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bleubleuet · 6 years
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Cenote Dos Ojos
La situazione disastrosa del mare
Da due giorni si è conclusa un’altra avventura in viaggio che,come tutte le altre, mi ha lasciato altre orecchiette al libro della mia vita; un libro massiccio e già abbastanza consumato (cosa di cui sono orgogliosa, non fraintendetemi) ma sempre in attesa di essere farcito e ingozzato di nuovi ricordi ed esperienze del mondo. Stavolta non è stata una delle mie pazzie estive individuali, anzi, ho preso con me tutta la mia famiglia: il mio Sole e mio fratello di 16 anni, Giacomo. Io e lui abbiamo personalità completamente diverse, gli antipodi l’una dell’altra. Abbiamo interessi diversi e non andiamo d’accordo su molte, moltissime cose, però riusciamo quasi sempre a trovare una sorta di connessione fraterna, una via di mezzo che ci accomuna e ci fa schierare dalla stessa parte. Questo accade il 70 % delle volte, l’altro 30% immagino nella mia testa di soffocarlo a mani nude .
Siamo una famiglia particolare, non convenzionale direi, ma abbiamo sempre viaggiato molto e le esperienze fuori Europa non ci hanno mai spaventato. Mia mamma ci ha sempre portati con sé fin da bambini, le distanze non ci hanno mai traumatizzato e nemmeno i terribili pasti che ti servono sugli aerei. Però le turbolenze ci fanno ancora paura. La meta di quest’anno è stato il Messico, scelto da me perché mi ha sempre affascinato molto l’accento quasi musicale, la cultura, i colori, i paesaggi verdi e allo stesso tempo secchi e duri, le spiagge bianche e il mare cristallino. C’era quasi tutto, non sono rimasta completamente delusa, ma è proprio da dire: abbiamo avuto terribilmente sfiga. Lasciatemi spiegare meglio: partiamo con l’aereo di andata che probabilmente era stato assemblato con i pezzi dei charter del dopoguerra, NIENTE schermi, al che mi sono un po’ preoccupata perché 12 ore di volo a guardare il muro non mi entusiasmavano troppo. Arriviamo e l’umidità ci investe brutalmente dandoci il benvenuto ai tropici: “Bene raga, d’ora in poi i vostri vestiti saranno umidicci e puzzerete sempre un po’ “. Vabbè, si sapeva. Soggiorniamo a Tulum in un hotel hippie, d’altronde come la città stessa, e già comincio ad innamorarmi dei colori vivaci di ogni strada, delle palme altissime e delle amache disseminate ogni dove. Per non parlare dei primi pranzi messicani, insomma, parlo di burritos e tacos fatti con la grazia di Dio, sceso e reincarnato con baffi e sombrero. Ricordo a tutti i miei lettori che sono una grande fan della comida messicana, soprattutto quando sto a casa da sola con la voglia di vivere appoggiata sul comodino e glovo a portata di mano. Tulum mi è veramente piaciuta per il suo fascino spensierato e l’atmosfera rilassata e gioiosa che emanava, ma adesso arriva lo scarafaggio sotto il cuscino (metafora infelice) che ci ha “rovinato” la vacanza: mare inaccessibile perché contaminato dalle alghe. Non parlo delle alghette di Milano Marittima, parlo di metri e metri di sargassi che ricoprivano tutto come fitti tappeti. Si tratta di un fenomeno naturale che, dopo qualche indagine, scopriamo che avviene ogni anno ma così violento accade solo ogni 4 anni. OGNI.QUATTRO.STRONZISSIMI.ANNI. La situazione era veramente critica e il motivo fu ancora più sconfortante: ovviamente siamo noi umani esseri indecenti e non curanti dei doni del mondo. Io ero all’oscuro di tutto ciò fino a due settimane fa, perché ho potuto vederlo e confermarlo con i miei occhi, ma ho idea che pochi sanno i danni che stiamo causando senza rendercene conto. Vedere il mare caraibico in questo stato mi ha fatto molto soffrire, ma soprattutto mi ha fatto capire quanto sia importante prendersi cura della natura che ci circonda, essere più self aware di tutta la plastica che produciamo inutilmente e così via. Non sono mai stata un’anima verde, non ho l’abbonamento a green peace e non li seguo su instagram, ma questo perché non mi sono mai resa conto delle conseguenze visibili.
Continuammo il nostro viaggio saltellando da un Cenote a un altro, che per chi non lo sapesse si tratta di grotte rocciose (anche se i più belli secondo me erano quelli all’aperto), di acqua dolce. L’attività prediletta nello Yucatan è ovviamente lo snorkeling e il diving, è una cosa da fare assolutamente anche perché se no che ce stai a fa’ ai Caraibi? Quindi ho provato sto snorkeling e la verità è che, pur non essendo una gran nuotatrice (somiglio più ad un Golden Retriever felice), mi è piaciuto molto. Poi vabbè, sono sempre italiana e un po’ di sceneggiata alla “mo esce fuori il coccodrillo e m’ammazza” l’ho fatta. Dopo Tulum ci siamo stabiliti a Playa del Carmen per farci del meritato mare e invece noooo, situazione indecente pure li. Non vi dico le lacrime e i tentativi di pulirlo io sola a mani nude sto mare sofferente, sembravo un po’ la Vergine che sorreggeva il Cristo nella Pietà, solo che io fra le mani avevo chili di alghe puzzolenti. Niente, alla fine ci siamo concentrati sulla fauna incredibile che ci circondava: dalle scimmiette curiose che ti stringevano la mano, alle iguane gigantesche che prendevano il sole in mezzo alla strada, tipo statue di marmo. Pappagalli colorati e i coati, dei simpatici animaletti che ho chiamato orsetti tutto il tempo. Insomma un paradiso terrestre se non fosse stato per il mare e per gli americani perennemente ubriachi. Scusatemi amici degli Stati Uniti, ma è stati disgustoso stare in spiaggia e vedervi tracannare alcool su alcool e buttare i bicchieri di plastica per terra.
Ma il ricordo più divertente è senza dubbio il disperato ritorno della macchina a noleggio che avevamo da inizio vacanza. I latini sono molto simpatici ma non sono per niente pratici e organizzati, anzi. Praticamente io e mia madre dovevamo riportare sta macchina in un parcheggio segnato su una mappina dataci dall’agenzia. Il punto è che le strade non avevano nomi, solo NUMERI. E il punto segnato era in mezzo a due strade cieche impossibili da individuare. In due ore di richieste d’aiuto abbiamo ottenuto: 7 proposte di matrimonio, uno scambio conveniente tra me e tre casse di corona gelata, una scimmietta a buon prezzo, un collo per Maurizio Costanzo.
Il mare, come ho detto, era infestato da sargassi per i primi metri, ma in lontananza si poteva distinguere uno scorcio di azzurro, la barriera corallina. Con il kayak ho potuto vedere la bellezza originaria di Playa del Carmen, l’acqua trasparente e i fondali puliti. Ma volete sapere la sfiga più grande? L’ultimo giorno, il 2 di agosto, ci siamo svegliati per andare al mare, come sempre, e indovinate come l’abbiamo trovato? QUASI PULITO. Abbiamo subito chiesto spiegazioni e la risposta è stata:” è un fenomeno che va via da solo, è la natura stessa che decide quando.” Ok bene, vaffanculo Natura.
Vabbè, senza il mare siamo riusciti a girare molto di più lo Yucatan, anche se alcune sere guardavo con nostalgia le foto della Sardegna. Sicuramente tornerò ad esplorarlo meglio e magari a vedere finalmente il mare azzurro che ci aspettavamo.
Fine episodio breve [20]
Episodio breve [20]: Señorita Emma, quédate en México! Da due giorni si è conclusa un'altra avventura in viaggio che,come tutte le altre, mi ha lasciato altre orecchiette al libro della mia vita; un libro massiccio e già abbastanza consumato (cosa di cui sono orgogliosa, non fraintendetemi) ma sempre in attesa di essere farcito e ingozzato di nuovi ricordi ed esperienze del mondo.
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viaggiareadubai · 3 years
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Dubai mare come è? Quali sono le spiaggie più belle a Dubai? @visitaredubai . . . . . . #dubaimare #maredubai #dubaispiaggie #viaggiareadubai #visitaredubai #cosavedereadubai #viaggiaresempre #viaggiareperilmondo #viaggiarechepassione #viaggiareinsieme #viaggiaredasoli #viaggiareconlamente #viaggiarefabene #viaggiarenelmondo #viaggiareconibambini #viaggiareviaggiareviaggiare #amoviaggiare #amoviaggiare❤️ #blogviaggi #blogviaggio #bloggerviaggi #vacanzamare #vacanzainsieme #vacanzaitaliana🇮🇹 #vacanzaperfetta #vacanzarelax #vacanzaromantica https://www.instagram.com/p/COtgrBEHSCO/?igshid=uda84gennagq
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agapeuno · 7 years
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majosalari · 6 years
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(vía ¡2024, un libro que da pelea, una obra llena de adrenalina! (RESEÑA))
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agapeuno · 7 years
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