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cibo, storia e quant'altro
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procopio-carbone-blog · 7 years ago
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La lista della spesa di Michelangelo
pani dua  (due pagnotte di pane )
un bochal di vino ( una caraffa di vino)
una aringa ( un'aringa )
tortegli  ( tortelli )
una insalata  (un'insalata )
quatro pani ( quattro pagnotte )
un bochal di tondo  (un boccale di vino corposo )
un quartuccio di bruscho ( un quartino di vino secco )
un piatello di spinaci  (un piatto di spinaci )
quatro alice  (quattro alici )
tortelli  (tortelli )
sei pani  (sei pagnotte )
dua minestre di finochio ( due minestre di finocchio )
una aringa  (un'aringa )
un bochal di tondo  (un boccale di vino corposo )
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 Anche i geni devono fare la lista per andare a far la spesa, o meglio, nella fattispecie, scrivere la lista in modo da poterla rendere comprensibile al servitore incaricato il quale probabilmente non era in grado di leggere, cosi che Michelangelo abbozzò quel che voleva mangiare, trasformando una qualsiasi lista della spesa  di cinquecento anni fa in un piccolo capolavoro, con cerchi disegnati velocemente ad indicare i panini, una elegante aringa sospesa tra caraffe di vino e scodelle che traboccano insalata e acciughe.
Due piatti di minestre di finocchio sono disegnati uno accanto all’ altro, purtroppo non si prende la briga di disegnare i  due piatti di tortelli ma si limita a chiederli per iscritto, ( un vero peccato, da buoni reggiani ci avrebbe fatto felici vedere dei tortelli disegnati da Michelangelo …).
E’ curioso immaginare l’ uomo che scolpì  la Pietà e il David , dipinse il giudizio Universale e tanti altri capolavori prendersi il tempo di illustrare la lista della spesa scritta sul retro di una lettera datata 18 Marzo 1518.
 La lista e’ conservata presso la biblioteca della Fondazione Casa Buonarroti a Firenze
La foto di pubblico dominio : https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Michelangelo_shopping_list.jpg#/media/File:Michelangelo_shopping_list.jpg
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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Il Broccolo e la Balena
Può sembrare strano ma i Broccoli, e nemmeno cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavolo nero o rosso sono mai esistiti allo stato selvatico, Tutte queste piante sono il risultato della coltivazione e paziente selezione praticata dai coltivatori nel corso dei secoli.
E sono tutte parte della stessa specie e tutte sono variazioni artificiali della stessa pianta, la mostarda (Brassica Orleacea).
 Presso gli antichi Greci, da Crisippo a Pitagora e Ippocrate, il cavolo  era considerato  una panacea. Ma anche i Latini, Catone e Plinio in testa, lo veneravano: si dice che per sei secoli i Romani curassero col cavolo ogni tipo di malattia, testimone lo stesso Plinio guarito dalla gotta.
Da migliaia di anni, insomma, il nostro ortaggio e’ uno dei protagonisti dell’ alimentazione umana praticamente in tutto il mondo per le sue qualità organolettiche ma anche per i pregi nutrizionali ,  la sua straordinaria capacità di fissare i minerali necessari al nostro organismo e per la ricchezza di vitamine , soprattutto B1 e C.
Quest’ ultima caratteristica fece del cavolo una delle chiavi dell’ espansione e delle esplorazioni.
Nel secolo XV iniziarono i viaggi navali su lunghe distanze che fecero emergere il problema di combattere le malattie da carenza di vitamine (lo scorbuto prevalentemente), in grado di sterminare in pochissimo tempo l equipaggio di una nave,  quando si notò che queste malattie erano facilmente evitate se nella dieta erano presenti agrumi e soprattutto cavoli che erano facilmente reperibili anche in paesi nordici dai climi rigidi.
Presto tutte le navi oceaniche ebbero a bordo una grossa scorta di cavoli freschi, che permetteva di poter fare viaggi di molte settimane senza toccare terra. Nella soste a terra, dovunque ci si trovasse, erano poi ricercati i cavoli, o piante della stessa famiglia, per rifornire le cambuse. Grazie ai cavoli e agli agrumi la colonizzazione giunse rapidamente in ogni parte del mondo.
Sempre grazie alle scorte di cavoli divennero possibili nel ‘700 e ‘800 le campagne di pesca di mesi in mare aperto delle navi baleniere, che in poche decine di anni provocarono lo sterminio di cetacei e di foche …a dimostrazione che anche i salutari cavoli sono un po’ responsabili della quasi estinzione dei alcune specie animali
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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SERRANO
Il   “Serrano” e’ una varietà di peperoncino molto popolare che appartiene alla specie Capsicum annum.  Originario del Messico nelle regioni montagnose degli stati di Puebla e Hidalgo. Alle aree di coltivazione montuose , in spagnolo Sierras, si deve il nome Serrano. I frutti della pianta, dalle pareti piuttosto spesse e carnose, misurano mediamente tra i 5 e i 15 mm di larghezza e fino a 60 mm di lunghezza,  i semi sono molto piccanti.  Il Serrano e’ generalmente un peperoncino piuttosto piccante collocandosi tra i 10.000 e i 23.000 gradi della scala Scoville.
E’ un ingrediente molto importante della cucina messicana, presente in preparazioni fondamentali quali la Salsa Mexicana,  la Salsa verde e il Guacamole per citarne alcune.
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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Avocado, era glaciale e come sopravvivere all’ estinzione
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Al pari di tante altre piante l’ avocado aveva risolto il problema di sopravvivere e prosperare affidando la dispersione dei suoi semi ad animali che una volta mangiati e digeriti andavano a depositarne i semi (e fertilizzante annesso..) altrove, a causa delle ragguardevoli dimensioni del suo granitico e indigeribile seme gli animali adatti allo scopo dovevano pertanto essere di dimensioni adeguate.
Prima dell'agricoltura, i semi di avocado godevano di un ampio spostamento nei corpi di vari rappresentati della megafauna.
Uccelli e altri piccoli animali non fornivano  alcun beneficio per trasportare e disperdere  il grande seme , cosicché l’ avocado si e’ dotato di un mortale deterrente producendo una tossina ( la PERSINA ) tossica per volatili e vari mammiferi di piccole dimensioni ma fortunatamente innocua per l’ uomo.
Poi venne l’ Era Glaciale che spazzò via  tre quarti di tutti i  megafauna.
Con tutti i principali animali che si incaricavano di disperderne i semi per l’avocado si prospettava una rapida estinzione se non fosse intervenuto un soggetto a salvarlo :  noi.
Una volta tanto il genere umano non e’ responsabile di una estinzione ma di un salvataggio!
I buongustai contadini del centroamerica (Aztechi principalmente) coltivavano con successo l’ avocado durante e dopo il tempo della megafauna e chiamarono il frutto ahuakatl  che nella lingua azteca significa testicolo, probabilmente per la forma, e per il fatto che fosse considerato un potente afrodisiaco …
Il nome stesso del frutto , o per meglio dire, i vari nomi che nel tempo ha avuto sono una storia interessante, ma ce ne occuperemo alla prossima puntata.
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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Kiwi
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il kiwi è stato chiamato cosi per la sua somiglianza con il bizzarro uccello marrone e lanuginoso che vive solo in Nuova Zelanda , paese dal quale entrambi provengono giusto?
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Sbagliato!  I Kiwi (nel senso dei frutti ),  vengono dalla Cina. Il nome cinese è, in realtà, di  un animale diverso, il Macaco...
 Dunque, come e’ successo che i kiwi (frutti) prendessero il nome dei  kiwi ( uccelli) ?  Alla fine degli anni '900, una università della  Nuova Zelanda importò  alcuni semi dalla Cina, e rivelatisi adatti al clima e terreno locali in poco tempo divennero frutti coltivati intensamente, dopo qualche decennio la Nuova Zelanda iniziò  l'esportazione negli Stati Uniti come "Uvaspina cinese "           ( Chinese gooseberry  in inglese) . Sfortunatamente però, il commercio del nostro  frutto ebbe inizio nel periodo della guerra fredda e a quei tempi nulla che fosse associabile alla Cina comunista avrebbe avuto successo commerciale negli Stati Uniti.
 Dunque che fare?  Rinominarli (di nuovo). Innanzitutto, la Nuova Zelanda ha provato "Melonettes", ma le elevate  tariffe doganali americane poste sui meloni e le bacche affondarono l'idea. Qualcuno ( la storia non sembra conservare memoria di chi fosse ) di aggirare il problema scomponendo la parola Gooseberries (letteralmente bacche d’ oca) sostituendo l’ oca con l’ uccello nazionale neozelandese,  "kiwi"e sostituendo  "bacche" con "frutti", (che avevano dazi doganali più bassi). E così nacque il kiwifruit in Italia abbreviato semplicemente in kiwi.
Una piccola curiosità, i  neozelandesi non chiamano se stessi  neozelandesi ... si chiamano Kiwi
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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Pomodori
Pomodoro
Uno degli ingredienti simbolo della cucina mediterranea, praticamente un simbolo della cucina italiana.
Eppure viene da lontano e non e’ nemmeno tanto tempo che fa parte del panorama nostrano..
La pianta del pomodoro sembrerebbe originaria della regione delle Ande ma la sua coltivazione e’ stata sviluppata in Mesoamerica dai popoli Aztechi che lo coltivavano assieme al Mais. A quei tempi aveva un aspetto ben diverso da quello che conosciamo, assomigliando piu a bacche di piccolissime dimensioni che a un bel sammarzano dei giorni nostri, il suo aspetto era piu o meno questo
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                       Il nostro eroe fece la sua comparsa in Europa nel 1540 quando lo spagnolo Hernán Cortés  ne portò degli esemplari al rientro dai suoi viaggi di conquiste in Mesoamerica ma soltanto nella seconda metà del XVII secolo iniziarono le coltivazioni, arrivando nel sud d’Italia intorno al 1596 principalmente attraverso il possedimento spagnolo di Napoli ( si, cosi iniziò il sodalizio napoletano con il pomodoro) col suo colore oro originario che suggerì il nome alla pianta i cui frutti globulari e di colore giallo generarono la definizione “Mela (pomo) D’ oro”. Il colore rosso venne col tempo e soprattutto con continue selezioni e innesti praticati dai coltivatori ( con buona pace di chi pensa che la selezione genetica sia una novità ).
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procopio-carbone-blog · 8 years ago
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Lime, cipolla, chile chipotle gamberi e salsa di mango..
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