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purpleavenuecupcake · 5 years
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SKIMAGAZINE una realtà tutta italiana
La trasmissione SKIMAGAZINE è in onda su 3 tv nazionali: Sportitalia, TV SVIZZERA ITALIANA\TELECAMPIONE + ODEON+4 tv internazionali in Croazia, Romania, Slovenia e Canton Ticino, oltre a un network di emittenti regionali di tutta Italia, you tube, dailymotion, smarttv, app e social sempre racchiuse sotto la livrea: SPORTOUTDOOR.TV Floriano Omoboni nasce a La Spezia vive e lavora da tanti anni a Milano, per lavoro e per piacere, si divide tra la montagna e il mare, producendo ben 5 format televisivi estivi ed invernali, che parlano di turismo e sport all’aria aperta, racchiusi sotto la livrea sportoutdoor.tv
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Floriano fin da giovanissimo, coltiva un'intensa passione per lo sport, che trova il suo massimo campo di espressione nella motonautica, Corre in Offshore Classe 1 e vince il titolo europeo e bronzo mondiale nella categoria endurance. Studia all’ Isef di Perugia, si diploma a Firenze e insegna Educazione Fisica nelle scuole superiori di Milano ma tutto ciò che concerne lo sport, la Tv e il giornalismo sportivo, interessa a questo versatile personaggio che attiva, tra il 1982 e il 2000, fruttuose e durature collaborazioni con importanti aziende di abbigliamento sportivo, come Arena, Helly Hansen, Meeting e Dimensione Danza. Nel 1995 la svolta, con la fondazione della GTO2000, società specializzata nella produzione di programmi televisivi sportivi  e anno dopo anno e’ un crescendo di successi, in termini di format prodotti, ascolti e sponsor. Nel 2014 nasce sportoutdoor.tv che racchiude tutte le produzioni televisive, una multipiattaforma Tv\web che permette di far vedere queste trasmissioni sportive ,in onda su diverse Tv digitali nazionali, satellitari, tv locali di tutta Italia, smarttv, app, svod, web, social e da quest’anno anche all’estero ed in paesi importanti dal punto di vista turistico invernale come il Canton Ticino, la Slovenia, la Croazia e la Romania. Nel mondo della montagna nel 2020 raggiunge l’importante traguardo della maggiore eta’,infatti sono ben 21 anni che viene prodotta la trasmissione televisiva invernale: Ski Magazine, format Tv interamente dedicato alla montagna e al mondo della neve, con ampi servizi sulle gare più importanti di sci alpino, sci di fondo, snowboard, scialpinismo e turismo invernale, in onda, ogni settimana, da venerdì 8\11 sino a fine Aprile 2020. Nel 2020 si migliora la diffusione televisiva, rispetto alle scorse stagioni e si riqualifica la visibilità e gli ascolti, alzando il prestigio ed il livello delle tv, andando in onda la domenica sera su: SPORTITALIA, tv nazionale sportiva importante, visibile sul digitale canale 60 e poi sulla TV SVIZZERA ITALIANA\ TELECAMPIONE visibile sul canale 75 in tutta Italia e Canton Ticino. Tv importanti, frutto di scelte strategiche che permettono ascolti eccellenti, grazie all’esclusivo palinsesto sportivo di Sportitalia e al target mirato della TV SVIZZERA ITALIANA e poi alla capillare diffusione nazionale, infatti per coprire tutti i consumi tv ed avere maggiori ed ampi target di ascoltatori, le trasmissioni sono in onda anche su 100 Tv locali di tutta Italia, tv locali molto forti nella loro aerea di riferimento. Tv locali posizionate per legge  tra il 10 e 19 del telecomando. Visti i buoni risultati ormai consolidati da anni in Italia, nel 2018 è iniziata la distribuzione internazionale e le trasmissioni televisive di sportoutdoor.tv sono in onda anche in Romania, Slovenia, Croazia e il Canton Ticino, vista l’evoluzione verso il digitale e video ondemand è anche operativa una nuova app per le smartv di ultima generazione Sportoutdoor.tv è una società specializzata nella produzione di programmi televisivi realizzati per comunicare i valori del turismo sportivo e degli sport all’aria aperta. Ogni anno le trasmissioni sportive prodotte, uniche nel loro genere, hanno visto un crescendo di seguito ed ascolti. Alcuni numeri? Un ascolto medio di 80\90 mila persone a trasmissione, e 400-500mila contatti a seconda della tipologia di format tv trasmesso (fonte Auditel 2019).,tutte le puntate e produzioni sportive sono visibili oltre che in Tv anche su smarttv,  you tube, dailymotion e sul sito sportoutdoor.tv app e nella pagina dedicata di Facebook: sportoutdoor.tv Read the full article
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tempi-dispari · 5 years
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Il videoclip di “C.R.G. Casa Renato Guttuso”, sesta tappa del tour perpetuo di perfomance musicali degli Elettronoir
Prosegue “Panorama Sonoro / This Land is my land”, il tour perpetuo di perfomance musicali estemporanee degli Elettronoir in luoghi d’Italia poco conosciuti, dimenticati o alterati. La sesta tappa è a Bagheria, in provincia di Palermo, nella terra di Renato Guttuso: il video, il sesto di questo tour online a partire da oggi, è girato all’interno della Casa Museo Guttuso ed è dedicato alle opere di dell’artista bagherese, che sembrano rompere il silenzio di un’apparente decadenza. Opere di un pittore visionario, di un pittore del popolo, di una vera e propria pop star italiana, celebrata, ambita, esportata come esempio di pittura neorealista e pop, Guttuso è stato un confidente del sentimento profondo di una terra, di un tempo, di un taglio visivo unico ed irripetibile. Sfrontato, eccessivo, realista, psichedelico. Eccolo: https://youtu.be/b6em75-iBoY
“Panorama Sonoro / This Land is my land” è un progetto di video documenti musicali live, improvvisati al momento, senza post-produzione, ripresi e montati col linguaggio del videoclip con l’obiettivo di trasmettere solo impatto sonoro, ambientale ed emotivo, rigorosamente senza pubblico con l’obiettivo di riportare l’attenzionedel pubblico in luoghi d’Italia poco conosciuti, dimenticati o alterati. Il pubblico, come i precedenti tre video, verrà raggiunto solo dopo con l’uscita dei videoclip sui profili social di Facebook, YouTube e Instagram della band.
I primi cinque video (tutti con la regia di Guido D) sono:  “Vasca” (https://youtu.be/5pHwTA526JY), una perfomance situazionista che si è svolta a Località Bagno Vignoni (Siena) in una vasca termale del 1500, incastonata dentro un borgo di rara bellezza all’interno della Val d’Orcia (Siena), oggi ridotta a location per aperitivi e ristoranti turistici: un live che racconta la poesia ed i set cinematografici delle opere di Bertolucci, Tarkovskij, i fratelli Taviani, fra tutti. La corsa della persona (è il regista) in collina, nudo e scalzo, con una temperatura di -4 gradi, è stata un’improvvisazione del momento, durante il live.
Il secondo è “Pozza” (https://youtu.be/dKg6Y1xNs2g), sempre a Località Le Pozze, Bagno Vignoni (SI), ma questa volta sotto il borgo, in particolare sotto la vasca del primo video: lì si trovano altre vasche termali, fino a pochi anni fa, libere piscine per il pubblico. Con le concessioni date agli alberghi del paese sovrastante, sono state ridotte a pozzanghere di acqua fredda. Raccontano nel calcare sedimentato in centinaia e centinaia di anni, forme di vita, insetti, semi e tracce di piante custodite e prigioniere di una lenta sedimentazione.  Il concerto è avvenuto a stretto contatto con le presenze e le memorie conservate fra le rocce formate in epoche lontane, grazie alla caduta costante di acqua solfurea, calda. I prossimi videoclip saranno tra giugno e luglio per riprendere a settembre.
Il terzo video è “Fabbrica”, girato a Località Pienza (SI), all’interno di una fabbrica abbandonata, per raccontare il concetto di industria moderna calata come un meteorite in una realtà rupestre: l’alienazione e l’abbandono, la scommessa persa fra linguaggi contrastanti. Il set completo è durato 50 minuti circa, il video proposto è un estratto di 3 minuti e 40 di musica originale: https://youtu.be/Bz4sF8asNJ4
“Cripta” è stata la quarta tappa: in questa clip, girata in Località Abbadia San Salvatore (SI), la band racconta della cripta longobarda dalla quale si erge un’intera abbazia, luogo di passeggio distratto per pochi casuali turisti. Un volume a forma di crocifisso, perimetrato da trentadue colonne ognuna diversa, ognuna con il proprio stile. L’austerità dell’eleganza, il raccoglimento laico e contemplativo, come un caleidoscopio, come la psichedelia. Una leggera sovrapposizione di luci e echi. Il set completo è durato 45 minuti circa, il video proposto è un estratto di musica originale: https://youtu.be/zuSYgPYkX8Q
Il quinto video è girato alla Riserva Naturale Duna Feniglia (Grosseto): una spiaggia dentro una riserva naturale, un luogo di villeggiatura d’élite. Uno spazio che racconta di un pittore, che nel tentativo disperato di recuperare alcune tele trafugate, rincorse dalla spiaggia la nave diretta in Spagna che le trasportava. La leggenda narra che non riuscendo nell’impresa, si accasciò ‘lasciandosi finire’. Così morì Michelangelo Merisi detto Il Caravaggio’”. Il set completo è durato 50 minuti circa. Il video proposto è un estratto di musica originale:  https://youtu.be/zqtebeh9m3c
“Come Woody Guthrie (This Land Is My Land), – raccontano gli Elettronoir – durante gli anni della depressione economica USA, girava per strada con la chitarra arrivando ovunque per suonare le sue poesie di protesta ed amore, così noi abbiamo intrapreso questo viaggio per contribuire con la nostra produzione a mettere sotto i riflettori ambienti da rivitalizzare attraverso sonorizzazioni ambientali, uniche ed irripetibili.
I videoclip saranno visibili su
FACEBOOK:     https://www.facebook.com/groups/298563201019992/?ref=share
INSTAGRAM:   https://www.instagram.com/marco_elettronoir
YOUTUBE:      https://www.youtube.com/channel/UCj3KchU-gHynXh9IHEr9uzA
SITO: www.elettronoir.com
Gli Elettronoir nascono nel 2005 dopo la fine di una storia d’amore. Da allora hanno prodotto 5 album in studio (l’Ep: –ELETTRONOIR -Italia, 2007; Dal Fronte Dei Colpevoli – Italia, 2005; Non Un Passo Indietro – Italia, 2008; E Che Non Se Ne Parli Più – Italia, 2014; Suzu – Italia, 2017) e suonato un centinaio di volte in tutta Italia: tra i più importanti il live davanti a 30 mila persone in occasione dell’Imola Heineken Festival in apertura ai Depeche Mode e Morrisey. Hanno scritto e prodotto colonne sonore per spot internazionali, spettacoli teatrali, mostre, cortometraggi e lungometraggi, contribuendo alla vittoria del 30esimo Torino Film Festival del film “Fatti Corsari” (Italia, 2012), come del Berlino Film Festival con “L’Ultimo Tango” (Italia, 2015). Sonorizzato le colline del Chianti ricevendo una menzione speciale da Art Tribune che li ha catapultò alla Biennale di Venezia. Sono stati più volte ospiti in televisione e in radio, da Red Ronnie, su MTV e web TV. Hanno suonato con Rachele dei Baustelle, Agostino Maria Ticino, Birgan Valentin, e collaborato con il maestro Roberto Catani (il più grande animatore fumettista italiano), con Fausto Paravidino (regista, attore, drammaturgo), con Stefano Petti ed Alberto Testone (registi), Giona Nazzaro (produttore e critico cinematografico), Paolo Mannarino (regista), Francesco Paolucci (regista), Corso Codecasa (regista, produttore), il soprano Michela La Torre, Emergency, la casa di moda Blu Marine, Air BnB, Sky, Radio DJ, Nissan, Ubi Banca, Comune Di Roma, con gli scrittori Carlo Lucarelli, Mauro Smochovich, con il poeta Stefano Zuccalà, con il fotografo Stefano Corso, il VisualArtist Robeat ed il Videomaker Fotografo Guido D.
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gfrino · 4 years
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Kiancia Studios TV Stasera?
Kiancia Studios TV Stasera?
Oggi abbiamo appena lanciato il sito di Kiancia Studios! Questa è una nuova Web TV e non solo, è in realtà molto di più, è una comunità, un forte gruppo in espansione.
Prossimamente saranno disponibili altri servizi, ci sarà un app, ci sarà la possibilità di avere vantaggi in termini di sconti e buoni acquisto, una programmazione streaming sempre viva, divertente, educativa ed eccitante.
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greenbagjosh · 4 years
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Day 1 of September 2000 - Malpensa to Milan, Verona, Innsbruck
Wednesday, 6 September 2000
Buongiorno!  Grüß Gott!  Bonjour!  
Hello and welcome to the 17 day journey of September 2000.  
Today is Wednesday 6th September 2000.  I have arrived about 7:30 AM Central European Summer Time, about 9 hours ahead of San Francisco, and 6 hours ahead of Washington, Dulles, at Milano Malpensa Terminal 1.  This would be my second time arriving at this airport but not at the same terminal.  The terminal that I had previously visited with family was Terminal 2, and that was in June 1987.  At Terminal 1, I had my passport stamped with an entry visa to Italy, the black and red Schengen rectangle with twelve stars surrounding a capital "I".  The entry stamp was good for 90 days, in particular until about 4th December 2000.  Then I proceeded to the baggage claim.
Baggage claim took a bit of time to complete.  A Boeing 777 can carry many passengers, and if you are in Economy Class, your priority for luggage claims is low.  While I was waiting, I had the Aiwa radio out, and recorded a few songs.  The first was "Love Story" by awayTeam [sic] featuring Shirley Bassey on vocals, second was "I'm gonna get you baby" by Jocelyn Brown, third "Frena" by Carlotta, and by the time my checked bag came, the radio had almost finished playing "On a night like this" by Kylie Minogue.  I also recorded some of the baggage claim audio announcements.  
After I claimed my checked bag, I walked to the rail station where I had to pay about 15,000 Lire, about € 7.50, for a one way ticket from the airport to Milano Cadorna - near the location of the Last Supper painting, and the castle that I prounounced as Sforzeco, which is actually Sforzesco.  I think it was about 8:30 AM when I made it to the station platform, and the train had not yet arrived.  I boarded the train about 8:40 AM, and when I turned on my video camera, it was still on San Francisco time.  I managed to set it to the right time.
On this journey, I had a celebrity "offscreen companion", the longest of which was none other than Roberto Benigni, for the Italian and Ticino portions, so pretty much where Italian was the official language.  Arnold Schwarzenegger had a short cameo role for the Austrian side.  I did not have anyone for the French or German parts in Switzerland.  So in the videos if you watch them, Roberto Benigni will appear now and again, but only in the Italian-speaking regions.  
The train departed at 8:47 AM.  It went through a couple of tunnels, particularly through Busto Arsizio.  The conductor checked my ticket about 9 AM and told me that there was a scioperò in Milan.  A scioperò is a strike, and that day it would be for the metro and "passante" suburban railway system but not the train I was on.  At 9:08 AM the train arrived in Saronno.  Saronno is where they make amaretto, or almond liqueur.  They even make biscuits with the flavoring.  The train went to Bovisa station, the first station in Milan, and arrived at 9:19 AM.  I had been to Bovisa on 26th July 1998 while making a visit from my then-home in Munich to Zürich and Milan and back to Munich.  
By the time that the train arrived at Cadorna, it was 9:28 AM.  It took about twenty minutes to get a cab, as the metro lines 1 and 2 were not operating due to the scioperò.  I managed to get a cab at 9:50 AM, and we went by Porta Garibaldi and Via Melchiorre Gioia to Centrale FS, central station.  We made it there about 10:20 AM, with enough time to buy a seat reservation for the 11:05 AM train to Verona Porta Nuova, where I would change to a train to Innsbruck.  In the meantime I listened to a few songs, "Sing it back" by Moloko, "Holding on to you" by Heather Small of M People and "Spanish Guitar" Mousse T remix by Tony Braxton.  At 11 AM I had the Tam Tam Network on, I think it was on 105.1 FM.  There was a news report, before they played "Toca's Miracle" by Fragma, then "Like an Angel" by Web as well as "Around the world" by ATC.  I really liked listening to Tam Tam Network when I was in Milan.
The train left about 11:05 AM.  I shared a compartment with American tourists, and not by choice.  I only had to put up with them until I got to Verona.  The train went eastbound and stopped only at Brescia and Peschiera.  If you see Lago di Garda, do not get off at the first stop Peschiera.  Stay on until you arrive at the larger stop. While the train was between Brescia and Peschiera, I listened to "Gimme some" by Jimmy Bo Horne, "Una questione di sguardi" by Paola Turci - Italian-language cover version of Faith Hill's "This kiss", and "I'm outta love" by Anastacia.  I think also “Wrap me up” by Alex Party
The train arrived about 1 PM in Verona Porta Nuova.  I had a tight connection to the Intercity train to Innsbruck via Trento, Bolzano/Bozen, Brennero and Innsbruck.  I made it on in good time.  I had a seat in the first class compartment, this time with Italians.  The train arrived about 3:45 PM at Brenner, the border between Italy and Austria.  At Brenner there is a very clear distinction as to where the border is, there is a big sign for Italy as "Italia", and one for Austria as "Österreich".  Brennero is where the Italian locomotive would be removed and shunted back to the Italian side, and the ÖBB locomotive would be added to the train to continue until about Kufstein at the German border, or maybe at Rosenheim.  The border checks were random.  The train went on to Innsbruck Hbf and arrived about 4:45 PM.  Roberto Benigni departed the train at Brennero and was replaced by Arnold Schwarzenegger who was going just from Brennero to Innsbruck.  He did not say much.  I did not see or hear him any time after arriving at Innsbruck Hbf.
My hotel was in the suburb of Igls, which was in the foothills of Innsbruck.  It was where the 1964 Winter Olympics were held, specifically the Men's Downhill alpine skiing events were held.  You can read more about this in https://en.wikipedia.org/wiki/Patscherkofel.  To get there you could take either bus line "J" or the tram line "6", known also as the Mittelgebirgsbahn.  The story about the latter is disappointing, especially with the most recent rolling stock.  The rolling stock that I rode the 6th September 2000 originally was from Bielefeld, Germany.  Also, at the time, tram line 6 was able to go from Hauptbahnhof directly to Igls.  Recently it was separated from the rest of the Innsbruck tram network, and operates only from Bergisel to Igls.  The German-language Wikipedia page mentions that line 6 was ended but now it runs on a Sunday schedule 7 days a week.  
I had to buy a 24 hour local transit pass.  It would be good as far as Igls Patscherkofelbahn cable car stop, the last stop in line J, and also for tram line 6 for its entire route to Igls.  When I took the line 6 to Igls, It kind of went on the southeast side of Innsbruck, and to Bahnhof Igls on Oberexerstraße.  I had to find the Pension Oswald on Badhausstraße 10 from there.  I had to wald down Lanser Straße to the Landesbank, turn east onto Bilgeristraße which eventually turned into Badhausstraße.  I checked into the Pension about 6 PM.  I put my luggage in my room, a single room with a bathtub but not a shower.  Breakfast would not be served until at least 8 AM.  I had to go into town to buy groceries.  There was a SPAR grocery store still open.  I bought some ice tea, Erdnußflips (something like peanut flavored cheetos), sliced wheat bread, lunchmeat and cheese, and also some chocolate.  I ate in my room, watched TV, some in German and some in English, listened to the radio, recorded "No more turning back" which I think was sung by Brigitte Nielsen and went to bed.  
I think I woke up very early, around 3:40 AM and in spite of the weather I chose to go on a morning walk.
I hope you will join me again in the next story, Thursday 7th September 2000.
Buona notte!  Gute Nacht!  Bonne nuit!  Good night!
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wetagconsulting · 5 years
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100 Years Bauhaus - Carl Weidemeyer in Ticino
Carl Weidemeyer is known above all as the architect of the San Materno Theatre in Ascona, which has been preserved in its entirety to this day, also thanks to the exemplary renovation completed in 2009 under the direction of the architect Guido Tallone, who has preserved all the valuable details of the building (e.g. its surprising internal polychromy). But Weidemeyer is also and above all a versatile and productive artist: painter, sculptor, printmaker, illustrator, graphic artist, designer of toys, furniture and other objects. A rich testimony to his work can be found in the Museo Comunale d'Arte Moderna in Ascona, which acquired the Carl Weidemeyer collection in 1995, a comprehensive body of paintings, graphic works, drawings, sketches, plans, architectural designs and written documents with a total of over 3300 elements.
The most important aspects of his architectural and artistic work were explored in the catalogue of the exhibition, organized in 2001 by the Museo Comunale d'Arte Moderna Ascona in collaboration with the Archivio del Moderno of the Academy of Architecture Mendrisio. It is not a question of returning to these aspects, but of following Carl Weidemeyer's human and creative path from his beginnings to his years in Ticino. A life that, in the course of the analysis, turns out to be completely organic and not artificially divided between two places (Worpswede and Ascona), as it is often portrayed, and that is therefore to be considered in its entirety. The threads that Weidemeyer made at the beginning of his life, be they personal or cultural ties, never disappear and result in a dense web that integrates him into a much broader debate that shaped the cultural renewal of an entire epoch from the late 19th to the thirties of the 20th century. Carl Weidemeyer is primarily associated with German culture, since he was educated in Germany at the beginning of the 20th century and shaped the basic elements of his work and thinking. 
In those decades, Germany was undergoing a profound process of cultural and artistic change, which, incidentally, affected the whole of Europe. The country was therefore at the centre of an international debate in every respect, which Weidemeyer was aware of and in which he often took part, in the search for new ways and experiments to respond to the questions of his time. Instead of a banal "touche-à-tout", as he has been defined, Weidemeyer should be seen as a man of his time who, in full awareness, strove to find a universal language that overcomes the limitations of sectors and categories, in accordance with the romantic ideal of the Gesamtkunstwerk, which, however, was renewed by the experiences of the avant-garde of the first half of the 20th century and was therefore already fundamentally modern. 
The San Materno Theatre
In 1928 Carl Weidemeyer completed his first work in Ascona, the Theater San Materno for Charlotte Bara. The architect designed not only the structure of the building, which was already defined as a "dance temple" because of its basilica-like structure, but also the interiors, from the furnishings of the performance room (equipped with escalators and movable elements to guarantee versatile use) to the furniture in the artists' apartments. Weidemeyer thus followed the principle of the uniform and complete elaboration of the architectural object, and the result is a coherent and harmonious whole in every respect, a crystalline creative space conceived by an architect and artist. The realisation of the theatre provided Weidemeyer with an immediate reaction and an extremely good response in the press. In February 1929 the theatre was presented in the Swiss architectural magazine "Das Werk" by Grete Wels, at the suggestion of the Swiss editor and renowned architect Hans Bernoulli, while photographs of the theatre interiors were published in 1930. The architect Eduard Keller also mentioned the theatre in the article "New Buildings in Ticino", which appeared in "Das Ideale Heim"; further publications in Switzerland were added. The presentation of Weidemeyer's works in "Das Werk" provided him with international contacts and publications. Also, in 1929, the Hungarian architect Virgil Bierbauer was interested in the theatre, which he published in the magazine "Tèr ès Forma" under his direction and in the Hungarian art magazine "Magyar Muvèszet". Virgil Bierbauer travelled personally to Ascona to get to know Weidemeyer's buildings and to establish a lasting friendship with him, which is confirmed by visits and regular correspondence. Bierbauer will then continue the expansion of Weidemeyer's works in Hungary and publish his later buildings in 1930 and 1934. In Germany, the important magazine "Das Neue Frankfurt" showed photographs of the San Materno Theatre, among other works of dance spaces. In Italy, Weidemeyer's work and especially the theatre were first shown in 1930 in the magazine 'Architettura e arti decorative', thanks to the interest of architect and urban planner Plinio Marconi, who had travelled to Ascona to admire the building. In 1932 Weidemeyer's work was reviewed in the magazine "Architettura" by Luigi Vietti, also an architect and town planner who also travelled to Ascona.  
Thanks to the San Materno Theatre and the buildings that followed in Ascona, Carl Weidemeyer made a name for himself in the world of modern architecture, such as the invitation to participate in the exhibition "Modern Architecture. International Exhibition, extent of modern architecture" in 1932 at the Museum of Art in New York. At the local level, Weidemeyer's buildings are among the first examples of rationalist architecture in Ticino.
The Villa Chiara
In 1934, the famous Oppenheimer family had two villas built by the famous architect Carl Weidemeyer on their huge property at perhaps the most beautiful site of the then sparsely developed Ascona: the three-storey Casa "Benvenuto" and the Villa "Chiara", a sensational "modern" Bauhaus-style bungalow villa. Today a listed building, Villa "Chiara" is inhabited and maintained by the Oppenheimer and Sonanini families. The location is as breathtaking as ever, the park has become even more beautiful over the years. Now the families would like to sell, a completely unusual opportunity for connoisseurs and collectors.
We talked to the owner, Mrs. Sonja Rasmussen-Oppenheimer. You are the granddaughter of the owner of Villa Chiara. Have you met Mr. Carl Weidemeyer personally?
"Carl Weidemeyer was a close friend of my family. At my baptism, at the age of 90, he felled a somersault tree on the meadow in front of Villa Chiara. As an architect, painter and furniture designer, my profound respect belongs to him. Especially because I paint myself, I appreciate his multi-layered, creative ability and his enormous material competence. My grandparents built the Villa Chiara with him, which is now in my co-ownership and I was able to renovate it in 2017 in collaboration with the Cantonal Heritage Conservation Society in Bellinzona".
Famous Bauhaus villa in Ascona with 180° view of Lake Maggiore
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Exhibition Carl Weidemeyer 1882-1976 between Modernism & Bauhaus
March 2 - May 12, 2019
On the occasion of the 100th anniversary of the Bauhaus, the Museo Castello San Materno dedicates an exhibition to one of its representatives, the German architect Carl Weidemeyer, who left the Teatro San Materno to the municipality of Ascona, the only remaining example of a Bauhaus theatre in Europe.
Since 1995, the Municipality of Ascona has had an important collection of documents and works by the Bremen artist, and with this exhibition wishes to pay tribute to his work as a painter, draughtsman and architect. In the complex transition between the 19th and 20th centuries, Weidemeyer was able to embody the modern and innovative spirit of the time in an original way, in a synthesis between naturalism and abstraction.
Thanks to the Fondazione Carl Weidemeyer for the friendly support
TV documentation from Carl Weidemeyer a RSI
https://www.rsi.ch/la1/programmi/informazione/il-quotidiano/Il-Quotidiano-11461505.html
Per saperne di più
http://www.carlweidemeyer.ch/
Fondazione Carl Weidemeyer Via Collinetta 73 CH-6612 Ascona
Source: this text is compiled from several excerpts of the book "Carl Weidemyer" published in 2018 and written by Veronica Provenzale. It is edited by the Museo Communale d'Arte Moderna Ascona and Armando Dadò editore Locarno. ISBN 978-88-8281-507-3
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giancarlonicoli · 6 years
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6 ago 2018 11:53
IN DIFESA DI MARCELLO FOA - GIULI: ''È STATO PUGNALATO DAI COLLEGHI DEL 'GIORNALE' E PURE DALLA FINANZA FRANCESE, QUEL BOLLORÉ CHE HA MESSO GLI OCCHI SUI MEDIA ITALIANI'' - MAGNASCHI: ''LO HANNO CHIAMATO BUFALARO, LUI CHE È UN GRAN PROFESSIONISTA. GLI DICONO CHE È AL SOLDO DI PUTIN PER ESSERE INTERVENUTO SULLA TV RUSSA. UN MECCANISMO DIFFAMATORIO DELLA CASTA GIORNALISTICA, LA RAI È IRRIFORMABILE. L'UNICO MODO SAREBBE…''
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1. FOA PUGNALATO DAI COLLEGHI E DALLA SUA AMATA FRANCIA
Alessandro Giuli per ''Libero Quotidiano''
C' è qualcosa di grottesco e brutale nel trattamento inflitto da ex amici e nuovi nemici a Marcello Foa, presidente in pectore del consiglio d' amministrazione Rai sul quale - dopo la sfiducia della commissione parlamentare di Vigilanza - incombe l' ordalia di mercoledì, quando il cda dovrà riesaminare il suo caso. L' aspetto ridicolo della vicenda sta nel fatto che un giornalista di specchiata scuola montanelliana e dal valore internazionale, nonché manager italiano in Svizzera (Gruppo Corriere del Ticino) con entrature forti nell' élite transalpina che vive e lavora in Italia (i suoi figli studiano o hanno studiato nelle migliori scuole francesi di Milano), oggi debba ancora subire il "fuoco amico" del proprio Giornale, in omaggio a un malinteso senso di rispetto verso Forza Italia.
Come noto, infatti, Foa è un nome suggerito all' azionista di maggioranza da Matteo Salvini senza consultare preventivamente Silvio Berlusconi, il cui assenso è determinante in Vigilanza per raggiungere il quorum dei due terzi.
LA REAZIONE DEL CAV
Si sa che il Cavaliere l' ha presa male, ne ha fatto una questione di metodo e non di merito (parole sue). Dopodiché, giunte le tardive spiegazioni del leader leghista, ha oscillato tra il via libera e una neutralità passiva sulla quale si è innestata la contrarietà maggioritaria dei dirigenti forzisti. Nulla d' illegittimo o di particolarmente inedito: la politica è fatta anche di gesti simbolici o di rigidità tattiche e temporanee.
Stupisce invece che in questa circostanza, malgrado il benevolo imbarazzo del direttore Alessandro Sallusti - che di Foa è un estimatore e che ha ricevuto una selva di commenti e di lettere infuocate da parte di lettori solidali con il giornalista vittimizzato -, sia mancata proprio la solidarietà dei colleghi. E volutamente non ho scritto "ex colleghi" perché ancora oggi Foa è un blogger del Giornale.it.
Dai colleghi ci guardi il dio, dunque, Mercurio alato che presiede alle frasi ben costrutte di cui Foa è ottimo frequentatore. Ma dai nemici chi proteggerà Marcello? E soprattutto, chi sono davvero i suoi nemici? Della pubblica accusa fanno parte in larga misura gli odiatori di Salvini che, da sinistra a destra, temono la sua ascesa e indicano in Foa un sovranista dalle venature radicali, se non addirittura un propalatore di bufale per aver egli rilanciato una vecchia indiscrezione su presunte inclinazioni sataniste della cerchia clintoniana. Da ciò, questi rumorosi antipatizzanti traggono ragioni per bandirlo a forza da un "ruolo di garanzia" di cui non sarebbe all' altezza.
Evidentemente non è più soltanto una questione di metodo ma pure di merito: singolare posizione, questa, sostenuta con toni allarmistici da chi per anni ha convalidato l' occupazione militare e sistematica d' ogni luogo di potere da parte berlusconiana o renziana, in nome di uno spoils system al quale tutti avremmo dovuto abituarci. Adesso che la ruota della Fortuna s' è fermata sulla casella del populismo, l' unità di misura è improvvisamente cambiata?
Senza contare, aggiungiamo, che alla vigilia dell' insediamento non esiste in natura alcuna figura al contempo autorevole e di garanzia. Vale per i presidenti Rai così come per quelli delle Camere e su su fino al Quirinale: è l' ingresso nel ruolo istituzionale a determinare lo stile di una precisa azione bipartisan. Le prime parole di Foa, al riguardo, potevano soltanto far ben sperare.
GLI ALTRI NEMICI
Esistono poi altri nemici meno visibili ma non sempre occulti: il così detto Partito francese annidato anche in Italia e che Foa sa riconoscere, avendo le sue entrature nella Milano prescelta da quella finanza italiana di nome ma transalpina di fatto (da Unicredit a Generali) legata a doppio filo con l' Eliseo e con le sue centrali dell' informazione riconducibili a Jacques Attali, l' oligarca inventore di Emmanuel Macron.
Gli appetiti francesi verso i media italiani sono già testimoniati dal fragoroso e ancora irrisolto conflitto fra gli ex amici Vincent Bolloré e Silvio Berlusconi per il controllo di Mediaset.
Chi conosce i «luoghi della decisione» parigini e milanesi e romani, in queste ore non fatica a rintracciare analogie eloquenti nella tortuosa condizione in cui si trovano la Rai e il suo presidente indicato Foa, persona mite e professionista di qualità circondato da interessi nazionali superiori e confliggenti. Come andrà a finire? Protetti dall' anonimato, alcuni dirigenti di Forza Italia si stanno impegnando per un incontro pacificatorio tra Salvini e Berlusconi, presente Giorgia Meloni, cui dovrebbe seguire un ripensamento favorevole sul nome di Foa. Auguri disillusi ma di cuore.
2. CHI È DAVVERO MARCELLO FOA. L’ARTICOLO DI PIERLUIGI MAGNASCHI
Da www.michelearnese.it, che ripubblica l'editoriale del direttore apparso su ''Italia Oggi''
Da qualche tempo sono interessato a sminare le fake news. Non quelle, grossolane (e anch'esse pericolose, ma neutralizzabili con opportune denunce), che diffondono gli screanzati del web che un tempo avevano a disposizione un paio di interlocutori alticci, a notte fonda, al bar e che adesso invece, disponendo di una tastiera, comunicano, potenzialmente e a costo zero, con il mondo intero. Le fake news che ho messo nel mio mirino sono quelle di sistema.
Prodotte magari dai governi e diffuse acriticamente da fonti giornalistiche ritenute autorevoli che avrebbero l'obbligo di verificarle. Fake news che arrivano contemporaneamente, via tv, nei salotti di tutti e che quindi inducono all'automatismo fideista, basato sul convincimento che «se tutti dicono la stessa cosa» vuol dire che essa è vera. Ieri ad esempio tutti i tg hanno detto che su una nave alla deriva nel Mediterraneo c'erano dei migranti senz'acqua da cinque giorni a 38 gradi.
In quelle condizioni sarebbero morti da almeno tre giorni. Il cortocircuito nelle redazioni però è: «Se non diciamo quello che circola, facciamo la figura dei censori. E quindi anche noi, a che quando lo sappiamo, diffondiamo la notizia falsa. Meglio dire la falsità che dare l'impressione di aver preso un buco». Chissene, è la loro conclusione.
Un'operazione di questo genere si è verificata in occasione della designazione a candidato a presidente della Rai di Marcello Foa, un giornalista di straordinario valore internazionale che, in uno sbarramento omogeneo e congiunto, è stato letteralmente raso al suolo, sostituendo al Foa che tutti i suoi colleghi giornalisti dovrebbero conoscere un Foa che non esiste: senza alcuna esperienza professionale, che fa errori ortografici (per aver messo una «h» in un tweet dove non ci voleva: errore peraltro corretto da lui stesso nel giro di due minuti), che tresca con Putin (per aver partecipato a dibattiti sulla rete «Russia Today» in lingua inglese, una trasmissione, questa, diffusa in Italia da Sky sul canale 536);
che attacca il presidente della repubblica (per aver dissentito civilmente da lui; come se questo dissenso fosse vietato in democrazia); che è un antivaccini forsennato per aver scritto, attenzione! che «in Svizzera i vaccini non sono obbligatori. La gente può scegliere di non vaccinarsi eppure la popolazione non è particolarmente malata».
I media hanno creato impunemente un mostro che non esiste sul quale hanno subito danzato, in nome dei loro interessi di partito, dei leader che, sapendosi impuniti, hanno recitato il peggio di loro stessi. Marcello Foa, iscritto a nessun partito, è semplicemente un uomo libero. Che possiede uno straordinario orizzonte internazionale.
Nato professionalmente in Svizzera alla Gazzetta Ticinese e alla Gazzetta del Popolo (due giornali di straordinario spessore culturale che, quando non c'erano ancora le edizioni digitali, venivano acquistati dall'intelighentia meneghina nelle poche edicole del centro dove arrivavano) fu segnalato a Indro Montanelli dal suo maestro Vittorio Dan Segre, uno dei più noti saggisti internazionali a livello europeo. Foa venne quindi assunto al Giornale dove rimase circa vent'anni come capo del servizio esteri. Non a caso il servizio esteri del Giornale divenne, ed è rimasto, uno dei migliori in Italia.
A un certo punto, Foa è tornato nella Svizzera Italiana al comando del gruppo editoriale del Corriere del Ticino che con controlla altri media fra cui una tv (TeleTicino) e una radio (Radio 3). Nella sua ultima fase a il Giornale, Foa aveva guidato anche il sito internet dello stesso quotidiano. Il candidato alla presidenza della Rai è quindi un giornalista a tutto tondo, con una vasta e consolidata esperienza internazionale (riconosciutagli da molte e autorevoli fonti straniere, sia giornalistico-editoriali che di ricerca) che non conosce solo la carta stampata ma anche tv, radio e mondo web.
Per smontare il meccanismo diffamatorio imparabile contro Foa, imbastito da tutti come se fosse niente, potremmo analizzare l'accusa mossagli di essere al servizio di Putin per avere egli partecipato a dei dibattiti su «Russia Today», la tv all day (cioè 24 ore su 24, diffusa in inglese in tutto il mondo. Tv di questo tipo, che sono i fiori all'occhiello di ogni paese, sono diffuse da tutte le nazioni, persino le più piccole come Israele che diffonde «iNews Israel» visibile in Italia su Sky 537.) Queste all news 24, che sono lo specchio di un paese nel mondo, sono purtroppo e stranamente assenti in Italia perché la Rai, pur avendone i mezzi, non possiede giornalisti capaci di esprimersi perfettamente in inglese e nemmeno politici in grado di interloquire col mondo. Per non disturbare né gli uni né gli altri, ha preferito non farne niente.
Per capire come si costruisce una fandonia partendo da una verità, la trappola è presto disinnescata. La verità è che Foa ha partecipato a qualche dibattito su «Russia Today». La balla si costruisce non facendo sapere che, grazie al fatto che Foa gode di una vasta considerazione internazionale e per di più è un disinvolto poliglotta che, per di più ancora, conosce il mezzo televisivo, egli viene spesso interpellato, come fonte neutrale, si badi, su temi internazionali, anche da diverse altre tv come, ad esempio, la Bbc inglese, Cnbc statunitense, Arte franco-tedesca, Tf1 francese, molte tv svizzere.
Foa quindi sarebbe un ottimo presidente della Rai. Contribuirebbe infatti a sprovincializzarla, dando ai molti professionisti che già lavorano in essa un orizzonte più vasto, riferimenti più moderni, interlocutori più autorevoli. Ma il problema Rai è molto più vasto di Foa. La Rai è un groviglio inestricabile di interessi ove coloro che lottizzavano a rotta di collo, adesso si lamentano che i loro successori lottizzano altrettanto.
La Rai, ai tempi del pentapartito, era un organismo guidato dai partiti politici. Oggi, anche se tutti fanno finta di non accorgersene, è un organismo che governa i partiti politici. La situazione di potere quindi si è completamente rovesciata. Renzi, ad esempio, nella fase creativa e innovativa del suo governo aveva nominato, a capo della Rai, persone di primo piano come Antonio Campo Dall'Orto direttore generale e Carlo Verdelli come capo del settore giornalistico.
Per difendersi dalla reazione della casta giornalistica, aveva dotato potere straordinari l'a.d. e aveva svuotato di competenze i consiglieri del cda che, in precedenza, erano i terminali degli interessi politico editoriali interni ed esterni all'azienda. Non c'è stato niente da fare, però. Anche adattando queste precauzioni, Campo Dall'Orto e Carlo Verdelli, che in poco tempo avevano fatto un grande lavoro di ricognizione e di programmazione, sono saltati come dei fusibili. La Rai cosi com'è è infatti diventata è irriformabile.
Ci sarà pure qualche motivo per cui in Uk c'è un solo tg pubblico, quello della Bbc, mentre in Italia ce ne sono tre, più tutti quelli regionali, più una ventina di nuovi canali che si riproducono come delle metastasi , senza che in parlamento nessuno li abbia mai autorizzati. Se il solo problema della Rai (che problema non è) è Foa, siamo messi male. Molto male. E se nessuno lo rileva, non c'è speranza. Ecco perché la gente, che non sa, ma ha capito, vota anche per il peggio (persino contro se stessa) pur di farla finita. Mentre coloro che dovrebbero reagire, sollevano il caso farlocco di Foa e giocano a rubamazzetto fra di loro sulla Rai con carte che valgono sempre meno.
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