Tumgik
#momenti dei mille che raccolgo
mynameis-gloria · 1 year
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Settembre è un mese che non amo, di quelli che metterei in fondo alla lista dei mesi, se ce ne fosse una. Che un po fa caldo ed un pò fa freddo, che mi sento bene e poi male, che non si sa come vestirsi, che sono troppo metereopatica per questo tempo instabile, che tutti corrono per raggiungere obiettivi, rimettersi, ricominciare. Ma che poi ricominciare cosa? Il tempo non si è mica mai fermato...E se non stai al passo sembra quasi che non vada bene. Ed io ho i miei tempi, i miei ritmi, mille cose per la testa ed è okay anche non sentirsi okay, provare tanto, perdersi e godersi le cose piccole, rallentare.
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upsidedownsea · 4 years
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Il malessere mi avvicina alla scrittura.
Credo che una delle cose su cui dovrò lavorare, quando avrò la possibilità di ritornare dalla psicologa - se mai ne avrò possibilità dato che, causa covid o chissà quale altra ragione sconosciuta, ha smesso di operare qui da me e per andarci dovrei andare in città, ed in città, non lo so, forse non ho voglia di andarci - sia questo nervoso che mi porto dentro appena una cosa mi sconforta.
Cavolo, quando mi prende, mi spengo completamente e mi ritrovo a divorarmi da solo, all'interno, con una certa cattiveria nei confronti di tutti. Divento intrattabile e ogni piccola cosa mi innervosisce a tal punto che a momenti mi sento scoppiare e mi ritrovo a fare cose normali con pensieri della serie "adesso prendo e lo tiro al muro".
Che poi, a ripensarci, non so nemmeno cosa mi abbia fatto così scattare oggi, a dirla tutta.
Forse un bel po' di frustrazione perché, ho limitato il mio impegno allo studio, decidendo di dare meno esami di quelli che avrei potuto, per rincorrere una canzone che, nel comporla e registrarla, mi stava veramente coinvolgendo tanto e, vuoi per mille cose, ancora non sono riuscito a chiuderla del tutto.
Ci sto mettendo più tempo del previsto, e questo si traduce in tempo spendibile in ripensamenti.
Le canzoni, almeno per me, sono così. Rincorri un emozione indecifrabile e che dura un secondo. Tutto il tempo che spendi lavorandoci non è altro che rincorrere un qualcosa che non è più qui, e per quanto tu possa avvicinarti, non ci arriverai mai di nuovo.
Non è un male a priori eh, perché comunque, nel farlo, finisci poi per scontrarti con qualcos'altro che può essere più o meno o ugualmente interessante.
Il fatto è che, più tempo ci metti, più tempo hai per renderti conto che poi alla fine dei conti, è una bugia e, il fatto di non esser riuscito a rimanere del tutto fedele a quella tua scintilla iniziale, un po' ti pesa.
Mettici poi una spolverata di 'forse non mi piace più / forse non mi dice più niente' ed il gioco è fatto.
Eppure, razionalmente lo capisco. Sto provando ad accettare che l'arte abbia i suoi tempi di lievitazione e di maturazione ed è giusto che sia così: a volte devi mollare per riprendere con una testa diversa, più libera, meno coinvolta.
Tutto giusto, eppure, allo stesso tempo mi fa soffrire un sacco.
È che, a livello di coinvolgimento emotivo, il carico di avere a che fare con questo tipo di cose, è estremamente pesante perché, per tutta la vita, ho sperato e ho creduto che il mio posto nel mondo sia ovunque si abbia a che fare con la musica, con l'arte.
La mia tavolata, il mio banchetto, la mia serata tipo, la mia conversazione tipo, le mie persone tipo, sono sempre quelle in cui la musica è al centro di tutto.
Eppure, per la maggiorparte del tempo, tutto risuona come un grandissimo fallimento, un tuffo triplo carpiato in una piscina....vuota.
Ed ogni volta, in tutto questo, devo andare a ricercare motivazioni calando con una corda un secchio in un pozzo sempre più profondo, e quando tiro su, non lo so, mi sembra che l'acqua che raccolgo sia sempre meno.
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theadrianobusolin · 7 years
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Arturo lunedì era uscito per sbrigare delle commissioni. Si trovava in via Foria, poco distante da casa, nel cuore di Napoli. Stava camminando tranquillamente quando è stato accerchiato da un branco di ragazzi che lo hanno preso a coltellate. Lo hanno colpito a un fianco, alla schiena e alla gola. Arturo ha 17 anni e quella sera ha rischiato di perdere la vita. Senza capirne ancora il motivo. Oggi Napoli è scesa in piazza per lui, per rispondere a quella vile aggressione, per dire “no” alla violenza. In migliaia hanno aderito alla manifestazione organizzata per Arturo. Il corteo è partito da piazza dei Miracoli, nel Rione Sanità, ed è arrivato fino al punto di via Foria in cui si è verificata la brutale violenza. I ragazzi delle scuole del centro hanno aderito alla marcia, l’hanno animata con cori e striscioni. Tra i partecipanti anche il sindaco Luigi De Magistris e la sua squadra di governo.[video 1477021]“Credo che Arturo quando verrà a conoscenza di questa partecipazione notevole sarà contento anche lui”, ha detto il papà Vincenzo che, con la moglie Maria Luisa, era in testa al corteo. “Con piacere raccolgo questa partecipazione di tutte queste persone al dolore nostro e di Arturo, che è rimasto ferito in maniera importante. Le logiche che governano le persone perbene sono queste che possiamo vedere, che comportano questi eventi, di orgoglio sociale, di riscatto, con cui noi rispondiamo alle aggressioni vili fatte da persone che pensano di esercitare il controllo sul territorio”. Gli aggressori non sono stati ancora identificati. Erano in quattro, dei ragazzi, probabilmente minorenni. A metterli in fuga è stato il titolare di un negozio di animali che ha soccorso il 17enne tra mille difficoltà: “Ho notato il sangue solo quando mi sono avvicinato – ha raccontato Luigi – e ho creato un tampone con un rotolo di carta”. Il commerciante ripercorre quei momenti e ricorda i lunghi 40 minuti in cui molti passanti sono rimasti indifferenti e diversi automobilisti si sono rifiutati di portare il ragazzo in ospedale. “L’ambulanza non è mai arrivata – afferma – e la situazione si è un po’ sveltita solo quando è arrivata la madre”, che era stata contattata con il cellulare del ragazzo.[video 1477028]Alle indagini sul caso stanno lavorando gli agenti della Questura di Napoli, in collaborazione con l’Arma dei carabinieri, coordinati dalla Procura per i minorenni e da quella ordinaria. Il questore Antonio De Iesu ieri ha lanciato un appello ai napoletani: di collaborare con le forze dell’ordine, di “segnalare al 113 – assicurando l’assoluta riservatezza – utili informazioni sulle caratteristiche somatiche e sull’abbigliamento degli autori dell’efferato crimine ovvero eventuali filmati , al fine di dare ulteriore impulso alle attività investigative e dare un nome ai criminali che non hanno avuto pietà per un giovane ragazzo, ferendolo con numerose coltellate e mettendo a serio pericolo la sua vita”. Arturo per fortuna sta meglio. È ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco, dove familiari e amici non gli fanno mancare l’affetto e il calore di cui ora ha bisogno.[gallery 1477020]
Napoli, 17enne accoltellato dal branco: il corteo per dire “no alla violenza” Arturo lunedì era uscito per sbrigare delle commissioni. Si trovava in via Foria, poco distante da casa, nel cuore di Napoli.
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