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Seleziono 11 immagini che più mi interesso dall'archivio storico della Scala
Ph 1-5 by fotografo Erio Piccagliani
Ph 1-5 by fotografo Marco Brescia e Rudy Ammirano
Erio Piccagliani nasce a Modena. Nel 1950 viene incaricato dalla Scala di documentare regolarmente le attività del teatro. Ci lavorerà con passione per quasi trent’anni. Nel settembre del 1979 abbandona l’attività cedendo al Teatro alla Scala il suo prezioso fondo fotografico.
Marco Brescia è nato a Milano; fa le sue prime esperienze nel campo fotografico presso lo Studio Azzurro di Milano negli anni 80 specializzandosi in still-life pubblicitario e fotografia d’architettura.Rudy Amisano nato a Milano, si è diplomato in comunicazioni visive.Nell’87 inizia ad occuparsi di fotografia nei settori quali ritratti, interni, still-life, moda. Si è occupato anche di produzioni cinematografiche indipendenti.Insieme, dal 2005 sono fotografi ufficiali del Teatro
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Selezionate 9 immagini che più mi interesso dall'archivio storico della Scala
Ph. by Silvia Lelli e Roberto Masotti
Silvia Lelli e Roberto Masotti sono nati a Ravenna. Hanno studiato a Firenze: Silvia si è laureata in Architettura, Roberto si è diplomato in Industrial Design. Dal 1974 vivono a Milano dedicandosi, Silvia al teatro d’avanguardia, alla danza, alla musica classica al teatro d’opera, Roberto al jazz, alla musica contemporanea e sperimentale. Dall’ottobre 1979 fino al 1996 sono stati Fotografi ufficiali del Teatro alla Scala.
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Ieri Oggi Milano
Tratte da 12 fondi fotografici, datate dal secondo dopoguerra agli anni Dieci del Duemila. Dedicata alle trasformazioni della città in senso urbanistico (il dopoguerra, le periferie, le fabbriche, i cantieri contemporanei di una città che si fa metropoli), socio-economico (la Milano operaia, le famiglie, i giovani, la borghesia), culturale (il mondo dell’arte, del design, dell’architettura, del cinema), la mostra è divisa in sei sezioni tematico-cronologiche. Per la varietà degli approcci (reportage classico, fotografia di architettura e paesaggio, ritratto ambientato e di studio) permette di percorrere diversi linguaggi e diverse funzioni della fotografia, dal documento alla costruzione di tipo artistico.
Ph 1-3 da fotografo Bernard Plossu (Da Lat, Vietnam, 1945), uno dei più importanti fotografi francesi contemporanei, è un viaggiatore e un narratore di paesani e storie di persone in Europa, Stati Uniti, Messico, Africa, con un linguaggio immediato e spontaneo
Ph 4-6 da fotografo Manfred Willmann (Graz, Austria, 1952) è internazionalmente conosciuto sia come fotografo sia come operatore culturale. Dal 1980 è editore della prestigiosa rivista “Camera Austria”. Lavora sui linguaggi sulle strutture narrative della fotografia
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Omaggio a Gabriele Basilico
La mostra è dedicata a Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013, architetto di formazione, è uno dei massimi fotografi italiani contemporanei e uno dei più noti a livello internazionale. Da metà anni Settanta dedica la sua instancabile metodica ricerca alla città come organismo complesso e al paesaggio postindustriale in trasformazione.), maestro della fotografia contemporanea europea, a tre mesi dalla sua scomparsa. Architetto di formazione, l’autore inizia a fotografare a metà anni Sessanta praticando il reportage, orientandosi poi verso la fotografia documentaria ed elaborando un personale metodo di lettura delle città e delle metropoli, dell’insieme dei manufatti urbano-industriali, del paesaggio nel suo passaggio dall’era industriale a quella postindustriale. La mostra, non propriamente un’antologica, non ha pretese di completezza rispetto alla vastità della sua opera, ma rappresenta una testimonianza del peso che le sue fotografie hanno nelle collezioni del Museo, che ne conserva quasi 1.000. In mostra fotografie del primo periodo (Glasgow, 1969, Milano. Quartieri popolari, 1970-73, Terni, 1976, Dancing in Emilia, 1978, Contact, 1978, In pieno sole, 1978, Milano. Ambiente urbano, 1978-81) e nuclei di alcune ricerche molto importanti: Milano. Ritratti di fabbriche, 1978-80, Bord de mer, 1984-85 (Mission Photographique de la DATAR); Beirut, 1991; Barcellona, Bilbao, Amburgo, Roma, Givors, Cahors, tra anni Ottanta e Novanta; luoghi della Provincia di Milano, 1987-1997 (progetto Archivio dello spazio); Lorenteggio, 1998 (progetto Milano senza confini).
Ph 5-10 : La città era semideserta e un vento straoridinariamente energico aveva ripulito l’orizzonte. Per la prima volta ho“visto” le strade e le facciate delle fabbriche stagliarsi nitide e isolate su un cielo inaspenttatamente blu, dove la visione consueta diventa improvvisamente inusuale. Ho visto così, come se non l’avessi mai visto prima, un lembo di città senza il movimento quotidiano, senza le auto parcheggiate, senza gente, senza rumori. Ho visto l’architettura riproporsi, filtrata dalla luce, in modo scenografico e monumentale. Il mio rapporto di fotografo con lo spazio urbano e l’architettura si è arricchito di nuovi elementi emozionali fino a ricomporsi, nella pratica del fotografare, in una serie di atteggiamenti costanti come codici visivi che spontaneamente si ripetono, generando una sorta di alfabeto.
Seleziono 1 fotografo dal sito del Museo Contemporaneo di Fotografia di Cinisello Balsamo.
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Anni Sessanta e Settanta: il corpo come linguaggio
Negli anni Sessanta-Settanta il corpo è un tema centrale nella società, nel costume, nell’arte. Sono gli anni della cultura hippie, della liberazione sessuale, del femminismo, dell’utopia che immagina una società libera nella quale pubblico e privato coincidano. E’ il tempo dei concerti di Woodstock, dell'Isola di Wight, di Monterey, del Living Theatre, del teatro di Grotowski, dell'Odin Teatret, mentre il corpo inizia anche a diventare oggetto di consumo, ed è la minigonna e il topless, e la nuova idea di corpo incarnata da modelle come Twiggy, Jane Shrimpton, Verushka. In arte, è la stagione di Fluxus, della Body Art, della performance, degli happening. Anche in fotografia le ricerche sul corpo si intensificano e la presa di coscienza sul corpo spesso coincide con la presa di coscienza sulle potenzialità del mezzo stesso, inteso in senso aperto e non convenzionale. E’ un universo ricco di linguaggi, spesso incentrati sul racconto-sequenza, sulla messa in scena di tono onirico, sulla presentazione del corpo in una dimensione teatrale, psicologica, sociale.
Ph 1-6 da fotografo Günter Bruns.(Adrdning-Austria,1938),artista considerato uno dei pionieri della body art, è tra i fondatori del Wiener Aktionismus. Il suo lavoro, basato su performance forti ed estreme, spesso accompagnate della fotografia, tocca i temi degli istinti umani, la morte, la sessualità.
Ph.7-10 da fotografo Maurizio Buscarino (Bergamo, 1944), dai primi anni Settanta si dedica a una analisi del teatro, da quello europeo a quello americano e orientale. Il suo è un imponente e intenso lavoro sulla figura umana, il ritratto, l’identità nella finzione, il rapporto con la morte.
(Seleziono 2 fotografi dal sito del Museo Contemporaneo di Fotografia di Cinisello Balsamo.)
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