Tumgik
#sottotono
cole-palmer · 2 months
Text
Giappone ti prego resisti combatti non regalare il posto alla Serbia 😭
5 notes · View notes
tabathamodaedesign · 8 months
Text
Pantone del giorno 07/02 - Paisley Purple
Un viola pieno e freddo dal sottotono blu, il Paisley Purple sembra infuso di profondità e passione ed è stato scelto da Pantone per rappresentare la giornata di oggi. Vibrante e versatile possiamo già pensare di abbinarlo a colori neutri come il grigio, il nero o il bianco, ma se volete giocare un po’ allora non posso che consigliarvi di trovare il contrasto perfetto con colori come l’arancione…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
massimoognibene · 3 months
Text
Era un inizio estate sottotono: nemmeno un anziano era stato ancora parcheggiato in un centro commerciale.
41 notes · View notes
occhietti · 8 months
Text
Tumblr media
QUELLE COME ME
Alda Merini
Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi, grandi pianti e grandi perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai, quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare. Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima da sola, è come una goccia d'acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi, pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti, anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano, tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre… e quando smettono d’amare è solo perché piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno… quello di essere amate per ciò che sono e non per ciò che si vorrebbe fossero…
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai, sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare, ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo…
Quelle come me urlano in silenzio, perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore, perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio, non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso, purtroppo, fondano la loro esistenza…
Quelle come me passano inosservate, ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
- Alda Merini
36 notes · View notes
wise-tortoise · 8 months
Text
Comunque dopo i fischi di ieri il pubblico live di sanremo si deve solo vergognare io non vi perdono per come è uscito sottotono geolier
18 notes · View notes
bicheco · 4 months
Text
Storia vera
Parco pubblico. Personaggi: Lui e Lei, due ragazzi di circa 16 anni che non si conoscono. Lei è seduta su una panchina e sta armeggiando al cellulare, lui è in piedi e la fissa da lontano. Dopo un paio di minuti si avvicina per parlarle.
Lui: Ciao
Lei: Ciao
Lui: Niente, solo che... ecco, volevo dirti che mi piacciono molto i tatuaggi che hai sul braccio.
Lei: Questi? Non sono tatuaggi.
Lui: Ah no? E cosa sono?
Lei: Dermatite seborroica. Incurabile.
Lui: Ah!
Lei: Sì.
Lui: ...
Lei: ...
Lui: ...
Lei: Ma no, scherzavo. Sono tatuaggi.
Lui: Ahhh ecco. Mi sembrava!
Lei: Sono due tatuaggi tipici della tradizione indu: il primo simboleggia il "togliti" e il secondo "dalle palle".
Lui: Ah. Capito.
Lei: Gli indu erano molto pragmatici
Lui: Anche un po' maleducati, mi sembra.
Lei: Pragmatici è la parola.
Lui: Possibilità di prendere un caffè insieme...? Come la vedi?
La ragazza mostra il braccio.
Lui: Mi tolgo dalle palle?
Lei: ...
Lui: Salutami gli indu.
Lei: Appena li sento.
P.s. peccato per il finale un po' sottotono, d'altronde è una storia vera.
14 notes · View notes
cole-palmer · 4 days
Note
Che cucciolo Taremi che già dispensa commenti sotto ai post dei compagni (per le fiamme ha imparato dal migliore aka Bensgiamòn)
Lui veramente un topino
0 notes
me-soltanto-me · 7 months
Text
Tumblr media
So lo Tu , hai quel che voglio ...
13 notes · View notes
pizzettauniversale · 8 months
Text
Ma in che senso è Rosa Chemical? Ma è un sosia. È troppo sottotono. Lo hanno minacciato? La Meloni gli ha fatto recapitare un proiettile? Denuncia di Fedez?
13 notes · View notes
tabathamodaedesign · 8 months
Text
Pantone del giorno 29/01 - Keepsake Lilac
Della famiglia dei lilla, il Keepsake Lilac di Pantone è, per l’appunto, una delicata sfumatura di lilla tendente al rosa polvere ed è il suo sottotono rosato a dare un’impressione eterea e romantica a questo colore. Semplice da abbinare, il Keepsake Lilac ci offre un’ampia serie di possibilità: perfetto sia con colori scuri che con colori chiari è la nuance ideale per creare un effetto…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
multiverseofseries · 1 month
Text
The Maze Runner 3 – La rivelazione: Luci e ombre fuori dal labirinto
Tumblr media
Dopo un primo film promettente e un secondo capitolo sottotono, la trilogia diretta da Wes Ball chiude il suo cerchio narrativo con un film votato all'azione e sostenuto da un ritmo spesso frenetico. Si chiude così una saga young adult dove, tra assalti ai treni, fughe e sparatorie, ad emergere è soprattutto l'amicizia.
Tumblr media
Maze Runner - Il labirinto: Dylan O'Brien con Kaya Scodelario e Aml Ameen in una delle prime foto ufficiali
Un macabro talent show, un mondo diviso in rigide classi, un labirinto crudele in cui trovare se stessi. Tre grandi allegorie per raccontare i turbamenti e i disagi dell'adolescenza. Hanno così iniziato Hunger Games, Divergent e Maze Runner - Il labirinto, gli avvii di tre grandi saghe young adult dove la metafora è servita a delineare parabole eroiche di ragazzini costretti a diventare presto le persone che erano destinate ad essere. Se la storia di Katniss ci ha mostrato come quell'età spesso tempri la personalità attraverso lo scontro inevitabile col coetaneo, quella di Tris ha sottolineato la paura di sentirsi diversi da tutti, di essere inclassificabili, con tutto il disorientamento che ne deriva. In questi futuri miserabili dove la libertà dell'individuo è pura utopia e l'unica speranza risiede nello spirito combattivo di due coraggiose eroine, al giovane Thomas è spettato il compito di chiamare a raccolta un pubblico prettamente maschile. Perché nella Radura di Maze Runner va in scena una specie di Signore delle Mosche 2.0, un esperimento sociale (e sociologico) dove un gruppo di ragazzi deve decidere se sottostare a delle ferree regole o violarle, accettando il rischio dell'ignoto e della morte, sfiorando il miraggio della libertà. Ecco, il dilemma di tutta la saga di Maze Runner, forse, è proprio qui: rispettare le regole o perdersi pur di ritrovarsi? Una cosa è certa: tutte queste saghe, che di fatto hanno tentato (con fortune alterne) di raccogliere il testimone lasciato da Harry Potter, trovano negli adulti uno spauracchio da combattere, un nemico sordo e spietato contro cui ribellarsi.
Non fa eccezione l'opera letteraria di James Dashner da cui il regista Wes Ball ha tratto la sua trilogia piena di costrizioni e di fughe, di catene e di sforzi destinate a spezzarle. Maze Runner - La rivelazione chiude finalmente il cerchio narrativo di Thomas e dei suoi fidati (ma anche infidi) amici. Ci si ritroverà, e ci si perderà, assieme a questi ragazzi costretti a capire che la vita adulta è davvero un labirinto.
Dalla sabbia al vetro
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien, Thomas Brodie-Sangster e Ki Hong Lee in una scena del film
Li si chiama young adult per comodità, per moda editoriale, ma in realtà quelle di Katniss, Tris e Thomas sono soprattutto distopie. Ce lo suggeriscono i rigidi assetti sociali in cui sono immersi, i loro mondi cupi dove il progresso, la pace e l'ordine hanno prestato il fianco a ingiustizie, disperazione e violenza. Perché sono distopie tutti quei futuri dove ogni progetto utopistico fallisce miseramente, sfociando nell'incubo più nero. Il futuro immaginato da Maze Runner è piegato da un virus incurabile e inarrestabile, vero e proprio effetto domino pestilenziale che miete vittime a furia di contagi continui. Per provare a contrastare questa valanga di infetti, l'organizzazione C.A.T.T.I.V.O. (in originale chiamata in maniera altrettanto esplicita: W.C.K.D.) utilizza giovani cavie senza risparmiare ancora altre morti su morti.
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien e Thomas Brodie-Sangster in una scena del film
Ambientato un anno dopo Maze Runner: La Fuga e slittato dopo un grave infortunio di Dylan O'Brien sul set, Maze Runner - La rivelazione non ha tempo da perdere, va di corsa e riempie ogni domanda irrisolta attraverso un'azione frenetica e incessante. È come se Ball voglia farci avvertire l'urgenza asfissiante di Thomas e compagni, intenzionati a salvare il loro amico Minho dalle spietate mani della C.A.T.T.I.V.O.. Si parte così, col fiatone e in medias res, un po' come successo nel primo capitolo, immediatamente catapultati in un assalto al treno degno di un western post-apocalittico. Dopo la verdeggiante ambientazione di Maze Runner - Il labirinto e quella sabbiosa di Maze Runner - La fuga, questo terzo atto ci conduce verso un contesto urbano asettico e ordinato, dove ogni parvenza di solidità e controllo è destinata a crollare rovinosamente, ad essere messa a ferro e fuoco da una rabbia giovane.
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: un momento del film
Amici, sino al game over
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Kaya Scodelario e Aidan Gillen in una scena del film
Affanno, sangue, ruggine, lacrime. Il ritmo narrativo di Maze Runner - La rivelazione è spesso tachicardico, ed è per questo che, quando il film tenta di abbracciare linee narrative lontane dalla missione principale, sfocia nell'inutile lungaggine. Senza qualche diversivo di troppo, l'ultimo capitolo della saga procede inesorabile e severo verso una resa dei conti dove i protagonisti sono messi alle strette, sia fisicamente che psicologicamente. Lontano da toni patinati e percorsi immacolati, Ball ci prende per mano dentro una storia che si sporca le mani con il tradimento e le delusioni, con gli addii e con il sacrificio. Come all'interno di un videogame, ovvero suddiviso in livelli di crescente difficoltà (assalti, infiltrazioni, fughe, guerriglie urbane), il film tocca apici notevoli di adrenalina e coinvolgimento, e lo fa grazie ad una regia chiara e abile nel restituirci persino un senso di vertigine.
Tumblr media
Peccato soltanto per gli antagonisti monodimensionali (su tutti un Aidan Gillen relegato alle solite smorfie di Ditocorto) e per una rivelazione (quella del titolo) tutt'altro che originale. Nonostante la presenza dell'inevitabile love story, gestita con parsimonia e maturità, il vero cuore del film batte per l'incessante sentimento dell'amicizia. Tra sacrificio e altruismo, il nucleo del racconto è composto da Thomas e Newt che, sull'esempio di Frodo e Sam, affrontano fuoco e fiamme pur di sostenersi a vicenda. Ci saranno fatiche e ci saranno scelte difficili pur di arrivare all'agognato obiettivo. Ed eccola lì, la luce fuori dal labirinto: è l'adolescenza che finisce. Gli uomini e le donne che siamo diventati. Game over.
3 notes · View notes
cinefiloatratti · 10 months
Text
Tumblr media
A qualche giorno dalla visione de “La chimera” di Alice Rohrwacher provo a buttare giù qualche riga sulle sensazioni che mi ha dato e le relative riflessioni che mi ha suscitato.
Parto col dire che lei mi aveva già colpito positivamente con il precedente film, “Lazzaro felice”, dove, salvo l’ultimo quarto d’ora un po’ sottotono, é riuscita a trasportarmi in un mondo ancestrale e magico allo stesso tempo, dove gli aspetti negativi dell’uomo emergevano preponderanti di fronte alla bontà primordiale di un essere divino. Il modo di rappresentare questa critica alla società contemporanea mi ha fatto ben sperare riguardo le nuove generazioni di cineasti nostrani. 
Nel vedere al cinema La Chimera mi sono nuovamente trovato a pensare di stare guardando (finalmente) l’opera di un’autrice che ha qualcosa da dire e che sa come farlo. Le tematiche presenti sono avvolte da un velo di nostalgia e romanticismo verso un passato di comunione che forse non é mai esistito, se non nelle fantasie comuniste che ancora oggi hanno un certo appeal sui giovani e certi anziani che non hanno ancora capito che di rivoluzioni proletarie non ce ne saranno.
Un filo e la voce di una donna richiamano a se la persona rimasta appesa, come la carta dei tarocchi, tra due mondi: passato e presente, vita e morte. Il dono concesso di avvertire la presenza delle “anime” del passato porta con se la disgrazia di un presente spezzato. Serve dunque decidere se recuperare ciò che si é perso e recidere dunque ciò che di buono si ha oppure continuare a vivere in un mondo sempre più rancido e materialista.
La scelta di dare il ruolo da protagonista a un attore inglese risulta azzeccata sotto molti punti di vista: da una parte attira attenzioni dal fronte estero, dall’altra invece riesce ad esprimere appieno il senso di estraneità di Arthur nei confronti delle persone che lo circondano e che si riferiscono a lui con l’appellativo di “straniero”. 
Dal punto di vista tecnico/visivo l’ho trovato ineccepibile: la fotografia mi ha ricordato per certi aspetti il recente “Aftersun”, sia per tono dei colori che per l’effetto da pellicola del passato; la regia e alcuni movimenti di camera invece mi hanno fatto pensare subito a “Stalker” e “Nostalghia”, nonostante l’assenza di tempi particolarmente dilatati. 
Per chi se lo fosse perso, consiglio caldamente la visione, pellicole rare come queste vanno supportate!
16 notes · View notes
massimoognibene · 7 months
Text
Era una domenica mattina sottotono, era una domenica mattina come tutte le altre.
37 notes · View notes
valentina-lauricella · 5 months
Text
Tumblr media
Una giornata di sole
È una giornata piena di sole, una di quelle in cui egli trascorre un'ora al balcone a capo scoperto, come gli ha consigliato il medico. La sua carnagione, di solito, è pallida, ma il sottotono olivastro della sua pelle gli impedisce di arrossarsi e scottarsi, cosicché egli si abbronza, assumendo un'aria più sana. Ed è solo per esibire al medico questa illusione di salute che si sottopone al bagno di sole. Gli chiedo, mentre guardo la strada sottostante, popolata di venditori ambulanti e ragazzetti che si rincorrono, se avverta un miglioramento nelle proprie condizioni. "Sì, come ogni anno quando finisce l'inverno," ma conclude la frase con un colpo di tosse. Volgo le spalle alla ringhiera del balcone e immergo gli occhi nella penombra della stanza dove in fondo, proprio sopra il letto, sulla parete azzurra, è appeso un grande rosario dai grani di legno scuro. "E così reciti le preghiere prima di andare a dormire," dico per scherzo. "Oh sì," risponde lui con gravità, "tridui e novene".
"Quella ragazzetta ha lo sguardo vispo," sussurro accennando a colei che sembra affaccendarsi riassettando le carte sopra uno scrittoio. "Ti assiste con amore?" "Amore di carità," soggiunge lui. "Le invidio che sappia leggere il greco, il latino e il francese; sapessi farlo anch'io, le farei recuperare tutto il sonno che ha perduto in queste notti." La ragazza esce dalla stanza senza salutare, con passo zoppicante, ma leggero. Ha lasciato sullo scrittoio una Bibbia, accanto a un'Iliade.
"Nella Bibbia è scritto che i morti dormono," dico trasognata. "E nell'Ade gli eroi non sono altro che ombre," prosegue lui. "Ma allora, se questa vita è sogno, e poi continueremo a dormire, non ci sveglieremo mai? Conosceremo soltanto il sonno?"
Lui tiene gli occhi chiusi al sole. "Io credo che stiamo facendo esattamente ciò a cui la necessità ci spinge. Tutto in noi è materia," prosegue. "Da bambino trascorrevo molte ore in ginocchio, pregando di essere risparmiato dall'inferno; poi da ragazzo sognai di poter entrare in paradiso con una corona di lauro. In realtà non ci spettano premii né castighi, dal momento che siamo esseri governati dalla fortuna. L'unico bene sarebbe non ricordare mai più di essere stati, e che qualcosa vi sia".
"E se la tua coscienza sopravvivesse?"
"Immagino che la natura dei morti non li faccia riguardare più la vita. In nessun modo. L'istinto di conservazione, la speranza...sono nelle fibre di questa carne."
"Torneresti?..." gli chiedo.
"Se fosse utile."
"A te o ad altri?"
"A chiunque, anche a un topolino. Purché ne avessi certezza."
"Se gli dei vogliono continuare a giocare con noi, dovranno farlo a carte scoperte," azzardo.
"Vorrei non capirli mai, gli dei."
"Ma se hai detto che vuoi certezza..."
"Ho risposto alla tua domanda: mi chiedevi se sarei tornato, non cosa volessi. Io voglio esattamente questo silenzio, questo mistero, in cui si è identici a prima di nascere e si può ignorare sia la vita che la morte, e che esistono differenze. Se un dio si chiarisse, ci darebbe la vita, e con essa la morte."
"Infatti Dio si è espresso," spiego accennando alla Bibbia.
"No," dici: "Quello lo abbiamo sognato..."
"Sai qual è l'espressione più evidente di Dio?" Lancio la sfida, e proseguo: "Quella ragazza. Si sacrifica per te, e potrebbe non farlo. Questo si chiama libero arbitrio, non necessità".
"Lo fa per ambizione," sorride amaramente, "vuole diventare santa, per compiacere suo fratello, l'unico uomo che non l'abbandonerà. Se morissi prima di stanotte, per lei sarebbe un sollievo."
"Che dici!" Protesto. Ma dentro di me so ch'è vero.
"Io e lei siamo due infelici che non s'incontreranno mai. E ora sono stanco, vorrei riposare un po'."
Lo accompagno a letto. Gli sistemo i due grossi cuscini che tiene sotto la testa e, mentre lo faccio, avverto qualcosa di duro tra l'uno e l'altro. "E questi?" Dico, vedendo un cartoccio di confetti.
"Me li ha regalati lei. La mia dolce morte. Stanotte, lei potrà finalmente riposare."
"Piantala," gli dico brusca. "Stanotte penserò io a intrattenerti. Ti leggerò le mie poesie e i miei racconti."
"Tu scrivi?" Chiede con una sfumatura sarcastica, inarcando leggermente le sopracciglia.
"Ma certo. Ti ho dedicato tante poesie..." Gliene recito subito una.
"Sono frasi, non è poesia. Non c'è metrica. E il linguaggio è colloquiale, direi trasandato."
"Questa è poesia contemporanea," spiego. "Si chiamano versi liberi."
"I versi sciolti sono tutt'altra cosa..."
"Infatti questi non sono sciolti, ma proprio liberi. Come i pensieri, come il vento..." sorrido. "Vuoi provare anche tu?"
"Certo. Sembra facile come parlare nel sonno."
Io assaggio un confetto, mentre lui sussurra con aria canzonatoria: "Dalla vita  volevo fuggir via,
perché la morte sola beltà mi apparia;
ma la mia vile anima immortale
mi parla e dice che ancora avrò a dare
e la beltà di ciò che darò
è così grande che più non morirò!"
"Ecco, bravo," lo incoraggio ridendo. Forse attratta dalle risate, entra la graziosa ragazzetta zoppa. "Vuoi?" Dico offrendole il cartoccio di confetti. "Questo screanzato li aveva rubati per suicidarsi prima di stanotte," dico scrollando il capo.
Lei arrossisce e si torce le mani. "Il suicidio è peccato mortale..." finge di rimproverare il malato con lo sguardo fisso alla punta delle proprie scarpe. Esce portandosi via i confetti.
"E ora?" Mi chiede lui.
"Faremo versi tutto il pomeriggio e la notte. I più liberi e sciocchi che riusciremo a fare. Ma prima voglio leggerti un mio racconto."
"Come s'intitola?" Chiede rassegnato.
"Una giornata di sole"...
4 notes · View notes
evadingreallife · 8 months
Text
Irama sottotono è dire poco
5 notes · View notes
cole-palmer · 1 month
Text
Alessia Orro campionato olimpico da 10+ in pagella sono molto felice perche questa stagione a milano era sottotono (ma pure Paola ha fatto una stagione così così per la giocatrice che è) e tutti giù a criticarla e invece bastava un buon allenatore ed eccoci qui
4 notes · View notes