Tumgik
#e anche quelle che non mi fanno impazzire hanno comunque delle parti che mi piacciono quindi ci sta molto
gaysessuale · 4 months
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mr rain per la prima volta dal 2018 ha fatto una canzone vagamente diversa dalle sue solite canzoni. l'asticella era davvero bassa, però
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den-thoughts · 5 years
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Ancora click
Sono passati 3 anni direi. E’ stato davvero strano ritrovare ciò che avevo condiviso qua sopra. Oggi è il 26 settembre 2019 e rileggendo mi sono reso conto di quanto le cose cambino e di quanto certi pensieri fossero “fraintesi” oserei dire. Ho riletto tutto ciò che avevo scritto su Noemi e mi sono reso conto che pensavo di sapere cosa volesse dire amare ma non era affatto vero. Mi chiedo solo se io oggi sappia cosa significhi oppure no. . . 
Sono successe una marea di cose in questi 3 anni, davvero tante. Sono cambiato in un modo che non credevo possibile: sono passato dall’essere un’instancabile nerd/lavoratore vario ad essere bloccato in una sfera di vetro che pare essere infrangibile. Sto facendo l’università, ma non la sto facendo. Sto lavorando, ma non sto lavorando. Non riesco a trovare la mia direzione e non riesco a trovare la voglia di prenderne una. Rileggendo ciò che scrissi su questo blog mi rendo conto che invece di progredire sono regredito. La verità è che a 18 anni io ero come sono oggi i miei amici, e oggi io sono come loro quando avevano 18 anni. Mi sono perso tante cose per lavorare o perché volevo a tutti i costi arrivare da qualche parte e alla fine mi sono incastrato da solo. Ma questo non è rilevante perché so che sarò in grado di ristabilirmi e sarò meglio di prima e meglio di come sono ora. E’ solo questione di tempo, devo solo capire dove andare. 
Ho deciso che ricomincerò a scrivere qua sopra. E inizio proprio oggi, raccontando la serata di ieri sera. 
Compleanno di Martina Gemma. 
“Sei stato aggiunto al gruppo Compleanno Martina 25 Settembre”. Immediatamente pensai “ma perché cazzo sono stato aggiunto a questo gruppo?” ma con medesima immediatezza rispondetti “ci sono, ci vediamo la”. Con il senno di poi sono assolutamente contento di aver risposto in quel modo. Non conosco bene la suddetta ragazza (Martina Gemma). L’ho conosciuta qualche anno fa perché era con dei miei coetanei e non mi ha mai colpito, ne esteticamente ne tanto meno a livello di connessioni neurali. E’ una brava persona, ma di quelle che io non noterei, nemmeno se si trattasse di incontrarla che so, al cinema. E quindi ci ritrovammo ieri sera alle 18:30 io, il mio amico d’infanzia Nicolas e la uncommon Luisa Camozzi dall’hotel riviera per la partenza in direzione Bogliasco e più precisamente da Just Peruzzi, dove si sarebbe svolta la festa. Io arrivai puntuale all’appuntamento dal Riviera ma gli altri due arrivarono con un discreto ritardo. In ogni caso partimmo e ci dirigemmo verso il levante ligure. Non sapevo che aspettarmi sinceramente, accettai l’invito solo ed esclusivamente perché sento l’impellente bisogno di cambiare aria e di conoscere persone nuove. In ogni caso arrivammo a destinazione prima della festeggiata e ci mettemmo ad attenderla davanti al locale. Dopo pochi istanti il mio orecchio accorto udii un motore 4 tempi Piaggio avvicinarsi nella nostra direzione e mi girai: era una delle amiche di Martina. Una ragazza molto magra, semplice e con un viso pulito. Una di quelle che dopo i primi 20 secondi hai già capito tutto. Niente abiti firmati, dentatura perfetta e un portamento di una persona assolutamente insicura di se stessa ma, che per chi ha occhio, era evidente il fatto che lei sapesse di essere speciale. Semplicemente non ha bisogno di farlo vedere a tutti quanti e anche se probabilmente avrebbe molto da dire non disse nulla di rilevante. Si aggiunse a noi nell’attesa e attendemmo per altri 10 minuti circa. 
Arrivò Martina con sua sorella e una manciata di ragazze, tutte ben vestite e molto curate. Stimolò la mia mente, ovviamente e immediatamente, la più “sportiva” del gruppo: alta circa un metro e settanta, mora, senza parti del corpo in mostra se non il viso. Indossava dei collant velati 20 denari con una riga posteriore, una gonna di eco pelle, una maglia con dei fiori e una giacca di pelle nera. Notai subito la sua bellezza che rispetto alle altre presenti era sicuramente su un piano superiore ma comunque nulla di eccezionale. Le altre erano tutte ragazze assolutamente standard, senza arte ne parte. Quelle che in coda al Mcdonald’s hanno le Adidas superstar bianche con le tre righe blu. Forse eccetto Alice, la sorella di Martina.
Entrammo nel locale, sulla terrazza, e ci sedemmo al tavolo. Ovviamente io cercai di accaparrarmi il posto di fronte alla sportiva. Aveva qualcosa che mi intrigava molto e nonostante la prima ragazza, quella magra e semplice che mi aveva colpito molto, la sportiva le fece scomparire tutte dal paniere. Era rimasta solo lei. Perché? 
Bene, iniziammo a bere qualcosina e scambiando qualche parola scoprii che il suo nome è Jessica Stalfieri, è laureata come assistente sociale, ha 24 anni e fa la cantante. La conoscevo di fama, un mio ex amico sosteneva di esserci andato a letto ma vedendola mi sorse qualche dubbio. In ogni caso continuammo a chiacchierare fin quando non capii perché mi aveva attirato così tanto. Era di quelle che piacciono a me. Sguardo dritto, sicura di se stessa, persona seria e persona capace di farti volare e di farti impazzire. Le conosco quelle così. Quelle così, se hai la fortuna di farle innamorare, sono le migliori. E questo perché essendo così spigliata, senza ombra di dubbio molto sveglia e intelligente sa bene che, semplicemente respirando in un certo modo, può far impazzire tutti gli uomini che ha davanti. In questo modo ha l’opportunità di scegliersi con attenzione il suo cavaliere. Li ha tutti in pugno, o comunque può averli e quindi fa le sue mosse in attesa che qualcuno sappia smuoverla. In una qualche misura, era fottutamente identica a Greta ma con una differenza: Jessica non ha bisogno delle attenzioni di nessuno, sa di essere bella, sa di essere simpatica, sa di essere intelligente e quindi si pone al centro dell’attenzione ma lo fa con maturità e non muovendo il culo o mettendo in mostra le tette. La definirei una donna con classe. Sono quelle che se diventi il suo uomo, lo sei diventato perché vuol dire che ai suoi occhi hai qualcosa in più rispetto alla massa, perché è chiaro, lei la massa la mangia a colazione. Si pose da subito in una posizione rialzata, ma davvero in alto rispetto a me. Questo perché come sempre io ho il mio basso profilo, con il mio firewall che non lascia passare niente. Non sapevo se fosse davvero più in alto di me o se semplicemente ci si fosse messa perché è abituata a fare così ed ha sempre funzionato. Detto questo, continuammo a chiacchierare e io cercai di analizzarla attentamente per capire se effettivamente fosse così avanti o se fosse solo apparenza, la stessa apparenza che Manny esercitò su di lei per tutta la festa. Tutt’ora non lo so, l’ho Googlata e le sue canzoni non mi hanno detto nulla a riguardo. Ci lanciammo qualche occhiata, parlammo di musica e la festa era già bella che terminata. Le altre persone non le calcolai quasi, inclusa la festeggiata la quale invece era così contenta di vedermi. Facemmo uno di quei giochi tipo obbligo o verità e mi fece qualche domanda alla quale risposi con naturalezza e sicurezza facendole capire che nonostante io sia forse “timido” so di che pasta sono fatto. Mi chiese anche “qual è il tuo approccio tipico?” come se le interessasse saperlo per capire se ci stavo provando oppure no. 
Finita la festa ci alzammo, scattai qualche fotografia al gruppo sfruttando la night mode del mio OnePlus 7 pro, e dopo aver pagato il conto (12€ a testa) ci salutammo e tutti quanti tornammo nelle rispettive località. Non pensai nemmeno un secondo ad un futuro con una tipa del genere. E’ più grande di me, frequenta ambienti e persone sicuramente più grandi e probabilmente anche più in gamba di me e esteticamente non l’ho attratta neanche per sbaglio. Sono solo sicuro di una cosa, se ci passassi una settimana insieme diventerebbe di sicuro la mia donna. 
Mi sono dimenticato di raccontare di come Manny abbia avuto un battibecco con la cameriera perché volendo fare lo sborone chiese se fosse disponibile un dom perignon e la cameriera rispose qualcosa tipo “guarda che costa eh” e lui impazzii perché secondo lui la cameriera non doveva preoccuparsi del suo conto in banca ecc ecc ecc.. scene da farsi sicuramente due risate.. scene che mi fanno ridere.. scene banali.. Alla fine ha speso 85€+12€ perché siccome il Dompe non era disponibile si è fatto portare un altro champagne a brettio. Questo è quanto. 
Conclusioni: Jessica Stalfieri mi ha colpito, così come la prima ragazza. Luisa è simpatica. Ho speso circa 25 euro, ho passato una serata piacevole e ho visto un posto nuovo. Soddisfatto.  
#u
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Ghemon scrive a se stesso
Caro Gianluca,
ora che sei un ragazzino delle superiori di Avellino, non posso né devo darti grandi consigli. L’unica cosa che ho da dirti è: “Vai così”. Sei stato la fondazione di ciò che sono Io oggi, nel bene e nel male. E’ normale che tu sia frastornato da tutti questi input, perché proprio questo strano inciampare nell’hip-hop, sentirselo addosso senza aver qualcuno con cui confrontarsi, inventarselo da zero in una città in cui questa cosa non esiste, prima dell’arrivo di internet, ti spingerà a distinguerti e ad essere originale per emergere. Il fatto che ti senti fortunato ad avere l’Hip Hop ma altrettanto spesso escluso, un giorno porterà Me all’esclusività, all’essere unico. Una dritta voglio confidartela: essere popolare perché sei quello “alternativo”, perché vedi, senti, vesti, pensi in modo tutto tuo, ti renderà talvolta anche impopolare. Abituati e considerala una forza anche quando non ti senti capito. Nel momento che stai vivendo, forse, ti manca una guida all’interno di questa cosa così nuova, è vero. Quelli delle altre città grandi con cui stai venendo in contatto, se ne stanno tra di loro senza condividere quello a cui arrivano più facilmente di te, perché hanno accesso ai dischi e ai giornali specializzati. Imparerai a fare tutto da solo e ti servirà per la vita.
In ogni caso, se avrai bisogno di un consiglio, chiama pure!
Le cose che direi a te, invece, Gianluca — già Ghemon — che vivi a Roma, durante l’università, sarebbero più che altro consigli pratici. Continua ad ascoltare a formarti come stai facendo: hai ragione a pensare che rap, soul, rnb, funk e reggae, sono cugini della stessa famiglia. Seppure non sai a chi dirlo, sappi che queste, più avanti, saranno le tue solide fondamenta e che dovrai lottare perché gli altri credano a quello in cui credi. Se puoi, sbrigati a vendere subito i tuoi giradischi e non spendere il ricavato in dischi e vestiti, ma prova a comprare un microfono e una scheda audio, cosa che io ho fatto sfortunatamente fin troppo tempo dopo. Se avessi seguito — o meglio ricevuto — questo consiglio, avrei potuto incidere e far uscire certi pezzi molto tempo prima (nonostante questo mi abbia portato a migliorare nella scrittura, che come sai, è gratis).
So che per te è un problema chiedere beat in giro nella scena di Roma; gli altri hanno gusti lontani anni luce, quando gli parli di 9th Wonder o Kev Brown, ti guardano come se citassi Seneca o un trattato di astrofisica. Ti suggerirei di fare un doppione della cassetta che hai prestato ad Alessandro, prima che partisse per il Portogallo: la perderà, durante una rissa si spaccherà il gomito e tornerà in Italia senza più ritrovarla; perciò dovrai rinunciare ai tuoi primi 4-5 pezzi solisti dopo i Sangamaro (visto che li conservavi solo su quel tape). In quelle canzoni acerbe, fai rap nelle strofe e canti nel ritornello, una formula che ti sembra funzionare. Persevera. Se quei brani non escono, tra il 2000 (demo dei Sangamaro) e il 2005 (primo Ep solista di Ghemon) ci saranno 5 anni di niente. Sei competitivo, ti starà particolarmente sul cazzo vedere sul palco gente molto meno capace di te. Dovresti anche evitare, magari, di tenere tutto quel disordine nella tua Lancia Y, perché la stessa fine potrebbero fare i pezzi che avevi fatto nel 2001 con Mr.Phil e Domi dei Sangamaro (soprattutto quello che si chiama “Kilometri”, col featuring di Fede dei Lyricalz). Mi rendo conto che ti possa sembrare una filippica da bacchettone, in fondo ho 35 anni e tu solo 20.
Accetta questo come modo per spronarti: non appena sentirai l’esigenza di andartene da Roma, non temporeggiare: vattene. Non aspettare quei 2 anni in più, e parti; che sia Londra o Milano, vai. Stai portando la tua musica in giro e raccogliendo consensi, ma in quel posto non c’è più niente, non hai una lira e fai un’ora di bus per lavorare part time in quello schifo di agenzia di scommesse, con una laurea in giurisprudenza in tasca. Dall’altro lato, ti capiterà di rincontrare Kiave e Macro e di conoscere un ragazzo di Foggia che ti chiederà un passaggio per il 2TheBeat a Bologna (si chiama Corrado) : con loro inizierai qualcosa di importante, perciò se senti di restare, fallo, perché vale la pena di fare la strada con loro.
Ora tralasciamo la musica…C’è una questione di cui vorrei ti rendessi conto — ci arriveresti altrimenti tra diversi anni — che riguarda questo senso di tristezza e insoddisfazione che provi come un rumore di fondo. Fa’ una chiacchierata più profonda con Pino di Avellino, che sta facendo il tirocinio in psicologia. Certo, è solo un amico, deontologicamente non potrebbe essere il tuo terapeuta ma, forse, parlare con lui ti aiuterebbe a capire meglio perché a volte passi settimane a letto a fissare il soffitto, aspettando che ti accada qualcosa. Forse potresti prendere in mano la situazione prima di quanto poi Io realmente abbia fatto, per evitare di soffrire per così tanto tempo, per trovare un po’ di serenità in più. Non ti garantisco che così risolverai tutto e centrerai ogni obbiettivo, ma magari li raggiungerai in minor tempo e li apprezzerai con più leggerezza. So perfettamente che la tua educazione familiare è classica e non contempla spazi per argomenti quali depressione, panico o disagi di questo genere, intesi in generale. Fare il punto della situazione con qualcuno, ti spingerà ad affrontare anche il tuo disordine nell’alimentazione; partire, ti costringerà a dei sacrifici ma non comprometterà in alcun modo il tuo impegno nella musica, che per te viene prima di tutto e anche tua mamma e tuo papà, in cuor loro, lo sanno.
Artisticamente parlando, la strada che stai seguendo è quella giusta. Non aver così tanta paura di andare da Cecilia, l’insegnante di canto di Martina: è comunque meritevole impegnarsi tutti i giorni, cantando in quella piccola camera da letto. Anche se ti imbarazzi che tutti sentano quanto sei impreciso, continua a studiare, sii più impertinente! La vergogna non ti porterà a nulla e non è fatta per chi vuol realizzare il tuo sogno. E non lo farà nemmeno la tua ossessione per il perfezionismo: certo, deriva dalla grande consapevolezza che hai dei tuoi mezzi, ma è anche foraggiata da una forte insicurezza. Sappi che tra “zero” e “Stevie Wonder”, ci sono molti step intermedi, che non sono una merda, anzi, sono gli unici passaggi per raggiungere un livello di preparazione successivo. Sii più accondiscendente verso te stesso e non aver paura a dirti una bugia una volta ogni tanto, convinciti di essere bravissimo e che tutto sta andando benissimo. Sii critico ma non ti sabotare.
(Ti ho già detto che non tutto il disagio che vivi è una “colpa” che devi scontare?)
Inoltre… per quanto riguarda E poi, all’improvviso, impazzire… ricorda: apri Myspace, sennò quel disco non lo scriverai mai. Goditi l’incontro con Fid Mella, sarà un’esperienza bellissima, così come fare musica all’estero. Nulla potrebbe essere più incoraggiante che trovare persone che la pensano come te in giro per l’Europa, dopo quelle che hai avere incontrato in Italia Shocca, Frank, Stokka e Buddy. Questa vita ti farà crescere in fretta e con vedute più ampie.
Un’altra sliding door della tua carriera te l’aprirà Bassi Maestro. Dopo l’uscita di Qualcosa È Cambiato/Qualcosa Cambierà ti sentirai completamente svuotato, lo so. Considera, però, che i pezzi migliori li hai tenuti da parte e saranno i semi per le tue Orchidee.  Il progetto con Bassi e Marco Polo negli Stati Uniti sarà una porzione di vita bellissima, ma devi viverla senza quel piccolo sottofondo di tristezza. Nonostante tu sappia che è una piccola chiusura di cerchio, Bax ti contagerà col suo entusiasmo. Poi, al ritorno smonta tutto e riparti da capo come sai fare, sudando, lavorando, ma con la solita battuta sarcastica pronta sulle labbra. E’ arrivata l’ora di andare nel posto che desideravi. Questo viaggio che rimandi da anni, fatto dei mondi musicali che hai amato e studiato, deve iniziare con coraggio e molta determinazione. Non guardarti indietro o ti sentirai di staccarti dal nido, di non avere più l’appoggio di quelli con cui sei cresciuto e aggiungerai insicurezza. Non è quello il punto. Tappati il naso e tuffati. Quando proverai a te stesso che hai ragione, anche gli altri saranno meno scettici e ti stimeranno di più.
Nel futuro, per Orchidee e Mezzanotte ci impiegherai sei anni in totale, che ti serviranno per crescere, ma che saranno anche costellati di alti e bassi di umore molto difficili da gestire, per cui qualcuno ti giudicherà o non ti sopporterà.
Ogni volta che ricominci ti senti come di fronte a questa gigante parete, devi decidere che via prendere e ti sale l’ansia perché non ti piacciono le strade già battute. L’entrata per superare questa barriera ti apparirà sempre più angusta. In realtà è a tua misura e l’hai sempre avuta davanti agli occhi, ma non sei stato in grado di vederla perché dei piccoli demoni dentro di te a cui non sai dare nome. Ciò che vivi non è un difetto di carattere di cui devi sentirti responsabile, ma è un problema reale (che possiamo chiamare malattia, senza paura) che si affronta in maniera professionale. Occupandoti di questo, non ti dico che tutto sarà rose e fiori (perché è la vita che ha pro e contro) ma ti salverai da mesi di smarrimento e si accorceranno i tempi per arrivare alla tua personale vetta.
Infine, se Io fossi nel 2024 adesso, direi al Ghemon del 2017 di fidarsi del suo istinto, che non l’ha mai tradito.
G…Confida nel processo, continua ad andare dritto.
Ambire non solo a cambiare le carte in tavola, ma addirittura il gioco a cui tutti stanno giocando, non è un male, se non per quelli che vorrebbero farlo ma non ci riescono. Ti vedono come una minaccia perché non hai paura di cambiare.
Alcuni quando mutano pelle, fanno finta di morire ma svengono solo e poi si rimettono seduti tali e quali a prima.
Tu muori per rinascere, quando riapri gli occhi, pian piano ti rialzi in piedi e poi parti a camminare in una nuova direzione. Puntare a fare qualcosa di meraviglioso non vuol dire mancanza di umiltà, come qualcuno ti rinfaccia da sempre, il tuo cuore è nel posto giusto e proprio per questo ce la farai.
Ora mi fumo 2 sigarette di seguito,
Tuo,
Gianluca.
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