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#mente e nervi
affogonellamarmellata · 4 months
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jabeur · 6 months
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madò. collega che spesso mi dà sui nervi sul gruppo wapp sta schifando mahmood perché Non è musica questa .. scusa se non tutta la musica è i pink floyd ***** madonna
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L’amore non è un’invenzione,
ma un animale uscito dal mio corpo e che al mio corpo tornerà
dopo la fine del mondo.
– E al tempo in cui non esistevo ancora,
sono rimasto nel mio essere ad attendere che si spianasse
la mente per accogliere il sentimento dell’altro,
senza mai chiedergli il perché dell’amore,
perché ci sono domande senza cuore,
e che non hanno senso quando si crea l’esperienza dell’uomo.
Io ho sempre cercato l’amore
e dico l’amore,
non l’idea dell’amore,
ma gli spiriti che si nascondono dietro l’essere
hanno sparpagliato i miei organi
nell’acquitrino dell’inconseguenza carnale
lasciandomi
un furore in tutto il corpo,
un furore fatto di nervi che parlano,
e che danno vita ad un nodo di passione
ancora rudimentale,
benché formato
e aggrovigliato fuori dalla tradizione,
ossia fuori da ogni surrealtà
e dove io risiedo
ancora non definitivo
come sul piano inclinato di un giudizio.
Antonin Artaud, "Cahiers de Rodez"-Frammenti 1945-46.
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02/05/18
Non mi aspetto niente. Ho capito che tante cose sono destinate (se di destino si può parlare) ad andare come devono, a prescindere da volontà e ragioni. Ci sono persone che entrano nella tua vita a forza di cose, trasformando progetti e ambizioni in futilità, cambiando radicalmente i tuoi gesti, le tue espressioni facciali, le tue convinzioni. Tu sei molto più di tutto questo, ma spiegarlo non è facile, e come con ogni cosa importante, le parole non possono reggere il confronto. Nella mia mente non c’è spazio per nient’altro che per un paio di occhi — i tuoi — che di speciale non hanno proprio un bel niente, eppure è solo in essi che riesco a vedere me stessa esattamente per quella che sono. Mi disarmi e questa cosa mi da sui nervi, sai quanto odio dover inghiottire il mio stupido orgoglio. È solo che mi manca la tua schiena e le bugie che maneggi con accortezza, è solo che mi manca il male che sai farmi e il profumo che vuoi lavar via; è solo che mi manchi, e adesso quella a chinare la testa sono io. Ti sto chiedendo di tornare. Riavvolgiamo il tempo, riavvolgiamo gli errori e torniamo ad essere quelli di sempre.
— Federica Maneli
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wutternach · 5 months
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Posta non risposta
Ricevo e volentieri ri-pubblico.
Non è una domanda la mia, ma è solo un pensiero di un signore per bene, che prende il the con i pasticcini, da solo o talvolta con la famiglia.
La cittadina di provincia limitrofa a quella dove abito ha una serie di negozi che frequentiamo, centri commerciali, piccoli negozi, servizi utili, ristoranti piacevoli. Tra questi c'è una deliziosa pasticceria, gestita da una coppia, moglie e marito. Una pasticceria dove, oltre ai dolci molto buoni, fanno caffetteria, sala da the, eventi, corsi di pasticceria per tutti, insomma un vero e proprio laboratorio artigianale raffinato. Lui lavora in un'agenzia di viaggi in realtà, ma è molto presente e segue tutta la parte amministrativa e gestionale dell'attività, curandone anche gli aspetti estetici e di accoglienza. Ha un'aria sempre molto cordiale e interessata al cliente, ancora non ho capito bene se fintamente cordiale o meno. Con alcuni aspetti, confesso, che mi stanno un po' sul cazzo, due tatuaggi piccolini stile fighetto finto giovane, un taglio di capelli e barba troppo studiato e delineato ma insomma, particolari estetici, nulla di più. Pare un bravo cristiano, come dicono i coatti romani con aria un po' compassionevole. Lei invece è la mente e il braccio del locale: è la pasticciera, inventa e realizza dolci di gran classe, progetta eventi, attività coinvolgenti e divertenti. Una bellissima donna, capelli corti probabilmente tinti senza darlo a vedere, viso sempre curato, trucco mai esagerato, gonnelline colorate, vestiti eleganti e scarpe di gran classe, sempre in ordine, stile un po' anni venti molto chic, un nome anch'esso molto chic, Carolina. Ascolta spesso Paolo Conte. Molto chic, sì, quasi snob che ti fa venire i nervi.
"Ciao carissimo Alessandro, come stai?" Tanti sguardi e tanti sorrisi.
"Salutami Francesca!" e ancora sguardi e tanti sorrisi cordiali.
"Buon weekend, anche ai ragazzi." Sguardi, sorrisi, sempre tanti.
Gentilezze.
Un gran rapporto cordiale.
Ecco, io, in tutta sincerità, l'elegante Carolina, la scoperei senza nessuna esitazione e tutto sommato con poca cordialità, con gli occhiali rossi da presbite che indossa sempre tenuti al collo con la cordicella raffinata; Ie alzerei le gonnelline fantasia anni venti per scoparla davanti e per scoparla dietro, sul bancone delle preparazioni e farciture; le farei tenere parte dei suoi vestiti eleganti addosso, mentre le lecco la fica nel laboratorio; la riempirei di parole forti, ma da apprezzare per sincerità, mentre mi prende il cazzo nella sua bocca perfetta, elegante, signorile.
Io, Carolina, la voglio sentire che mi chiede di schiaffeggiarle il culo, mentre mi prega cortesemente di venirle sulle tette esibite. La voglio percepire trasformata, mentre gode, quando il suo charme diventa solo un ricordo lontano ma che mi fa venire il cazzo ancora più duro.
Perché no, Carolina, a me Paolo Conte proprio non piace.
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piccolaaa3 · 10 months
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Immagina passare gli ultimi 30 anni ignorando il fatto che tuo fratello beve e fuma come un matto e non mangia praticamente nulla.
Immagina passare una giornata in pronto soccorso e scoprire che ha un cancro ai polmoni.
Immagina poi dire alle tue nipoti che si tratta di una grave lesione del polmone, per poi sentire il resto della famiglia e tentare di pararti il culo facendo passare il tuo parlare a cazzo per ignoranza delle suddette nipoti.
Riesci a sentire la tristezza in tutto questo?
Okok, riproviamo..
Tua sorella è sposata ad un uomo da quasi 30 anni, nel giro di due giorni questo uomo subisce prima un intervento per una peritonite acuta e poi un trapianto completo di fegato. I medici non danno troppe speranze perché il paziente è debole di cuore e arriva in sala operatoria dopo una settimana di terapia intensiva.
Tu ti presenti a casa, vedi tua sorella sull'orlo di una crisi di nervi e la prima cosa che ti viene in mente di discutere è la vendita dei terreni, senza nemmeno informarti su come sta suo marito.
Ora la senti la tristezza? Senti lo schifo?
No..?
Complimenti capo, atteggiamento da vero signore
#me
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La sensibilità è il più sottile e nascosto dei nostri nervi.
E’ un filo d’oro, quasi invisibile, che corre dal cuore alla mente.
In alcune persone è stato reciso, in altri vibra al minimo soffio.
Fabrizio Caramagna
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ho dormito qualche ora, mi sento stanchissima e con una crisi di nervi che mi sta per prendere sottobraccio.
papà stamattina mi ha guardata attentamente e poi mente sorseggiava il caffè mi ha detto "non sei serena come stai cercando di farci credere"
ho annuito e accennato un sorriso.
non direi nulla, lo sa.
oggi è tutto esposto, l'inquietudine, la paura e pure il mio essere triste e un po' arrabbiata; tutto lì, in bella mostra, non sono brava a mentire.
le migliori intenzioni fanno sempre una brutta fine.
ci provo a non farti capire il mio stato d'animo, ma sono un libro aperto, mannaggia a me.
io sono un libro aperto e tu te ne freghi.
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dottssapatrizia · 2 years
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Sono un’attenta ascoltatrice, mai distratta e, come una bibliotecaria ligia, riordino le mie emozioni negli scaffali della mente. Altre tra le pieghe del cuore e alcune, quelle forti, quelle che ti lasciano graffi dolorosi hanno un ripiano speciale: tra le guaine del tessuto connettivo dei nervi.
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alanmgreengrass · 1 year
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New Scotland Yard London - UK 4:30 am 2018
< va bene Greengrass ricominciamo da capo, dove ti trovavi la notte prima?>
La voce ed il tono dell’agente iniziano a dargli sui nervi. Prende un respiro appoggiandosi allo schienale della sedia della stanza degli interrogatori della stazione di polizia babbana dove quasi tre ore prima è stato scortato dagli agenti. Al suo arrivo ha scorto subito anche due auror che molto probabilmente lo preleveranno alla fine per il secondo interrogatorio. Hermione Granger Primo Ministro della magia sa bene come mantenere gli equilibri con i babbani, e poi infondo sono stati i vicini a dare l’allarme e loro sono babbani. Però non capisce la loro presenza, non ha infranto nessuna legge magica e sa benissimo che Charlotte ha purtroppo fatto quello che ha fatto senza magia.
<posso fumare?> risponde e tende i polsi ammanettati per farsi almeno liberare una mano. L’agente invece non molla.
<sappiamo che c’erano dei problemi tra di voi, i vicini hanno sentito le urla. E poi magicamente Charlotte si è impiccata per le scale? Lo vedi anche tu che non regge come il tuo alibi.> l’uomo si abbassa fino a sporgersi verso di lui <quindi?! Dove ti trovavi?>
Aeroporto di Londra-Gatwick (LGW)
<< Amanda vuoi sposarmi?>> la testa di capelli biondi si gira di scatto distogliendo l’attenzione della donna dalla pista dove tra pochi minuti l’aereo di linea di ritorno da Las Vegas avrebbe iniziato la manovra di atterraggio. Amanda Nott fissa Alan negli occhi il verde dei suoi si perde in quelli ghiaccio del ragazzo come oramai capita da mesi. Dalla famosa festicciola in famiglia dove, nel giardino di Villa Malfoy, Draco gli ha presentato la sorella maggiore dei Nott appena tornata da uno dei soliti anni sabatici in Alaska.
Alta, bionda, occhi verdi, un posto rispettabile nel wizengamot, sagace, divertente e dannatamente sexy, i 10 anni che li separano nemmeno si notano dalla chimica che nasce subito tra di loro. Alan si chiede molte volte come possa essere imparentata con quel topo di Theodore Nott e a quanto pare sono anche gemelli, dire che non si somigliano è voler essere gentili. Già il giorno seguente alla festicciola si comportano come una coppia rodata. Draco è favorevole alla cosa e li agevola nel vedersi.
Anche per via di Charlotte Nott.
Charlotte è sempre più lontana sia emotivamente che fisicamente, già da molto tempo per via della bambina e dell’altra bambina che però vede solo lei. Sin dopo il parto Charlotte ha sostenuto di avere due gemelle, di aver dato alla luce due bambine, nessun medimago è stato in grado di farle cambiare idea nemmeno suo marito Alan, non crede nemmeno a lui, nemmeno ai ricordi che lui le ha mostrato più volte nel pensatoio. Lui mente, lui è il pazzo lei sa benissimo cosa ha fatto. Dopo mesi in questa situazione lui ha pensato di obliviarla per fare in modo che questa storia avesse una fine ed anche per farla tornare serena come prima. Lo scenario peggiore proposto dal San Mungo era la reclusione nel reparto Janus Thickey Ward un’ala dell’ospedale dedicata ai pazienti di “lungadegenza” che di solito è chiusa a chiave. I maghi e le streghe che vi sono internati hanno subito un danno permanente non curabile. La famiglia è d’accordo, Alan no,  conosce molto bene quel reparto e si oppone fermamente. Troveranno un altra soluzione.
E lui la soluzione la vede li davanti agli occhi, al suo fianco che improvvisamente gli sorride e risponde con un semplice  “si” sapendo bene anche lei a cosa va incontro, perchè sanno entrambi che è solo l’inizio della fine. Al diavolo il matrimonio, al diavolo il patto di sangue e per quella frazione di secondo al diavolo anche la bambina, penserà ad un modo non sarà difficile.
Alan guarda l’agente a lungo e riabbassa le mani sul tavolo. 
<< Sono atterrato all’aereoporto di Londra erano le 11:30 di sera stavo tornando da un viaggio d’affari a New York, il signor Malfoy lo potrà confermare essendo stato con me per tutto il meeting. >>  Si, questa era la versione ufficiale per tutto e per tutti, Draco continua a coprirlo da mesi, e le sue scuse sono molto più convincenti di quelle di Alan a volte.
 << si abbiamo parlato con il signor malfoy ed ha confermato che due giorni prima vi siete lasciati serenamente con Charlotte>>
 << è così infatti, avevo proposto a mia moglie di accompagnarmi in viaggio ma ha rifiutato ed ho lasciato perdere. Non voleva lasciare Amy con altri per il momento.>> ennesimo pezzo della storia accordato con Draco. 
Prende un respiro prima di parlare facendo attenzione ai due agenti del ministero della magia Britannico cercando di non perdere la pazienza << Sentite, io so dove volete andare a parare ma vi state sbagliando, non l’ho uccisa. Charlotte era mentalmente instabile e si è suicidata l’unica colpa che potete darmi e che non fossi li per impedirlo o che non mi sia accorto di nulla prima. >> riporta le mani sul tavolo, le manette tintinnano acciaio contro acciaio e tornata a fissare l’agente << è da quando sono qui che ve lo chiedo, dov’è la bambina?! Era in casa con lei quando siete arrivati e mi avete portato via, voglio sapere se sta bene.>> alle sue parole si fa avanti un auror dicendo che in casa non c’era nessuno oltre alla donna ma che dal racconto dei vicini il giorno prima Charlotte ha incontrato un uomo che si è portato via la bambina .
<< dalla descrizione corrisponderebbe a tuo cognato, Theodore Nott, manderemo degli uomini a verificare >> detto questo torna a suo posto lasciando la parola al babbano mentre ad Alan ne rimangono davvero poche, era premeditato quindi… per qualche ragione si sente sollevato del fatto che la bambina sia con lui sicuramente già a Villa Nott. Da quanto tempo sono chiuso qui…si domanda prima che una domanda lo riporti alla realtà quasi spiazzandolo << va bene crediamo anche al fatto che non l’hai uccisa tu, di Amanda Nott cosa ci puoi dire?>>
 no questo era troppo non l’avrebbe trascinata in tutta questa storia e poi sicuramente non sapevano che fosse con lui qualche ora prima << è la sorella di Charlotte ma non capisco cosa c’entri ora>> ritrova per qualche istante il solito atteggiamento << l’ho vista si e no qualche volta e Charlotte me ne ha parlato pochissimo …>> prima che l’agente possa aggiungere altro i due auror interrompono l’interrogatorio…
Quando i babbani li lasciano soli l’auror si avvicina per farlo alzare, continueranno davanti al Wizengamot, ma contro ogni sua aspettativa gli consegnano solo una pergamena e lo liberano dalle manette. Dovrà presentarsi il giorno dopo scortato dagli agenti del Ministero per fare chiarezza in merito a sua moglie. Non tanto per la morte in se più per la sua instabilità mentale e per la “scomparsa” della gemella. Si, loro sanno tutto, probabilmente il San Mungo li avrà informati di qualcosa.
 To be continued …
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Stavo pensando che quella prof di diritto delle superiori mi ha influenzata molto sulle scelte fatte fino ad oggi, dal corso di laurea al come scrivere un testo, dal come prendere velocemente gli appunti, al rispondere in maniera logorroica per iscritto, da alcuni insegnamenti come non essere mai omertosi all'importanza di lavorare in gruppo e alla comprensione di quali sono i valori e le responsabilità di un capogruppo, ma anche non fare distinzioni tra chi aiutare.
Sarà pure stata una delle professoresse più severe e il piccolo rimprovero fattomi durante l'esame del quinto non penso lo scorderò, ma mi ha dato quella spintarella in più nel fare scelte di cui solo ora mi rendo conto non mi pento minimamente, è vero studiare al SEGI è stato davvero complesso e spesso ho detto di odiare tutte quelle sfaccettature del diritto, ma ora mi rendo conto di quanto mi illumino alla semplice vista di una legge a cui poter dare una sbirciata.
Ti ringrazio davvero prof per tutte le volte che mi hai considerata il tuo successore nell'insegnare diritto, un po' mi sono sentita presa sotto le ali protettive di una persona differente dalla famiglia che mi ha dato tutti gli strumenti, anche alcuni in più rispetto a quelli dati ad altri miei compagni, per costruirmi un futuro.
Grazie professoressa 🪷 spero davvero di rincontrarti prima o poi ...
Aggiornamento: è successo, ti ho rincontrata alla cassa di fianco in un supermercato, ti ho salutata e mi hai riconosciuta chiamandomi per nome, abbiamo parlato aggiornandoci reciprocamente, mi hai dato un consiglio ma non penso lo seguirò, so solo io come mi sono sentita questi 3 anni di università e non continuerò per nessun motivo con la magistrale, mi dispiace di averti delusa sotto questo aspetto, ma ho visto come eri interessata a sapere del mio corso, della tesi, di che materia e il perché ho scelto proprio quell'argomento. Mi hai fatto capire indirettamente che non sei ancora andata in pensione, era un dubbio che avevo. Mi hai detto che pochi giorni fa hai visto il mio numero di telefono in rubrica e mi hai pensata e io non ho più il tuo numero, ma non potevo dirtelo che ho voluto cancellare qualunque cosa mi ricordasse gli anni delle superiori, quindi nel momento in cui mi hai chiesto se ho più rivisto i miei compagni ho tenuto a freno i nervi per non dirti come sono andate davvero le cose, come erano tutte persone approfittatrici e se non fosse per lei prof io le superiori vorrei proprio depennarle dalla mente. Mi hai detto scrivimi quando sarà la tua esposizione della tesi magari ti vengo a sentire, come potevo dirti che nella triennale non si effettua più la discussione della tesi ma solo la proclamazione. Ma nonostante tutto è stato bello poterti abbracciare e tenerti le mani come ormai più di 3 anni fa.
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sadgirlbadvibes · 1 year
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Ciao, sono l'ansia.
So che ti senti male ogni volta che mi avvicino, che ti disperi e vorresti mandarmi via subito, so che se potessi mi uccideresti, soprattutto perché credi che sia io quella che ti vuole fare del male, ma credimi, non è così.
Non sono qui per arrecarti dolore, tanto meno per farti impazzire, penso di avertelo dimostrato ogni volta che arrivo. È vero delle volte sono spaventosa ma è la mia natura.
Però come vedi alla fine della giornata, non ti ho ucciso e non sei impazzito.
La verità è che quando arrivo tu stai male, senti questa sensazione dolorosa nel petto.
Purtroppo non ho altro modo per farmi ascoltare.
Sei così impegnato a cercare successo, ad essere produttivo a dimostrare agli altri che sei degno di essere amato e non ascolti i miei piccoli segnali.
Ricordi quella volta che hai sofferto di mal di testa?
O quando hai avuto l’insonnia per più di 2 ore e ti giravi nel letto?
O che ne dici di quella volta che senza un motivo apparente hai pianto?
O ancora, di quella volta che ti sei sentito oppresso dentro e ti mancava l’aria e non capivi il perché?
Beh, tutte quelle volte ero io, volevo solo che tu mi ascoltassi, ma non l’hai fatto.
Hai continuato a seguire il tuo ritmo frenetico di vita.
Allora ho provato qualcosa di più forte, ho provato a farti tremare l’occhio, fischiare l’orecchio, sudare le mani, ma anche in queste occasioni non mi hai voluto ascoltare.
Conosci bene la mia presenza, è per questo che quando sei tranquillo o sei da solo e in solitudine o ti fermi, mi presento, semplicemente per parlarti.
Ti disperi sempre, perché con la mente non comprendi cosa ti succede, e ovviamente, con la mente razionale non mi comprenderai.
Ecco perché mi sono arresa e ho deciso di scriverti.
E mi congratulo con te se stai leggendo ciò che ho da dirti, perché significa che hai finalmente il coraggio di ascoltarmi, e credimi, nessuno meglio di me sa della tua grande capacità di evitarmi e scappare via, come scappare dal mostro nella foresta oscura.
Come quelle volte in cui mi eviti e ti distrai per ore davanti alla tv, vivendo la vita di altre persone che non conosci pur di non affrontare ciò che non ti piace.
O che ne dici di quelle volte che con un paio di pillole hai intorpidito i tuoi nervi e le tue preoccupazione; e cosa dire di quelle altre sostanze che ti inducono lo stordimento annebbiando ogni tipo di sentimento.
Spero che ora tu sia pronto.
Pronto ad affrontare la tua realtà, pronto ad affrontare la verità nella tua vita senza maschere, senza scorciatoie… senza pretese.
E’ così che deve essere.
L’ unica cosa che ho cercando di comunicarti per tutto questo tempo: che è ora di evolversi andare avanti.
Vedevi attuare cambiamenti molto profondi dentro di te, perché non ti stai godendo della vita e non ti senti appagato.
Per questo motivo che sono qui, per aiutarti a recuperare quella pienezza che vive dentro di te; per riuscirci dovrai liberarti da tutto ciò che ti ostacola.
Sono qui per aiutarti a capire cosa esattamente impedisce alla tua vita, alla tua passione di vivere la gioia.
Ogni volta che entro nella tua vita, ti ricordo che non è piena e felice, quindi se dovessi tornare, non spaventarti, ma ascoltami.
E se davvero mi ascolterai non ci metterai molto ad apportare i cambiamenti, li farai subito.
Se vuoi sentirti bene, tutto dipende solo da te.
So che lo desideri, ma allo stesso tempo so che vuoi rimanere nel tua zona comfort, nella comodità, pur di evitare ciò che ti fa male.
Preferisci continuare a cercare l’approvazione e l’accettazione degli altri, facendo l’impossibile per attirare attenzione; preferisci che gli altri siano responsabili della tua persona, meno che tu di te stesso e naturalmente ti capisco, tutti desideriamo fuggire dalle responsabilità.
Ma ho una notizia per te.
Solo entrando nel problema potrai avvicinarti a quell’esperienza di liberazione.
Tu sia responsabile di te stesso e quando mi ascolterai, credimi, me ne andrò.
Solo tu hai il dono di mandare via queste sensazioni spiacevoli.
C’è qualcosa di molto importante che voglio dirti, in realtà me ne andrò non appena intravedrò che stai facendo cambiamenti nella tua vita, quando vedrò che stai andando verso la tua evoluzione, pronto a crescere e a riprendere in mano la tua essenza.
Finché non lo farai, io ci sarò, sempre.
In conclusione, se oggi sono qui, perché hai bisogno di me.
Hai bisogno di me, per modificare il tuo modo di interpretare la tua realtà, lascia che ti dica che è un po’ "distorta".
Devi liberarti di credenze che non ti aiutano e ti limitano; perdonare tutta la rabbia e riprenderti la tua libertà interiore.
Soprattutto, hai bisogno di me per riconquistare il piacere di vivere, per essere te stesso, perdere la paura di rifiuto o di abbandono.
Hai bisogno di me per mettere dei limiti alle persone che ti fanno del male, affinché tu possa impugnare coraggio e imparare a dire “no”.
Hai bisogno di me per allontanare chi non ti merita; per smettere di dipendere dall’esistenza del tuo partner per essere felice.
Una volta per tutte, bada alle sensazioni del tuo corpo.
In che altro modo avresti fatto attenzione al tuo corpo?
Probabilmente in molti altri modi, ma questa sta funzionando.
Dai al tuo corpo il cibo di cui hai bisogno, smetti di criticare il tuo fisico e ringraziarlo, per te fa tanto.
Corri, muoverti, passeggia riprendi i tuoi ritmi.
Perché esplodere sempre?
Perché la tristezza?
Perché pretendere così tanto?
Non capisco perché lo fai, hai tutto, sei tutto, hai le capacità di cui hai bisogno per creare la tua realtà, ma ti tratti come uno schiavo, sei troppo severo con te stesso.
Sono qui per dirti di smetterla di farlo.
Chiediti come mai non hai più equilibrio interiore.
Chiediti davvero come vuoi vivere e per cosa lottare: è la tua vita!
L’ unico controllo che puoi pretendere è quello di te stesso, ma per conquistarlo, devi accettare che l’hai perso, e lasciare che finalmente mi esprima, dirti che quei sintomi così orribili che ho inventato era per sostenere tutto questo e se ancora non mi accetterai, sarò ancora più forte.
Quindi, la prossima volta che mi sentirai arrivare, chiudi gli occhi, spegni la mente razionale per un momento, lasciati andare, respira e cerca di comprendermi.
Poi inizia il cambiamento nella tua vita con azioni chiare e specifiche, vedrai che me ne andrò.
Spero di non dover entrare molte volte nella tua vita, ma se ritorno ricordati che non voglio farti del male, voglio aiutarti a recuperare la tua strada, quella che ti renderà felice.
E per finire, spero che tu possa vedermi come sono: la tua Essenza.
Sono te stesso che urlo disperatamente e imploro di ascoltarmi, ti parlo dal profondo del tuo cuore, che scoraggiato cerca di farsi notare.
Quello che senti non è tachicardia, sono io, la tua Essenza, che vuole semplicemente venir fuori e vivere.
- C. Babudri
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.         𝗠𝗜𝗦𝗦𝗜𝗡𝗚 𝗠𝗢𝗠𝗘𝗡𝗧  ‘   
         Chapter XV.      
    Willow Hill, psychiatric hospital
tic tac, tic tac, tic tac (…)
Il ticchettio dell’orologio, ritmico, sempre uguale, batteva nel confine tra lucidità e follia.
Non ne poteva più, non aveva mai odiato tanto qualcosa in vita sua, quanto quel suono infinito.
Un cocktail di farmaci era già in circolo nelle sue vene, perlopiù calmanti per tenere a bada il mostro e Tyler faticava a svegliarsi, continuava a lamentarsi in quel sonno-veglia senza fine, inciampando sempre negli stessi incubi atroci. Ma doveva svegliarsi, doveva farlo assolutamente.
Com’è che era finita così?
Tyler riviveva il momento in cui lo avevano catturato, ancora ed ancora, ne distorceva i dettagli ma il momento in cui veniva colpito al collo da un ago, restava sempre uguale. Era successo mentre si allontanava da Jericho, lungo la via maestra nei boschi, l’alba era spuntata da appena qualche ora… il corpo del ragazzo che aveva ucciso, nei panni della bestia, era stato trasportato lontano lungo il fiume e questo avrebbe dovuto dargli più tempo… ed invece erano già sulle sue tracce da un pezzo, probabilmente. Tyler non era riuscito nemmeno a varcare il confine che era stato nuovamente costretto in una camicia di forza e trasportato via in un blindato. Stavolta, però, era stata rincarata la dose di tranquillanti.
Stavolta, il suo mostro non li aveva salvati.
Willow Hill sorgeva solingo, circondato dal niente per diverse miglia. Quell’ospedale psichiatrico assomigliava a una fortezza inespugnabile… ed aveva ospitato sua madre prima di lui.
Nel silenzio sfaldato solo da quel ticchettio insopportabile, un vociare improvviso e abbastanza confuso, emerse nella coscienza sospesa di Tyler. Di cosa stavano parlando? Sebbene assuefatto dal torpore dei farmaci, Tyler tentò di recepire qualche informazione.
Era terribile la sensazione di non riuscire ad aprire gli occhi, nonostante egli cercasse disperatamente di farlo.
“Non scapperà come la madre”
Qualcosa dentro di lui si fermò, probabilmente furono i battiti del suo cuore a rallentare considerevolmente. Stava immaginando quella conversazione, oppure stava avvenendo davvero?
“Non era morta nell’incendio?”
“E tu credi che avrebbero permesso che si sapesse? Nessuno lascia Willow Hill”
Ogni fascio di nervi gli si irrigidì, il respiro divenne improvvisamente affannoso, troppo veloce… il cuore si dibatteva, ora, all’impazzata come se stesse per scoppiare da un momento all’altro.
“altro sedativo o gli verrà un infarto!”
Tyler avvertì come una scarica elettrica attraversargli tutto il corpo, ormai in piena crisi, anche le palpebre si levarono di scatto, rivelando le sclere arrossate e nessuna iride. La sua mente non fece in tempo ad elaborare meglio quelle informazioni che nuovo veleno prese a infuocargli le vene e nel giro di pochi istanti il corpo di Tyler trovò nuovamente la quiete.
I battiti del suo cuore furono chetati ed i suoi pensieri, persino quelli scivolarono in un nuovo e più profondo torpore.
E nuovamente chiuse i suoi occhi, sapendo che non era finita.
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danilacobain · 2 years
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Selvatica - 50. Con o senza
C'era qualcosa che le teneva stretta la mano, caldo e rassicurante, che le diceva che poteva aprire gli occhi, che poteva riemergere dagli abissi dell'incoscienza. La prima cosa che notò fu Ante che le teneva la mano. Ecco cos'era quel tocco che la faceva sentire calma. Poi si accorse di essere in un ospedale, attaccata alla flebo e al macchinario per rilevare il battito cardiaco. Si guardò intorno mentre il suo cuore accelerava di poco.
«Ante.»
Parlare fu difficile, sentiva le labbra secche e spaccate, la gola completamente arsa.
Lui distese la fronte, alzando di poco la testa. «Sei sveglia.»
«Che è successo?» Vaghi ricordi della festa a casa di Isotta si formavano nella sua testa, mischiati alla sensazione di paura provata a casa di Ante e al disagio avvertito quando la droga aveva cominciato a fare effetto.
«Non lo so, dimmelo tu cosa è successo.» Le lasciò andare la mano e si appoggiò allo schienale della sedia. Aveva l'aria esausta, gli occhi arrossati e cerchiati di scuro.
Corinna si portò le mani in grembo. «Ma tu non dovresti essere con la squadra?»
«Che diavolo ti è saltato in mente? Ha chiamato Isotta e ci ha detto che eri priva di sensi, che ti eri drogata...»
Voltò la testa dall'altro lato, verso il muro grigio e una grande finestra da cui si intravedevano i primi raggi di sole. «Non lo so cosa mi sia saltato in mente.»
«Ti avevo chiesto di restare a casa...»
«Ho ricevuto una telefonata da parte di Antonio e... non ce la facevo a stare da sola. Volevo... volevo solo un po' di pace.» Doveva essere ancora sotto sedativi, poiché sentiva i nervi intorpiditi. Era agitata ma allo stesso tempo rimaneva in uno stato di calma mentale. Cercò di nuovo Ante con lo sguardo.
Lui si passò le mani in faccia, lasciando poi vagare gli occhi tristi su di lei. «È così che si risolvono i problemi? Volevi fare come tuo padre? Volevi ammazzarti?»
Corinna avvertì una fitta al petto. Si era comportata anche lei in maniera così vigliacca? «Non dire così.»
«Non ero abbastanza, per te?»
«Non si tratta di questo, Ante.»
«Potevi chiamare me, cercare conforto in me. E invece anche stavolta hai preferito ignorarmi» continuò lui, accalorato, addolorato.
Lei non riuscì a sostenere il suo sguardo. «Avevi detto che volevi stare sereno per la partita.»
Ante la guardò con stupore, spalancando per un attimo la bocca. Poi scosse la testa e si alzò. «Corinna, non possiamo più continuare questa storia. Così non ce la faccio più.»
Il panico si insinuò in ogni fibra nervosa del suo corpo, producendo l'effetto di farla diventare completamente lucida. Si tirò su con la schiena. «Ante, aspetta, non...»
Lui le porse una scheda blu scuro. «Questa è una carta di credito intestata a tuo nome. Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa, prendila qui. Non fare altre stronzate.»
Corinna non la prese e lui la poggiò sul tavolino accanto al letto. Cercò il suo sguardo senza più trovarlo. Il macchinario rivelava la sua agitazione e Ante gettò un rapido sguardo verso il monitor. «Che stai dicendo? Ante, non voglio i tuoi soldi, io voglio te.»
«Mi dispiace. Solo... prenditi cura di te.» Fece un piccolo movimento verso di lei, come se volesse toccarla. Ma esitò e, dopo averla guardata per un altro secondo, girò le spalle e uscì dalla stanza.
«No, no, no.» Corinna scostò le lenzuola e scese dal letto per cercare di rincorrerlo. «Ante, no, non te ne andare. Ante.»
Il filo che la collegava al macchinario si staccò dal braccio, cominciando a far risuonare uno strano bip per tutta la stanza. Le gambe erano troppo molli e deboli per sorreggerla, così cadde a terra, trascinandosi dietro l'asta con la flebo.
«Ante...» cominciò a piangere con la faccia rivolta a terra, con tutto il corpo che tremava e la voglia di morire, morire davvero.
Un'infermiera si precipitò nella stanza. «Che succede?» le sollevò la testa. «Signorina non dovresti alzarti, non sei ancora nel pieno delle forze.»
La riportò a letto, sistemandole il misuratore del battito al dito e aggiustando la flebo. Corinna continuava a piangere, rannicchiata al centro del lettino, incurante di tutto quello che le stava raccomandando l'infermiera.
Ante non voleva più stare con lei. Ante era andato via per sempre. Aveva distrutto l'unica cosa bella della sua vita, aveva distrutto l'unica relazione vera che avesse mai avuto.
***
Nel tardo pomeriggio Corinna ricevette la visita di Isotta. Stringeva tra le mani un mazzo di fiori colorato e si avvicinò piano, credendo che lei dormisse. Corinna non aveva smesso di piangere fino a quando non aveva più avuto lacrime da tirare fuori. Sollevò gli occhi gonfi e arrossati.
«Hei.» Isotta sorrise. «Come stai?»
Si sollevò sulle braccia, aggiustando il cuscino per stare più comoda. «Scusami. Ti ho rovinato la festa.»
Isotta la guardò con severità. «Non dirlo neanche per scherzo. Sono io che mi devo scusare. Sono stata egoista, non ho chiamato l'ambulanza.» Poggiò i fiori sul tavolino e si sedette sul letto. «Rade non mi parla più e ha ragione. Magari stasera gli faccio una sorpresa allo stadio, spero mi perdoni. E spero che lo faccia anche tu.»
Corinna incurvò le labbra all'insù, cercando di sorridere. «Tranquilla. Non è colpa tua, ho fatto tutto da sola.»
Una nuova infermiera entrò nella stanza, con in mano il foglio delle dimissioni. Corinna lo guardò senza interesse.
Isotta la scrutò un attimo, poi le toccò il braccio. Le avevano tolto le flebo qualche ora prima, e adesso restava solo un piccolo ematoma coperto dall'ovatta. «Ehi, se vuoi possiamo guardare la partita insieme, ti faccio compagnia.»
Corinna ripiegò il foglio. «Grazie, ma non credo che la guarderò.»
La ragazza fece pressione sul braccio. «Cavolo, non faranno giocare Ante perché ha lasciato il ritiro?»
Lei trattenne il fiato «Come?»
«Beh, ha lasciato il ritiro per venire a prenderti. Lo avranno sicuramente punito. Ed è colpa mia.»
Ante non avrebbe giocato la partita a cui teneva tanto? Non era minimamente colpa di Isotta, era solo e soltanto colpa sua. Aveva fatto bene a lasciarla, era riuscita a combinare l'ennesimo casino. «Dici sul serio? Ante è stato punito per questo?»
«Certo, è molto probabile. Non è per questo che non vuoi guardare la partita? Perché lui non giocherà?»
Corinna abbassò lo sguardo, sentendo nuove lacrime pizzicarle gli occhi. «Ante e io ci siamo lasciati.»
«No, non è vero...» Gocce calde cominciarono a rigarle le guance e Isotta si affrettò a stringerla tra le braccia. «Ok, ok. Tesoro non piangere, vedrai che si risolverà tutto.»
«Invece no, ho rovinato tutto.»
La ragazza sciolse l'abbraccio e sospirò. «Fatti aiutare a rivestirti. C'è qualcuno che sta venendo a prenderti?�� Corinna scosse la testa, passandosi una mano sugli occhi. «Va bene, ti accompagno io. Non piangere, Corinna. Fai in modo che questo ti serva da lezione per diventare ancora più forte. So che hai avuto dei problemi ultimamente, so che li hai affrontati da sola e con coraggio. Non puoi mollare proprio adesso.»
Corinna annuì e si mise a sedere. Sentiva la testa pesante e il corpo leggero. Isotta aveva ragione, d'altronde che altro poteva fare? Doveva reagire, riprendere in mano il controllo della propria vita e risolvere i propri casini.
Con o senza Ante, lei doveva andare avanti.  
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🔴🇮🇹 SOLUZIONI ALLO STRESS E PRESSIONE?
colpa di amici, la pubblicità, genitori, il passato, la tv ? La bella notizia e’ che non devi accettare nulla e nessuno e che puoi trasformarti in una persona positiva senza ma e senza se con il potere della tua mente e l’ipnosi DCS unica al mondo!
Lo so che può sembrare una sciocchezza ma e’ ciò che è successo alla mia persona e a centinaia di persone aiutate da me in tutto il mondo!
Ero, 13 anni fa, la persona più stressata e arrabbiata dell’universo!
Fumavo 3 pacchetti di sigarette e, con 2300 responsabilità, avevo 209.000 pressioni di ogni forma e colore ogni santo giorno !
Saltavo 3 metri dalla sedia 3 ogni volta che si presentava il minimo problema!
Oggi sono una persona con la mente lucida, calmo e tranquillo, come il miglio samurai, il miglior saggio dell’universo!
Ho cancellato al 100% il mio passato negativo dal mio subcosciente e tutte le immagini negative che mio padre e la vita mi avevano trasmesso sulla rabbia, lo stress e non solo!
Non contento, ho replicato stessa cosa a centinaia per non dire migliaia di persone in tutto il mondo, con risultati a dir poco incredibili!
Non devi credermi ma far parlare i fatti e non i bla bla anche iniziando da 1 solo audio DCS senza neanche fate sessioni online di ipnosi DCS unica al mondo, che peraltro sono sospese al momento in tutto il mondo!
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mancino · 2 years
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LA MAGIA DEL PETTIROSSO
Il pettirosso é una presenza magica poiché spesso appare quando le persone hanno bisogno di conforto o di un po' di allegria.
Si dice che il pettirosso possa portare buona fortuna e protezione a chi lo osserva, in alcune leggende lo descrivono come un messaggero di pace e amore. In alcune tradizioni, il pettirosso è anche considerato un simbolo di rinascita e nuova vita, poiché si dice che appaia spesso durante i periodi di transizione o di cambiamento.
Il pettirosso è anche conosciuto per il suo canto melodioso perché aiuta a calmare i nervi e a rilassare la mente. Insomma, il pettirosso è un uccello davvero speciale e magico, e la sua presenza è sempre stata considerata una benedizione per chi lo osserva.
Testo di Monya Foderà
🌿 Pietre: Bosco e Magia
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