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#SENTIMENTI AMORE PASSIONE ODIO E POESIA
fannyjemwong · 3 months
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Golondrina del Banjó por Fanny Jem Wong / Anna May Wong por Marco Martos
Golondrina del Banjó POR FANNY JEM WONG Golondrina del Banjó Vestida de Plumas de JadeVuela la Princesita AmarillaEn los fríos Vientos del Norte, del Señor Oscuro.Trae en la cintura un amuleto de rojo mandarín.Ella lleva preciados papeles y tintas de humo. Avanza Muchacha PálidaPequeña Mariposa del QiheEntre aroma de cerezo hacía los castillos doradosContempla con tus rasgados ojos la azul…
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giancarlonicoli · 5 years
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30 GEN 2020 15:01
“LA VERA VENDETTA È LA MIA FELICITÀ” - ASSOLTA DA TUTTE LE ACCUSE, GIULIA LIGRESTI TORNA IN PISTA CON UNA COLLEZIONE DI DESIGN: “SONO STATA MOLTO AMATA. DA MIO PADRE, PRIMA DI TUTTI. LA PRIGIONE? UNA PROVA DURISSIMA. A SAN VITTORE RIPETEVO TANTE VOLTE AL GIORNO "UNBROKEN", CHE VUOL DIRE "NON FARTI SPEZZARE". CORREVO PER CHILOMETRI LUNGO IL QUADRATO DEL CORTILE DELLA PRIGIONE. ERA UN MODO PER SCARICARMI..."
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Lucia Esposito per “Libero quotidiano”
Giulia Ligresti arriva avvolta in un lungo cappotto bianco, gli occhi azzurrissimi ingiustamente coperti dagli occhiali da sole. L' appuntamento è per l' ora di pranzo alla Galleria Glauco Cavaciuti in via Vincenzo Monti a Milano, dove in serata l' imprenditrice presenta la sua prima mostra personale intitolata "Love", una collezione di oggetti di design interamente realizzata a mano.
Giulia Ligresti ha voluto celebrare l' amore, un approdo sicuro e mai certo, esposto ai venti della passione, ai turbamenti dell' anima e allo scorrere del tempo. Eppure una necessità, un grido dirompente. «È il più alto dei sentimenti ma è anche il più imperfetto. Talvolta scivola via sinuoso e liscio, altre volte è complicato, difficile, come una strada in salita.
Allo stesso modo le sedie, le consolle, i divanetti, i tavoli e le sculture realizzati in ferro, alluminio, ottone e bronzo rappresentano la solidità ma anche l' imprevedibilità. Il velluto, per esempio, è un tessuto morbidissimo ma, se toccato in senso contrario, è anche ruvido». Il risultato è una collezione di pezzi unici, vere e proprie opere d' arte che da oggi sarà possibile ammirare presso la Galleria Cavaciuti.
lo stupore Giulia passeggia tra i suoi oggetti ed è quasi stupita, come se ammirasse le sue creazioni per la prima volta.
È orgogliosa come una mamma davanti ai propri figli. «Sono davvero contenta. È bella, vero?», dice accarezzando la consolle dorata dove campeggia la scritta "Love". «Di questa collezione mi ha folgorato la capacità della Ligresti di trasformare oggetti d' uso comune, come un tavolino o una sedia, in opere d' arte. Queste creazioni trasmettono gioia e guardandole è scattata in me, come spesso accade davanti al bello, la voglia di possesso», spiega il gallerista Glauco Cavaciuti.
Ci aspettavamo di trovare una donna incazzata col mondo. Con i giudici che ti sbattono in galera anche se sei innocente. Con i giornali che, invece, ti sbattono in prima pagina. Credevamo di trovare una donna distrutta per aver perso l' azienda di famiglia, schiacciata da un guaio giudiziario lungo sei anni e da due accuse pesantissime e infondate: falso in bilancio e aggiotaggio. Invece no.
Giulia Ligresti, durante l' incontro, ripete più volte che non vuol passare da vittima, né intende discutere di malagiustizia. Anzi, di quella vicenda che coinvolse tutta la sua famiglia e che si è conclusa con la piena assoluzione, preferirebbe non parlare affatto.
Tuttavia, per capire le sue opere e la potenza di quel "Love" che rimbalza dalla sua collezione, non si può prescindere da ciò che è successo un giorno d' estate del 2013 quando è stata presa e portata in una cella d' isolamento nel carcere di Vercelli. «La prigione è stata per me una prova durissima, però ne sono uscita più forte di prima. Sono felice anche se non riesco a non pensare a tutti quelli che si trovano in una situazione simile a quella che ho vissuto io», si lascia sfuggire.
Non sappiamo come sia possibile tutto ciò, ma la Ligresti, figlia di Salvatore, re del mattone, fondatore della galassia Fonsai, scomparso nel maggio del 2018, non nutre odio né ha sete di vendetta. «La vera vendetta è la mia felicità. L' amore è il fil rouge della mia vita. Sono stata molto amata. Da mio padre, prima di tutti». Fa una pausa brevissima e poi continua: «E poi dagli uomini, dai miei figli, dagli amici.
Sono stata inondata da questo bene e a mia volta ho amato molto. Intensamente», confessa e poi le si accende il ricordo di una frase che ha letto la prima sera che è arrivata in carcere a Vercelli. Era firmata da una detenuta di nome Lucia.
Giulia la recita come una poesia: «Ringrazio tutti coloro che mi odiano perché grazie a loro ho imparato ad amare di più. Queste parole mi hanno dato la forza. A San Vittore ripetevo tante volte al giorno "unbroken", che vuol dire "non farti spezzare"».
Si è laureata a pieni voti in Economia aziendale alla Bocconi, ha frequentato corsi di Business Administration al Queen Mary College di Londra, ha ricoperto ruoli dirigenziali che hanno sempre fatto prevalere il suo lato logico e pragmatico.
«Con questa mostra ho voluto dare voce alla mia creatività che, a dire il vero, non ho mai silenziato».
lo sport La secondogenita di Ligresti non è mai bastata a se stessa. Giulia ha tre figli ormai grandi, ma si occupa anche tutti i bambini della Vanaprastha Children' s Home a sud di Bangalore che aiuta a distanza, in più ha un progetto per i piccoli siriani: raccogliere fondi per comprare attrezzature sportive.
«Lo sport salva. L' ho provato in carcere, ogni giorno correvo per chilometri lungo il quadrato del cortile di San Vittore, era un modo per scaricarmi e allo stesso tempo per trovare nuove energie. Vorrei dare una mano a tutte le donne vittime di ingiustizia nel mondo. Ho in mente qualcosa, ma ne parlerò a suo tempo. Sono riuscita a difendermi, ma non tutte hanno la possibilità di farlo. Voglio fare qualcosa di concreto per queste persone, perché purtroppo so cosa si prova».
Giulia Ligresti spinge avanti il tempo e parla al futuro, ha davvero chiuso i conti col passato. Ha vinto lei. E lo si capisce pure dalle sue opere, quando in mezzo a tanti "Love", appare una poltroncina con la scritta "Fuck" in nero. Vaffanculo. È un urlo silenzioso. A chi è rivolto? Giulia scoppia in una grandissima risata.
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Bordeggiando tra i colori verso una meta
E oggi vi condurrò in un bordeggio tra i colori verso un’insospettata meta! Immaginate di avere davanti la più grande tela da pittura che possiate concepire... Immaginate di osservarla e di cominciare a visualizzare quello che potrebbe essere il dipinto. Ora cercate di percepire la natura dei colori: a ciascuna sfumatura corrisponde un’emozione, un sentimento... Ci saranno pennellate arancioni come la forza creativa e la gioia. Altre blu e azzurre, come la serenità, la capacità di comunicare e la fantasia che accompagna le serate d’estate... E poi rosa, come l’amore, la fiducia e come la capacità di tirare fuori il meglio dalla realtà. Ancora ce ne saranno di viola come la capacità di espandere la propria coscienza, di avere pensieri profondi... e gialle come il calore del sole, come la propria personalità vibrante, o rosse come il desiderio, la passione, la forza vitale... O ancora verdi, come la speranza, l’appagamento, l’equilibrio. Se io chiudo gli occhi, vedo quella tela...attraversata da una sorta di onda leggermente obliqua che occupa quasi l’intera superficie sfumando dal rosa al lilla all’azzurro, che poi, nelle aree più esterne, lascia spazio a verde smeraldo, arancione, viola scuro, blu intenso, rosso e giallo...il tutto con cerchi bianchi di misure diverse, come i crateri della luna... Mi da una gran sensazione di pace, di armonia, di leggerezza e di spiritualità, senza escludere la gioia creativa della vita. Ma questa è la mia immagine personale, o forse i miei stessi colori... In ogni caso, sarà attraverso la relazione tra colori e le loro sfumature che si potrà dar forma a cieli, mare, stelle, vegetazione, che si potranno ricreare immagini e tonalità così arcaiche da evocare vibrazioni primordiali come la Terra stessa sulla quale viviamo... Saranno colori forti e decisi, come quelli dei dipinti sudamericani e dei fiori tropicali, o quelli intensi, nitidi e mediterranei come appaiono nei tipici quadri di paesaggi greci, o saranno la somma della delicatezza delle sfumature dei capolavori di Monet o della nebbia in Val Padana... Se vi soffermate a immaginare o guardare un qualsiasi paesaggio della Natura, che sia un prato, un monte, un fondale marino, una foresta o un tramonto, saranno proprio le quantità di diverse tonalità e sfumature a rendere quell’immagine completa, nitida, ricca... abbacinante per la sua bellezza!!! ...e quanti più colori vi saranno, tanto maggiori saranno la vividezza e le cose che attireranno la nostra attenzione e il piacere del nostro guardare. Ma se la tela fosse così grande da aver bisogno non di pennellata, ma di persone per essere coperta di colore? E se quei colori non fossero dati tanto dalle tinte degli abiti, dei capelli o della pelle, ma dal colore delle proprie emozioni, dei propri sentimenti? Creatività, fiducia, collaborazione, sostegno, accoglienza, amore, speranza, cura, apprendimento, sperimentazione, complementarietà, armonia, crescita, inventiva, condivisione, informazione, solidarietà, difesa dei diritti, rispetto, comprensione, amicizia, passione, allegria, gioia, euforia, arte, comunicazione, divertimento, espressività, libertà, fratellanza, guarigione, contemplazione, reciprocità, poesia, musica, danza, competizione, competenza, impegno... Mamma mia! Avete idea di quante e quante e quante sfumature ci sarebbero? Saremmo come pixel colorati di un enorme monitor! Se seguiamo questo parallelo, ossia che ciascuno di noi rappresenta un punto colore all’interno della propria società, possiamo percepirci come una splendida quanto caotica euforia di coriandoli colorati e disordinati. Allo stesso modo di quanto avviene su un monitor, però, a seconda della percentuale di punti colore di uno stesso tipo, avremo una tonalità dominante sullo schermo. E soprattutto dove si formano immagini definite, i punti colore di uno stesso tipo saranno necessariamente numerosi e ravvicinati. E tutto ciò, ovviamente, senza mai divenire un unico colore, perché allora, perderemmo qualsiasi immagine e profondità, che come si è detto, sono frutto della differenza. Se avete seguito il mio ragionamento fino a qui, e se avete presente che in origine ho parlato di colori come emanazioni di sentimenti e emozioni, non vi sarà affatto difficile comprendere che i punti colore saranno assolutamente variabili e per nulla immutabili. Restando nel linguaggio collettivo, possiamo pensare a quando si dice “un mondo tinto di rosa” o “rosee prospettive” per indicare la visione possibilista di una situazione positiva, armoniosa, feconda, piacevole, ricolma di speranza, una primavera nel suo divenire. Certamente con uno stato d’animo “rosa”, saremmo tutti portati a una maggior apertura verso il futuro, verso la collettività, verso il sorriso: avremmo la serenità e la fiducia sufficienti a non farci sentirci sopraffatti dalle bollette o dall’incombere degli eventi. A quel punto, se la maggior parte delle persone non vivesse nell’ansia e nello stress, non peserebbe sulla vita degli altri portando loro ulteriore ansia o stress, ma avrebbe anzi la forza e il coraggio necessari per stimolare anche chi è in un momento di debolezza a trovare il proprio rosa sentimento di speranza. E dalla sfumatura rosa, in modo contagioso, fiorirebbero altre rosee emozioni, perché, torno a dire, il punto fondamentale è che le emozioni non sono statiche, quindi noi non siamo statici nel nostro sentire e nel nostro risplendere, e quindi i nostri stessi colori sono assolutamente mutevoli. Di conseguenza, quale somma dei nostri colori, la società stessa è mutevole. Torniamo alla nostra famosa tela: ormai dovremmo aver costruito in noi un’immagine-ideale vivida e coloratissima. Trasponiamola sul monitor. Immaginiamo che, improvvisamente e in modo disordinato, comincino a far capolino pixel neri e che questi pixel neri cominciassero a fiorire e a crescere in misura e in numero come macchie di leopardo, sempre più grandi, sempre più vicine. Vedremmo sparire poco a poco tutti i colori, anche i più belli. Vedremmo sparire poco a poco, tutte le emozioni, anche le più belle. Vedremmo sparire poco a poco, tutti i migliori sentimenti. Il nero diventerebbe dominante, soffocante, totale. E non ci sarebbero più sfumature, immagini, vitalità. Il nero in questione è il colore osceno della paura, della sfiducia, dell’impotenza, della caduta, della chiusura, dell’assenza di luce interiore, della rivalsa, della prepotenza, dell’egoismo, della prevaricazione...è il colore di tutto ciò che può, semplicemente e amaramente, manifestarsi come odio. Ora, è verissimo che in certe situazioni, la nostra fragilità umana ci fa scivolare con estrema facilità nell’onda del sospetto, della sopraffazione, della apparente necessità di controllare e difendere ogni cosa a ogni costo... ma in tutti questi casi, se noi ci lasceremo prendere da questo sentire, saremo noi stessi uno dei troppi pixel neri che ricoprono l’esistenza. Anche se può essere difficile, anche se può sembrare solo una simpatica interpretazione della realtà, la mia, di fatto non costa nulla cercare di prendere coscienza delle nostre emozioni e cercare di liberarle dal nero che ci appartiene per lasciar emergere tutti gli altri colori della nostra Umanità... E se è vero - e che è vero lo possiamo verificare tutti, con un po’ di attenzione a quanto ci circonda - che gli stati d’animo e l’ambiente si influenzano reciprocamente, non ci resta che assumerci la responsabilità di accettare che il colore e la sostanza della società sono il frutto della somma di tutti i suoi elementi. Per questo motivo tutti dovremmo volontariamente assumerci il compito importantissimo di decidere di quali colori risplendere, sforzandoci di trasformare ogni volta quel malessere che ci trascinerebbe così facilmente ad esprimere odio, disprezzo, superiorità facendoci diventare complici di quel nero osceno che potrebbe inghiottirci tutti. from LetteralmenteRadio YogaNetwork https://ift.tt/2tWf2zm via IFTTT from CoscienzaSpirituale.net Associazione "Sole e Luna" via Clicca
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fannyjemwong · 11 months
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Tañido por Marco Martos
@fannyjemwongm Tañido por Marco Martos La campana Catalina, con su badajo de viento suspende tu sentimiento con la hondura más genuina. Penetrante en la neblina, trae la aurora del día, a la quietud desafía, ulula en lo más fresco. Tu tañido lo merezco, Catalina, mi porfía. #marcomartos #poesia #literatura #literaturaperuana ♬ sonido original – Fanny Jem Wong M Tañido por Marco Martos Tañido por…
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fannyjemwong · 2 years
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EL POEMA PERDIDO POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA: POESÍA ELEGIDA.
EL POEMA PERDIDO POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA: POESÍA ELEGIDA. Adormecidasestas letras comienzan a aflorarse desperezanal entretejersealborozadas unas con otras(tú en míyo para ti:reconocimiento mutuo)convocadas por las tinieblas de la condición humanasemejan el estallido de la luz en expansióncorrenvuelanse disparan y rompenfilas en busca del poema perdido. Ese…
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fannyjemwong · 2 years
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*Jaime Sabines “No quiero convencer a nadie de nada. Tratar de convencer a otra persona es indecoroso, es atentar contra su libertad de pensar o creer o de hacer lo que le dé la gana. Yo quiero sólo enseñar, dar a conocer, mostrar, no demostrar. Que cada uno llegue a la verdad por sus propios pasos, y que nadie le llame equivocado o limitado. (¿Quién es quién para decir “esto es así”, si la…
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fannyjemwong · 3 years
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POEMA ¡TE AMO!
POEMA ¡TE AMO! Artista : Gian Franco Pagliaro AUTOR : DESCONOCIDO. FOTOGRAFÍA: FANNY JEM WONG.
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fannyjemwong · 2 years
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EL TAÑER DE LAS CAMPANAS POR FANNY JEM WONG
EL TAÑER DE LAS CAMPANAS POR FANNY JEM WONG
EL TAÑER DE LAS CAMPANAS POR FANNY JEM WONG EL TAÑER DE LAS CAMPANAS Socavar montañasno fue nada fácilSeñor Oscuro.no crees que sea tiempode detener la marcha,los abanicos se duermensobre los luceros,son pesadas piedras,no logran contenerla espesa saviade los ríos rojos,ni el tañer de las campanasdel templo. FANNY JEM WONG
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fannyjemwong · 2 years
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DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL"METAMORFOSIS COMPLEMENTARIA"
DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL”METAMORFOSIS COMPLEMENTARIA”
DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL“METAMORFOSIS COMPLEMENTARIA” DEL POEMARIO VIDA COMPARTIDA POR RICARDO GONZÁLEZ VIGIL“METAMORFOSIS COMPLEMENTARIA”El corazón se te escapó de la bocay dando brincosen las ramas del lenguajeestrenó plumas gorjeo fuegoy zarpó a cantar.La palabra se sumergió en tu bocay entropado al galopeprimordial de la existenciaestrenó venas ritmo sangrey…
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fannyjemwong · 2 years
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LA POESÍA ES ETERNA, Y LOS POETAS NUNCA MUEREN POR JUSTO JORGE PADRÓN
LA POESÍA ES ETERNA, Y LOS POETAS NUNCA MUEREN POR JUSTO JORGE PADRÓN
LA POESÍA ES ETERNA, Y LOS POETAS NUNCA MUEREN POR JUSTO JORGE PADRÓN LA POESÍA ES ETERNA, Y LOS POETAS NUNCA MUEREN La mano que te escribe Las clases que abrazamos no son historia ni fechas, ni siquiera un puñado de palabras o una bandada de fotos en un aire parlante. tu nombre salta de mi frente, y en esa agua quieta que te mira del pasado, vives siempre lo mismo para ti mismo, para…
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