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#selfpara: the scarf
stellastjamessongs · 2 years
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The scarf
Erano usciti presto quel mattino, dopo una bella colazione davanti al camino che, oltre a scaldarli, illuminava il soggiorno. Guidati da Lance, avevano concordato di dedicarsi a una passeggiata per poter osservare da vicino la meravigliosa natura da cui erano circondati e godere di un paesaggio che li avrebbe letteralmente lasciati senza fiato. Come di consueto per quelle occasioni, aveva indossato la propria mantella rossa che, a detta di Lizzie, la faceva somigliare a una piccola Cappuccetto Rosso.  Osservò il cielo terso e limpido di quella giornata e i raggi di un timido sole che rendevano il procedere ancora più gradevole. Stare a contatto con la natura sembrava realmente rigenerare il corpo e la mente e si potevano catturare meravigliose immagini da portare con sé e da rievocare quando sarebbero nuovamente stati immersi nella “giungla” di New York.  Lizzie si era distaccata dal gemello e dal fidanzato e aveva insinuato il braccio sotto al suo, lasciando che gli altri li superassero e le aveva sorriso con aria complice ed entusiasta. “Allora, sei riuscita a scrivere ieri sera? Ti sei allontanata per un sacco di tempo!” aggiunse e le rivolse quello sguardo assai intenso con il quale sembrava letteralmente leggerle dentro.  Sorrise ed annuì. “Ho scritto la prima strofa,” replicò a sua volta in un sussurro, “e sto lavorando sul ritornello: ho in mente un motivetto, ma potrò perfezionarlo solo con il pianoforte o il computer,” spiegò.  “Ottimo, non vedo l’ora di sentirla: sarà una canzone d’amore romantica o strappalacrime... o entrambe le cose?” la interrogò con sguardo animato di curiosità.  “Beh, non mi dispiacerebbe scrivere qualcosa di più fiabesco, ma in questo momento sono più sul lato strappalacrime,” dovette ammettere.  Lizzie raggrinzò il naso. “Beh, non hai nulla da invidiare a Taylor Swift o ad Adele,” commentò, non lasciandosi intimorire dallo sguardo piuttosto scettico dell’amica alla nomina di quelle due artiste di fama mondiale, “ma non vedo l’ora che tu sbaragli Sgorbio Mendicante”. Stella dovette trattenere una smorfia al pensiero, soprattutto a quel sogno assai bizzarro in cui era comparso e aveva sentito la stessa ripetere quel nomignolo  poco lusinghiero. “Mi accontenterei, intanto, di ricevere un’occasione... bisogna prima concludere una traccia e sperare che qualcuno accordi la fiducia per un contratto,” spiegò con un sospiro.  “Oh, sono sicura che ce la farai: hai lo stesso sguardo di Luke quando ha in mente qualche pagina nuova. Non è strano non vederlo con la matita all’orecchio?” aggiunse, indicando l’amico con un cenno del mento. Stava camminando più avanti, imbacuccato tra sciarpa e berretto e il lungo soprabito, aiutando Quinn nei sentieri più stretti. “Pensi che Quinn abbia bruciato i suoi appunti con le camicie da boscaiolo?” Ridacchiò per risposta. “Ne dubito: Quinn non deturperebbe mai la sua arte,” spiegò con un sorriso, “a quanto ne so, è un periodo florido per la sua ispirazione e a volte fa bene prendersi un po’ di tempo. Rende persino più produttivi”. “E’ la scusa che hai usato nell’ultimo anno?” le domandò l’amica con le sopracciglia inarcate. “Colpita e affondata,” commentò con una risatina, divertita da quella disarmante sincerità che purtroppo celava un lungo periodo di mancanza di idee.  “Allora è stato proprio lui a sbloccare le cose,” convenne Lizzie, abbassando la voce, “non riuscivi a scrivere una mezza riga dopo che Patetico Deficiente ti ha lasciata”. Non poté fare a meno di arrossire: “Immagino di sì”.  “A proposito, hai già ridato la sciarpa a Luke?” domandò in un altro sussurro discreto.  Stella perse un battito. In verità quella mattina avrebbe anche avuto un’occasione propizia, avendo trovato Luke davanti al camino e a intrattenersi con un libro mentre attendeva che tutta la compagnia fosse pronta per quell’esplorazione. Aveva nascosto la sciarpa nella tasca del cappotto e l’aveva stretta tra le dita, ma qualcosa le aveva impedito di porgergliela.  “Non ancora,” commentò e le mostrò le frange della stessa. “Mi ero ripromessa di farlo entro la fine della giornata, ma...” si era mordicchiata il labbro.  “Ma è un ricordo di lui e nonostante tutto, ti dispiace separartene, vero?” completò per lei la spiegazione.  Assunse un’espressione più puerile: “C’è ancora il suo profumo!” soggiunse con un sospiro. “Lo so che può sembrare patetico...” Lizzie scosse il capo. “Io lo trovo molto romantico e dolce... insomma, neppure il Principe si è disfatto della scarpetta di Cenerentola,” aggiunse come se ciò fosse un dettaglio di vitale importanza.  “Ma a differenza del principe, non potrei usarla per ricontattarlo e ritrovarlo,” le fece notare con un sospiro.  Lizzie tacque per un istante, prima di sorriderle. “Io dico che non sei obbligata a restituirla subito, soprattutto perché forse Darren neppure si è accorto di averla dimenticata e Luke non può saperlo,” le fece notare con un sorriso più vispo. “Potresti tenerla come... fonte di ispirazione. Quando avrai terminato la canzone, allora potrai ripensarci e darla a Luke,” aggiunse. “In ogni caso Darren non potrebbe usarla in questo momento e forse a Los Angeles neppure gli serve,” concluse in tono più che ragionevole.  Sapeva che di fronte alla assai poco probabile opportunità di incontrarlo nuovamente, non avrebbe fatto differenza. Ma le piaceva l’idea di serbare un oggetto materiale che le permettesse di fissare quei ricordi che, nonostante tutto, erano tra i più belli di quel lungo anno. Sorrise e ammiccò in direzione dell’amica. “Allora la terrò ancora per un po’ e ne riparleremo dopo aver finito la canzone,” sancì.  “Splendido,” concluse Lizzie. “Il mio istinto mi dice che non te ne pentirai,” soggiunse con un sorriso più complice.  “E mi fido del tuo istinto più del mio!” asserì Stella e la sua voce risuonò nel silenzio, attirando l’attenzione del gruppo.  “E fai bene,” intervenne Lance, il sopracciglio inarcato, volgendosi in sua direzione.. “Se dovessimo confidare nel tuo pessimo senso dell’orientamento, potremmo morire assiderati entro stasera”. Gli rivolse una puerile linguaccia e, dopo uno sguardo di intesa con Lizzie, ricacciò la sciarpa nella profondità della tasca e raggiunsero il resto della compagnia, discutendo di dove fermarsi per il pranzo. 
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