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#peccato veniale
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Le virtù cardinali: la prudenza
Delle quattro virtù cardinali, la prudenza è la virtù regina, perché permette a un’azione di essere perfetta, raggiungendo un fine buono, con mezzi buoni. I vizi opposti alla prudenza: imprudenza, negligenza, falsa prudenza. Continue reading Le virtù cardinali: la prudenza
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istitutofemminile · 1 year
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Peccato veniale 1974
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gatutor · 1 year
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Alessandro Momo-Laura Antonelli "Me gusta mi cuñada" (Peccato veniale) 1974, de Salvatore Samperi.
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Fumare è kosher?
In verità, il fumo, di qualsiasi tipo, non è concesso dalla Torah. Le sigarette sono un peccato veniale. La marijuana e le altre droghe, sono peccati mortali perchè dannose per l'organismo e per lo spirito.
Per chi proprio non ce la fa a smettere, si possono usare quelle senza combustione perchè sono meno nocive per l'organismo.
Anche quelle elettroniche si possono usare ma bisogna fare attenzione alla qualità del liquido in quanto possono contenere una alta percentuale di metalli pesanti.
Le sigarette classiche le escluderei.
😀
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wdonnait · 2 months
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Bestemmiare è peccato mortale. Ecco le gravi conseguenze:
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/bestemmiare-e-peccato-mortale-ecco-le-gravi-conseguenze/117399?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117399
Bestemmiare è peccato mortale. Ecco le gravi conseguenze:
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Nella dottrina cristiana, è essenziale comprendere la distinzione tra “peccato mortale” e “peccato veniale”, termini che delineano rispettivamente una rottura grave e una lieve del legame di amicizia con Dio. Analogamente alle relazioni umane, dove un grave torto può distruggere un’amicizia, così i peccati mortali infrangono il nostro rapporto con il Divino, mentre i peccati veniali lo danneggiano senza però reciderlo completamente.
La narrazione cristiana insegna che, nonostante la gravità del peccato, l’amore incondizionato di Dio resta immutato. Questo viene esemplificato dalla morte di Cristo per i peccatori, come testimoniato nella Lettera ai Romani, che afferma come Dio dimostri il suo amore verso noi morendo per i nostri peccati, garantendoci la salvezza e invitandoci a una riconciliazione continua.
Bestemmiare : quanto è grave?
Questa visione dell’amore misericordioso di Dio non diminuisce la nostra responsabilità morale ma rafforza la consapevolezza della libertà umana di accettare o rifiutare questo dono divino. Il rifiuto si manifesta nel peccato, che può compromettere il legame con Dio. Inoltre, esiste una varietà e una gerarchia tra i peccati mortali, riflessa emblematicamente nella Divina Commedia di Dante, che illustra la complessità del concetto di peccato attraverso i diversi livelli di inferno.
Riflettendo sulla gerarchia dei peccati, è fondamentale considerare la gravità delle azioni basandosi sulla loro irreversibilità e impatto sulle persone. Ad esempio, un blasfemo può redimersi e diventare testimone di conversione, mentre un omicida, sebbene possa trovare il perdono divino, non può annullare le conseguenze irreversibili dei suoi atti. Questo sottolinea la sacralità della vita umana, un valore fondamentale per la Chiesa, e indica che i peccati contro la persona sono gravemente più significativi rispetto a quelli contro le cose.
In definitiva, la sfida spirituale non sta nel ponderare la severità delle punizioni divine, ma nel riconoscere che, attraverso le nostre scelte libere, possiamo compiere azioni che alterano irreparabilmente la nostra esistenza e quella degli altri, evidenziando l’importanza di vivere in armonia con gli insegnamenti divini per preservare il benessere comune.
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Caro Padre Angelo,  Grazie per questo Suo Sacro Servizio, da tempo ho bisogno di capire come l'espiazione in terra per i propri peccati può essere abbreviata e soprattutto quando c'è un sincero e addolorato pentimento con relativa Confessione per gli errori fatti in passato e non con piena avvertenza o totale consapevolezza. I In sostanza ci sono pratiche sentite di preghiera (lacrime di pentimento) o opere che abbreviato la dovuta espiazione in terra? E Il desiderio continuo di lasciare questa vita terrena e Vedere Dio può considerarsi espiazione o cosa?... Grazie per la sua attesa risposta Gesù e Maria la Benedicano copiosamente. Adveniat Regnuum Tuum  Caterina Risposta del sacerdote Cara Caterina,  1. come tutte le azioni di Cristo hanno avuto carattere espiatorio e meritorio così avviene anche per noi che siamo innestati in Cristo con il battesimo. Tutte le nostre azioni compiute in grazia di Dio, e cioè nella carità e in maniera retta, sono nello stesso tempo espiatorie e meritorie. 2. Il problema nasce dal fatto che anche le nostre azioni compiute in grazia di Dio non sono sempre perfette. Ci sono tante piccole miserie che inquinano. 3. Per questo sentiamo il bisogno di abbandonarci alla divina misericordia che tutto purifica. Questo abbandono deve essere reale, perché solo così diventa efficace. 4. Allora il primo mezzo che il Signore stesso ci ha dato per espiare i nostri peccati è il santo sacrificio della Messa. Durante tale celebrazione il Signore si rende presente sull'altare con il suo sacrificio espiatorio. È tutto desideroso di donarci i suoi meriti espiatori. Nulla vale quanto la partecipazione quotidiana della Santa Messa per la nostra santificazione e per la nostra purificazione. 5. Dopo il sacrificio della Messa per espiare sempre più a fondo i nostri peccati il Signore ci ha dato il sacramento della penitenza, la confessione. È il sacramento della guarigione cristiana. Giovanni Paolo II in Reconciliatio et paenitentia dice che le penitenze imposte dal sacerdote confessore "ricordano anche che dopo l’assoluzione rimane nel cristiano una zona d’ombra, dovuta alle ferite del peccato, all’imperfezione dell’amore nel pentimento, all’indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato, che bisogna sempre combattere con la mortificazione e la penitenza. Tale è il significato dell’umile, ma sincera soddisfazione” (RP 31,III). 6. Abbiamo inoltre le indulgenze, soprattutto quelle plenarie, che raggiungono il loro effetto solo se da parte nostra c'è il distacco assoluto da ogni peccato, anche veniale. 7. All'espiazione dei nostri peccati giovano anche alcune preghiere, come i sette salmi penitenziali. Non si richiedono lacrime particolari. Più che il dolore sensibile, che non può essere procurato semplicemente con un comando della nostra volontà, è necessario il dolore spirituale, che porta alla detestazione dei peccati commessi col proposito di non farli mai più. Tra le varie preghiere giova pure il Santo Rosario detto proprio con questa precisa intenzione: per espiare i propri peccati. Infatti come può essere detto anche in suffragio dei defunti, così può essere recitato in espiazione dei nostri peccati. 8. Infine giovano le elemosine. La Sacra Scrittura dice che “come l’acqua spegne il fuoco, così l’elemosina espia i peccati” (Sir 3,29). 9. Non so se il desiderio continuo di lasciare questa terra e di vedere Dio possa essere espiatorio dei peccati. So invece che la Chiesa presenta una preghiera che il sacerdote può recitare prima della celebrazione della Messa: “Il Signore onnipotente e misericordioso ci conceda la gioia e la pace, l’emendazione della vita, il tempo per una vera penitenza, la grazia e la consolazione dello Spirito Santo, la perseveranza nelle buone opere”. 10. Il desiderio di vedere Dio può rientrare tra quelle buone azioni che sono nello stesso tempo espiator
ie e meritorie. Ma soprattutto giova la conformità della nostra vita alla volontà di Dio soprattutto quando siamo chiamati a vivere i misteri dolorosi della nostra esistenza. Contraccambiando il graditissimo augurio, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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IL "PERDONO DEL CARMINE" La Santa Chiesa Cattolica concede l'indulgenza plenaria, applicabile per sè o per le anime dei defunti, alle solite condizioni al fedele che, dal mezzogiorno del 15 alla mezzanotte del 16 luglio, nella solennità della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, visita una chiesa o un oratorio pubblico dell'Ordine Carmelitano. CONDIZIONI: 1. Essere battezzato e non scomunicato; 2. Avere l'intenzione di ottenere l'indulgenza; 3. Conversione del cuore ed esclusione di qualsiasi affetto dal peccato, anche veniale; 4. Confessione sacramentale individuale; 5. Partecipare alla S. Messa e Comunione eucaristica; 6. Dal mezzogiorno del 15 a tutto il 16 luglio visita di una chiesa o di un oratorio carmelitano e, durante la visita, rinnova la professione di fede, mediante la recita del Credo (per riaffermare la propria identità cristiana), recita del Padre nostro (per riaffermare la propria identità di figli di Dio, ricevuta nel battesimo); prega secondo l'intenzione del Papa (Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altra preghiera), per riaffermare la propria appartenenza alla Chiesa, il cui fondamento e centro visibile di unità è il Romano Pontefice. ********************************************* N. 1 - L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa e che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi. N. 2 - L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. N. 3 - Ogni fedele può lucrare per se stesso le indulgenze sia parziali che plenarie o applicarle ai defunti a modo di suffragio. Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Arte - Storia - Cultura Fede e Devozione Popolare #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CgE1a_dMS26/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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jonny-white · 2 years
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Hear snatches of Fred Bongusto’s soundtrack for the film ‘Peccato Veniale’ (Rifi Records, RDZ-ST 14235, Italy, 1974).
Well, you know, if it’s Italian, goes ‘la-dee-da-dee-da’, ‘wah-wah’, has a touch of sleazy sax, grooves lightly and can avoid too much irritating up-tempo bum-pinching music, I’m generally there. So, here I am with Fred Bongusto. How can we not love a man with a name like that?
The film, we can probably say, is harder to love. It’s here for free and has a scant entry on Italian Wikipedia where it’s described as a ‘commedia erotico’. Sadly, my Italian isn’t up to much so I’m none the wiser and will have to live in blissful ignorance.
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der-papero · 4 years
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Quarantene
Non so cosa mi fa più paura:
Il possibile isolamento imposto dal governo tedesco per via del virus
L’attuale isolamento impostomi da @micasulserio per non aver mai visto Blade Runner
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tina-aumont · 2 years
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Tina Aumont's filmography published at Ciné Girl, Fench cinema magazine from the late 1970s.
It is curious to find in 1973 a film called "Peccato Veniale" directed by Salvatore Samperi and it's also listed "Malizia", so this is not the same film, I would like to know if Tina really participated in it and if this film was even screened in some cinemas.
And in 1969 is listed a film without any known title but about the painter Mario Schifano. I'll have to look for it.
If someone finds something, please let me know!! :D
Thank you!!
Eleni xx
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Le virtù cardinali: la giustizia
L’uomo giusto è colui che ha «la volontà costante e perenne di dare a ciascuno il suo» (S. Tommaso). Questo «suo» si fonda sulla creazione, che è un atto di puro amore di Dio. Le ideologie, togliendo di mezzo il Creatore, sono la premessa di ogni ingiustizia. Continue reading Le virtù cardinali: la giustizia
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istitutofemminile · 1 year
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Peccato veniale 1974
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gatutor · 2 years
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Alessandro Momo-Laura Antonelli "Me gusta mi cuñada" (Peccato veniale) 1974, de Salvatore Samperi.
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Un peccato veniale. Insomma era in centimetri!!!!😂😂😂😂😂
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sciatu · 3 years
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SICILIA STREET FOOD
“ Ora – si disse – che cosa è un tradimento?” Guardò la vetrina della rosticceria respirando l’odore dei rustici e degli arancini appena fritti. “E’ solo una parola grossa quando si vuole avere una semplice distrazione, una semplice momentanea variazione per poi tornare di nuovo all’usuale monotona vita? Non c’è bisogno di usare paroloni come: Tradimento!” si disse guardando il garzone della rosticceria con le sue braccia muscolose tatuate “E’ tradimento quando si continua, quando si lascia una strada per un'altra per sempre, non solo così, per un momentaneo interesse. Basta che non si sappia! Perché è questo quello che poi fa diventare un peccatuccio veniale un enorme peccato mortale. Basta che non si sappia e che non se ne parli più. Se non se ne parla il peccato non c’è perché nessuno lo sa. La vita non è in bianco e nero, buono o cattivo! Ha mille colori, mille sfumature, mille sensazioni diverse. Come fai a dire quelle sono giuste e quelle altre no. Ma se si mettono tutti a dire, parlare commentare allora tutti diventano giudici. Tutti devono dire la loro e tu, che volevi una semplice distrazione ecco che diventi un’assassina, una rovina famiglia.” Alzo gli occhi dalla vetrina e si guardò intorno e quando ritornò alla vetrina incontrò lo sguardo del garzone che le sorrise. Lei rispose con un sorriso nervoso e si mise a posto una ciocca nascosta.” E’ inutile aspettare, rimandare. Uno fa peccato perché ha una necessità, un bisogno che un altro non capirebbe. Se lo dicessi a lui, tutto sempre perfettino che in dieci anni di matrimonio, vuole sempre e poi sempre le stesse cose a pranzo, a cena, a letto e dovunque andiamo mai una fantasia diversa, qualcosa di nuovo e di stimolante. Sempre le stesse cose, senza fantasia, senza creatività. Una donna deve essere stimolata, sedotta, ma lui…. niente. Non puoi mangiare sempre la stessa minestra! Dico io, ci sono i panini alla disgraziata, una pizza, un pitone, due cazzilli, una panella. Insomma un po' di creatività per ravvivare un rapporto, ritrovare un interesse. Invece no, niente! Allora mi devo arrangiare da sola. Devo fare io. Basta: lo faccio! Non posso non farlo, ne ho bisogno”. Entrò decisa nella rosticceria e si avvicinò sorridendo maliziosa al garzone. Lui la guardò con aria complice, e sottovoce chiese “Signora, allora, lo facciamo questo peccato…” Lei non ebbe il coraggio di rispondere e gli fece di si con la testa. “Veloce il garzone prese un foglio di carta gialla e vi mise dentro un arancino tondo “Tenga signora è caldo caldo ! il ragù dentro è buonissimo, l’ha fatto mia moglie. A suo marito non glielo diciamo che ci siamo distratti un po' per la dieta”. Lei prese l’arancino con avidità e lo nascose in petto. Pagò velocemente e uscì per strada. Fatti pochi passi si nascose in un angolo di un caseggiato e aperta la carta gialla diede un grosso morso e chiudendo gli occhi se lo gustò. Era buonissimo!. Come tutti gli altri tradimenti che aveva fatto da quando aveva iniziato la dieta, era buonissimo!
"Now - she told herself - what is a betrayal?" She looked at the window of the rotisserie, breathing in the smell of the rustic and freshly fried arancini. "Is it just a big word when you want to have a simple distraction, a simple momentary variation and then go back to the usual monotonous life again? There is no need to use big words like: Betrayal! " she said to herself looking at the rotisserie boy with his muscular tattooed arms "It's betrayal when you continue, when you leave one road for another forever, not just like this, for a momentary interest. Just don't know! Because this is what then turns a venial sin into a huge mortal sin. Just don't know and don't talk about it anymore. If it is not spoken of, there is no sin because no one knows. Life is not black and white, good or bad! It has a thousand colors, a thousand shades, a thousand different sensations. How do you say those are right and the others aren't. But if everyone starts saying, talking, commenting, then everyone becomes a judge. Everyone must have their say and you, who wanted a simple distraction, here you become a killer, a ruin of the family. " She looked up from the window and she looked around her and when she returned to the window she met the gaze of the boy who smiled at her. She replied with a nervous smile and tidied up a hidden lock. " It is useless to wait, to postpone. One is sinful because he has a need, a need that another would not understand. If I told him, everything is always perfect that in ten years of marriage, he always and then always wants the same things at lunch, dinner, bed and wherever we go, a different fantasy, something new and stimulating. Always the same things, without imagination, without creativity. A woman has to be stimulated, seduced, but he…. nothing. You can't always eat the same soup! I say, there are panini alla disgraziata, a pizza, a python, two cazzilli, a panella. In short, a little creativity to revive a relationship, rediscover an interest. But no, nothing! Then I have to fend for myself. I have to do it. Enough: I do it! I can't not do it, I need it ”. She entered the rotisserie with determination and approached the boy with a mischievous smile. He looked at her with an accomplice air, and in a whisper of her asked "Madam, then, we do this sin ..." She did not have the courage to answer and nodded to him. "Quickly the boy took a sheet of yellow paper and put a round arancino in it " Keep in mind it's hot hot! the meat sauce inside is very good, my wife made it. We don't tell to your husband that we got a little distracted by the diet ”. She greedily took the arancino and hid it in her chest. She paid quickly and went out into the street. After a few steps she hid in a corner of a building and opened the yellow paper she took a big bite and closing her eyes she tasted it. It is delicious!. Like all the other cheating she'd done since she started the diet, delicious!
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Caro Padre Angelo, spero Lei stia vivendo con serenità l'inizio di questo mese dedicato a Maria. Le scrivo per chiederLe qualche chiarimento in merito al grado di peccaminosità di un'azione in rapporto alla distinzione tra atto direttamente contrario alla carità e atto contrario alla carità nell'ordine dei mezzi. Dopo aver analizzato la peccaminosità attribuita dalla Morale in alcuni tipi di peccati, mi è parso di cogliere che un peccato possa essere grave solo se contrario alla carità in modo diretto e non nell'ordine dei mezzi. Infatti, prendendo ad esempio il caso della bugia, la quale a prescindere dai suoi effetti è sempre contraria al proprio fine (e quindi, a quanto ho capito, contraria alla carità nell'ordine dei mezzi), ho letto che essa viene considerata peccato mortale soltanto quando arreca un grave danno al prossimo, opponendosi così in modo diretto alla carità. Viene invece considerata soltanto veniale quando, pur rimanendo contraria al proprio fine, è solamente giocosa od officiosa e non dannosa. Guardando altri esempi di peccato grave contro la carità nell'ordine dei mezzi, come quelli gravi di gola o quelli di lussuria, oltre all'alienazione dal fine naturale dell'atto, si riscontra anche una diretta violazione della carità (verso se stessi nella gola e verso gli altri nella lussuria). La mia domanda è dunque questa: è corretto affermare che un peccato può essere mortale soltanto quando in modo diretto, e non nell'ordine dei mezzi, si oppone alla carità? La ringrazio per la disponibilità ed auguro a Lei e ai Suoi confratelli un gioioso festeggiamento per l'incombente ricorrenza della Madonna del S. Rosario. Matteo Risposta del sacerdote Caro Matteo, 1. sapendo che hai solo 18 anni mi compiaccio grandemente della tua attitudine per le questioni teologiche, che non sono semplicemente accademiche, ma vanno a toccare il fondo della nostra vita. Una domanda fondamentale che tutti dovrebbero porsi è questa: che cosa è peccato mortale, che cosa non lo è? Perché il peccato mortale è ciò che fa morire la vita di comunione intima con Dio, la vita di grazia. Come suo esito finale, ha la morte eterna e cioè l’inferno. Chiunque nel dover fare un viaggio si preoccupa di conoscere in maniera dettagliata la strada che deve percorrere per non finire da un'altra parte. 2. Sarebbe sufficiente fidarsi di quello che dice Dio per sapere che cosa è peccato grave e che cosa non lo è. Ora Dio ha detto attraverso la Sacra Scrittura che alcuni peccati impediscono di entrare nel Regno di Dio. Questo equivale a dire che si tratta di peccati mortali. Ecco, a titolo di esempio, due liste di peccati che escludono dal Regno di Dio: “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il suo Regno” (1 Cor 6,9-10).  “Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatrie, stregoneria, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il Regno di Dio” (Gal 5,19-21). 3. Ma poiché Dio ha dato all'uomo l'intelligenza, è giusto ed è anche doveroso domandarsi quale sia il motivo per cui certi peccati escludono dal Regno di Dio. Ed è ciò che tu fai con la domanda che hai espresso. Un grande maestro che ci aiuta a risolvere questo problema è San Tommaso d’Aquino. 4. Ecco che cosa dice: “Si dice mortale quel peccato che toglie la vita spirituale prodotta dalla carità, virtù in forza della quale Dio abita in noi: perciò è mortale per il suo genere quel peccato che per se stesso, cioè per la sua natura, è incompatibile con la carità” (Somma teologica, II-II, 35, 3). Ancora: “Essendo il peccato un’infermità dell’anima, un peccato si dice mortale per analogia con le m
alattie, le quali si dicono mortali quando producono danni irreparabili con la distruzione di un principio vitale. Ora il principio della vita spirituale è l’ordine al fine ultimo: ordine questo che una volta distrutto non può essere riparato da un principio intrinseco, ma solo dalla virtù divina… Invece i disordini relativi ai mezzi, salvo l'ordine al fine ultimo, sono riparabili. E si dicono veniali” (Somma teologica, I-II, 88, 1). 5. Quanto hai detto dunque è in linea con il pensiero di San Tommaso. Tuttavia la semplice affermazione “peccato grave è solo ciò che va direttamente contro la carità” potrebbe essere motivo di confusione e di errore. Perché si può andare contro la carità non solo direttamente, ma anche indirettamente. Infatti poiché la carità è in se stessa l'amicizia soprannaturale con Dio, e poiché gli amici hanno fra di loro un medesimo volere e disvolere, quando si compie qualcosa che è contrario alla volontà dell’amico, alterando o profanando ciò che egli ha compiuto con mirabile sapienza e amore, l'amicizia di fatto si incrina e si spezza. Pertanto si può peccare gravemente anche andando indirettamente contro la carità. 6. Ma tornando alla distinzione fatta da San Tommaso e da te ripresa, la domanda che adesso si impone è la seguente: qual è il fine e quali sono i mezzi? Guardando al decalogo possiamo dire che i primi tre precetti del decalogo riguardano direttamente Dio, che è il fine. Per cui i peccati contro questi precetti sono sempre mortali. 7. Invece i restanti sette precetti del decalogo riguardano i mezzi.  Ora alcuni mezzi sono di per sé stessi cattivi, come ad esempio uccidere, commettere atti impuri, dire falsa testimonianza, rubare… Allora questi mezzi non potranno mai diventare buoni con la scusa che il fine è buono. Vi può essere soggettivamente peccato veniale a motivo dell'imperfezione dell’atto. Dice San Tommaso: “Si deve però notare per tutti i peccati che sono mortali nel loro genere che essi non sono mortali se non quando raggiungono la loro perfezione”. (II-II, 35, 3). Per intenderci: non c'è peccato mortale se c'è soltanto il moto iniziale, ma poi subito ci si corregge. Vi può essere peccato veniale anche a motivo della parvità di materia che vi può essere in questi precetti, fatta eccezione per il quinto per il sesto, nei quali c’è sempre materia grave. 8. Altri mezzi invece sono di per se stessi buoni, come gli affetti familiari, il provvedere alle proprie necessità con il cibo, con i vestiti, attendendo al proprio onore, al proprio buon nome… Allora c'è peccato veniale quando ad esempio si mangia troppo o troppo poco, quando c'è eccessivo attaccamento al vestito oppure quando non si tiene il contegno dovuto rispetto al luogo sacro, alle persone, quando c'è disordinato attaccamento al proprio onore o al proprio buon nome. Ecco, questo è l'ambito proprio del peccato veniale. Ci si porta su mezzi buoni. Ma ci può essere qualche disordine nel loro uso. 9. Dire semplicemente che il peccato mortale è quello commesso direttamente contro la carità potrebbe dare origine ad una confusione fatta già da alcuni teologi gesuiti alla fine del 1600 quando dissero che peccato mortale è solo quello che hai fatto direttamente contro Dio. Che se viene fatto su materia grave, ma non viene direttamente commesso contro Dio, pur essendo grave non sarebbe mortale. Quest'opinione fu condannata da Alessandro VIII il 24 agosto 1690 e fu giudicata “scandalosa, temeraria, piarum aurium offensiva et erronea” (scandalosa, temeraria, offensiva dei buoni sentimenti ed erronea). I due gesuiti ritrattarono i loro errori. 10. Questo errore è stato nuovamente condannato da Giovanni Paolo II dal momento che a partire degli anni 60 del secolo scorso alcuni riproposero questo errore sotto altra terminologia. Ci sarebbe peccato mortale solo quando si rimuove l'opzione fondamentale verso il bene, mentre ci sarebbe un peccato grave, ma non mortale quando pur peccando in materia grave non si rimuove l'opzione fond
amentale. Allora le fornicazioni, gli adulteri, i furti, che non vengono mai fatti direttamente contro Dio, anzi non ci si pensa neanche, non sarebbero mortali ma solo gravi. Il che porta a dire che, se non sono mortali, sono ancora nel genere dei veniali, sebbene in maniera più forte o più grave. 11. Ecco che cosa disse Giovanni Paolo II nell'esortazione post sinodale Reconciliatio et poenitentia: “Durante l’assemblea sinodale è stata proposta da alcuni padri una distinzione tripartita fra i peccati, che sarebbero da classificare come veniali, gravi, e mortali. La tripartizione potrebbe mettere in luce il fatto che fra i peccati gravi esiste una gradazione. Ma resta sempre vero che la distinzione essenziale e decisiva è fra peccato che distrugge la carità e peccato che non uccide la vita soprannaturale: fra la vita e la morte non si dà via di mezzo… Perciò, il peccato grave si identifica praticamente, nella dottrina e nell’azione pastorale della Chiesa, col peccato mortale” (RP 17). 12. Per cui io aggiusterei la tua affermazione dicendo che c’è peccato grave quando si agisce direttamente o indirettamente contro la carità, compiendo ciò che oggettivamente è contrario alla volontà di Dio. In questo modo evitiamo in partenza possibili equivoci. Ti ringrazio anche per gli auguri in occasione della festa della Madonna del Santo Rosario, proclamata dal domenicano San Pio V, Regina delle vittorie. È la patrona del nostro Ordine. Con l’augurio che anche tu possa riportare una vittoria dietro l’altra con l’arma stupenda e particolarmente potente del Santo Rosario, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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