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nicorussosketches · 7 years
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aspassoconilibri · 3 years
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Alcuni scatti del reading itinerante organizzato da Genius Loci per scoprire alcuni luoghi della nostra città.
Una bella serata, venerdì 2 luglio 2021, tra alcuni vicoli del centro storico per riscoprire o far conoscere ai cittadini alcuni beni culturali di Barcellona, per ripercorrere vicoli antichi dimenticati ma che fino a mezzo secolo fa rappresentavano il cuore pulsante della città. L’evento, curato dalla Genius Loci nell’ambito del progetto “A spasso con i libri”, promosso dal “Centro per il libro e la lettura” assieme al Comune di Barcellona, che vede coinvolte alcune delle realtà associative locali, ha focalizzato l’attenzione sui vicoli storici e i palazzi ottocenteschi situati tra vico Concordia , via Garibaldi, via Immacolata, vico san Paolino e via Scinà. Partendo proprio da vico Concordia, il cui nome popolare era vico del Palumbo e successivamente, vico della Palumbedda, per ricordare che in quella strada abitava il fabbro Giovanni definito “‘u palumbu”, la cui figlia veniva appellata con nomignolo di “palumbedda”. Ha introdotto e salutato il presidente della Genius Loci Bernardo Dell’Aglio, che ha subito dato spazio al fisarmonicista Antony Bellinvia.
La serata ha visto un alternarsi di letture dal libro proprio di Dell’Aglio sui vicoli della città (Giambra Editori) e alcune note storiche sui luoghi a cura degli architetti dell’associazione. Hanno letto testi Stefania Cucumo, Tiziana Presti, Laura Alessandra Bonaceto; hanno illustrato palazzi, vicoli e personaggi: Marcello Crinò, il quale ha anche utilizzato una striscia di planimetrie e foto d’epoca per parlare dei palazzi dell’Otto-Novecento Cambria-Caliri, Nicolaci e Fazio; Anna Mazzeo, una delle proprietarie del Palazzo Cambria-Caliri; Massimo Sindoni, che si è soffermato sullo scultore Turillo Sindoni davanti alla lapide in vico san Paolino. Infine Michele Teramo ha illustrato la vecchia pescheria e Bernardo Dell’Aglio ha delineato le caratteristiche storiche di via Scinà dove esisteva un teatro dei pupi.
testo tratto da 
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