Fuori dalla sua abitazione a Firenze un gruppo di “eroi” partigiani, fingendosi studenti, si avvicinò al veicolo con Gentile a bordo.
Lui, che era un uomo umile e generoso, abbassò il finestrino per ascoltarli. Uno dei vili gli sparò in pieno petto, morì poco dopo in ospedale.
«L’assassinio di Giovanni Gentile fu una carognata ingiusta e vigliacca. Gli antifascisti furono dei cacasotto perché uccisero un grande e inerme filosofo mentre non ebbero il coraggio di sminare i ponti di Firenze che i tedeschi avevano minato»
Così parlava in una lettera ritrovata anni dopo la sua morte e resa pubblica nel 2010 Oriana Fallaci.
(Poi venitemi pure a dire che abbiamo IL COMPARTO DEL DOPPIAGGIO FATTO DI: TRADUTTORI, ADATTATORI, DIRETTORI, ASSISTENTI, DOPPIATORI, E TUTTE LE ALTRE FIGURE RELATIVE AL SETTORE migliore al mondo ecc ecc)
R E P O S T CineFacts.it
・・・
Il 9 gennaio 1997 (in Italia il 19 luglio dell’anno successivo) fu trasmesso l’episodio 11 della terza stagione di Friends.
In quella puntata Chandler, in preda all’alcol, va a letto con la sorella di Joey, ma non riesce a ricordare quale delle tante.
Il problema è che la sorella prende la cosa sul serio e la comunica a Joey.
Chandler però non aveva alcuna intenzione seria e decide di andare a casa Tribbiani per sbolognarla.
Lì si ritrova a sorpresa Joey che, più o meno al minuto 13 e 44”, lo avverte su come comportarsi con nonna Tribbiani.
In italiano il dialogo adattato fu questo:
“Devi mantenere un certo contegno, perché mia nonna non sa ancora di voi due e non è il caso di farglielo sapere così, perché potrebbe ricorrere al suo vecchio fucile a pallettoni”.
In lingua originale, tuttavia, il discorso fu un tantino diverso... sostanzialmente:
“Devi stare calmo, perché mia nonna non sa ancora di voi due e non ti conviene farla arrabbiare, è stata tipo la sesta persona a sputare sul corpo penzolante di Mussolini”.
Tutto è già visto, tutto è già sentito: quel quadro, quella musica ricordano qualcosa. Eppure ci sarà sempre, in qualche angolo del mondo, un uomo geniale che riuscirà a creare un capolavoro con quei soliti colori, con quelle solite note anche se, in fondo, sono sempre solo sette. @ilpianistasultetto
Nel 1933, il regime nazista iniziò ad epurare i professori ebrei dalle loro università.
Oggi, un professore ebreo è stato espulso dal campus dall'amministratore della Columbia University e agli studenti ebrei è stato detto di restare a casa:
-"Chi non impara dalla storia è destinato a ripeterla".
Gianni Rodari partigiano e antifascista, però molto diverso da quelle immonde bestie che assassinarono in maniera subdola e vigliacca Giovanni Gentile.
Tutti noi lo conosciamo come un grande scrittore, alcuni lo definiscono “solo” scrittore per l’infanzia (come se fosse facile, scrivere libri per i lettori più esigenti di tutti, cioè i bambini!), altri giustamente gli riconoscono il ruolo di uno dei più importanti intellettuali del ventesimo secolo.
Gianni Rodari è stato tante cose: poeta, scrittore, saggista, giornalista, maestro. Anche maestro “clandestino”: nel 1937 insegnò italiano ad alcuni bambini ebrei, tedeschi, che si erano rifugiati in Italia sperando di salvarsi dalle persecuzioni razziali.
Ed era antifascista.
Per aver rifiutato un incarico proposto dal partito fascista, nel 1943 fu valutato “insufficiente” come insegnante.
Ed è stato anche un partigiano.
Dopo l’8 settembre, si unì alla Resistenza. Entrò nella 121a brigata Garibaldi in azione nella provincia di Varese. Era addetto al controllo dei lasciapassare, nel momento in cui molti fascisti cercavano di scappare con documenti falsi.
Il 25 aprile del 1945 Rodari si trovava nella brigata partigiana che fermò un signore con un cane in fuga da Milano. Era un uomo “ambiguo, tutto grigio, con quel cane e un sorriso disperato”.
Quando esaminò la sua carta d’identità, il partigiano Rodari chiese: “Sironi Mario, il pittore delle periferie, dei gasometri, delle fabbriche nel deserto, dei grigi sotto un cielo marrone, o viceversa?”
Sì, il signore grigio e ambiguo era proprio Mario Sironi che stava cercando di scappare. Rodari lo conosceva di fama come celebre pittore, ma anche come uomo di regime. I partigiani lo avrebbero probabilmente fucilato, e lo stesso Rodari era combattuto, sapendo di avere davanti un fascista che aveva aderito alla Repubblica di Salò. Ma alla fine: “gli firmai il lasciapassare, in nome dell'arte”. Perché il futuro scrittore Rodari vide in Sironi un artista, non un nemico.
Il nemico per Rodari era invece la mancanza di libertà, la bugia, la disonestà e tutto quello che poteva far piangere un bambino.
Quando nel 1970 vinse il premio Andersen, una sorta di Nobel per la letteratura dell’infanzia, nel suo discorso di ringraziamento disse: “Non c’è niente al mondo di più bello della risata di un bambino. E se un giorno tutti i bambini del mondo potranno ridere insieme, tutti, nessuno escluso, sarà un gran giorno”.
(La farfalla della gentilezza)
(L’episodio dell’incontro con Sironi è raccontato nel libro di Vanessa Roghi, “Lezioni di Fantastica: Storia di Gianni Rodari”, Laterza, 2020)