Tumgik
sospirodegliinganni · 3 months
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Un Addio
Ciao ti scrivo questo messaggio mentre ti guardo dormire e forse meglio così perché fa troppo male anche per me dover rendermi conto che forse questa potrebbe essere l'ultima volta che ti vedrò e tu non potrai far nulla per evitarlo...
Io non so se voglio più continuare così...
Non so se a questo punto della mia vita ho voglia di annullarmi...
Tu non lo sai ma non riesco più a mangiare senza dovermi sforzare a mandare giù bocconi che sono più amari dei motivi per la quale non ho più appetito.Non sai che vivo con gli attacchi d'ansia e il costante pensiero di farmi male...
Che la tua indifferenza mi sta facendo scomparire ai miei stessi occhi, che ormai non mi importa più di nulla.
Che per me ci sei solo tu e non lo vuoi capire, che mentre tu preferisci discutere accusandomi di cercare attenzioni altrui non capisci che le uniche che voglio sono le tue.
Che se metto storie tristi vorrei solo che tu capissi che qualcosa non va.. perché quando te ne parlo te ne freghi o cambi discorso e mi fai sentire come quando da bambina mi sbucciavo il ginocchio e mi prendevano in giro dicendo che bastava un bacino per farlo passare e quindi mi convincevo che sarebbe passato.
Amo tutto di te...
Amo il tuo sorriso, il tuo fare da leone in pubblico ma sapendo che con me sei un orsacchiotto, amo viaggiare con te visitare nuovi posti, creare nuovi ricordi.
Amo come mi baci, come mi guardi, come mi sfiori, quando a letto ti avvicini perché staccati non sai dormire...
Amo davvero tutto di te...
Mi porti tanto in alto ma allo stesso tempo mi lasci sempre cadere, lasci sempre che io mi faccia male e quando succede reagisci sempre allo stesso modo. Fai come se non fosse successo nulla.
Non posso più accettare persone che mi fanno male e pretendono che io gli chieda scusa...
Non posso più accettare qualcuno il quale ha più paura di perdere una discussione che di perdere me...
Non posso più far finta di sorridere quando dentro sto morendo e se le persona che ho accanto sceglie di essere indifferente o continua a ripetere gli stessi errori senza che gliene importi allora devo scegliermi io e fare da sola..
Scusa ma sarebbe stato impossibile parlarne faccia a faccia perché sarebbe diventata l'ennesima guerra che non ho più la forza di combattere...
Scusami...
Ti amo.
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sospirodegliinganni · 4 years
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Con me devi iniziare a preoccuparti quando da un “era te che volevo sentire” diventa un “archivia chat” senza risposta. Quando cominciano i silenzi per intere settimane. Soprattutto dei silenzi. Quando tenerti a pochi centimetri di distanza e riesco a non guardarti, a non aver voglia di far risposta alle tue frecciatine, a messaggiare con gli altri senza pensare che voltandomi ti trovo lì. Ti devi preoccupare quando inizio a stancarmi, staccarmi perché una volta che comincio a fare i primi passi per andare via, indietro non torno.
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sospirodegliinganni · 4 years
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Porca puttana i dettagli. Un dettaglio è cosa minuscola, ma cose di questa grandezza riescono a fare la differenza, una parola sola, un solo sguardo, un frammento di un ricordo. Sono sempre cose così piccole a stravolgere tutto. A fare saltare in aria le logiche. A farti dire basta a farti dire fanculo, sì, ancora.
Charles Bukowski
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sospirodegliinganni · 4 years
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““Mi hanno insultata, hanno tentato di uccidermi dentro, mi hanno usata, hanno finto di amarmi, mi hanno pestata e calpestata. Fatica sprecata, sono ancora in piedi.””
— (via martinagelli9801)
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sospirodegliinganni · 4 years
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La verità è che lui sente quelle fitte quanto te. Ma i guerrieri non mettono in mostra il cuore, finché non è l'ascia a rivelarlo
Vikings  (via libri-cinema)
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sospirodegliinganni · 4 years
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-Andrai avanti. Tu sei forte! -Forse la ragazza ‘forte’ si fa del male, e nessuno se ne accorge.
(via il-diario-di-una-ragazzains-blog)
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sospirodegliinganni · 4 years
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molti non sapranno come tenerti,
ti lasceranno sfuggire,
giocheranno a perderti,
non preoccupartene: non sei per molti,
sei solo per chi ti merita.
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sospirodegliinganni · 4 years
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Se tu mi avessi vista piangere quei giorni, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu avessi visto cosa mi succedeva alle mani e agli occhi quando il mio telefono squillava e non eri tu.
Se tu mi avessi vista.
Se tu avessi visto dentro me, la sensazione d’impotenza, sentirmi debole fisicamente per ore per averti visto da lontano per cinque secondi, non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu avessi sentito il battito del mio cuore, la paura, la consapevolezza che non saresti tornato e il non volerci credere, il rumore del respiro che si spezzava e la paura di morire, non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu ci fossi stato quel giorno in cui mi hai detto che forse le cose si sarebbero sistemate, che forse saresti tornato, ma per adesso no, per il momento no.
Sentivo la tua voce nel telefono che diceva “mi dispiace, non sai quanto mi dispiace”
e trattenevo le lacrime per parlare ancora un po’, ancora un altro po’.
Non ero mica scema; lo sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi avresti parlato con quel tono.
Se tu mi avessi guardata negli occhi mentre mi strappavi anche l’ultima illusione, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu mi avessi vista quella sera con quel tizio che si impegnava tanto ad essere abbastanza,
ma non ci riusciva nemmeno un po’,
se tu avessi visto lo scatto che ho fatto quando ha provato ad accarezzarmi mentre parlavamo di niente, ora saresti qui.
Se tu avessi sentito i miei pensieri quando cercavo di convincermi che in fondo, in fondissimo, non eri quello giusto, non andavi bene, non mi facevi nemmeno troppo bene
e poi all’improvviso mi tornava in mente come mi stringevi e come volevi baciarmi,
e allora facevo mille passi indietro sulla strada della guarigione; se tu avessi sentito i miei pensieri adesso non mi chiederesti non pensarci.
Se tu sapessi quante volte ho detto di no ad altri occhi pensando ai tuoi occhi,
se tu sapessi quante volte non ho mangiato o quante volte ho mangiato troppo quando mi tornava in mente una conversazione con te,
se tu sapessi quante canzoni ho dovuto smettere di ascoltare,
quante parole ho dovuto smettere di pronunciare,
quante volte non ho dormito e quante volte mi sono svegliata in piena notte pensando che fosse tutto falso,
e invece era vero, verissimo, non c’eri più e non tornavi mai;
se tu lo sapessi, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
@queitaglisuipolsisporchi
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sospirodegliinganni · 4 years
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Non servono i tacchi più alti se tanto poi scalza non sai camminare, non serve truccarti più forte le labbra se un bacio poi non lo sai dare, non serve indossare un cappotto se tanto quel freddo non viene da fuori, non serve pretendere sempre di esser migliori.
Chiara Dello Iacovo - “La mia città” (via la-voce-dei-pensieri)
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sospirodegliinganni · 4 years
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I messaggi che non visualizzi, il fatto che non mi rispondi sempre quando ti chiamo
mi fa sentire un intrusa che curiosa nella tua vita.
Io ti conosco a memoria però.
Mi dico allora che mi devo tenere occupata, farmi un giro, risponde alle mie amiche, studiare che non mi fa male, scrivere, tenere la mente occupata, il corpo occupato.
Mi sento così ingenua quando vorrei scriverti ‘che fai, mi rispondi...ti prego?’ che al pensiero mi picchio da sola.
Ingenua quando mi soffermo sulla paura di essere abbandonata di nuovo da te che ho e che spero di non provare più.
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sospirodegliinganni · 4 years
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I messaggi che non visualizzi, il fatto che non mi rispondi sempre quando ti chiamo
mi fa sentire un intrusa che curiosa nella tua vita.
Io ti conosco a memoria però.
Mi dico allora che mi devo tenere occupata, farmi un giro, risponde alle mie amiche, studiare che non mi fa male, scrivere, tenere la mente occupata, il corpo occupato.
Mi sento così ingenua quando vorrei scriverti ‘che fai, mi rispondi...ti prego?’ che al pensiero mi picchio da sola.
Ingenua quando mi soffermo sulla paura di essere abbandonata di nuovo da te che ho e che spero di non provare più.
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sospirodegliinganni · 4 years
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Se tu mi avessi vista piangere quei giorni, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu avessi visto cosa mi succedeva alle mani e agli occhi quando il mio telefono squillava e non eri tu.
Se tu mi avessi vista.
Se tu avessi visto dentro me, la sensazione d’impotenza, sentirmi debole fisicamente per ore per averti visto da lontano per cinque secondi, non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu avessi sentito il battito del mio cuore, la paura, la consapevolezza che non saresti tornato e il non volerci credere, il rumore del respiro che si spezzava e la paura di morire, non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu ci fossi stato quel giorno in cui mi hai detto che forse le cose si sarebbero sistemate, che forse saresti tornato, ma per adesso no, per il momento no.
Sentivo la tua voce nel telefono che diceva “mi dispiace, non sai quanto mi dispiace”
e trattenevo le lacrime per parlare ancora un po’, ancora un altro po’.
Non ero mica scema; lo sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi avresti parlato con quel tono.
Se tu mi avessi guardata negli occhi mentre mi strappavi anche l’ultima illusione, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
Se tu mi avessi vista quella sera con quel tizio che si impegnava tanto ad essere abbastanza,
ma non ci riusciva nemmeno un po’,
se tu avessi visto lo scatto che ho fatto quando ha provato ad accarezzarmi mentre parlavamo di niente, ora saresti qui.
Se tu avessi sentito i miei pensieri quando cercavo di convincermi che in fondo, in fondissimo, non eri quello giusto, non andavi bene, non mi facevi nemmeno troppo bene
e poi all’improvviso mi tornava in mente come mi stringevi e come volevi baciarmi,
e allora facevo mille passi indietro sulla strada della guarigione; se tu avessi sentito i miei pensieri adesso non mi chiederesti non pensarci.
Se tu sapessi quante volte ho detto di no ad altri occhi pensando ai tuoi occhi,
se tu sapessi quante volte non ho mangiato o quante volte ho mangiato troppo quando mi tornava in mente una conversazione con te,
se tu sapessi quante canzoni ho dovuto smettere di ascoltare,
quante parole ho dovuto smettere di pronunciare,
quante volte non ho dormito e quante volte mi sono svegliata in piena notte pensando che fosse tutto falso,
e invece era vero, verissimo, non c’eri più e non tornavi mai;
se tu lo sapessi, adesso non mi chiederesti perché non ti posso perdonare.
@queitaglisuipolsisporchi
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sospirodegliinganni · 4 years
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la depressione inizia piano, in silenzio, lentamente:
non ho voglia di fare i compiti.
non ho voglia di andare a scuola.
non ho voglia di scrivere, prima mi piaceva tanto.
non ho voglia di vedere i miei amici.
non ho voglia di divertirmi, non oggi.
e neanche domani.
non ho voglia di uscire.
non ho voglia di vestirmi.
non ho voglia di mangiare.
non ho voglia di alzarmi dal letto.
non ho voglia di aprire gli occhi.
non voglia di vivere.
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sospirodegliinganni · 6 years
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“Peró nel mio caso hanno sempre preferito perdermi piuttosto che lottare e venirmi a prendere, mi hanno sempre lasciata in sospeso, nessuno che ti tiene, nessuno che ti rincorre, nessuno che ti viene a prendere, eppure nonostante tutto dicono di volerti bene che non potevano trovar di meglio e poi ti lasciano andare.”
— Ilmiobisognoelamancanza
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sospirodegliinganni · 6 years
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Tu non mi hai cambiato la vita.
Mi hai dimostrato che potevi cambiarla e poi l’hai lasciata così.
Antonio Distefano
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sospirodegliinganni · 6 years
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Il silenzio è sacro. Unisce le persone perché solo chi si sente a proprio agio in compagnia di un altro può fare a meno di parlare. Questo è il grande paradosso. - Nicholas Sparks.
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