Tumgik
#nessuno torna indietro
frammento · 2 years
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Avrebbe dovuto tornare al paese. Alle dodici la colazione, alle otto la cena, due chiacchiere e a letto, pettegolezzi, miseria, mammà che soffre di reumi, papà che si lamenta delle tasse. Noiosi i genitori vecchi; se ai legami affettivi che il tempo logora, non subentrasse il senso del dovere, che rapporti ci sarebbero ancora tra la vita nostra e la loro? Chi li sceglierebbe, così diversi da noi? Neanche per amici li vorremmo.
Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro
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cuoreenero · 7 months
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Spero che nessuno mai nella vita provi ció che sto provando da molto tempo ormai. La mia mente é in mille pezzi e, forse, lo sono anche io. É la prima volta che mi spaventa ció che pensa la mia testa perché, quando poi decide, non torna mai indietro e forse é giusto cosí.
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... sei bellissima.
Non hai bisogno che ci sia un uomo li' a ricordartelo.
Sei bellissima, da sola forse ancor di più.
Sei bellissima anche se non hai un uomo che ti tolga il rossetto dalle labbra, anche se sei spettinata o struccata.
Anche se vai di fretta e hai scordato qualcosa a casa.
Sei bellissima quando scendi di casa per andare a prenderti un gelato.
Sei bellissima in pigiama e con i capelli scombinati, sei bellissima con gli occhi assonnati.
Sei bellissima quando hai fiumi di parole da cacciare e quando vuoi stare in silenzio.
Sei bellissima quando ti emozioni per una frase, letta su un libro o su un muro.
Sei bellissima il sabato sera quando ti prepari, ti trucchi, indossi il vestito più bello che hai, spruzzi il tuo profumo preferito e poi esci anche non hai nessuno ad aspettarti fuori dal portone, anche se non c'è nessuno a dirti che sei bellissima.
Lo fai per star bene con te stessa.
Ed è questa l'unica cosa che conta.
Tu esci che poi farai innamorare il mondo.
Sei bellissima quando passeggi, da sola, con le cuffie nelle orecchie.
E pensi.
Immagini.
Sogni.
Ti proietti altrove.
E si rispecchia tutto nei tuoi occhi.
Sei bellissima e non lo sai.
Sei bellissima e qualcuno in quel momento si sta innamorando di te.
Sei bellissima perché sei una grande persona, perché ami così tanto che quasi ti autodistruggi, perché ti fai in quattro per tutti anche se poi indietro non torna niente perché, per te, l'importante è dare.
Sei bellissima perché ci credi sempre, anche quando non dovresti, e te lo si legge negli occhi ...
.Niccolò Ammaniti...❣️
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ceina · 3 months
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Il mio omaggio a #Outlander
Ho finito Outlander, non ne avrò più di nuovo fino a Novembre, oltretutto è finito su un cliffhanger devastante, e io in questo momento, in preda a una vera e propria sensazione di astinenza come mi era successa soltanto con qualche libro da giovane, vorrei potermi smemorizzare come un hard disk.
Invidio chiunque di voi là fuori, anime affini, che non l’abbia ancora visto.
Probabilmente non è pane per i denti di tutti - ad esempio per me la scintilla non è mai scattata con Game of Thrones, e nemmeno con quel freddissimo capolavoro di Boardwalk Empire, per citare alcune serie che scaldano il cuore dei più ma non il mio- ma se amerete Outlander come l’ho amato io in questo mese, in cui mi ha tenuta calda la sera prima di dormire, come avevano potuto fare soltanto i libri della mia infanzia, state per godervi una delle storie più appassionanti degli anni duemila.
Claire (pure il nome!), infermiera militare britannica reduce di guerra, abituata agli orrori dell’ultimo conflitto mondiale sui fronti orientali e africani e nelle retrovie del D-Day, nel 1945, mentre tutti festeggiano la vittoria, è già straniera in patria e nel suo stesso mondo interiore.
Irrequieta e vivacissima, intelligente e piena di bontà, ormai cambiata dal dolore e segretamente colpita da stress post traumatico che si manifesta soprattutto con i forti rumori, Claire non ha più confidenza con il marito Frank, anche lui militare britannico dopo tanta guerra e tanta lontananza.
I due decidono, per cercare di salvare il proprio matrimonio, di passare una “seconda luna di miele” in Scozia, in una vacanza nei pressi del borgo medievale di Inverness, sulle montagne del nord del paese, per tornare a riconoscersi.
Qui Claire, durante una passeggiata solitaria per raccogliere alcuni fiori, viene attratta come da una calamita da un antico cerchio di pietre su un colle, dove la notte precedente lei e suo marito, storico militare, avevano assistito a una danza di un gruppo di persone del luogo che avevano salutato l’alba con un rito druidico.
Claire non lo sa, ma è una “viaggiatrice”: la storia non lo spiega ma qualche rara persona, forse per un retaggio magico e soprannaturale, per qualche lascito genetico extraterrestre o fatto della stessa essenza della Scozia immortale, può entrare in una sorta di risonanza con certi cerchi di pietre che sono veri e propri portali verso il passato.
A Craigh na Dun, nel cerchio di pietre, Claire, ipnotizzata dal loro canto, che solo lei può sentire, si appoggia ad una di esse e improvvisamente viene catapultata indietro di 200 anni, nel bel mezzo delle guerre tra Inghilterra e Scozia per la successione confessionale del trono tra Stuart e Hannover (gli odierni Windsor).
Da questo inizio sorprendente parte un’avventura alla “Angelica” che attraversa quarant’anni di storia europea e americana, vista attraverso gli occhi puri di Claire, eroina indomita e indimenticabile, pronta ad attraversare tempo e spazio per restare fedele al suo cuore e a quella che è, sempre in dubbio se poter cambiare la storia che lei conosce, o lasciare che le cose (e il dolore che ne deriva) facciano il loro corso ineluttabile.
Outlander è una storia indefinibile, non bene inquadrabile e molto originale, nessuno aveva mai pensato di ambientare un’opera sostanzialmente di fantascienza classica (c’è tutto Herbert G.Wells) nell’ambito delle guerre continentali tra settecento e primi dell’Ottocento, rappresentate come in un romanzo storico più che in un romance di costume e in costume.
L’originalità è la pausa di vent’anni tra i due ritorni “al passato” con la protagonista che si laurea in medicina, diventa un abile chirurgo, cresce la figlia e vive sostanzialmente una vita dissociata (lei è *sempre* straniera, “outlander”, “sassenach”, ovunque e in qualsiasi tempo si trovi) nella Boston della Golden age del secondo dopoguerra, poi torna dal suo grande amore, il buio e violento, e insieme tenerissimo Highlander Jamie nel settecento, ma vent’anni dopo, ed entrambi hanno già qualche filo grigio tra i capelli.
Si tratta di una rivisitazione elegantissima del classico romanzo d’appendice, ma di una qualità stellare.
Con momenti anche di stanca (avrei evitato sia la storia del pirata nella quinta stagione sia quella dello stupro di gruppo, c’è qualche scena d’amore sessuale di troppo per i miei gusti, io sono per il vedo non vedo), ma anche momenti di poesia purissima - l’episodio dello schiavo nella piantagione americana salvato da Claire soltanto per poi doverlo poi consegnare, il vecchio crudele abbandonato nella cabina dalla sua moglie bambina; le prime stagioni (meravigliose) che vedono “in diretta” la fine di un mondo ancora quasi medievale come quello delle highlands, in cui si usavano ancora le spade seicentesche di Toledo, per forza di quelli (gli inglesi) che erano a tutti gli effetti degli oppressori, le scene di battaglia nel nuovo mondo e tutto il filone sulla rivoluzione americana, le scene caraibiche degne di Stevenson e i suoi tesori nascosti, le traversate degne di Patrick O’Brian se non di Conrad, il mistero delle pietre e il “rumore” che sentono soltanto “i viaggiatori”, il personaggio struggente di Lord John, capo militare inglese, nobilissimo e puro di cuore, che amerà e rispetterà Jamie per tutta la vita sapendo di non poterlo mai avere, la potenza della medicina del novecento che deve districarsi nel segreto tra le superstizioni del settecento (Claire, medico del novecento, rischierà più volte di finire al rogo come strega)… come sempre non è quello che si prende dall’immaginario collettivo ma è dove lo si porti, come dice Jodorowsky. E in questo Ronald Moore (Battlestar Galactica) e Toni Graphia (Dr.Quinn, Medicine Woman) sono maestri.
Elegantissimo pastiche (polpettone? Polpettone sia), Outlander per me resta una delle cose più belle di sempre, degna dei miei libri di bambina, e del ricordo della mia mamma che per prima me li ha messi in mano.
Anche solo per quanto questa storia straordinaria mi abbia fatto pensare a lei, ne è valsa davvero la pena.
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canesenzafissadimora · 11 months
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra. Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno, per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente. Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più. Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno, probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori. Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù... In fondo all'anima.
E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro...
Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno.
Smettiamo di amarci.
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Silvia Nelli
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papesatan · 10 months
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Je m'accuse
Ogniqualvolta si torna a discutere di donne abusate e uomini violenti, mi ritrovo a mettere in questione tutto il mio essere, fermo alla sbarra. Prendo in esame azioni e reazioni, ogni comportamento potenzialmente tossico mostrato nella mia vita. Inizio a pensare che forse è per questo che le mie ex sono scappate. Forse ci sono anch’io tra quei post che si leggono sui social, per qualcosa che non sono neanche cosciente d’aver fatto, il che è peggio. Quando la mia ragazza è sparita da un giorno all’altro senza alcun motivo, mi sono interrogato a lungo su quale potesse essere stata la mia colpa, in cosa le avessi mancato. Ho abusato psicologicamente di lei fino a farla scappare? “Una volta eliminato l’impossibile, ciò che rimane, per quanto improbabile, dev’essere la verità”. So bene di non essere un brav’uomo. Sono stato spesso sessista, maschilista, razzista, geloso e possessivo, tossico e perverso al limite della paranoia, e per quanto creda di essere maturato e migliorato non mi sento affatto migliore. C’è un sogno che mi rincorre ancora: un pulsante fine-del-mondo riluce fiammante sull’immensa scalinata d’un grande altare: premuto, farebbe svanire tutti gli uomini violenti o potenzialmente tali dalla faccia della Terra. La mia ex cerca di raggiungerlo, ma stremata, non ci riesce. La prendo in braccio, la porto su e premo il pulsante assieme a lei. Di colpo comincio a svanire, io con gli altri. Lei piange, si dispera, vorrebbe tornare indietro, l’accarezzo, riesco soltanto a dire: “Giusto così”. Mi dispiace, mi dispiace tanto, non me ne vogliate. Spero che nessuno si senta offeso. Ho già abbastanza colpe da scontare.
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Torna a casa | Thomas Raggi
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Pairing: Thomas Raggi x reader
Summary: Song that was promised to his one and only that he met on a lonely day in park in Italy.
Warning/s: smoking and heartbreak, possible grammar and spelling mistakes (English is my second language, I'm sorry)
Author's note: as promised, here is the one for our favorite boy
(E/C) - eye color
(H/C) - hair color
Cammino per la mia città ed il vento soffia forte
Mi son lasciato tutto indietro e il Sole all'orizzonte
Vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte
Ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse
Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine
Coi morsi di mille serpenti, fermo per le spire
Non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire
Con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire
Che questo è un viaggio che nessuno prima d'ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto
Cammineremo per 'sta strada e non sarò mai stanco
Fino a che il tempo porterà sui tuoi capelli il bianco
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Restiamo un po' di tempo ancora, tanto non c'è fretta
Che c'ho una frase scritta in testa ma non l'ho mai detta
Perché la vita, senza te, non può essere perfetta
It was silly, truly. How the two of you met.
You were still not quite used to Italy considering the fact that you moved there after just a few months. You were supposed to move for quite a short time anyways. One of your parents got a new job there for a year. After that year was up you were supposed to move back to your home country. You were walking along the park not far away from your new collage. It was fine, you were supposed to graduate this year.
Thomas was peacefully sitting on one of the benches, in the said park, as he played beautiful music with his guitar. It was truly peaceful. For now. The moment his eyes landed on you he knew that you were about to burn his normal days down. He continued to play, but he really wasn't focusing as much on his hand as he was before he saw you. Thomas quietly watched as you continued to walk around. Your school bag was slang over your shoulders, a bag that seemed to heavy now. Your eyeliner was slightly smudged under your hypnotic (E/C) eyes, but that was last of your worries. Thomas watched as your (H/C) hair was flying, somehow perfectly, behind your back. Your lips were so red that the darkest blood should be jealous.
You finally looked to your right and sat down on a wooden bench a few meters away from where Thomas was sitting still mindlessly playing some notes on his guitar. You took the bag off of your shoulder and ran your hands through your hair before you let out a small, quiet sigh. You learned against the bench and finally let yourself enjoy the slight spring breeze. God knows you deserved it. Thomas finally forced himself to look away from you. He was aware that your eyes were closed, but he was still afraid that you would somehow catch him staring at you and that you would walk away. So, instead of staring, he leaned his head down and continued to play.
As he began to play again, you felt yourself open your eyes. You looked around trying to locate where the music was coming from and after a while you finally found the sorce of it. You felt like your eyes were glued to Thomas the second that you saw him. His golden hair was falling slightly in front of his face as he was still struggling to find the right tone that was set in his magnificent mind. His gorgeous eyes were barely able to be seen, but you caught a glimpse of them and felt your breath leave your lungs before you could do anything to stop it from happening. You watched as his hands gripped the guitar's neck so tightly that his knuckles turned purely white. You saw the way his eyebrows frowned on his face as he tried to keep focus. You continued to curiously watch him try to find the right melodies for a while before he let the guitar go. He got himself a cigarette and lit it up. You could see some frustration as he lit the cigarette up, closing his gorgeous eyes in the process.
"It's not going very well, is it?" You asked him, smiling at him curiously. He lifted his head up in surprise and you swore that your heat stopped beating when his eyes tored into yours.
"It really isn't." Thomas laughed, nervously. He didn't expect you to speak to him. He thought that you wouldn't even notice him. He saw that you were in your own little world as he watched you sit down on that bench. He figured that you are too tired from school, at least you looked like you were, so he decided not to bother you. Besides, he didn't feel like he had courage to do so anyway.
"It's a shame, really." You gave him another smile as your eyes continued to linger on his handsome face. "I can tell that you are brilliant with the guitar, I just know it." You continued to spit compliments at him and he would like if he didn't feel himself get hot in his cheek area.
"Thank you." He shyly thanked you. "I just can't find any inspiration, seems like."
"Well you know what?" You spoke up again. "I'm new here in Italy. How about you play my tourist guide for a day and maybe you get some inspiration."
That's how it all started.
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che ho paura di sparire
Thomas enjoyed what was happening very much so. He continued to show you around Rome and he got to practice his English with you, because that was practically the only way for him to speak with you. As the two of you started to wonder the magnificent streets, you got to know each other better. Thomas told you that he's in a band with a girl named Victoria, and two guys Damiano and Ethan. He was the bands guitarist and he is currently working on a new song. You found that very interesting and exciting. Thomas found out that you moved here because of your parent's new temporary job and you go to college here, too. That news saddened him.
You weren't going to stay here for more than a year. You both knew that you guys just met, but there was something between you two. You felt it in the depth of your souls. You just knew that whatever was going on between the two of you, was something special. Something that, sadly, not a lot of people have. After that day, Thomas and you continued to go on relaxing walks through the random streets of Rome. You both enjoyed the sun on your skin and the slight breeze in your hair.
Anyone who walked on the same streets as you did could notice just how much in love the two of you were. Holding hands felt so natural that neither of you remember when exactly did you start doing it. Whenever Thomas arrived first for your walks he would hold his hand out for you to take and you did. It truly felt natural. Two people holding hands, laughing and smoking in the middle of the streets.
After a month, Thomas introduced you to Damiano, Victoria and Ethan. It was safe to say that they became like your family once they learned how good you are to Thomas. But they both knew what was coming. You leaving in a few months was unavoidable, it seems like. But neither Thomas nor you wanted to think about it just yet. You both just wanted to enjoy the other before the time runs out. And before you had to leave Italy. Thomas just wanted to stop time, to live in this moment until the end of times, maybe even longer. He didn't want to even imagine what it would be like. To not wait for your college classes to be over so the two of you could stroll around the lonely streets of Rome. To not feel the softness of your hand, of your blood-red lips. To not see your breathing smile. To not hear your melodic voice speaking the funniest jokes he has ever heard in his whole world. He was willing to give you his heart. He didn't care what you would do with hit. He didn't care if you broke it to billions of pieces and stepped on it or if you would cherish it like it was made out of the most fragile glass ever known to mankind. His heart didn't belong to him anymore. It belonged to you. And he wouldn't have it any other way.
Yet he knew very well what was going to happen. He didn't care. Thomas knew that he would kill thousands if he had to, just so he could see you smile at him like you did since he met you. He had it bad. He knew that, but he also knew that nothing can prepare nor prevent the heartbreak that was coming for him.
E il cielo piano piano qua diventa trasparente
Il Sole illumina le debolezze della gente
Una lacrima salata bagna la mia guancia mentre
Lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente
Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette
Voglio arrivare dove l'occhio umano si interrompe
Per imparare a perdonare tutte le mie colpe
Perché anche gli angeli, a volte, han paura della morte
Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta
Corriamo via da chi c'ha troppa sete di vendetta
Da questa Terra ferma perché ormai la sento stretta
Ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta
Unfortunately, Thomas wasn't a God. He didn't have power to stop time. Even if it was just to be with you. He was powerless at this moment and he hated it with burning passion.
As he watched you pack the last of your belongings in a suitcase he realized just how much he hated his luck, how much he hated this fate, how much he hated his life. He realized how much he hated himself for being so powerless at this moment as he wasn't able to do anything to stop this from happening.
"That's the last of it." You finally broke the everlasting silence that was practically choking the walls of your room.
Thomas kept quiet and you finally looked at him. You saw glistening water sparkling in his eyes that met yours. It took you just about five seconds before you broke down in each other's embrace. You felt his arms gripping onto you like you are going to dissappear from his arms, but in reality, Thomas was afraid that if he let's you go he is going to dissappear out of sorrow. You buried your face in the neck of his shirt as you realized that your tears were leaving the wet stain on it. Not that you cared about that fact. You only cared about the fact that you were going to leave his comforting and warm embrace and that you were also powerless to stop it from happening. After the two of you calmed down a bit, or at least as much as your mutual heartbreak let you, Thomas spoke up first.
"I don't want you to leave." He told you for the billionth time today and you felt yourself break all over again from the pain in his voice.
"I don't want to leave either." You continued to endlessly sob. "But I have no choice and it's killing me."
Suddenly, Thomas gently grabbed your face. He was treating you like the most fragile glass, like the wind that he can't get the hold of, like the sweetest coincidence that was slowly destroying him inside out.
"I finished my song." Thomas tried to give you a smile. But it turned into a sad grimace. Not that you blamed him in any way. "The melody and everything. It's finally finished."
"It is?" You gave him a watery laugh through your sobs as you wiped his face clean from his own tears.
"Yes. I did." He confirmed to you. "I wrote it about you."
"You what?" You were shocked to say the least. He wrote a song. About you.
"You are my muse, amore. You are my only inspiration."
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più
Prima di te ero solo un pazzo, ora lascia che ti racconti
Avevo una giacca sgualcita e portavo tagli sui polsi
Oggi mi sento benedetto e non trovo niente da aggiungere
Questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere
Ero in bilico tra l'essere vittima, essere giudice
Era un brivido che porta la luce dentro le tenebre
E ti libera da queste catene splendenti, lucide
Ed il dubbio o no, se fossero morti oppure rinascite
The weather was cloudy. It was dark and everything smelled like it was going to rain at every moment. Thomas felt like that was mocking him. Truly. He shifted his eyes away from the sky back to your eyes. They were prettier, anyways.
"So this is it I guess. Isn't it?" He felt himself say it without even realizing it. He watches your eyes fill with tears, mirroring his own, and he watched your lips trying to give him a smile.
"I'm afraid that it is, Tom." You said and he felt like someone just killed his entire world. But nobody did. You were standing in front of him, thankfully safe. "I swear to God Tom, I will kick your ass if you don't send me the recording of the song you wrote." He found himself laughing with you like a mad person in front of the airport even though he felt like he wanted to scream, cry and tear everything apart.
"I will, amore mio. I will. I promise." Your flight was once again announced and you knew that you had to go. Without another word you kissed him passionately. You leaned your foreheads against each other and stood like that for a few moments, your eyes still closed.
"Ti amo, Thomas."
"Ti amo, l (Y/N)."
And with that you tured around and left to catch your plane, your suitcase stumbling behind you. Thomas kept standing in the same spot until your plane left his eyesight. Once you were truly gone, far up in the sky he turned around to leave the airport. As he walked away he felt himself whispering "Marlena, torna a casa".
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più aspettare
Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire
Quindi Marlena torna a casa, che non voglio più sparire
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be-appy-71 · 1 year
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"Dedicato ....a tutte quelle donne inconsapevoli della loro "bellezza".
Sei bellissima....
Non hai bisogno che ci sia un uomo li' a ricordartelo.
Sei bellissima, da sola forse ancor di più. Sei bellissima anche se non hai un uomo che ti tolga il rossetto dalle labbra, anche se sei spettinata o struccata. Anche se vai di fretta e hai scordato qualcosa a casa.
Sei bellissima quando scendi di casa per andare a prenderti un gelato. Sei bellissima in pigiama e con i capelli scombinati, sei bellissima con gli occhi assonnati.
Sei bellissima quando hai fiumi di parole da cacciare e quando vuoi stare in silenzio. Sei bellissima quando ti emozioni per una frase, letta su un libro o su un muro.
Sei bellissima il sabato sera quando ti prepari, ti trucchi, indossi il vestito più bello che hai, spruzzi il tuo profumo preferito e poi esci anche se non hai nessuno ad aspettarti fuori dal portone, anche se non c'è nessuno a dirti che sei bellissima. Lo fai per star bene con te stessa. Ed è questa l'unica cosa che conta. Tu esci che poi farai innamorare il mondo.
Sei bellissima quando passeggi, da sola, con le cuffie nelle orecchie. E pensi. Immagini. Sogni. Ti proietti altrove. E si rispecchia tutto nei tuoi occhi. Sei bellissima e non lo sai. Sei bellissima e qualcuno in quel momento si sta innamorando di te.
Sei bellissima perchè sei una grande persona, perchè ami così tanto che quasi ti autodistruggi, perchè ti fai in quattro per tutti anche se poi indietro non torna niente..perchè, per te, l'importante è dare.
Sei bellissima perchè ci credi sempre, anche quando non dovresti,
e te lo si legge negli occhi...😘🌹
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"Ti prendo e ti porto via"NICCOLO' AMMANITI .
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curiositasmundi · 2 months
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L’escalation, la violenza e la vittoria palestinese
Continua la striscia di sangue in Medio Oriente e vedremo se dopo mesi di tentativi Netanyahu sarà riuscito a far scoppiare un conflitto regionale. Bombardare Beirut e Teheran per assassinare nemici politici è già guerra, quello che si attende è la guerra aperta. E cioè lo scontro diretto tra l’esercito israeliano ed Hezbollah ed eventualmente il coinvolgimento a distanza dell’Iran e la partecipazione dello Yemen, della Siria e addirittura della Turchia. Erdogan ha promesso di mandare truppe e questo renderebbe la resa dei conti regionale ancora più imprevedibile. Ed è proprio questo che l’ha scongiurata fino ad oggi. Se Netanyahu fosse sicuro di vincere avrebbe già attaccato da tempo, ma è invischiato a Gaza e affrontare i libanesi è tutt’altra storia soprattutto dopo dieci mesi di guerra. Ma la strage di bambini ha trafitto la censura finendo su tutti i giornali del mondo e non poteva certo rimanere impunita. E’ così che Netanyahu ha rispolverato un classico del suo repertorio, la ritorsione uccidendo nemici sul suolo altrui. Della serie, quello degli altri è terrorismo, quello di Israele sacrosanto diritto di una democrazia modello ad esistere e a difendersi. Pratiche che Israele persegue da anni con l’unico risultato di essere sempre più in pericolo e col Medioriente diventato una ciminiera. Eppure insistono imperterriti a scegliere la violenza. È questo che sconvolge. L’incapacità di rendersi conto della realtà dei fatti, di dove li ha portati e li sta portando la sottocultura della guerra. L’incapacità di riflettere e smetterla di ripetere gli stessi tragici errori, il farsi sopraffare dall’odio nell’illusione che prima o poi il nemico si plachi. Illusioni. La violenza genera altra violenza opposta. E il male fatto prima o poi torna sempre indietro. Sempre. Sono leggi della vita insegnate paradossalmente proprio dai profeti a cui dicono di ispirarsi certi fanatici politicanti. È proprio vero che i mali del mondo derivano dalla scarsa consapevolezza degli esseri umani. Più che cattiveria è che non sanno quello che fanno e dall’altra parte non trovano nessuno che li perdoni. Altro che strumentalizzazioni bibliche, questo Medio Oriente è una bestemmia quotidiana. Una terra che poteva essere al centro del mondo ed invece è stata ridotta ad un cumulo di macerie anche spirituali. Movimenti come Hamas sono nati come reazione alla violenta occupazione israeliana in Palestina e continueranno a nascere. Sono decenni che Israele assassina nemici politici e il risultato è sotto gli occhi di tutti, i suoi nemici non sono mai stati così tanti e così forti ed agguerriti. Al punto che mai come oggi risulta imprevedibile l’esito di una guerra aperta regionale. Ma in attesa di sviluppi ci sono già degli sconfitti, gli occidentali. A parte i paesi europei che non contano più nulla e son fermi a faziosità ed ipocrisie da secolo scorso, la ciminiera mediorientale è la conferma di come la disastrosa leadership americana sia al tramonto. Netanyahu ha umiliato Biden e tutto il Congresso, prima comprandoseli e poi costringendoli ad applaudire a genocidio in corso e con una richiesta di arresto per crimini di guerra sulle spalle. Dollari, armi e nient’altro. Anche i vincitori ci sono già e sono i palestinesi. Nonostante oltre settant’anni di persecuzione coloniale non si sono mai arresi e continuano a lottare eroicamente per ottenere libertà e giustizia. Decenni di oppressione, abusi ed apartheid finalmente certificati anche dall’ONU con molti paesi che si son mossi per riconoscere il loro stato. Quanto all’orrendo genocidio a Gaza, ha aperto gli occhi al mondo intero dopo decenni di manipolazioni propagandistiche di massa e s’intravedono spiragli di luce. Ma non è ancora finita, la striscia di sangue continua e si teme l’escalation regionale. Violenza che genera violenza in attesa che i potenti ricomincino ad ascoltare i profeti invece di sfruttarli per i propri deliri egoistici. Già, i mali del mondo derivano dalla scarsa consapevolezza degli esseri umani.
Tommaso Merlo
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eliophilia · 16 days
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Il sacro fuoco
Io nella vita voglio insegnare. Anzi sarebbe meglio dire “devo”, perché è una cosa che non ho mai voluto veramente, sono arrivata a 32 anni senza altre alternative, parlandoci chiaro, non ho il sacro fuoco dell’insegnamento, infatti, sono la vittima degli insegnanti che aspettano il posto fisso da 10 anni e sui social ci insultano “voi adesso ci rubate il posto mettendovi nelle nostre stesse graduatorie e bla bla bla”, amica io ho preso una laurea a 30 anni, alternative non ne ho, mi interessa qualcosa? No. Non posso fare altro? No. Ho fatto il classico, ho sempre avuta una formazione umanistica, devo lavorare e una volta capito questo, molto tardi, non ho intenzione di cambiare idea. Anzi, l’avessi saputo a 20 anni, come voi che possedete il sacro fuoco, per me sarebbe stato pure meglio, che vi credete? Laurea a 25 anni e vai col mambo, adesso sicuramente non starei in queste condizioni. Ho provato a divertirmi, ad iniziare il mio percorso nell’ambito turistico-artistico, è arrivato il covid, abbiamo fallito. Ho ricominciato. E adesso questo è. Se pure devo fare dieci anni nelle scuole private aspettando la graduatoria per il posto che dico io, io aspetto, ho aspettato tanto e aspetterò ancora, ormai sono in ritardo sulla tabella di marcia e indietro non si torna. 
E mi mangio il fegato quando non vengo valorizzata, quando da giugno mi sto sbattendo per cambiare scuola e per avere un posto decente e poi quando iniziamo a settembre vengo messa a fare la sporta del tarallaro a destra e manca come se fossi una bidella. Vengo messa di nuovo alle materne come quelle senza laurea, come quelle a cui piacciono i bambini!! Voglio fare la gavetta ma voglio anche non dovermi schiattare il fegato. L’anno scorso è già stato molto duro e quando mi ha richiamato la direttrice per tornare lì ho detto no, ora mi trovo, dopo neanche una settimana, a non stare bene nel nuovo posto di lavoro e col rimpianto di aver lasciato la scuola vecchia, che per quanto fosse un disastro, comunque era la “mia”, la conoscevo, sapevo chi erano gli alunni, sapevo che atteggiamento adottare con le direttrici, sapevo i miei spazi, sapevo dove andare a scaldare il pranzo, dove poggiare lo zaino la mattina e dove fare le fotocopie senza chiedere favori a nessuno. La scuola precedente era l’emblema della piccolezza, due classi piccole, una cucina, un bagno per i grandi misto a sgabuzzino, un bagno per i piccoli, ufficio con la fotocopiatrice, e basta, stop, fine. Né giardini, né giostre, né niente. Bambini pochi e tutti con un problema. Senza insegnanti di sostegno. Solo noi. Qui ora ci sono 6 classi di materne giù, 5 classi di elementari sopra, e la direttrice ancora non sa dove collocarmi e come se fossi un pacco mi fa stare la mattina sopra e il pomeriggio giù. Mi sento frustrata, per me avere un posto, anche se piccolo, avere una collocazione, è molto più importante che dirigere una classe. Non mi interessa avere la mia classe delle elementari, non mi interessa dover fare gli orari e dover stabilire i colloqui con le mamme, non mi interessa scrivere sui diari degli alunni cosa devono portare il giorno dopo. Io voglio anche solo dover controllare i quaderni negli zaini per vedere se hanno fatto i compiti e sapere che QUELLO è ciò che devo fare. Non mi sta bene non appartenere a nulla.  
Dopo il mese di luglio passata già all’insegna della frustrazione con la bidella che mi diceva di andare prima in una classe poi in un’altra, adesso mi ritrovo nella stessa identica situazione. Nonostante le premesse e i discorsi che avevo fatto con la direttrice a giugno. Ora è troppo tardi per fare altri colloqui perché le scuole sono già iniziate e sono nel panico. Quando scendo giù mi guardano male le maestre di giù, quando sto sopra mi guardano male le maestre di sopra, e lo sguardo dice sempre la stessa cosa: “Ma tu chi sei?” Ma chi cazzo siete voi. Ma vedete una che deve passare per lavorare e per vedere di non passare un guaio ogni volta che qualcuno apre bocca per non sputargli in faccia. 
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frammento · 2 years
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Emanuela si coprì il volto con le mani. Papà s’illudeva che la vita potesse ricominciare, intatta, a prezzo di un segreto, di una bugia; la vita va avanti, il passato s’accumula alle nostre spalle, gli atti, i gesti compiuti, formano un muro, fanno argine. Benché umiliata, svergognata, scacciata, era di questo che Emanuela spauriva. Di non poter mai fermarsi, mai tornare indietro, sia pure per rifare le stesse cose, come avrebbe fatto lei che non era né delusa né pentita perché non aveva mai sperato nulla: non aveva mai avuto la forza di sperarlo. Di non poter arrestare il fiume che trascina le ore, i mesi, gli anni; e, con essi, ci trascina alla foce.
Alba de Céspedes, Nessuno torna indietro
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ombranelvento · 1 month
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se non mi interessa più smetto di rispondere, se non mi sta bene qualcosa te lo urlo in faccia con gli interessi, se voglio fare una cosa la faccio anche se mi dici che è sbagliata, se mi manchi di rispetto ti cancello, se mi stressi ti blocco e ti elimino dalla mia vita, se mi hai fatto del male finisci sulla mia lista nera e da lì non si torna più indietro. mi dispiace ma ad essere buona ci ho solo rimesso, nessuno si è mai preoccupato per me, non si sono mai fatti problemi a farmi del male.
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chaosdancer · 6 months
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Mi dispiace molto per ciò che hai passato, sono colpito dalla profondità con cui hai scritto certi passaggi. Ora ti chiedo, come si risale? Come si torna ad avere una visione pulita e positiva della vita? Ma soprattutto, perché non ne sei uscito prima, nonostante tutto il male che vi siete fatti? Da come l’hai descritto sembra atroce, viste anche le tue condizioni…
Questa è la tipica domanda da un milione (almeno per me ahahahah). Non ho mai avuto nessuno che mi abbia offerto soluzioni e/o ricette "pronte", come tantissime altre cose nella vita del resto. Credo che ogni situazione, ogni persona, ogni "legame chimico" tra le persone sia unico ed irripetibile. Poi c'è anche da considerare il "quando" una cosa avviene. Col senno e la maggior maturità di adesso forse saprei stare alla larga da certe cose bloccandole sul nascere. Il "quando" è maturo oggi ma non lo era in passato. Insomma, non siamo mai realmente pronti al 100% nella vita, è tutto una grandissima incognita e questo è ciò che ho imparato dopo 24 anni e mezzo tra felicità e sofferenze (a partire dalla famiglia che per fortuna/sfortuna ho avuto, oggi la apprezzo nei suoi mille difetti, probabilmente non avrei la testa di adesso e che sarà sempre più matura con gli anni a venire).
Sto divagando.
Ho pensato tante volte a cose come: "e se ne fossi uscito prima?", "e se avessi ascoltato i miei amici e mia madre?". Col tempo ho capito che è inutile pensare ai vari "se" ma reagire direttamente davanti alla realtà delle cose, prendendo anche delle decisioni drastiche a volte (come una rottura). Io penso che le cose siano dovute andare come sono andate, né chiudendola prima, né chiudendola dopo, la "vita" ha voluto così (so che parlo molto da buddhista o credente dell'universo ma ti assicuro che non lo sono in senso lato ahaha)
E la cosa più buffa è che non sono nemmeno stato io ad uscirne. Lei mi ha scritto mentre ero ricoverato e dopo la dimissione le ho dato un'altra chance nonostante avessi TUTTI contro (psichiatri inclusi). Siamo durati per altri sei mesi circa e alla fine ha chiuso lei (dopo che era evidente che si stesse spegnendo il nostro "fuoco", ci credo, ero apatico ed ero ancora sotto abbondanti dosi di cinque psicofarmaci diversi). Insomma l'ha chiusa lei ed io ci sono rimasto male ma non come le nostre precedenti due rotture. Non ci sentiamo dal mese in cui abbiamo rotto e va benissimo così. Però questo è per dire che io ero talmente cieco al punto che ha dovuto chiuderla lei, altrimenti io ci sarei stato ancora. E lei ha chiuso definitivamente (cosa che avrei dovuto fare io dopo i primi tre mesi, non dopo due anni). Ma io, da bravo scemo (e da persona cieca, testarda, che non ascoltava nessuno in mezzo a quel vortice) sono andato contro a tutto e tutti, pure contro al mio evidente stato di salute mentale.
Questo discorso è per dire che anche il mio "quando" risalire non era una cosa per cui fossi esattamente pronto, soprattutto perché il "quando" l'ha scelto l'altra persona. È stata lei a farmi uscire, non sono io che sono uscito da quella situazione, sono stato obbligato a farlo
Io vorrei veramente aiutarti ma ogni situazione è a sé stante e le persone che ne fanno parte sono diverse, ognuno con le proprie storie e i propri trascorsi. Poi nemmeno cose come il gaslighting sono belle, anzi, ti distruggono nel tempo senza che nemmeno tu ne sia consapevole e inizi a diventare una persona che non sei. Io mi sono riguardato indietro e mi sono reso conto di essere stato una persona che non ero. Ma mentre succedeva non me ne sono neanche accorto. Ci ho fatto caso solo mesi dopo essere uscito da quel tornado.
Infine: la vita è bella e la positività sta ovunque. Tutte le cose che sto dicendo non sono successe in una settimana. Sia le cose brutte che quelle belle post rottura si sono create in tanto tempo. Secondo me bisogna partire dall'avere più positività possibile intorno (tra ambiente, amici, famiglia, relazioni...) per poi diventare tu quella fonte di positività per gli altri. E poi anche allenarti a vedere le cose belle e positive intorno a te aiuta (rimanendo anche un po' coi piedi per terra). A volte siamo fin troppo concentrati sulle brutture e storture della vita e perdiamo di vista il fatto che l'obiettivo finale è sentirsi realizzati ed essere felici. Ma per raggiungere questo bisogna anche uscire dalla propria comfort zone e dai nostri circoli viziosi malsani facendo qualche sacrificio (e a volte bisogna proprio andarsene da certe situazioni, certe persone e certi ambienti)
Scusa ma hai toccato un argomento molto ampio e io ne avrei ancora da dire, sono in modalità sintetica ahahah
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gonfiatalavena · 4 months
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Non siamo costretti a restare nella vita di nessuno e nessuno è costretto a restare nella nostra… Tuttavia, spesso, costringiamo noi stessi ad essere adeguamenti inauditi per non perdere qualcuno, per non sentire un vuoto o non vedere una porta chiudersi definitivamente. Ogni volta che ci obblighiamo a questo, dobbiamo essere consapevoli che abbandonando in un angolo ciò che eravamo, perdiamo un pezzo di noi stessi che non ritroveremo mai più. Ogni volta che accomodanti abbassiamo la testa per non perdere qualcuno, probabilmente stiamo perdendo i nostri lati migliori. Lati che muteranno definitivamente il nostro essere, fino giù… In fondo all'anima. E niente di ciò che cade a morire in fondo all'anima, torna mai indietro. Ricordiamocelo quando per troppo amore verso qualcuno, smettiamo di amarci. Silvia Nelli.
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tma-traduzioni · 7 months
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MAGP006 - Introduzioni
[Episodio precedente] [Indice TMAGP]
[Il microfono del decrepito computer dell’O.I.A.R. si accende nuovamente]
[qualcuno sta scrivendo lentamente al computer]
[Sam sbadiglia]
[Da vicino, Alice inizia a cantare, senza parole, una ninnananna]
SAM
Così non aiuti, Alice.
[sembra esausto]
ALICE
Scusa, da quando dovrei aiutarti?
SAM
Vado a prendermi un altro caffè.
ALICE
Hai considerato di bypassare la bocca e iniettarti i chicchi direttamente nelle vene?
SAM
(espira) Ottima idea. Perché non ci ho pensato io?
ALICE
Non hai abbastanza chicchi di caffè nel sangue.
SAM
Ovvio.
[Una pausa, continuano a scrivere]
ALICE
Seriamente, però, se i primi tre caffè non hanno funzionato, io non ne prenderei un altro. Altra caffeina non ti renderà più sveglio, ti darà solamente un tremolio e la nausea.
SAM
(sbadigliando di nuovo) Devo correre il rischio. Davvero non ce la faccio.
ALICE
Oh certo. Ignora la donna che ha lavorato di notte per quasi un decennio. Cosa ne saprà mai?
SAM
Allora cosa suggerisci?
ALICE
Tornare indietro nel tempo e comprare quelle tende oscuranti come ti avevo detto.
SAM
Lo so, lo so, è solo - già il sole lo vediamo poco a cose normali, mi sembra sbagliato cercare di bloccarlo del tutto.
ALICE
Oh, Sam. Il sole è il nemico! Governa il mondo della luce, ma noi che abitiamo nelle tenebre sentiamo solo la sua ira. (torna normale) Prendi le tende.
SAM
Già, forse.
ALICE
Oppure fatti licenziare per esserti addormentato alla scrivania. Decidi tu. (smette di scrivere) Per la cronaca, sapevi che fai questo rumore adorabile tipo “mlem” ogni volta che ti crolla la testa?
SAM
(ridacchia; con affetto:) Punisci davvero le persone che osano essere tue amiche, lo sai, vero?
ALICE
La mia giustizia è severa ma equa. Comunque, farai meglio a farti un pisolino. Devi essere vigile e pimpante quando conosci il nuovo arrivato.
SAM
Non sono io il nuovo arrivato?
ALICE
Pffft. Vorresti. Ormai non sei più una novità, Sam, praticamente sei un dinosauro. Sta per entrare un nuovonuovo arrivato. È tutto nell’email di Lena, che probabilmente avresti letto se fossi stato sveglio. 
SAM
Qualcun altro se ne va?
ALICE
Spero di no, ma questo lavoro ha un tasso di dimissioni piuttosto alto quindi Lena preferisce assumere un paio di rimpiazzi quando uno della vecchia guardia se ne va.
SAM
Cosa, e da per scontato che uno di loro non resisterà?
ALICE
Solitamente ha ragione. E in questo preciso momento, mio assonnato tesorino, non conviene scommettere su di te.
SAM
Che succede se entrambi ci troviamo bene qui?
ALICE
Allora tiriamo a sorte e uno di voi viene mangiato alla festa di Natale.
SAM
(Divertito) Beh, speriamo che questo novellino non sia troppo fibroso.
ALICE
Ooh, sei sul piede di guerra!
[Passi, Gwen rientra dalla saletta del personale]
SAM
Hey, Gwen, hai sentito che hanno assunto qualcun altro?
GWEN
(Senza entusiasmo) Yuppie-ye-yee.
SAM
Non anche te.
GWEN
Per insegnare a qualcuno serve molto tempo, e già così siamo notevolmente in ritardo.
SAM
Vero, ma una volta che ha imparato, sono un altro paio di mani che aiutano.
ALICE
Se resiste.
GWEN
Cosa che non succederà. (si siede) Ora, come stavo dicendo, notevolmente in ritardo.
SAM
…certo, scusa.
[Tutti tornano a scrivere in silenzio]
{Sam continua a sbadigliare}
[Improvvisamente il computer inizia a leggere un caso]
[Uno squillo di una telefonata, poi l’audio metallico dell’audio di un telefono:]
OPERATORE 1
Emergenze, quale servizio?
NEEDLES
Proprio una bellissima domanda.
OPERATORE 1
Polizia, ambulanza o pompieri?
NEEDLES
Beh nessuno è in fiamme, quindi probabilmente quelli possiamo escluderli. Anche se loro fanno i salvataggi, no. E questo poveretto adesso avrebbe decisamente bisogno di essere salvato.
OPERATORE 1
Signore, descriva la situazione così posso trasferirla alla giusta centralina.
NEEDLES
Aspetta, lo chiedo a lui.
[Il telefono viene mosso mentre l’operatore si muove]
[Sentiamo un uomo il cui respiro è affaticato e doloroso]
NEEDLES
(distante) Cosa pensiamo? Polizia o ambulanza?
VITTIMA
(agonizzante, a malapena riesce a parlare) …aiuto…
OPERATORE 1
Signore? Signore, siete in pericolo?
[Il telefono è allontanato dalla vittima]
NEEDLES
(di nuovo vicino) Devi perdonarlo, al momento è pieno di aghi, sai.
[Ridacchia]
OPERATORE 1
Signore, perfavore, può darmi la sua posizione?
NEEDLES
Oh, pensavo poteste vederla automaticamente?
OPERATORE 1
Non con i cellulari, quindi -
NEEDLES
Stupendo! Ho più tempo di quanto pensavo allora. In tal caso, allora noi altri faremo una chiacchierata e richiameremo quando avremo deciso il servizio!
[Ride di nuovo, una risata maniacale]
OPERATORE 1
Signore, non attacchi -
[Un urlo di dolore dalla vittima]
[Cade la linea]
[Squilla di nuovo con una seconda chiamata al 999]
OPERATORE 2
Emergenze, quale servizio?
NEEDLES
Ne abbiamo discusso, e optiamo per polizia. Risposta definitiva.
OPERATORE 2
La trasferisco immediatamente.
[La chiamata viene trasferita]
OPERATORE DELLA POLIZIA
Polizia, qual’è la vostra emergenza?
NEEDLES
Sì, salve Polizia! Ho un uomo qui e, beh - diciamo che è stato alquanto infilzato.
OPERATORE DELLA POLIZIA
È in pericolo?
NEEDLES
(Divertito) Io? No, cielo! Sospetto che lui all’inizio l’ha pensato, però. Da come si atteggiava e da come ha tirato fuori il suo coltellino.
OPERATORE DELLA POLIZIA
L’assalitore si trova sempre lì?
NEEDLES
Oh sì, decisamente. Anche se davvero non arriverei a chiamarlo assalitore. Infatti, sotto molti punti di vista alla fine è stato un gesto di affetto. Un abbraccio. …delle coccole, addirittura! Ha! Sì, chiamiamole coccole.
[Inizia a ridere da solo]
OPERATORE DELLA POLIZIA
È sicuro di stare bene? Il panico è normale in queste situazioni. Le è stato fatto del male?
NEEDLES
Certo che fa male, come potrebbe essere altrimenti? Ma ormai ho iniziato a prenderci gusto, nel dolore. Tutti questi forellini, pungenti e affilati…
OPERATORE DELLA POLIZIA
Deve restare con me. L’uomo, quello che hai detto che è stato accoltellato, è ancora lì?
NEEDLES
Dubito che andrà mai da qualche altra parte.
OPERATORE DELLA POLIZIA
… Sta respirando? Gli serve un’ambulanza?
NEEDLES
Assolutamente. Ma questa non è la vera domanda, no?
OPERATORE DELLA POLIZIA
Posso mandare un’ambulanza, ma mi serve la vostra posizione. Sa l’indirizzo? Sa dove vi trovate?
NEEDLES
So esattamente dove sono. Sono cresciuto qui, sai. Era un posto decente allora. Ci vivevano delle persone per bene, capisci? Non come adesso, adesso è un posto orribile. Non è sicuro girare di notte. Ne vado fiero, a dire il vero.
OPERATORE DELLA POLIZIA
(scandendo) Signore, mi serve un indirizzo o qualcosa di riconoscibile. Mi dica dove si trova.
NEEDLES
Oh beh adesso ci sono decisamente dei segni sul terreno, proprio come su di me. Ed è una sensazione così bella. Mi soddisfa in un modo che non avevo mai ritenuto possibile. Colma bene quel vuoto, quella voragine solitaria che abbiamo dentro. Non si tratta di sadismo o masochismo, li avevo già provati entrambi.
Credo che sia la paura. L’espressione dei loro occhi quando si rendono conto del loro errore - (si può sentire il suo ghigno) mi fa venire voglia di stringerli forte, quindi lo faccio.
OPERATORE DELLA POLIZIA
L’uomo ferito - è stato lei a pugnalarlo?
NEEDLES
Ah, beh, è una domanda difficile. In un certo senso? In un certo senso è stato lui a infilsarzi su di me. Quando ha visto gli aghi oramai eravamo già molto vicini. Abbastanza vicini che potevo sentire l’odore del suo sudore e del suo dopobarba scadente. Infatti ha a malapena avuto il tempo di avere paura prima che ci abbracciassimo. Adesso è terrorizzato, ovviamente… 
[lamenti della vittima in sottofondo]
OPERATORE DELLA POLIZIA
Devo trasferirla al mio supervisore.
NEEDLES
(improvvisamente veloce e con tono tagliente) Se lasci questa chiamata lo abbraccerò di nuovo e onestamente dubito che sopravviverà.
(di nuovo scherzoso) Sai cosa? Vorrei cambiare la mia risposta. L’ho infilzato io, sì. Di sicuro mi sono riposizionato per assicurarmi che ne avesse alcuni nel viso. Negli occhi. Conta questo (ride) Continua a toccarli come se potesse rimuovere tutto il metallo ma gliel’ho detto, finirà per farli andare più a fondo!
Non durerà troppo a lungo, grazie al cielo, sarà dissanguato a minuti, ormai. Ma nel frattempo, la paura che emana da lui mentre se ne sta sdraiato lì, sospeso tra la paura della morte e la paura di sopravvivere con quello che gli è capitato - è piuttosto divertente. E soffoca l’odore del dopobarba.
[Una pausa]
OPERATORE DELLA POLIZIA
(lentamente, scosso ma ancora in controllo) Mi dia l’indirizzo e rimanga dove si trova.
NEEDLES
Ti faccio paura? Signor Operatore.
OPERATORE DELLA POLIZIA
È per questo che hai chiamato? Per cercare di spaventare chi risponde?
NEEDLES
Diciamo per il dessert. Ma non hai paura, no? Disagio, disgusto, ma - niente di più. Per quale motivo? 
OPERATORE DELLA POLIZIA
Sarà che non mi fanno paura gli aghi.
NEEDLES
(improvvisamente furioso) Non ti fann– Questo non è un misero esame del sangue, qualche punturina di un aghetto, queste sono centinaia, migliaia di punte affilate come rasoi che si infilano nella tua carne. Stiamo parlando dell’abbraccio di una vergine di Norimberga, una straziante agonia causata da mille piccoli dolori.
OPERATORE DELLA POLIZIA
(lentamente, a voce alta) Signore, chiaramente non… sta bene. E credo che abbia ferito qualcuno che forse ha cercato di rapinarla, quindi se mi da la sua posizione posso mandare qualcuno ad aiutare. 
NEEDLES
Oh, capisco. Non mi credi.
Sì, suppongo abbia senso. In un certo senso è una cosa un po’ assurda, e la sensazione di lontananza del telefono non aiuta.
…Sì, più ci penso, più mi sembra ovvio che questa chiamata non mi avrebbe mai dato quello che cercavo. Mi chiedo, però, in quale centralina della polizia ti stai nascondendo! Hendon? Lambeth?
OPERATORE DELLA POLIZIA
Cosa prego?
NEEDLES
(a bassa voce) Lambeth, dunque, e sono sicuro di poter riconoscere la tua voce adesso.
[Pausa]
Ah, eccola. Ecco la paura. Non molto, solo una piccola puntura di un ago, ma alla fine l’abbiamo trovata, no?
OPERATORE DELLA POLIZIA
(con voce tremante) Ti sto trasferendo al mio supervisore.
NEEDLES
Allora vado. Non mi interessa parlargli, e tra l’altro, ci eravamo detti che se tu avessi lasciato la chiamata il mio amichetto avrebbe ricevuto un piccolo ultimo abbraccio prima che me ne vada.
Spero che ci parleremo di nuovo tra non molto, signor Operatore. Vediamo se riusciamo a trovare qualche altra piccola spaventosa puntura che possiamo esplorare insieme…
[La chiamata finisce con un click]
[Torniamo alla registrazione del computer dell’O.I.A.R.]
[Sam si lascia scappare un suono divertito per il caso]
SAM
Huh? Tutto qui?
GWEN
(non stava ascoltando) Tutto cosa?
SAM
Il caso. Finisce così.
ALICE
(non stava ascoltando nemmeno lei) Che tipo era?
SAM
Non lo hai sentito?
ALICE
A malapena sento i miei. Inizi a ignorarli dopo un po’.
SAM
(suono divertito) Erano un paio di chiamate di emergenza.
ALICE
Oh, sì, quelle non hanno mai una conclusione. Potresti ricevere il rapporto del medico legale se al corpo è successo qualcosa di strano, ma è piuttosto raro. (divertita) Perché, ti stava piacendo?
SAM
Non è che arriverei a tanto.
ALICE
Beh, chi lo sa, forse sarai fortunato e ucciderà di nuovo. Che cosa era?
SAM
Tipo… un tizio fatto di aghi, credo?
ALICE
Aghi? Dovrebbe fare paura? Lavoro qui da così tanto che ormai non saprei dire.
GWEN
Forse se hai paura degli aghi?
SAM
Per dirla tutta, sembrava essere… un argomento delicato per lui.
ALICE
Huh.
[Passi, entra Lena]
LENA
Buonasera a tutti.
ALICE
Lena! Un uccellino mi ha detto che la nuova leva entrava oggi.
LENA
Perfavore evita di chiamarmi un “uccellino,” Alice.
ALICE
Uccellone, allora. Dunque, dov’è la carne fresca?
LENA
Si sta preparando una tazza di caffè nella sala del personale. Si chiama Celia, e confido che la farete sentire benvenuta.
GWEN
Di sicuro ci proveremo.
[Passi, entra Celia]
CELIA
(con un boccone di ciambelle in bocca) Lena, queste ciambelline sono fantastiche! Dove le ha prese?
LENA
Celia, questi sono i tuoi colleghi.
CELIA
Oh, cielo, certo, scusate! (ingolla) Ciao a tutti!
SAM
Non c’è problema, dopo le ciambelline siamo un po’ una delusione.
ALICE
A Lena piace tirarle fuori quando qualcuno di nuovo si unisce alla nostra famigliola.
LENA
Solo mi raccomando, mangiatele sul posto. Adesso vi lascio così fate conoscenza, io devo finire l’iter burocratico per l’assunzione. Alice, più tardi stasera parleremo del training. Celia, vieni nel mio ufficio quando hai finito qui, ci sono ancora dei fogli da firmare.
CELIA
Certamente.
[Passi di Lena che si allontana]
CELIA
Quindi, sì! Non ho mai lavorato in un posto con delle ciambelline prima d’ora!
ALICE
Fossi in te non sarei così entusiasta. Probabilmente sono avanzate da quando è arrivato Sam.
SAM
Beh, a me sono piaciute.
CELIA
Tu sei Sam, dunque?
SAM
Sì. Anche io sono appena entrato.
CELIA
Fantastico! A dire il vero, posso farti una domanda? Il tuo colloquio…
SAM
Oh mio dio, sì, suuuuper strano, vero?
CELIA
Grazie! Ero seduta lì tipo  “cooooosa?”
ALICE
Entrambi dovreste essere orgogliosi. Lena prova a convincervi di non accettare solo se in primis crede che valga la pena parlare con voi.
CELIA
Sì? È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho fatto un colloquio, ma quello è stato…
[Espira]
ALICE
Sì, prima aveva un vero e proprio problema con le dimissioni, le persone accettavano il lavoro e se ne andavano dopo un paio di settimane, quindi ha cambiato lo stile dei suoi colloqui per essere sicura di prendere solo persone che sono…
SAM
Adatte!
ALICE
Disperate.
CELIA
(Allegra) E io sono entrambe le cose, il sistema funziona! Tra l’altro, mi sa che non ho sentito il tuo nome.
ALICE
Alice. Sono la detenuta più senior qua sotto, quindi fammi sapere se hai delle domande: dove si trovano i bagni? Ci sono dei coltelli affilati? Come faccio a far finire gli incubi?
[Celia ridacchia]
ALICE
Qualsiasi cosa. E quella chiacchierona nell’angolo è Gwen. 
GWEN
Scusa, Celia, giusto? È un piacere conoscerti, spero che qui ti troverai bene. Adesso, se mi scusi, ho molto lavoro da sbrigare.
[Torna a scrivere]
CELIA
(imperturbata) Certo, non ti preoccupare. Sarò sincera, pensavo ci sarebbero state molte più persone a lavorare qui, viste le dimensioni del palazzo?
SAM
Sì, no, siamo, um…
ALICE
Ottimizzati?
SAM
Ottimizzati! Certo. Oh, c’è anche un informatico, anche se è meglio se lo eviti… finché non ti sei ambientata.
[Alice ridacchia da sola, ricordando lo scherzo che ha fatto a Sam]
SAM
Ma principalmente siamo solo noi.
CELIA
Quattro strambi in uno scantinato che leggono storie spaventose. Lavoro dei sogni.
[Sam ride]
ALICE
Se lo dici tu.
SAM
Per la cronaca, alcuni casi sono… Non sono letture divertenti.
CELIA
Apprezzo la preoccupazione, ma sono certa che non saranno un problema. Di questi tempi non mi spavento così facilmente.
ALICE
Sì, hai lo sguardo da killer incallita.
CELIA
Cavolo, e io che pensavo di averlo nascosto dietro un’attitudine dolce e allegra!
[Sam ride]
CELIA
In ogni caso, meglio che vada da Lena. È stato bello conoscervi!
SAM
(ad alta voce) Anche te!
[Passi di Celia che se ne va]
SAM
(felice) Sembra simpatica!
ALICE
(pensando) Già…
GWEN
Non affezionatevi.
ALICE
Nemmeno per sogno.
[Adesso stiamo ascoltando dalla CCTV della saletta del personale]
[La macchina del caffè è in funzione, sam sospira]
[Passi, Alice entra Celia]
ALICE
E abbiamo raggiunto il pezzo forte del nostro tour. La saletta del personale!
CELIA
Mmmm! È – proprio una vista pazzesca.
ALICE
Posso capire che sei stupita dalla sua magnificenza, ma devo avvertirti che le fotografie con flash possono spaventare la fauna locale.
SAM
(ridacchia) La “fauna locale” si sta solo preparando un altro caffè, ne volete un po’?
ALICE
(tagliente) Nonostante i miei avvertimenti.
SAM
Va bene. Io sto bene. Mi sto solo ancora abituando ai turni di notte, tutto qui.
CELIA
Ah. Neanche io sono entusiasta per quell’aspetto del lavoro.
SAM
Alice ha già provato a venderti le sue tende di seconda mano?
ALICE
Alice non è ancora arrivata alla sezione consigli del tour, ma era la prossima nella scaletta.
SAM
Scura che non posso offrirti nulla, Celia? Del tè, forse? Credo che ci sia della vetusta cioccolata calda da qualche parte, nascosta dietro la scorta ‘segreta’ di biscotti di Alice.
ALICE
(gasp) Sapevo che eri tu, piccolo ladruncolo!
CELIA
Grazie, ma per adesso sono apposto, Sam, davvero. Magari più tardi?
SAM
Ma certo.
CELIA
Posso tornare di là, Alice? Colin aveva detto che la mia postazione sarebbe stata pronta adesso.
ALICE
Vai pure. Sarò lì tra un minuto per aiutarti con i tuoi primi casi.
CELIA
Perfetto. (ad alta voce) A presto, Sam!
[Passi di Celia che se ne va]
[Una pausa]
[Alice espira]
ALICE
Wow.
SAM
Cosa?
ALICE
Wow.
SAM
E adesso che ti prende?
ALICE
(con un ghigno) Sei proprio cotto, figliolo!
SAM
Oh per amor del cielo, Alice.
ALICE
“Credo ci sia della vecchia cioccolata calda”? Perché non ti fai tatuare il suo nome sul culo, già che ci sei?
SAM
Sei ridicola -
ALICE
“Ti andrebbe del tè, Celia? Caffè, magari? Il mio cuore, strappato dal petto e disposto su un centrino?”
SAM
(a bassa voce) Cosa?
ALICE
“Ti prego, Celia, tagliami la lingua così posso sempre essere lì per leccarti i francobolli!”
SAM
(divertito) Okay, uno, questo posto ti sta rendendo davvero macabra. Due, se sapessi qualcosa di francobolli sapresti che le tirature moderne sono autoadesive quindi - 
ALICE
Tra l’altro, come fai a sapere dove nascondo i miei biscotti.
SAM
È letteralmente lo stesso punto che usavi quando studiavamo - in fondo allo scaffale più alto nel mobile in alto a sinistra. Dove pensi che le persone non riescono a vederli perché non sono alte abbastanza.
ALICE
…Touché. Ma dovresti essere molto cauto nel condividere tale sapere. I Choco Liebnitz sono troppo potenti per un comune palato.
SAM
Se lo dici tu. Comunque, devo tornare a -
ALICE
Perderti negli occhi della tua amata?
[Pausa]
SAM
Avrei una risposta incredibilmente brillante se non fossi così totalmente distrutto.
ALICE
Awwww! Lo so, tesorino. Lo so.
[Traduzione di: Victoria]
[Prossimo episodio]
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Leggetela tutta con calma
“Ricordatevi che uno strato di polvere protegge i mobili...
Una casa è più bella se si può scrivere "ti amo" sulla polvere sul mobilio.
Io lavoravo 8 ore ogni fine settimana per rendere tutto perfetto, "nel caso venisse qualcuno".
Alla fine ho capito che "non veniva nessuno",
perché tutti vivevano la loro vita passandosela bene !!
Ora, se viene qualcuno, non ho bisogno di spiegare in che condizione è la casa: sono più interessati ad ascoltare le cose interessanti che ho fatto per vivere la mia vita.
Caso mai non te ne fossi accorta... la vita è breve, goditela!
Fa pulizia, se è necessario...
Ma sarebbe meglio dipingere un quadro, scrivere una lettera, preparare un dolce, seminare una pianta, oppure pensare alla differenza tra i verbi "volere" e "dovere".
Fa pulizia, se è necessario, ma il tempo è poco...
Ci sono tante spiagge e mari per nuotare, monti da scalare, fiumi da navigare, una birretta da bere, musica da ascoltare, libri da leggere, amici da amare e la vita da vivere.
Fa' pulizia, se è necessario, ma...
C'è il mondo là fuori: il sole sulla faccia, il vento nei capelli, la neve che cade, uno scroscio di pioggia...
Questo giorno non torna indietro...
Fa pulizia, se è necessario, ma...
Ricorda che la vecchiaia arriverà e non sarà più come adesso...
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