tra lo sterno e le costole, anima feroce ti sei fatta spazio ,hai vinto
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Porti addosso tutte le parole che non dici, ed in grembo stringi il tuo segreto, custodito fra le dita di una mano. Prima di dormire poggi ancora la fronte alla parete e senti il fresco degli anni sotto i denti, vorresti togliere ogni velo del tempo e restare sempre lì. Ferma a quella notte, alla tua tenera e perenne nostalgia.
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La fine di un capitolo e l'alba di un nuovo inizio, questa è la maturità.
Hai 14 anni quando varchi quella porta sei emozionato e intrepido per quello che ti aspetta, ti trovi in un posto nuovo e forse troppo grande per te, ti perdi per quei corridoi fino a ritrovare la tua aula, ti siedi in seconda fila e osservi i tuoi compagni tra volti nuovi e quelli conosci da una vita. Gli anni passano, ti senti più grande e non vedi l'ora di arrivare al quinto, guardi quelli più grandi ti te con una sorta di ammirazione e poi finalmente arrivi all'ultimo anno, non vedi l'ora di uscire da quella scuola per inseguire i tuoi sogni.
I mesi passano e ti rendi conto che stare li non è poi così male, certo ci saranno giorni che vorrai buttare via tutto, ti incazzerai, te la prenderai con quei professori che sono stati ingiusti con te anche se alla fine te li ricorderai sorridendo, manderai a quel paese i tuoi compagni, litigherete e molto altro, ma poi infondo sono loro che ti hanno accompagnato lungo questo percorso pieno di salite, discese e tanti ostacoli. Ora siete tutti sulla stessa barca ad affrontare la prova più grande della vostra vita.
Inizi ad apprezzare ogni momento certo che non lo rivivrai mai più, iniziano i giorni di crisi isterica per tutto lo studio accumulato credi di non farcela ma poi ce la metti tutta.
Di tutti questi anni ti ricorderai le passeggiate per i corridori, le posizioni strategiche per poter copiare, le ore passate a parlare con i tuoi amici mentre i professori spiegavano invano, il panico prima di ogni compito, i cuori infranti,i compiti rimandati perché nessuno aveva voglia di studiare, le colazioni per poi entrare tardi, le feste, le ubriacature, i sabato sera in giro e le domeniche a studiare, le corse per prendere l'autobus, la gita, e l'ultimo giorno di scuola quello che aspettavi da una vita. Poi ti svegli una mattina e ti trovi di nuovo a varcare quella porta, ma questa volta conosci tutti e ogni singola aula ma l'ansia è forte, sai che stai per affrontare ciò che temi da tanto, l'esame di maturità.
indimenticabile-disastro
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L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa
L'importante è quello che provi mentre corri.
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Ti iscrivi alla superiori e pensi che quei cinque anni non passeranno mai. Guardi le classi cambiare, i professioni invecchiare e i tuoi compagni crescere. Odi il posto in cui sei e le persone che vedi, non vedi una via di uscita o una fine ad un percorso che sembra infinito. E poi in un attimo accade che in quella quinta ci sei tu, e che alla fine ci arrivi davvero, e in un attimo ti accorgi di essere cresciuto e un po’ invecchiato, ti accorgi di come eri piccolo quando tra quelle mura ci sei arrivato. Cerchi di capire come quei cinque anni siano passati così velocemente, in quel modo così assurdo e veloce da sembrare cinque minuti. E allora tutte le giornate diventano minuti e gli anni istanti, di quelli che tutti definivano “ gli anni migliori delle tua vita” ma che per te,sono stai un incubo. Istanti di mattinate che sembravano la fine e altre passate a dormire, se sul banco o direttamente non tuo letto, non ha molta importanza. E allora ti accorgi che non mentivano, quando dicevano che tutto sarebbe finito in fretta e che alla fine, il tempo sarebbe volato. Quel grosso esame che ti terrorizza è li a testimoniare che alla fine ci sei arrivato davvero e non in importa come o con quanta forza, ci sei arrivato. Ci sarà qualcun altro al tuo posto che ti guarderà andare via, che vedrà i tuoi professori invecchiare e i suoi compagni crescere. Poco importa se tu sarai lì a guardare. Ci saranno altri a fare discorsi con la tua bidella o a scrivere sui centesimi alla macchinetta. Altri si perderanno in quei lunghi e brevissimi cinque anni di gioie e dolori, che porterai con te per sempre. A te non resta che affrontare l'ultima e la prima grande prova della tua vita per poi scattare un bel selfie dove fai il medio alla tua scuola e mandare finalmente affanculo i tuoi professori. Vivi questa notte prima degli esami come una conquista, come la conquista di chi, alla fine c'è riuscito.
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“Noi che mamma e papà insieme non andavano d'accordo, infatti mamma e papà insieme io manco me li ricordo”
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Narciso gli disse: «Sono così contento che tu sia ritornato! Mi sei mancato tanto, ho pensato a te ogni giorno e spesso avevo paura che tu non volessi ritornare più».
Boccadoro scosse la testa: «Via, la perdita non sarebbe stata grande». Narciso, a cui bruciava il cuore di dolore e di affetto, si chinò lentamente verso di lui e fece quello che in tanti anni della loro amicizia non aveva mai fatto, sfiorò con le sue labbra i capelli e la fronte di Boccadoro. Questi s'accorse di ciò che accadeva, prima con stupore, poi con commozione.
«Boccadoro», gli sussurrò l'amico all'orecchio, «Perdonami di non avertelo saputo dire prima. Avrei dovuto dirtelo allora, quando venni a cercarti nella tua prigione, nella residenza del vescovo, o quando vidi le tue prime figure, o qualche altra volta. Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene, quanto tu sei stato sempre per me, come hai arricchito la mia vita. Per te non avrà molta importanza. Tu sei abituato all'amore, esso non è nulla di strano per te, sei stato amato e viziato da tante donne. Per me è un'altra cosa. La mia vita è stata povera d'amore, mi è mancato il meglio. Il nostro abate Daniele mi diceva un giorno ch'io gli sembravo orgoglioso: forse aveva ragione. Io non sono ingiusto verso gli uomini, mi sforzo di essere giusto e paziente con loro, ma non li ho mai amati. Di due eruditi che ci siano nel convento, il più erudito mi è più caro; a un debole scienziato non ho mai potuto voler bene, passando sopra alla sua debolezza. Se tuttavia so che cos'è l'amore, è per per merito tuo. Te ho potuto amare, te solo fra gli uomini. Tu non puoi misurare ciò che significhi. Significa la sorgente in un deserto, l'albero fiorito in un terreno selvaggio. A te solo debbo che il mio cuore non sia inaridito, che sia rimasto in me un punto accessibile alla grazia».
[Narciso e Boccadoro, Hermann Hesse]
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Era proprio così: anche le cose tristi passavano, anche i dolori, le disperazioni, come le gioie, impallidivano, perdevano la loro profondità e il loro valore, fin che veniva un momento in cui non ci si poteva più ricordare cos’era stato a far tanto male. Anche i dolori sfiorivano ed appassivano.
Herman Hesse, Narciso e Boccadoro
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Gérard Depardieu, “Una pura formalità” (Giuseppe Tornatore, 1994).
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Twin Peaks - Che il Gigante sia con te
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“Stavo focalizzando l'attenzione su un particolare a cui non avevo mai fatto caso: il mormorio ininterrotto della mia mente, quel continuo giudizio a cui siamo tutti destinati, un giudizio severo e costante verso noi stessi e il nostro operato.”
La porta socchiusa (Valentina Morpurgo)
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throwback to when i was my own thinspo
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Tu che mi guardi
e tra tutta questa carne, queste ossa,
non vedi solo
carne ed ossa.
— eleonora civiero
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