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Fabrizio Corona: "Penso che la bomba sotto casa sia opera del fidanzato di Nina Moric"
“Penso che a mettere la bomba sia stato Luigi Mario Favoloso, un nome che è tutto un programma, il fidanzato della mia ex moglie Nina Moric”. L’accusa fortissima viene scagliata da Fabrizio Corona durante il processo milanese ove è imputato per intestazione fittizia dei beni.
E quando il giudice Salvini gli domanda come mai non ha mai esposto prima agli inquirenti questo suo sospetto, Fabrizio Corona ha risposto: “Nessuno mi ha mai chiesto se avessi dei sospetti”. Per l’ex fotografo dei vip “due erano le persone fastidiose” che aveva pensato avessero a che fare con l’agguato: “Uno era un tizio di Buccinasco che aveva fatto un contratto con la mia società Fenice, ma che poi non fece il lavoro. È un pazzo cocainomane, minacciava la Persi tanto che lei l’ha querelato e ha minacciato me nel sottopassaggio a San Siro durante un Inter-Juve”. L’altro, appunto, il fidanzato della sua ex moglie, è “quel pazzo psicopatico di Luigi Mario Favoloso”.
Durante il processo, poi, Fabrizio Corona smentisce quello riportato da tutti i cronisti presenti all’udienza della scorsa settimana, cioè di avere mai detto che lui e Belen Rodriguez facevano “cifre stratosferiche, anche in nero”. “Non ho assolutamente detto che io e Belen prendevamo soldi in nero – ha detto all’inizio dell’udienza di oggi -. Ho detto che io facevo nero. Lei rispetto ai soldi che facevo io non facevo neanche un euro”.
Fabrizio Corona ha quindi attaccato i cronisti che seguono il processo e che hanno riportato le sue dichiarazioni accusandoli di non sapere “cos’è il diritto penale”. Immediatamente è arrivata la dura la risposta di Guido Salvini che lo ha invitato ad avere “rispetto per i cronisti giudiziari milanesi unanimemente riconosciuti come validi, anche dagli avvocati”.
Ma non è tutto. Fabrizio Corona se l’è presa anche con Marcello D’Onofrio, legale di Belen, definendolo “pseudo avvocato” e guadagnandosi, in questo caso, il rimprovero del suo legale, Ivano Chiesa, che l’ha invitato ad avere rispetto per il collega. Nel corso del processo, poi, Fabrizio ha voluto spiegare con parole sue “il fenomeno Corona”. “Corona è un personaggio unico – dice, parlando di sè in terza persona – non è un tronista. Se io vado in un posto, devo starci un’ora e invece sto solo dieci minuti, alla gente va bene così, anche il ritardo piace perchè fa parte del personaggio, basta che io stia lì a fumarmi una sigaretta. Su oltre 700 date abbiamo avuto solo una causa civile, mai niente di grave”.
Fabrizio Corona si è anche scagliato contro la blogger Selvaggia Lucarelli: “L’80 per cento delle cose che ha scritto nella sua inchiesta su di me (il riferimento va a un articolo apparso su Il Fatto Quotidiano l’estate scorsa, ndr) è fuffa, è plastica, come è di plastica lei, perchè il pezzo è basato sulle dichiarazioni di Fabrizio Scippa (ex collaboratore di Corona, ndr).
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lezioni di antiquariato al salotto scippa ogni mercoledì alle ore 18,00 Napoli
Lezioni di antiquariato: alla ricerca del belloa cura di :Arch. Scippa Mario antiquario e esperto perito (iscr. CCIA N°2464) e dott.Gennaro Scippa Antiquarioal SALOTTO LETTERARIO ANTICHITA’ SCIPPAa Napoli in via Vannella Gaetani 20 TEL. 0817642922(nei pressi di piazza Vittoria)Il ciclo di lezioni , tenute dall’ architetto Mario Scippa, antiquario, scrittore, titolare del Salotto letterario antichità scippa, si svolgerà direttamente in una storica galleria antiquaria e avrà un carattere molto diretto e pratico con il vero mondo dell’antiquariato, eclettico e variegato.Oltre ad informazioni di carattere teorico e informativo sugli stili e la storia dell’arte, ha come obiettivo principale quello di far conoscere ai partecipanti la vera realtà antiquaria, non solo quella dei libri o dei musei, attraverso incontri periodici con personaggi rappresentativi del mondo dell’antiquariato napoletano: galleristi, antiquari, rigattieri, restauratori di mobili, di quadri, indoratori.Tutti gli incontri con i protagonisti del mondo dell’antiquariato napoletano, si svolgeranno direttamente nei loro luoghi di lavoro.In tal modo, il partecipante, oltre a ricevere informazioni direttamente dallo specialista, può farsi un’idea chiara del mondo complesso e articolato, come genericamente viene visto quello dell’antiquariato.Non sarà un corso esclusivamente nozionistico e non avrà la presunzione di “formare antiquari”, sarebbe impossibile in un corso.Piuttosto, la nostra intenzione è quella di fornire le basi per far conoscere questo mondo, intricato e magico, a chi ha sempre voluto avvicinarsi ed è sempre restato sulla soglia.Il corso ha come obiettivo quello di fornire gli elementi base per il riconoscimento degli stili nell’arredo, le tecniche costruttive, le principali differenze stilistiche dei luoghi di realizzazione degli arredi nei secoli, i principali elementi per il riconoscimento di un falso.Avrà un carattere generale ma con particolare attenzione al mobile del settecento e dell’ottocento italiano, francese e inglese.Ogni lezione è scritta e viene distribuita ai partecipanti con dispense on-line via mail. https://www.ipertop.it/lezioni-di-antiquariato-al-salotto-scippa-ogni-mercoledi-alle-ore-18-00-4294006178.htm?utm_medium=tumblr
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Quarantena 2020, il nuovo Decamerone
San Giorgio a Cremano, in un blog i pensieri di giovani allievi del Liceo Urbani sospesi in quarantena
di Mario Scippa
Giovani sospesi nel tempo, dove tutto è sospeso: le abitudini, gli incontri fisici.
Sospesi in un tempo che non avrebbero mai immaginato di vivere, loro come noi adulti.
Come noi adulti , sono cresciuti nelle certezze, nella falsa sicurezza che mai qualcosa di sconvolgente per…
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Carlos Gardel disse che il Tango . «..non basta ballarlo ma …bisogna anche sentirlo. Bisogna viverne lo spirito.» Con la benedizione di Papa Francesco, che da giovane lo ballava spesso, ecco il romanzo noir di Mario Scippa “OchO, Tango a Napoli”
Come in tutti i libri anche dello scrittore, architetto, antiquario, performer e tanguero Mario Scippa anche OchO, Tango a Napoli é un invito a leggere nell’animo umano.
Nel romanzo con sfumature noir ambientato nel mondo notturno dellle milonghe napoletane, il tango è inteso e rappresentato come metafora della vita.
Nei vari campi linguistici che ama esplorare (dalla narrativa, alla poesia, alla drammaturgia), tutto il lavoro dell’autore segue, come in una sorta di opera unica, il suo personale percorso prezioso di ricerca interiore, distillando, goccia a goccia, ogni pulsione che attraversa la mente e compone i pensieri sulla vita e il senso di stare al mondo.
Il tango è sempre presente nei suoi lavori. Fin dal primo romanzo L’antiquario e il Professore, 2008, dove il delicato incontro tra due uomini dediti alla ricerca della bellezza hanno sempre come sottofondo e colonna sonora silenziosa, uno strisciante lamento di una fisarmonica che rilascia nell’aria le note di un sensuale e passionale tango argentino.
E come nella sua prima raccolta di poesie, Il Costruttore di Illusioni, 2010, molti suoi versi sono pensati e scritti come testi di possibili tanghi.
E anche nel suo romanzo dedicato alla idea di Bellezza, Toglietemi Gli Specchi, 2012, il tango è la chiave del libro, intorno alla quale si sviluppa la storia.
L’amore per il tango porta Mario Scippa a frequentare le milonghe napoletane senza saper ballare, senza conoscere nessuno, da solitario osservatore curioso. E in quel periodo, circa sette anni fa, nasce la voglia di imparare il tango per viverlo dall’interno, non più come spettatore ma come uno dei tanti protagonisti, da un lato, e dall’altro si affaccia l’esigenza di raccontare quel mondo, invisibile agli occhi dei tanti, ma che ogni notte vive e si emoziona sotto la pelle della città di Napoli, così come in tutto il mondo. Nasce così nel 2018 OchO, Tango a Napoli.
Ocho è la figura più importante del tango. Questa parola l’hanno pronunciata e la pronunciano ballerini, maestri, filosofi, scrittori e poeti di tutti i tempi, ma mai nessuno ha veramente spiegato il perché.
La storia di Maurizio Sales e del vecchio maestro cieco, don Giorgio Borghese, aiuta a capire perché questa figura è così importante e perché è l’essenza stessa del Tango.
È un romanzo che ci porta per mano in una città rappresentata in mille modi diversi ma mai tra i tangheri che la popolano ogni notte con i loro sogni, desideri, amori, paure, speranze. Una straordinaria comunità sempre uguale e sempre diversa.
L’autore. Mario Scippa, architetto, nasce a Napoli nel 1961. I suoi interessi spaziano in vari campi: fotografia, tecniche di rappresentazione multimediale, arte in genere, antiquariato, letteratura, poesia, tango.
Insieme al fratello Gennaro gestisce a Napoli la galleria d’arte e di antiquariato Antichità Scippa (terza generazione di antiquari nella stessa sede). È Perito con iscr. A ruolo di esperto di antiquariato alla C.C.I.A. Di Napoli.
Da qualche anno usa le nuove tecnologie per far conoscere le proprie attività ad un pubblico sempre più vasto, preferendo al sito web l’interazione diretta con i contatti attraverso i social network.
È un autore indipendente e cura la pubblicazione dei suoi libri in tutte le sue fasi, dalla scrittura all’editing, alla grafica alla distrubuizione on-line
Oltre a OchO, Tango a Napoli, ha al suo attivo le pubblicazioni: L’antiquario e il professore (edizioni Demian) 2009. Per Antichità Scippa arte&cultura ha dato alle stampe Il costruttore di illusioni, 2010. Toglietemi gli specchi,2012, Io parlo web e tu?, 2013, Bolle, 2013, Don Fernando, 2014.
Numerose sillogi e poesie singole in antologie in Italia e all’estero.Ha curato la rubrica Il Salotto Letterario su una tetata on line
Spettacoli scritti e rappresentati: Onde, Magma, Il Mare e il Vecchio, Pulcinella Borghese, Cartellone, Uragano, Don Fernando (con musiche del Maestro Franco De Biase).
Dal 2011 ha aperto un salotto culturale Antichità Scippa arteecultura, dove tiene regolarmente ogni Mercoledì anche delle lezioni di antiquariato.
Nel 2012 ha ricevuto un Premio alla Carriera al Festival internazionale delle Arti e delle Scienze.
È citato tra le eccellenze culturali a Napoli nel libro Assaggi di Napoli, Graus Editore, del filosofo napoletano Aldo Di Mauro.
La drammaturgia Don Fernando è stata oggetto di studio per una tesi di laurea di 2° livello, del maestro Franco De Biase, in Composizione per la musica applicata alle immagini al Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, per l’anno accademico 2015-2016 alla Scuola di Musica applicata ai contesti multimediali, relatore Lucio Maria Lo Gatto.
Il libro. Maurizio, un giovane laureato in filosofia, insieme al suo professore sta conducendo una ricerca sull’estetica delle danze popolari nel mondo. Sta per formulare una teoria sulla spiegazione del perché l’ocho sia considerata da tutti, in tutto il mondo, la figura più importante del tango.
In quel periodo conosce Angela e la sua vita prende una piega diversa. Dopo qualche mese aspettano un figlio. Si sposano e lui per far fronte alle esigenze della famiglia abbandona quella ricerca per un posto di lavoro che gli garantisce un minimo di sicurezza economica ma che lo porta a vivere una vita alienante e abitudinaria. Il bambino però non nasce.
Trascorrono circa 20 anni: il loro rapporto ormai si è consumato. Entrambi si sentono morti dentro. Lei lo tradisce e lui dopo una ennesima provocazione di Angela va via di casa. Mentre sta preparando la borsa con le cose più importanti da portare via, trova due lettere che molti anni prima segnò su una lavagna. Gli fanno ritornare in mente i suoi vecchi studi sull’estetica del tango.
Nel suo vagare per Napoli senza più punti di riferimento, per caso si trova in una scuola di tango. Si iscrive e inizia a praticarlo. Dopo alcuni mesi che frequenta la scuola e inizia a muoversi a tempo di musica. In una milonga conosce un vecchio cieco, Don Giorgio Borghese. É un famoso ballerino di tango, conosciuto in tutto il mondo, di origine napoletane, nato e vissuto per metà della sua vita in Argentina e la seconda sua metà a Napoli. Si trova a Napoli perché negli anni ’50 conobbe una nobildonna, la Marchesa Colarusso, con la quale ebbe una storia d’amore durata un anno. Dovette ritornare in Argentina perché il Paese stava vivendo dei forti disordini di ordine politico. Inoltre, era sposato con una donna di Buenos Aries, la sua famiglia aveva bisogno di lui …
I tanti temi affrontati da Mario Scippa in OchO, Tango a Napoli hanno un denominatore comune: quello che in qualsiasi momento della vita si può sempre morire e nascere un’altra volta.
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Il Libro: OchO, Tango a Napoli Carlos Gardel disse che il Tango . «..non basta ballarlo ma ...bisogna anche sentirlo. Bisogna viverne lo spirito…
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