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#credere in sé stessi
ragazzoarcano · 4 months
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"Niente di splendido è mai
stato raggiunto, se non da coloro
che hanno avuto il coraggio
di credere che qualcosa dentro di loro era più forte delle circostanze."
— Bruce Barton
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ilmondodishioren · 2 years
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Never give up!
Credere in sé stessi è importante quando si vuole realizzare qualcosa, perché serve tutta la forza del mondo per non lasciarsi abbattere dalle mille difficoltà che si possono incontrare quando si vuole realizzare un sogno. La mia vita non è facile, non lo è mai stata, ma questo non vuol dire che per altri lo sia, no, parlo per me stessa. Trovare del tempo da dedicare alle passioni è una impresa…
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pensierodelgiornoblog · 4 months
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“Non è quello che sei che ti trattiene, è quello che pensi di non essere.” – Denis Waitley
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leonflashy · 2 months
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Spesso mi soffermo a cercare di capire le persone invece che di mandarle direttamente a fanculo, cerco di capire i loro stati d'animo, cerco di comprendere i loro gesti, le parole, gli atteggiamenti, ma invece dovrei fregarmene come fanno loro, trattarle come si meritano, cioè con un bel calcio nel sedere, ma non sono cosi. Forse perché do un peso alla parola ''amicizia'' o" all'amore" e, per me, è un valore inestimabile, si fa presto a dire amici o fidanzati, ma dopo è il tempo e le azioni che giudicano se davvero è quel sentimento o quel legame come si vuol dire, mi piacerebbe aprire il cervello di alcune persone e vedere se, all'interno, hanno un cervello o un ometto che balla la break dance magari con una canna in mano come in un famoso film, vorrei cercare se hanno dei sentimenti o se sono talmente pieni di sé stessi da passare sopra alla gente come un treno in corsa, ti riempie di balle, ti fa credere di essere pulito e limpido come un angelo ma alla prima che ti giri ti pugnala alle spalle! Ecco vedi caro\a il mio\a se vogliamo chiamarti cosi, leggi bene queste mie parole e cerca di farne buon uso, cerca di non far più quello che hai fatto a me, cerca di viverti la vita al meglio e lasciami vivere la mia, cerca di non guardarmi in faccia quando mi vedi, girami al largo per non farmi altro male, non cercare un discorso con me, non voglio sentire le stupide parole bugiarde di un falso ipocrita quale sei tu. Vedi la vita è fatta di scale , cè chi le scende, in questo caso tu, e chi le sale, come faccio io. Rimarrai sempre un nulla perché tutta la tua vita è fatta di innumerevoli e inutili bugie, ti circonderai di persone come te, false e ipocrite, perché solo quello sai fare, vai per la tua strada fatta di menzogne e di giochetti stupidi che io andrò per una via sicura e trasparente quale sono io. Non ho bisogno di raccontarti storie non ne voglio di persone come te. Non so che farmene di un ipocrita quale sei tu. Viviti la vita al meglio ma ricorda che il male che si fa alle persone ritorna tutto indietro come un boomerang, non sai quando e non sai come ma ritorna, troverai un giorno chi ti userà, ti imbambolerà di frottole, ti farà credere chissà che, ma l amara verità ti ferirà ed allora ti verrò in mente ma ti prego scacciami subito, non voglio passare nemmeno un lurido minuto in quel tuo mondo putrido.
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canesenzafissadimora · 2 months
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Si arriva ad un'età, con fatica e un sacco di errori, in cui non si sente più il bisogno di spiegare nulla di sé. Non si regala più il libretto d'istruzioni, non si deve dimostrare niente a nessuno. Non serve l'approvazione altrui. Non si entra in competizione, non si vuole piacere per forza, non si ha più paura di dire no, quando è necessario. Si accetta di deludere ed essere delusi, si prende atto che a volte è anche colpa nostra idealizzare troppo. Si diventa semplicemente grandi o più simili a se stessi. Che poi magari non è un traguardo, ma mi piace credere che sia così...
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cit.
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mancino · 5 months
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Si arriva ad un'età, con fatica e un sacco di errori, in cui non si sente più il bisogno di spiegare nulla di sé. Non si regala più il libretto d'istruzioni, non si deve dimostrare niente a nessuno. Non serve l'approvazione altrui. Non si entra in competizione, non si vuole piacere per forza, non si ha più paura di dire no, quando è necessario. Si accetta di deludere ed essere delusi, si prende atto che a volte è anche colpa nostra idealizzare troppo. Si diventa semplicemente grandi o più simili a se stessi. Che poi magari non è un traguardo, ma mi piace credere che sia così...
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smokingago · 3 months
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"C’è un unico fondamentale requisito perché una relazione sentimentale possa sopravvivere a sé stessa: “la presenza di un contenitore più grande, comune ad entrambi”.
L’idea romantica della relazione, in cui i due amanti bastano a sé stessi, nutrendosi l’uno dell’altro, è una psicopatia.
Non siamo così interessanti da essere una ragione di vita per l’altro per il solo fatto di esistere.Eppure la maggior parte delle relazioni si basano su questo assunto.
Si sopravvive nutrendosi dell’altro, ma non è relazione "vera", è solo una pantomima.
Due amanti che si nutrono l’uno dell'altro senza la presenza di un contenitore più grande non sono “in simbiosi”, come ci piacerebbe credere, ma stanno praticando cannibalismo.
Il “contenitore più grande” è necessario sempre.E’ un interesse superiore, comune ad entrambi, più ampio di un patologico bisogno reciproco.
Nella vita di mantenimento il contenitore più grande è “farsi una famiglia”.Non è un caso se molte relazioni si sfasciano quando i figli si allontanano. E’ venuto a mancare il contenitore.
Anche avere una grande passione comune è un “contenitore più grande”.Sportivi che si sposano con sportivi.Professionisti sposati ad altri professionisti.Abbiamo un territorio più ampio, in cui sperimentarsi.Non c’è solo la gratificazione, ma un’esperienza comune.
"Farsi una famiglia" o "avere una passione in comune" sono i requisiti di una sana relazione "ordinaria".
C'è poi un tipo di relazione "superiore".
In questo tipo di relazione il "contenitore più grande" è quello della “ricerca interiore”.
E’ un territorio che non si esaurisce mai, al contrario di altre passioni che appartengono solo a fasi della vita.Due “iniziati” che vivono ogni giornata con la gioia di una nuova scoperta, una piccola consapevolezza in più, hanno un territorio comune di qualità elevatissima.
Non c’è più cannibalismo. Ci sono, invece, momenti di profonda “comunione”, la gioia di una visione comune, di una nuova comprensione.
Sentire che il nostro compagno o la nostra compagna “ci capisce”, perché abbiamo lo stesso livello di consapevolezza è qualcosa di molto vicino al "vero amore".
La regola vale per tutti i tipi di relazione, anche occasionali o amicali, ma la relazione con il nostro compagno è una relazione speciale. Il compagno/a di questa vita è la nostra possibilità di “salire al piano superiore”.
Una relazione può essere l’incontro tra due povertà o l’incontro di due “aspiranti” Divinità."
Antonio Esposito
dalla pagina di
#onestáintellettuale
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gaytamorfosi · 1 month
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Che effetto ti fa?
🇮🇹 ("What effect does this have on you?" Italian Version)
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Un senso di vertigine spaventoso non mi abbandona in questa afosa mattinata di agosto. Un piccolo assaggio di esperienza sovrannaturale, è durato una manciata di minuti ed è stato sufficiente. Da una cosa del genere non si torna indietro. Quella scena si ripete incessantemente davanti ai miei occhi, il mio stomaco si agita e mi sembra di essere in debito d'ossigeno, sul punto di svenire. Non è una sensazione passeggera, ma prolungata, che mi appanna la mente da ore mentre la stanza sembra girare lentamente su se stessa.
Ho conosciuto Dario grazie a un amico comune. Non potevo credere che una persona con fantasie così simili alle mie vivesse vicino a me. Per anni avevo considerato i miei kink come una cosa assolutamente privata e intima, non pensando che avrei mai trovato qualcuno con i miei stessi gusti che mi capisse a fondo. Quando vidi Dario, rimasi piacevolmente sorpreso: era davvero molto bello, decisamente fuori dalla mia portata. Prendendo coraggio, gli chiesi di uscire. Non penso che un orso calvo e sovrappeso come me abbia grandi possibilità con un ragazzo dal fisico perfetto come Dario, ma considerando che avevamo diverse cose in comune, ho pensato che fosse un'opportunità eccezionale e mi sono fatto avanti. Sono rimasto sorpreso quando ha detto sì; forse avevo una piccola possibilità con lui.
Ieri sera siamo usciti insieme e abbiamo passato una splendida serata. Il tempo è volato e in un attimo ci siamo trovati soli a casa mia. Era troppo bello per essere vero. Mi sono chiesto se avremmo fatto sesso, temendo di affrettare troppo le cose: non volevo bruciare questa occasione tanto preziosa; lui mi piace davvero molto.
"Alla fine non abbiamo parlato delle nostre fantasie", ha detto. "Cosa faresti se ti trovassi di fronte a una persona realmente capace di cambiare il proprio aspetto e diventare qualcun altro?" Non mi ero mai posto questa domanda. "È una fantasia eccitante, ma non ho idea di come reagirei nella realtà," risposi. A quel punto, Dario ha iniziato a spogliarsi. Io sono rimasto a qualche metro di distanza, sorpreso e impacciato. Rimasto solamente con un paio di calzoncini addosso, Dario si è lasciato cadere sulla poltrona e il suo corpo massiccio e virile ha iniziato ad asciugarsi e ringiovanire. In pochi secondi era diventato un ragazzo di circa vent'anni. Avevo sognato tante volte una scena di quel tipo, ma viverla era tutta un'altra cosa. Sono rimasto senza parole davanti a quella scena impossibile. "Non ti piace Thomas?" ha chiesto, leggendo la confusione nei miei occhi. "È un tiktoker inglese, tanto bello quanto inutile e arrogante."
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Quel Thomas non era proprio il mio tipo, ma non potevo negare che fosse un bel ragazzo. In ogni caso, dalla mia bocca non uscì che un balbettio impacciato senza significato, poi cadde il silenzio. Non avevo ancora metabolizzato la trasformazione quando l'aspetto di Dario cambiò di nuovo, questa volta replicando il mio, in tutto e per tutto. L'unica differenza era che Dario stava lì con indosso solo un pantaloncino e con le gambe aperte. "Che effetto ti fa?" chiese. Ancora una volta non sapevo cosa rispondere: era uno scenario che non avevo nemmeno mai immaginato. Un senso di agitazione mista a euforia mi pervase. Non mi ero mai trovato particolarmente attraente, ma l'atteggiamento che aveva Dario nel mio corpo rendeva la cosa eccitante, contro ogni possibile previsione. Prima ancora che la testa riuscisse a trovare un senso a tutto questo, il mio corpo ha iniziato a mandarmi segnali lampanti: vedere la mia copia così sicura di sé me lo faceva venire duro. Come uno specchio, Dario iniziò ad eccitarsi allo stesso modo, mentre sorrideva compiaciuto.
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Cosa mi eccitava? La trasformazione in sé? Il mio riflesso? L'idea che qualcuno potesse trovarmi attraente al punto di prendere le mie sembianze? So solo che quando Dario si alzò dalla poltrona e le sue labbra toccarono le mie, fu come se il mondo iniziasse a girare al contrario. Da quel momento nulla è stato più come prima; il mio cuore è rimasto in quella stanza e Dario, andandosene, ha portato con sé ogni possibilità di ragionare in modo lucido e coerente, lasciandomi in questo stato. Non avrei voluto più lasciarlo andare, ma ha promesso che tornerà: "Ho appena iniziato a sconvolgere il tuo mondo," ha detto prima di sparire varcando la soglia.
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ambrenoir · 9 months
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Si arriva ad un'età, con fatica e un sacco di errori, in cui non si sente più il bisogno di spiegare nulla di sé.
Non si regala più il libretto d'istruzioni, non si deve dimostrare niente a nessuno.
Non serve l'approvazione altrui.
Non si entra in competizione, non si vuole piacere per forza, non si ha più paura di dire no, quando è necessario.
Si accetta di deludere ed essere delusi, si prende atto che a volte è anche colpa nostra idealizzare troppo.
Si diventa semplicemente grandi o più simili a se stessi.
Che poi magari non è un traguardo, ma mi piace credere che sia così...
dal web
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gregor-samsung · 1 year
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“ Degli anni della mia formazione scolastica l’esperienza più emblematica che mi torna in mente è il sabato fascista: le ore che era obbligatorio trascorrere nella sede del fascio per essere indottrinati. Non che allora noi rifiutassimo o aderissimo alla dottrina di Mussolini, semplicemente la imparavamo a memoria, era un compito come un altro. Imparavamo a memoria anche le poesie, e non è che ne capissimo ogni verso. Ancora ricordo l’articolo primo, che era la base di tutto ciò in cui ogni bravo fascista doveva credere: «Lo Stato è un valore assoluto, niente fuori dello Stato, niente contro lo Stato, niente al di là dello Stato, lo Stato è fonte di eticità». È vero che chi non si presentava al sabato fascista, il lunedì non veniva ammesso a scuola ed era redarguito severamente, ma ciò ci appariva una punizione circoscritta all’ambito scolastico, legata al fatto che non eravamo stati buoni scolari, più che solerti futuri camerati. Non bisogna inoltre dimenticare che non tutti gli insegnanti subordinavano il loro dovere di maestri alle imposizioni del regime. Senza contare che quella dottrina era troppo lontana dal nostro mondo, dalla nostra cultura per far breccia dentro di noi, anzi, aggiungerei, era quasi considerata un’eresia. Sentivo a casa mia e in altre famiglie amiche discuterne, criticarla, rifiutarla: nel nostro Veneto cattolico l’eticità delle leggi era avocata a sé dalla Chiesa.
Solo quando lo Stato fascista cominciò ad applicare i suoi principi con mano pesante, a perseguitare, a processare, a deportare in Germania, a eliminare chi non li rispettava, solo quando l’alleanza tra fascismo e nazismo si fece sempre più stretta e infine, dopo l’8 settembre 1943, i nazisti divennero i veri padroni del territorio, solo allora capimmo che quel «fuori», «contro», «al di là» non erano termini con cui si potesse scherzare. Fu così che alcuni discorsi ascoltati nella mia famiglia, quando si era sicuri di poter parlare, e l’esempio di mio padre, le vessazioni che subiva, ebbero un altro valore. Le parole dei nostri parroci che, nelle prediche della domenica e negli incontri con noi giovani dell’Azione cattolica, invitavano all’amore e alla concordia, al rispetto solo dei dogmi della Chiesa, alla professione della fede, uscirono dalle parrocchie, a volte contro la volontà degli stessi preti. E le leggi razziali del 1938 smisero a un tratto di essere qualcosa di stabilito dal fascismo non tanto per intima convinzione quanto per mera opportunità politica, dovuta all’alleanza con Hitler, con il nazismo; infine ne cogliemmo tutta la portata, mentre, per lungo tempo, non avevamo avuto gli strumenti per decifrarle e non eravamo riusciti a immaginare che si sarebbe creato un sistema spietato per farle rispettare. Dopo l’8 settembre non ci fu più alcuna distanza tra le due dittature. E fu impossibile non schierarsi. “
Tina Anselmi con Anna Vinci, Storia di una passione politica, prefazione di Dacia Maraini, Chiarelettere (Collana Reverse - Pamphlet, documenti, storie), 2023; pp. 10-11.
Nota: Testo originariamente pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2006 e nel 2016.
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cicatriciinvisibilii · 4 months
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Non è sempre facile essere se stessi, delle volte si preferisce provare a essere qualcun altro, forse per piacere di più agli altri o forse per piacere di più a noi stessi. Dobbiamo crederci, dobbiamo credere che non abbiamo niente che non va, dobbiamo credere che andiamo bene così. La vita non è sempre facile, le giornate non sono sempre facili, ci sono tante sfide da superare, ostacoli che sembrano insormontabili eppure sei ancora qui.
Ma se iniziassi a credere che vali almeno la metà di quanto lo credono le persone che ti amano saresti già un passo avanti.
Ti auguro che tu possa iniziare a crederci almeno la metà di quanto ci credo io perché sei bella e non solo esternamente ma per la sensibilità con cui affronti le situazioni, per l'empatia con cui tratti le persone, perché lo sai quanto è difficile e quanto è brutto essere la seconda scelta, non essere considerata o ascoltata.Tu lo sai, lo sai bene come ci si sente eppure continui ad essere troppo attenta nei confronti degli altri, anche di chi ti ferisce.
Non è sempre facile essere sé stessi, bisogna fare i conti con il rischio di non essere capiti.
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susieporta · 2 years
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Ci invitano a controllare costantemente il peso del
nostro corpo.
Per salute.
Allora credo che di noi bisognerebbe misurare anche molto altro ogni giorno.
Per esempio:
Quanti litri di illusioni ci siamo bevuti.
Quanti anni abbiamo sprecato nel credere che non eravamo abbastanza qualcosa.
Quante pagine abbiamo letto.
Quante cose abbiamo imparato.
Quanti grammi di parole belle abbiamo detto oggi.
Quanti hertz hanno emesso i nostri pensieri negativi.
Quanti watt ha la forza del nostro impegno per migliorare noi e il mondo.
Quale temperatura ha il nostro cuore quando amiamo.
Quanti metri abbiamo percorso verso noi stessi.
Quanto tempo abbiamo dedicato ad ascoltare il nostro vero sé.
Quante volte abbiamo ringraziato per quello che abbiamo.
Buoni conti e buon bilancio a tutti.
Buone misure e quantità di ciò che volete di più.
Che sia un anno buono e pieno di ciò che, per ognuno, conta
Auguri 💙🍀💙
Ameya Canovi
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Si arriva ad un'età,
con fatica e un sacco di errori, in cui non si sente più il bisogno di spiegare nulla di sé.
Non si regala più il libretto d'istruzioni,
non si deve dimostrare niente a nessuno.
Non serve l'approvazione altrui.
Non si entra in competizione, non si vuole piacere per forza, non si ha più paura di dire no, quando è necessario.
Si accetta di deludere ed essere delusi, si prende atto che a volte è anche colpa nostra idealizzare troppo.
Si diventa semplicemente grandi
o più simili a se stessi.
Che poi magari non è un traguardo,
ma mi piace credere che sia così.
cit.
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smokingago · 1 month
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Ti piacerebbe che una persona a cui tieni ti dicesse che gli piaci o che ti vuole bene, o semplicemente volesse passare del tempo con te in modo intimo, senza però in realtà provare veramente quello che dice o desiderare davvero ciò che fa, ma solamente per non restare soli anche al costo di lasciarti cuocere nelle pene di un amore non corrisposto? Sono sicuro di no. Non mi è mai piaciuto illudere le persone che so provare una attrazione nei miei confronti, per il semplice motivo che a me stesso non piacerebbe affatto essere illuso da una donna che lo sappia.
Ma aldilà del non dover fare agli altri ció che non si vorrebbe fatto a se stessi, mi è stato chiesto se illudere le persone non fosse da considerare anche una violenza psicologica. In realtà criminologi, psichiatri e psicoterapeuti sono unanimamente d’accordo nel considerare l’illudere consapevolmente una persona come una delle peggiori e più meschine forme di violenza. Basterebbero sempre poche parole per rassicurare sul fatto che sia normale che i sentimenti cambino, che si possa cambiare idea o che si possa non essere più attratti come prima. E sarebbe corretto anche solo dire che non interessa più continuare la relazione.
Non vale invece la scusa del non voler ferire l’altra persona allontanandola: il “fin di bene” sta infatti nella presa di responsabilità della scelta di interrompere una relazione che per l’altro diventerebbe sicuramente tossica. Qualsiasi fosse il motivo per non farlo, dobbiamo renderci conto che si diventa poi colpevoli di indurre quella persona a uno stato di sofferenza profonda e prolungata, rischiando di causargli gravi danni psicologici. Quella persona, infatti, vedrà un giorno crollare tutte insieme le sue certezze e i sacrifici che avrà fatto per seguire i suoi desideri, resterà profondamente delusa dall’amore e finirà per temere gli altri soffrendo di solitudine.
Se invece vi trovate dalla parte di chi ha illuso qualcuno, soprattutto se non solo per gioco (un gioco tipico dei narcisisti, che hanno continuamente bisogno di attrarre persone per aumentare la loro autostima), ma avete illuso anche persone che vi amavano davvero e che ritenevate importanti, allora dovete imparare a non essere egoisti, a scegliere, e a seguire le vostre scelte senza paura.
La verità è sempre l’unica via giusta, e anche se può far male sul momento, deve essere sempre usata al posto del silenzio o della menzogna. Siamo responsabili di noi stessi, prima degli altri, ed è proprio della nostra coscienza che ci dobbiamo preoccupare, invece di agire da vigliacchi. Troppa gente soffre inutilmente e smette di credere negli altri per colpa di persone che pensano solo a sé stesse.
La verità. Basterebbe imparare a non averne paura. E a scegliere questo tipo di persone.
Perché illudere qualcuno è la peggior cosa che gli puoi fare.
Cit.
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sognidiinchiostro · 7 months
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La fiducia, quella sottile linea che tessiamo tra noi e il mondo, invisibile ma più forte di qualsiasi catena. È strano pensare a quanto sia fragile e, allo stesso tempo, potente. La fiducia è come il vetro: trasparente, ci permette di vedere l'altro lato, ma basta un attimo, un singolo errore, per infrangerla.
Cosa ci spinge a fidarci? Forse è la speranza, quella voce tenue che sussurra di osare, di credere che, nonostante le ferite del passato, esista qualcuno capace di comprendere il battito disordinato del nostro cuore. La fiducia non chiede prove, si nutre di attimi, di sguardi che si incrociano e di parole non dette, di promesse taciute che si srotolano nell'aria come fili di luce.
E poi c'è la fiducia in noi stessi, forse la più ardua da coltivare. Quante volte ci siamo detti "non posso farcela", mentre dentro di noi una piccola parte sussurrava "prova"? Quel passo, il primo verso l'ignoto, è la dimostrazione più pura di fiducia, un salto nel buio con la certezza di una rete che forse, solo forse, ci attenderà al di sotto.
La fiducia si intreccia con la paura, vive nelle ombre dei nostri dubbi e si illumina nei momenti di condivisione. È un dono, fragile e prezioso, che scegliamo di offrire a mani aperte, senza garanzie ma con la speranza che, in cambio, ci venga donata la stessa sincerità.
È la bussola che ci guida attraverso tempeste e bonacce, è il filo d'Arianna che ci conduce fuori dal labirinto delle nostre paure. Perché, alla fine, fidarsi è un po' come amare: un atto di coraggio, un balzo verso l'altro da sé.
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ambrenoir · 2 years
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Si arriva ad un'età, con fatica e un sacco di errori, in cui non si sente più il bisogno di spiegare nulla di sé.
Non si regala più il libretto d'istruzioni, non si deve dimostrare niente a nessuno.
Non serve l'approvazione altrui.
Non si entra in competizione, non si vuole piacere per forza, non si ha più paura di dire no, quando è necessario.
Si accetta di deludere ed essere delusi, si prende atto che a volte è anche colpa nostra idealizzare troppo.
Si diventa semplicemente grandi o più simili a se stessi.
Che poi magari non è un traguardo, ma mi piace credere che sia così.
“Dal web”
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