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arquibancadaufu · 5 years

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A emoção toma conta das quartas de finais do handebol masculino

As partidas do domingo, 06, definiram as semifinais da Olimpíada UFU

Por Isadora Braga

Na manhã do último domingo, 06, o G2 foi tomado por jogos surpreendentes e pela emoção e ansiedade dos times e torcidas O primeiro jogo trouxe a prévia do que seria o resto das partidas, a Exatas e a Educação Física se desafiaram em quadra em um jogo eletrizante e acirrado, em que a torcida de ambas foram a loucura quando o placar em seus últimos segundos ainda estava empatado por 22 a 22 e houve necessidade do desempate por meio dos pênaltis. Era incerto o resultado, já que as equipes fizeram uma partida equilibrada, porém por 2 a 1, a Educa se classificou para a semifinal. Pablo Augusto Xavier, o goleiro do time vencedor, joga sua última olimpíada esse ano e expressou sua honra por estar na equipe e ter defendido a bola decisiva, “A Educa é meu amor, sem eles não sou nada!”, disse ele.

Em jogo eletrizante, a Educação Física se classifica após vencer nos pênaltis a Exatas (Foto: Andrei Gobbo)

Os jogos deram continuidade com a disputa da Engenharia Udi contra a Engenharia Pontal. As duas atléticas estiveram em boas colocações na modalidade nos últimos dois anos e protagonizaram um jogo em que o duelo nas arquibancadas também foi marcante, já que ambas as torcidas estavam em peso e agitadas. O jogo foi acirrado, porém o time amarelo e preto conseguiu avançar e vencer a Pontal por quatro bolas de diferença, fechando o placar em 33 a 29. Gabriel Rodrigues, o Alemão, da Engenharia Udi afirmou que o jogo foi difícil, mas que conseguiram colocar em prática tudo o que foi treinado. “O time está evoluindo frequentemente”, expôs o camisa 9.

A Engenharia Udi se classifica para as semifinais em jogo equilibrado contra a Engenharia Pontal (Foto: Andrei Gobbo)

A Medicina e a Computação se enfrentaram em um jogo com bastante expectativa sobre as equipes, pois a Computação obteve um ótimo desempenho em seu último jogo contra a Nutrição e a Medicina mostrou um time estratégico e equilibrado. A partida foi marcada por alguns minutos de placares acirrados, porém a Medicina levou a classificação para a semifinal com um placar de 22 a 14. O time vem mostrando sua evolução: em 2017 ficou em 5° colocado no handebol masculino, já no último ano conseguiram a 2° colocação. O artilheiro da partida, Gabriel Moreira, colocou em pauta que o time da Medicina estava jogando sem seus principais atletas, mas que ainda sim conseguiram fazer um bom jogo.

Com oito gols de diferença, a Medicina vence a Computação e avança para as semifinais da Olimpíada UFU (Foto: Andrei Gobbo)

O último jogo das quartas de finais foi o duelo da Monetária contra a Artes. A “equipe do talento” já sabia o desafio que iria enfrentar, pois ainda que o time esteja alcançando cada vez mais destaque dentro da modalidade, a Monetária ficou em 2° lugar no handebol masculino em 2017 e garantiu o ouro em 2018. Embora a partida tenha começado de forma equilibrada e com os dois times mostrando uma boa desenvoltura, a equipe vermelha e azul marcou um placar elástico contra a Artes, 42 a 26. “Nós estamos nos preparando muito, estamos com um time mais bem estruturado do que o ano passado, então o que esperamos é o título novamente, vamos com tudo!”, disse Rafael Gouveia, atleta da Monetária e artilheiro da partida.

O time da Monetária enfrenta a Educação Física no próximo fim de semana, buscando o título novamente (Foto: Andrei Gobbo)

Semifinais – 20/10:

Monetária x Educação Física

Medicina x Engenharia Udi

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fierabirrapn · 5 years

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📡 In arrivo le nuove puntate di #PordenoneBeerBroadcast, il progetto di comunicazione digitale di #PnBeerShow, con interviste, video e podcast. ℹ️ Per farvi conoscere novità e protagonisti della manifestazione on demand. Disponibile su tutti i principali social media. Conduce Gabriele Gobbo di #FvgTech.

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radioamatore · 5 years

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📡 Anche quest'anno a #Radioamatore2019 si svolge il progetto di comunicazione crossmediale #RadioamatoreBroadast. 📺 Fra pochi giorni inizieremo le prime trasmissioni video. 🎤 Poi vi aspettiamo in fiera per le interviste in diretta a cura di Gabriele Gobbo 👨‍💻 che potrete seguire anche da casa.

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the-entangler · 5 years

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Il buffone balzò su un trespolo, piroettò su un piede e annunciò:

«Signori e signore,

Pubblico benevolo,

Lasciate che vi presenti

La compagnia di Buondiavolo!»

Era usanza di questa compagnia recitare con delle maschere di animali. Puck era una volpe del bosco; dietro di lui c’era un tipo grande il doppio, con una maschera da orso; c’era quindi una ghiandaia, un gallo, un cervo, e altri animali selvatici che avrebbero interpretato i caratteri della commedia.

La volpe si inchinò e disse: «possa compiacervi e intrattenervi in questa lieta occasione con una gran prova della mia recitazione. Io, Puck Buondiavolo e la mia compagnia di guitti, metteremo in scena l’Allegoria del buono e del cattivo governo, ed i suoi effetti».

S’alzò brusio in sala, chi si dava di gomito, chi sogghignava.

«Questa è la storia di Aloisio, figlio del barone Arnaldo, vassallo del conte Amadisio dello Yorkshire. Aloisio è innamorato di Matilda, ragazza tanto bella quanto virtuosa, ma di umili natali. Un amore difficile, sì, ma non impossibile. Tale era la passione dei due giovani e lo struggimento nei momenti in cui erano divisi, che gli illuminati genitori di Aloisio decisero di ignorare le costumanze e concedere il loro favore all’unione dei due giovani in fidanzamento.»

Dopo il preambolo, gli attori misero in scena efficacemente le vicende di Aloisio, il quale viveva in un’epoca davvero felice, o di “buon governo”, come recitava il titolo del I atto.

Aloisio e i suoi compari escogitarono diverse astuzie per incontrare la giovane Matilda, ora ad una festa di paese, ora nella piazza del mercato, ora in chiesa. Queste furberie si trasformavano puntualmente in pasticci assai spassosi: in una, Aloisio si arrampicava alla finestra della stanza di Matilda, ma vi trovava al suo posto la grassa e scorbutica governante. In un’altra escogitava un piano per far recapitare una lettera d’amore assieme ad un mazzo di fiori a Matilda; ma il messaggio e i fiori arrivarono non alla giovane, bensì al suo porcaro, che si fece delle strane idee sul giovane nobile.

Le scene si susseguirono in questo modo, intrecciandosi raffinatamente con spaccati di vita quotidiana. Gli spettatori più avveduti, si sarebbero accorti comunque delle contraddizioni, le limitazioni e gli scempi che pur trovano spazio anche nei migliori governi. Povertà, peso fiscale, disuguaglianze ed un malcelato quanto insopportabile “tradizionalismo”.

Ad un certo punto, proprio quando gli avvenimenti sembravano convergere verso l’unione felice dei due innamorati, arrivò una lettera firmata dal Re. Il braccio e la spada di Aloisio erano richiesti in guerra, sull’altra sponda della Manica.

I due amanti si congedarono, versando lacrime e scambiandosi saluti, baci e promesse. Aloisio dunque partì per la guerra, dove diede più e più volte testimonianza del suo valore e del suo coraggio. In numerose contese uscì vincitore e in moltissime azioni eroiche si conquistò l’ammirazione dei suoi pari e dei superiori. Fiumi e fiumi di sangue nemico furono versati per effetto della sua lama e tanto era animato dal desiderio di uscire vincitore dalla carneficina per tornare dalla sua amata che in battaglia diventava pazzo furioso, cosa che gli valse l’appellativo di Diavolo dello Yorkshire.

In questo frangente, la compagnia fu molto abile nel riprodurre coi pochi mezzi a disposiizone la confusione e la violenza della battaglia. Il conte era tanto entusiasta che si lasciò cadere una coppa di vino, imbrattandosi l’abito.

Vinta la guerra, Aloisio si conquistò il privilegio di tornare in patria per sposare finalmente la sua amata.

— Fine del primo atto —

Il secondo atto si aprì con il rientro di Aloisio in Inghilterra. La sua fu una lunga cavalcata da Ipswich fino allo Yorkshire. Puck era la voce fuoricampo che annunciava i mutamenti avvenuti nel regno durante l’assenza del giovane nobile. Molte cose erano cambiate: un nuovo re aveva usurpato il trono del fratello, la carestia, il rigido inverno e le tasse sempre più salate avevano ridotto la popolazione alla fame. Aloisio cavalcava tra campagne in fiamme, soldati in marcia, fattori in subbuglio, criminali in agguato. Si fermò in una locanda non lontano da York in cerca di riparo e notizie circa gli ultimi avvenimenti. L’unica cosa che trovò fu il disprezzo e la derisione del suo gonfalone. Apprese suo malgrado che il padre venne privato del titolo e dei possedimenti dal nuovo gran giustiziere. Si dileguò con gran vergogna e commozione, si spogliò della cotta e dei vessilli, si vestì da povero e come tale entrò nella città. Qui non trovò altri ad accoglierlo che il caos: degli straccioni si litigavano un tozzo di pane come cani affamati – qui gli attori eccedettero in realismo arrivando persino a menarsi e azzannarsi per davvero, con gran sollazzo dei banchettanti. E vide le mura diroccate e frantumate come ossa consunte da un cancro. E dame importunate da bande di villanzoni, e donne di malaffare esercitare il proprio mestiere negli angoli umidi e lerci del borgo.

Gli attori seppero riprodurre il degrado con somma maestria. Uno di loro fu mendicante, quando un altro gli “donò in elemosina” un calcio nel sottocoda. Uno più giovane ed efebico si infilò due grosse mele mature nella camicia e se ne andava ancheggiando con l’occhio maliardo. C’era persino un gobbo che si pasceva nella decadenza e danzava sul lerciume – per la rappresentazione del quale presero certi avanzi del banchetto e li rovesciarono in terra.

Aloisio riconobbe un suo compagno di bischerate e gli chiese cosa mai fosse accaduto al loro regno. Scoprì di aver perso ogni cosa: titolo, terre, promessa sposa e padre, a causa della simpatia di quest’ultimo per il vecchio re. Di collera e dispiacere morì il vecchio barone, senza nemmeno conoscere la sorte incontrata dal figlio in guerra. Matilda, rimasta anch’ella orfana e senza sostentamento alcuno, venne presa a lavorare al castello del conte Amadisio, il quale s’impuntò di farne la sua sposa.

I due vennero scorti dalle guardie, che avevano riconosciuto il giovane Aloisio nonostante l’aspetto trasandato. Ma prima che queste si fossero avvicinate, Aloisio mise una mano su un muretto e vi balzò oltre, sparendo dalla loro vista.

Senza dimora né famiglia, Aloisio si liberò infine anche del suo nome come fosse un ramo avvizzito. Si rifugiò tra i boschi, dove pensava avrebbe trascorso gli ultimi giorni della sua vita. Ebbe ragione nel pensare che la sua vita stesse volgendo al termine, ma non immaginava che nella fine si nascondevano i germogli della rinascita. Nella selva si fece folletto e conobbe altri come lui. Una comunità di spiriti, un tempo cittadini del reame dalle estrazioni più disparate, scopertisi estranei al nuovo ordine stabilito. Tra questi spiriti c’era un vecchio – altri non era che Puck con un’altra maschera – che confortava il giovane per ci�� che aveva perso, ma allo stesso tempo illustrò con grande chiarezza la situazione al suo pupillo e agli spettatori tutti: non cadiate in fallo ponendo il secondo atto in contrapposizione al primo; le miserie del cattivo governo nascono dai semi piantati nell’era del buon governo. Non crediate che la cattiva stagione porti nient’altro che cose negative. Osservate come, con l’aiuto del fuoco, un roseto infestato dalla malerba può fiorire come mai prima. Per vederlo, vi basterà attendere il terzo atto di questa farsa!

Lo spettacolo giunse ad un momento di stanca; i primi sbadigli si spalancarono sulle bocche dei conviviali. Occorreva un guizzo da gran drammaturgo per ridestare l’attenzione: Puck portò due dita tra le labbra ed emise il fischio più acuto che quelle nobili orecchie avessero mai udito. A quel rumore seguì un fracasso d’inferno e dopo ancora parve che l’inferno stesso si riversasse davvero nel castello di Lincoln: le fiamme si rincorsero sugli arazzi, bruciarono i legni, avvolsero persino le pietre. Interdetto, il conte, osservava Puck levarsi la maschera e rivelare il suo volto.

Hashford lo riconobbe e ne gridò il nome: «È Robin Hood!».

[continua]

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In questo primo racconto mi sono divertito a narrare una storia, quella di Robin Hood, le cui fonti sono innumerevoli e spesso contraddittorie. L’andatura della narrazione è quella di una rana che salta tra diversi piani narrativi come se fossero rocce di un ruscello. Nell’estratto qui riportato, la banda di Robin recita una farsa che è in parte una satira politica, in parte un biopic dello stesso Robin Hood con nomi ed eventi già presenti nel mito che si affiancano ad altri inventati di sana pianta, che ha come risultato un intrico di eventi irrisolvibile (o almeno spero). I merry-men oltretutto recitano mascherati da animali per non farsi riconoscere (si presume che una sorta di identikit di Robin Hood sia presente in tutto il regno), cosa che mi ha permesso di giocare con diverse corrispondenze e di confondere ulteriormente le acque: Robin ha una maschera da volpe, perché è un trickster - un guastafeste - come Reynard the fox, il più famoso imbroglione del folklore britannico e nord-europeo; si esibisce in uno spettacolo così travestito come fosse un Peter Gabriel del XII secolo, che a sua volta si proponeva come un trickster nel tour di Foxtrot (e nella copertina dell’album); nel film Disney, Robin Hood è una volpe antropomorfa - idea riciclata da un’idea poi abortita di un film su Reynard the fox -; e chissà quanti altri link mi sono venuti in mente mentre scrivevo che ora ho dimenticato.* La narrazione compie altri salti - si può dire che non faccia altro - tra false introduzioni - che sono favole raccontate da Fra’ Tuck ai monelli del villaggio, ma potrebbero essere anche testimonianze dell’origine “sovrannaturale” di Robin e i suoi - possibili flashback - ma potrebbero essere “solo” sogni - e l’intreccio di un piano assurdo per entrare nel castello - alla Lupin III - di mascherate (in un effetto che vuole somigliare a quello del “Teatro nel Teatro™”), esplosioni pirotecniche, cavalli di Troia (Robin che si lascia catturare per permettere ai suoi uomini di liberare i carcerati) cambi di fronte inaspettati con gli invasori che si ritrovano assediati, ellissi narrative e fughe spettacolari da un luogo reale a un luogo di fiaba (Fra’ Tuck che fugge dal villaggio per entrare nella favola che stava raccontando all’inizio). 

Il risultato, ora che ci penso, potrebbe sembrare quello di un Inception folkloristico. Che poi sia riuscito o meno lo lascio decidere ai lettori.

*oh sì, c’è anche la questione dello pseudonimo, ovviamente. Puck Goodfellow è l’unione tra due nomi dello stesso personaggio: Puck, un folletto/spirito presente nel folklore di un po’ tutto il nord-europa, nonché nella commedia di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate”, e [Robin] Goodfellow, o Robin Buondiavolo, che parrebbe essere l’origine etimologica di Hobgoblin (con Hob che sarebbe la contrazione di Robin) - il folletto dei boschi che si divertiva a cambiare i sentieri, far smarrire i viandanti e altre carognate così - nonché l’origine mitica(?)/fiabistica/ancestrale di Robin Hood. 

#robin hood #sherwood #Flavio Del Prete

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toscanoirriverente · 7 years

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Ritrattone al veleno di Antonio Di Pietro by Perna

Se non fosse che ne ha fatte troppe, Antonio Di Pietro farebbe perfino un po' pena. Al più noto dei molisani, giunto a 66 anni, non ne va più bene una. Nel quarto di secolo in cui ha imperversato come pubblico ministero, politico e ministro, si diceva di lui: due braccia rubate all' agricoltura. Tanto è vero che, lasciato il Parlamento nel 2013, fece ritorno al suo podere di Montenero di Bisaccia. Fu immortalato in canottiera mentre viaggiava sul trattore e pensammo tutti a un commiato definitivo dalla vita pubblica dopo i pasticci combinati. Invece, non ha resistito.

Sei mesi fa ha parcheggiato l'aratro in cascina ed è tornato in circolo come presidente della Pedemontana, società autostradale lombarda. E qui è sorta la prima grana. Vige, "infatti, una stramba legge che impedisce ai pensionati ex dipendenti pubblici di essere stipendiati se tornano a lavorare. Essendo stato, per così dire, magistrato, Totò deve fare il presidente gratis et amore dei.

Il fatto, giustamente, non gli è andato giù e aveva concordato col governatore, Bobo Maroni, un compenso in via eccezionale di 60.000 euro lordi l'anno. Al netto, neppure un gran cifra. Ma in dicembre, ostando la legge, la Giunta regionale non ha approvato la spesa e Di Pietro è rimasto con un palmo di naso. Se n'è fieramente lamentato. «Lavoro tutti i giorni, notte e giorno: in Pedemontana non ci sono né amministratore delegato né direttore generale, mi tocca fare prete e sagrestano». E che diamine, peggio del servizio militare, ha concluso.

Insomma, Totò dà l'impressione di uno bisognoso di grana. Nonostante goda, penso, di una buona pensione come magistrato e di una eccellente come politico. È stato infatti parlamentare nazionale per tre legislature, europeo per due e altrettante volte ministro. Inoltre, essendo di querela facile, ha intascato per decenni i favolosi risarcimenti che i magistrati, suoi colleghi, gli hanno fatto avere da giornali e avversari.

Fonte di reddito alla quale è tuttora attaccatissimo tanto che nel giugno dell' anno scorso si lamentò per radio che Vittorio Sgarbi, malgrado le condanne, non gli avesse versato centinaia di migliaia di euro. La risposta di Sgarbi giunse immediata, sempre via etere: «Perché mai dovrei pagare Di Pietro? Vi sembra giusto prendere denari alla gente solo perché parla? Di Pietro è uno che ha messo in moto una macchina per cui sono morti Gabriele Cagliari, Sergio Moroni, altri». Sistemato.

Questa fregola di danaro, oltre che vizio caratteriale, è forse uno stato di necessità, frutto degli azzardi di cui Totò ha disseminato il suo cammino. Qualche mese fa, è venuto al pettine quello che, a occhio nudo, pare un perfetto sopruso dell'ex pm verso due alleati, i comunisti Achille Occhetto e Giulietto Chiesa. Nelle europee 2004, infatti, i due sprovveduti si appaiarono col loro movimento, il Cantiere, all' allora capo di Idv.

Quando però furono liquidati i cinque milioni di rimborsi elettorali, Di Pietro con un colpo di mano se li pappò da solo senza dividerli con i compagni di strada. La relativa causa si è trascinata per lustri finché, nell' agosto del 2016, il Tribunale di Roma ha ingiunto a Totò di restituire ai buggerati il maltolto: 2,7 milioni. Pensate che l'ex toga si sia inchinato all'ordine legale?

Neanche per sogno. Ha fatto il solito viso truce con gli occhi da matto, ha minacciato querela - e ti pareva! - ai giornali e proclamato di non dovere niente a nessuno. Farà opposizione, ci sarà un processo e chi vivrà vedrà. Il classico piantagrane italico. Tuttavia, anche se fa il rodomonte, si intuisce che, sotto sotto, tante negatività tutte assie " me gli danno un senso di precarietà e una certa strizza.

Per completare, gli è poi piombato tra capo e collo la scorsa settimana l'antipatico allaccio tra lui e i fratelli Occhionero, i presunti spioni. Il maschio, l' ingegnere Giulio, legatissimo agli americani aveva - pare in nome loro - trattato in loco nel 2005 la costruzione nel porto di Taranto di un molo per container. L'anno dopo, diventato Di Pietro ministro delle Infrastrutture del Prodi II, la pratica era finita sul suo tavolo. Secondo le cronache di questi giorni, saputo che gli Usa erano interessati, il ministro si sarebbe precipitato a soddisfarli. Firmò, infatti, un emendamento ad hoc nella Finanziaria che dava via libera ai lavori nel porto ionico. Non se ne fece poi nulla perché Occhionero scomparve senza presentare il piano di fattibilità.

Il ripescaggio della vecchia storia, è comunque diventato un inciampo per il nostro misero eroe. I giornali, infatti, ne hanno approfittato per rivangare i presunti legami segreti, a suo tempo molto chiacchierati, tra gli americani e il pm simbolo di Tangentopoli. Le indiscrezioni dell'epoca davano il giovane magistrato - che dell'inchiesta fu il piede di porco - per quinta colonna (absit iniuria verbis) dei servizi Usa. Fu il sospetto che ne ebbe Bettino Craxi e gran parte del Palazzo.

Ma rimase tutto a livello di pettegolezzo. Finché, vent'anni dopo, nell'agosto 2012, l'ex console yankee a Milano, Peter Semler, confermò i dubbi, rivelando in un'intervista i suoi stretti rapporti con Totò. «Incontrai Di Pietro nel suo ufficio», racconta Semler, «mi disse su cosa stava lavorando prima che l'inchiesta sulla corruzione divenisse cosa pubblica. Mi disse che vi sarebbero stati degli arresti». Il convegno col diplomatico avvenne nel novembre 1991, tre mesi prima dell'episodio iniziale di Tangentopoli, ma il ciarliero pm lo anticipa all'amico. «Mi preannunciò», racconta infatti il console, «l'arresto di Mario Chiesa e mi disse che le indagini avrebbero raggiunto Bettino Craxi e la Dc». Ignoro se Semler abbia detto la verità ma non ricordo smentite. Se dunque è autentico, Di Pietro è due cose: una frana di magistrato che tradisce la riservatezza imposta dalla legge; un cittadino traditore che rivela a un agente straniero l'avvio dell'operazione che cambierà la repubblica. Che costui sia poi diventato parlamentare e ministro e abbia tanto pontificato come ha fatto è un mistero cosmico.

Totò ne ha combinate di cotte e di crude. Tralascio la vicenda ultra nota della Mercedes che da magistrato si fece prestare assieme ai 120 milioni di lire senza interessi, ma altrettante ne ha sul gobbo come politico. Ne racconto una per tutte. Anni fa, quando era segretario di Idv, acquistò due appartamenti, uno a Milano, l' altro a Roma, senza cacciare una lira, ma accollandosi un mutuo. Li ha poi affittati all'Idv, come proprie sedi, a un prezzo più alto delle rate bancarie. In altre parole, con i danari del finanziamento pubblico, il partito versava al suo leader l' ammontare mensile del mutuo, più una paghetta per i bisogni personali. Finì male perché la stampa scoprì l'inghippo e Di Pietro vendette di corsa gli appartamenti per evitare ironie e accuse.

Ridotta all'osso, l'essenza di Totò è l'astuzia provinciale: fare il furbo e atteggiarsi a puro. Alla lunga, però, se ne sono accorti tutti. Dopo l' uscita dal pool di Milano, il suo capo, F.S. Borrelli, precisò: «Mai andati oltre il lei». Un suo fedelissimo in politica, Elio Veltri, ha tratto così le somme sulla sua smania di accumulare un patrimonio, specie in case: «Dall' Italia dei Valori, all' Italia dei valori immobiliari». Così, a furia di tirare la corda, Di Pietro è rimasto in braghe di tela. E così lo lasciamo anche noi.

#antonio di pietro #Mani Pulite #tangentopoli #magistratura

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technewssocial · 2 years

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Cos'è un CRM per gestire clienti? Gabriele Gobbo con Stefano Antonioni - 137

Cos’è un CRM per gestire clienti? Gabriele Gobbo con Stefano Antonioni – 137

Ormai la gestione dei clienti è meglio farla con appositi software perché facilitano il lavoro, ottimizzano i tempi e aiutano ad essere più rapidi e produttivi. Ma cos’è esattamente un sistema CRM? Lo spieghiamo in questa puntata in cui Gabriele Gobbo ospita Stefano Antonioni. Perchè un software di relazione col cliente aiuta le aziende FvgTech è il programma di divulgazione e cultura digitale…

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#puntata video

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discobar · 3 years

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FvgTech festeggia cento puntate con LA Vision

Mercoledì 28 luglio 2021 (dalle ore 18) FvgTech festeggia la sua centesima puntata. La trasmissione televisiva ideata e condotta da Gabriele Gobbo avrà come ospite speciale Marco Sissa aka LA Vision, autentico hitmaker, che a fianco e dietro le quinte ha lavorato ai brani di Rovazzi, Benji & Fede, Roshelle di X Factor, Gigi D’Agostino e tanti altri. 100 puntate rappresentano un traguardo molto…

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#FvgTech #gabrielegobbo #helenidj #lavision #marcosissa #radiohouse

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lignanolanotte · 3 years

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FvgTech festeggia cento puntate con LA Vision

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#FvgTech #gabrielegobbo #helenidj #lavision #marcosissa #radiohouse

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annabzzi · 5 years

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Equipe da DPE-PR sede em Ponta Grossa recebe Moção de Aplausos

A entrega aconteceu na quarta-feira (17), na Câmara Municipal de Ponta Grossa.

Na quarta-feira (17), a equipe da Defensoria Pública do Estado do Paraná da Sede em Ponta Grossa recebeu uma Moção de Aplausos na Câmara Municipal de cidade. A homenagem refere-se aos trabalhos que a instituição oferece à população local. Nos últimos 12 meses, a DPE-PR prestou mais de 6 mil atendimentos na região.

A proposta de agraciamento foi feita pelo vereador George Luiz de Oliveira, acompanhado integralmente pelos demais membros da Câmara. Estiveram presentes no evento defensoras(es), servidoras(es) e estagiárias(os) da DPE-PR, além dos vereadores da Câmara Municipal de Ponta Grossa e outras autoridades.

Os homenageados foram: o Coordenador de Sede, defensor público dr. Ricardo Milbrath Padoim; as defensoras públicas dra. Monia Regina Damião Serafim e dra. Ana Paula Costa Gamero Salem; o defensor público dr. Júlio César Duailibe Salem Filho; as assistentes sociais Ana Letícia de França, Cristina Santana de Oliveira, Evelyn Paula Soares Matioski de Lima e Maria Stella Inocenti Orlandini; os técnicos administrativos Cristian de Andrade Urban e Marcos Paulo Pontes; as assessoras jurídicas Fernanda Corrêa, Flavia Emanuelle de Souza Netto, Silvia Haas Amaral e Tamima Gobbo Tuma Schrut; os assessores jurídicos Mario Rosni Borgo Junior e Silvio Messias da Cunha; a psicóloga Patrícia Regina Olbermann Duda; e os estagiários de Direito Mario Rogel Rocha Filhom Gabrielle Menon Steinke, Ângela Makoski, Evaristo Tomasoni Neto, Marçaçl Christian Gomes dos Santos, Caroline Akemi Okida, Gustavo Arantes Rocha e Paulo Rogerio Carneiro.

Moção de Aplausos

A entrega é uma forma da Câmara homenagear pessoas que, seja como profissional ou voluntário, contribuam para a comunidade local. A Moção é aprovada em Assembleia Deliberativa da Câmara Municipal, sendo que cada Vereador pode apresentar dois indicados, que serão aclamados ou não pelos pares.

#reportagens #annabuzzi #defensoria publica do pr

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piranot · 5 years

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Necrologia do dia 21 de setembro de 2019 em Piracicaba e região

Grupo Unidas

Zélia Monica Zanin La Rocca Faleceu anteontem, nesta cidade, contava 83 anos, filha dos finados Sr. Bartholo Zanin e da Sra. Maria Zanin, era viúva do Sr. Luiz La Rocca; deixa os filhos: Antonio Geraldo La Rocca casado com a Sra. Benedita R. Arthur La Rocca; Inês Aparecida La Rocca e Ivete de Fátima La Rocca. Deixa netos, bisnetos, demais parentes e amigos. Seu sepultamento foi realizado ontem, tendo saído o féretro às 16h do Velório da Saudade, sala 05, para o Cemitério da Saudade, em jazigo da família.

Francisco Lopes Faleceu anteontem, nesta cidade, contava 94 anos, filho dos finados Sr. Manoel Lopes e da Sra. Josefa Anjo do Carmo, era casado com a Sra. Lazara de Oliveira Lopes; deixa os filhos: Sebastião Lopes, já falecido; Noedir Aparecido Lopes, já falecido; Luis Carlos Lopes, já falecido; Ângelo Benedito Lopes; Jose Francisco Lopes; Helio Jose Lopes; Benedita de Fátima Lopes; Maria Deonice Lopes Ribeiro; Solange Lopes Vitti; Cassia Lopes Caroni; Silvia Regina Lopes Fuzatto e Ivone Aparecida Lopes. Deixa netos, bisnetos, tataraneta, demais parentes e amigos. Seu sepultamento foi realizado ontem, tendo saído o féretro às 15h da sala C do Velório do Cemitério Parque da Ressurreição para a referida necrópole em jazigo da família.

Ângela Montanari dos Santos Faleceu anteontem, nesta cidade, contava 88 anos, filha dos finados Sr. Ângelo Montanari e da Sra. Elisa Madaschi, era viúva do Sr. Carlos Luiz dos Santos; deixa os filhos: Ângela Maria dos Santos Almeida casada com o Sr. Fernando D. de Almeida; Zaira Aparecida dos Santos e Jose Mouro dos Santos. Deixa netos, bisneto, demais parentes e amigos. Seu sepultamento foi realizado ontem, tendo saído o féretro às 11h do Velório do Cemitério Municipal de Santa Maria da Serra, para a referida necrópole, em jazigo da família.

Antonio Paulino Filho Faleceu ontem, nesta cidade, contava 60 anos, filho dos finados Sr. Antonio Paulino e da Sra. Julia Ribeiro da Silva. Deixa demais parentes e amigos. Seu sepultamento foi realizado ontem, tendo saído o féretro às 13h, da sala 02, do Velório do Cemitério da Vila Rezende para a referida necrópole em jazigo da família.

Maria Layder Carnio Oriani Faleceu ontem, nesta cidade, contava 86 anos, filho dos finados Sr. Ricardo Carnio e da Sra. Angelina Perensin, era viúva do Sr. Decio Oriani; deixa os filhos: Luciane Aparecida Oriani e Decio Fernando Oriani casado com a Sra. Patrícia Calella Fernandes. Deixa netas, demais parentes e amigos. Seu sepultamento foi realizado ontem, tendo saído o féretro às 17h do Velório da Saudade, sala 02, para o Cemitério da Saudade, em jazigo da família.

João Serafim Caetano da Silva Faleceu ontem, nesta cidade, contava 66 anos, filho dos finados Sr. Mario Benedito Caetano da Silva e da Sra. Benedita Soares de Campos, era casado com a Sra. Odete de Campos da Silva; deixa os filhos: Alexsandro Caetano da Silva; Erica Cristina da Silva casada com o Sr. Ricardo Salmazzi; Jeferson Luis Caetano da Silva casado com a Sra. Valeria Aparecida Canhada; Clayton Aparecido Caetano da Silva e Gabriel Raynã da Silva. Deixa 01 netos, demais parentes e amigos. Seu sepultamento será realizado hoje, saindo o féretro às 10h, da sala 03, do Velório do Cemitério da Vila Reande, para a referida necrópole em jazigo da família.

Janir Simião de Souza Faleceu ontem, nesta cidade, contava 68 anos, filho dos finados Sr. Francisco Simião de Souza e da Sra. Malvina Oliveira de Souza, era casado com a Sra. Vania Maria Fermino Vendramini Souza; deixa os filhos: Dr. Gustavo Simião de Souza casado com a Sra. Cintia Cristina Furlan e Glaucia Vendramini de Souza casada com o Sr. Fernando Navarro Oliveira. Deixa demais parentes e amigos. Sua Cerimônia de Cremação foi realizada ontem, tendo saído o féretro às 17h da sala B do Velório do Cemitério Parque da Ressurreição para o Crematório Unidas de Piracicaba.

Grupo Bom Jesus

José Estevão dos Santos Faleceu ontem na cidade de Rio das Pedras aos 74 anos de idade e era casado com a Sra. Francisca Vicente dos Santos. Era filho do Sr. Severino Estevão dos Santos e da Sra. Julia Maria da Conceição, ambos falecidos. Deixa os filhos: Maria Julia dos Santos, Maria Lenilza dos Santos, José Roberto dos Santos, Gilberto dos Santos e Rodrigo Severino dos Santos. Deixa também netos, bisnetos, demais parentes e amigos. O seu sepultamento deu-se ontem às 15h30, saindo a urna mortuária do Velório Municipal de Rio das Pedras, seguindo para o Cemitério Parque da Paz naquela localidade, onde foi inumado em jazigo da família.

Maria Possani Baptista Faleceu anteontem na cidade de Piracicaba, aos 89 anos de idade e era casada com o Sr. Henrique Baptista. Era filha Sr. Adelino Possani e da Sra. Carolina Banda Possani, ambos falecidos. Deixa os filhos: Nilza Maria Baptista, Vorilde Ap. Baptista Farias, Ivanilde Baptista, Elias Baptista, Eliseu Baptista, Eli Baptista e Derli Baptista. Deixa também genros, noras, netos e bisnetos. O seu sepultamento deu-se ontem às 16h, saindo a urna mortuária do Velório D do Cemitério Parque da Ressurreição, seguindo em auto fúnebre para o Cemitério da Saudade, onde foi inumada em jazigo da família.

Mario Antonio Fittipaldi Faleceu ontem na cidade de Piracicaba, aos 68 anos de idade e era casado com a Sra. Maria Ap. Ferreira Fittipaldi. Era filho do Sr. Antônio Gilberto Fittipaldi e da Sra. Jonadir Maiolini Miranda Fittipaldi, ambos falecidos. Deixou os filhos: Carlos Eduardo Fittipaldi e Antônio Gilberto Fittipaldi. O seu sepultamento deu-se ontem às 17h, saindo a urna mortuária do Velório Municipal da Vila Rezende – Sala 02, para a referida necrópole, onde foi inumado em jazigo da família.

Vilson Matavelli Faleceu anteontem na cidade de Limeira, aos 69 anos de idade e era casado com a Sra. Maria Ap. Rocha Matavelli. Era filho do Sr. Abílio Matavelli e da Sra. Apparecida Ferraz de Camargo, falecidos. Deixa os filhos: Luciano Donizeti Matavelli, Luciana Ap. Matavelli e Luís Fernando Matavelli. Deixa netos. O seu corpo foi transladado em auto fúnebre para a cidade de Iracemápolis e o seu sepultamento deu-se ontem às 16h saindo a urna mortuária do Velório Municipal de Iracemápolis seguindo para o Cemitério Municipal naquela localidade, onde foi inumado em jazigo da família.

Hemeter Algarve Faleceu ontem na cidade de Rio Claro, aos 103 anos de idade e era viúvo da Sra. Deolinda Ventura. Era filho do Sr. Adriano Algarve e da Sra. Isolina de Almeida, falecidos. Deixa os filhos: Nidia, Nuce, Nilson e Norma, falecida. O seu sepultamento deu-se ontem às 17h saindo a urna mortuária do Velório Municipal de Rio Claro seguindo para o Cemitério São João Batista naquela localidade, onde foi inumado em jazigo da família.

José Waldemir Macari Faleceu ontem na cidade de Piracicaba, aos 80 anos de idade e era casado com a Sra. Maria de Fatima Soffner Rizzo Macari. Era filho do Sr. Jose Macari e da Sra. Alma Coletti, falecidos. Deixa os filhos: Jose Waldemir Macari Junior e Waldemir Carmine Tulio Macari. Deixa demais parentes e amigos. O seu sepultamento dar-se-á hoje às 10h, saindo a urna mortuária do Velório D do Cemitério Parque da Ressurreição para a referida necrópole, onde será inumado em jazigo da família.

Sueli Aparecida Gobbo Prezotto Faleceu ontem na cidade de Piracicaba aos 73 anos de idade e era casada com o Sr. Leonardo Prezotto. Era filha do Sr. Natal Gobbo e da Sra. Josefina Foltran Gobbo, falecidos. O seu sepultamento dar-se-á hoje às 14h, saindo a urna mortuária do Velório A do Cemitério Parque da Ressurreição para a referida necrópole, onde será inumada em jazigo da família.

Odete Camolesi Bortoli Faleceu ontem na cidade de Piracicaba aos 67 anos de idade e era casada com o Sr. Walter Bortoli. Era filha do Sr. Antenor Camolesi e da Sra. Antônia Nalesso Camolesi, falecidos. Deixa as filhas: Ana Paula Bortoli Cantovitz casada com Marcos Roberto Cantovitz e Priscila Fernanda Bortoli Adorno casada com Laureano Benedito Adorno. Deixa netos. O seu corpo foi transladado em auto fúnebre para a cidade de Charqueada e o seu sepultamento dar-se-á hoje às 14h, saindo a urna mortuária do Velório Municipal de Charqueada, seguindo para o Cemitério Municipal naquela localidade, onde será inumada em jazigo da família.

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arquibancadaufu · 5 years

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Futebol Society entretém torcida e jogadores no Agita UFU

Com partidas emocionantes e clima descontraído, a modalidade foi destaque no evento e atraiu universitários de todos os cursos

Por: Matheus Mazon, Fábio Despontin e Andrei Gobbo

O campeonato se iniciou na manhã do último sábado, 23, no Campus da Educação Física e Fisioterapia, debaixo de muito sol. No entanto, o clima não foi capaz de impedir o bom desempenho das 8 atléticas participantes. Divididas em dois grupos, de tal modo que Direito, Computação, Monetária e Medicina faziam parte do grupo A, e Humanas Udia, Agrárias, Exatas e Educação Física pertenciam ao grupo B, as equipes disputaram arduamente as quatro vagas que lhes dariam o acesso à fase final.

No grupo A, teve-se como destaque as boas atuações da equipe da Monetária, primeira classificada, demonstrando entrosamento e organização em campo, ambos destacados por Gabriel, estudante do curso de Administração. “O time já vem jogando junto há alguns anos. Então, não é de agora que estamos nos preparando e treinando para competições como estas”. Mesmo com o campeonato rolando, entre os atletas havia um ambiente de descontração. Após marcar 3 gols, o atacante Saulo dos Santos, graduando de Ciências Contábeis, mostrou seu talento fora dos gramados cantando para o Arquibancada UFU: ouça aí!

No mesmo grupo, a segunda atlética classificada para a semifinal foi a do Direito, depois de empatar o jogo com a Monetária graças a um gol de falta nos instantes finais. Com o empate, as duas equipes se classificaram.

No grupo B, o melhor futebol apresentado foi o do plantel da Exatas, o qual teve como destaque o calouro Igor “Dele Alli”, autor de 2 gols na fase de grupos, importante para a classificação da equipe à próxima etapa. O meia ainda reforçou a integração que o evento promoveu. “Foi a primeira vez que participei do evento, foi uma oportunidade de conhecer novas pessoas”. Na segunda colocação, o time da casa garantiu vaga ao segurar a forte pressão exercida pela equipe da Humanas Udia, vencendo por 1 a 0. Assim sendo, classificaram-se para as semifinais, Monetária, Direito, Exatas e Educa. as quais disputaram os jogos a tarde.

Os jogos das semifinais não deixaram de ser tão emocionantes quanto os jogos da fase de grupos, com os jogos entre a Monetária contra a Exatas e o embate entre Direito e a Educa, com a bateria da UFU ao fundo de trilha sonora para os embates finais, com direito a goleada, disputa de pênaltis e defesas impressionantes.

O jogo entre a Monetária e a Exatas foi um embate em que a equipe vermelho e azul propôs o jogo, criando chances de gol e tocando mais, enquanto a Exatas foi escalada num esquema mais truncado, com uma defesa sólida, destaque para o goleiro Jian, que conseguiu diversas defesas chaves para levar o jogo para a disputa de pênaltis. Já na disputa, após os dois times conseguirem marcar na primeira rodada, o goleiro da Monetária conseguiu pegar o segundo pênalti, com Natal marcando o terceiro e selando o primeiro finalista.

Já a disputa entre Direito e a Educa foi um jogo, cuja ambas equipes saíram mais para o jogo, com diversos chutes ao gol de ambos os lados, com muitos contra-ataques, toques de bola mais abertos e chances fatais de gol. O destaque da partida Eric Carvalho, da Educa, fez mais de 5 chutes levando perigo para a equipe adversária. Entretanto, num cruzamento, Wesley dos Reis, do Direito, conseguiu cabecear precisamente, conseguindo tirar o goleiro da bola e fazendo ela entrar no fundo da rede. Com o gol e administrando o restante do partida, os Lobo-guará conseguiram vencer e ir para a final.

A final do futebol Society foi um jogo no qual a Monetária e, principalmente, seu atacante, Natal Júnior, conseguiram fazer uma grande partida. Logo no começo jogo marcou , com um chute forte, 1 a 0 em cima do Direito. Após algumas jogadas de ambos os lados, Natal marca mais duas vezes, selando o seu hat-trick. Depois da troca de lados, em uma tabela entre Henrique e Victor, foi marcado o quarto gol da equipe do Tamanduá. Wesley, do Direito, marca um gol, fechando o placar em 4 a 1 para a Monetária.

A Atlética do Direito tenta se proteger, mas a equipe da Monetária é mais ofensiva e consegue o título. (Foto: Ítana Santos)

Natal, o artilheiro da final comentou sobre o desempenho da Monetária no campeonato. “Fazia muito tempo que nós não jogávamos Society. Então, foi muito bom para a gente poder colocar algumas situações de jogo e ver alguns problemas os nossos pontos forte e o que ainda precisamos trabalhar”.

Os amistosos fizeram parte do conjunto de atividades propostas para o Agita UFU, com o objetivo de integrar os estudantes ao esporte e a hábitos saudáveis. O esporte na vida dos estudantes tem poder de transformação, pode contribuir para melhorar o desempenho acadêmico, além de propiciar a criação de hábitos saudáveis.

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