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#marina lante della rovere
perfettamentechic · 9 months
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5 gennaio … ricordiamo …
5 gennaio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2023: Earl Boen, attore e doppiatore statunitense. Principalmente noto per aver interpretato il dottor Peter Silberman nella saga di Terminator fu altresì noto come doppiatore di vari personaggi animati. Nel 1970 sposò l’attrice Carole Kean. È morto a causa di un tumore ai polmoni, diagnosticatogli pochi mesi prima. (n.1941) 2022: Kim Mi-soo, attrice e modella sudcoreana, star della serie Disney+…
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Claudia Cardinale's beach outfit:
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A simple but beautiful mauve knit beach set printed with ruffles.
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Design by Marina Lante Della Rovere, 1970.
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Estimated at 500 - 700 EUR by Sotheby's.
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Claudia Cardinale wore this outfit on the cover of the Spanish magazine Diez Minutos on December 21, 1974.
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And here the beautiful Claudia modeling the outfit:
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(Although the magazine was published in 1974, the photos were taken in 1971 when Claudia finished filming "Les Petroleuses" with Brigitte Bardot)
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gentlyepigrams · 2 months
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This frock was worn by Claudia Cardinale, and came from the collection of Marina Lante della Rovere. Frocking fabulous fashion history of c.1971, via Sotheby’s.
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giallofever2 · 5 years
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1979
Assassinio sul Tevere
Also Known As (AKA)
Spain (long title) Nico en El asesino del Tíber
Spain El asesino del Tíber
USA Assassination on the Tiber
West Germany Der Superbulle jagt den Ripper
Russia Убийство на Тибре
Release Dates
Italy 12 October 1979
West Germany 4 February 1983
Directed by Bruno Corbucci
Music by Carlo Rustichelli
technical specifications
Runtime 1 hr 36 min (96 min)
Cast
Tomas Milian: Nico Giraldi
Marina Lante della Rovere/Marina Ripa di Meana: Eleonora Ruffini
Roberta Manfredi: Angela Santi
Bombolo: Venticello
Maurizio Gueli: Bonardi
Marino Masè: Nardelli
Enzo Liberti: Er Pinna
Angelo Pellegrino: Canuti
Enrico Luzi: ingegner Moretti
Alberto Farnese: Manfredo Ruffini
Massimo Vanni: brigadiere Gargiulo
Sergio Sinceri: Amedeo Secchi
John P. Dulaney: Ballarin
Renato Mori: commissario Galbiati
Marcello Martana: vicecommissario Trentini
Mario Donatone: Sabatucci
Leo Gavero: deputato Laurenzi
Ennio Antonelli: custode dell'obitorio
Marco Tulli: brigadiere
Maurizio Gueli: Giuliano Bonardi
Andrea Aureli: giudice presidente della corte #assassiniosultevere #tomasmilian #bombolo #robertamanfredi #marinalantedellarovere #marinaripadimeana #brunocorbucci #poliziotteschi #poliziottesco #poliziottescoallitaliana #spaghetticrime #italianpoliziottesco #giallofilm #giallo #giallomovies #horrornights #giallohorror #italianmovie #darioargento #italiangiallo #giallofest #70shorror #italiancinema #cinemaitaliano #italianhorror #giallofever #gialloallitaliana #gialli #gialloitaliano #giallodrama
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fashionsfromhistory · 5 years
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Dress worn by Claudia Cardinale
Marina Lante della Rovere
c.1971
Sotheby’s
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biondomenopausa · 7 years
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Quella fase della tua adolescenza in cui sei molto meglio dopo, persino in menopausa.
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Marina lante della rovere, Roberta manfredi, Thomas Milian, bombolo, ASSASSINIO SUL TEVERE.... Rai movie... A bruno corbucci movie... (presso Don Vito's Cats Bar Home) https://www.instagram.com/p/CXXxa7Tj-Oj/?utm_medium=tumblr
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emanuelecarioti · 3 years
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❣️🙏🎂#Oggi #InMemoria di Marina Ripa di Meana che avrebbe compiuto #80anni www.ematube.it/video.asp?id=13376 Contessa Lante della Rovere; un pensiero e una preghiera per lei https://www.youtube.com/watch?v=rF0V9rk69Tk  #21ottobre 1941-2021 #MarinaRipaDiMeana #RipaDiMeana #LantedellaRovere #EmanueleCarioti @EmanueleCarioti
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worldfoodbooks · 7 years
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BACK IN THE BOOKSHOP: UNDERGROUND INTERIORS - Decorating For Alternate Life Styles (1972) At the start of the 1970’s, at the very beginning of renowned photographer Oberto Gili’s professional career (Architectural Digest, Vogue, House & Garden, Town & Country), he moved to Milan to work for L’Esperto, a publishing company… “… to shoot and produce a book that was to be called ‘Crazy, Mad, Outrageous Interiors’. I traveled around the world for a year working on this book. L’Esperto dropped the project, but Norma Skurka, The New York Times interiors editor those days, took over and Quadrangle Books published the book in 1972. It was called ‘Underground Interiors’.” – Oberto Gili First soft cover edition of this cult classic interior design book. This lavishly illustrated book features the deluxe photography of eclectic and inspired domestic settings from all over the world c. early 1970s: “Surrealist Interiors”, “Environments”, “Radical Chic”, “Pop Culture”, “Space Age Habitations”… An incredible piece of interior design history. Includes the living spaces of Karl Lagerfeld, Derek Jarman, Zandra Rhodes, Marina Lante della Rovere, Nanda Vigo, Alan Buchsbaum, Julie Christie, to name only a handful. “Not just another book on interior decoration with look-alike rooms, Underground Interiors is a fantastic mind-expanding experience into contemporary life styles.” One copy in the bookshop and via our website. 10% off web orders today - ends midnight. #worldfoodbooks #undergroundinteriors (at WORLD FOOD BOOKS)
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Marina Ripa di Meano, morte-spot per l'eutanasia. E i radicali mietono
Marina Ripa di Meano, morte-spot per l’eutanasia. E i radicali mietono
Il caso della celebrità italiana nota per aver condotto una vita senza limiti e che ha usato “sessantottinamente” il suo corpo per poi chiedere l’eutanasia, ha fatto gola ai Radicali che l’hanno usata come trofeo della vittoria politica sul “testamento biologico”, giocando sul concetto di sedazione profonda. (more…)
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perfettamentechic · 3 years
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5 gennaio … ricordiamo …
5 gennaio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic #felicementechic #lynda
2021: John Richardson, attore britannico, maggiormente attivo nel cinema italiano. Cominciò la carriera d’attore in patria alla fine degli anni cinquanta. el contempo iniziò ad apparire anche in film italiani. Abbandonate definitivamente le scene all’inizio degli anni novanta, si dedicò ad un’altra passione, la fotografia. Fu sposato con l’attrice giamaicana Martine Beswick. È morto dopo aver…
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ROMA. LA SIGNORA DEI SALOTTI,MARINA RIPA DI MEANA,E' MORTA DOPO AVER LOTTATO 16 ANNI CONTRO IL CANCRO.
ROMA. LA SIGNORA DEI SALOTTI,MARINA RIPA DI MEANA,E’ MORTA DOPO AVER LOTTATO 16 ANNI CONTRO IL CANCRO.
Marina Ripa di meana si è spenta all’età di 76 anni dopo aver lottato per 16 anni contro un tumore.
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Scrittrice, personaggio televisivo e stilista,ma sopratutto era la regina dei salotti. Sposata con Carlo Ripa di Meana in seconde nozze era stata sposata in precedenza con Alessandro Lante della Rovere
Marina Ripa di Meana, ailias,Marina Elide Punturieri è morta all’età di 76 anni dopo un lungo…
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anneentertainment · 6 years
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Lucrezia Lante della Rovere racconta la promessa fatta alla madre Marina - https://youtu.be/cjWUdoRf4ak
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giallofever2 · 7 years
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1979 Assassinio sul Tevere also Il Commissario Nico Data di uscita: 12 ottobre 1979 Regista: Bruno Corbucci Serie cinematografiche: Serie cinematografica di Nico Giraldi Musica composta da: Carlo Rustichelli Sceneggiatura: Bruno Corbucci, Mario Amendola Cast Tomas Milian: Nico Giraldi Marina Lante della Rovere: Eleonora Ruffini Angelo Pellegrino: Canuti Roberta Manfredi: Angela Santi Bombolo: venticello Maurizio Gueli: Bonardi Marino Masè: Nardelli Enzo Liberti: Er Pinna Enrico Luzi: ingegner Moretti Alberto Farnese: Manfredo Ruffini Massimo Vanni: brigadiere Gargiulo #assassiniosultevere #poliziesco #polizieschi #poliziescoitaliano violavalentino #tomasmilian #bombolo #francolechner #poliziottesco #poliziotteschi #poliziottescoallitaliana #commediaallitaliana #italiancomedy #italiacult #cultmovie #brunocorbucci #marinalantedellarovere #robertamanfredi #carlorustichelli #ilcommissarionicogiraldi #nicogiraldi
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giancarlonicoli · 6 years
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2 nov 2018 20:08
GIANCARLO PERNA IN VOLO CON “ORGASMO DA ROTTENDAM” - CARLO RIPA DI MEANA AVEVA FAMA DI DONNAIOLO ONNIVORO. A BRUXELLES LO CHIAMAVANO "COMMISSARIO AL COITO". RACCONTÒ DI AVERE AMOREGGIATO, LUI SUI 60, CON UN' OTTANTENNE.«COM' ERA?», GLI CHIESE UN GIORNALISTA BELGA. «COMME UNE VIANDE DES GRISONS», RISPOSE IL MARCHESE. UNA BRESAOLA, CARNE SECCA
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giancarlo perna per la Verità
Il rapporto iniziale che ebbi con Carlo Ripa di Meana fu quando nei primi anni Ottanta mi spedì un telegramma elogiativo per un articolo sulla Dc. «Che uomo intelligente!», esclamai e il marchese mi divenne simpatico. Ho così approfondito il personaggio.
Da giovane era comunista. Passò poi al Psi, saltellando tra le correnti in base alle poltrone che poteva ricavarne. In auge Bettino Craxi, gli saltò in grembo ed entrò nelle sue grazie.
Per due volte fu commissario Ue. Intanto, si era sposato con Marina Lante della Rovere. Si amavano molto ma era un matrimonio aperto. Carlo aveva fama di donnaiolo onnivoro. A Bruxelles lo chiamavano «commissario al coito». Raccontò di avere amoreggiato, lui sui 60, con un' ottantenne. «Com' era?», gli chiese un giornalista belga. «Comme une viande des Grisons», rispose il marchese. Una bresaola, carne secca.
L' unica volta che l' ho visto di persona è stato nel 1990 sul volo Swissair Roma-Zurigo. Ci trovavamo in classe Vip. Lui perché era commissario Ue. Io per sbaglio. Avrei dovuto essere in economica ma il giornale sbagliò prenotazione. Al ritorno, pretese la differenza che pagai con un mutuo.
In cabina, eravamo noi due soli. Sedeva qualche fila davanti a me e lo osservai per tutto il viaggio. Appena decollati, l' hostess arrivò con lo champagne. Dissi subito che, alle 10.30 di mattina, non volevo né quello, né il resto. Carlo invece sorseggiò la sua coppa. L' apprezzò e ne bevve un' altra.
Poi, cominciò a fare sul serio. Divorò un centinaio di olivette. Afferrò un pugno di salatini, noccioline e altri ninnoli indifesi, facendoli sparire tra le fauci. Espugnò un vassoio di prosciutto, formaggio, pane, burro, marmellata, miele e dolcetti. Con lo champagne fu un' idrovora. L' hostess, alle corde, dovette darsi il cambio con uno steward che il marchese mise sotto chiedendogli salmone, bibite, caffè. 8.000 calorie dopo, atterrammo.
Quando Craxi si rifugiò in Tunisia inseguito da un mandato di cattura, Ripa di Meana gli aveva già voltato le spalle traslocando dai Verdi. In precedenza, Carlo e Marina erano stati spesso ad Hammamet ospiti di Bettino. In spiaggia, Marina portava il pareo per nascondere la cellulite. Bettino, per coprire la pancia.
Carlo era addetto ad avvolgere il pareo sull' uno e sull' altra.
Questo e altro scrissi in un ritratto che dedicai a Ripa di Meana a metà degli anni Novanta. Il marchese la prese malissimo e mi definì sul Corsera «scarabeo stercorario». Chiuse così, con un pittoresco insulto, il rapporto che aveva iniziato con un gradevole elogio.
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pangeanews · 7 years
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Modesta proposta: Premio Strega postumo a Marina Ripa di Meana. Ha più palle lei di tutto il Colosseo degli scrittori italiani odierni
Ci vuole del genio per mostrare il pelo…
Marina è morta, viva Marina. Ah, questa donna! La quintessenza dell’italianità: è divenuta famosa senza aver mai realmente fatto un cazzo, anzi, forse proprio per questo. L’essere e il nulla nella loro astrattezza coincidono e lei l’ha dimostrato. Ci voleva una gran fortuna per arrivare così in alto, nel paese in cui il merito e il valore sono del tutto superflui, ma è necessario possedere del genio per restare sempre sulla cresta dell’onda. E lei ce l’ha fatta. Chapeau! Ma, forse, con queste mie parole sono stato ingiusto. In verità, questa donna è stata una figura da romanzo. Pensate adesso ai suoi due cognomi: Lante della Rovere e Ripa di Meana. Lei “il doppio” l’ha vissuto alla luce del sole, spesso confondendo i ruoli con sapiente maestria. Era oramai Ripa di Meana, ma ancora si faceva chiamare della Rovere. Le ha dovuto ingiungere un tribunale di scegliersi un’identità, in ciò dimostrando scarsa fantasia e poco rispetto per il senso dell’intreccio nella narrazione di sé. Che donna, signori, che donna! Ha fatto un po’ di tutto, perfino la battona per procurare la droga al suo amante pittore. E poi, in netto anticipo sullo spirito dei tempi, anche lei, come tutti noi oggi, si è improvvisata scrittrice. E che ci vuole! Un libro, in fondo, è fatto di fogli e inchiostro. Le parole verranno da sé, oppure le scriverà qualcuno in nostra vece. E l’attivismo animalista? Tutte queste starlette, che oggi la menano con le loro campagne di sensibilizzazione, devono tutto a lei che ha lanciato la moda del “non avendo niente da fare ed essendo una signora ricca e annoiata, perché non cercare di nobilitarmi spendendomi anima e corpo in una battaglia insulsa, magari in difesa del criceto del Mozambico”. Non è molto più stupido, del resto, che trasformare in una questione di vita o di morte la lotta per il matrimonio omosessuale, in un paese che marcisce nella disoccupazione. Renzi, sei un misero epigono!
Un genio nell’uso del proprio corpo: la pubblicità ‘scandalosa’ di Marina Ripa di Meana
Ma veniamo al dunque, al sodo, ossia al pelo. Non dite che non avete visto la foto del noto cartellone, perché non ci crede nessuno. Parlo di quello nel quale ostenta il corpo nudo e la sua fica è rivestita da quel sontuoso e a tratti altero manto di peli pubici. Il manifesto avrebbe dovuto avere in teoria un significato profondo, a cui in verità ben pochi hanno badato. Forse perché il recondito non rientra nel sentire nazionale, oppure perché, come dice Hegel, “non c’è niente di più profondo di ciò che sta in superficie”. E, in effetti, ciò che vi era sulla superficie della signora era ben più che bastevole. Guardatevi lo sketch in cui ne parla Roberto Benigni. Tenta di scherzarci su, ma si vede lontano un miglio che la nudità struggente di Marina lo commuove. E non è il solo perché, sia detto in camera caritatis, la Ripa di Meana era una gran gnocca. Certo, ahinoi, oramai quel suo “stile” è un poco desueto a livello di inconscio collettivo e di immaginario estetico. Roba da Playboy e Playmen anni ’60-’70. O tempora, o mores. Nessuna va più fiera della sua “pelliccia”. Se la rasano, ci mettono il piercing, il tatuaggio. La fica è divenuta mostrabile, addirittura presentabile in società. Non è più l’oscuro oggetto del desiderio. Quindi addio a quella vaporosa arborescenza in tutto affine per il suo fascino a un pericoloso cespuglio di rovi. La signora della Rovere lo sapeva, ne aveva intima coscienza, lei che intorno a Essa ci aveva costruito una carriera. Per questo il suo modo di esibirla era così diverso da oggi. Ella non mostra una fica pelosa, ma una dramatis persona, con la sua maschera, in una delle migliori interpretazioni del Potere, soggiogante e capace di incutere reverenza. No, sul serio, qui ci vuole del genio, seppur un po’ ruspante e pecoreccio, ma del genio. Certamente, non poteva che sbocciare qui in Italia.
Matteo Fais
*
…ode a Marina. Ma… cosa ha fatto davvero? Le grandi donne non si chiavano, si leggono
Ci vuole un pelo sullo stomaco – e non solo lì – per essere una donna con le palle. Le donne con le palle sono quelle per cui gli uomini si castrerebbero. Sono creature rare, che varcano la vita con inquieta naturalezza. Lou von Salomé, per dire, eccitava quello Zarathustra di Nietzsche, ma se ne andò in Russia con Rainer Maria Rilke, il quale, un paio di decenni dopo, fu blandito da Baladine Klossowska, superba polacca, già maritata e mamma dei due maximi perversi, Balthus – il pittore – e Pierre Klossowski – demonico scrittore. Come chiavavano Nietzsche e Rilke? Domane letterariamente capitali. Ad ogni modo, roveto di odi alle donne magnetiche, utili a galvanizzare l’energumena energia dei maschi artisti, più omega che alfa. Per cui, sia onore imperituro a Marina Ripa di Meana, che ha messo nella tomba – prima di finirci anche lei – tutti gli amanti pluridecorati, emblema vipera della ‘dolce vita’ che fu – cioè una esistenza con pochi dolciumi e molto assenzio, poche carezze e parecchia coca, giocata sull’apice della convinzione che il mondo non ha senso, perciò tanto vale mandarla in vacca, godere tutto e spadroneggiare spavaldamente, finché ce n’è. Solo che… solo che se di Marina Ripa di Meana facciamo una amazzone di marmo, cosa dovremmo fare di Amanda Lear, divinizzata da Salvador Dalí, assisa nel talamo di David Bowie, diretta da Norman Mailer, amata da quasi tutti quelli che l’hanno provocatoriamente avvicinata? A questo punto, eleggiamo Amanda a papessa di questa Repubblica delle banane (in tutti i sensi). Cerco di essere più conciso. Che cavolo ha fatto Marina Ripa di Meana? Ha fatto tanto per l’altro sesso, dicono. Fantastico. Ha vissuto, soprattutto. E questo, ormai, non glielo toglie nessuno – a patto che qualcuno mi spieghi, senza facinorosi sofismi, cosa voglia dire ‘vivere’. Ma… cosa ha fatto, cosa ha scritto, Marina? Ha scritto I miei primi quarant’anni, Colazione al Grand Hotel e un mucchio di altri libri che nanificano l’opera omnia di Fabio Volo, e anche quella di troppi sedicenti scrittori. Vero. Questo mi basta per detonare il proclama: assegniamo il Premio Strega postumo a Marina Ripa di Meana, mica a Severino Cesari, poverino. Tanto la letteratura è sempre postuma – altrimenti è editoria che ti s’incastra direttamente nei posteriori – e Marina, ora, starà facendo un bel festone nel locale più raffinato dell’aldilà. Ma… cosa ha fatto la Ripa di Meana, oltre a usare il corpo come arma ‘politica’? Giusto. Proprio così. Qualcosa tra l’edonismo e il nulla. Il buco della serratura di un mondo fitto di maschioni allupati. E anche qui, ci sarebbe da far fiorire applausi. Ormai, per vezzo, agli artisti italiani non tira quasi più. Ma… cosa ha fatto di grande Marina? Ecco. Giusto. Avete ragione. Onore a Marina Ripa di Meana. Io preferisco, ancora, la femminilità ‘maschia’ di Virginia Woolf, preferisco la bellezza violenta di Anna Achmatova, la lap dance grammaticale di Amelia Rosselli, la feroce verbosità di Emily Dickinson, che vestiva sempre di bianco, stava reclusa in camera sua, e la ‘dolce vita’ era tutta nel suo adorabile cervello. Che donna. Le grandi donne non si adorano e non si chiavano. Si leggono.
Davide Brullo
L'articolo Modesta proposta: Premio Strega postumo a Marina Ripa di Meana. Ha più palle lei di tutto il Colosseo degli scrittori italiani odierni proviene da Pangea.
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