessuno mi darà un premio per questo. Anche questa volta inculata dalla società, perché non mi esprimo, perché non mi faccio valere, perché non dico la mia opinione.
Cuore spezzato 4 mesi prima della partenza, cuore spezzato due settimane prima della partenza. Ora, si, mi accorgo che con la mente, voglio solo un pensiero a cui aggrapparmi per far passare giorni monotoni e privi di euforia. Mi aggrappo a qualcuno, ad una figura, un immagine, per far passare il tempo, come sempre.
Fanculo.
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E forse le mie sensazioni sono sempre state veritiere, la mia colpa è solo aver dubitato di esse.
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