Adoro la musica, il mare, ballare, viaggiare,fotografare,leggere e sognare. Ho spesso lo sguardo altrove a causa dei vuoti che,pur essendo tali, si fanno sentire ma nonostante ciò sorrido ugualmente. Un giorno è composto da 24h ed io ne passo 25 a pensare. Sono quel tipo di ragazza che rilegge cento volte un messaggio prima di inviarlo,forse per paura di sbagliare. La sicurezza non è parte di me. Sono quel tipo di ragazza che sa quello che vuole ma non sa come ottenerlo. Le cose che mi feriscono di più sono le parole mentre quelle che mi fanno star bene sono i gesti improvvisi,quelli che ti fanno spuntare infiniti sorrisi. Quando mi sento ferita, preferisco starmene da sola ad ascoltare musica o andare a mare e quando sto bene mi viene voglia di ballare e stare in compagnia con le persone a cui voglio più bene per condividere i miei sorrisi. Adoro l'idea che un giorno possa andare a vivere in una di quelle grandi città che mi facciano respirare aria di libertà e fotografare ogni minimo dettaglio. Spero per me stessa che andrà davvero secondo i piani perché fin'ora sembra esserci andato solo l'ascensore. Concludo con il dire che sono una persona semplice ma sono proprio le persone semplici ad essere le più complicate.
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Io sono una nota stonata Un cerchio nero in mezzo ad un foglio bianco Quelle come me, devi sedurle con l'intelligenza.
(via hopeeless)
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Thinking.
Chi sono io? Ecco la domanda più difficile che mi sono posta fino ad ora. So di essere una semplice ragazza di 16 anni e come tutte le adolescenti i pensieri in testa sono tanti...In questo momento mi trovo a scrivere ispirata da alcune canzoni che scorrono su youtube e ho voglia di riflettere su alcune cose. Mi rendo conto di stare crescendo così, in un batter d'occhio. A volte rivedo alcune foto e video (anche di solo qualche mese fa) e mi accorgo di non essere la stessa, bensì una ragazza più cresciuta. Penso che in questo arco degli anni ho superato varie fasi. La prima, è stata quando sono entrata alle medie, ho superato la fase dell'ambientazione diciamo perché ero abituata ad essere sempre me stessa con i compagni mentre in quel periodo mi sono ritrovata a comportarmi in un modo in determinate situazioni e con determinate persone e in un altro modo in diverse situazioni e persone...ciò mi ha confusa sulla vera me stessa che da quel momento non sono più riuscita a capire chi fosse. La seconda fase è iniziata al primo superiore ed era il periodo in cui non mi sentivo mai abbastanza e tutto ciò che mi circondava lo consideravo qualcosa di molto più grande rispetto me. Iniziano le prime delusioni che riescono a confermare il fatto di non essere abbastanza e inizia anche il periodo in cui non trovavo la compagnia giusta con cui passare il mio pomeriggio. Sì, le amiche le avevo ma non mi sentivo completamente a mio agio e non riuscivo ad essere me stessa. Questa fase sono riuscita a superarla al secondo superiore quando ho conosciuto quella che è la mia comitiva. E' stata una sorta di rinascita per me perchè finalmente sono riuscita (non da subito) ad essere spontanea, con tutta la mia timidezza che pian piano è un pò svanita e con tutta la voglia di uscire e divertirmi. Superata questa fase però si presenta la fase più difficile: la fase in cui per la prima volta mi misi a tu per tu davanti lo specchio. Vedevo quei fianchi e quella pancia che erano diventati miei nemici al punto di sfidarli. In un paio di mesi ho perso qualche kg che mi hanno fatta sembrare più carina e bella fuori ma dentro io stavo cambiando. Non mi rendevo conto al momento di questo però adesso sì, a distanza di un annetto circa sono consapevole del fatto di avere allontanato un bel pò quella ossessione anche se non l'ho ancora abbandonata del tutto però ci sto riuscendo e lo vedo anche dal cambiamento che sto facendo. Sono più forte e più aperta con le persone. Sì, lo noto da questo..perchè quell'ossessione mi faceva chiudere in me stessa per paura di provare vergogna uscendo una parte di me. Oggi invece non ho paura...anzi, sono sempre più curiosa di scoprire qualche lato di me che ancora non conosco ma so che ciò dipende dalle esperienze che faccio. Insomma, ho voglia di vivere... Ho raccontato in brevissimo questi ultimi 5 anni e quello che posso dire è che non decidiamo noi chi essere, in quanto dipende tutto da ciò che ti circonda perchè sarà questo a farti rendere conto della persona che sei.
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Era una ragazza semplice, di quelle che sognano dietro ai libri e alle poesie, e se la vita poi è carogna non importa, una ragione per sorridere la trovi comunque.
Alessandro Baricco (via wherehasyourlovegone)
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Lo facciamo tutti:ci aspettiamo noi stessi dagli altri.
Antonio Dikele DiStefano (via attimi-mancati)
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Forse non mi va di essere definita da ciò che faccio. Forse preferirei essere definita da ciò che sono.
N. Sparks (via sonoquellachesono)
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Amo le fotografie non scattate. Quelle che non potrai mai mostrare. Quelle scattate dai battiti di ciglia. Più guardi, più scatti infinite foto. Te le porti dentro in un rullino di cuore.
Matteo Pirro (via persimepernonperderelei)
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You have this one life. How do you wanna spend it? Apologizing? Regretting? Questioning? Hating yourself? Dieting? Running after people who don’t see you? Be brave. Believe in yourself. Do what feels good. Take risks. You have this one life. Make yourself proud.
(via anna-learns-to-love-herself)
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Ti lascio allontanare solo per poi rincorrerti, per abbracciarti da dietro sino a fonderci.
cit. pioggia-di-parole ☂Michele Giorgi (via pioggia-di-parole)
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Perché le più grandi tecnologie resteranno sempre e comunque la voce e gli occhi.
Il quadro mai dipinto, Massimo Bisotti. (via oshitwhysoserious)
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Io volevo solo stare lì con te e in nessun altro posto. Non pensavo a niente se non a guardarti. È in questo che si nasconde l'infinito. Non bisogna neppure guardare troppo lontano, a volte. È questa poi la felicità. Eri tu, semplicemente tu, lì seduto accanto a me.
Massimo Bisotti (via be-your-hurricane)
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A volte non hai il tempo di accorgertene, le cose capitano in pochi secondi. Tutto cambia. Sei vivo. Sei morto. E il mondo va avanti. Siamo sottili come carta.
Charles Bukowski (via caiac99)
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