Tumgik
#ma porcoddio ecco
casual-asexual · 8 months
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marco porcoddio ma non eri tu quello col cartello che volevi facessimo in fretta?!
AH ECCO
thank god
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Lasciare andare
"E questa sera è una sera di quelle".
Mi manca. Anzi, fanculo, mi manchi. Lo so che passa, so anche che il peggio è già passato ma per me il vero peggio è questo. È quando mi alzo e non ci penso più finché a un certo punto qualcosa mi ricorda di te, e per un attimo il mio castello trema come se fosse fatto di carte. Poi passa, e quello che lascia è il vuoto, è SAM, come direbbe C.
Poi passa, sì, ma quando passa quella canzone vorrei piangere, pure se non ci riesco più. Tutte le parole e il tempo che abbiamo condiviso, i mille tuoi stupidi dettagli, il tuo braccialetto nero ondulato - ecco, questo mi fa piangere davvero, una sola maledetta lacrima più calda e appiccicosa di queste lenzuola, piccola ma grande abbastanza da contenere un mondo. Un mondo che non esiste più, fatto di cose che non hanno più valore e col senno di poi mi chiedo se ne hanno avuto mai. No, perché a te io non sono mai mancata e me lo hai detto tu e di questo io non posso raccapezzarmi. Perché tu da quella finestra sei uscita, perché tu sei agile ed io no e a volte inciampo ancora sui vetri, anche quando ho preso la mia strada.
Quando parlavamo e ogni volta cambiavi versione, quando passavi da "no, sticazzi" a "no" a "no, ho paura" io pensavo che ti sciogliessi, che quando ti impanicavi dimenticavi di tenerci, emotivamente, che in parte lo sapessi ma quella parte si trovava dietro un velo tanto sottile quanto opaco... oggi penso che non sapessi che dirmi, perché non lo sapevi nemmeno tu quale fosse la verità quindi mi rispondevi con qualcosa che razionalmente ti sembrava funzionare. Forse sono io che non ho capito nulla. Ma me lo hai detto tu che non c'è mai stato niente di speciale, niente di che, che mi conoscevi appena e non era particolarmente importante. Perché questo, che tu mi hai deliberatamente detto, dovrei scartarlo? A favore di cosa? Di parole a metà che mi hai detto probabilmente perché, a quanto pare, ti sentivi incalzata, o di discorsi interi che sì mi hai fatto tu ma da ubriaca?
Vorrei non mi avessi mai baciata, vorrei non mi avessi mai toccata. Non so perché lo hai fatto, o se ti sia pentita più di quello o di aver pianto, o di avermi fatto vedere ogni disegno tu abbia mai fatto. Vorrei avessi avuto le palle per essere sincera, e invece mi hai guardato negli occhi e mi hai mentito e mi hai fatta vergognare per qualcosa che non ti avevo mai chiesto di fare, né mi importava accadesse. Cosa sarebbe dovuto essere diverso affinché rimanessi?
Ho provato così tanto a cercare di capire cosa sia andato storto (I replay my footsteps on each stepping stone, trying to find the one where I went wrong) e sì ho capito questo e quest'altro, ma la verità è che non serve a nulla.
La verità è che ti sei dissolta come fumo, che per te andartene è sempre stato semplice: io ero solo una brutta influenza da combattere. Un pasticca e via il dolore. Hai sminuito e svilito ogni cosa che ci siamo mai dette, mi hai accartocciata e buttata via come un disegno venuto male e non ti sei girata una singola volta.
Perché non ti manco? Porcoddio come cazzo fai a guardarmi negli occhi e fare quella faccia schifata? Dovrei credere a C, a A, ma io non ci riesco. Forse a modo tuo hai provato a volermi bene, ma non sono mai diventata nessuno per te ed ora tu vivi la tua vita come se niente fosse, con sulle spalle un po' di amarezza in più per l'ennesima persona che non ti ha rispettata, ma non hai perso nulla.
Io sto qui stasera e ti penso e soffro come un cane, quando stamattina mi sono svegliata felice perché ieri è stato un bell'appuntamento, quando oggi pomeriggio ero felice perché domani ci uscirò di nuovo, eppure tutte le persone del mondo, l'amore, l'amicizia, il lavoro, niente mi toglie questa spina nel petto. E non me ne frega un cazzo se domani starò meglio, ho perso persone molto più importanti, ho perso persone che mi hanno voluto bene sul serio. Ma cosa cambia quando ho tutti questi ricordi e non so che farmene, perché quella persona adesso non esisterà mai più e i tremila tentativi per far funzionare le cuffie e il microfono, dirti che sei una 2001, la lista dei cartoni che volevo farti vedere, quella maledetta traversa di Giulio Agricola, P!nk, la storia di come i Piemontesi avessero rubato i daini della Sardegna, il tuo braccialetto, il tuo stupido braccialetto... Tutto questo non esiste e non esisterà mai più e accettarlo significa veder morire una parte di me. Significa abbandonare quello che hai già abbandonato tu.
E sì lo so che ti ho chiesto di ricercarmi, ma mi hai detto no e se anche fosse stato un sì per me sarebbe comunque una fine. Perché questo rapporto è finito e se mai riparleremo sarà diverso, deve esserlo. Vorrei solo te ne fossi andata in modo meno brusco, ed io ti capisco, io ti giustifico, io ti difendo, io lo accetto e ti perdono. E domani mattina starò meglio e ti penserò meno di ieri e più di dopodomani, ma continuerai a vivere nelle fessure dei miei pezzi rotti, come ghiaccio nei crateri in ombra di Mercurio.
E anche se ora ci sto male voglio che tu sappia che ci credo che ci hai tenuto anche tu, al meglio che potevi, e che hai fatto quello che dovevi fare per te stessa, come mi avevi sempre detto avresti fatto. E lo so che era giusto così, lo so che anche tu eri confusa. Ma ci sono momenti quando le cose vanno bene, quando sono tranquilla, quando penso che, cazzo, finalmente sto costruendo qualcosa di bello nella mia vita, in cui quelle fessure si riaprono e vorrei davvero fosse andata diversamente. Mi chiedo come sia possibile che a te non manchi quando ne sono uscita anche io, eppure trovi ancora il modo per raggiungermi. Perché le tue parole hanno ancora un peso solo per me?
Chissà, magari ci siamo incontrate troppo tardi, o forse troppo presto. Magari esiste un passato in cui non finisce con me che piango su un muretto. Magari esiste un futuro in cui ci rincontriamo e riusciamo a vederci abbastanza da non renderlo più complicato. Ma in ogni caso domani mi alzerò e se mi chiederanno di te dirò che abbiamo chiuso perché ci facevamo del male, che ti ho chiesto di rifarti sentire a Settembre ma mi hai detto di no, che va bene così, che mi manchi ma me ne sono fatta una ragione, che quasi non ci penso più, che ti lascerò comunque un posticino perché te l'ho detto e manterrò la mia parola, ma che accetterò se confermerai la tua decisione. E questo, questo è vero ed è questo che mi fa male perché il peggio non è stato il dolore lancinante dei primi giorni, il peggio è questo, il peggio è il dolore reale più grigio e meschino, anonimo, banale, subdolo.
Ti ho voluto bene veramente Ali. Spero che tu sia felice.
Tanto tanto.
#A
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ngirardi · 4 years
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Day 44 - un frammento
"Il giorno seguente mi svegliai con un leggero mal di testa. Lucy scodinzolava fuori dalla porta del bagno, uscii lavandomi i denti, ero infastidito dalla luce. Buttai su il caffè e improvvisamente mi tornò alla mente la strana serata vissuta poche ore prima. Mi sedetti in cucina, la sedia era fredda ma la luce intensa, fuori splendeva un gran bel sole. Avevo la giornata libera e mentre mi ritornavano in mente un po' di cose mi ricordai di aver accettato di rivedere Toni, quello strano personaggio. La testa mi pulsava, morsi una fetta biscottata e mi trasferii sul divano. In realtà non avevo nessuna voglia di fare qualcosa, tanto meno di rivedere quel vecchio. Analizzai le varie possibilità che avevo di sfuggire a quella incombenza, non erano molte. Anzi erano pochissime, avrei dovuto darmi malato, ma Toni non sembrava proprio il tipo da bersi certe cazzate. Chi era davvero quel Toni? C'era solo una persona che certamente poteva darmi delle informazioni sul suo conto, e questo era Stefano. Ste era mio coetaneo, abitava dall'altra parte del paese e lavorava nel negozio dei suoi, vendeva frigoriferi, videoregistratori, frullatori, televisori: CaGi Elettronica e Casalinghi. Era magrissimo, piccoletto, ciclista e sapeva tutto sul conto di tutti. Conosceva tutti, era introdotto nel tessuto del paese come lo era suo padre. Nel loro negozio spesso stazionavano i personaggi del centro, pensionati o benestanti che non avevano troppa fretta, se ne stavano li a chiacchierare per interi pomeriggi spettegolando sulla gente. Mi vestii velocemente e scesi per le scale, presi la bici e uscii di corsa. Orde di studenti scendevano dagli autobus della stazione invadendo la strada. Automobili con mamme irascibili sfrecciavano verso la scuola, l'aria era fredda e dal panificio usciva un delizioso odore di brioche. Attraversai la piazza e imboccai via Guglielmo Marconi, appoggiai la bici al muro del palazzo ed entrai alla CaGi. - Salve, c'è Ste? - Si è dietro, adesso arriva - mi rispose il padre. - Ah, cazzo ci fai qui? - Ciao Ste, niente facevo un giro. - Oh, ma alla fine, cioè, dove cazzo sei finito ieri sera? - Eh, appunto, non hai mica idea. - Cioè? - Stefano, guarda che c'è ancora roba da tirare fuori, li - disse suo padre. - Si ok... Oh! Ma racconta avanti. - Eh niente, sono stato a casa di quel tizio, mi ha portato a casa sua a cena. - Chi scusa, Manera? - Si, il vecchio di ieri - Ma sei fuori? Lo sai chi è quello? E' Toni Manera, non è proprio "bellaggente" eh... - Sì appunto, so chi è ma non so, in realtà non so un cazzo di lui, spiega un po'... cosa sai su di lui? - Eh ragasso, ce ne sarebbe da dire. Intanto è appena uscito di gattabuia, ti dice qualcosa? - Si ok, questo lo sapevo, ma che c'entra? Dipende da cosa ha combinato, no? - Eh, che c'entra, c'entra parecchio ciccio. Quello lo hanno beccato per casini con droga, ma sotto sotto c'è gente che dice che ci sia molto di più. Guarda che quello è un mestrino, hai presente la Riviera del Brenta? Ecco quei personaggi li, quelli sparano, hai presente che ogni tanto trovano il morto sparato nel canale, come in terronia? - Si, ho presente. Però ti posso assicurare che il sig. Toni è un'ottima persona. E' gentilissimo, ho conosciuto anche sua moglie. - Moglie, vabbè, starà con qualche bagascia, guarda che droga, puttane e morti vanno a braccetto. Il padre di Stefano ci osservava bisbigliare ma non ero certo che non ascoltasse. - Senti, Ste, comunque, tu cosa sai di certo su di lui? Perchè i discorsi sono tanti, la gente parla, sparla... - Ohhh eccoli qui, ecco chi mi paga la colazione, uno e una due! Buongiorno signori, vi vedo molto seri, chi è morto? Fece irruzione nel negozio Michi, stranamente sobrio. - Ah, ciao Michi - dissi. - Cosa c'è che non so e che dovrei sapere? - mi diede una pacca sulla schiena, stritolandomi il collo con le sue manacce da meccanico. - Niente, mollami. - Niente - disse Ste - se mi lasci finire di fare due cose andiamo in pasticceria. - Questa è musica per le mie orecchie! Vi aspetto fuori, paio di stronzi - estrasse il pacchetto di cicche e sbattè la porta a vetri. - Cazzo vuole anche questo... - dissi massaggiandomi le cervicali. - Guarda che è amico tuo - disse Ste - Si ok, comunque finendo il discorso... - Stagli alla larga, c'è qualcosa che mi puzza. Che cazzo ti invita a fare a casa sua un delinquente? Dai, Anto, anche te, sei mica nato ieri, vedi piuttosto di non cacciarti nei guai, ci manca solo quello. Uscimmo dal negozio, Michi stava strappando l'angolo di una epigrafe. - Michi, ma porcoddio, cosa stai facendo? - Ho finito i filtrini. - Questo è deficiente - continuò Stefano - comunque Anto, quel tizio ne ha combinate di cotte e di crude, se ti sta sotto c'è di sicuro un motivo. L'altr'anno per es... - Quale-tizio? - lo interruppe Mich, con gli occhi sbarrati mentre si rollava una sigaretta. - No niente - dissi io, fulminando Ste. - Il demente qui è andato a casa di Toni Manera, ieri sera - disse Ste, trattenendo malamente una risata. - Cooosaaaa?? Stai scherzando??? - Si sta scherzando - lo stoppai io. - No, no, c'eri anche tu, non hai visto che parlavano ieri sera, fuori dal bar? - disse Ste, scoppiando a ridere. - Naaaaa, fan-ta-sti-co! Sei un mito cazzo, cioè tu sei stato a casa del più famoso e quotato criminale del Triveneto? Dopo Maniero, si intende. Uoaaaa, sei un mito, mitooo! Mitico cazzo! - Senti, bloccati - dissi - smettetela di cazzeggiare su questa cosa. Ero qui per chiedere informazioni a Ste, che ovviamente mi racconta la storia dell'orso e le dicerie del paese. Qualcuno di voi sa dirmi realmente che cosa ha combinato sto vecchio? Oppure statevene zitti cazzo. - Weee intanto calmino - disse Michi - questa arroganza non è ammessa. Fece due tiri di cicca, lanciando il resto in mezzo alla strada. - Senti Anto, sei troppo mitico, darei il mignolo per essere al posto tuo, entrare nel giro della droga, quella seria intendo, omicidi, puttane, soldi, hai idea di che mondo ti si apre se diventi amico di quello? - No, non ho idea, appunto, stavo cercando di farmela. Ma sento solo chiacchiere. - Cioè, mi-ti-coooo. Ti amo ragasso, sei il mio nuovo mito, mi firmi le chiappe? - Vabè è andato. Stai attento Anto - mi disse Ste in modo perentorio mentre entravamo in pasticceria per sfondrarci di krapfen alla crema".
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sonosoloiochescrivo · 5 years
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Il tempo mi bistratta
Ho provato ad analizzare gli ultimi periodi della mia vita e ho appena realizzato una cosa. Ecco il percorso che ho fatto per arrivare a tale conclusione:
All’inizio dell’anno scolastico ero preso benissimo su tutti gli aspetti della mia vita. Era appena iniziata il triennio dove finalmente avrei imparato concretamente le cose per cui ho scelto la scuola che ho scelto e mi sono trovato in una classe rinnovata, colma di persone simpatiche con le quali ho legato molto velocemente. Io non studio molto a casa perché quello che apprendo in classe ammirato e stupito mi basta per il resto dell’anno, e quindi sono soddisfatto nelle relazioni sociali, nell’andamento scolastico e nel fatto che ho molto tempo libero.
Poi arriva l’inverno, che pensavo adorassi, ma quest’anno mi ha distrutto. Quando facevo le 6 ore a scuola tornavo a casa alle 16 circa; neanche il tempo di mettere qualcosa sotto i denti che era già buio pesto. E così mi rimaneva del tempo che non potevo utilizzare se non all’interno della casa, che se circondata dal buio mi provocava comunque tristezza. Quindi sfruttavo male il mio tempo.
Quando le giornate ricominciano ad allungarsi mi riprende di nuovo benissimo: sono soddisfatto nuovamente della mia vita e comincio a fare cose nuove e sfrutto al massimo il mio tempo.
Ora è estate e porcoddio è già passato un mese senza accorgermene senza fare un cazzo (tempo sprecato). Ho però iniziato a lavorare come aiuto cameriere in una pizzeria. Il problema di questo lavoro è che mi tiene occupato dalle 18:00 a mezzanotte/01:00, l’orario in cui di solito passavo il tempo con gli amici sul lungomare. Quindi ho dovuto ridurre al minimo le mie relazioni sociali. Poi, torno a casa e il tempo di cazzeggiare un po’ al telefono e farsi una doccia si fanno le 03:00. Questo provoca il risveglio mattutino posticipato a poco prima di pranzo, dopo il quale mi dovrò preparare per andare di nuovo al lavoro. Ho quindi un’ora libera di tempo al giorno. Non posso godermi neanche i soldi che guadagno.
Ho quindi dedotto che il mio umore varia principalmente a come impiego il mio tempo. E la cosa che mi spaventa di più è di non riuscire a sfruttare bene il periodo spensierato e tranquillo che mi rimane prima di prendere le grosse responsabilità che mi aspettano e ho paura di non riuscire a leggere tutti i libri che voglio leggere, vedere i film e le serie che voglio vedere, giocare i videogiochi che voglio giocare e di perdere l’abitudine di giocare a calcio.
Io ci provo ogni tanto a fare pensieri super positivi ma durano qualche ora, come un’illusione e poi svaniscono. Mi sento poco produttivo e mi sento solo. Molto più di quanto mi senta di solito.
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kon-igi · 7 years
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Diogene di Sinope ovvero andarsele a cercare col lanternino
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Antefatto: sabato sera Figlia N.2 mi scongiura di percorrere 67,8 km e portarla alla festa di compleanno del suo ‘gancio’ (trad. ‘crush’) per evitare che ‘quella vaca zana della sua ex’ (trad. ‘ex-morosa dai costumi sessuali reprensibili’) ci riprovi e ci rivada assieme.
135,6 km --> col cazzo che torno a casa --> la aspetto in macchina (questo fa di me contemporaneamente Papà dell’Anno 2017 e TurboCoglione Volante da Competizione del Secolo ma do ut des e adesso ho un pagherò formidabile).
Il totale di tempo di stazionamento nell’autoveicolo è di ore 4 e il luogo particolarmente periferico (angolo sperduto del parcheggio di un quartiere industriale) mi permette di dedicarmi alla lettura, alla visione di film e allo scrollare la dash. Questo significa che dopo un’ora ero già steso a dormire sui sedili posteriori.
Rifaccio un breve sunto focalizzante per quelli come me (cioè per gli stupidi idealisti del volemose bene): luogo isolato+macchina decente+l’una del mattino.
Adesso anche i più cocciuti avranno intuito quello che sarebbe andato a succedere
Mentre sono in coma indotto dalla stanchezza sui sedili posteriori, vengo svegliato da un clac clac che risuona più volte nel parcheggio. Mi tiro su a sedere e vedo questa scena: ci sono due tizi vestiti di nero, uno per lato del parcheggio, che stanno provando a vedere se qualcuno ha lasciato la macchina aperta, mentre un terzo tizio sta facendo il palo all’ingresso, seminascosto da un cespuglio.
Il mio primo pensiero è ‘I ninja assoldati dallo Shogun mi hanno trovato!’ poi ricordo di essere nel mondo reale e allora ‘Porcoddio, furto con scasso e rapimento e/o omicidio in un colpo solo’.
Li osservo dai finestrini posteriori oscurati (per fortuna) mentre lentamente si avvicinano alla mia macchina e visto che adesso sono qua a raccontarvela facciamo che vi allieto con una proiezione del mio Palazzo Mentale in cui Sherlock mi guida fuori dai guai.
Kon - Aiuto, Sherlock! Tre pazzi pluriomicidi mi vogliono uccidere, sodomizzare e vendermi la macchina col mio cadavere a pezzi nel bagagliaio! Sherlock - Calmati, John... non essere irrazionale. Cosa vedi? Kon - TRE PAZZI PLURIOMIC... Sherlock - No, John... tu guardi senza vedere. Osserva meglio e dimmi cosa vedi. Kon - Tre... tre ragazzi. Italiani, del posto, giovani. Venti anni a malapena. Da come camminano hanno bevuto parecchio. Dalle scarpe direi birra e due o tre shottini a testa di superalcolici. Sherlock - Molto bene, John. Adesso dimmi perché non chiamerai i carabinieri. Kon - Perché non c’è tempo. La caserma più vicina è a 15 chilometri e l’unica macchina sta pattugliando il centro della città. Sherlock - Ottimo, John. Adesso sai cosa devi fare.
Lentamente, faccio scivolare la mano tra i poggiatesta dei sedili posteriori fin nel bagagliaio e prendo una cosa che sbuca da uno degli zaini, poi mi tiro sulla testa il cappuccio della felpa e aspetto che siano sufficientemente vicini.
Quando uno dei due fa per allungare la mano e controllare che la mia macchina sia aperta, io spalanco di botto lo sportello urlando CONTATTOOOOO!!! con voce e faccia da guerra e poi faccio uno swing micidiale con l’ascia da pompiere, piantandola nell’asfalto tra me e il ragazzetto (con tanto di scintille, giuro)
L’effetto è cinematografico, tanto quanto l’espressione di atavico terrore panico del cinno sbarbino o le urla da voci bianche degli altri due. Roba che sono corsi via tanto veloce da essere giunti nel 1955 con flusso canalizzatore di piscio giù dai risvoltini e 1,21 Gigawatt di merda nelle mutande.
Ecco... adesso che l’ho raccontato mi sento in colpa e credo che la prossima volta che mi dovesse capitare una cosa del genere, mi limiterò ad aprire il finestrino e a sussurrare parole di saggezza. Con delle bottiglie di vetro infilate sulle dita.
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stronza-comeilmondo · 7 years
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Ecco perché dai il culo a tutti come donna mi sento schifata della tua presenza
Ma tu non stai bene, hai seri problemi mentali, lasciatelo dire. Prima cosa 'dai il culo a tutti'. Ma mi conosci? Porcoddio. Ma sono io ad essere schifata della tua presenza, la gente che parla senza sapere e che non ha le palle di dire le cose in faccia, ma evapora
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ritrosia · 7 years
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c'avete presente quando vi sembra vi stia succedendo realmente qualcosa di positivo, qualcosa che potrebbe cambiarvi ma avvertite quel vuoto costante nella pancia e quel presentimento del cazzo che vi fa inevitabilmente pensare che non durerà un cazzo questa effimerissima luce che intravedete nella vostra vita?
ecco, porcoddio
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moonlapsevertig0 · 8 years
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Mi viene un gran nodo in gola a pensarci. Pensare di aver letteralmente sprecato un anno intero della tua vita con qualcuno che non ha mai effettivamente ascoltato le tue parole, parole che esprimevano tanto. Parole che avevano il solo ed unico fine di rendere il tutto vivibile, sereno, chiaro e limpido. Eppure non è bastato, non è bastato e in realtà non è proprio servito. Solo quel porco di dio sa quanto cazzo ce l'abbia messa tutta in questa relazione. Tutta fatica buttata nel buco del cesso, grazie a te e alla tua indolenza. Non riesco a non pensarci, nonostante io adesso stia bene. Sto bene, e non avrei mai pensato di poter star bene senza una persona con cui condividevo la mia quotidianità, le mie passioni, le mie paure, il mio tutto. Eppure solo quando perdi davvero qualcosa ne capisci il valore, e in questo caso, il valore non esisteva. Mi sono prodigrata per un nonnulla. Mi sono prodigata per poi non essere ascoltata, per poi essere fraintesa, nonostante passassi le cazzo di giornate intere a pensare quale fosse il modo migliore per esprimermi, per far sì che tutto funzionasse al meglio. Puntualmente sono stata fraintesa, criticata, ignorata. La rabbia che mi fa tutto ciò è immane, così come pensavo fosse il mio amore per te. Ecco, tutto quell'amore, si è tramutato il rabbia. Proprio non capisco, non mi era mai successo. Credevo di provare sentimenti reali, puri, ma porcoddio il male che m'hai fatto ha distrutto anche la più piccola briciola d'amore che provavo nei tuoi confronti. Tutto ciò fa schifo, se almeno mi fosse rimasto qualcosa di quel bellissimo sentimento, ora forse mi sentirei meglio. Invece c'è il nulla, il vuoto più totale, oltre chiaramente alla rabbia. E questo mi confonde, mi fa pensare che io abbia amato invano. Ho amato una persona che non ha mai fatto un cazzo di passo avanti per me, mai uno sforzo, mai nulla che potesse davvero fare la differenza.
La parte positiva di tutto ciò è che diocane. Non riesco a spiegare quanto sia liberatorio e catartico chiudere una relazione che non andava più nel modo in cui doveva andare. A volte devi semplicemente capire che chiudere, per quanto sia doloroso, è mille volte meglio che strascicare qualcosa con una persona che non merita di averti al suo fianco. La parte negativa è che non l'ho chiusa io sta cazzo di relazione, ma in fin dei conti, non ha valore sta cosa, e si è anzi tramutata in una cosa positiva. La sensazione di benessere c'è, si sente, e te ne sono grata. Ho sprecato un cazzo di anno e probabilmente non lo rifarei mai, nonostante tutti i momenti stupendi. E sai perché? Perché ho sempre, e dico sempre, avuto la sensazione che quei cazzo di momenti fossero speciali solo per me. Ho sempre avuto la sensazione, che speravo fosse solo un mio ingrippo mentale, che non mi amassi manco un po’, che ti convincessi di voler stare con me, e non sai quanto facesse schifo. Spero la rabbia svanisca presto, non ho bisogno di questi sentimenti negativi. Devo sbarazzarmene per far spazio a cose positive, per poi donarle alle persone giuste, che lo meritano davvero. E giuro, la prossima volta starò più attenta a chi dare il meglio di me.
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mariuskalander · 5 years
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Ecco come risponde il grillino medio Ma chi cazzo avete votato porcoddio!#iostoconsalvini https://t.co/7xWJ58rcO9
— Mario Calandra (@MariusKalander) February 12, 2020
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forwhomthepussypops · 6 years
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In the usa is fathers day, and im here, giving my dad medicines for his brain cancer and hes in bed, vomiting, not eating, barely going to the toilet bc he doesnt drinks enough water anyway, and maybe hes not gonna make it and im thinking about autumn song, it says "remember the best times are yet to come" but how the fuck can best times come if hes not there? How the fuck am I supposed to live without him? Its true he didnt do much for us and wasnt often there, but he was always loving and never raised his voice, he was my rock in the raging ocean. I dont want to lose him, only the thought is so painful, but I know this thought will become a reality sooner or later, and im not ready now, I wont be ready in a year, I wont be ready in 2 years I will never be ready to lose him porcoddio e dopo a chi le mando le stronzate in toscanaccio brutto? Dopo a chi glie le faccio le battute sulla topa e via discorrendo? Chi le fara a me? Con chi potro parlare cosi cuore a cuore come posso fare con lui? Un cazzo di nessuno, ecco chi. Saro sola, sola, sola, sola, sola, sola, sola, sola senza il mi babbo, puttana della madonna, e io non voglio non voglio cazzo non è giuso porcoddio non è giusto lui è un uomo bravo, aveva i suoi difetti, simili ai miei, ma era il piu bravo di tutti, ora chi me lo raccontera degli anni 70 e 80 passati a fare cazzate e a ascoltare musica, chi è che salutera tutta la gente di gavinana che gia è un po che non lo vede e gia il piansa mi ha chiesto "ma il tu babbo?" Il mi babbo non lo voglio perdere porcoddio io non lo voglio lasciare andare
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