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circusfans-italia · 29 days
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AL CIRCO GRECA ORFEI MAVILLA SONO ARRIVATI .....
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AL CIRCO GRECA ORFEI MAVILLA SONO ARRIVATI ..... Il circo Greca Orfei della famiglia Mavilla è attualmente in tournée in Piemonte. In questi giorni si sta completando il passaggio dallo spettacolo invernale a quello attuale. Rispetto a quest'inverno, non fanno più parte dello spettacolo gli elefanti e l'esotico della famiglia di Robert Gartner, le balestre di Mister Morris ed il clown Luis Milla. Nello spettacolo ora invece troviamo le riprese dei clown Saly, la giocoleria sulla batteria di Victor Saly e da poco si sono aggiunti altri due numeri.
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Nuovi entrati nello spettacolo diretto da Giuseppe Mavilla sono i numeri di Bruno Meggiolaro e di Fellon Rossi: coltelli e balestre e gli hula hoop.
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Un video promo dello spettacolo Il circo Greca Orfei attualmente si trova a Savigliano (CN), presso l'Area Fieristica, dove rimarrà dal 25/04/24 al 05/05/2024.
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circusfans-italia · 3 months
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LA FAMIGLIA SALY DI NUOVO IN PISTA
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LA FAMIGLIA SALY DI NUOVO IN PISTA Dopo gli impegni natalizi, al Grosse Circus Williams, in Germania, per Gyula ed Elisa e lo spettacolo DasZelt in Svizzera per Victor, la famiglia Saly tornerà a calcare l'arena di segatura insieme. Dalla prossima piazza, Alba (CN, dal 14 al 18 marzo) in Piemonte, faranno parte del Circo Greca Orfei della famiglia Mavilla.
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circusfans-italia · 7 months
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I CLOWN SALY NATALE AL GROSSE CIRCUS WILLIAMS
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I CLOWN SALY NATALE AL GROSSE CIRCUS WILLIAMS I clown Saly, Gyula ed Elisa faranno parte del cast dello show natalizio del circo Williams diretto dalla famiglia Wille. Dal 7 dicembre al 7 gennaio 2024 il circo presenterà i suoi  spettacoli nella cittadina tedesca di Muncheberg.
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circusfans-italia · 11 months
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DEBUTTA IL CIRCUS WILLIAM CON I SALY - La lista dello show
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DEBUTTA IL CIRCUS WILLIAM CON I SALY
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Debutta oggi, 5 luglio, lo show estivo del Grossecircus WILLIAM dei fratelli Wille nella cittadina tedesca di Heringsdorf sull'isola di Usedom. Come anticipato in una precedente news, faranno parte dello show Gyula, Elisa e Victor Saly che sino al 31 agosto faranno da asse portante di questo inedito spettacolo.
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La lista dello spettacolo: I SALY - MUSICALE PARATA DEGLI ARTISTI DUO DRIF - TRASFORMISMO GYULA SALY - RIPRESA DE NIRO & GEORGHY WILLE - FILO MOLLE ROBERTO WILLE - ANIMALI DELLA FATTORIA DUO DRIF - HULA HOOP GYULA SALY - RIPRESA VICTOR SALY - GIOCOLIERE CON BATTERIA ROBERTO WILLE - ALTA SCUOLA ROBERTO WILLE - DROMEDARI PAUSA DE NIRO WILLE - PALO GYULA SALY - RIPRESA DUO DRIF - PATTINI GYULA SALY - RIPRESA ROBERTO WILLE - CAVALLI LIBERTA GYULA SALY - ENTRATA CAMPANE KEVIN MARTINEZ - RUOTA DELLA MORTE PRESENTA MARCUS WILLE
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Le prove dei dromedari con Roberto Wille
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circusfans-italia · 11 months
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I CLOWN SALY IN GERMANIA...
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I CLOWN SALY IN GERMANIA AL GROSSECIRCUS WILLIAM Una nuova scrittura per la famiglia di Gyula Saly, dopo aver lasciato il circo Ronny Roller, prenderanno parte allo spettacolo estivo del complesso tedesco Grossecircus William dei fratelli Wille.
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Dal 5 luglio sino al 31 di agosto il circo proporrà i suoi spettacoli nella cittadina tedesca di Heringsdorf sull'isola di Usedom che si affaccia sul Mar Baltico. Gyula ed Elisa presenteranno le loro entrate comico - musicali, mentre Victor proporrà il suo numero di giocoleria in bouncing a terra e con la batteria.
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circusfans-italia · 1 year
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NEWS DALLA FAMIGLIA SALY
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NEWS DALLA FAMIGLIA SALY Con la piazza di Ferentino (FR) si è concluso il contratto che legava la famiglia Saly al Circo Rony Roller della famiglia di Edoardo Vassallo.
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I Saly, con le riprese comiche, l'entrata musicale e il numero di Victor di giocoleria in bouncing che si è fatto apprezzare alla 1° edizione dell'Italia Circus Talent Festival (e presso il quale si esibivano fuori concorso anche i genitori in veste di "guest star") questo autunno, erano entrati nella compagnia del Circo Rony Roller a dicembre 2021.
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circusfans-italia · 1 year
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NEWS DALLA FAMIGLIA SALY
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NEWS DALLA FAMIGLIA SALY Con la piazza di Ferentino (FR) si è concluso il contratto che legava la famiglia Saly al Circo Rony Roller della famiglia di Edoardo Vassallo.
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I Saly, con le riprese comiche, l'entrata musicale e il numero di Victor di giocoleria in bouncing che si è fatto apprezzare alla 1° edizione dell'Italia Circus Talent Festival (e presso il quale si esibivano fuori concorso anche i genitori in veste di "guest star") questo autunno, erano entrati nella compagnia del Circo Rony Roller a dicembre 2021.
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circusfans-italia · 1 year
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CIRCO RONY ROLLER A STUDIO APERTO
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CIRCO RONY ROLLER A STUDIO APERTO video Come vi avevamo informato in una news precedente, ieri al circo Rony Roller è stata una giornata speciale, di festa. Grazie all'intervento della Santa Sede, oltre 2.000 persone indigenti hanno avuto modo di assistere allo spettacolo del circo a Roma. e trascorrere così momenti in serenità e spensieratezza.
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Grazie a papa Francesco, oltre 2000 persone tra profughi, senzatetto, carcerati, famiglie con bimbi dall’Ucraina, dalla Siria, dal Congo, dal Sudan, alcune famiglie che vivono nei palazzi occupati di Roma e di Torvaianica e provenienti da vari dormitori, accompagnate dai volontari e dalle suore Missionarie della carità fondate da santa Teresa di Calcutta, hanno assistito allo spettacolo.
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Eccovi uno dei servizi video trasmessi dai vari TG nazionali. Il circo Rony Roller con Stefano Orfei si trova a Roma, in via Boccea angolo via Torrevecchia, fino al prossimo 19 febbraio 2023.
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circusfans-italia · 1 year
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Le confessioni di un clown
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Le confessioni di un clown «I bimbi ridono, alla faccia di Stephen King» Il circo raccontato dai suoi artisti: «In pista si nasce e si cresce, ci si sposa e si muore. La vita sotto il tendone non è lavoro, per noi è tutto» di Walter Veltroni Come sono gli artisti sotto la tenda del circo? Sono perplessi.Le confessioni di un clown Il titolo del bellissimo film di Alexander Kluge, vincitore a Venezia nel 1968, sintetizza lo stato d’animo delle persone che incontro una mattina di novembre sotto una tenda ad Acilia, periferia di Roma. Sono i tre fratelli della famiglia Vassallo che da sei generazioni fa vivere attività circensi. E siccome non sono adolescenti è certamente dall’Ottocento che, di padre in figlio, di madre in figlia, i portatori di quel Dna salgono sul trapezio, si travestono, curano le belve, suonano la tromba o il trombone, si truccano da clowns. Oggi gestiscono il circo Rony Roller. Lo fanno con orgoglio e fierezza. Sono Alberto, Rony e Daniela che mi racconta quando, a cinque anni, fece la sua prima apparizione sulla pista vestita da ballerina. Il pubblico, divertito e commosso, le lanciò delle caramelle. Ma lei, lo ricorda ancora, non si chinò a prenderle perché la scaletta dello spettacolo non lo prevedeva. «Qui, sulla pista si lavora, ci si sposa, si muore. Per noi è tutto. È un mondo a parte. Per noi conta solo quello che succede qui. Puoi essere una cattiva persona, ma se in pista fai divertire il pubblico tutto ti viene perdonato». La dimensione familiare nel circo è decisiva. La storia italiana di questa attività è legata a pochi cognomi. Alberto Vassallo li ricorda, forse ne dimentica qualcuno: «Togni, Orfei, Vassallo, Zavatta, Casartelli, Pellegrini, Errani, Dell’Acqua, Saly, Zanfretta, Canestrelli, Carbonari...».
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Carovana in viaggio Rony, il minore dei Vassallo, sottolinea più volte come l’attività circense possa reggersi solo se esiste una forte solidarietà familiare, se si crea un gruppo: «Noi arriviamo in una piazza e montiamo il tendone in sei. Siamo sempre noi. A stendere le funi e sistemare le sedie ci sono il clown, i domatori, i trapezisti. In un giorno la struttura è tirata su e lo spettacolo inizia. E poi siamo sempre noi al bar, in biglietteria, in sala con il costume sfavillante. Facciamo tutto. È la nostra vita, non solo il nostro lavoro». Alessia Dell’Acqua, sua moglie, erede di un’altra famiglia del settore, mi dice che «il circo non è un’occupazione, è un modo di vivere. È un viaggio. Nel circo ognuno fa quello che vuole e sa fare. Ma ognuno aiuta l’altro. Siamo una comunità, ci diamo la mano l’un l’altro. Noi nasciamo qui, viviamo qui. A sette, otto anni esordiamo in pista e non ce ne andiamo più. Io sono la presentatrice dello spettacolo, ho un costume pieno di paillettes, ma la mattina presto giro per le strade limitrofe alla piazza dove ci siamo fermati per attaccare le locandine o vendere i biglietti dello spettacolo. Sa, ne facciamo trecento, durante l’anno. Ora, a Natale, saremo a Torrevecchia... Sono cinquanta persone che si sfamano col nostro circo... Noi facciamo tutto: siamo sarte, carpentieri, baristi, falegnami, cuochi. E insieme acrobati e trasformisti, pagliacci e giocolieri». Alberto Vassallo, che ora è il manager del circo ma per tanto tempo ha fatto il clown in pista, dice un po’ sconsolato che venti anni fa in Italia c’erano trecento circhi e ora ne sono rimasti solo trentatrè. «Ci uccide la burocrazia. Le piazze non ci sono e affittarle dai privati, nonostante per la legge Andreotti i comuni dovrebbero individuare un’area dedicata, è molto costoso. La nostra azienda ha due avvocati, due commercialisti, due veterinari... E quando ci spostiamo, con 25 roulotte, può immaginare quanto spendiamo solo di nafta. Aggiunga che per il Covid siamo stati chiusi 22 mesi... Ma noi in quel periodo dovevamo mangiare e gli animali dovevano esser alimentati e curati. Perché noi agli animali ci teniamo. Osserviamo tutte le disposizioni e aggiungiamo delle nostre attenzioni, come il prelievo del cortisolo per individuare se esiste stress negli animali. Chi li maltratta non solo fa male a loro ma danneggia tutta la categoria». La dimensione dei circhi si misura con «le antenne», delle vette metalliche il cui numero ne decreta la maestosità. Fuori ha piovuto, il fango ha divorato l’area antistante la biglietteria. La «carovana», così si chiama ogni grande roulotte che costituisce la casa di questi eterni viaggiatori, espone all’esterno scarpe inzaccherate. I bambini di queste famiglie studiano come possono, spesso a distanza. Ma studiano, qualcuno si è persino laureato. Anche loro sono della famiglia circense e perciò cercano, tra le mille discipline, quella che preferiscono. Un ragazzo di tredici anni, Edoardo, è appassionato di luci e se ne occupa durante lo spettacolo che, in qualche modo, dipende da lui. Yula e Aris si dividono tra trapezio e trasformismo. La loro vita, come quella delle sei generazioni precedenti, sarà così: viaggio, luci e odo- re di terra bagnata. Siamo seduti nell’area del tendone. Alessia ha preparato un caffè con la Moka, non con la macchinetta. Mi viene da pensare che qui il tempo è sospeso, che tutto è uguale a come era decine di anni fa. Siamo al buio, all’inizio. Claudio, il fotografo del giornale, scatta immagini e mi dirà, alla fine, «Qui le foto belle vengono da sole...». Poi accendono le luci e sul palco si materializzano, come d’incanto, delle ragazze che si appendono al trapezio, qualcuna che fa volare delle palline in cielo senza farle mai cadere. Tutto, anche in questa mattina banale, sembra magico. Manca solo la musica, quella musica da circo che riconosceremmo tra mille e che è un impasto di gioia sfrenata e di struggente malinconia. Come, in fondo, è il circo. Almeno per me. Da piccolo mi attraeva e mispaventava. Mi piacevano il mondo colorato, la musica, l’atmosfera da saga allegra di paese e da cartone animato. Ma ero a disagio. Avevo paura che gli acrobati si facessero male, che il domatore rischiasse troppo, che gli animali fossero tristi per essere usati come fenomeno da baraccone. E poi, i clowns, ma di questo parleremo dopo. Federico Fellini, che al circo ha dedicato molto della sua opera, compreso un piccolo film che si chiama proprio «I Clowns», così lo descriveva: «Il circo non è solo uno spettacolo: è un’esperienza di vita. È un modo di viaggiare nella propria vita. Nel circo corre un’aria di mattatoio. Vi sono la follia, le esperienze terrorizzanti. Eppure il tendone, quell’odore di bestie hanno per me qualcosa di familiare. La minaccia della morte, l’emozione di simili spettacoli si riallacciano, certamente, alle esperienze dell’antico Circo Massimo... C’è il sangue, in mezzo alla segatura». Si dice che se un acrobata cade i primi a entrare in scena siano i clowns. Come nella vita. Il circo è un buongiorno e un arrivederci che dura qualche giorno. Si arriva, festosi, si monta la tenda, si ride e ci si stupisce, bambini e famiglie, si chiude, si fanno le valige e si riparte per un altro posto. I ricordi di Fellini Le confessioni di un clown Le confessioni di un clown Le confessioni di un clown Le confessioni di un clown Le confessioni di un clown Ancora Fellini: «L’arrivo del circo di notte, la prima volta che lo vidi, da bambino, ebbe il carattere di un’apparizione. Questa specie di mongolfiera, preceduta da niente: la sera prima non c’era, la mattina era là davanti a casa mia. Pensai subito che fosse una barca sproporzionata. Quindi l’invasione — perché que- sto era stata: una invasione — era legata a qualcosa di marino. Una piccola tribù corsara». Alle luci del circo assomiglierà la sagoma illuminata del Rex, alla sua musica sfrontata si ispirerà il finale metaforico di «Otto e mezzo», ai suoi artisti il personaggio di Zampanò in «La strada». Il circo ha dominato l’immaginario di Fellini come la poetica di Charles Chaplin. A cominciare dal suo abbigliamento, con quelle scarpe grosse, che sembrano di un clown. E anche nel suo cinema il circo torna spesso. Uno dei suoi film più teneri e belli si chiama proprio così, semplicemente: «The circus». Il magnifico personaggio di Calvero, clown in declino, illumina «Luci della ribalta» e rimane per sempre nella memoria di chi lo abbia incontrato. Tim Burton ha evocato il circo nel suo film più riuscito «Big Fish», Woody Allen in «Ombre e nebbia» e Wim Wenders ha fatto volare Marion, la protagonista di «Il cielo sopra Berlino», sul trapezio di un circo che sta chiudendo. Il circo è la dimensione magica, infantile, dello spettacolo. Nasce per stupire, lo si deve vedere con gli occhi spalancati. Il più bel disco con le musiche che si usano in pista, eseguite dalla Circus Band, contiene inaspettatamente un brano in cui ci sono solo degli ooooh di meraviglia. Il circo è la continuazione della tradizione dei saltimbanchi. Cose che nascono forse nell’antica Roma. Ma di un pagliaccio che volteggiava si parla a proposito della compagnia di Zan Ganassa già nel 1570. È con la fine del Settecento, in Inghilterra, che lo Shakespeare del circo, Philip Astley, allestisce in un maneggio uno spettacolo completo fatto di attrazioni varie. Da allora il popolo del circo ha cominciato a viaggiare, incrociando la tradizione Sinti, etnia nomade che usava esporre animali nei paesi dove si spostava. Il viaggio, lo stupore. Forse sono questi gli ingredienti più importanti del circo. Chiedo ai Vassallo, guardando le duemila sedie vuote che forse stasera si riempiranno, se il pubblico c’è ancora o se la copertura totale di immagini e di emozioni che la società tecnologica ha determinato non abbia giustiziato nei contemporanei la capacità o il desiderio di stupirsi. Se, insieme alle lucciole di Pasolini, non siano in fondo spariti anche gli oooh di bambini e adulti. Risponde Alessia per tutti: «Il pubblico c’è, altrimenti non ci saremmo noi. Ma ha bisogno sempre di qualcosa di nuovo, di un prodotto di qualità. E noi ci sforziamo di inventarci sempre qualcosa. Pensi che il figlio di Gyula, il clown, ha creato un numero in cui riesce a far suonare una batteria sputando o tirandoci sopra delle palline. E Gyula ha inventato una esibizione con le campane che fa impazzire il pubblico». Mi torna alla memoria il film di Kluge. Lì una donna, idealista e sognatrice, vorrebbe fondare un circo fatto solo della fantasia e della verità. Non ci riuscirà, dilapiderà tutte le sue sostanze e finirà a pietire spazi in televisione, il nuovo Dio. Per consolarsi dirà profeticamente: «Con i passi lunghi ci si rende soltanto ridico- li, ma con tanti piccoli passi potrei divenire segretario di Stato agli affari esteri». Le confessioni di un clown Trucco e costume Eccolo, il clown. Arriva dopo. Si chiama in quel modo perché la sua famiglia è ungherese. Suo padre, lo dice con orgoglio, è un mito della clowneria italiana. Si chiamava Vittorio Saly, in arte Patata. È stato settant’anni in pista e ha trasmesso l’arte del pagliaccio a suo figlio. Da cinque generazioni si sforzano di far ridere i bambini. «Ma ora i bambini hanno paura dei clowns, non è più come prima. Se lei cerca il nome del nostro lavoro su YouTube le appariranno solo immagini horror. Da quando Stephen King ha inventato il personaggio di It per noi è diventato tutto più difficile». In effetti King, genio della paura, decise di vestire dal pagliaccio un personaggio il cui senso della vita era «divorare mondi e bambini» perché alla domanda su quale fosse la cosa che più spaventava i piccoli di ogni parte del mondo si era risposto: «i clowns». «Molti bambini piangono, e per questo abbiamo deciso di avere un solo clown. Vogliamo si affezionino al personaggio. Gyula ci sa fare, è molto bravo» dice Rony Vassallo. «Sì io cerco di familiarizzare quando i bimbi entrano, non li forzo mai a venire sulla pista, cerco anche nel costume di non evocare tutto quello che loro temono». Gentilmente, per noi, Gyula e sua moglie Elisa, raro caso di donna clown, si truccano e si vestono. Lui mi dice onestamente che gli è capitato di recitare in platee semivuote o di fare spettacoli in cui nessuno rideva. «È dura, ma bisogna resistere. Da un po’ di tempo le persone sono più tese, meno disponibili ad accettare di divertirsi, più cupe. Per me fare il clown è una vocazione, è il mestiere più bello del mondo». Lo guardo e noto che anche Gyula, clown buono, ha nel trucco un ghigno dipinto di nero e di bianco che gli attraversa la bocca. È il costume di scena, quello che dura da sempre. Sorriso e inquietudine, allegria e disperazione. Come la vita di tutti noi. Da Corriere della Sera del 04/12/22  Visita le nostre sezioni
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circusfans-italia · 2 years
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SPECIAL GUEST ALL'ITALIAN CIRCUS TALENT FESTIVAL
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SPECIAL GUEST ALL'ITALIAN CIRCUS TALENT FESTIVAL I Clown, un caposaldo dello spettacolo circense: special guest fuori concorso della 1^ edizione dell’Italian Circus Talent Festival di Roma, i celeberrimi Clown Saly.  
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Noti a tutti gli appassionati del Circo, i Clown Saly irromperanno a più riprese durante gli spettacoli della 1^ edizione dell’Italian Circus Talent Festival, evento competitivo riservato agli astri nascenti del Circo italiano, in programma a Roma dal 1 al 4 Dicembre alla via di Macchia Palocco – Acilia, entro le strutture del Circo Rony Roller, con la Direzione Artistica di Fabio Montico e con la Direzione di Pista affidata a Tommy Cardarelli.
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I Clown Saly, veri fuoriclasse della comicità, fortissimi di una pluriennale esperienza che li ha portati a calcare le più importanti piste del mondo, tra le quali quella del Circo Moira Orfei al fianco dell’unica ed insostituibile Regina del Circo italiano, assicureranno, ai più piccoli come ai più grandi, quella dimensione di leggerezza e di divertimento che solo i clown sanno regalare al loro pubblico.
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Quella dei Clown Saly è la storia di una grande famiglia italiana circense: Gyula prende il nome dal nonno, nato nel 1905. Il debutto di Gyula Saly nel mondo del circo risale al 1973, quando Gyula ha solo 6 anni: due anni dopo inizia la sua carriera da clown, grazie alla quale gira tutto il mondo insieme ai suoi genitori Vittorio e Lina, che collaborano con personalità del calibro di Renato Rascel. Gyula conosce Elisa Pellegrini nel 1991 e quattro anni dopo si uniscono in matrimonio per condividere al 100% la passione per il proprio lavoro, curandone ogni aspetto ed entrando nei ritmi frenetici del mondo dello spettacolo. Calendario degli spettacoli - Giovedì 1 Dicembre, ore 17.00: spettacolo A; - Venerdì 2 Dicembre, ore 17.00: spettacolo B; - Sabato 3 Dicembre, ore 17.00: spettacolo B; - Sabato 3 Dicembre, ore 19.30: spettacolo A; - Domenica 4 Dicembre, ore 16.30: spettacolo finale e premiazione dei vincitori. SPECIAL GUEST ALL'ITALIAN CIRCUS TALENT FESTIVAL Visita le nostre sezioni
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