Tumgik
#scandali televisivi
blogitalianissimo · 4 years
Note
Bari e provincia i treni non possono superare i 40km orari (per tutta una questione legata a passaggi a livello non automatici che costringono i treni a viaggiare a vista, binari devastati dal tempo, treni riciclati dalla Polonia. Ci sono tanti articoli sugli scandali delle FERROVIE SUD EST, report televisivi, interviste ai viaggiatori).
Altro che marte! Già è assai se arrivo a casa in giornata...
Che pena veramente... senza parole. 
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giirlwhowaited · 7 years
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La seconda stagione di The Crown sbarca su Netflix dopo un anno di intrepida attesa. 
Fin dai primissimi minuti capiamo che è una stagione diversa dalla prima, dai temi più profondi e dai toni più cupi. Comprendiamo inoltre qual è il centro gravitazionale di tutta la stagione: il matrimonio, declinato in tutte le sue forme.
In primis, ovviamente, il matrimonio tra Philip (Matt Smith)  ed Elizabeth (Clare Foy) . Un matrimonio che all’apparenza si presenta come il classico stereotipo di prigione dalle mura d’oro ma in realtà è molto di più. Abbiamo poi il matrimonio passionale e fuori dagli schemi, destinato a bruciarsi rapidamente, tra Margaret (Vanessa Kirby) e Tony (Matthew Goode)  che si trova agli antipodi del primo. Ci sono poi tanti altri matrimoni, sempre tesi e complicati, come quello tra Michael Parker (migliore amico e segretario privato di Philip)  e sua moglie. Questo matrimonio scoppia immediatamente causando un enorme scandalo.  Ancora vi è poi il matrimonio tra il primo ministro Macmillan e sua moglie. Anche questi ultimi due sono agli opposti. Da un lato la signora Parker sceglie il rispetto per se stessa rifiutando di porre le istituzioni prima della sua persona, al contrario  la signora Macmillan  decide invece di sacrificarsi mantenendo una facciata molto fragile. C’è poi anche un breve parentesi dedicata ad un matrimonio oltreoceano: quello dei Kennedy. 
Mi sembra quindi d’obbligo affrontare le dinamiche di coppia più importanti:
Philip ed Elizabeth
I know exactly what my. job is. Your father made it perfectly clear. You are my job. You are the essence of my duty. So here I am. Liegeman of life and limb. In, not out. 
Ma quante volte abbiamo urlato contro lo schermo dinnanzi agli apparentemente inspiegabili comportamenti di Philip? Tante, anche se interpretato dall’affasciante Matt Smith non possiamo che provare –almeno una volta- un senso di antipatia nei confronti del personaggio. Come tutti gli altri protagonisti di The Crown, non è semplicemente bianco o nero, buono o cattivo.  Non è solo un uomo che fa fatica a vivere all’ombra di un donna e non è solo un marito che fa fatica a dimostrare di amare la propria moglie. È entrambi.  Questo conflitto interiore che vive lo vediamo esprimersi nelle sue azioni, talvolta spericolate e indecifrabili. È per davvero l’Uomo Misterioso. Non sappiamo cosa fa, non sappiamo cosa pensa o cosa prova. Lo vediamo spesso immobile a fissare  Lilibeth andare via. In questo senso,  lo vediamo spesso dal punto di vista di Elizabeth (è qualcuno che amiamo che vogliamo comprendere ma che allo stesso tempo non riusciamo a giustificare e spesso voltiamo la faccia). Ci sono però due puntate in particolari dedicate a lui – Lisbona e Pater Familias– in cui per la prima volta vediamo e sappiamo più di Philip rispetto ad Elizabeth. Veniamo a conoscenza del suo complesso e tragico passato, e ciò ci fa entrare maggiormente in empatia con il personaggio. Nell’ultima puntata arriviamo alla conclusione naturale della sua crescita in quanto personaggio con, a mio parere, una delle più belle dichiarazioni d’amore ad Elizabeth.
È il loro un matrimonio forgiato sia dal dovere sia dall’amore ed entrambi pesano in eguale maniera, ma probabilmente non sarebbe mai resistito senza il profondo amore che lega i due.
I Kennedy, che appaiono in uno dei migliori episodi della serie, rappresentano non solo la drammaticità di quella che è stata spesso dipinta nella cultura popolare come una favola moderna, ma soprattutto sono il limite: sono ciò che nel peggiore dei casi accadrebbe alla nostra royal couple. Un matrimonio fatto di inganni, ripicche,  competitività e triste rassegnazione. La coppia americana appare migliore, più bella, più giovane di ciò che sono la regina e il suo consorte ma in realtà non lo sono. Il marcio c’è e viene mostrato (come accade ogni singola volta nello show che raramente cede alla possibilità di romanzare e romanticizzare un evento storico come accade ad esempio in Victoria).  Anche in questo caso, però, vediamo che effettivamente Jackie adorava il suo John e lo scopriamo nel peggiore dei modi. Anche nel loro epilogo rappresentano la peggiore opzione possibile.
Margaret e Tony
I know who I am; a woman for the modern age. Free to live, to love, and free to break away.
  Uno dei diamanti di questa stagione è proprio l’episodio Beryl, uno degli episodi costruiti con più attenzione. Dal punto di vista estetico è assolutamente perfetto. La fotografia, i dialoghi, il ritmo: tutto è in perfetta armonia. Un episodio perfetto soprattutto per gli amanti della vita bohemien. Il loro matrimonio è ciò che di più distante ci sia dal dovere e dalle apparenze (almeno inizialmente). Tra i due nasce un’intesa, una passione che guardando bene porta ad un matrimonio non tanto per un grande sentimento che lega i due ma entrambi sono spinti da altri impulsi: la paura di rimanere sola da parte di Margaret e la volontà di riscatto nei confronti di sua madre da parte di Tony. Devo ammetterlo, erano la mia coppia preferita fin quando non ho scoperto com’è andata a finire. Rimangono comunque una piacevole parentesi che ha dato un tocco in più a tutta la stagione. E Beryl sarà sicuramente uno degli episodi che guarderò più spesso.
Reputazione, scandali e comunicazione
 Now, there’s been a lot of talk recently about how much the world has changed since the war and how much society in Britain has changed, or how much it jolly well ought to change.
Tony, inoltre, rappresenta il cambiamento –seppur portato alla sua esasperazione. Mi riferisco al cambiamento che stava affrontando non solo l’Inghilterra, ma tutto il mondo occidentale. Da questo punto di vista la scena in moto di Tony e Margaret mi è sembrata una citazione alla famosa scena del film Kisses del 1957 del regista giapponese Masumura. In entrambi i casi due amanti, sulla loro moto, tentano di sovvertire le regole di una società stagnante mediante la liberazione sessuale o semplicemente la libertà di amare. 
La seconda stagione copre gli anni 1955-1963, ci stiamo avvicinando a ciò che poi esploderà con i movimenti del 68, e la società appare perfettamente divisa: gli anziani e i conservatori da un lato, i giovani desiderosi di cambiamento dal altra. Qual è la posizione della Corona? Ha un ruolo in questo nuovo mondo? Tra scandali, beffe e cambi di rotta è uno dei grandi interrogativi a cui prova a rispondere la seconda stagione di The Crown. Questa storyline rappresenta sicuramente una delle più interessanti della stagione, affrontando temi ancora molto moderni e vicini a noi: il nuovo ruolo della donna, la trasfigurazione di notizie, l’apparire che diventa più importante dell’essere, il dover essere presenti in questa società soprattutto attraverso i media che diventano sempre più invadenti nella vita della famiglia (dalla giornalista ficcanaso che registra l’intervista con Philip agli accecanti riflettori televisivi sotto i quali è costretta la regina).
Tumblr media
Recitazione, montaggio, suono, veridicità storica
Questi quattro elementi sovrastanti sono, a mio parere, i punti di forza di tutta la serie. È impossibile non fermarsi ad ammirare Clare Foy ogni volta che appare sullo schermo e pensare “Mio Dio, quanto è brava”. Sarò breve e concisa: give her all the awards!
Il montaggio e il suono son assolutamente curati, hanno sempre un significato proprio e non sono mai una semplice amplificazione del significato delle immagini anzi spesso ci mostrano la falsità dell’immagine. È un aspetto che spesso viene sottovalutato, ma grazie ad esso invece la serie trasmesse molti più significati. La soundtrack poi è assolutamente magnifica ed emozionale, come del resto l’intera serie.
Infine, la veridicità storica che io trovo incredibilmente sorprendente. Denunciano, elogiano e mostrano fatti della storia molto spesso dimenticati che portano lo spettatore non solo a godersi di più la storia ma a riflettere su quello che è successo poco meno di un secolo fa.
Imperdibile, si riconferma uno dei migliori prodotti targati Netflix. Come si dice in questi casi? Long May She Reign.
Recensione: The Crown Stagione 2 La seconda stagione di The Crown sbarca su Netflix dopo un anno di intrepida attesa. Fin dai primissimi minuti capiamo che è una stagione diversa dalla prima, dai temi più profondi e dai toni più cupi.
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calabriawebtvcom · 5 years
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Nasce "Catanzaro al Centro" | CalabriaWebTv
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Nasce "Catanzaro al Centro" | CalabriaWebTv
Il libero movimento basato sull’idea del fare:“Scandaloso il rimpasto al Comune”
“Di fronte al degrado politico della città capoluogo, le cui pesanti conseguenze toccano la collettività a tutti i livelli, non ultimo sul piano dell’immagine, nasce Catanzaro al Centro un libero movimento di imprenditori, professionisti, esponenti della società civile e semplici cittadini che hanno sempre basato sull’idea del ‘fare’ la propria vita e che, oggi, intendono adoperarsi con la stessa logica per risollevare le sorti dell’intera comunità”.
Così spiega una nota di presentazione del neonato movimento “Catanzaro al Centro”. “L’amministrazione comunale in carica – prosegue il comunicato – ha già ampiamente dimostrato la propria inefficienza nel dare soluzioni alle esigenze della comunità, ulteriormente aggravata dall’incapacità di dare risposte al turbinio di scandali televisivi che, nelle ultime settimane hanno portato Catanzaro, suo malgrado, agli onori della cronaca nazionale.
Normalmente, in questi casi, i responsabili di tanto sfacelo se ne sarebbero già andati a casa motu proprio. Non nella nostra città, evidentemente, dove si preferisce restare attaccati alla poltrona qualunque cosa accada”.
“Un consiglio comunale che non si riunisce oramai da tre mesi – è l’affondo del movimento – un sindaco che sembra letteralmente sparito nel nulla, la farsa delle annunciate (minacciate) dimissioni dei consiglieri ed assessori di Forza Italia quale sfiducia al sindaco ed all’amministrazione tutta sottolineando (testualmente) ‘con preoccupazione anche la paralisi politico-amministrativa degli ultimi mesi, determinata da un’ossessiva ricerca di spazi personali che ha sottratto energia ed impegno all’azione di governo’.
E quando tutti aspettavano che la parola tornasse ai cittadini ecco le alchimie politiche: Modestina Migliaccio è il solo assessore a dare le dimissioni insieme a cinque consiglieri della minoranza.
Due consiglieri di Forza Italia, dopo aver sottoscritto le dimissioni (senza formalizzarle) ci ripensano e folgorati sulla via di Damasco lasciano il partito per rafforzare, dal gruppo misto, la maggioranza del sindaco. Il documento annunciato dai forzisti resta nel cassetto, il sindaco ritira le deleghe a tutti gli assessori e si proietta verso l’ultimo penoso atto.
A seguito di incontri riservatissimi, infatti, si ritrova la ‘quadra’ che consente di varare la ‘nuova’ giunta che, in perfetto stile di gattopardesca memoria, altra non è che la vecchia con il solo ingresso di Gabriella Celestino nel ruolo di vicesindaco.
Ci chiediamo – s’interroga il movimento – cos’è cambiato in due settimane? Quanto la nuova geografia politica regionale ha influito su queste determinazioni? Com’è possibile restituire le deleghe (che ricordiamo essere incarichi fiduciari) a chi prima aveva firmato un documento di sfiducia? Tatticismi, interessi, attaccamento alla poltrona, accordi di non belligeranza… o tutto questo insieme? Cos’altro deve accadere in questa città per risvegliare il senso di dignità dei nostri amministratori?”.
“Il movimento Catanzaro al Centro pertanto – conclude la nota – invita l’attuale amministrazione ad un epilogo quantomeno dignitoso di questa consiliatura, rassegnando in blocco le dimissioni per restituire la parola ai cittadini, e chiede a tutte le forze sane della città di unirsi a questo appello. Catanzaro merita sicuramente tanto di più rispetto allo squallore manifestato da questa tristissima e fallimentare consiliatura”.
“Catanzaro al Centro”
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italianaradio · 5 years
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Billy Crudup: 10 cose che non sai sull’attore
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Billy Crudup: 10 cose che non sai sull’attore
Billy Crudup: 10 cose che non sai sull’attore
Billy Crudup: 10 cose che non sai sull’attore
 L’attore Billy Crudup, pur non ricoprendo veri e propri ruoli da protagonista, ha negli anni preso parte ad alcuni celebri film, grazie ai quali ha potuto mettere in mostra la propria versatilità, conquistando la sua fetta di critica e pubblico. Nel corso della sua carriera ha così avuto modo di collaborare con importanti attori e registi, affermandosi tanto per film blockbuster quanto per lungometraggi d’autore.
Ecco 10 cose che non sai di Billy Crudup.
Billy Crudup: i suoi film
1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore esordisce al cinema nel 1996 con il film Tutti dicono I Love You, per poi prendere parte a noti lungometraggi come Sleepers (1996), Quasi famosi (2000), Big Fish – Le storie di una vita incredibile (2003), Stage Beauty (2004), Mission: Impossible III (2006), The Good Shepherd – L’ombra del potere (2006), e Watchmen (2009), con cui raggiunge la notorietà interpretando il ruolo del Dr. Manhattan. Successivamente prende parte ai film Nemico pubblico (2009), Mangia prega ama (2010), Vicini del terzo tipo (2012), Blood Ties – La legge del sangue (2013), Il caso Spotlight (2015), Jackie (2016), Le donne della mia vita (2016), Alien: Covenant (2017), Justice League (2017), e Che fine ha fatto Bernadette? (2019).
2. Ha preso parte a progetti televisivi. Nel corso della sua carriera l’attore si è concesso poche incursioni nella televisione, recitando per il piccolo schermo solo per il film Too Big to Fail – Il crollo dei giganti (2011) e in seguito per le serie Gypsy (2017) e The Morning Show (2019), ricevendo diverse lodi per il suo ruolo in quest’ultima.
Billy Crudup e Mary-Louise Parker
3. Ha avuto una relazione con l’attrice. Dal 1996 al 2003 l’attore è stato fidanzato con l’attrice Mary-Louise Parker, nota per aver recitato nella serie Weeds (2005-2012). La coppia si è tuttavia separata nel momento in cui l’attrice era al settimo mese di gravidanza, e Crudup fu particolarmente criticato per tale rottura, dovuta al suo innamoramento con un’altra attrice. Crudup e la Parker sono in seguito rimasti in buoni rapporti, continuando reciprocamente a crescere il figlio.
Billy Crudup e Claire Danes
4. Si sono conosciuti sul set. Durante le riprese del film Stage Beauty Crudup conosce l’attrice Claire Danes, con cui intraprende una relazione lasciando la compagna. Soggetta a numerose critiche, la coppia mantenne un basso profilo di vita, evitando di mettersi troppo in mostra. Infine, tuttavia, si separano nel 2006, rimanendo però in buoni rapporti.
Billy Crudup in Watchmen
5. Aveva un particolare costume. Per ricoprire il ruolo del potente Dr. Manhattan, notoriamente di coloro blu lucente, l’attore ha dovuto indossa una tuta bianca su cui erano installati dei LED blu. Ciò permetteva di poter essere fisicamente in scena, con gli effetti speciali realizzati in seguito grazie alla CGI.
6. Non era la prima scelta per il ruolo. Inizialmente la produzione voleva l’attore Arnold Schwarzenegger per il ruolo del Dr. Manhattan, il quale tuttavia all’epoca era governatore della California, e rinunciò al ruolo. Al suo posto venne allora scelto Crudup, che grazie al ruolo ottenne maggior popolarità.
7. Non è suo il fisico del personaggio. Benché sia sua l’interpretazione del personaggio, per il modello del fisico è stato usato quello del culturista Greg Plitt, giudicato particolarmente idoneo e proporzionato per rendere ancor più “perfetto” un personaggio che è più simile ad un dio che ad un uomo.
Billy Crudup ha un ruolo in Justice League
8. Ha partecipato senza essere accreditato. L’attore ha preso parte per un cameo nel film Justice League, dove ricopre il ruolo di Henry Allen, padre di Barry, alias The Flash. Data anche la brevità della sua apparizione, l’attore non è tuttavia stato inserito nei credits del film.
Billy Crudup e Jennifer Aniston
9. Sono tra i protagonisti della nuova serie. Nel 2019 Crudup recita accanto all’attrice Jennifer Aniston nella serie The Morning Show, distribuita da Apple TV+. La serie affronta il tema degli scandali sessuali all’interno della redazione di un telegiornale. Per i loro ruoli, entrambi gli attori sono stati nominati a prestigiosi premi come i Critics’ Choice Television Award e i SAG.
Billy Crudup: età e altezza
10. Billy Crudup è nato a Manhasset, nello stato di New York, Stati Uniti, l’8 luglio 1968. L’attore è alto complessivamente 174 centimetri.
Fonte: IMDb
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Billy Crudup: 10 cose che non sai sull’attore
 L’attore Billy Crudup, pur non ricoprendo veri e propri ruoli da protagonista, ha negli anni preso parte ad alcuni celebri film, grazie ai quali ha potuto mettere in mostra la propria versatilità, conquistando la sua fetta di critica e pubblico. Nel corso della sua carriera ha così avuto modo di collaborare con importanti attori e […]
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
Gianmaria Cataldo
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cheapshoesggdb-blog · 6 years
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Golden Goose Sneakers Donna Una sacca da golf di lingotti d'oro o la loro oca d'oro
C'è una bella produzione di scandali: questo potrebbe essere il numero di probabilità, e inoltre data solo una straordinaria visione nazionale che hai fatto attaccare a te stesso, questo tipo di sviluppo si trasformerà in una grande novità, resa PIÙ GRANDE, non meno da questi fatti con cui riconciliato come governatore. Dovrai assisterti per pagare un po 'del pifferaio insieme ad alcuni oggetti e puoi aspettarti completamente il peso maggiore di un media nazionale dei bollettini, ad esempio sinistra, destra e stabilimento - per essere l'unica cosa finita per ogni livello della mia strada. L'individuo non può certamente pensare a quale volontà, poiché una persona non è più il tuo governatore, non ti preoccuperai e non ti preoccuperai. Inoltre, minacciando di intra Sneakers Golden Goose Donna rendere azioni legali le persone semplicemente accreditano rapporti su pettegolezzi di malaffare, per lo più renderanno sostanzialmente più pericoloso per te. Sono in questo articolo per dar voce alle donne, una persona può prendersene cura! Puoi prevalere sulla tua preoccupazione per la perdita o il pepe. Gli investimenti non richiederanno molto tempo da gestire una volta che li avrai seguiti. Mi concentro di meno rispetto alle ore in cui un networking gestisce alcuni investimenti. Più del mio tempo potrebbe essere dedicato a prestare attenzione all'acquisto e alla ricerca di opportunità moderne rispetto al tweaking, direi gli investimenti. Quindi la maggior parte delle persone ha trovato una particolare oca d'oro online. Che hanno sviluppato un paio di contatti lavorando con i fornitori di assicurazioni di gestione del supermercato. Queste potrebbero essere le mie oche dorate, ma Jim non ha imparato il modo migliore per esporre ai Golden Goose Deluxe Brand Donna estori dei centri commerciali vicini che la maggior parte di lui ha incluso il valore per loro. I dentisti devono prendere in considerazione il social media networking come servizio di prospettiva. Indubbiamente, se un giocatore è orgoglioso di ciò che ha comprato dalle sue uniche aziende di medici, lo farà riferimento su Facebook. Questo prezioso può diventare estremamente utile se questa persona potrebbe essere descritta come un tempo in grado di collegare le persone a una sorta di pagina, quindi l'intero primo passo è quello di creare semplicemente una pagina di URL. Includere informazioni utili sui fornitori lì. Ti offrirà foto dall'ufficio e dai lavoratori. Sembri 'nessuna risposta' su alcune e-mail e anche questo non è un messaggio vivace per la mia conferma. Suppongo che un 'mittente' sia stato in grado di non considerare meno ciò che penserò insieme con il tempo di dire. Il sito Web collega rapidamente il pulsante 'cancella' !! Fai bene il piano che hai tweeze ha il miglior significato al sistema cardio. Prima di effettuare un controllo per show televisivi molto Affiliati, per essere assolutamente sicuri di fornirti un po 'di gentilezza nella stesura delle statistiche. Per verificare il tuo successo, una pagina delle statistiche potrebbe far sapere alle persone che anche tu stavi valutando in modo corretto. Uno sta davvero lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per come i Verdi di affiliazione della tua incredibile scelta. Questi in profitto dovrebbero cercare di renderlo capace per le famiglie di verificare dove l'individuo sta in piedi consentendo l'uso della persona associato a una pagina di statistiche. 'Il video di presentazione di 41 secondi di Rapunzel' ottiene un approccio sciocco riguardo al nome completo del personaggio serio e ai suoi 'capelli' che vanno avanti nella storia. In tutto il testo, i legami si Golden Goose Sneakers Scontate prono verso vari dizionari e i lettori sono preparati per un factoid di un minuto adatto a capelli indesiderati. La tua azienda ha sentito parlare della postura del sito web? Seo, o l'ottimizzazione dei motori di ricerca sono i tuoi principali amici intimi. Forse in realtà non si conosce il software, ma solo quello farà sì che l'intera azienda funzioni bene. Non importa se la soluzione sia generalmente ideale, altrettanto efficacemente meglio di un'altra. Seo potrebbe essere il vero amico di ogni Net marketer. Sentire su di esso, come sta progredendo una ricerca nel mondo online? Attraverso i serpenti. E di conseguenza se il tuo sito internet primario è migliorato per i server, i tuoi visitatori del sito Golden Goose Sneakers Donna umenterebbero senza dubbio. Inoltre, direi che i visitatori che hai programmato in più possono ottenere, le migliori prospettive potrebbero comprare di distribuire le oche del tuo golden retriever per davvero le tue mole.
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webfaber · 7 years
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Il gossip nell'era pre-cristiana
NUGAE B.C.
Siamo bersagliati tutti i giorni dalle notizie che ci vengono fornite dai notiziari televisivi, da Internet, dai giornali e dalle radio. Tra di esse ve ne sono di tante tragiche , poche divertenti ma la maggior parte sono quelle che vengono definite “gossip” cioè quei pettegolezzi che riguardano il dorato mondo del Jet-Set. Fino a qualche decennio fa, quando non esisteva Internet e la televisione e anche le radio erano poco diffuse, le notizie arrivavano unicamente dai giornali e da una figura che ora non c’è più, quella dei “cantastorie”.
Erano delle persone che raccontavano in forma più o meno romanzata e talvolta semi-cantata  i fatti più significativi del passato, recente o antico che fosse, di cui erano stati protagonisti illustri personaggi storici e non. Forse non tutti sanno che questi personaggi hanno avuto degli antichissimi predecessori nei bardi medievali e in alcune curiose figure di epoca latina: i CALATORES, i PRETONES ma soprattutto i SUBROSTRANI. I primi e i secondi avevano addirittura delle funzioni istituzionali, in quanto avevano il compito specifico di informare il popolo sulle leggi e le normative che lo stato emanava, e per questo venivamo regolarmente retribuiti. La figura del SUBROSTRANO è invece più simile a quella dei moderni giornalisti di testate o programmi scandalistici; erano infatti coloro che raccontavano, con toni estremamente enfatici, le gesta e soprattutto i pettegolezzi dei più illustri personaggi dell’antica Roma, a tutto campo, spaziando dalle relazioni amorose alle amicizie, personali e politiche, dai vizi agli eccessi, dagli scandali alle opere di virtù. Nessuno li pagava ufficialmente ma, come si può intuire, essi erano straordinariamente abili nel solleticare la curiosità delle persone e chi, roso dal desiderio, voleva  conoscere nei particolari la vicenda che i subrostrani gli avevano solo accennato all'orecchio, doveva evidentemente sganciare un più che generoso obolo. Anche per questa ragione, questo personaggi avevano già allora il vizio di “gonfiare” ad arte la notizia, affinché il “cliente” potesse poi a sua volta diffondere il pettegolezzo, aggiungendo ad esso il fatto di avere ben speso i suoi soldi per una notizia succosa e che, di frequente, poteva essergli d'aiuto per combattere o compromettere un avversario politico. Erano a pieno titolo gli antenati degli attuali Signorini, D’Urso e D’Agostino.
CALATORE (lat. calātor, da calo "chiamo")  -  Presso i Romani fu dapprima lo schiavo pronto a chiamare chi il padrone desiderasse; più tardi quell'inserviente che assisteva nelle sacre funzioni ciascun membro dei più importanti collegi sacerdotali. Era scelto dallo stesso sacerdote, quasi senza eccezione, fra i suoi liberti, ma dipendeva dall'intero collegio, al quale, entrando, pagava una data somma. Si conoscono calatori dei pontefici e dei flamini, degli auguri, dei quindecemviri, degli epuloni, degli arvali e dei sacerdoti destinati al culto degl'imperatori deificati. I calatores pontificum et flaminum, che compaiono riuniti in corporazione con sede presso la Regia (sede ufficiale del pontefice massimo, nel Foro romano, presso la casa delle vestali), concedono permessi di sacrifizi e d'offerte votive e sembra abbiano dato origine ai pontefici minori. Il calatore si trova per la prima volta ricordato nell'iscrizione arcaica trovata sotto il lapis niger.
SUBROSTRANI - Come suggerisce il nome stesso, erano personaggi che si aggiravano nel foro, nelle vicinanze dei rostri, dove la folla si radunava per assistere ai comizi e sussurrava all'orecchio di qualcuno, accennandovi appena, pettegolezzi acidi e pungenti, al fine di ricavarne qualche guadagno.
Francesca Vercesi  ( II A )
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cresy · 7 years
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L’EDITORIALE di Mino Balestra
L’EDITORIALE di Mino Balestra
Puglia da amare Quotidiano d’informazione di Crescenza Caradonna
 L'EDITORIALE DI MINO BALESTRA
NON È SEMPLICE MA SI VA AVANTI
Non si fa altro che parlare di atti terroristici, di scandali, di guerre, di stragi di innocenti, di omicidi, di suicidi, di furti, di aggressioni per i quali si discute e si danno opinioni in tutti i talk televisivi, radiofonici e commenti su i vari social, ma io mi…
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italianaradio · 5 years
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Venticinque anni senza Moana
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Venticinque anni senza Moana
Venticinque anni senza Moana
La donna ‘piu’ bella del mondo’, il sogno erotico degli italiani che ha contribuito in maniera significativa a cambiare i costumi e la morale dell’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, Moana Pozzi, se ne andava 25 anni fa, il 15 settembre 1994. Una morte improvvisa, inattesa e sotto certi versi misteriosa, comunicata dai familiari dopo due giorni (fatto che la accomunò mediaticamente alla morte di uno dei più importanti filosofi del ‘900, Karl Popper, scomparso il 17 settembre 1994) e dopo che il suo corpo era già stato cremato.
Star incontrastata del circuito hard e simbolo di trasgressione e progresso nell’Italia dominata dalla Dc e dalla cultura cattolica, l’attrice si mosse in una Penisola alle prese con la fine della prima Repubblica e in quel periodo di cambiamento riuscì ad affermarsi oltre che per la bellezza, per le capacità di pensiero e lo stile di vita controcorrente.
La fama di Moana andà ben oltre il mondo a luci rosse: colta, di famiglia borghese e molto intelligente, fu protagonista anche in politica e in televisione. Osteggiata dai benpensanti e amata dal pubblico, non solo per le doti di attrice porno, si spense a soli 33 anni all’Hotel-Dieu di Lione per un tumore al fegato.
Come per ogni icona morta prematuramente, la sua dipartita scatenò teorie complottiste e derive dietrologiche secondo cui l’attrice non fosse morta, ma avesse deciso di scomparire e cambiare vita. Altri attribuirono la morte di Moana all’Aids, nonostante le conferme da parte dei medici sulle reali cause.
Moana era figlia di un ricercatore nucleare e una casalinga: una buona famiglia ligure che a tutto pensava tranne che il suo destino fosse nel mondo del porno, dove arrivò nel 1982, lo stesso anno in cui le fu affidata la conduzione di ‘Tip Tap Club’ su Rai2, un programma pomeridiano per bambini.
Secondo la morale dell’epoca le due cose erano inconciliabili e quindi venne allontanata dal programma. In un’intervista rilasciata a Roberto D’Agostino e riportata su Dagospia spiegò la coesistenza tra i due mondi con estrema naturalezza: “Io faccio tante altre cose che esulano dalla pornografia, fin da quando ho iniziato la mia carriera: interpretavo film porno, poi partecipavo a una trasmissione in tivù. Io credo di avere avuto il merito di dimostrare che questa separazione, volendo, non c’è. Dipende dalla persona; perché poi vedi che tante altre ragazze che fanno il mio stesso lavoro, non riescono ad andare al di là di quello. E’ bello essere un’artista che fa tante cose, no?”.
Nel controverso e scandaloso libro ‘La filosofia di Moana’ oltre a descrivere il suo pensiero, scrisse molto della sua vita e della sua infanzia: “Di sera non mi facevano uscire e io scappavo dalla finestra, mi proibivano di leggere libri spinti (Moravia era considerato osceno) e io lo facevo di nascosto, mi obbligavano a vestire da collegiale e io, uscita da casa, correvo da una mia amica a mettermi minigonna e tacchi alti. Non vedevo l’ora di diventare maggiorenne e di essere finalmente libera!”.
Nello stesso libro, oltre ad annoverare i suoi scrittori preferiti – Moravia, Kundera, Allan Poe, Marguerite Yourcenar e Anais Nin – raccontò di avere avuto tra i molti amanti il segretario del Psi Bettino Craxi che a suo dire l’avrebbe molto aiutata agli esordi, soprattutto per ottenere la conduzione di ‘Tip Tap’ (ma anche Luciano De Crescenzo e gli attori Harvey Keithel, Francesco Nuti e Andrea Roncati) e dava i voti alle capacità amatorie degli uomini con cui diceva di essere andata a letto, aggiungendo diversi aneddoti a riguardo.
Nel 1987 entrò nel circuito porno in maniera stabile grazie all’agenzia ‘Diva Futura’ di Riccardo Schicchi. Nello stesso anno, con lo spettacolo dal vivo ‘Curve pericolose’, divenne un nome e un volto noto anche al di fuori del circuito porno, soprattutto per il risvolto mediatico delle performance live e degli scandali giudiziari che ne derivarono.
Lo spettacolo vedeva la presenza di Moana e la collega Ilona Staller ‘Cicciolina’. Le due attrici si spogliavano e facevano al pubblico domande sul sesso. Bastò per essere denunciate per atti osceni in luogo pubblico, processate e condannate a sette mesi senza condizionale.
Quindi iniziò a partecipare a diversi programmi televisivi e la popolarità che ne derivò fece in modo che potesse esprimere sul piccolo schermo le sue idee in tema non solo di sesso, ma anche su argomenti di interesse sociale che costituiranno il nucleo primordiale della sua esperienza politica.
Nel 1992 si candido’ col ‘Partito dell’amore’ fondato da Riccardo Schicchi e, in piena Tangentopoli, partecipo’ a ‘Tribuna elettorale’, talk show Rai, in quanto leader di quel movimento. L’esperienza politica non ebbe un successo concreto in termini numerici, ma ebbe una grande importanza per l’Italia perché fu la prima esperienza di un un movimento che aggregava persone unite da un sentimento di antipolitica. Inoltre valse a Moana una vasta popolarità all’estero dove i giornali le dedicarono diverse pagine.
In un’intervista del 1992 spiegà come la politica fosse stata sempre presente anche nei suoi spettacoli come “forma di protesta contro la morale borghese”, per “entrare nelle case dove le persone pensavano non sarei mai entrata”. Intervistata da Pippo Baudo, l’anno prima della sua morte, rispose alle domande delle donne presenti in studio. Quando le venne chiesto come si sarebbe vista a 50 anni, disse: “Mi immagino ancora una donna piacente, mi darò da fare per continuare ad esserlo. Dopo non mi immagino più…”.
Dopo la sua morte e le conseguenti speculazioni il mito di Moana continuò a vivere nei ricordi di chi l’aveva conosciuta. Una testimonianza intima sull’attrice si ritrova in una dichiarazione rilasciata nel 2009 da Paolo Villaggio (suo amico di vecchia data: nel 1984 le aveva trovato una particina nel film di Sergio Corbucci ‘A tu per tu’ girato con Johnny Dorelli), a 15 anni dalla morte dell’attrice: “Moana Pozzi era frigida. Odiava il sesso, provava disgusto per tutti quegli uomini che le slinguettavano addosso. Era schifata da quella pletora di sacerdoti pedofili, politici democristiani, quel mondo di corrotti che le girava attorno. In realtà li fustigava con distacco, questa era la sua forza”.
Poi aggiungeva: “Moana non solo non ha conosciuto la sessualità ma è stata frigida anche sentimentalmente. Non ha mai amato veramente nessuno. E’ rimasta ingabbiata nella sua ambizione. Il suo vero obiettivo è stato l’avere non l’essere. Voleva essere felice, ma ha imboccato l’autostrada del successo inteso come guadagno”. E concludeva il suo pensiero: “Sinceramente non ha capito qual era la strada giusta per raggiungere la felicità. Per lei, nata in un quartiere povero, era fare soldi in qualunque modo, anche rischiando l’infelicità”.
Nello stesso anno Sky realizzò una miniserie sulla Pozzi interpretata da Violente Placido, ‘Moana’, due puntate che andarono in onda senza ottenere un grande successo. La serie strutturata in due parti racconta la storia di Moana dal successo alla morte e si conclude con alcuni spezzoni dell’intervista fatta da Baudo e, quasi come un testamento, l’ultima frase che pronuncia è indicativa della sua carriera: “No, non sono pentita. Ne parlavo proprio con mia madre giorni fa, le ho detto: mi dispiace che ti dispiaccia, ma rifarei tutto ciò che ho fatto”.
La donna ‘piu’ bella del mondo’, il sogno erotico degli italiani che ha contribuito in maniera significativa a cambiare i costumi e la morale dell’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, Moana Pozzi, se ne andava 25 anni fa, il 15 settembre 1994. Una morte improvvisa, inattesa e sotto certi versi misteriosa, comunicata dai familiari dopo due giorni (fatto che la accomunò mediaticamente alla morte di uno dei più importanti filosofi del ‘900, Karl Popper, scomparso il 17 settembre 1994) e dopo che il suo corpo era già stato cremato.
Star incontrastata del circuito hard e simbolo di trasgressione e progresso nell’Italia dominata dalla Dc e dalla cultura cattolica, l’attrice si mosse in una Penisola alle prese con la fine della prima Repubblica e in quel periodo di cambiamento riuscì ad affermarsi oltre che per la bellezza, per le capacità di pensiero e lo stile di vita controcorrente.
La fama di Moana andà ben oltre il mondo a luci rosse: colta, di famiglia borghese e molto intelligente, fu protagonista anche in politica e in televisione. Osteggiata dai benpensanti e amata dal pubblico, non solo per le doti di attrice porno, si spense a soli 33 anni all’Hotel-Dieu di Lione per un tumore al fegato.
Come per ogni icona morta prematuramente, la sua dipartita scatenò teorie complottiste e derive dietrologiche secondo cui l’attrice non fosse morta, ma avesse deciso di scomparire e cambiare vita. Altri attribuirono la morte di Moana all’Aids, nonostante le conferme da parte dei medici sulle reali cause.
Moana era figlia di un ricercatore nucleare e una casalinga: una buona famiglia ligure che a tutto pensava tranne che il suo destino fosse nel mondo del porno, dove arrivò nel 1982, lo stesso anno in cui le fu affidata la conduzione di ‘Tip Tap Club’ su Rai2, un programma pomeridiano per bambini.
Secondo la morale dell’epoca le due cose erano inconciliabili e quindi venne allontanata dal programma. In un’intervista rilasciata a Roberto D’Agostino e riportata su Dagospia spiegò la coesistenza tra i due mondi con estrema naturalezza: “Io faccio tante altre cose che esulano dalla pornografia, fin da quando ho iniziato la mia carriera: interpretavo film porno, poi partecipavo a una trasmissione in tivù. Io credo di avere avuto il merito di dimostrare che questa separazione, volendo, non c’è. Dipende dalla persona; perché poi vedi che tante altre ragazze che fanno il mio stesso lavoro, non riescono ad andare al di là di quello. E’ bello essere un’artista che fa tante cose, no?”.
Nel controverso e scandaloso libro ‘La filosofia di Moana’ oltre a descrivere il suo pensiero, scrisse molto della sua vita e della sua infanzia: “Di sera non mi facevano uscire e io scappavo dalla finestra, mi proibivano di leggere libri spinti (Moravia era considerato osceno) e io lo facevo di nascosto, mi obbligavano a vestire da collegiale e io, uscita da casa, correvo da una mia amica a mettermi minigonna e tacchi alti. Non vedevo l’ora di diventare maggiorenne e di essere finalmente libera!”.
Nello stesso libro, oltre ad annoverare i suoi scrittori preferiti – Moravia, Kundera, Allan Poe, Marguerite Yourcenar e Anais Nin – raccontò di avere avuto tra i molti amanti il segretario del Psi Bettino Craxi che a suo dire l’avrebbe molto aiutata agli esordi, soprattutto per ottenere la conduzione di ‘Tip Tap’ (ma anche Luciano De Crescenzo e gli attori Harvey Keithel, Francesco Nuti e Andrea Roncati) e dava i voti alle capacità amatorie degli uomini con cui diceva di essere andata a letto, aggiungendo diversi aneddoti a riguardo.
Nel 1987 entrò nel circuito porno in maniera stabile grazie all’agenzia ‘Diva Futura’ di Riccardo Schicchi. Nello stesso anno, con lo spettacolo dal vivo ‘Curve pericolose’, divenne un nome e un volto noto anche al di fuori del circuito porno, soprattutto per il risvolto mediatico delle performance live e degli scandali giudiziari che ne derivarono.
Lo spettacolo vedeva la presenza di Moana e la collega Ilona Staller ‘Cicciolina’. Le due attrici si spogliavano e facevano al pubblico domande sul sesso. Bastò per essere denunciate per atti osceni in luogo pubblico, processate e condannate a sette mesi senza condizionale.
Quindi iniziò a partecipare a diversi programmi televisivi e la popolarità che ne derivò fece in modo che potesse esprimere sul piccolo schermo le sue idee in tema non solo di sesso, ma anche su argomenti di interesse sociale che costituiranno il nucleo primordiale della sua esperienza politica.
Nel 1992 si candido’ col ‘Partito dell’amore’ fondato da Riccardo Schicchi e, in piena Tangentopoli, partecipo’ a ‘Tribuna elettorale’, talk show Rai, in quanto leader di quel movimento. L’esperienza politica non ebbe un successo concreto in termini numerici, ma ebbe una grande importanza per l’Italia perché fu la prima esperienza di un un movimento che aggregava persone unite da un sentimento di antipolitica. Inoltre valse a Moana una vasta popolarità all’estero dove i giornali le dedicarono diverse pagine.
In un’intervista del 1992 spiegà come la politica fosse stata sempre presente anche nei suoi spettacoli come “forma di protesta contro la morale borghese”, per “entrare nelle case dove le persone pensavano non sarei mai entrata”. Intervistata da Pippo Baudo, l’anno prima della sua morte, rispose alle domande delle donne presenti in studio. Quando le venne chiesto come si sarebbe vista a 50 anni, disse: “Mi immagino ancora una donna piacente, mi darò da fare per continuare ad esserlo. Dopo non mi immagino più…”.
Dopo la sua morte e le conseguenti speculazioni il mito di Moana continuò a vivere nei ricordi di chi l’aveva conosciuta. Una testimonianza intima sull’attrice si ritrova in una dichiarazione rilasciata nel 2009 da Paolo Villaggio (suo amico di vecchia data: nel 1984 le aveva trovato una particina nel film di Sergio Corbucci ‘A tu per tu’ girato con Johnny Dorelli), a 15 anni dalla morte dell’attrice: “Moana Pozzi era frigida. Odiava il sesso, provava disgusto per tutti quegli uomini che le slinguettavano addosso. Era schifata da quella pletora di sacerdoti pedofili, politici democristiani, quel mondo di corrotti che le girava attorno. In realtà li fustigava con distacco, questa era la sua forza”.
Poi aggiungeva: “Moana non solo non ha conosciuto la sessualità ma è stata frigida anche sentimentalmente. Non ha mai amato veramente nessuno. E’ rimasta ingabbiata nella sua ambizione. Il suo vero obiettivo è stato l’avere non l’essere. Voleva essere felice, ma ha imboccato l’autostrada del successo inteso come guadagno”. E concludeva il suo pensiero: “Sinceramente non ha capito qual era la strada giusta per raggiungere la felicità. Per lei, nata in un quartiere povero, era fare soldi in qualunque modo, anche rischiando l’infelicità”.
Nello stesso anno Sky realizzò una miniserie sulla Pozzi interpretata da Violente Placido, ‘Moana’, due puntate che andarono in onda senza ottenere un grande successo. La serie strutturata in due parti racconta la storia di Moana dal successo alla morte e si conclude con alcuni spezzoni dell’intervista fatta da Baudo e, quasi come un testamento, l’ultima frase che pronuncia è indicativa della sua carriera: “No, non sono pentita. Ne parlavo proprio con mia madre giorni fa, le ho detto: mi dispiace che ti dispiaccia, ma rifarei tutto ciò che ho fatto”.
Agi
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