Tumgik
#ma in questo caso il tedesco sarà la persona picchiata
marjane-satrapi-10 · 6 years
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L’è mia üga
Ok, abbiamo capito che io quando mi trovo in crisi ho sempre il mio subconscio che parla dialetto ticinese. Anche se parlo fluentemente altre 3 lingue oltre l’italiano il mio cervello parla una quarta: il dialetto. 
Secondo molti miei amici è la lingua del cuore, l’esempio che portano sempre è che se qualcuno ti dice “ti voglio bene” è una cosa, ma se una persona ti dice “ta vöri ben” capisci che è grezzo il sentimento, è proprio istintivo e viene dalla parte sincera del cervello perchè non è arzigogolato con le parole. Ma io non sono qui per fare un trattato sul dialetto ticinese, ci sono fior fior di professori e leghisti che da anni studiano la purezza del dialetto al sud del Gottardo. Io non sono una di queste.
Sono tornata al sud delle Alpi, e non per motivi seri. Non seri per il 90% della popolazione svizzera, ma per me sì. Sono tornata per il carnevale.
Due mesi di party hard, musica degli ultimi 60 anni sparata ad altissimo volume in mezzo a valli dove il rumore più forte che si sente durante l’anno è il brucare degli animali e freddo gelido combattuto con cori e balzi passati per balli.
Il carnevale da noi sono anche i magnifici cortei con i carri allegorici (mai così belli e complicati come quelli di Viareggio. Mia totale stima e rispetto per gli artigiani di quei capolavori) e dei regnanti dei diversi regni carnascialeschi che finalmente rubando le chiavi delle città trasformano la pura noia e silenzio, in coriandoli e rumore. Per la cronaca abbiamo pure un unione civile tra regnati e regine trasgender (Didì, da sempar la più bela regina anca quand il to nomm l’era ancora Christopher).
Comunque non sono in crisi per questo regno di bagordi e frittelle (ricoprite d’oro chi le ha inventate).
Sono in crisi perchè è probabile che io incontri M.
Per chi non sa chi sia è la persona che negli ultimi 7 anni mi ha fatto vomitare dalla rabbia, odiare persone che non meritavano il mio odio e fatto tirare così tante testate al muro dall’impotenza che a quest’ora avrei costruito da sola il raddoppio del canale della Manica. E non perchè sono nata nella nazione esperta a fare buchi nelle montagne (C’è un motivo no se abbiamo l’Emmentaler) ma perchè davvero ho la testa dura e l’ho picchiata davvero troppo addosso ai muri.
Giuro, mi è passata in una frazione di secondo la possibilità di incontrarlo e via. Ho passato l’ultima ora e mezza a girare per casa come una tigre in gabbia, una tigre in gabbia che ha un stiramento ai tendini quasi guarito. (L’ora e mezza di camminata non è consigliata comunque per infortuni del genere, le madonne che sentite in sottofondo sono la dimostrazione di ciò che dico)
È un anno che non lo vedo, ma ognitanto mi trovo a controllare la stanza in cui mi trovo per vedere se per un orribile scherzo di Odino lui sia lì. Ci sono volte che faccio fatica a fare più di tre fermate di treno senza avere conati di vomito, ho le lacrime pronte a cadere se passo in alcuni luoghi.
Un mese fa sono ripassata dove mi aveva minacciato per la prima volta perchè non volevo baciarlo o toccarlo, dove è iniziato quell’anno di merda. Sono passati 4 anni e quel sentore di impotenza era ancora lì, in aguato sotto i ciottoli di quella dannata stradina.
Sono una ragazza diversa, sono cresciuta, ho rimaginato in parte quelle ferite. I baci di Alex in piena notte hanno aiutato, gli abbracci con le giacche aperte in pieno inverno mi hanno riportato padrona del mio corpo. Non sono più la ragazzina spaventata che ero 4 anni fa, sono davvero cresciuta attorno alle mie cicatrici, forse ho imparato a conviverci facendomi forza su ciò che ho passato, come giusto che sia.
Una cosa però è cresciuta insieme a me, la mia voglia di fargliela pagare, la denuncia in polizia non gli basta, a me non basta.
Non sto scherzando, ho girato per mesi con una mazza da baseball in macchina. Fortunatamente qualcuno me l’ha tolta di mano prima che facessi danni. 
Per un giocatore di calcio avere le ginocchia fottute deve essere un grande dramma, e sapere nella mia immaginazione che ero io la causa di quel dramma mi ha riempito il cuore di gioia per mesi. 
L’immagine di me che brandisco una mazza da baseball in fibra di carbonio blu e argento e che poi la calo come il giudizio degli Dei su quelle fottutissime ginocchia, di quelle gambe fin troppo lunghe, ha riempito seriamente di giubilo il mio cervello.
Avete in mente la scena di “Bastardi senza gloria” dove c’è il soldato ebreo pronto a distruggere di mazzate il tedesco? Ecco,per un anno ho guardato quella scena felice come una Pasqua, nemmeno un serial killer fottuto di cervello sarebbe stato così felice secondo me.
Ai lettori di questo ringrazio di aver letto fino a qui, ora l’unica cosa che vi chiedo è di rivolgere un pensiero a me sabato sera in caso lo veda e un ulteriore pensiero per darmi la forza di vendicarmi più da signora (qualsiasi bibita berrà sarà corretta di saliva di barista).
Buonanotte splendide persone:*
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