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#ennesima opinione non richiesta
istanbulperitaliani · 4 months
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La Turchia è ufficialmente sotto sfratto
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Queste non sono foto che riguardano il terremoto del 6 febbraio del 2023. Sono foto di Istanbul ed in qualche modo sono collegate al sisma dove persero la vita circa 60mila persone.
Decenni di urbanizzazione disordinata accompagnata da una edilizia mediocre hanno prodotto città vulnerabili.
Facciamo una premessa: Dopo il Terremoto di Van del 2012 nasce la legge 6306 per facilitare la trasformazione delle aree urbane a rischio sismico (si stima circa il 66% della Turchia).
Questa legge alla fine ha spalancato le porte alla speculazione. Lo abbiamo visto nel Terremoto di Gaziantep del 2023 dove case di recente costruzione sono collassate.
Dopo il terremoto di Gaziantep venne approvato un maxi emendamento alla legge 6306. Anche questo emendamento alla fine sta producendo una campagna nazionale di espropri e di ricostruzione perché vengono date priorità ad aree ad alto potenziale speculativo rispetto a quelle ad elevato rischio sismico.
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Come funziona? basta l'assenso del 50%+1 dei proprietari (prima erano chiesti i 2/3) con minaccia di esproprio per chi non approva. Sono dimezzati i tempi per i ricorsi, gli abitanti hanno 90 giorni per lasciare la casa con immediata chiusura delle utenze e lo sfratto forzato. Oltre alle spese di demolizione ai proprietari viene addebitato l’aumento di valore dell’immobile. Chi non può farlo é costretto ad un nuovo indebitamento con lo Stato, o a farsi versare il valore stimato dell’abitazione pre-trasformazione o si vedrà trasferire la proprietà altrove, per esempio in un comprensorio di edilizia pubblica.
Gli affittuari non sono presi in considerazione.
Questo ovviamente riguarda tutta la Turchia. E sono in atto molte proteste. E' vero che c'é bisogno di una velocizzazione del rinnovamento edilizio ma se non é seguito da un riassetto urbano ragionato in chiave antisismica rimane del tutto inutile. Infine questo tipo di ricostruzione rende la sicurezza più che un diritto un asset economico. In pratica in Turchia la sicurezza vale solo per chi riesce a permettersela.
Tralascio il discorso sulla rimozione dei milioni di tonnellate di detriti. Meritano un discorso a parte. Basti pensare che in moltissimi casi vengono rimossi in fretta e senza seguire le normative sanitarie e ambientali. Con le proteste delle comunità insieme ad ingegneri ed ambientalisti.
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istanbulperitaliani · 3 years
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L’Alluvione di Istanbul del 2009
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Durante la sera del 7 settembre 2009 e la notte dell'8 settembre ci furono piogge ad Istanbul talmente forti che il ministro turco dell'Ambiente, all’epoca Veysel Eroğlu, descrisse le precitazioni come "la peggiore degli ultimi 500 anni".
La mattina presto del 9 settembre delle alluvioni colpirono tutta Istanbul, maggiormente le zone pianeggianti a ovest della città, vale a dire i distretti di Silivri e Catalca.
31 furono le vittime dell’alluvione, dozzine di persone rimasero bloccate in auto o sui tetti delle case. Oltre 200 automobili vennero risucchiate dal Mar Marmara. Circa 35.000 persone sono state colpite dalle inondazioni che hanno investito case e strade. Secondo il dipartimento meteorologico di Istanbul, le precipitazioni dell'8 settembre furono le più abbondanti registrate negli ultimi 80 anni.
Vennero stimati danni per oltre 70/80 milioni di dollari. Le autorità di Istanbul lanciarono un'importante operazione di salvataggio, schierando 900 vigili del fuoco e soccorritori, 6 elicotteri militari e 30 gommoni. Durante la fase acuta delle inondazioni, molte persone vennero soccorse con questi mezzi. I soccorritori salvarono circa 1.300 persone dall’alluvione.
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Funzionari ed esperti hanno attribuito l'alto numero di morti all'urbanizzazione non pianificata di Istanbul, che ha visto edifici costruiti nei letti dei fiumi ed un sistema di infrastrutture inadeguato. Da questo tragico evento si é poi proceduto, nel corso degli anni, ad adeguare i flussi di canalizzazione delle acque piovane. Un processo che continua ancora oggi anche con campagne di sensibilizzazione.
Mentre per il fenomeno dell’urbanizzazione meglio stendere un velo pietoso. 
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istanbulperitaliani · 3 years
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Siccità e Alluvioni in Turchia
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Gli effetti del cambiamento climatico sono ormai sotto gli occhi di tutti noi. Tra questi c’é anche quello della siccità che in Turchia sta raggiungendo livelli davvero preoccupanti. Questa condizione arriva dopo diverse stagioni di scarse precipitazioni. Nel 2019, i mesi estivi e autunnali sono stati quasi privi di pioggia con un 2020 che è stato il più secco degli ultimi cinque anni: da ottobre a dicembre le precipitazioni in tutta la Turchia sono state inferiori del 48% rispetto alla media del periodo 1981-2010.
I numerosi bacini idrici intorno ad Istanbul, la città più popolosa del paese con i suoi quasi 16 milioni di abitanti, hanno raggiunto i livelli di stoccaggio dell'acqua più bassi degli ultimi 15 anni. Il 13 gennaio 2021, i tassi di stoccaggio di almeno sette serbatoi intorno ad Istanbul erano appena al di sotto del 25%.
La mancanza di precipitazioni ha ridotto drasticamente i raccolti di grano. C’é molta incertezza per i raccolti futuri. Già é possibile registrare un aumento dei prezzi dei generi alimentari. Per la prima volta nella sua storia, la Turchia importa più grano di quanto ne produce.
Poi c’é anche l’altra faccia della medaglia vale a dire il fenomeno alluvionale: un evento che non risolve il problema della siccità perché solo una minima parte d’acqua raggiungerà il sottosuolo. I terreni secchi non sono in grado di assorbire l’acqua, quindi tempeste, violenti acquazzoni, intense grandinate aggiungono solamente danni su danni. Nelle città a causa della cementificazione l’acqua scorre in superficie, non riesce ad infiltrarsi completamente nel sottosuolo e in poche ore si creano allagamenti. Si verificano alluvioni dove l’aridità dei terreni si combina al disboscamento dovuta anche all’edilizia selvaggia.
Ad Istanbul si iniziano a vedere in giro manifesti volti a sensibilizzare la popolazione ad un uso maggiormente responsabile del consumo d’acqua. La İSKİ, la compagnia che si occupa del sistema idrico di Istanbul, sta consegnando gratuitamente i riduttori di flusso d’acqua. La municipalità ha lavorato in questo ultimo periodo per risolvere il problema degli allagamenti, dopo violenti temporali, con la creazione di canali di raccoglimento delle acque piovane. A livello nazionale il governo ha istituito il Ministero dell'Ambiente, dell'Urbanizzazione e dei Cambiamenti Climatici (Çevre, Şehircilik ve İklim Değişikliği Bakanlığı).  
Tutti questi sforzi potrebbero non bastare se non accompagnati da piogge prolungate e persistenti per aumentare i livelli dell'acqua a volumi accettabili.  
*Tutti i dati dalla NASA Earth Observatory
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istanbulperitaliani · 3 years
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Una città fantasma in Turchia
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In Turchia esiste una città fantasma fatta interamente da edifici che sembrano castelli. Il progetto edilizio si chiama Burj Al Babas e risale al 2014. Si trova a Mudurnu a Bolu, a circa 260km da Istanbul, ma é rimasto senza i fondi e i lavori sono fermi dal 2015. 
Le abitazioni vendute erano circa 350 su 732, con prezzi che oscillavano tra i 350.000 e i 550.000 dollari, dove le più belle e costose si affacciano su un piccolo lago artificale. All’interno della struttura erano previsti centri commerciali, resort, hotel. I clienti del Qatar, Bahrain, Kuwait, Dubai ed Arabia Saudita hanno annullato i contratti di acquisto portando alla bancarotta la società sulla quale pesa una sentenza fallimentare per un debito di quasi 30 milioni di dollari.
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La società proprietaria del progetto ha chiesto nuovamente il concordato (siamo al terzo). Gli abitanti di Mudurnu chiedono una soluzione ad una situazione che stenta a concludersi. Riporto le ultime dichiarazioni del presidente del gruppo Mezher Yerdelen: “Attualmente, i lavori di vendita e costruzione si sono interrotti. Abbiamo dichiarato concordato. Stiamo aspettando il risultato del tribunale. È necessario riunirsi con gli investitori membri del progetto in Kuwait affinché la ricostruzione inizi e il progetto sia completato" (14 ottobre 2020).
Inutile sottolineare che la soluzione sembra molto lontana a risolversi non solo per la crisi economica ma anche per la pandemia del coronavirus. Insomma siamo davanti ad un vero e proprio disastro ambientale con bellissime aree boschive rase al suolo ed edifici abbandonati e, a questo punto, anche in rovina. 
Le abitazioni sono state progettate in modo da essere un incrocio tra la Torre di Galata e la Kız Kulesi. Il risultato non é neanche visivamente gradevole dal punto di vista architettonico. Voleva essere un complesso dall’atmosfera fiabesca ed é diventato un incubo architettonico. Una scenografia perfetta usata dal musicista francese SebastiAn (pseudonimo di Sebastian Akchoté) per il video dallo stile distopico del brano Sober del 2019. 
Burj Al Babas é il simbolo di un tipo di edilizia aggressiva che ha caratterizzato e continua a caratterizzare la Turchia. Una letale combinazione tra lobby di affaristi, politici compiacenti, costruttori senza scrupoli e investitori dei paesi della penisola arabica. Certamente in Turchia esistono anche esempi di edilizia ecosostenibile, innovativa, ultramoderna. Ci mancherebbe. Ma quello che é accaduto a Mudurnu non é l’unico caso.
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Foto dal sito della Burj Al Babas.
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istanbulperitaliani · 4 years
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Il grande sconfitto é sempre lui.
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Nell'ambito della vicenda del ritorno di Hagia Sophia a moschea noto che alla fine la discussione é tutta tra cristiani / non musulmani e musulmani. Con i primi per la soluzione "museo" e i secondi per la soluzione "moschea". Mentre i primi sono arrabbiati, i secondi (in tutto il mondo e non solo i musulmani turchi) festeggiano. 
Tra i primi non mancano casi di islamofobia e di vera approssimazione se non ignoranza, su un argomento come quello di Hagia Sophia (e smettiamola di chiamarla Santa Sofia. Non si tratta di una santa! Se volete chiamarla in italiano usate: Divina Sapienza) straordinariamente complicato. Non mi meraviglia che in prima fila ci sono quei politici abili nel parlare solo alla pancia della gente.
Trovo davvero sconcertante la paura che molti hanno circa il destino degli elementi artistici presenti all'interno della moschea. Ma davvero é plausibile che i turchi distruggono tutto? Siete a conoscenza che la Hagia Sophia di Trabzon e di Iznik, convertite in moschee da qualche anno, conservano ancora le decorazioni cristiane che rimangono visibili per tutti quando non c'é la preghiera?     
Tra i musulmani invece é un rinfacciarsi di moschee diventate chiese o degli errori che hanno fatto i cristiani verso i musulmani, ieri e oggi. Alla fine stanno festeggiando, quello che arriva alle loro orecchie é miele.
Direi che tecnicamente dal 1453 non é cambiato nulla.
Naturalmente la discussione é politica ma se la si immagina come una bandiera che di volta in volta si piazza su Hagia Sophia, la discussione potrebbe diventare almeno interessante. E invece fatica a diventarlo. Sempre.
Ad esempio si potrebbe iniziare a dire che gli interessi e le priorità della società turca sono diversi rispetto al 1923. Naturale. Normale. Vale per tutti. Bisogna vedere se queste priorità sono necessarie per il bene del popolo turco o meno.
Se la discussione é esclusivamente manichea, da un lato il bene e dall'altro il male assoluto, facciamo "il gioco" di chi ha piazzato la bandiera su Haghia Sophia.
E' sempre stato cosi. 
Per dire anche quella merda, ma con le idee e le strategie chiarissime, di Pat Buchanan: "Se spacchiamo il paese a metà, poi possiamo prenderci la metà più grossa”.
Lo é stato quando divenne un museo con i musulmani che il giorno successivo hanno pensato su come riprendersela. Con i greci ormai rassegnati dopo l'enorme occasione del post Prima Guerra Mondiale. E se la data per l’apertura al culto é il 24 luglio c’é un motivo: é l’anniversario del trattato di Losanna. Il 24 luglio del 1923 si pose fine al conflitto greco-turco e ridisegnò i confini attuali tra Grecia, Bulgaria e Turchia. Come vedete l’utilizzo di Hagia Sophia come simbologia c’é sempre. E ci sarà sempre. 
Non escludo nemmeno un ripensamento dell’ultima ora.
Il grande sconfitto? L’Unesco con una dichiarazione, a mio parere, davvero imbarazzante, puerile e poco intelligente.  
No. Il grande sconfitto non é Atatürk. Se proprio vogliamo dirla tutta. Il grande sconfitto, quello che si gira e rigira nella tomba, da quando gli iconoclasti distrussero tutte le icone di Hagia Sophia, rimane sempre lo stesso: Giustiniano.
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Nota: Il 13 Luglio viene intervistato su Hürryet il Sindaco di Istanbul: "Ho sempre pensato ad Hagia Sophia come a una moschea. Per me è sempre stato così dal 1453. Non è vero che le prime preghiere si faranno il 24 luglio. Da 30 anni i credenti vengono a pregare cinque volte al giorno", (nota: Si riferisce che all'interno di Hagia Sophia ci sono luoghi dove é possibile pregare). "Sono favorevole alla riconversione in moschea di Hagia Sophia se questo passo arricchisce moralmente e materialmente il Paese". (Ekrem Imamoğlu, Sindaco CHP di Istanbul)
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istanbulperitaliani · 8 years
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Poteva andare meglio.
Ho scelto una foto di un gatto per un post che non parla di gatti. Quello che leggerete sono delle mie riflessioni. Se non vi piacciono almeno avete visto un bel gatto. E’ una forma di gentilezza la mia. 
Sono pochi giorni in Italia per delle vacanze con mia moglie e l’immagine che mi é arrivata di Erdoğan é questa
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Mentre quella della Turchia e del suo popolo é questa
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O questa
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E allora ho capito.
Ho capito che tutta quella puzza di merda che percepivo in questi giorni, non era dovuta al cattivo funzionamento della fogna lungo la strada dove abito.
Veniva proprio da qui.
Pensate ad un un cesso pubblico lercio. Siete costretti ad entrarci perché l’unica opzione che vi rimane é quella di farvela sotto. Ecco. Vi addentrate all’interno della latrina in completa apnea che Enzo Maiorca applaude soddisfatto. Vi abbassate le mutande e la puzza dei vostri escrementi inizia a confondersi con quella degli altri. Ed é in quel preciso momento che voi fate un bel respiro e non provate più lo schifo di prima. Anzi tutto sommato pensate che vi é andata pure bene.
Vi poteva andare peggio.
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“Tu lavori per questo governo”. Io che nemmeno lo posso votare. Sono proprio uno stronzo allora.
“Parli bene della Turchia per interesse personale”. Certo, lavoro nel turismo e ho tutto l’interesse che vengono turisti in Turchia e ad Istanbul in particolare. Ma non ho mai costretto nessuno a venire qui e a contattarmi. Quando mi scrivete: “Ma Istanbul é sicura?”. Ho sempre detto di rivolgersi ad organi istituzionali: Farnesina e Ministero della Cultura e Turismo della Turchia.
Ricordate: per questo tipo di informazioni il sottoscritto é paragonabile a Paperopoli.
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Ho visto e sentito gente che conosceva la Turchia solo per il kebab e all’improvviso ne discuteva con quella disinvoltura che io personalmente non possiedo anche se ci vivo. Aspettiamo le Olimpiadi quando tutti saranno esperti di uno sport che non conoscono, non seguono e non praticano. Succede in questa triste epoca dove tutti devono dire qualcosa su tutto. “Un po’ di pazienza” mi dico.
“Sei una voce fuori dal coro”. Questa definizione é brutta: l’antipatica situazione di risultare stonato e quindi sgradito ai tanti. Io rimango sempre con qualche dubbio: e se invece fosse il coro ad essere stonato? e se cantasse una canzone di Gigi D’Alessio?
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Io dico sempre: “Vedi Istanbul e ritorni ancora“. Strano eh? Io non entro in una casa bellissima se dentro c’é ad accogliermi uno come Toto’ Riina. A meno che non sono una persona che ha degli interessi con un mafioso. Magari lo bacio pure. Sicuramente ci sono quelle persone che ad Istanbul sono stati male. Capita. Ma siete in pochi. Dovete ammetterlo.
Questo per dire che a me interessano solo le persone che amano Istanbul, la conoscono o desiderano conoscerla. A me interessano le opinioni intelligenti che muoiono non appena compare il fantomatico “amico turco”.
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“L’amico turco”: la figura usata da giornalisti e da opinionisti dell’ultima ora per poter accreditare la validità dei propri pensieri davanti ad un pubblico che ne sa molto meno di loro ma che vuole cercare di capire qualcosa. Ammettiamo l’esistenza dell’amico turco, questa “gola profonda” che svela i retroscena di quello che succede nel suo paese. Posso ritenerla una voce significativa ma mai indicativa e determinate. Faccio un esempio: se un turco, dalla Turchia, parla solo con il suo amico italiano che sostiene Renzi o solo con uno che invece non lo sostiene per nulla, otterrà sempre una visione, distorta e di parte, della realtà italiana che come tutte le altre al mondo é complessa, composta a sua volte da tante altre realtà complesse che convivono o che sono distanti tra loro. Che leggo una intervista al kebabbaro turco che vive in Italia e mi parla del tentativo di golpe in Turchia (naturalmente parlando anche male di Erdoğan) io posso equipararla all’ipotetica intervista che un giornalista turco realizza al pizzaiolo italo-americano di New York, per avere una opinione su cosa succede a Palazzo Montecitorio.
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E’ un discorso che si basa sulla fiducia.
Anche voi, mentre leggete queste mie parole, avete con me un rapporto di fiducia. Proprio per questo ripeto che in Turchia esistono molte realtà che io non conosco o che conosco poco. Per capirle cerco di approfondire, di chiedere e di studiare soprattutto. Altrimenti faccio il cazzaro. Mi sforzo a non essere approssimativo. Qualsiasi notizia che ho scritto, anche una semplice data, cerco di verificarla sempre prima di divulgarla. Come cerco consigli da chi ne conosce più di me.
Quindi confrontarmi con le opinioni di gente ignorante della Turchia, razzista a volte, molto islamofoba, presuntuosa, maleducata e che di solito si informa su Novella2000 non mi interessa. Quello che evito é il dare peso a delle opinioni che sono il frutto di un approfondimento e di una conoscenza - sulla Turchia e il suo popolo - durato, quando va di lusso, 5 minuti.
Poteva andare meglio? E’ andata decisamente peggio.
E tutto questo non me lo meritavo proprio. 
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istanbulperitaliani · 10 years
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La sicurezza ad Istanbul.
"La possibile crescente pericolosità della Turchia", "si sentono tante cose negative sulla situazione lì”, ”le notizie che passano al telegiornale italiano non sono molto incoraggianti”, “volevo sapere se la situazione in città è tranquilla”.
Per questo genere di informazioni non mi assumo nessuna responsabilità, l’unica cosa che consiglio sempre é di avere come punto di riferimento il Ministero degli Esteri che su viaggiaresicuri.it si rivolge ai viaggiatori italiani sulla pericolosità di certe destinazioni attraverso dei comunicati costantemente aggiornati. In ogni caso stiamo parlando di uffici pubblici, dove chi ci lavora é pagato dalle tasse del popolo italiano e si presume faccia davvero bene il suo lavoro. Ora se lo fa bene o male non sta a me dirvelo, ho una mia opinione a riguardo e la tengo per me.
Quindi un discorso che non riguarda la sola Turchia e che spesso molti miei connazionali dimenticano.
Parliamo di quando sentite: “Pericolo manifestazioni”
Ad Istanbul, come in tutto il mondo, ci sono manifestazioni.
Quelle autorizzate si svolgono in determinati spazi adibiti allo scopo e vengono circoscritte da cordoni di polizia con accessi ben controllati sia in entrata che in uscita.
Le manifestazioni non autorizzate e quindi gli assembramenti per loro natura imprevedibili, vengono in qualche modo circoscritte da pattuglie di polizia e quelle non impegnate negli eventuali tafferugli allontanano, con le buone o le cattive, chi ha intenzione di raggiungere il “teatro degli scontri”. 
Insomma a meno che non vogliate recarvi ai confini con la Siria o con l'Iraq che si trovano a quasi 2000 km da Istanbul, uno il pericolo se lo deve proprio andare a cercare sulle rive del Bosforo, visto che fortunatamente ad oggi non é in corso nessuna guerra civile, la vita si svolge regolarmente, le navi crociere occupano i loro posti abituali, i turisti affollano i musei e le zone centrali della metropoli.
Poi se voi ritenete opportuno partecipare ad una manifestazione in un paese straniero quando magari nel vostro non lo fate, oppure volete provare “il brivido”, non entro nel merito della vostra scelta di raggiungere volontariamente (perché la percentuale di ritrovarsi coinvolti “per caso” é davvero ridicola) una zona dove sono in atto episodi di violenza tra manifestanti di un corteo non autorizzato e forze dell’ordine.
Quindi: prudenza e buon senso.
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istanbulperitaliani · 11 years
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Intervista ad un ragazzo italiano che vive in Turchia.
Ecco l'intervista che abbiamo ricevuto dal quotidiano online Info Oggi in merito alla situazione attuale di Istanbul.
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