ARTISTI DI STRADA: tocco di allegra magia!
CHI SONO GLI ARTISTI DI STRADA
Nelle piazze più belle del mondo, oltre alla cultura e all’importanza storica e sociologica del posto, folle di turisti sono attratti da spettacoli spontanei di artisti di strada, che offrono il talento in cambio di un’offerta.
Queste “improvvisazioni”, più o meno studiate, permettono loro di essere liberi di girare il mondo, liberi di potersi esprimere e di…
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Il Circo Arkar porta al Trasimeno il suo spettacolo senza animali Dal 10 al 21 agosto il Circo Arkar si esibirà a Castiglione del Lago, portando con sé un assortimento di spettacoli circensi senza l'uso di animali. L...
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my degree is so serious. i study ancient history and customs, statues and buildings that are centuries old and still stood the test of time, the way people felt about art and how it was used in their lives, tombs with frescoes of people shitting themselves
i love it. 10/10 no notes
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Anselmo Bucci - I giocolieri (1922-23)
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Antonio Donghi - Il Giocolieri (1936)
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Ho conosciuto giocolieri di ogni tipo.
Di parole.
Di bugie.
I più arditi giocano col tempo.
I peggiori, con i sentimenti.
- Paola Felice
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Ho conosciuto giocolieri di ogni tipo.
Di parole.
Di bugie.
I più arditi giocano col tempo.
I peggiori ... coi sentimenti.
Paola Felice
♠️♥️
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Ho conosciuto giocolieri di ogni tipo. Di parole. Di bugie. I più arditi giocano col tempo. I peggiori, con i sentimenti.
Paola Felice
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Ho conosciuto “giocolieri” di ogni tipo.
Di parole.
Di bugie.
I più arditi giocano col tempo.
I peggiori con i sentimenti.
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Intrattenimento matrimonio: idee per sorprendere gli invitati
Intrattenimento matrimonio: idee per sorprendere gli invitatiUno degli elementi fondamentali nella pianificazione del proprio ricevimento matrimoniale riguarda sicuramente l’intrattenimento degli ospiti.
Trampolieri idee per matrimonio
Nonostante i protagonisti del wedding day siano gli sposi, gli ospiti rappresentano i cooprotagonisti con cui condividere e festeggiare il lieto evento e, per…
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Ho conosciuto “giocolieri” di ogni tipo, di parole, di bugie e altro ancora.
I più arditi giocano col tempo.
I peggiori con i sentimenti.
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Ho conosciuto giocolieri di ogni tipo. Di parole. Di bugie. I più arditi giocano con il tempo. I peggiori, con i sentimenti.
Paola Felice
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Nulla ti distingueva dagli altri acrobati, dai giocolieri, dai trapezisti, dalle cavallerizze, dai pagliacci. Nulla se non quella tristezza nel tuo occhio: non scacciarla, significherebbe buttar fuori a calci dal tuo viso ogni poesia!
Jean Genet, da Il Funambolo
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Sogni
A dispetto della scienza e degli insegnamenti dei geologi,
infischiandosene dei loro magneti, grafici e mappe –
il sogno in un attimo
ci accumula davanti montagne così pietrose
quasi si ergessero nella veglia.
E giacché le montagne, allora anche valli, pianure,
infrastrutture incluse.
Senza ingegneri, capomastri, operai,
scavatrici, bulldozer, materiali edili –
autostrade impetuose, ponti improvvisi,
città istantanee densamente popolate.
Senza registi con megafono, senza operatori –
folle che sanno bene quando spaventarci
e in che momento svanire.
Senza architetti esperti,
senza carpentieri, betonisti, muratori –
sul sentiero, a un tratto, una casetta come un giocattolo,
e dentro sale enormi con l’eco dei nostri passi
e le pareti fatte d’aria dura.
Non solo slancio, ma anche precisione –
un singolo orologio, una mosca intera,
sul tavolo una tovaglia ricamata a fiori,
una piccola mela con i segni dei denti.
E noi – non possono farlo i giocolieri,
i maghi, i taumaturghi e gli ipnotizzatori –
implumi riusciamo a volare,
nei tunnel bui ci fanno luce gli occhi,
parliamo con scioltezza in una lingua ignota
e non con chicchessia, ma con i morti.
E per giunta, a dispetto della nostra libertà,
di scelte del cuore e inclinazioni,
ci perdiamo
nel desiderio d’amore per –
prima che suoni la sveglia.
Cosa ne dicono gli autori di libri dei sogni,
gli studiosi di simboli onirici e presagi,
i medici con i lettini della psicoanalisi –
se qualcosa gli torna,
è solo per caso
e per il solo motivo
che nelle nostre visioni,
nelle loro ombre e illuminazioni,
profusioni, incerte previsioni,
svogliatezze e propagazioni,
a volte può capitare
anche un senso afferrabile.
Wislawa Szymborska
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Ho conosciuto giocolieri di ogni tipo. Di parole. Di bugie. I più arditi giocano col tempo. I peggiori, con i sentimenti.
Paola Felice
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Nella Venezia cinquecentesca iniziò il fenomeno dei ciarlatani, che dilagò poi in tutta Italia, e chiamati in dialetto: “monta in banco”. Il termine di ciarlatano, un misto di di imbroglione, medico-stregone, venditore di polveri magici, elisir, curatore e espositore di mostri.
Il termine “ciarlatano” nasce dal paese in cui per la prima volta si è creata questa professione: Cerreto di Spoleto: l’Accademia della Crusca così definì nel 1612 questa categoria come:”
coloro che per le piazze spacciano unguenti od altre medicine, cavano i denti e fanno giochi di mano che comunemente dicesi Ciarlatani ..da Cerreto, paese dell’Umbria da cui soleva in antico venir siffatta gente, la quale con varie finzioni andava facendo denaro”.
Sull’argomento vennero composte alcune opere come ” Speculum Cerretanorum”di Teseo Pini e il ” vagabondo ovvero sferza de i vagabondi” di Raffaelel Frianoiro. Cipriano Piccolopasso così descrisse: “esercitano questi uomini d’andar pel mondo vendendo il Zafferame, il pepe et altre spezierie, coralli come anco una certa sorte d’herba che chiamano corallina, qual, ridotta in polvere vendono per dar ai putti per scacciar i vermi…non si dilettano, pare a me , nè d’armi nè di lettere , si ben d’andar per biri …….quel costume che hanno di andare a torno accattando e cialtronando”.
Anche Macchiavelli utilizzò il termine “Cerretano” come sinonimo di medico ciarlatano nella sua famosa commedia ” la Mandragola”.
A Venezia i ciarlatani salivano su un palco, e , accompagnati da danzatori e giocolieri, iniziavano a declamare le virtù prodigiose di unguenti, elisir, creme, polveri, cerotti, sciroppi, acque di bellezza ed altro. Nella Piazza più famosa d’Europa ( Piazza San Marco) si davano quindi appuntamento diversi di questi personaggi, e che sono rimasti nella memoria della città per la loro dialettica
e la capacità di convinzione: Il Cieco da Forlì, Zan della Vigna, Mastro Paolo di Arezzo, il Moretto da Bologna, l’Alfier Lombardo ( Giuseppe Colombani da Parma)cavadenti, Monsù Guascon, mestro Leone , ma tutti i suoi preparati e i suoi elisir nulla valsero contro la pestilenza del 1576 che se lo portò via assieme alla moglie .
Uno degli oggetti per cui rimase famoso il suo banchetto fu la carcassa di un pesce, opportunamente essiccato e ripiegato, che acquistò un orribile aspetto e che venne spacciato come un terribile e orrido mostro.
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dai giochi di prestigio al linguaggio e siamo punto e a capo.
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