raffaeleitlodeo
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molte altre rupi vi sono nascoste e perigliose
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raffaeleitlodeo · 9 hours ago
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Biglietti della finale Wimbledon a 20 mila euro Per quella cifra Sinner a fine partita deve venire a casa mia con la racchetta della Baygon a scacciarmi le zanzare, e mentre mi prepara il caffè Lavazza mi spiega cosa c'è che non va nelle palline che scarta. Daniele Villa, Facebook
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raffaeleitlodeo · 2 days ago
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bibbiano è il vero buco nero di questi ultimi anni – l’implosione della luce e della lucidità, in un intreccio perverso di populismo mediatico, politico e giudiziario, di giustizialismo plebeo e cinismo politico e malizia giornalistica, agitati da frenetico e capillare attivismo, e di timidezza di chi avrebbe dovuto mantenere una linea coerente di difesa della civiltà ma si sottometteva all’imperativo del “non si toccano i magistrati”, impaurito dal dover resistere all’isteria di massa. un vero collasso istituzionale, politico, mediatico, sociale, a cui nessuno si sottrasse – pochissimi, lo hanno fatto – mettendo il suo carico nella caccia a streghe, orchi e trafficanti. speculandoci, quasi sempre. e questo enorme scandalo, in nome dei “bambini”, è ormai relegato a piccola cronaca, dopo avere distrutto vite e carriere (e "promosso" vite e carriere), perché tanto chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. nessuno che dica – mi sono sbagliato; nessuno che dica: chiedo scusa. e questa cosa fa tanto tanto male. Lanfranco Caminiti e Umberto Baccolo, Facebook
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raffaeleitlodeo · 4 days ago
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Anche se sono passate un paio di settimane, ci piace ricordare la scenografia dei tifosi del Bodø Glimt prima della partita contro il Brann (Norvegia): "Stai attento a chi odi, potrebbe essere qualcuno che ami". Una presa di posizione contro l'omofobia, così tristemente diffusa negli ambienti del tifo calcistico. Fortunatamente non in tutti 🧡🏳‍🌈 Artempatica, Facebook
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raffaeleitlodeo · 7 days ago
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by Nicoletta Costa - Facebook
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raffaeleitlodeo · 16 days ago
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Va beh lo capisce anche un bambino che se quel tizio rissarolo e mezzo fatto fosse stato nero anziché bianco e gambiano anziché americano, i poliziotti se lo sarebbero portati in centrale invece di lasciarlo andare e scusarsi. Peraltro, se l'assassino di una ragazza e di una neonata fosse stato nero e gambiano anziché bianco e americano, Salvini avrebbe già postato parecchio, qui sui social. Va così e va chiamato con il suo nome, cioè razzismo. Alessandro Gilioli, Facebook
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raffaeleitlodeo · 17 days ago
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Una sberla epocale.
La Corte di Cassazione ha appena fatto a pezzi il Decreto Sicurezza di Salvini, Meloni e Piantedosi.
Non una critica, non un appunto. Una demolizione punto per punto.
Lo ha fatto con una relazione durissima, la n. 33/2025, che di fatto denuncia l’incostituzionalità della legge approvata dal governo e che getta le basi per la bocciatura definitiva da parte della Corte Costituzionale.
La Cassazione scrive che il decreto è un minestrone pericoloso che mette insieme mafia, canapa, migranti, cortei, agenti segreti e donne rom incinte.
Che il Governo ha adottato un decreto senza che ci fossero necessità e urgenza.
Che le nuove norme penali sono entrate in vigore senza nemmeno dare il tempo ai cittadini di conoscerle.
Che il decreto rischia di colpire non chi commette un reato, ma chi dissente nei cortei o attraverso la resistenza passiva nelle carceri o nei Cpr.
Che la possibilità che i servizi segreti - sì, proprio loro - possano “dirigere” organizzazioni terroristiche a scopo preventivo è preoccupante.
Follie su follie.
Ora la parola finale passa alla Corte Costituzionale. E se c’è ancora uno Stato di diritto, sarà lei a demolire, una volta per tutte, questo mostro giuridico. Abolizione del suffragio universale, Facebook
#good_new
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raffaeleitlodeo · 18 days ago
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“La Spagna è un problema”, ha dichiarato Trump poco prima di salire sull’Air Force One. Poi ha bullizzato Sanchez sui social. Sul Pais il governo spagnolo ha risposto in questo modo: “Certo, siamo un problema per Trump, perché siamo gli unici a dire che il re è nudo, anche se molti altri la pensano così, e ci opponiamo chiaramente all’assurdo volume di spesa che vuole imporci”.
L’Italia ha smesso di comprare gas russo per comprare il gas liquido americano, che ci costa il triplo. L’innalzamento del costo dell’energia nel nostro paese è la prima causa del più lungo crollo della nostra produzione manifatturiera, che dura da più di due anni, vera ricchezza del nostro paese. Adesso i paesi europei hanno firmato un accordo per alzare la spesa militare fino al 5% del Pil. L’anno scorso i paesi europei hanno comprato l’80% delle armi dall’estero. Vi stupirà forse sapere che il grosso di queste armi sono state acquistate dalle aziende americane. Strano!
E’ vero, la Spagna e Sanchez sono un grosso problema per Trump, perché non fanno gli interessi degli Usa, ma del loro popolo. Gli italiani, non a caso ieri Trump ha voluto la Meloni a fianco a tavola, perchè lei è mansueta, obbedisce, e molti altri paesi europei, non sono affatto un problema per Trump, sono servi al suo servizio, genuflessi, utili agli interessi degli americani. In questo senso Sanchez è molto più sovranista della Meloni, che fa gli interessi degli Usa, tradendo gli italiani, ponendo le basi della distruzione del Welfare, dei diritti sociali nel nostro paese. Carlo Cunegato, Facebook
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raffaeleitlodeo · 18 days ago
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mia cognata ci invitò a pranzo, me e paola – io ero ancora ai domiciliari dopo il carcere, ma mia cognata abitava sopra di noi, perciò passavo da una finestra interna che collegava il nostro bagno alla sua scala e era tutto a posto, come un’unica casa: tecnicamente non uscivo. ci sono altri ospiti, ci disse lei, che era, è, una molto sociale (organizzava le gite a san giovanni rotondo, le sagre in piazza a cucinare le zeppole, le bottiglie dei pomodori per la salsa con mezzo quartiere, cose così). quindi, ci ritroviamo a pranzo con dei preti, dei frati, non ricordo, e un signore, ancora giovane, che veniva dalla provincia di reggio, un operaio. un operaio anche per modo di dire, perché parlando del più e del meno ci dice che lui è in cassa-integrazione da una vita, che lavorava alla liquichimica di saline joniche ma poi s’era chiuso tutto, insomma quasi. paola, sentendo “liquichimica”, cominciò a guardare il soffitto. la liquichima di saline era una di quelle “creazioni” di rovelli che sfruttava i piccioli dello stato – agevolazioni, finanziamenti a fondo perduto – per inventare business. gli era andata alla grande con la SIR, diventando il terzo gruppo chimico italiano, impiantando fabbriche in sardegna, a porto torres, e poi si era allargato in calabria. in calabria, in provincia di reggio, aveva fatto la liquichimica, che legandosi a un progetto in brasile avrebbe dovuto lavorare sulle bioproteine, derivate dal petrolio, per fare alimentazione per animali di allevamento in sudamerica. una cosa che più falsa non si poteva. noi, allarmatissimi da questa storia delle bioproteine, riuscimmo a far uscire dalla fabbrica un campione e poi a farlo analizzare da compagni all’università di cosenza e il verdetto fu unanime: era veleno. così, decidemmo di agire. facemmo i primi sopralluoghi per vedere da dove potevamo entrare e dove potevamo lasciare dei bidoni di benzina con cui avremmo dato fuoco alla centrale che governava tutto il ciclo. quella volta avevano deciso che io sarei rimasto a casa. e partirono. dopo un paio d’ore tornarono – non avevano portato le tronchesi e non erano riusciti a aprirsi un varco. per fortuna avevano almeno lasciato i bidoni con la benzina e gli inneschi sotto un ponticello, nascosti. comprai le tronchesi e dissi – stanotte vengo anch’io. e così andai io, con altri tre, quattro – non me lo ricordo. per farla breve, tagliammo la rete e entrammo nell’area, enorme, della fabbrica: ma sapevamo dove andare, ci era stata disegnata una mappa, dove si trovava la centrale che governava il ciclo. c’erano due operai di turno quella notte – così, entrammo, cogliendoli di sorpresa, li legammo e li portammo fuori. io intanto mi industriavo con gli inneschi. accesi le micce. avevamo sì e no – tre minuti. dissi agli altri di mettere al sicuro i due operai e di svignarcela. quando salimmo in auto, passarono pochi secondi e sentimmo il botto, e poi vedemmo le fiamme enormi che si mangiavano il magazzino operativo. era andata bene. poi ci dividemmo – e poi tempo dopo vennero tutte le cose. e allora, questo signore che stava a tavola con me era proprio uno dei due operai che avevamo cuccato quella notte, e si era preso uno spavento tale che ancora ne parlava con fervore e agitazione. forse era anche l’unica cosa grossa che gli era capitata nella vita e continuava a raccontarla a chiunque incontrava. paola guardava sempre il soffitto. capite, mi disse, proprio guardandomi in faccia, potevo morire quella notte: erano proprio dei bastardi. e io – sì sì, erano proprio dei bastardi. e paola scoppiò a ridere. Lanfranco Caminiti, Facebook
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raffaeleitlodeo · 19 days ago
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Fonte: Coma Empirico, Facebook
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raffaeleitlodeo · 24 days ago
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Brava! Brava e brava e ancora brava! Finalmente una statista che libera l'Italia da lacci e lacciuoli!
Zitta zitta e senza clamore, per questo è una vera statista, sta riformando il Paese. Ha cancellato una norma che impediva a un assessore o a un consigliere comunale di essere nominato in una delle società partecipate del Comune anche se questa società era stata creata ad hoc poco prima! Ma insomma! Mica si lasciano a casa gli amici!
Anzi sì, si lascia la casa. Qualche giorno fa un amministratore è stato archiviato, per via dell'abolizione dell'abuso d'ufficio, per un'indagine che lo presumeva responsabile di aver assegnato una casa popolare a un suo amico anziché a un cittadino che ne aveva diritto per primo. Oh liberi tutti! Così si fa! E sia se aumenta la povertà e il divario tra ricchi e poveri. Nella vita c'è chi merita e chi no! Grande Meloni!
Ah, dimenticavo! Sapete che ora in diversi enti pubblici ora si potrà ricoprire il ruolo di componente dell'organo di indirizzo politico e contemporaneamente esserne dirigente? Controllato e controllore, in pratica, si mescolano.
Pensate che, grazie alle grandi riforme Meloni/Nordio, ora un amministratore che assegna direttamente un contratto a un'impresa oltre le soglie di legge, non rischia nessuna sanzione penale.
C'è il presidente dell'autorità anticorruzione, dott. Busia, che lancia allarmi perché in ballo ci sono i diritti dei cittadini e i loro sudati soldi che versano in tasse con enormi sacrifici ma... insomma, anche basta! Meloni farà l'Italia grande come non lo è mai stata! Lasciatela lavorare!
Tutto scorre liscio, non mi pare di aver sentito troppi distinguo in merito all'azione riformatrice della grande Meloni. D'altronde, gli scandali attraversano tutti e vanno dalla Puglia alla Toscana passando per la Sicilia e anche altrove.
Sono tutti contenti. Io no. Barbara Lezzi, Facebook
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raffaeleitlodeo · 28 days ago
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6mila soldati sfilano per i 250 anni dell'Esercito (e i 79 del leader), ma gli spalti restano semideserti. Un successo i cortei contro il presidente Usa
Carri armati, droni, veicoli militari e migliaia di soldati hanno sfilato sabato sera perle vie di Washington (la notte in Italia) per celebrare il 250esimo anniversario dell’Esercito Usa, in una parata voluta da Donald Trump, anche in occasione del suo 79esimo compleanno, per mostrare al mondo i muscoli militari dell’America. «L’Esercito ci mantiene liberi per renderci forti», ha detto Trump parlando al termine della parata: «Ci rendete orgogliosi, tutto il Paese vi ringrazia». Peccato che alla parata, complice anche il meteo ostile, abbiano preso parte più militari e addetti alla sicurezza che cittadini. Nessuna fila per entrare nell’area designata di Washington, spalti sguarniti, semideserto pure il pratone di fronte al palco, come mostrano impietosi foto e video. Oltre 6mila, invece, i soldati che hanno sfilato di fronte a Trump, alla first lady Melania e al vice J.D. Vance. In molte città americane, nelle stesse ore, centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro le politiche del presidente attorno allo slogan #NoKings («nessun re»). Open Online 15/06/2025
[Foto 1: Open Online] [Foto 2-9: Abolizione del suffragio universale, Facebook]
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raffaeleitlodeo · 28 days ago
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Ma ve li ricordate i fenomeni di casa nostra prima delle ultime presidenziali in USA? Quasi tutti di destra-al-governo, ma non solo (c'erano i vari travagli-orsini-conti-rizzi e compagnia varia), quasi sempre gente che ammira putin e dice che la guerra in Ucraina è stata scatenata "da quel tossico di zelensky e dalla NATO", quasi sempre gente che non ha detto una parola sulla situazione a G@za, e insomma tutti che ci dicevano quanto sarebbe stato meglio per il mondo che vincesse Trump: perché sono i democratici i veri guerrafondai americani, mentre con Trump sì che ci sarebbe stata finalmente la pace e la stabilità internazionale. Con Trump. La pace. La stabilità internazionale. Dico, ve li ricordate? Urbano Grandier, Facebook
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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“Se alcuni di noi possono essere rapiti senza mandato, basandosi solo sul sospetto o sul colore della pelle, allora nessuno è al sicuro.”
Questo ha detto il governatore della California Gavin Newsom in un discorso alla California (ma potrebbe essere esteso al mondo) in cui attacca duramente Donald Trump e delinea un quadro allarmante per le prossime ore a Los Angeles e negli Stati Uniti.
"Voglio dire alcune parole sugli eventi degli ultimi giorni.
Lo scorso fine settimana, agenti federali hanno condotto raid su larga scala in luoghi di lavoro dentro e intorno a Los Angeles. Quei raid continuano mentre parlo.
La California non è estranea all'applicazione delle leggi sull'immigrazione. Ma invece di concentrarsi sugli immigrati senza documenti con gravi precedenti penali o con ordini di espulsione definitivi - una strategia da tempo sostenuta da entrambi i partiti - questa amministrazione sta promuovendo deportazioni di massa, colpendo indiscriminatamente famiglie di immigrati che lavorano duramente, senza considerare le loro radici o il reale livello di rischio.
Quello che sta accadendo ora è molto diverso da qualsiasi cosa abbiamo visto prima.
Sabato mattina, quando agenti federali sono balzati fuori da un furgone senza contrassegni vicino a un parcheggio di Home Depot, hanno cominciato a prelevare persone. Un'azione deliberata in un sobborgo a forte presenza latina. Una scena simile si è verificata quando un'azienda di abbigliamento nel centro città è stata oggetto di un'incursione. In altre operazioni, una cittadina americana incinta di nove mesi è stata arrestata; una bambina di 4 anni è stata portata via; famiglie divise; amici, letteralmente, scomparsi.
In risposta, cittadini comuni di Los Angeles sono scesi in strada per esercitare il loro diritto costituzionale alla libertà di parola e di riunione, protestando contro le azioni del governo. In risposta, lo Stato della California, la Città e la Contea di Los Angeles hanno inviato agenti di polizia per mantenere l'ordine e, con qualche eccezione, ci sono riusciti.
Come molti altri stati, la California conosce questo tipo di tensioni. Le affrontiamo regolarmente, e con le nostre forze dell'ordine. Ma questo, ancora una volta, è stato diverso.
Sono arrivati i lacrimogeni, le granate stordenti, i proiettili di gomma, gli arresti da parte degli agenti federali, la violazione dei diritti procedurali dei detenuti.
Donald Trump, senza consultare i vertici delle forze dell'ordine californiane, ha preso il controllo di 2.000 membri della nostra Guardia Nazionale per dispiegarli nelle nostre strade, illegalmente e senza giustificazione. Questo sfacciato abuso di potere da parte di un presidente in carica ha alimentato una situazione già esplosiva, mettendo a rischio la sicurezza dei nostri cittadini, dei nostri agenti e perfino della nostra Guardia Nazionale.
È lì che la spirale è iniziata.
Ha raddoppiato la sua pericolosa escalation militare, gettando benzina sul fuoco. E il presidente, lo ha fatto scientemente. Con la notizia che si diffondeva a L.A., l'ansia per familiari e amici è aumentata. Le proteste sono riprese. Di notte, alcune decine di persone hanno commesso atti di violenza e distruzione. Hanno vandalizzato proprietà, hanno tentato di aggredire agenti. Molti di voi hanno visto le immagini delle auto in fiamme trasmesse dalle TV. Se inciti alla violenza - voglio essere chiaro - se inciti alla violenza o distruggi le nostre comunità, ne sarai ritenuto responsabile. Questo tipo di comportamento criminale non sarà tollerato. Punto.
Sono già state arrestate più di 220 persone. E stiamo rivedendo i filmati per costruire ulteriori casi: queste persone saranno perseguite con il massimo rigore della legge. Ancora una volta, grazie ai nostri agenti e alla maggioranza dei cittadini di Los Angeles che hanno protestato pacificamente, la situazione si stava stabilizzando e si era ridotta a poche isolati nel centro.
Ma non è quello che voleva Donald Trump. Ha scelto di nuovo l'escalation, ha scelto la forza. Ha scelto lo spettacolo anziché la sicurezza pubblica. Ha federalizzato altri 2.000 membri della Guardia Nazionale. Ha dispiegato oltre 700 Marines attivi. Questi uomini e donne sono addestrati per il combattimento all'estero, non per l'applicazione della legge sul territorio nazionale. Onoriamo il loro servizio. Onoriamo il loro coraggio. Ma non vogliamo le nostre strade militarizzate dalle nostre stesse forze armate. Non a L.A., non in California, non da nessuna parte.
Stiamo vedendo auto senza contrassegni nei parcheggi delle scuole. Bambini che hanno paura ad andare alla loro cerimonia di diploma. Trump sta trascinando una rete militare su tutta Los Angeles, andando ben oltre il suo dichiarato intento di colpire solo criminali violenti. I suoi agenti stanno arrestando lavapiatti, giardinieri, lavoratori a giornata, sarte.
Questa non è forza. È debolezza mascherata da forza. Il governo di Trump non sta proteggendo le nostre comunità. Le sta traumatizzando. E questo sembra essere l’obiettivo.
La California continuerà a combattere. Continueremo a combattere per la nostra gente, tutta la nostra gente, anche in tribunale. Ieri abbiamo depositato un'azione legale contro il dispiegamento sconsiderato di truppe americane in una grande città americana. Oggi abbiamo chiesto un'ordinanza d’urgenza per fermare l'uso dell'esercito americano in operazioni di polizia a Los Angeles. Perché se alcuni di noi possono essere prelevati per strada senza un mandato, sulla base di un sospetto o del colore della pelle, allora nessuno di noi è al sicuro.
I regimi autoritari iniziano prendendo di mira chi può difendersi di meno. Ma non si fermano lì. Trump e i suoi fedelissimi prosperano sul conflitto, perché permette loro di ottenere più potere, più controllo. E sia chiaro: Trump non è contrario all'illegalità o alla violenza, finché gli torna utile. Di cos'altro abbiamo bisogno come prova, dopo il 6 gennaio?
Chiedo a tutti: prendetevi un momento. Riflettete su quanto è pericoloso questo momento. Un presidente che non vuole essere vincolato da nessuna legge né dalla Costituzione, che sta conducendo un attacco sistematico alle tradizioni americane.
Questo presidente, in poco più di 140 giorni, ha licenziato i garanti del controllo governativo, quelli che avrebbero potuto ritenerlo responsabile di corruzione e frode. Ha dichiarato guerra alla cultura, alla storia, alla scienza, persino alla conoscenza. Interi database stanno letteralmente scomparendo. Sta delegittimando i mezzi di informazione e attaccando il Primo Emendamento. Minaccia di tagliar loro i fondi. Sta cercando di dettare cosa le università possono insegnare. Sta prendendo di mira studi legali e il potere giudiziario - le fondamenta stesse di una società civile e ordinata.
E invoca l’arresto di un governatore in carica, solo per - cito testualmente - "essersi fatto eleggere".
E tutti sappiamo che questo sabato Trump ordinerà alle nostre forze armate di inscenare una parata militare per il suo compleanno, come hanno fatto altri dittatori falliti nella storia. Guardate, non si tratta solo delle proteste qui a Los Angeles. Quando Trump ha chiesto l'autorità per federalizzare la Guardia Nazionale, ha esteso quell'ordine a ogni stato della nazione. Questo riguarda tutti noi. Questo riguarda voi.
La California potrebbe essere la prima, ma non sarà l’ultima. Altri stati seguiranno.
La democrazia è la prossima.
La democrazia è sotto attacco, davanti ai nostri occhi. Il momento che temevamo è arrivato.
Trump sta usando una palla demolitrice contro l'impresa storica dei Padri Fondatori: tre poteri indipendenti e bilanciati. I controlli e gli equilibri sono stati svuotati. Il Congresso è scomparso. Lo speaker Johnson ha completamente abdicato al suo ruolo. Lo stato di diritto ha lasciato il posto alla legge di Don.
I Padri Fondatori non hanno vissuto né sono morti per assistere a tutto questo.
È il momento per tutti noi di alzarci.
Il giudice Brandeis lo ha detto meglio di chiunque altro:
"In democrazia, l’ufficio più importante - con tutto il rispetto, signor Presidente - non è la presidenza. E certamente non è il governatore. L’ufficio più importante è quello del cittadino".
In questo momento, dobbiamo tutti alzare la testa e accettare un livello più alto di responsabilità.
Se esercitate i vostri diritti del Primo Emendamento, vi prego: fatelo in modo pacifico.
So che molti di voi stanno provando ansia, stress e paura. Ma voglio dirvi questo: siete voi l’antidoto a quella paura.
Quello che Donald Trump vuole di più è la vostra obbedienza, il vostro silenzio, la vostra complicità. Non dateglieli". Bruno Pagnanelli, Facebook
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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Oggi ho provato sulla mia pelle l'America di Trump. E credetemi, fa paura. Tornavo a casa in Michigan, in auto, da un week-end trascorso con mio figlio che vive a Toronto, in Canada. Al controllo passaporti americano a Detroit, dopo avere controllato il mio documento, un passaporto americano (io sono anche cittadino degli Stati Uniti) mi chiedono perché sono andato in Canada. Spiego che sono andato a visitare mio figlio che insegna all'Università di Toronto. Mi domandano dove abito. Do il mio indirizzo e aggiungo che vivo negli Stati Uniti da 25 anni. Con il mio passaporto in mano incominciano a battere ripetutamente e a lungo sulla tastiera del computer. Alla fine mi danno il passaporto e mi dicono di parcheggiare l'auto in un'area riservata. Arrivano tre poliziotti che mi ordinano bruscamente (non chiedono, letteralmente ordinano) di uscire dall'auto. Mi tolgono il passaporto. Mi tolgono il cellulare. Mi tolgono le chiavi dell'auto. Mi tolgono il portafoglio. Senza la minima cortesia, senza un "please". Poi mi ordinano di rovesciare le tasche per controllare se nascondo qualcosa. Quindi mi indicano una porta. Entro e mi lasciano a sedere in un grande stanza per circa 20 minuti, senza dirmi niente. Sono stati, non lo nascondo, attimi in cui ero davvero spaventato. Senza documenti, senza telefono per chiamare qualcuno, senza portafoglio. Senza niente. Senza sapere perché tutto questo stava succedendo. Ero completamente in loro potere. Alla fine arriva un poliziotto con in mano il mio passaporto, che mi porta nel suo ufficio, mi fa qualche domanda, e si mette a scrivere per diversi minuti sul computer (cosa ha scritto? Ah, saperlo...). Poi mi restituisce il passaporto e mi dice che posso andare. All'uscita trovo la mia auto con il cofano del motore aperto. Il bagagliaio aperto, con dentro la mia valigia, aperta. Tutti i finestrini abbassati. All'interno, il cassetto del cruscotto aperto, i documenti dell'auto sparsi nel cassetto. Persino gli occhiali da sole estratti dall'astuccio. I poliziotti mi ridanno le chiavi, il cellulare, il portafoglio e mi dicono che posso andare. Chiedo cosa è successo. Non mi rispondono. Non si scusano. Mi indicano l'uscita che devo prendere con l'auto. Richiudo il cofano, il bagagliaio, la valigia, e metto in ordine il cassetto del cruscotto. Nessuno mi aiuta. Vado via. Non fanno alcun gesto di saluto. Vivo in USA da 25 anni. Sono uscito e tornato infinite volte. Non era mai successo... Gerardo Paone, Facebook
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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Secondo me questi referendum possono risultare utili per un breve ma significativo test, se fatto con sincerità.
Invito chi è interessato a farlo per conto proprio, non c'è bisogno di condividere niente qui. L'obiettivo è farlo per sé stess*, come un passo di auto-esplorazione e di autocoscienza politica.
Il test consiste nella risposta a questa semplice domanda:
- Sei andat* a votare ai referendum dell'8-9 giugno convint* che si potesse raggiungere il quorum (o comunque con in cuor tuo la speranza che si potesse farcela)?
----> NO
----> SI'
Ok, test finito. Tutto qua.
Mi raccomando, massima sincerità, è una cosa tra te e te. Non è uno spazio per fare analisi del perché sei andat* o del perché non sei andat*, cosa hai votato e perché. I social sono pieni di analisi post elettorali. A me, ora, interessa solo questo singolo aspetto.
Se hai risposto NO (qualunque sia la ragione per cui hai risposto così) ok, non ho nessun invito da farti. Puoi anche non leggere oltre. Grazie.
Se hai risposto Si' (qualunque sia la ragione per cui hai risposto così), allora un invito ce l'ho.
Ti giuro che non c'è ironia in questo post, né ti sto dicendo che c'è qualcosa che non va in te o nella tua speranza di raggiungere il quorum.
E' un invito che nasce da grande preoccupazione per le risorse e gli strumenti che abbiamo a disposizione.
L'invito è questo: se e quando ti è possibile, ti andrebbe di uscire dalla tua cerchia di frequentazioni, dalla tua bolla (più o meno social) e provare a parlare di nuovo con persone che non lavorano, militano o passano tempo in un assessorato, un consiglio di ente locale, un ufficio di amministrazione pubblica, un sindacato, un circolo ARCI, un'associazione culturale, un centro sociale, una sezione di partito di sinistra, un dipartimento universitario, un ufficio ministeriale o di ente parastatale, un gruppo parlamentare o europarlamentare, un CAF o altro presidio della CGIL, una cooperativa sociale o di servizi (magari ammanicata con la politica), una onlus (si chiamano ancora così?), un comitato di quartiere e simili? Lo so, lo so: sono proprio i posti che ti piace frequentare; lì trovi le persone con cui vai più d'accordo. Va benissimo, e non c'è niente di male 🧡
Ciononostante, se puoi, ti invito a prenderti un po' di tempo per uscire da queste cerchie di frequentazioni abituali, e provare a ristabilire un contatto con la realtà che ti circonda, appena fuori da quei contenitori. Lì ci sono le persone che magari non ti piacciono molto, e che al contempo sono "il mondo".
Tu dirai: "e perché dovrei farlo?"
Non devi, infatti. Il mio è un invito, se ti va, per sperimentare.
Perché te lo propongo? Un po' per te: perché, altrimenti, temo che ogni elezione e ogni appuntamento referendario potrebbero continuare a rappresentare una doccia fredda, un trauma. A cui magari il giorno dopo rispondere frustrat* e stizzit*, con frasi tipo: "le persone fanno schifo", "la gente ha quel che si merita", "se non siete andati a votare non potete più lamentarvi", "se ti licenziano allora ti sta bene" (!) ecc... Poi perché potrebbe essere un piccolo percorso di esplorazione e di calma, invece e/o prima di ripartire a testa bassa per i prossimi appuntamenti elettorali. Ma, soprattutto, è un invito che faccio per il bene di tutt*: potrebbe essere utile per non continuare a fare sempre le stesse cose, aspettandosi - come esito - cambiamenti importanti. In altre parole: potrebbe aiutare, almeno spero, la creatività pratica (personale e collettiva) per fare qualcosa di politicamente nuovo ✨
Visto come sta andando il mondo, non sappiamo se e per quanto tempo ancora avremo occasione di frequentare appuntamenti reali di democrazia. Vorrei che potessimo metterne a frutto il più possibile. Quindi, in caso ti andasse, l'invito è a sperimentare questo micro-percorso personale in tempi possibilmente brevi. E verificare interiormente se avviene qualche cambiamento. Un abbraccio. A presto. Ciao ✌ ☮ Urbano Grandier Facebook P.s. - In foto: Test di Rorschach, volendo si possono fare anche quelli
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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Figli all'estero, Calenzano come paragone, zucchine e referendum
Il figlio lavora a Dublino e quindi sta a Dublino.
È che questa storia dei referendum mi ha fatto pensare un po’ ai figli. Sono via per lavoro – stanno bene, non c’è niente di drammatico qui – ma mi sono venuti in mente.
Il figlio sta a Dublino e detesta stare a Dublino. Dublino non gli piace. Non gli piace proprio: la disprezza, la biasima, gli fa schifo, la critica e non la sopporta. Perché al figlio Dublino non piaccia io non l’ho veramente capito. Ma non mi dite che voi i vostri figli li capite sempre. Gli ho detto: «È lavoro, Marco, funziona così. Per lavoro, pensaci, c’è gente che deve stare a Calenzano». Sono toscano e come panorama emotivo/comparativo tendo a usare la Toscana.
Lui mi ha detto che tutte le mattine, quando si sveglia a Dublino, apre la finestra e guarda il mare. Io l’ho interrotto: «Da Calenzano non lo vedi il mare, pensaci, Marco». «Ogni mattina guardo il mare», ha detto lui, «perché spero di vedere la flotta inglese che nella notte è arrivata ad occupare Dublino». Perché Dublino gli sta veramente antipatica.
Credo si sia anche iscritto a un piccolo partito inglese non particolarmente progressista che perora la riannessione dell’Irlanda al Regno Unito. Tutto perché Dublino non gli piace proprio.
A Dublino il figlio fa un lavoro che io non ho ben capito quale. E anche qui non mi dite che voi i vostri figli li capite sempre e sapete di preciso che lavoro fanno. Comunque una cosa di informatica. E l’azienda per la quale lavora fa cose per aziende italiane. Quindi, questo è certo, il figlio sta a Dublino perché a Dublino l’azienda non paga le tasse. O ne paga poche. L’azienda ha migliaia di persone che stanno a Dublino ma non lavorano per Dublino e neanche per l’Irlanda. E ce ne sono tante altre che fanno uguale. Così Dublino ha affitti carissimi e l’azienda paga di più i dipendenti che stanno a Dublino dove il costo della vita è diventato molto alto. Tanto l’azienda a Dublino non paga le tasse.
La figlia, ma noi, lessico familiare, diciamo "la bambina", sta a Londra. Non è contentissima di starci, ma niente in confronto al fratello. Dice che le manca un po’ l’estate – «Qui per capire che è estate devi guardare il calendario» – e poi a lei piace cucinare, verdure soprattutto, e dice: «Qui le verdure non sanno di nulla». Io le ho detto che mi dispiace, che per lavorare c’è gente che deve stare a Calenzano e che le verdure senza sapore sono un segno della nostalgia. Perché le zucchine sono uguali in tutti i supermercati del mondo, le fabbricano globalmente partendo dallo stesso DNA e a te, Giulia, pare che non sappiano di nulla perché ci hai spalmato sopra la tua nostalgia. Le ho citato Michele Risso, che era uno psicanalista che ha lavorato con Franco Basaglia, a Gorizia, sessant’anni fa.
In famiglia siamo basagliani osservanti e guardiamo il mondo con questa prospettiva. Prima di andare a Gorizia a inventare una cosa mai pensata prima nella storia, il mondo senza manicomi, Michele Risso curava gli immigrati italiani in Svizzera. Che soffrivano la lontananza, lo sradicamento e si ammalavano di nostalgia e finivano in manicomio. Si ammalavano nei sentimenti perché erano come l’alpinista bloccato sulla via della montagna, né a valle né in cima. Né qua né là ma a mezza parete. ("A mezza parete. Emigrazione, nostalgia, malattia mentale" è il titolo del libro. Einaudi, 1961. Scritto con Delia Frigessi Castelnuovo, completezza dell’informazione). E tu, Giulia, dicevo io, forse sei un po’ nella stessa situazione. Un po’ di perdita di senso che viene fuori nella zucchina senza sapore. Niente di che, rispetto all’alienazione di tanti calabresi nelle baracche dormitorio di Basilea. Ma noi umani siamo fatti della stessa pasta.
Poi mia moglie è andata a Londra a trovare la bambina. Si è fermata qualche giorno e quando è tornata ha detto: «Stanno in una bella zona, lei è abbastanza contenta, le verdure non sanno di nulla».
La bambina sta a Londra perché quando ha finito di studiare ha mandato i curricula. Le hanno risposto da Milano: «Il tuo CV ci interessa. Ti offriamo uno stage di un anno a 350 euro al mese, forse arriviamo anche a 400. Poi, di sicuro, non potremo assumerti».
Da Londra le hanno detto: «Il tuo CV ci interessa. Ti assumiamo». Assunzione, tempo indeterminato, a 23 anni. Ci sembrava strano.
E prima, quando studiava e nei mesi dopo, quando mandava curricula a raffica e faceva colloqui, la bambina ha lavorato in una caffetteria, a Londra: cameriera part time. E una sera ha telefonato a casa e ha detto: «Ho fatto tre giorni di prova, con un contratto di prova. Da domani mi assumono con contratto regolare. Mi versano anche i contributi per la pensione. Ma voi – ha chiesto – avete mai sentito, in Italia, di una cameriera part time assunta con i contributi?».
Noi no. Mai sentito.
Noi pensiamo che ci sia un problema del lavoro grosso così, qui in Italia. Tanti problemi: la qualità del lavoro, del suo senso, gli stipendi e i diritti. E che i referendum avrebbero potuto essere un modo per cominciare un dibattito pubblico. Lo avevamo fatto per i referendum sull’aborto e, ancora prima, sul divorzio.
Discussioni infinite, forti, feroci, divisive. Ma è un referendum: sì o no? Divisivo per natura. Questa volta non siamo riusciti a entrare nel merito e ci siamo fermati – hanno fermato molte possibilità di confronto pubblico – sull’andarci o non andarci, a votare. Fino al capolavoro: «Vado al seggio, parcheggio, entro, saluto cordialmente, esco la carta d’identità e la tessera elettorale ma però non ritiro la scheda». Che a Calenzano, al seggio – ce ne sono 16 – e in tutti e 16 ti chiederebbero la stessa cosa: «Ma allora, di preciso, icché tu ci sei venuta a fare?». Massimo Cirri, Facebok
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raffaeleitlodeo · 1 month ago
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Cari contatti del facebook, voglio mettervi a parte di questa cosa che mi è occorsa poc'anzi: viaggiavo in quel di Morlupo, nell'hinterland romano quando, percorrendo la strada principale che dal paese vecchio conduce alla via Flaminia, mi cade lo sguardo su un paio di striscioni affissi su delle ringhiere. Li vedete: "1srael3 Boia" e poco sopra: "Tu dov'eri durante il g3nocidio a Ga_za?". Mi insospettiscono due cose: la grafia anonima e il fatto che non siano firmati. Ho una vita di militanza politica alle spalle, in cui spesso ero io che confezionavo messaggi da affiggere per le vie di Roma; so quindi per esperienza che a volte si riciclano vecchi manifesti avanzati (elettorali e non), utilizzando la parte bianca del retro, per confezionare striscioni.
Dunque fermo l'autoveicolo, salgo le scalette e vado a dare un'occhiata dietro a quelle scritte. E cosa ci trovo? Manifesti elettorali di Fratelli d'Italia per le elezioni regionali del Lazio del 2018 (ma quanto se li tengono 'sti vecchi manifesti?), con i faccioni dei due candidati di allora, Paolo Della Rocca e Flavia Cerquoni, e il loro slogan "Competenza e Passione". [Pausa di respiro] Ora, io non so se riuscite a capire il grado di paraculismo e sfacciataggine raggiunto da chi ha realizzato questi capolavori, dato che si tratta di militanti di Fratelli d'Italia. Cioè tu vuoi portare l'attenzione alla situazione di Ga_za, come se fossi un cittadino qualunque sensibile ai temi della situazione internazionale. E lo fai con una frase che mira persino a colpevolizzare chi passa per strada e magari è indifferente rispetto alla situazione mediorientale: TU DOV'ERI DURANTE IL G3NOCIDIO? EH? Come dire: tu te ne freghi, fortuna che ci stanno quelli come me che invece... Eh, peccato che tu non sia un cittadino qualunque di buona volontà, né un militante di uno sgangherato centro sociale o di un'associazione culturale che ti vende l'olio biologico del kirghizistan. E no, caro mio.
Tu sei un (probabilmente giovane) iscritto al partito di governo che guida una maggioranza schiacciante in parlamento, e che decide indisturbato su ogni argomento che riguardi questo paese. Compresa la politica estera. Quindi che ne dici di prendere un bello specchio e chiederti TU DOV'ERI mentre Ga_za veniva rasa al suolo? Te lo dico io dov'eri, eri per strada ad affiggere striscioni paraculi quando, tra tutti noi, sei forse uno dei pochi che potrebbe fare qualcosa di concreto: potresti ad esempio alzare il telefono e chiamare qualcuno del vertice del partito per chiedere di incontrare qualche esponente di governo, se non addirittura il virile presidente del consiglio Giorgio Melonio, e domandare loro come mai non stanno facendo NIENTE DI NULLA rispetto a quanto accade a Ga_za.
Oppure potresti chiedere conto al presidente Melonio del perché corra ogni tre-per-due a farsi fotografare abbracciata e sorridente al suo padrone internazionale, Donald Trvmp, che è quello che ha reso possibile quest'ultima fase di operazioni di terra da parte dell'esercito israeliano. Neanche N3tanyahu si sarebbe mai azzardato a pensarla, prima che il vostro caro-capo-Trvmp lo invitasse a Washington e, invece di svolgere il tradizionale ruolo di mediazione che gli USA hanno esercitato per anni nei confronti dei dirigenti più intransigenti dei governi isra3liani, stavolta gli ha proposto serenamente di deportare l'intera popolazione pal3stinese dalla Striscia, per poi tirarci su una bella Las Vegas mediorientale, guadagnandoci qualche miliarduccio (assieme ai costruttori locali) nell'edificazione di alberghi e casinò. Lo stesso per-voi-caro-Trvmp, sempre lui, il quale ieri ha deciso per il veto USA alla risoluzione dell'ONU che imponeva il cessate il fuoco a Ga_za, unico voto contrario tra i 15 paesi chiamati ad esprimersi sul tema.
Ecco, mentre succedeva tutto questo, mentre la presidente del consiglio del tuo partito è muta, sorride e abbraccia i principali responsabili (insieme ad Ham_as, ovviamente) di questo disastro; mentre promuove l'aumento delle spese militari perché il caro-capo-Trvmp ha deciso così; mentre continua a rifornire di armi 1sra3le come se fosse un alleato qualunque ebbene TU, caro giovane militante fratelloditalia di Morlupo e dintorni, che sembri così sensibile a questo tema tanto da usare la controversa parola genocidio con la facilità della vernice rossa, dico, TU, DOV'ERI?
Fare gli idealisti col governo degli altri è facile, ma farlo col governo TUO (non avendo manco la decenza di firmare gli striscioni, perché potresti creare problemi al governo TUO) beh, è davvero un capolavoro di sfacciataggine politica e di miseria umana. Se non fossi ancora incredulo per quello che ho trovato dietro quei manifesti, ti farei quasi i complimenti: perché avere una faccia da cvlo come la tua e addirittura ostentarla in giro con striscioni come questi, beh, non è davvero da tutti. Specie se sei giovane. Chapeau. Urbano Grandier, Facebook
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