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Rubrica del giovedì: Curiosità e stravaganze L'abito da sposa: le origini. Abiti da sposa immacolati, bianchi, da favola, indossati una sola volta e poi nascosti in qualche armadio non erano lo standard fino a pochi decenni fa. Prima di allora i vestiti da giorno colorati erano la norma per le spose di tutte le classi sociali. Fino agli anni ‘40 non era comune acquistare un abito nuovo e in occasione del matrimonio ci si sposava semplicemente indossando il vestito migliore del proprio guardaroba. L’abito veniva poi indossato di nuovo nella vita di tutti i giorni, modificato nel corso degli anni per adattarsi alla moda e a una figura mutevole. Nel 1840 la regina Vittoria diede vita alla tradizione di indossare il bianco nel giorno delle nozze, dall’inizio del Ventesimo secolo il colore più casto divenne il prescelto dalle spose dell’alta società. L’idea di «un vestito per un giorno» nacque solo più tardi e la tendenza del bianco non decollò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tecniche di lavanderia diventarono più avanzate. In un’epoca senza lavatrici, l’abito da sposa bianco non rappresentava verginità e purezza, ma ricchezza e status. Ancora oggi l’abito bianco resta la quintessenza del matrimonio e una sposa che sceglie altri colori è spesso considerata audace. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedi #grandaffimagazine #sposa #vestitodasposa #news #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7qfkJQIQMM/?igshid=simn8393fjvv
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Rubrica del giovedì: Curiosità e stravaganze L'abito da sposa: le origini. Abiti da sposa immacolati, bianchi, da favola, indossati una sola volta e poi nascosti in qualche armadio non erano lo standard fino a pochi decenni fa. Prima di allora i vestiti da giorno colorati erano la norma per le spose di tutte le classi sociali. Fino agli anni ‘40 non era comune acquistare un abito nuovo e in occasione del matrimonio ci si sposava semplicemente indossando il vestito migliore del proprio guardaroba. L’abito veniva poi indossato di nuovo nella vita di tutti i giorni, modificato nel corso degli anni per adattarsi alla moda e a una figura mutevole. Nel 1840 la regina Vittoria diede vita alla tradizione di indossare il bianco nel giorno delle nozze, dall’inizio del Ventesimo secolo il colore più casto divenne il prescelto dalle spose dell’alta società. L’idea di «un vestito per un giorno» nacque solo più tardi e la tendenza del bianco non decollò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tecniche di lavanderia diventarono più avanzate. In un’epoca senza lavatrici, l’abito da sposa bianco non rappresentava verginità e purezza, ma ricchezza e status. Ancora oggi l’abito bianco resta la quintessenza del matrimonio e una sposa che sceglie altri colori è spesso considerata audace. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedi #grandaffimagazine #sposa #vestitodasposa #news #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7qfh5pIFTK/?igshid=17glnylce6m0n
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Rubrica del giovedì: Curiosità e stravaganze L'abito da sposa: le origini. Abiti da sposa immacolati, bianchi, da favola, indossati una sola volta e poi nascosti in qualche armadio non erano lo standard fino a pochi decenni fa. Prima di allora i vestiti da giorno colorati erano la norma per le spose di tutte le classi sociali. Fino agli anni ‘40 non era comune acquistare un abito nuovo e in occasione del matrimonio ci si sposava semplicemente indossando il vestito migliore del proprio guardaroba. L’abito veniva poi indossato di nuovo nella vita di tutti i giorni, modificato nel corso degli anni per adattarsi alla moda e a una figura mutevole. Nel 1840 la regina Vittoria diede vita alla tradizione di indossare il bianco nel giorno delle nozze, dall’inizio del Ventesimo secolo il colore più casto divenne il prescelto dalle spose dell’alta società. L’idea di «un vestito per un giorno» nacque solo più tardi e la tendenza del bianco non decollò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tecniche di lavanderia diventarono più avanzate. In un’epoca senza lavatrici, l’abito da sposa bianco non rappresentava verginità e purezza, ma ricchezza e status. Ancora oggi l’abito bianco resta la quintessenza del matrimonio e una sposa che sceglie altri colori è spesso considerata audace. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedi #grandaffimagazine #sposa #vestitodasposa #news #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7qfYa5IDNr/?igshid=1so7wdsiov5zr
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Rubrica del giovedì: Curiosità e stravaganze L'abito da sposa: le origini. Abiti da sposa immacolati, bianchi, da favola, indossati una sola volta e poi nascosti in qualche armadio non erano lo standard fino a pochi decenni fa. Prima di allora i vestiti da giorno colorati erano la norma per le spose di tutte le classi sociali. Fino agli anni ‘40 non era comune acquistare un abito nuovo e in occasione del matrimonio ci si sposava semplicemente indossando il vestito migliore del proprio guardaroba. L’abito veniva poi indossato di nuovo nella vita di tutti i giorni, modificato nel corso degli anni per adattarsi alla moda e a una figura mutevole. Nel 1840 la regina Vittoria diede vita alla tradizione di indossare il bianco nel giorno delle nozze, dall’inizio del Ventesimo secolo il colore più casto divenne il prescelto dalle spose dell’alta società. L’idea di «un vestito per un giorno» nacque solo più tardi e la tendenza del bianco non decollò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tecniche di lavanderia diventarono più avanzate. In un’epoca senza lavatrici, l’abito da sposa bianco non rappresentava verginità e purezza, ma ricchezza e status. Ancora oggi l’abito bianco resta la quintessenza del matrimonio e una sposa che sceglie altri colori è spesso considerata audace. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedi #grandaffimagazine #sposa #vestitodasposa #news #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7qfVkPohWg/?igshid=xj3wsxd827wx
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Rubrica del giovedì: Curiosità e stravaganze L'abito da sposa: le origini. Abiti da sposa immacolati, bianchi, da favola, indossati una sola volta e poi nascosti in qualche armadio non erano lo standard fino a pochi decenni fa. Prima di allora i vestiti da giorno colorati erano la norma per le spose di tutte le classi sociali. Fino agli anni ‘40 non era comune acquistare un abito nuovo e in occasione del matrimonio ci si sposava semplicemente indossando il vestito migliore del proprio guardaroba. L’abito veniva poi indossato di nuovo nella vita di tutti i giorni, modificato nel corso degli anni per adattarsi alla moda e a una figura mutevole. Nel 1840 la regina Vittoria diede vita alla tradizione di indossare il bianco nel giorno delle nozze, dall’inizio del Ventesimo secolo il colore più casto divenne il prescelto dalle spose dell’alta società. L’idea di «un vestito per un giorno» nacque solo più tardi e la tendenza del bianco non decollò fino alla fine della Seconda guerra mondiale, quando le tecniche di lavanderia diventarono più avanzate. In un’epoca senza lavatrici, l’abito da sposa bianco non rappresentava verginità e purezza, ma ricchezza e status. Ancora oggi l’abito bianco resta la quintessenza del matrimonio e una sposa che sceglie altri colori è spesso considerata audace. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedi #grandaffimagazine #sposa #vestitodasposa #news #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7qfSY1obkX/?igshid=o10ofrop2stl
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA' E STRAVAGANZE Sapete quando è nata l'invenzione che ha cambiato la quotidianità degli italiani? Nel mese di gennaio del 1954, esattamente 66 anni fa, nasce la RAI - Radiotelevisione Italiana. È lo storico incipit di Fulvia Colombo, la decana di tutte le "signorine buonasera", che dagli studi di Milano annuncia l'inizio ufficiale del regolare servizio di trasmissioni televisive in Italia. L'evento è seguito da 15mila apparecchi in tutto il territorio nazionale, distribuiti tra abitazioni e bar dove sono raccolti migliaia di italiani. Alle 11 di mattina sono state trasmesse le prime immagini in bianco e nero. Sono le 11 di mattina quando quel piccolo aggeggio dalla forma squadrata - allora simile più a un forno elettrico - inizia a trasmettere immagini in bianco e nero. A “battezzare” il nuovo elettrodomestico (il cui costo è cinque volte superiore al salario medio di un operaio) è il finale del "Guglielmo Tell" di Gioacchino Rossini. Quando la musica sfuma arriva la voce del primo volto femminile della storia della TV italiana, che elenca i programmi della giornata. Durante il primo giorno di trasmissione andarono in onda sia il Telegiornale, condotto da Vittorio Veltroni, della durata di 15 minuti, sia La domenica sportiva, la cui messa in onda dura ancora tutt’oggi. #grandaffishoppingcenter #news #rubricadelgiovedì #curiositàestravaganze #grandaffimagazine #affi #verona #televisione (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7X3iMiHcTq/?igshid=4lp4t7wtrsm1
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA' E STRAVAGANZE LA STORIA DELLE SNEAKERS Chi non ha delle sneakers? Probabilmente tutti ne hanno almeno un paio, ma sapete come sono nate le prime sneakers? La storia parla chiaro e se già gli antichi greci indossavano calzature specifiche per fare i loro giochi, è nel XIX secolo che viene realizzata la prima, vera, scarpa da ginnastica. In questo periodo, infatti, viene realizzata la forma della pianta delle piede in gomma che, per la prima volta, viene incollata alla tomaia. Charles Goodyear, attrattissimo dalla cosa, mise a punto la lavorazione del caucciù e, così, iniziò a produrre in serie le scarpe da ginnastica. I primi a comprenderne la versatilità furono i tennisti, poi i calciatori e gli atleti olimpionici: la sneakers diventò la scarpa sportiva per eccellenza, ma la svolta ci fu nel 1919 quando venne messo sul mercato il primo modello di scarpe da basket. Il successo delle All Star fu senza precedenti e, così come le indossava James Dean, lo facevano tutti i ragazzi del pianeta: le scarpe da ginnastica, così, divennero un fenomeno di massa. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedì #grandaffimagazine #curiositàestravaganze #sneakers #storiadellesneakers #news #curiosità #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B7F7_E-n0Ld/?igshid=lsdoa1hdphmh
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA' E STRAVAGANZE Il Natale è oramai vicino e tutti abbiamo immaginato, sin da piccoli, Babbo Natale che arriva con le sue renne. La più conosciuta, Rudolf, è famosa per il suo naso rosso...ma forse non conoscete la sua storia Tutti i bambini lo sanno: il naso rosso e luminoso di Rudolph, la "nona renna" di Babbo Natale, serve a rendere visibile alla sua slitta il sentiero offuscato da tempeste di neve durante la consegna dei regali la notte di Natale. Questa peculiarità di fantasia avrebbe però anche una spiegazione scientifica, legata alle caratteristiche della vista delle renne. La luce rossa è dovuta dal fatto che, gli animali a differenza di tutti altri mammiferi vedano luce ultravioletta. Non solo, il tessuto riflettente presente negli occhi varia dal dorato al blu intenso durante i mesi invernali, aiutando così le renne a trovare il cibo ed evitare i predatori. Ovviamente, il blu però è invisibile in caso di nebbia per questo motivo è necessario che una di loro possa avere il naso rosso aiutandole a viaggiare. Ma, a parte la spiegazione "scientifica", forse non sapete com'è nato Rudolf. Il grande magazzino Montgomery Ward ha creato Rudolph la renna come espediente di marketing per incoraggiare i bambini ad acquistare i loro libri da colorare di Natale. Il Rudolph originale non aveva un naso rosso, i nasi rossi erano visti come un indicatore dell' alcolismo cronico e Montgomery Ward non voleva che somigliasse a un ubriacone. Per completare l' immagine originale, era quasi chiamato Reginald o Rollo. 🎅 🦌❄️ #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedì #curiositàestravaganze #grandaffimagazine #rudolf #babbonatale #renna #christmas #natale #affi #verona (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B6PzNgJnewu/?igshid=1584o09r9dxqx
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Rubrica del giovedì: curiosità e stravaganze Oggi è arrivata la prima neve della stagione, ma forse non sapete (o non ricordate) che a gennaio del 1985, quando molti di voi non erano probabilmente ancora nati, ci fu la grande nevicata che ha imbiancato Verona e provincia. Traffico a rilento, treni in ritardo, l'aeroporto di Villafranca è stato chiuso, come pure le scuole e i ragazzi andavano con gli sci in piazza Bra. Ci fu un black out in molte zone della città, ma la situazione più critica si registrò in provincia, dove la neve raggiunse i 50 - 60 centimetri. A Legnago sono state chiuse le scuole per tre giorni e sospese le corse degli autobus, mentre ci furono frequenti e prolungate interruzioni delle linee elettriche nella bassa veronese per una spaventosa bufera di neve. #grandaffishoppingcenter #grandaffimagazine #news #rubricadelgiovedì #neve #nevicata #verona #lagrandenevicatadel1985 #lagrandenevicata (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B59xVjLI_CG/?igshid=1hj9xvgyswo9o
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Rubrica del giovedì: CURIOSITÀ E STRAVAGANZE Black Friday...in queste ore non si parla d'altro. Ma vi siete mai chiesti l'origine di questa "ricorrenza"? E perché si fa riferimento al colore nero? La prima volta che venne utilizzato il termine black friday non fu affatto riferito allo shopping natalizio, ma ad una crisi finanziaria: il crollo del mercato dell'oro del 1869. Quel venerdì di settembre il mercato azionario precipitò, mandando tutti in bancarotta. Detto questo, ai giorni nostri questo speciale venerdì viene l'indomani del giorno del Ringraziamento, la festa che si celebra il quarto giovedì di novembre negli Usa e in Canada) ed è la data in cui, secondo una tradizione che si è consolidata negli anni Sessanta, i negozianti americani propongono sconti speciali per incentivare lo shopping e dare il via alle spese natalizie. Ma perchè proprio "nero"? Perché all'epoca i registri contabili dei negozianti si compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e quello nero per i conti in attivo. E nel venerdì dopo il ringraziamento, grazie a queste promozioni, i conti finivano decisamente in nero. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedì #curiositaestravaganze #news #blackfriday #blackfriday2019 #affi #grandaffimagazine (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B5Zuf9-HIBc/?igshid=jaozumb62pfx
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA' E STRAVAGANZE In autunno c'è tanta buona frutta: mele, pere, melograni , castagne, noci e molti altri frutti gustosi, ma forse non conoscete il CACO INDECISO... E' un caco o una mela? E' un caco mela! Il caco mela è un ibrido? La risposta è no: il caco mela non è altro che il frutto sviluppato da una varietà della diospyros kaki, la pianta madre e specie originaria dell’Asia. Il frutto è formato da una bacca generalmente sferica, di colore arancione: il caco mela, inoltre, contenendo poco tannino, si può consumare già dopo la raccolta. La possibilità di tagliarlo a fette, come la mela, gli ha “conferito” con il tempo questa denominazione. Il sapore è molto dolciastro e la raccolta si effettua generalmente a novembre. Che differenza c’è tra caco e cacomela? Nessuna: la pianta madre è sempre la stessa, la diospyros kaki. Il frutto che si ottiene è solo una varietà sviluppata per impollinazione di polline maschile, sprovvisto originariamente nella diospyros kaki. Il caco mela, come tutti i frutti tardivi, è un alimento fortemente energetico. Se consumato a consistenza sana, risulta essere meno zuccherino del caco “classico”: con circa 100-200 g, si assumono calorie contenute, dai valori stimabili tra i 65 e 130. Non contenendo lattosio e glutine, viene ben tollerato dai celiaci. Attenzione però al potere calorico del contenuto zuccherino del frutto: si sconsiglia un uso eccessivo per le persone in sovrappeso o a chi soffre di diabete e ipertrigliceridimia. #grandaffishoppingcenter #cacomela #news #rubricadelgiovedì #grandaffimagazine #affi #shopping (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B41p9XWoNlh/?igshid=1c54itw4jwrj3
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA’ E STRAVAGANZE Siete pronti a cambiare ritmo? Nella notte tra il 26 e il 27 ottobre le lancette dovranno essere spostate indietro di un'ora. L'entrata in vigore dell'ora solare 2019, che si proporrà nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, è ormai alle porte. L’effetto sulla salute del cambio orario è che andrà ad influenzare il ritmo sonno-veglia. Ad incidere sugli effetti è la melatonina, che si sintetizza quando è buio e agevola così il sonno. Tuttavia, il cambio orario potrebbe causare qualche difficoltà nell’attivazione delle modalità veglia. Dormire di meno o in modo disturbato significa perdere la concentrazione e anche di conseguenza una minore produttività. Per gestire al meglio il cambio orario, si può adottare una dieta alimentare che favorisca il riposo notturno. Gli alimenti consigliati che non disturbano il sonno sono il latte caldo e il riso. Si può scegliere anche il pane, la pasta, la lattuga, il radicchio, l’aglio, uova e frutta. Da evitare invece cibi troppo salati e conditi con spezie piccanti. Da evitare pure il caffè, il the e gli alcolici. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedì #grandaffimagazine #news #cambioora #giovedi #affi #centrocommerciale (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B3_b6CTnkYN/?igshid=1ojjtzwjhjum5
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Rubrica del giovedì: CURIOSITÀ E STRAVAGANZE Il tartufo e’ un fungo che vive sottoterra, a forma di tubero, costituito da una massa carnosa, detta “gleba”, rivestita da una sorta di corteccia chiamata “peridio” Il Tartufo nero di Verona proviene da tartufaie naturali, ha tubercolo a superficie nera, tondeggiante con irregolarità di forma verrucosa, emana un forte odore ben conosciuto, ed ha sapore squisito. In alcuni casi quando è maturo la polpa di coloro nero può tendere al nero violaceo o rosso molto cupo. Il tartufo nero pregiato ha profumo gradevole ed intenso e dimensioni variabili tra quelle di una noce e quelle di una mela e un aspetto tuberiforme; in genere matura da novembre a marzo. In Lessinia, nei periodi indicati, si possono trovare questi tipi di tartufo: Nero d‘inverno (Tuber brumale) - dal 1 gennaio al 15 marzo Bianchetto o marzuolo (Tuber albidum Pico) - dal 15 gennaio al 30 aprile. Nero d’estate o scorzone (Tuber aestivum) dal 1 maggio al 30 novembre. Nero ordinario (Tuber mesentericum) dal 1 settembre al 31 gennaio Nero liscio (Tuber macrosporum) dal 1 settembre al 31 dicembre Bianco (Tuber magnatum Pico) dal 1 ottobre al 31 dicembre Scorzone invernale (Tuber uncinatum Chatin) - dal 1 ottobre al 31 dicembre Nero pregiato (Tuber melanosporum) - dal 15 novembre al 15 marzo Tartufo moscato (Tuber brumale) - dal 15 novembre al 15 marzo #grandaffishoppingcenter #curiositàestravaganze #rubricadelgiovedì #grandaffimagazine #news #tartufo #tartufonero #tartufonerodellalessinia #verona #lessinia (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B3thleYIsnL/?igshid=99ruox6mpcrg
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA’ E STRAVAGANZE Il frutto a forma di stella Carambola, o star fruit, è il frutto della Averrhoa carambola, una pianta sempreverde appartenente alla famiglia delle Ossalidacee e originaria dello Sri Lanka e dell'India. La polpa è croccante e succosa e il sapore ricorda un po' quello degli agrumi. La carambola contiene fenoli e flavonoidi che proteggono l’organismo da potenziali effetti dannosi dei radicali liberi. Inoltre, possiede un’elevata concentrazione di vitamina C, responsabile dell’azione antiossidante e del rafforzamento delle difese immunitarie, e di potassio, un ottimo alleato per favorire il buon funzionamento del sistema cardiovascolare oltre riequilibrare la presenza di liquidi nell’organismo e a garantire la funzionalità dei muscoli. La presenza di fibre, invece, permette di favorire la regolarità intestinale, protegge la mucosa del colon dall’esposizione alle sostanze tossiche e aiuta ad abbassare il tasso di colesterolo nel sangue. Inoltre, questo frutto esotico (se assunto regolarmente) combatte mal di testa, insonnia, nausea e tosse, ha proprietà digestive, diuretiche e astringenti, se consumata quando non completamente matura, è d’aiuto al processo digestivo e, grazie alla presenza di acido ossalico, ha proprietà emostatiche. #grandaffishoppingcenter #curiositaestravaganze #curiositàestravaganze #news #rubricadelgiovedì #grandaffimagazine #affi #starfruit #carambola (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B3bYmhXHfPU/?igshid=xt16a6l2105
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Rubrica del giovedì: CURIOSITA’ E STRAVAGANZE Il 3 ottobre inizia la festa dell'uva e del vino Bardolino, ma sapete come è nato questo vino? Il vino Bardolino non è nato per caso Le terre che gli danno i natali hanno alle spalle una lunga storia di coltivazione della vite e di produzione di vino. Sebbene le prime fonti scritte e le prime raffigurazioni che rimandano alla coltivazione dell’uva in queste zone risalgono al periodo altomedievale, reperti storici dicono che già dall’epoca romana e, ancora prima, nell’età del bronzo qui si produceva vino. Una lunga storia, dunque, che ci porta al XIX secolo quando la produzione vinicola della zona inizia ad essere contraddistinta dal nome Bardolino. Da allora, la notorietà del vino ha continuato a crescere fino a quando, nel 1937, venne creato il primo Consorzio di difesa per la tutela dei vini pregiati veronesi. Dal 1968 inizia la storia del DOC; una storia che vede il Bardolino esportato in tutto il mondo e che ancora non è finita. Il Bardolino DOC è un vino rosso, di colore acceso, rubino e un gusto asciutto e morbido. Si ottiene dalle uve di corvina veronese a cui vengono aggiunte uve rondinella e altri vitigni minori per un massimo del 20% del totale e del 10% per ogni vitigno. È poi permesso l’uso del 20% di varietà Corvinone, in sostituzione della stessa percentuale di uva Corvina veronese. #grandaffishoppingcenter #rubricadelgiovedì #curiosità #curiositàestravaganze #news #grandaffimagazine #uva #bardolino #vinobardolino #uvacorvina #affi #verona #lagodigarda #gardalake (presso Centro Commerciale Grand'Affi Shopping Center) https://www.instagram.com/p/B3JZcv3issg/?igshid=1x7as0yz5sf6t
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